Espatriati Srl

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Espatriati S.r.l.
Domenica 30 Settembre 2012 10:01
Se ottenere un impiego in India è ancora una cosa complicata, con le nuove disposizioni in
materia di investimenti esteri
potrà diventare invece più facile
fare direttamente impresa
nel Paese, sempre che si sia disposti ad adattarsi un po'. Da
Times Crest
, le storie di chi ce l'ha già fatta da tempo.
Alexander de Goederen ha lasciato un ottimo impiego alla ING Bank di Amsterdam quattro anni
e mezzo fa per trasferirsi in India, dove ha lavorato per un anno nella filiale di Gurgaon della D
TZ
, una società immobiliare internazionale, per poi mettersi in proprio nel 2008, fondando con due
soci a Delhi la Bricks India
."
Avremmo potuto scegliere qualsiasi altro luogo
- spiega l'olandese de Goederen ma volevamo lavorare e vivere in un mercato emergente. Abbiamo scelto l'India perchè ci piace
l'avventura, la cultura locale ci era già familiare e gli Indiani parlano Inglese. E non era
nemmeno troppo lontano da casa.
"
De Goederen fa parte della crescente tribù di stranieri che stanno convergendo verso l'India per
creare nuove imprese. Allettati dalla crescita economica indiana, questi imprenditori si dedicano
a business che vanno dal mercato immobiliare alla medicina innovativa, dalla tecnologia alla
ristorazione o alle spa.
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Nathan Sigworth, americano, arrivò in India per la prima volta nel 2004 come volontario non
qualificato in un centro medico di Mirzapur, Uttar Pradesh, dove osservò le difficoltà
quotidianamente affrontate per mettere in contatto le popolazioni rurali con il personale medico
specializzato. Nel 2007 tornò per fondare la Pharmasecure , una società con base in USA e a
Gurgaon che proporziona ormai in tutto il mondo softwares per l'autenticazione dei medicinali,
come noto spesso contraffatti, e il loro controllo effettuabile da chiunque via Sms, oltre a fornire
servizi di consulenze mediche telefoniche per le aree più remote del Paese.
La crisi che attanaglia l'Occidente ha spinto altri ad esplorare il mercato al di fuori del proprio
Paese, come Bert Mueller, un altro americano giunto in India lo scorso Dicembre con l'idea di
aprire la prima catena di Burritos del subcontinente. " L'economia americana per ora ristagna,
mentre qui c'è potenzialità di crescita, ci sono più opportunità
" racconta Mueller, che si è messo in società con due suoi amici sin dall'epoca della scuola
materna per provare a realizzare il suo progetto a Bangalore. Certo, non è sempre tutto semplice per gli imprenditori: Mueller, che ha registrato la sua
compagnia prima negli USA per poi aprire la sede di Bangalore, in maniera che fosse più
semplice far affluire nel Paese i capitali necessari, racconta che in India ha dovuto impiegare
circa 4 mesi per espletare adempimenti burocratici che negli USA avevano richiesto soltanto
una settimana.
Anche Joon Kang si è trasferito in India dalla Corea del Sud nel 2009 perchè voleva aprire la
sua impresa in un mercato emergente. La sua compagnia, con sede a Delhi, oggi importa e
installa servizi di sicurezza elettronici, telecamere a circuito chiuso, sensori a raggi infrarossi
etc. e uno dei suoi migliori clienti è sua conterranea: Samsung India.
Ema Trinidad, filippina, ha invece fondato un centro benessere-spa a Bangalore tre anni fa ma
ancora si stupisce di come la puntualità sia tra le ultime preoccupazioni degli Indiani: " Se ho
bisogno che mi venga consegnato qualcosa per il 15 del mese, devo dire che mi serve per il
Primo. E' una battaglia quotidiana ottenere qualunque cosa, come per esempio avere
l'allacciamento del gas, ma bisogna imparare ad adattarsi. So di molta gente che non ce l'ha
fatta ed è dovuta tornare in patria
" racconta Ema, che a Bangalore ha anche fondato l'
Expat Entrepreneurs Circle of India
, una rete per gli imprenditori stranieri nel Paese. "
Per ottenere qualcosa, qui
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- aggiunge è del tutto inutile cercare di giocarsi la carta del LeiNonSaChiSonoIo o fare i duri... Molto meglio
mostrarsi indifesi e affranti. E accettare che certe cose semplicemente non possono essere
cambiate. Per esempio: ogni volta che devo andare all'Ufficio Registro Stranieri, io mi porto un
libro da leggere, perchè so già che ci vorrà l'intera giornata.
"
Ma naturalmente ci sono anche dei vantaggi: de Goederen pensa che il fatto di essere straniero
gli abbia facilitato l'accesso alle sale riunioni di diverse aziende, cosa che gli ha permesso di
offrire i suoi servizi ad un numero di potenziali clienti decisamente maggiore. E anche la
perseveranza viene premiata, pare. Il volume d'affari della sua ditta è infatti cresciuto in media
del 100% annuo negli ultimi tre anni. Trinidad invece racconta che certi clienti lasciano mance
addirittura maggiori del costo del servizio ricevuto e che il successo ottenuto con la sua spa è
stato tale che pensa di aprirne una seconda già il mese prossimo. La compagnia di Sigworth,
poi, prevede una crescita pari al 500% entro i prossimi due anni.
Nonostante l'attuale rallentamento anche dell'economia locale, insomma, questi imprenditori
stranieri sono fermamente decisi a continuare a partecipare all'avventura indiana. "Le cose
stanno cambiando, in India, si vede
- dice la signora de Goederen che, pur essendo olandese come il marito, porta un nome
indiano,
Lalita
, grazie all'amore per l'India che aveva suo padre e noi ci sentiamo molto fortunati di poter far parte di questo cambiamento
".
Liberamente tratto e tradotto da TimeCrest- TheTimesofIndia
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