Guardiavigna 2008 a raggi_X

Transcript

Guardiavigna 2008 a raggi_X
vino ai raggi x
Un rosso toscano
da grandi conquiste
Se il vostro palato è diventato
esigente, se volete soddisfare
quello di ospiti che cercano
un prodotto di classe, anche se
costa un po’ ecco il vino giusto:
il Guardiavigna 2008
D
iciamo la verità, mi piacerebbe conoscere Pasquale Forte. Cominciò
ad assemblare radio da incastrare
nelle testate dei letti, fino ad arrivare a fare sofisticati strumenti
elettronici incastrati nelle macchine di Formula uno. Forte, che
opera non lontano da casa mia,
nell’area comasca, è l’esempio
dell’ imprenditore di successo.
Che alla fine degli anni ‘90, facendo riemergere la passione per
la terra, ha acquistato li podere
Petrucci, nella toscana val d’Orcia, per riportarlo alla vita di un
tempo. Quando il borgo era abitato dai contadini, quando erano
fiorenti gli allevamenti, le vigne,
gli oliveti, i campi di grano. Il
tutto adesso a Castiglione d’Orcia funziona bene, con una maggiore qualità su ogni cosa rispetto ai “vecchi tempi” e secondo le
regole della produzione biologica
e biodinamica. Forte me lo hanno descritto come uno determinato, capace, naturalmente, di
investire. Tempo fa mi raccontarono di sua dichiarazione di
Toscana Igt Rosso
“Guardiavigna” 2008
Podere Forte
Loc. Petrucci
53023 Castiglione d’Orcia (Si)
tel. 0577.8885100
fax 0577.888721
www.podereforte.it
63 euro
52 Il mio vino ottobre 2012
SIENA
intenti, specie in fatto di vini,
pronunciata al momento del varo
dell’azienda agricola che porta il
suo nome. “Il suo progetto punta
a passare dal buono all’ottimo,
dall’eccellente al superlativo,
fino ad arrivare all’assoluto”.
Ambizioso assai, mi ero detto,
per arrivare a questo ci vogliono
molte cose: natura dalla tua parte, capacità, persone giuste, mezzi, fortuna, dedizione, tanto per
dirne alcune. Poi vigneti super.
Forte nella sua proprietà – dove
si coltiva anche grano antico e
si allevano vacche e maiali di
cinta senese - ne ha una dozzina,
sparsi in piccole aree differenti.
Assemblandoli non fanno una
grande estensione vitata, il più
grande è di 3 ettari e mezzo, il
più piccolo di 1300 metri. Però sono di qualità. Mi ha detto
un enologo toscano che conosce
la realtà del Podere Forte: “Per
molti produttori arrivare ad avere
vigne perfettamente equilibrate è
un bel punto di arrivo. Per Forte
è solo il punto di partenza”.
Tutto ha concorso alla perfezione alla grande
serata enogastronomica e in particolare alla
degustazione del vino. Il cibo perfettamente
in linea, l’atmosfera, il servizio accurato e
naturalmente la qualità stessa di questo
rosso toscano. Chiuso come si doveva
con un tappo Amorim, quello che vedete
fotografato qui di lato, con in evidenza la
A che è iniziale dell’azienda portoghese
ben distribuita in Italia. Per la cronaca, se
un tappo mi piace, se ha un buon profumo
fresco e naturale e lo mantiene ogni volta
che lo annuso, me lo metto subito in tasca e
me lo porto via. Il vino in questione, giovane,
muscoloso ma anche maturo come un buon
atleta, è stato chiuso alla perfezione, con
un prodotto di pregio, e non poteva essere
altrimenti. Se vuoi ottenere il risultato
migliore devi poi usare anche l’eccellenza.
In questo modo ci sarà un’ulteriore garanzia
di ciò che si versa nel bicchiere.
Sulla strada
dell’eccellenza
Vi ho raccontato tutto ciò solo
per dirvi che mi sto ricredendo
sul fatto della sua ambizione, eccessiva dunque solo in apparenza. Nel senso che da un suo vino
che mi hanno fatto conoscere di
recente – mettendomelo ovviamente davanti, a tavola - ho capito che è sulla strada giusta per
cercare realizzare il suo progetto.
Il vino in questione è un Toscana
Igt Rosso etichettato Guardavigna (da un antico, turrito edificio
usato per tener meglio d’occhio
chi tentava di fregarsi uve), ottenuto dalla vendemmia 2008
di merlot, cabernet franc e petit
verdot, uniti poi in percentuali
diverse. Un vino rosso che è stato nelle barrique per 18 mesi e
in bottiglia per un tempo quasi
altrettanto lungo. Un vino non
certo da “due soldi”, non nella
qualità e, a dirla tutta, neanche
nel prezzo. A me lo hanno offerto nel bicchiere, in occasione
di una cena di avvio d’autunno
dove la prima “freddata” è stata
una buona scusa per riattizzare
le braci sotto una griglia, ma in
enoteca, ho chiesto, costa oltre
63 euro. Chi mi ha ospitato per
la cena però è uno che ha una
cantina che si basa sul pochi ma
buoni. Non tante etichette, ma
quelle che ci sono devono essere
buone sul serio. Poche riunioni conviviali in casa ma tutte di
“gran lusso”, pure in fatto di vini.
Questa la sua filosofia e io, che
La “A” cerchiata indica che questo tappo è
stato prodotto dalla Amorim mentre la cifra
a destra è il lotto di produzione.
volete, non posso far altro che
adeguarmi.
Se avessi dovuto dargli un voto,
al Guardavigna 2008, gli avrei
dato uno di quei punteggi alti
che assai raramente tiro fuori
dal ragionamento e dalla penna.
Visto che non ero lì per dare un
giudizio tecnico, mi sono limitato a… non lasciare nemmeno
una goccia nella bottiglia, che
era stata ben chiusa e conservata
proprio come si deve. Dunque
presentazione, stappatura, tempo
di attesa (circa 20 minuti) prima del versamento nel bicchiere
tutto da manuale. Il vino pure,
anche se non so come sia effettivamente da manuale un rosso
Igt fatto con percentuali diverse
di tre vitigni “stranieri” in terre
toscane. Non c’è uno standard
con cui fare un confronto, come
per un tradizionale vino da monovitigno. Qui c’è solo (si fa per
dire) genialità, rischio e capacità
nel trattare le tre uve biologiche
e poi assemblare i vini da loro ottenuti per ottenere questo
pezzo da novanta. Lasciatemelo
dire nelle classiche tre parole:
un grande vino. A partire dal
colore rubino profondo, limpido,
con una sfumatura granata sul
Il bicchiere
Festa grande per gli
occhi e il naso, oltre che
per il palato, con questo
Guardavigna 2008. Anche
se è della vendemmia
di 4 anni fa è ancora
fresco ed esuberante
anche se intenso e
corposo. Non ha bisogno
di essere scaraffato e
men che meno messo
in un decanter, basta
solo lasciarlo all’aria
per un po’, aprendo
la bottiglia circa una
mezz’ora prima di servirlo
e successivamente farlo
riposare nel bicchiere per
una trentina di secondi
al massimo prima di
affrontare il primo sorso.
Si merita comunque un
bicchiere assai ampio, il
più panciuto che avete
in casa, per fare arrivare
i profumi al naso. Un
bicchiere che deve essere
perfettamente pulito,
senza fastidiosi aloni
opachi o pelucchi sul
vetro.
Professione Sommelier
A cura di Amorim Cork Italia
Il tappo giusto
Il lavoro del
sommelier è
quello di mettere
un vino "ai raggi
X", per scoprirne
tutti i segreti e le
caratteristiche.
Ogni mese Giorgio
Rinaldi, esperto
di tecnica della
degustazione,
relatore dell'Ais
(Associazione
Italiana Sommelier)
e Master in
analisi sensoriale,
ci racconta in
dettaglio i suoi
assaggi, le sue
impressioni, i suoi
giudizi di esperto.
bordo. Al naso, assorbiti con un
pizzico di voluttà, aromi netti,
intensi, ampi. Con note di bacche nere, di prugna, di vaniglia,
di legno di cedro, di chiodi di
garofano, di caffè. In bocca ha
espresso ancora qualità: secco,
morbido senza essere “ruffiano”,
con l’acidità marcata e una buona dose di corpo. Poi i tannini
dall’origine robusta, ma qui già
di consistnza quasi del tutto vellutata, con solo qualche briciolo
ancora di astringenza. Sul palato
si son fatte di nuovo vivi, i le
note aromatiche ben evidneti al
naso. Se posso usare l’aggettivo
affascinante per un vino, beh,
qui lo uso. Ne acquisterò alcune
bottiglie e tenterò di tenerle per
un po’, un anno o due, in cantina,
per vedere come questo rosso si
evolve. Sono quasi certo che potrà diventare ancora più buono,
con una ulteriore integrazione tra
le note fruttate e quella del legno
e la totale sparizione del lieve
accenno di astringenza. Non so
se ci riuscirò. Nel caso intendiate
darmi una mano, acquistandole
anche voi e tenendole poi bene
a casa vostra, potrete poi sempre
❦
farmi sapere.
ottobre 2012 Il mio vino
53