Robert Rosenthal e Leonore Jacobsen 1968 Pygmalion in the

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Robert Rosenthal e Leonore Jacobsen 1968 Pygmalion in the
Robert Rosenthal e Leonore Jacobsen
1968
Pygmalion in the classroom
New York,
Holt, Rinehart and Winston
Trad. it: Pigmalione in classe. L’immagine che chi
insegna si fa di chi apprende la sua guida. Milano,
Franco Angeli, 1991
“In realtà, i nomi di quel 20% di alunni
‘speciali’ erano stati semplicemente tratti a
sorte. La differenza tra i bambini del
gruppo sperimentale e quelli del gruppo di
controllo esisteva dunque solo nella mente
dell’insegnante” p. 100.
Fonte: Robert Rosenthal e Leonore Jacobsen
(1968) Pygmalion in the classroom New York, Holt, Rinehart and Winston
Trad. it: Pigmalione in classe. L’immagine che chi insegna si fa di chi apprende
sotto la sua guida. Milano, Franco Angeli, 1991, p. 104.
Fonte: Robert Rosenthal e Leonore Jacobsen
(1968) Pygmalion in the classroom New York, Holt, Rinehart and Winston
Trad. it: Pigmalione in classe. L’immagine che chi insegna si fa di chi apprende
sotto la sua guida. Milano, Franco Angeli, 1991, p. 176.
Metodo sperimentale (o esplicativo)
1.  Le teorie sono interpretazioni confutabili.
2.  C’è competizione tra molte teorie per interpretare la
realtà, che è una sola.
3.  Ricerca di punti di contatto tra teoria e realtà: sono i
punti decisivi, quelli che dirimono se abbia ragione una
teoria o l’altra. Lì si colloca l’esperimento.
4.  Dissimmetria tra teorie falsificate e non falsificate:
possiamo dire qualcosa di certo solo su quelle
falsificate, ma quelle utili sono quelle non falsificate.
5.  Interessarsi alle teorie su cui, al momento attuale,
converge il consenso di tutta la comunità scientifica.
6.  Modestia nel confrontarsi con i dati e nell’esporre a
confutazione la propria idea.
Critiche al metodo sperimentale
•  Frammentare gli individui nelle variabili non li restituisce
interi alla fine dello studio.
•  Spesso (non sempre) manca un’attenzione olistica, cioè
agli insiemi dei fenomeni, anziché a loro aspetti precisi.
•  Andrebbe dedicata maggiore attenzione ai fenomeni
estesi e globali. Teorie complessive sul mondo, sulla
società, sulla modernità, sulla storia del mondo.
•  Se è la realtà umana (sociale) – esperimento di
Rosenthal e Jacobsen - che si modella secondo le
interpretazioni, allora che senso ha studiarla con
metodologie tipiche delle scienze dure?
Struttura logica dell’esperimento
(condivisa dal metodo esplicativo e dal metodo comprendente)
Se A compare SEMPRE e SOLO quando si manifesta B
allora
A è causa adeguata di B
Metodo comprendente
•  Non è esclusa del tutto la spiegazione. Lo scopo
è comunque dire che B è causato da A.
•  Non c’è mai una sola spiegazione. Le cause
sono molteplici
(cioè per Weber, nelle scienze sociali C è sempre
possibile, e forse C è più importante di A)
•  L’individuazione della causa è sempre frutto di
una scelta dello scienziato, e dipende dal suo
orientamento, dalle sue opinioni.
•  Quindi, più che di cause, è bene parlare di
“condizioni”, o “influenze”, o “insieme di fattori”.
A grandi linee…
A grandi linee…
Che cosa varrebbe la pena di
studiare, per voi, a partire dalla
vostra esperienza di
insegnamento?
Che metodologia applichereste?