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LA STORIA CONTINUA bilità degli arti inferiori, dopodiché si è visto che quel trauma aveva causato una lesione all’interno del midollo spinale. C’è stato un intervento per cercare di trovare una soluzione a questa piccola malformazione che si era creata, però l’intervento non ha avuto gli esisti sperati, anzi ne ha avuti peggiori di quello che uno si aspettava, quindi mi trovo in questa situazione. L’importanza di essere padre. Erano pas- sati sei mesi da quando ero diventato paraplegico, avevo difficoltà ad accettare questa situazione, però dal momento che avevo una figlia e non volevo che questa mia figlia crescesse con un padre che fosse diverso dal padre degli altri bambini, allora ho capito che dovevo accompagnarla a scuola, al parco. E questo farlo per lei mi ha aiutato a farlo anche per me stesso. La seconda fase è stato il ritorno in servizio, perché effettivamente mi ha dato la possibilità di tornare a fare il lavoro che facevo prima. Solo un gradino può fermare quello che posso fare io rispetto a un normodotato. alla quale partecipavo e vincere una medaglia individuale, che comunque ha portato lustro al Gruppo sportivo paralimpico della difesa, è stata veramente un’emozione... È stata una medaglia inaspettata, perché era la prima volta che partecipavo a una competizione internazionale. A me ha portato lustro, perché a bordo campo c’era mia figlia e mia moglie e quindi uscire dall’acqua e vedere il sorriso di mia figlia sicuramente è stata una bellissima soddisfazione. Uno dei miei sogni l’ho realizzato, che era quello di far parte dell’esercito e fare missioni di pace. L’altro mio sogno, quando ero piccola, era di fare la centometrista, mi piaceva correre e fare pure il salto in lungo. Quindi mi sono detta: «Va bene, il mio sogno si è realizzato, cerchiamo adesso di realizzare il mio secondo sogno o fatto la mia prima missione tra il 2009 e il 2010, sono stata a Schindad in Afghanistan. Mi aspettavo il deserto più totale, non me l’aspettavo così bello. Sono partita vuota e sono rientrata piena dentro, il mio animo era… una cosa indescrivibile. Io mi sono innamorata dell’Afghanistan la prima volta che sono andata e non vedevo l’ora di ritornarci non per il bene che facevamo, ma il bene che loro facevano a me. Ovviamente un po’ di paura ci sta sempre, ma una volta che sei là tu stai facendo il tuo lavoro; le giornate ti passano e tu non ti accorgi del pericolo, non ti accorgi di niente. Poi è successo che nel 2012, nella mia seconda missione, sono stata vittima di un attentato terroristico, delle bombe da mortaio dentro la base: una di queste ha preso pure me ferendomi gravemente e ho perso un arto, la mia gamba destra. H Il ritorno all’attività sportiva. Ho co- minciato ad avvicinarmi a tanti sport, per esempio il tiro a segno, poi il tiro con l’arco. Ho provato anche il rugby in carrozzina. La competizione è positiva, perché ti dà quella voglia, quella grinta nell’allenarti giornalmente per poi competere con un altro avversario, qualche avversario nella stessa gara. La soddisfazione più bella probabilmente è stata la medaglia di bronzo agli Invictus Games di Londra (nella finale dei 50 metri stile libero di nuoto, ndr), perché era la prima manifestazione internazionale Monica Contrafatto Romano, classe 1971, in sedia a ruote a causa di un infortunio durante una missione in Afghanistan, oggi il tenente colonnello Pasquale Barriera fa parte del Gruppo sportivo paralimpico della difesa, praticando il nuoto e il tiro a segno. Al tempo stesso lavora all’interno del Comando operativo di vertice interforze nel ruolo d’onore, un titolo che permette di richiamare in servizio i militari che hanno subito un incidente durante lo svolgimento del proprio lavoro. SuperAbile INAIL 64 Agosto-Settembre 2016 La scoperta dello sport. Ricorrevano le Paralimpiadi del 2012 di Londra, io stavo in ospedale e ho visto per la prima volta correre persone amputate, giocare a calcio persone non vedenti, eccetera. Mi sono vista la