Rapporto annuale 2011 - amnesty :: Rapporto annuale
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ACQUISTA ONLINE > 11 CAMBOGIA DUEMILA ASIA E PACIFICO 4_ASIA & PACIFICO:Layout 1 04/05/11 11.33 Pagina 323 ASIA E PACIFICO La legge, tra le altre cose, nega il diritto di contestare la giurisdizione del Tribunale, il diritto alla possibilità di una cauzione e il diritto di mettere in discussione l’imparzialità dei giudici. DIRITTI DEI NATIVI L’incapacità del governo di garantire la sicurezza degli abitanti jumma degli altipiani di Chittagong ha spesso esposto questi ultimi agli attacchi dei coloni bengalesi che avevano occupato la loro terra. Almeno due nativi jumma sono morti il 20 febbraio dopo che l’esercito, che ha mantenuto una solida presenza nella zona, aveva aperto il fuoco su centinaia di manifestanti nativi jumma. Questi chiedevano in maniera pacifica protezione dopo che i coloni bengalesi avevano appiccato il fuoco ad almeno una quarantina delle loro case nella zona di Baghaichhari, nel distretto di Rangamati, la notte del 19 febbraio. Non ci sono state notizie di indagini e nessuno è stato perseguito per gli attacchi o le uccisioni. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato il Bangladesh a giugno e settembre. Bangladesh: Transparency needed over hasty executions and safety of family members must be ensured. (ASA 13/003/2010) Bangladeshi security forces used excessive force during raid, 30 giugno 2010 CAMBOGIA REGNO DI CAMBOGIA Capo di stato: re Norodom Sihamoni Capo del governo: Hun Sen Pena di morte: abolizionista per tutti i reati Popolazione: 15,1 milioni Aspettativa di vita: 62,2 anni Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 92/85‰ Alfabetizzazione adulti: 77 % Sgomberi forzati, espropri di terreni e dispute sulla terra hanno continuato a essere tra le maggiori problematiche in materia di diritti umani. Sono aumentate le proteste da parte delle famiglie e delle comunità colpite. Attivisti e difensori dei diritti umani impegnati nella tutela del diritto a un alloggio adeguato hanno affrontato cause legali e car- Rapporto annuale 2011 - Amnesty International 323 4_ASIA & PACIFICO:Layout 1 04/05/11 11.33 Pagina 324 RAPPORTO 2011 cerazioni sulla base di accuse pretestuose. La magistratura e i tribunali hanno continuato a non essere indipendenti e sono stati impiegati per imbavagliare la libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica; giornalisti, sindacalisti e politici dell’opposizione sono stati presi di mira. L’impunità per le violazioni dei diritti umani è rimasta un motivo di grande preoccupazione. Kaing Guek Eav, conosciuto come Duch, è stato il primo imputato a essere giudicato colpevole dalle Camere straordinarie dei tribunali della Cambogia (Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia – Eccc) per crimini contro l’umanità commessi durante il periodo dei khmer rossi. CONTESTO Le autorità hanno recepito tutte e 91 le raccomandazioni avanzate a marzo dagli stati membri delle Nazioni Unite secondo l’Esame periodico universale, per migliorare il rispetto dei diritti umani, anche riguardo alle misure per combattere l’impunità, gli sgomberi forzati e il reinsediamento involontario e per la riforma della magistratura. A giugno, una visita del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Cambogia è stata incentrata sulla magistratura, che il Relatore speciale non ha esitato a definire priva di indipendenza e della capacità di garantire la giustizia per tutti. A dicembre è entrato in vigore un nuovo codice penale che comprende controversi provvedimenti che limitano la libertà di espressione. SGOMBERI FORZATI Migliaia di persone in tutto il paese, nativi compresi, hanno subito le conseguenze negative di sgomberi forzati, espropri di terreni e dispute sulla terra, in alcuni casi in relazione a concessioni economiche sulla terra accordate a potenti società e soggetti privati. Un numero crescente di persone e comunità ha protestato e presentato petizioni alle autorità in difesa del diritto a un alloggio adeguato. A maggio le autorità hanno approvato una circolare sugli “insediamenti temporanei su terreni occupati illegalmente”, finalizzata a reinsediare le comunità da lungo tempo residenti, alcune con titoli legali, dalla capitale Phnom Penh e da altre aree urbane. È andato avanti lo sgombero forzato di 20.000 persone che vivevano nei dintorni del lago Boeung Kak, a Phnom Penh, dopo che la società privata che stava sviluppando il sito ha riempito di sabbia il lago. Le abitazioni sono state sommerse e le proprietà sono state distrutte dall’acqua esondata a causa della sabbia. I rappresentanti aziendali hanno sottoposto a intimidazioni e vessazioni gli abitanti del villaggio, nel tentativo di costringerli ad accettare risarcimenti o reinsediamenti inadeguati, malgrado molti di loro avessero ottenuto titoli legali ai sensi della legge sulla terra del 2001. La polizia ha sottoposto a vessazioni gli attivisti che protestavano contro lo sgombero forzato. 324 Rapporto annuale 2011 - Amnesty International 4_ASIA & PACIFICO:Layout 1 04/05/11 11.33 Pagina 325 ASIA E PACIFICO La polizia ha impiegato forza non necessaria, utilizzando anche manganelli elettrici, per disperdere una protesta pacifica degli abitanti del lago Boeung Kak, durante la visita del Segretario generale delle Nazioni Unite a ottobre. Suong Sophorn è stato picchiato mentre giaceva svenuto ed è stato detenuto dalla polizia fino alla partenza del Segretario generale. Era stato in precedenza arrestato e multato nel 2009 per aver scritto sulla sua casa “Fermiamo lo sgombero”. GIUSTIZIA INTERNAZIONALE Con una decisione storica, a luglio le Eccc hanno giudicato colpevole Kaing Guek Eav, conosciuto come Duch, per crimini contro l’umanità e gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra, per il ruolo svolto nelle esecuzioni di massa, nelle torture e in altri crimini durante il periodo dei khmer rossi. Duch era stato comandante della prigione di sicurezza S-21, dove furono torturate e uccise almeno 14.000 persone. È stato condannato a 35 anni di carcere, con una riduzione di 16 anni per il tempo già trascorso in carcere e la detenzione illegale. Sia la pubblica accusa che la difesa si sono appellate contro la sentenza. A settembre, Ieng Sary, Ieng Thirith, Khieu Samphan e Nuon Chea sono stati accusati di genocidio di cham e vietnamiti, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e altri reati. Il primo ministro Hun Sen ha messo a repentaglio l’avanzamento di altri due processi riguardanti cinque persone, avvisando che non avrebbe permesso ulteriori procedimenti. DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI Decine di persone sono state arrestate per aver difeso il diritto a un alloggio e aver protestato contro l’esproprio di terreni e gli sgomberi forzati; altrettante stavano scontando sentenze comminate negli anni precedenti. La maggior parte era stata incriminata per accuse inventate, senza fondamento o pretestuose, come danneggiamento di proprietà privata, incitamento, rapina armata e aggressione. Sono proseguiti i processi a carico degli abitanti del villaggio coinvolti nelle proteste contro la perdita del terreno agricolo nella disputa del distretto di Chikreng, nella provincia di Siem Reap. Centinaia di abitanti hanno preso parte ai processi per sostenere gli imputati, tra cui il monaco buddista Luon Savath, vittima di vessazioni da parte delle forze di sicurezza e minacciato di essere sospeso dalle sue funzioni religiose per le sue attività pacifiche. Egli aveva documentato i momenti successivi alla sparatoria sui manifestanti di Chikreng da parte delle forze di sicurezza nel marzo 2009. A maggio, i leader comunitari Long Sarith e Long Chan Kiri sono stati condannati a due anni di reclusione per “aver disboscato la foresta dello stato”, in relazione a una disputa sulla terra che vedeva coinvolti una società produttrice di zucchero e i residenti del villaggio di Bos, nel distretto di Samrong, della provincia di Oddar Meanchey. Le abitazioni di 100 famiglie del villaggio erano state distrutte dalle forze di sicurezza quatto giorni dopo il loro arresto nell’ottobre 2009. Rapporto annuale 2011 - Amnesty International 325 4_ASIA & PACIFICO:Layout 1 04/05/11 11.33 Pagina 326 RAPPORTO 2011 LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DI ASSOCIAZIONE I tribunali sono stati impiegati per limitare la libertà di espressione e di associazione di giornalisti, sindacalisti e parlamentari dell’opposizione. Dopo due processi celebratisi a gennaio e settembre, Sam Rainsy, leader del maggiore partito di opposizione, è stato condannato in contumacia a 12 anni di carcere, in relazione alle proteste riguardanti un territorio conteso al confine tra Cambogia e Vietnam. Egli viveva in esilio. A settembre, circa 200.000 lavoratori hanno preso parte a uno sciopero nazionale di quattro giorni per protestare contro un inadeguato aumento del salario minimo. Leader sindacali e attivisti sono stati minacciati di azioni legali, anche per accuse di “incitamento”. I proprietari delle fabbriche hanno sospeso i sindacalisti e licenziato i lavoratori in protesta. Anche dopo l’intervento delle autorità, alla data di dicembre erano circa 370 i lavoratori e i sindacalisti che non erano stati reintegrati. A fine anno erano in corso diversi procedimenti giudiziari. VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE Non erano disponibili dati completi e attendibili sugli episodi di violenza contro donne e ragazze, compresa la violenza sessuale, o sul numero di perseguimenti giudiziari a carico di presunti perpetratori di violenza. Le vittime hanno incontrato ostacoli nell’ottenere giustizia a causa delle lacune nel sistema di giustizia penale e di accordi raggiunti al di fuori delle aule di tribunale. Al trauma subito dalle vittime andava ad aggiungersi la carenza di servizi di assistenza e di aiuto. Secondo quanto riferito, Meas Veasna fu stuprata da un monaco in una pagoda della provincia di Prey Veng nel giugno 2009, qualche settimana dopo aver partorito. Nonostante avesse denunciato il crimine alla polizia e si fosse presentata a un incontro con i leader della pagoda, la polizia, le autorità locali e il presunto stupratore, non è stato avviato alcun procedimento giudiziario. Al contrario, un rappresentante della pagoda le ha dato 250 dollari Usa per farsi medicare. Ora la donna vive in un’altra città lontana dal marito e dai figli piccoli a causa dello stigma causato dallo stupro. MISSIONE E RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato la Cambogia tra febbraio e marzo. Breaking the silence: Sexual violence in Cambodia (ASA 23/001/2010) 326 Rapporto annuale 2011 - Amnesty International