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LA BUSIARDA
QUOTIDIANO FONDATO NEL ‘69 p.c.
SABATO 27 SETTEMBRE
ANNO 144 N. 255 •
69€
IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO
www.labusiarda.cock
Heavy Metal
Musica
Musica pop
Nuovo album per
Fratello Metallo
Nuovo singolo di
FraNco Abbacchiato
Nuovo album di
Justine Bieber
Ancora un album per
Fratello Metallo a due mesi
dall’ultima uscita. Una
cover dei Samael A Bus
La nuova fatica del cantautore
in esclusiva per noi de La
Bugiarda.
“Largo ai giovani” si
presenta come l’album più
atteso del secolo dalle
lumache di FB.
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Pag.3
La sconfitta dei fedayyin nella battaglia di Yasmine House sigla la caduta di Edgahard Hussein
LA NOTTE PIU’ LUNGA
E questa volta le emorroidi non centrano
Dall’altra parte della barricata
dal nostro inviato John Fitzgerald Scognamiglio
BAGHDAD – Sono all’incirca le 12.30 ora locale del 21
novembre quando i primi blindati del 69° MIR (Mounted
Irish Regiment) guidati dal colonnello Gennaro
O’Scemrok, affettuosamente chiamato dai suoi uomini
“Mr. Pink Fountain”, fanno il loro ingresso trionfale nella
città liberata. E’ un tripudio di salve di peti e tappi di
champagne quello che saluta la deposizione dell’ex
dittatore abbasaudita Edgahard Hussein e della sua giunta
militare, che da oltre un anno impone la sua egida sul
paese. La coalizione internazionale dei “W la freedom e
chi la casteega” ha avuto la meglio dopo oltre 13 ore di
sanguinosi combattimenti casa per casa sulla strenua
difesa opposta dalla temibile Guardia Repubblicabas,
asserragliata sulle sponde dell’EuFrate, e composta
interamente da veterani integralisti disposti persino a
cadere ubriachi marci alle cene di abdicazione e a perdere
tutte le insegne, piuttosto che arrendersi. Si celebra l’alba
di una nuova era.
Quella che verrà ricordata nei libri di storia come la
Battaglia di Yasmine House era cominciata la sera
precedente con il tentativo di attraversamento del fiume
portato avanti dalla Brigata Granatieri “Highlands”,
guidata dal generale A. Backus, costretto poi ad attestarsi
su posizione più sicura dalla vigorosa reazione dei Martiri
di PasicK An-Halit, che al grido di “Abbas-U-Akhbar”
riconquistavano la testa di ponte. Fallito poi poco dopo
anche il tentativo della Compagnia Paracadutisti
“Tosonembo” di Sir James Darwin, risultato troppo
trepidantes in questo frangente così come durante tutto il
conflitto, di operare un’indign-azione diversiva sul fianco
scoperto del nemico. Dopo l’intervento da ambo le parti
di compagnie di ventura e veterani richiamati in servizio,
solo il tempo ha consentito alla coalizione di avere la
meglio sui difensori, costretti a deporre le armi uno dopo
l’altro durante la mattinata successiva. Sacche di
resistenza si registrano però ancora nella cosiddetta Zona
dei Monasteri, dove una divisione corazzata fedele al
Raiss continua ad rispondere al fuoco replicando
negativamente alle intimazioni di resa. L’ultima eroica e
commovente comunicazione radio del comandante dei
fedayyin carristi recitava infatti: “Abate circondata, Abate
continua a combattere”.
VINCERE! E ABBIAMO PERSO
Le statue del dittatore vengono abbattute
La notizia della liberazione della capitale è però ormai ufficiale. I primi a diffonderla
oltreconfine sono stati gli osservatori militari della Basil Navy, che hanno osservato lo
svolgersi della battaglia dal largo delle coste. E’ stato proprio l’ammiraglio Proud II B.
Hoolich, a bordo della fregata “Suzanne O’Beleen” a contattare personalmente il
Commodoro Fart-a-lot, il quale ha poi provveduto a riportare l’accaduto alla comunità
internazionale. Anche alcune frange di miliziani ex fedelissimi al regime sono già
pronte a cambiare casacca: in particolare i monaci guerrieri della Falange Pellegrina
“Unpoh Dakkah, unpoh d’Allah”, i cui vertici (vertici?) già negano di essere mai stati
alleati con il dittatore Edgahard Hussein: «Edgachi? Mai sentito nominare. Una volta le
abbazie le espugnavamo, sì, ma mo’ non teniamo nemmeno più le parabole, quindi Al
Jazeera non la prendiamo».
In esilio forzato all’estero, celebra la vittoria anche il Subcomandante Vasiña,
impegnata da mesi con il suo Frente de la Libertad Nocturna “Sangre y Muerte” in una
serie di sanguinose azioni di guerriglia, tra cui l’occupazione temporanea del Ministero
delle Telecomunicazioni con la trasmissione clandestina di un pesantissimo video
musicale di propaganda anti-regime e l’infelucamento di numerosi minareti. Fonti
accreditate davano i “guerrilleros” del Frente impegnati oltreconfine in una nota località
metallurgica per trattare l’acquisto di una grossa partita di armi e munizioni, ma si da
per certo il loro ritorno in patria e l’attesa per le prossime decisioni del nuovo governo.
Gli Abbasauditi, sconvolti e sgomenti hanno seguito gli
avvenimenti per tutta la notte fino a mattino inoltrato, con i
cuori maomettanamente gonfi d’emozione e il cervello pieno
di imperativi categorici: “Jiad!”
Indomiti eroi dell’ esercito del dittatore, mai lasceranno soli il
loro duce, in cui vedono la loro famiglia nella figura della
madre e nella madre la patria, indissolubilmente legata
all’esercito, che vede nei suoi eroi la famiglia della mamma del
duce. La quale vede nel duce i figli della lupa mesopotamica, e
la lupa nella madre un kebab per i suoi eroici figli schierati a
difesa della famiglia del profeta.
Il fermento, di giallo dipinto, nei rossi cuori instillato, per
uniformare il petto al colore della placca, è palesato dal canto
che ogni tanto si leva dalle loro islamicissime bocche così
come i muezzin dal minareto cantano il richiamo alla Salat,
unanime in coro “La leggenda dell’EuFrate” si volge verso il
cielo persiano di Torino.
Gli invasori Romani, Celti, Borgognoni, Transilvani e aspiranti
Crociati sembrano rassegnati all’inevitabile sconfitta dei loro
raffazzonati eserciti invasori in terra sabauda da un anno
amministrata in modo divino, anzi allahno dal duce di stracci
vestito, che attaccato al cordone porta ancora i segni del vile
attentato a torte in faccia consumatosi nel mese di Luglio.
<<Chiunque, di terra, di cielo o di mare, mi potrà ricoprire di
ridicolo, ovviamente pagando. Ed io di fronte ad una spontanea
offerta non mi tiro indietro, anzi…Allha è con noi>>, la sua
generosità illuminata dal profeta Maometto è stata la causa che
ha permesso alla compagine nemica di penetrare, infrangendo
il sacro orifizio, ormai venerato come la Pietra Nera de La
Mecca, e far capitolare al fine le nostre eroiche truppe.
<<Siamo stati sconfitti- ammette il dittatore –ma abbiamo
perduto una sola battaglia, vinceremo la guerra!>> Il priore
alla guerra beve per ricordare il suo capo, e dimenticare la
sconfitta dovuta all’operazione Mangusta.
Il fiero esercito, a cui il nemico riconosce l’onore delle armi,
decide di non dare soddisfazione al nemico e non partecipa ai
festeggiamenti nemici. L’alterigia degli invasori, all’ombra del
bronzeo cavallo, è paragonabile solo alla più becera
ostentazione di potere, cosa che il Buon Leader abbasaudita
non aveva mai palesato.
Intanto scriteriati intonano “Il canto della mosca”…
Buon appetito
ROBERTO GRANELLINI
Stasera non si ciula. Eh già. Cesira è incazzata, ed ha anche ragione.
Qualche tempo fa mi ero organizzato un accrocchio per andare a trovarla a
casa, e darle le consuete dubotte, ma l'amico che doveva coprirmi in
redazione è uscito con quattro frollocconi amici suoi che l'han tirato così
lercio che non ce l'ha fatta a passare. Vabbèh, cosa che capitano a noi
poveri pirla. Approfitto di questo momento riflessivo per vergare due righe,
così Il NaziPolpo non mi licenzia.
Parliamo di Storia. La 'Secessio Plebis' era una forma di protesta in uso
nella Roma Repubblicana. La plebe, vero motorino dell'economia
Capitolina, si ritirava sull'Aventino, buttandola ar culo dei boriosi Patrizi,
per difendersi dai soprusi. In genere è considerata una forma di
ProtoSindacalismo trasversale (i Collegia erano più complessi ed
articolati), ed io, per simpatia, la gradisco un sacco.
Voglio fare la voce fuori dal coro. Se un gruppo di persone si "ritira
sull'Aventino" ha automaticamente la mia simpatia. Prendiamo, ad esempio
Lisistrata che porta su un Aventino Ante Litteram le Vulve Ateniesi. Chi
non tifa per lei, quando sente parlare della commedia di Aristofane? E' una
simpatia anch'essa trasversale. Da uomo mi dovebbe star antipatico, come
gesto. Eppure...
Ai nostri tempi assistiamo ad una 'salita all'Aventino', che per di più ha
motivazioni serie e 'sponsor' importanti. In barba a tutti i principi Goliardici, il
'Putsch Conclavizio' degli Anziani che sovverte la Volontà della Gioventù
Torinese TUTTA, fa gridare allo scandalo. Basti pensare che anche due note
marche di Fresca e Giovane Birra (non farò nomi, ma sono marche molto
famose e giovini... Voi prendetene due a caso come, ad esempio, Menabrea e
Beck's, giusto per farvi un'idea) si sono schierate dalla parte della protesta,
sponsorizzandola con due Giovanissime Campagne di Giovane Pubblicità.
Un Pontefice dei Vecchi per i Vecchi, che scontenta tutti i Ggiovini è
qualcosa che non si ved...
Scusate! Basta! Non si può andare avanti così. Non riesco a concentrarmi.
Fuori dalla redazione c'è una torma di screanzati festanti che fa baldoria e
baccano. Come si fa a lavorare così? Se TUTTI i Ggiovini della città non
fossero tristi ed Abbacchiati sull'Aventino giurerei che in strada ci sono... Che
so? Tosone, Druidi, Vampiro e MIR... Ma sono sull'Aventino
pure loro, imbronciati ed incupiti, no? Sono li, vero?
Mi spiace non concludere l'articolo, ma davvero non si può lavorare così.
Chiamo Cesira e vedo se mi perdona, va...