Rapporto annuale 2011 - amnesty :: Rapporto annuale

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AFRICA
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DUEMILA
TOGO
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AFRICA SUBSAHARIANA
TOGO
REPUBBLICA TOGOLESE
Capo di stato: Faure Gnassingbé
Capo del governo: Gilbert Fossoun Houngbo
Pena di morte: abolizionista per tutti i reati
Popolazione: 6,8 milioni
Aspettativa di vita: 63,3 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 105/91‰
Alfabetizzazione adulti: 64,9%
A seguito delle elezioni presidenziali di marzo, le forze di sicurezza sono ricorse alla violenza per reprimere manifestazioni pacifiche. Anche la libertà della stampa è stata minacciata, con attacchi a giornalisti che svolgevano il loro lavoro. Nonostante l’attività
della Commissione verità, giustizia e riconciliazione (Truth, Justice and Reconciliation
Commission – Tjrc), l’impunità è rimasta la regola.
CONTESTO
A marzo, il presidente Faure Gnassingbé ha proclamato la vittoria alle elezioni presidenziali, ritenute fraudolente dall’opposizione. A maggio, l’Unione delle forze per il cambiamento (Union des forces pour le changement – Ufc), il principale partito di opposizione,
ha deciso di entrare nel governo, causando una scissione e la creazione a ottobre di un
nuovo partito politico, l’Alleanza nazionale per il cambiamento (Alliance nationale pour
le changement – Anc).
PRIGIONIERI DI COSCIENZA E PRIGIONIERI POLITICI
Sono stati arrestati oltre una dozzina di attivisti politici, accusati di reati legati alla sicurezza e detenuti per settimane o mesi.
A marzo, due membri dell’Ufc, Augustin Glokpon e Jacob Benissan, sono stati arrestati mentre trasportavano
materiale per la campagna elettorale nella città di Vogan. Sono rimasti trattenuti per una settimana presso
la gendarmeria di Lomé, la capitale, accusati di “attentato alla sicurezza dello stato”, quindi mandati nella
prigione di Kara. Entrambi erano prigionieri di coscienza e sono stati rilasciati in libertà provvisoria il 31
marzo.
A marzo, quattro membri di un movimento politico, il Movimento cittadino per l’alternanza (Mouvement Citoyen pour l’Alternance – Mca), Fulbert Attisso, Guillaume Coco, Yaovi Abobi ed Eric Solewassi, sono stati
arrestati a Lomé. Accusati di “attentato alla sicurezza dello stato”, sono stati poi rilasciati in libertà provvisoria a settembre.
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RAPPORTO 2011
LIBERTÀ DI RIUNIONE – USO ECCESSIVO DELLA FORZA
Dopo le elezioni, l’opposizione ha organizzato settimanalmente proteste pacifiche per
contestare i risultati. Le forze di sicurezza hanno ripetutamente disperso le manifestazioni
con gas lacrimogeni e sono ricorse a un uso eccessivo della forza in diverse occasioni.
Ad aprile, membri della gendarmeria hanno disperso un incontro del collettivo delle associazioni dell’opposizione Fronte repubblicano per l’alternanza e il cambiamento (Front répulicain pour l’alternance et le
changement – Frac) e hanno arrestato oltre 70 persone. Queste sono state detenute per diverse ore e alcune
hanno dichiarato di essere state picchiate.
A giugno, una manifestazione di protesta contro l’aumento dei prezzi del carburante è stata repressa con
la violenza. Almeno una persona, Komassi Koami Dodoè, è morta sotto i colpi sparati da un ufficiale militare
nel quartiere di Agoè e altre due persone sono rimaste gravemente ferite. È stata aperta un’inchiesta i cui
risultati a fine anno non erano stati resi noti.
A ottobre, le forze di sicurezza hanno attaccato l’abitazione di Jean-Pierre Fabre, un leader dell’opposizione.
L’intera zona è stata circondata e le forze di sicurezza hanno sparato candelotti lacrimogeni e picchiato i
manifestanti.
A novembre, una marcia organizzata da diverse organizzazioni per i diritti umani per protestare contro le
ripetute violazioni del diritto a riunirsi pacificamente è stata dispersa dalle forze di sicurezza, che hanno
ferito diverse persone.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Durante il periodo elettorale, sono stati negati i visti a numerosi giornalisti che lavoravano
per mezzi d’informazione internazionali.
Ad agosto, Didier Agbedivlo alias Didier Ledoux, un giornalista del quotidiano Liberté, è stato aggredito dai
gendarmi mentre fotografava il palazzo di giustizia di Lomé.
A novembre, un cameraman, Tony Sodji, è stato ferito da gendarmi in borghese che gli hanno sparato contro
un candelotto lacrimogeno a distanza ravvicinata, mentre questi stava riprendendo una manifestazione.
In precedenza, a settembre, era stato pugnalato da gendarmi mentre filmava le manifestazioni.
IMPUNITÀ
Ad agosto, la Tjrc ha aperto sedi regionali in tutto il paese per raccogliere testimonianze.
La Tjrc era stata istituita nel 2009 per far luce sulle violazioni dei diritti umani commesse
tra il 1958 e il 2005. Alla fine del 2010, erano più di 5800 le persone che avevano deposto davanti alla Tjrc ma la maggior parte di questi casi riguardava il periodo compreso
tra gli anni Sessanta e Ottanta. Nessuna delle vittime di passate violazioni dei diritti
umani ha ricevuto un qualche risarcimento.
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Non ci sono stati progressi nell’inchiesta relativa a 72 denunce presentate da vittime
della repressione politica del 2005.
RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL
Togo: Political activists arrested, risk torture (AFR 57/001/2010)
UGANDA
REPUBBLICA DELL’UGANDA
Capo di stato e di governo: Yoweri Kaguta Museveni
Pena di morte: mantenitore
Popolazione: 33,8 milioni
Aspettativa di vita: 54,1 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 129/116‰
Alfabetizzazione adulti: 74,6%
Agenti delle forze di pubblica sicurezza che hanno commesso violazioni dei diritti umani,
tra cui uccisioni illegali e torture, sono rimasti impuniti. In vista delle elezioni generali
previste per gli inizi del 2011, si è verificata una preoccupante ondata di violenza e diffuse violazioni dei diritti umani. Alcune nuove normative e proposte di legge hanno minacciato i diritti alla libertà di espressione e di riunione. La violenza di genere è risultata
diffusa ed è rimasta impunita. Persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt)
hanno continuato ad affrontare discriminazioni e violenze.
CONTESTO
A ottobre, otto candidati presidenziali, tra cui il presidente Museveni, hanno ottenuto il
nulla osta dalla commissione elettorale per candidarsi alle elezioni fissate per il febbraio
2011. Il fondato sospetto che il corpo elettorale non fosse imparziale e una certa preoccupazione riguardo alla trasparenza del processo di registrazione dei votanti hanno fatto
temere violenze elettorali.
È proseguito un importante processo per corruzione in cui un ex ministro della Sanità,
due viceministri e un funzionario di governo dovevano rispondere delle accuse di appropriazione indebita e abuso d’ufficio, in riferimento alla gestione del Fondo globale contro
l’Hiv/Aids, tubercolosi e malaria.
In una lettera indirizzata alle Nazioni Unite a settembre, l’Uganda ha respinto i risultati
di uno studio delle Nazioni Unite che fa un quadro delle più gravi violazioni dei diritti
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