Rapporto annuale 2012 - amnesty :: Rapporto annuale

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Asia e Pacifico
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DUEMILA
Laos
4_ASIA & PACIFICO_amnesty 2012 10/05/12 14.21 Pagina 361
ASIA E PACIFICO
PENA DI MORTE
Per il terzo anno consecutivo non ci sono state notizie di persone messe a morte. Tuttavia,
erano almeno 100 le persone in attesa dell’esecuzione.
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato l’Indonesia ad aprile, maggio, settembre,
ottobre, novembre e dicembre.
Making the fair choice: Key steps to improve maternal health in ASEAN – Briefing to the
ASEAN Intergovernmental Commission on Human Rights (ASA 03/001/2011)
Open letter to Head of National Police on failure of police accountability in Indonesia
(ASA 21/005/2011)
Indonesia: Open letter on human rights violations against the Ahmadiyya in West Java
(ASA 21/032/2011)
LAOS
REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE
DEL LAOS
Capo di stato: Choummaly Sayasone
Capo del governo: Thongsing Thammavong
Pena di morte: abolizionista de facto
Popolazione: 6,3 milioni
Aspettativa di vita: 67,5 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 58,6‰
Alfabetizzazione adulti: 72,7%
Il controllo esercitato dallo stato sull’informazione, sul mondo politico, giudiziario e sociale ha continuato a limitare la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica.
La mancanza di trasparenza e la scarsità di informazioni hanno reso difficile un monitoraggio indipendente della situazione dei diritti umani. Almeno tre prigionieri di coscienza
e due prigionieri politici sono rimasti in carcere. Sono state denunciate vessazioni nei
confronti di cristiani. La sorte e le condizioni dei richiedenti asilo e rifugiati hmong laotiani, rimpatriati forzatamente dalla Thailandia, sono rimaste per lo più sconosciute. La
pena di morte è rimasta una pena obbligatoria per alcuni reati di droga; tuttavia, non
sono stati resi pubblici dati ufficiali sulle condanne a morte.
Rapporto annuale 2012 - Amnesty International
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RAPPORTO 2012
CONTESTO
Il Partito rivoluzionario del popolo laotiano (Lao People’s Revolutionary Party – Lprp), al
governo, ha tenuto il suo quinquennale congresso a marzo. Il presidente è stato rieletto
alla carica di segretario generale e il comitato centrale e il politburo sono stati allargati.
Tutti gli eletti all’assemblea nazionale ad aprile, tranne quattro uomini d’affari, erano
membri dell’Lprp e funzionari centrali o locali. A giugno è stato formato un nuovo governo
con quattro nuovi ministeri. A dicembre, il Laos con riluttanza ha sospeso il lavoro sulla
controversa diga idroelettrica Xayaburi, a seguito delle preoccupazioni avanzate dai paesi
vicini e dagli attivisti riguardo al suo impatto sulla pesca e i mezzi di sostentamento
delle popolazioni che vivono a valle.
RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO
Le informazioni riguardanti la situazione di circa 4500 hmong laotiani, rimpatriati forzatamente dalla Thailandia nel dicembre 2009, sono rimaste scarse. Molti dei circa
3500 rimpatriati reinsediati nel lontano villaggio di Phonekham, nella provincia di Borikhamsay, vivevano sotto stretto controllo, privati della libertà di movimento e con scarsa
possibilità di procurarsi da vivere. Ciò nonostante, un numero esiguo è riuscito a fuggire
in Thailandia, dove ha chiesto asilo.
Secondo fonti attendibili, a luglio un ex richiedente asilo è morto in custodia, dopo essere stato arrestato
dalla polizia laotiana in quanto sospettato di aver piazzato una bomba nel villaggio di Phonekham. Il suo
corpo mostrava segni di mutilazione. Non ci sono notizie di indagini avviate sulla sua morte.
PRIGIONIERI DI COSCIENZA E PRIGIONIERI POLITICI
Thongpaseuth Keuakoun, Bouavanh Chanhmanivong e Seng-Aloun Phengphanh, arrestati nell’ottobre 1999
per aver tentato di realizzare una protesta pacifica, sono rimasti detenuti oltre la scadenza delle loro condanne a 10 anni di carcere. Le autorità non hanno riposto alle richieste di chiarimento e agli appelli che
ne invocavano il rilascio.
Thao Moua e Pa Fue Khang, di etnia hmong, hanno continuato a scontare la loro condanna rispettivamente
a 12 e 15 anni di carcere. Furono arrestati nel 2003 per aver aiutato due giornalisti stranieri a raccogliere
informazioni riguardanti gruppi hmong che si nascondevano nella giungla ed erano stati giudicati colpevoli
al termine di un processo gravemente iniquo.
LIBERTÀ DI RELIGIONE O CREDO
Sono continuate a emergere notizie di comunità cristiane sottoposte a vessazioni da parte
delle autorità, che hanno preso di mira persone che rifiutavano di abiurare la loro fede.
Due pastori, arrestati a gennaio nella provincia di Khammouan sono stati detenuti dopo aver celebrato la messa
di Natale senza approvazione ufficiale. Sei mesi dopo l’arresto si trovavano ancora detenuti in dure condizioni.
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