peste suina africana in sardegna

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PESTE SUINA AFRICANA IN SARDEGNA
A seguito dell’ispezione in Sardegna del FVO (Food Veterinary Office), il Ministero della
Salute lo scorso 25 marzo ha pubblicato il comunicato stampa che si riporta in calce, in cui
si evidenziano le criticità che ostacolano l’eradicazione della Peste Suina Africana dal
territorio regionale.
“Prosegue l’impegno dell’Italia per l’applicazione delle misure straordinarie contenute nel
Piano della Peste suina africana approvato dalla Commissione europea nel novembre
2012. Nei giorni scorsi si è conclusa la visita ispettiva in Sardegna del Food Veterinary
Office (FVO) di Dublino, che ha ribadito la necessità di combattere la presenza di maiali
illegali negli allevamenti. Infatti, l’obiettivo di eradicare la malattia dalla Sardegna (dove è
presente dal 1978) è fortemente, se non esclusivamente, condizionato dalla presenza
sull’isola di suini illegali, dagli allevamenti allo stato brado, dall’impropria gestione degli usi
civici nei pascoli demaniali nonché dalla totale assenza di controlli dei suini nelle aree
protette. Per tutte queste cause ad oggi la peste suina africana è sottostimata e quindi
sottonotificata.
La presenza di questa malattia, oltre a rappresentare una forte limitazione allo sviluppo del
settore suinicolo e dei prodotti tipici della salumeria destinati alla commercializzazione
fuori dall’isola, crea difficoltà agli scambi intracomunitari e costituisce un grave handicap
nelle procedure di negoziazione tra l’Unione europea e i Paesi terzi che fanno pesare, in
modo rilevante, la presenza della malattia in Europa.
L’analisi degli ispettori del FVO coincide perfettamente con quanto puntualmente rilevato
dal Ministero della Salute nel corso delle attività di vigilanza svolte negli anni e da ultimo
anche da parte dei NAS, e le cui risultanze sono state segnalate alle autorità regionale e
al delegato del Presidente della Regione Cappellacci nel tavolo interassessoriale per
l’attuazione delle misure straordinarie di lotta alla peste suina africana”.