Rapporto annuale 2012 - amnesty :: Rapporto annuale

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Africa Subsahariana
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DUEMILA
Gambia
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AFRICA SUBSAHARIANA
GAMBIA
REPUBBLICA DEL GAMBIA
Capo di stato e di governo: Yahya Jammeh
Pena di morte: abolizionista de facto
Popolazione: 1,8 milioni
Aspettativa di vita: 58,5 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 102,8‰
Alfabetizzazione adulti: 46,5%
Il Gambia ha continuato a limitare la libertà di espressione. Oppositori del governo, difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati arbitrariamente arrestati e detenuti. Le
forze di sicurezza si sono rese responsabili di torture e altri maltrattamenti e alcuni casi
di sparizione forzata sono rimasti irrisolti.
CONTESTO
Il 24 novembre si sono tenute le elezioni presidenziali. Il presidente uscente, Yahya Jammeh, è stato proclamato vincitore, dopo 17 anni ininterrotamente al governo. I partiti
politici hanno avuto appena 11 giorni di tempo per la campagna elettorale.
DETENZIONI E ARRESTI ARBITRARI
L’agenzia d’intelligence nazionale (National Intelligence Agency – Nia), la polizia e l’esercito
hanno effettuato arresti e detenzioni illegali. Raramente le persone detenute sono state
informate dei loro diritti o della motivazione del loro arresto o detenzione e spesso sono
state trattenute per più di 72 ore senza accusa, in violazione della costituzione. La tortura
ha continuato a essere comunemente impiegata per estorcere confessioni e come pena.
Ad aprile, lo studente universitario Mouctar Diallo è stato arrestato dalla Nia, con l’accusa di terrorismo e
di cercare di estendere la rivoluzione dall’Egitto al Gambia. Dopo aver trascorso mesi agli arresti domiciliari
e in seguito diversi giorni in detenzione, a luglio è stato rilasciato senza incriminazione formale.
REPRESSIONE DEL DISSENSO
Difensori dei diritti umani, compresi avvocati e giornalisti, sono stati arrestati e detenuti
illegalmente.
A marzo, due familiari del leader dell’opposizione in esilio, Mai Fatty, sono stati arrestati e detenuti per
aver esposto materiale per la campagna politica.
Il 7 giugno, l’ex ministro dell’Informazione e delle comunicazioni dottor Amadou Scattred Janneh è stato
arrestato e detenuto nel carcere centrale di Mile 2, assieme a Michael C. Ucheh Thomas, Modou Keita ed
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Ebrima Jallow. Sono stati accusati di tradimento, reato che comporta la pena di morte, per aver stampato
e distribuito magliette con lo slogan “Fine della dittatura ora”. A fine anno, era in corso il processo a loro
carico. Anche l’attivista per i diritti umani Ndey Tapha Sosseh è stata incriminata ma si trovava all’estero.
Il 19 settembre, Moses Richards, avvocato ed ex giudice dell’Alta corte, è stato ritenuto colpevole di “aver
fornito informazioni false a un dipendente pubblico” e di “sedizione” e condannato a due anni e mezzo di
carcere e ai lavori forzati. È stato rilasciato a ottobre in seguito a una grazia presidenziale.
Edwin Nebolisa Nwakaeme, un difensore dei diritti umani nigeriano condannato a sei mesi di reclusione
per aver fornito false informazioni a un pubblico ufficiale, è stato rilasciato ed espulso il 14 gennaio, dopo
aver scontato la sua pena.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Giornalisti e altri operatori dei mezzi d’informazione sono stati sistematicamente vittime
di vessazioni, arresti e minacce di chiusura, rendendo estremamente difficile il loro lavoro.
A gennaio, agenti della sicurezza di stato hanno temporaneamente chiuso Teranga Fm, una delle ultime
emittenti radiofoniche indipendenti operative in Gambia. Il canale è stato in seguito autorizzato a riaprire
a condizione di sospendere la rassegna stampa dei quotidiani.
A luglio, Nanama Keita è stato detenuto e accusato di aver fornito “informazioni false”, dopo che aveva
inviato una petizione al presidente Jammeh, in merito al suo presunto illecito licenziamento dal quotidiano
Daily Observer, dove era redattore della pagina sportiva. Ha abbandonato il paese dopo aver ricevuto minacce di morte che riteneva provenire da ambienti governativi. Il giornalista Seikou Ceesay è stato arrestato
a ottobre per aver fatto da garante per Nanama Keita. Anche la moglie di Seikou Ceesay è stata arrestata
e detenuta per un breve periodo.
Il governo non ha corrisposto pagamenti per il caso di Musa Saidykhan, al quale la corte dell’Ecowas aveva
riconosciuto un risarcimento di 200.000 dollari Usa, nel dicembre 2010. Musa Saidykhan, ex capo redattore
del The Independent, era stato torturato dopo che agenti della sicurezza avevano fatto irruzione negli uffici
del giornale nel 2006, imponendone la chiusura e incarcerando il personale.
SPARIZIONI FORZATE
A ottobre, il ministro della Giustizia Edward Gomez ha dichiarato, nel corso di un’intervista con il quotidiano Daily News, che il giornalista scomparso Ebrima Manneh era ancora vivo “da qualche parte”. Giornalista del quotidiano di proprietà statale Daily
Observer, Ebrima Manneh fu arrestato da membri della Nia negli uffici del quotidiano,
l’11 luglio 2006. Fu visto per l’ultima volta nel luglio 2007, in ospedale, sotto custodia
di polizia. Il governo non aveva ancora adempiuto a una sentenza della corte dell’Ecowas
del luglio 2008, che ordinava il rilascio immediato di Ebrima Manneh dalla detenzione
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illegale e il pagamento dei danni alla sua famiglia per 100.000 dollari Usa. Il governo
ha continuato a negare qualsiasi coinvolgimento nel suo arresto e scomparsa.
PENA DI MORTE
Nel corso dell’anno sono state comminate 13 condanne a morte portando a 44 il numero
dei detenuti nel braccio della morte.
Ad aprile, il governo ha approvato la legge (emendamento) sul controllo della droga del
2011, che sostituisce la pena di morte con l’ergastolo per possesso di più di 250 g di
cocaina o eroina. La pena di morte per questo reato era in vigore dall’ottobre 2010 ma
è stata sostituita per allineare la condanna alla costituzione del 1997. Emendamenti
che eliminano la pena capitale sarebbero stati applicati anche al codice penale e alla
legge sulla tratta di persone del 2007, al fine di renderli compatibili con la costituzione
del 1997.
Ad aprile, la corte d’appello ha respinto l’appello di sette delle otto persone condannate
a morte nel giugno 2010, a seguito di un processo gravemente iniquo per aver, secondo
le accuse, complottato per rovesciare il governo.
CONDIZIONI CARCERARIE
Le condizioni delle carceri del Gambia erano deplorevoli. Le dure condizioni di detenzione nel carcere centrale di Mile 2, tra cui sovraffollamento, pessime condizioni sanitarie
e cibo inadeguato, erano tali da costituire trattamento crudele, disumano e degradante.
RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Climate of fear continues: Enforced disappearances, killings and torture in Gambia (AFR
27/001/2011)
Arrests in Gambia for distributing T-shirts (AFR 27/002/2011)
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