Il P2P per investire nel credito al dettaglio
Transcript
Il P2P per investire nel credito al dettaglio
NEWS - P2P LENDING Il P2P per investire nel credito al dettaglio IL P2P LENDING ITALIANO MUOVE I PRIMI PASSI. E SE EMERGE UN CERTO POTENZIALE DI MERCATO, MOLTI PLAYER SI SONO DETTI CONVINTI CHE L’INNOVAZIONE DIGITALE NON È MONOPOLIO DELLE STARTUP. CHE POSSONO PIUTTOSTO PUNTARE SUL FATTORE COSTI E SUL CONTESTO DA RENDIMENTI ZERO PER LANCIARE L’INVESTIMENTO IN CREDITO AL CONSUMO Chi ha paura del P2P lending? Nessuno o quasi. Almeno da quanto emerso dalla tavola rotonda “Digital transformation e P2P lending: le nuove sfide per l’industria del credito”, in cui player affermati ed emergenti hanno parlato di come la trasformazione digitale sta investendo il credito al dettaglio. Credito e socialità E qui è giusto premettere che si parlava di credito ai privati, lasciando fuori il mondo dei finanziamenti alle imprese (vedi articolo a pagina 30). Ma, come spesso accade, quando a parlare di digital transformation è chi il settore lo vive quotidianamente in prima persona, il quadro sembra molto meno disruptive. Come ha sottolineato Simone Capecchi, Executive Director, Predictive Information Solutions di CRIF, la crescita del social lending è agli IN USA IL P2P LENDING HA EROGATO 25,72 MILIARDI DI DOLLARI 32 AZIENDABANCA - luglio/agosto 2016 albori e legata a diversi aspetti. L’ecosistema tecnologico, ovvia premessa infrastrutturale; i canali, perché non c’è dubbio che il boom degli smartphone abbia reso i consumatori molto più abituati alla multicanalità e al digitale. Ma il terzo elemento, differenziante e decisivo, è la socialità: un elemento recente anche per l’online (2.0, appunto) e assolutamente centrale per l’accesso al credito in modalità peer to peer. Europa indietro sugli USA. Italia follower Dati di mercato italiani alla mano, per ora le cifre restano basse. Così come, dal punto di vista della domanda, dall’online passano oggi richieste per prodotti diversi da quelli prevalenti nell’offline. Soprattutto, provengono da un target decisamente meno selezionato e questo si traduce in percentuali molto elevate di rifiuto. Il P2P lending è naturalmente qualcosa di ben diverso dai tradizionali comparatori. Il primo mercato è quello USA, dove nel 2015 il settore ha fatto registrare una crescita del 337%, per un totale di 25,72 miliardi di dollari di erogazioni. In Europa il livello è decisamente inferiore: il mercato UK spopola con 65 piattaforme già attive, mentre Spagna, Francia e Germania inseguono con poco più di 30 piattaforme a testa. L’Italia è di gran lunga un follower, con 5 piattaforme di alternative NEWS - P2P LENDING IN ITALIA ESISTONO SOLO 5 PIATTAFORME DI ALTERNATIVE FINANCE finance operative: per capirci, la stessa quota del Belgio e meno della metà della Polonia. Chi sono i potenziali investitori Eppure, secondo uno studio congiunto di CRIF e SDA Bocconi, lo sviluppo del mercato è possibile. I potenziali prestatori sono prevalente maschi, di età mediobassa, con una famiglia alle spalle e alla ricerca di investimenti. I potenziali debitori, anch’essi in prevalenza uomini, hanno titoli di studio medio-alti, una propensione al rischio più elevata rispetto alla media e una spiccata attenzione ai costi. C’è qualcosa che accomuna domanda e offerta: un ottimo rapporto con la propria banca ma una reputazione pessima del settore finanziario, di cui farebbero volentieri a meno. Attenzione al rendimento Ma non è solo la volontà di uscire dal tradizionale credito bancario a spingere il P2P lending. C’è il fattore costo/rendimento: chi prende il prestito paga un interesse generalmente inferiore a quello che pagherebbe in banca, chi presta denaro riceve una re- munerazione certamente superiore allo zero dei conti correnti e al poco più dei conti deposito. Come ha fatto notare Michele Novelli, Presidente della piattaforma di social lending Prestiamoci, la principale innovazione è per il prestatore, che può investire in una asset class (i prestiti ai privati) tutto sommato remunerativa, mentre il richiedente è più che altro attento al costo. Per entrambi, il web è anche sinonimo di condizioni chiare e trasparenti. La cultura nazionale media l’innovazione Anche Giorgio Orioli, CEO di Consel, ha individuato nella possibilità per il prestatore di investire il proprio denaro nel credito ai privati una delle innovazioni più importanti del P2P lending. Sottolineando però che la sfida del digitale, opportunità comprese, è trasversale a vecchi e nuovi attori: i processi paperless sono in rapida diffusione, così come la digitalizzazione dei processi e della firma. E il caso USA, pur con numeri importanti, va guardato con la consapevolezza che la cultura di ogni Paese fa da mediatore con l’innovazione tecnologica. L’innovazione non è solo per le startup Che la disruption non sia “monopolio” delle startup si è detto d’accordo Vincent Mouveroux, Condirettore Generale, Co-General Manager Strategia Digitale di Agos. Se i big di internet stanno abituando il cliente a una esperienza utente personalizzata, semplice e pervasiva, gli attori tradizionali sono comunque in grado di innovare, trovando anzi nel di- IL P2P LENDING PROMETTE REMUNERAZIONI SUPERIORI A QUELLE DEI PRODOTTI BANCARI gitale uno stimolo a semplificare i processi e aumentare la vicinanza al cliente. La relazione umana resterà però centrale in Italia, dove potremmo vedere forme di ibridazione con l’online. Fondi di investimento in credito al consumo Qualcosa di simile a quanto portato avanti in Francia da Younited Credit, piattaforma di social lending sbarcata nei mesi scorsi anche in Italia. Il Country Manager Tommaso Gamaleri ha raccontato come i fondi di investimento in credito al consumo di YC siano distribuiti, in Francia, anche dalla rete di agenti assicurativi di Generali. La piattaforma aprirà nei prossimi mesi anche ai clienti italiani la possibilità di prestare denaro: oggi è possibile solo richiedere un prestito e il funding passa ancora interamente dagli investitori francesi. Mercato auto e P2P lending Ai digitale guarda con attenzione anche un player captive come Toyota Financial Services Italy. Rolando Ventura, Chief Executive Officer & Executive Country Manager, luglio/agosto 2016 - AZIENDABANCA 33 NEWS - P2P LENDING NUOVE FRONTIERE: IL PAY PER DRIVE ha spiegato come già oggi il percorso di acquisto sia quasi interamente digitale. Se qualche anno fa un cliente visitava un concessionario in media 7 volte prima di decidersi all’acquisto, oggi l’80% delle autovetture Toyota vendute in Italia sono state prima personalizzate sul configuratore web. In filiale ci si va solo per formalizzare l’acquisto. Tra i progetti di Toyota c’è l’idea di finanziare il supporto alla mobilità di nuova generazione, mediante formule pay per drive: una vettura non più di proprietà di cui il cliente paga unicamente l’uso, grazie a black box che quantificano i chilometri percorsi. A.G. OSSERVATORIO CRIF: CRESCE IL CREDITO AL DETTAGLIO Credito al dettaglio di nuovo in crescita. Il primo trimestre 2016 conferma il trend positivo con un +55% per i mutui e un +20% per il credito al consumo. I dati del 40esimo Rapporto Credito al Dettaglio di Assofin, CRIF e Prometeia parlano di una ripresa ormai consolidata, per quanto il mercato sia molto lontano dai valori pre-crisi. Soprattutto, è una crescita sostenibile, che sembra avere appreso la lezione della crisi ed è lontana dai boom del decennio scorso. Contesto positivo, ma refinance ancora rilevante Merito anche di un contesto quantomai inedito. Liquidità abbondante e a bassissimo costo, in primis. Ma anche famiglie che vedono in media un miglioramento, per quanto modesto, delle loro condizioni e del potere di acquisto (anche qui la parola ripresa va usata con moderazione, perché per tornare ai livelli pre-crisi c’è un gap del 10% da colmare per quanto riguarda il potere di acquisto). Famiglie che tornano, con prudenza, a spendere e incontrano un mercato molto competitivo e certamente attento a selezionare clientela con il miglior profilo di rischio possibile. Sulla crescita, però, continua a pesare il cosiddetto “refinance”. Sul fronte mutui, si tratta del noto fenomeno delle surroghe, che dopo essere quintuplicate nel 2015 sono cresciute “solo” del 136% nel primo trimestre dell’anno. Il fenomeno si presenta, per quanto in modo più contenuto, anche per i prestiti 34 AZIENDABANCA - luglio/agosto 2016 personali. Tolto il peso della rinegoziazione per ottenere prezzi migliori, lo stock di mutui e credito al consumo resta in lieve crescita. Il 3% dei finanziamenti passa dal web Lato offerta, poi, l’erogazione del credito si mantiene estremamente attenta alla qualità del portafoglio e alla sostenibilità del finanziamento. I canali distributivi confermano il ruolo importante della rete e della presenza territoriale e fisica, con una quota di finanziamenti online (gestiti interamente sul web o con almeno un passaggio online) pari al 3% del totale. Se il canale web è tutto da sviluppare, il prodotto credito al consumo prosegue un importante processo di diversificazione: nel finalizzato auto, ad esempio, l’abbandono della prima vettura come status symbol dei neomaggiorenni si accompagna alla costruzione di formule nuove di sostegno finanziario, ad esempio con il pay per use. La metà degli acquisti sostenuta da finanziamento A livello generale, il 57% delle nuove immatricolazioni auto è sostenuto da un finanziamento finalizzato presso i dealer, mentre il 46% delle abitazioni è acquistato con il ricorso a un mutuo ipotecario. In calo il tasso di default a 180 giorni, arrivato all’1,9% per il credito alle famiglie (prestiti e mutui), vale a dire il livello più basso degli ultimi 5 anni. Dei 200 miliardi di NPL stimati sul mercato italiano, circa un terzo è legato a prestiti alle famiglie.