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GREEN REPORT La sostenibilità ambientale dei processi produttivi nel settore della chimica è promossa a livello mondiale dall’iniziativa Responsible Care. Crediti Basf ADOTTARE PRATICHE STANDARD DI CSR NON BASTA. AL DI LÀ DELLE BUONE INTENZIONI, L’INDIFFERENZIAZIONE DETERMINA UN’OMOLOGAZIONE CHE RENDE POCO INCISIVI I RISULTATI IN TERMINI ECONOMICI E DI IMMAGINE. MA L’IMPEGNO A FAVORE DELL’AMBIENTE E DELLA SOCIETÀ PUÒ ANCHE ESSERE UN BUON AFFARE. BASTA COMINCIARE DA UN’ATTENTA OSSERVAZIONE DELLA PROPRIA REALTÀ AZIENDALE Ginevra Bartoli he sia frutto di una reale attenzione per il contenimento del proprio impatto ambientale e sociale, o solo l’adeguarsi alle richieste etiche della società e dei consumatori, sono sempre di più le aziende, italiane e internazionali, che si attivano per realizzare strategie più o meno formalizzate di Corporate Social Responsibility. Queste iniziative, che siano rivolte alla tutela dell’ambiente (ISO 14001), al rispetto dei di- C 80 1-2 2010 | www.mastermeeting.it ritti umani (standard SA 8000) o alla comunicazione sulla sostenibilità (standard reportistica sociale GRI), oltre a rappresentare un dovere morale percepito ormai come quasi imprescindibile, dovrebbero anche contribuire a migliorare e favorire i rapporti con gli stakeholder e quindi i risultati economici dell’impresa. Eppure questa relazione risulta nella maggior parte dei casi quanto meno debole, non incidendo in maniera rilevante sulle dinami- che commerciali. Dunque le pratiche di CSR non sono altro che vincoli giusti, ma ingombranti? Forse no. Forse il problema sta nel modo in cui vengono individuate dal management le strategie di responsabilità sociale d’impresa. «Troppe aziende socialmente responsabili adottano pratiche standardizzate di CSR, in risposta alle richieste della società e senza l’intenzione di differenziarsi dai concorrenti», chiarisce Nicola Misani, docente di GREEN REPORT Una fattoria del vento, al largo della costa della Danimarca, e, in basso, un cilindro parabolico di un sistema a concentrazione solare. Crediti Siemens press picture Economia Aziendale e Gestione delle Imprese presso l’Università Bocconi e autore di un articolo dal titolo The convergence of corporate social responsibility practices (in pubblicazione nell’autunno 2010 82 1-2 2010 | www.mastermeeting.it sulla rivista Management Research Review). Convergenza e divergenza sono i termini con i quali questo studio evidenzia la diverse attitudini, i meccanismi che portano a diversi approcci alla CSR. E, di fatto, a diversi risultati commerciali. «La pressione sociale è una delle principali motivazioni per le quali le imprese scelgono di adottare pratiche di responsabilità sociale. Le aziende si fanno più sensibili, ed è senz’altro un fat- 컄 GREEN REPORT Nella conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Copenhagen i cambiamenti climatici sono stati riconosciuti come una delle maggiori sfide dell’umanità. Al settore industriale si richiedono misure per la sostenibilità. Crediti Siemens press picture. In basso, Il fattore umano e la sicurezza sul lavoro sono tra gli aspetti più rilevanti della responsabilità sociale d’impresa. Crediti Basf to positivo, ma volendo unicamente rispondere alle sollecitazioni della collettività e delle associazioni, non si differenziano le une dalle altre. In questo modo il fatto di adottare pratiche di CSR non costituisce un elemento di riconoscibilità, né tantomeno di unicità». Riproducendo pedissequamente le pratiche delle imprese leader, le aziende mosse da questo meccanismo sperano di adeguarsi e di allinearsi a queste soluzioni virtuose. Si parla in questo caso di isomorfismo istituizionale: stakeholder influenti, autorità regolatrici e Ong, definiscono il comportamento appropriato per le imprese. Queste, per non perdere legittimazione e credibilità nei confronti dei loro partner e clienti, vi si adeguano. «Un secondo meccanismo molto diffuso tra le imprese socialmente responsabili è quello della moda», continua Misani. «Questo meccanismo entra in azione nei casi in cui le aziende seguono pratiche specifiche di CSR perché particolarmente in vista in un determinato momento, quelle pratiche a cui la stampa dà larga eco. Ecco che ci si affida al consulente o ad associazioni esterne di ambientalisti, ma con l’unico scopo di ade84 1-2 2010 | www.mastermeeting.it guarsi al trend, senza sentirne veramente l’esigenza etica». Strano a dirsi, ma anche in questa disamina rivolta ai risultati economici e commerciali derivanti dall’adozione di pratiche di responsabilità sociale d’impresa torna a fare capolino l’etica. “La trasparenza è un aspetto imprescindibile. Se non si mette la CSR nel cuore delle proprie strategie, se non ci si focalizza su se stessi e sui reali problemi sociali e ambientali connessi con la propria attività, l’adozione di pratiche standard che poco o nulla hanno a che fare con il proprio caso specifico non produce risultati positivi nella percezione degli stakeholder. Fare CSR vuol dire aprirsi e comunicare». Un caso in cui le pratiche di responsabilità sociale d’impresa adottate ancora non sono orientate alla differenziazione, ma sono sì adatte alla specifica realtà dell’azienda è quello del meccanismo della cooperazione. «Un problema comune viene risolto collettivamente», spiega il ricercatore della Bocconi, «un esempio ben noto è quello del settore chimico, sotto i riflettori per il suo impatto ambientale. A livello mondiale il settore si è attivato nella creazione del Responsible Care, un’iniziativa volontaria, che segna la direzione comune delle buone pratiche per il rispetto dell’ambiente e il contenimento dell’impatto derivante dalle attività delle imprese del settore». Un altro esempio emblematico è rappresentato dai produttori e distributori di diamanti. Alla fine degli anni Novanta i paramilitari africani iniziarono a estrarre illegalmente diamanti per finanziare la guerriglia. Le pietre, vendute ai trader locali, entravano nei canali distributivi internazionali e l’azienda leader De Beers venne accusata dalle Ong di esserne il maggiore importatore. In questo caso la risposta colletti- 컄 GREEN REPORT I settori produttivi dal maggiore impatto ambientale, come il settore chimico, devono collettivamente rispondere alle richieste della società, garantendo misure di sostenibilità. Sotto, Timberland, in collaborazione con Legambiente, ha fatto della CSR un elemento di unicità e un valore d’impresa. Crediti Solvay Rosignano va delle aziende del settore, l’adesione ad un programma per prevenire le importazioni illegali di diamanti sollecitato dalla stessa impresa sudafricana, è stata motivata dalla volontà di evitare il danno di immagine e, allo stesso tempo, dall’intenzione di prevenire l’illegalità degli importatori rivali che destabilizzavano il mercato e la concorrenza. Questa forma di CSR convergente, pur essendo studiata specificatamente sulle problematiche che coinvolgono l’impresa, non produce risultati visibili sui bilanci, in quanto le aziende non si differenziano l’una dall’altra. Ma esiste anche un ulteriore meccanismo alla base della responsabilità sociale d’impresa, un meccanismo che punta alla differenziazione. E che si è rivelato molto più efficace a livello economico e commerciale. «Non sono molti i casi, ma ci sono imprese che hanno saputo orientare le proprie strategie di CSR secondo specifiche soluzioni legate alla propria realtà aziendale e ai propri prodotti», sottolinea Misani. «Adottare soluzioni originali e differenziate ha permesso in questi casi di valorizzare il pro86 1-2 2010 | www.mastermeeting.it La CSR che conviene, step by step • Esame di sé: quali sono i problemi di responsabilità sociale della mia azienda? (ad esempio, per il settore turistico le emissioni prodotte dai mezzi di trasporto, o le questioni riguardanti i diritti umani nelle destinazioni turistiche) • Coinvolgimento degli stakeholder: individuare le associazioni che seguono i problemi che coinvolgono la mia impresa e ascoltare il punto di vista esterno • Valutazione combinata: mettere insieme le soluzioni proposte dalle associazioni e le soluzioni che vengono dalla mia impresa per scegliere così le pratiche più adatte ed efficaci • Comunicazione: fare sapere all’esterno quale sia l’impegno della mia azienda per l’ambiente e la società, per dare ulteriore valore all’attività e per garantire la trasparenza delle azioni condotte dotto e, quindi, di produrre risultati economici rilevanti». È il caso dell’azienda manifatturiera americana Timberland, che oltre a pratiche volte al contenimento dell’impatto ambientale dei suoi sistemi produttivi, sviluppa prodotti sostenibili come la Green Rubber, la suola in gomma proveniente per il 42% da pneumatici riciclati. L’impegno ambientale dell’azienda, comunicato come un fondamentale valore del marchio e rafforzato dalla stretta collaborazione in Italia con Legambiente, ha contribuito fattivamente al raggiungimento di rilevanti risultati economici e alla fidelizzazione della clientela. «Ma buone pratiche di CSR pensate specificata- mente in base alle caratteristiche della singola impresa non sono possibili solo per il settore manifatturiero», chiarisce ancora Nicola Misani. «I pochi esempi di differenziazione sono presenti e potenzialmente possibili in tutti i settori produttivi. Nella distribuzione, ad esempio, è emblematico il caso di Coop. La relazione tra CSR e risultati economici non è un automatismo, ma se le pratiche di responsabilità sociale d’impresa sono caratterizzate veramente sulla propria esperienza e realtà e risolvono in concreto e bene i problemi specifici, allora i risultati ci possono essere e possono essere interessanti, anche dal punto di vista eco■ nomico».