L`Abruzzo e il vino

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L`Abruzzo e il vino
L’Abruzzo e il vino:
una storia lunga più di duemila anni
Giuseppe Cavaliere
Direzione Politiche Agricole e Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo
L’Abruzzo ha una lunga storia nella produzione del vino.
Già le antiche genti italiche coltivarono la vite sulle assolate colline abruzzesi.
Questa tradizione ebbe grande seguito e viene costantemente richiamata in importanti opere
dei secoli passati che presentano le caratteristiche dei vini locali e l’affermazione
dei più importanti vitigni regionali. Questo viaggio lungo duemila anni,
approda alla realtà contemporanea segnata dagli investimenti
verso una qualità riconosciuta a livello internazionale.
La coltura della vite (Vitis vinifera), grande attenzione al recupero delle rievocava la sua terra natale: “…i campi
come ormai storicamente comprovato, forze e alla cura degli uomini, e non Peligni son percorsi da limpide corrisale a diversi millenni orsono anche se meno anche dei cavalli... Annibale, spo- renti, e sul suolo morbido l’erba rigola sua diffusione nell’Italia centrale si stando ogni volta il campo di poco, si gliosa verdeggia. Terra fertile della
presume sia avvenuta intorno all’anno tratteneva sulla costa adriatica, e fa- spiga di Cerere, e ancor più di uva,
mille a.C. grazie agli Etruschi che intro- cendo lavare i cavalli con vino vecchio, qualche campo dà anche l’albero di
dussero la tecnica di sorreggere le viti per la grande quantità che ce n’era, ne Pallade, l’ulivo...” (amores, Libro securò lo scorbuto e le altre malattie, e condo, XVII).
con gli alberi.
L’espansione della coltivazione analogamente tra gli uomini guarì i fedella vite lungo la fascia adriatica è riti, e gli altri li mise in forze, pronti per L’Abruzzo nel Medioevo
probabilmente ascrivibile ai Piceni le operazioni future”. (Storie, Libro
prima e alle diverse “genti italiche” terzo, capitoli 87 e 88).
nei secoli successivi con la decaQuella di Polibio costituisce sicu- denza e il crollo dell’impero romano
più tardi, genti che nella nostra regione diedero origine ad una vera e ramente la prima vera testimonianza d’Occidente, la vitivinicoltura italiana
propria civiltà: i Marsi (nel Fucino), i storica sulla produzione di vino in seguì il medesimo destino. Infatti, per
Peligni (nella conca di Sulmona), i Pre- terra d’abruzzo che, qualche decennio parlare nuovamente di vite e di vino
tuzi (attuale provincia di teramo), i dopo, veniva celebrata anche dal poeta dobbiamo giungere alla fine del XIII
Vestini (intorno al Gran Sasso), i latino Publio Ovidio nasone, nato a secolo quando Pier de’ Crescenzi
Frentani (area di Lanciano-Ortona), i Sulmona nel 43 a.C. e morto in esilio (1233-1321), ritenuto il più grande
Marrucini (area intorno a Chieti), tutti a tomi sul Mar nero nel 17 d.C., che scrittore di agricoltura del Medioevo
nomi ancora oggi vivi nelle tradizioni con alcuni versi pieni di malinconia nonché erede spirituale di Catone e
e nella toponomastica
Columella, pubblicò il suo
dell’abruzzo.
liber commodorum ruraGrazie a loro, sulle aslium. Egli descrisse una
solate colline abruzzesi si
quarantina di vitigni coltiproducevano vini di buona
vati allora in Italia e tra
fattura come ci ricorda Poquesti vi era anche il triblibio, storico greco vissuto
biana (verosimilmente l’attra il 205 ed il 123 a.C.,
tuale trebbiano), vitigno
che narrando le gesta di
dalle alte produzioni che
annibale dopo la vittoria di
dava vino “nobile et bene
Canne (216 a.C.) così scriservabile”, che si coltivava
veva: “...accampato presso
nelle Marche e presumibill’Adriatico, in una regione
mente anche in abruzzo.
che eccelleva per prodotti
Sebbene il vero e prole
“genti
italiche”
protagoniste
della
civiltà
dell’antico
Abruzzo.
di ogni tipo, dedicava
prio commercio del vino
OICCE tIMES - nuMErO 61 annO XV - InVErnO 2014
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