1_INTRODUZIONE_amnesty 2013 - amnesty :: Rapporto annuale
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AMNESTY INTERNATIONAL SEZIONE ITALIANA ACQUISTA ONLINE > 13 DUEMILA AMNESTY INTERNATIONAL RAPPORTO 2013 LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO ASIA E PACIFICO TAIWAN 4_ASIA & PACIFICO_amnesty 2013 09/05/13 14:26 Pagina 361 ASIA E PACIFICO TAIWAN TAIWAN Capo di stato: Ma Ying-jeou Capo del governo: Chen Chun (subentrato a Wu Den-yih a febbraio) Taiwan ha effettuato sei esecuzioni. A partire da dicembre, gli avvocati della pubblica accusa e della difesa dovevano discutere davanti alla Corte suprema delle sentenze relative a casi capitali e di questioni collegate. Membri di comunità native sono rimasti invischiati in prolungate dispute sulla terra e le autorità non sono intervenute per tutelarne i diritti, mentre è proseguito il processo di ricostruzione a seguito del tifone del 2009. I monopoli dei mezzi d’informazione si sono ulteriormente estesi. Con un anno di ritardo è stato realizzato un piano di studi improntato sulla parità di genere. PENA DI MORTE Sei uomini sono stati messi a morte, tutti a dicembre, mentre 55 prigionieri rimanevano in attesa dell’esecuzione e avevano esaurito tutti i gradi d’appello. A partire da dicembre, le udienze di tutti i casi capitali davanti alla Corte suprema dovevano comprendere discussioni orali sulle sentenze e le questioni collegate, sia da parte della pubblica accusa sia degli avvocati della difesa. Nel determinare la condanna, il collegio dei giudici avrebbe dovuto anche prendere in considerazione l’opinione dei familiari delle vittime. Il 31 agosto, dopo 21 anni di processi, l’Alta corte ha riconfermato un “verdetto di non colpevolezza” e ha liberato “il trio di Hsichih”. Altri casi di processi capitali che analogamente riguardavano tortura e confessioni forzate sono rimasti irrisolti. SISTEMA GIUDIZIARIO Ad agosto, l’ufficio del procuratore distrettuale di Taipei ha deciso per l’ennesima volta il non rinvio a giudizio per i responsabili dell’erronea esecuzione dell’aviatore Chiang Kuo-ching, nel 1997. DIRITTI DELLE POPOLAZIONI NATIVE Le garanzie contenute nella legge fondamentale sulle popolazioni native non sono state applicate e sono proseguite le dispute riguardo alle procedure di reinsediamento a seguito del tifone Morakot del 2009. Secondo la normativa riguardante la definizione delle zone speciali, che consente alle autorità di indicare l’inidoneità all’abitazione di un terreno, diverse comunità native rischiavano di essere reinsediate con la forza e di incorrere in future restrizioni sull’utilizzo della terra. 361 4_ASIA & PACIFICO_amnesty 2013 09/05/13 14:26 Pagina 362 RAPPORTO 2013 LIBERTÀ D’ESPRESSIONE La concentrazione della proprietà dei mezzi d’informazione ha fatto temere per la libertà d’espressione e l’indipendenza editoriale. A luglio, la commissione nazionale sulle comunicazioni (National Communications Commission – Ncc) ha approvato, ad alcune condizioni, l’acquisizione da parte del gruppo editoriale Want Want China Times di un importante canale televisivo via cavo e a novembre, l’acquisizione del quotidiano di punta Next Media. A dicembre, l’Alta corte amministrativa di Taipei ha stabilito che l’Ncc aveva il potere di revocare l’acquisizione da parte del gruppo di un’altro canale telvisivo via cavo, perché il canale non si era adeguato alle condizioni indicate dalla Ncc. DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE Dopo ritardi dovuti alle obiezioni sollevate nel 2011 da gruppi religiosi conservatori, è stato reso operativo un programma scolastico improntato sulla parità di genere. Tuttavia, tre collane di manuali educativi in programma per gli insegnanti delle scuole elementari e superiori, in cui erano inseriti contenuti sull’identità di genere, l’orientamento sessuale e le famiglie alternative, non sono state pubblicate. THAILANDIA REGNO DI THAILANDIA Capo di stato: re Bhumibol Adulyadej Capo del governo: Yingluck Shinawatra È proseguito il conflitto armato nel sud del paese. Gli insorti hanno preso di mira i civili con attacchi violenti, mentre le forze di sicurezza hanno goduto dell’impunità per le violazioni dei diritti umani commesse. La commissione verità per la riconciliazione della Thailandia ha reso pubblico il suo rapporto finale, attribuendo a entrambe le parti la responsabilità delle violenze di matrice politica del 2010; tuttavia, il processo di accertamento delle responsabilità ha continuato ad avanzare lentamente. Il governo ha fatto continuamente ricorso alla normativa sulla lesa maestà e alla legge sui reati informatici per limitare la libertà d’espressione. Richiedenti asilo e rifugiati hanno rischiato provvedimenti di refoulement verso i loro paesi di provenienza. 362