pdf Le guerre infatti non si fermano
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Il punto UN’ESTATE IN GUERRA di Michele Zanzucchi SMETTETELA! L In Ucraina non si riesce a trovare una soluzione alla crisi nell’Est del Paese: truppe ben foraggiate da Mosca combattono con un esercito ucraino ben foraggiato dagli Usa, in un sinistro remake di guerra fredda. Il 777 della sfortunatissima Malaysia Airlines abbattuto da un missile Buk non fa che acuire un dramma in cui, come al solito, le vittime innocenti pagano per tutti. Come quei 298 scienzati, vacanzieri e uomini d’affari che sono piovuti in modo macabro dal cielo sui campi di Lugansk. In Siria e Iraq l’Isis, il califfato guidato da al Baghdadi, conquista posizioni sfruttando le armi che giungono non solo da certi governi regionali, ma anche da Europa, Cina, Russia, India e Usa: nessuno può dichiararsi innocente. Nella regione s’è formato un tale concentrato di armi che ormai non si può più dire quali servano agli uni e quali agli altri. Fatto sta che il califfato sta cacciando i cristiani, mentre l’eco della disperazione della popolazione siriana ingoiata dal mostro della guerra civile non giunge più a noi. Mons. Warduni, vescovo caldeo di Baghdad, alla vigilia dell’intervento di George W. Bush nel 2003, ci gridò al telefono: «Tra dieci anni in Iraq resteranno pochi cristiani perseguitati». Profeta. A Gaza 12 anni di battaglie e 4 guerre non hanno fatto che peggiorare la situazione degli israeliani che non hanno più la loro sicurezza (migliaia sono i missili giunti MOSUL, IRAQ AP a redazione di un giornale è un luogo privilegiato per capire come vanno le cose. I contatti telefonici con i nostri corrispondenti o le nostre fonti da Gaza, Gerusalemme, Damasco, Baghdad, Kiev e Tripoli ci presentano un panorama drammatico. Lo stesso che vediamo ogni sera sui telegiornali, ma con la veridicità delle parole di chi sta vivendo quei drammi in prima persona. Il presidente Napolitano ha sollecitato il governo e il Parlamento a vegliare sulle gravi situazioni belliche createsi alle porte dell’Unione europea, che si dimena in lotte intestine sulle nomine ai posti chiave nella Commissione, in primis quel ministro degli Esteri che dovrebbe far sentire la voce dell’Europa unita. Su un altro piano, papa Francesco ha invocato per l’ennesima volta una pace duratura: «La violenza la si vince con la pace», ha detto con voce pacata ma ferma, «non con la violenza». nella Striscia attraverso i tunnel) e dei palestinesi che non hanno né Stato, né case, né fabbriche, né acqua... Un milione e mezzo di persone sono prigioniere nella Striscia, controllati dall’esercito israeliano e da Hamas. ,QÀQHOD/LELD7UHDQQLIDDOORVFRSSLRGHOOHRVWLOLWj (ricordate il muscoloso intervento di Sarkozy e &DPHURQWHUPLQDWRFRQO·DVVDVVLQLRGL*KHGGDÀ" si salutava una iniziativa internazionale capace di riportare ordine (e se possibile anche la democrazia) LQ/LELD&RVDVLUDFFRJOLHRJJL"8QDJXHUUDFLYLOH in piena regola, con tribù, milizie e fazioni che cercano di spolpare il cosciotto petrolifero. All’inizio delle ostilità su queste colonne avevamo tuonato contro l’intervento: eravamo i soli a farlo. Purtroppo avevamo ragione, come l’aveva il nostro amico mons. Martinelli, vescovo di Tripoli: «In due o tre anni il peggio verrà fuori». Un altro profeta. /HGLSORPD]LHQRQFLVWDQQRIDFHQGRXQDEHOODÀJXUD è il men che si possa dire: si dovrebbe parlare piuttosto di viltà. La denuncia più sferzante, anche se implicita, è venuta da un papa che ha invitato Peres e Abu Mazen a pregare per la pace su un prato del Vaticano. Nello scenario d’Apocalisse che sta accerchiando l’Europa UHVWDODSRWHQ]DGHOODSUHJKLHUD(O·D]LRQHHIÀFDFH di chi “prega” facendo la pace, come artigiani che qualcosa cercano di realizzare nel loro piccolo (o JUDQGH"/·D]LRQHEHQHPHULWDGLFKLRSHUDSHUFKpL cristiani possano rimanere nella regione. L’azione di chi disarma i cuori.