Scheda paese Spagna

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Scheda paese Spagna
Spagna
DATI ECONOMICO/ENERGETICI
Tipologia dati
Popolazione
Prodotto Interno Lordo (PIL)
PIL pro-capite
Cons. Energetico pro-capite
PIL per unità di energia
Emissioni CO2 pro-capite
Cons. Ener. Elettr. pro-capite(4)
(1)
UNITA' DI MISURA
VALORI
milioni (2011)
miliardi $ correnti (2011)
$ correnti (2011)
Kg petrolio equivalente (2011)
$ di PIL (PPP 2005)/Kg petrolio equivalente (2011)
tonnellate CO2 equivalenti (2009)
46,17
1.477,0
31.985
2.727
9,9
6,3
5.440
kWh (2011)
FONTI FOSSILI E ALTRE FONTI
Tipologia dati
Petrolio e gas
liquidi
Gas naturale
Carbone e Lignite
(2)
(milioni bbl)
(miliardi m3)
(milioni ton)
Riserve provate e recuperabili
(3)
Produzione (Stima 2011)
Importazioni nette
Bunkeraggi Internazionali
Variazioni Stock
Offerta di energia primaria 2011
% sul Totale
Nucleare
Idroelettrico,
Rinnovabili e Altre
150
3
530
(Mtoe)
(Mtoe)
(Mtoe)
(Mtoe)
(Mtoe)
0,10
62,85
…
0,03
58,32
44,9%
0,05
29,39
-0,51
28,93
22,3%
2,29
8,75
0,87
12,46
9,6%
(Mtoe)
129,80
15,02
13,43
..
Offerta totale energia primaria
ELETTRICITA'
(4)
15,02
11,6%
0,01
15,10
11,6%
ANNO 2011
Tipologia dati
Fossili
Nucleare
Idroelettrico
Rinnovabili e Altre
Potenza efficiente Lorda (GW)
53,7
7,8
18,5
27,8
Produzione Lorda (TWh)
147,9
57,7
32,9
56,2
Produzione Netta
Saldo Imp - Exp
Perdite Trasporto/Distribuzione
dati aggregati (TWh)
Consumo Totale
Consumo Settore Energetico
Consumo Finale
(1) Fonte: World Bank, IEA; European Commission Joint Research Centre;
(2) Eni World Oil & Gas Review 2012; BP Statistical Review 2013
(3) Fonte:Elaborazione su dati IEA-Energy Balances of OECD Countries e Comisiòn Nacional de Energia;
^ Include interscambio netto di elettricità non ripartibile per le diverse fonti;
(4) Fonte: Elaborazione su dati Global Energy & CO2, 2011 - ENERDATA;
TOTALE
107,8
294,7
283,2
-6,1
-25,1
252,8
7,9
245,0
nota:
Spagna
La Spagna è il quinto consumatore di energia in Europa. Essendo priva di risorse significative di petrolio e
gas naturale, che deve importare quasi totalmente, nell’ultimo decennio ha compiuto un notevolissimo
sforzo per ampliare l’impiego delle fonti di energia rinnovabili, che sono arrivate ad assicurare
attualmente oltre il 50% della generazione elettrica del paese. I consumi d’energia primaria, dopo un
picco di 144 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (tep) registrato nel 2007, hanno registrato un
costante declino nell’ultimo quinquennio, scendendo a circa 130 milioni di tep nel 2011 – secondo le
stime elaborate dalla Comisión Nacional de Energia (CNE) – evidenziando un grado di autosufficienza
energetica del 25%, in virtù di una produzione nazionale di 30,9 milioni di tep sostenuta principalmente
dalla fonte nucleare, dal carbone, dall’energia idroelettrica, dall’eolico e dalle altre fonti rinnovabili.
Tuttavia, la profonda crisi economica e finanziaria che ha colpito duramente il paese ha costretto il
Governo spagnolo a sospendere temporaneamente, all’inizio del 2012, gli incentivi previsti a favore dei
nuovi impianti basati sulle fonti rinnovabili. I tagli sono stati motivati dalla necessità di affrontare il
pesante deficit che la Spagna ha accumulato negli anni sorsi nel settore delle rinnovabili (circa 24 miliardi
di Euro) e all’inizio del 2013 sono stati anche ridotti con effetto retroattivo gli incentivi previsti per il
fotovoltaico. Nonostante ciò, la Spagna dovrebbe centrare gli obiettivi posti per il 2020 dal Plan de Acción
Nacional de Energias Renovables, superando sia pure di poco (20,8%) il target europeo del 20%.
Il paese è dotato di discrete riserve di carbone e lignite; il settore comprende una quindicina di società
minerarie e complessivamente conta circa 4.000 occupati. Al fine di promuovere le risorse energetiche
interne, dal gennaio 2011 un decreto ha imposto alle imprese elettriche di consumare un minimo di sei
milioni di tonnellate l’anno di carbone nazionale. Nel 2011 la produzione spagnola di carbone è
ammontata a 6,6 milioni di tonnellate metriche (di antracite e lignite), risultando pari a circa 2,3 milioni
di tonnellate equivalenti petrolio (tep). La produzione nazionale è largamente integrata dalle importazioni,
(16,2 milioni di tonnellate nel 2011) che al netto delle esportazioni (1,3 milioni di ton) hanno consentito
un consumo equivalente di circa 12,5 milioni di tep, con un aumento di oltre il 74% rispetto al 2010.
La produzione spagnola di petrolio nel 2011 è stata pari soltanto a circa 120 mila tonnellate di greggio.
I consumi petroliferi primari del 2011 sono stati pari a 58,3 milioni di tonnellate, in diminuzione del 4,4%
rispetto all'anno precedente, mentre i consumi finali di prodotti petroliferi sono stati pari a 52,5 milioni
tonnellate; il gasolio rappresentava la prima voce dei consumi (51% del totale), seguito dal kerosene
(10,6%) e dalle benzine (9,4%). Il paese è dotato di un sistema di raffinazione abbastanza complesso,
formato da una decina di raffinerie attive dotate di una capacità complessiva di distillazione atmosferica
pari a circa 74 milioni di tonnellate (1,54 milioni di barili/giorno), che è dominato dalle due società
spagnole Repsol (52% della capacità complessiva) e Cepsa (38%). Nel 2011 le raffinerie hanno lavorato
oltre 57 milioni di tonnellate di greggio, evidenziando un tasso di utilizzazione della capacità distillazione
dell’ 81% circa.
Il comparto dei biocarburanti conta su una cinquantina di impianti di biodiesel con capacità produttiva di
4,9 milioni di tonnellate e su quattro impianti di bioetanolo con una capacità di circa 460 mila tonnellate.
I mandati di miscelazione minima previsti (in termini di contenuto energetico) sono saliti dal 6% nel 2011
al 7% per il 2012 e il 2013 per il biodiesel e dal 3,9% nel 2011 al 4,1% nel 2012 e 2013 nel caso del
bioetanolo. Tuttavia la produzione di biodiesel in Spagna è scesa di oltre il 30% nel 2012, ai livelli di
cinque anni fa, posizionandosi sotto alle 500 mila tonnellate - con un tasso d’attività medio del 9,5% della
capacità teorica installata difficilmente compatibile con la sopravvivenza economica del settore - a causa
della concorrenza delle importazioni a basso costo provenienti da Argentina e Indonesia.
La domanda di gas naturale, pari a 32,2 miliardi di mc, è diminuita oltre il 7% rispetto al 2010,
concorrendo al 22,3% dei consumi primari d’energia. Circa il 46% del gas è stato consumato nelle
centrali elettriche, il 37% impiegato nel settore industriale e il 16% circa utilizzato nel settore domestico
e commerciale. Nel 2012 i consumi di gas sono scesi ulteriormente del 2,8% a 31,4 miliardi di metri cubi.
Le politiche di liberalizzazione dei mercati energetici, avviate nella seconda metà degli anni Novanta,
hanno determinato una struttura industriale composita, con alcuni operatori che hanno acquisito posizioni
di rilievo sia nel business del gas sia in quello elettrico. Il principale operatore del mercato del gas in
Spagna è Gas Natural, che ha attuato una significativa espansione geografica e settoriale.
Enagás è invece la principale impresa trasportatrice a cui è stata conferita la funzione di gestione tecnica
della rete dei gasdotti spagnoli, ed è anche proprietaria di tre (Huelva, Barcellona e Cartagena) dei sei
terminal di rigassificazione di GNL ubicati nel paese (Bilbao/BBG, Sagunto/SAGGAS e
Mugardos/Reganosa). Dal 2008 è anche operativo un gasdotto che collega la terraferma spagnola con le
Baleari. La distribuzione del gas vede la presenza di una ventina di società regionali e di numerosi
operatori commerciali internazionali.
Il sistema internazionale di condotte del gas si avvale di due importanti gasdotti provenienti dall’Algeria:
il Maghreb-Europa (MEG) di 1.600 km, che trasporta il gas algerino da Hassi R’Mel attraverso il Marocco,
lo stretto di Gibilterra e il Portogallo e il MEDGAZ che attraversa direttamente il Mediterraneo (superando
una profondità di 2.100 metri) giungendo da Beni Saf ad Almeria; di due interconnessioni con la Francia
(Larrau e Irun) e due collegamenti con il Portogallo (Badajoz e Tuy). Nel 2012, le importazioni di gas
sono state pari a 34,7 miliardi di mc, per il 38% (13,3 mld mc) allo stato gassoso mediante pipelines (da
Algeria e Norvegia) e per il 62% (21,4 mld mc) ricevuti in forma liquida (GNL) via nave da un maggior
numero di paesi. Circa 1,9 miliardi di mc (0,7 mld gassosi e 1,2 mld mediante GNL) sono stati riesportati
in Portogallo, Francia e altri paesi.
In Spagna la domanda d’elettricità nel 2012 ha segnato una diminuzione dell’1,4% rispetto al 2011,
cumulando un calo del 5,1% negli ultimi 4 anni. Nella penisola spagnola la domanda (circa 251
terawattore - TWh) ha mostrato un calo continuo durante tutti i mesi dell'anno mentre nel sistema extrapeninsulare (Isole Baleari, Isole Canarie, Ceuta e Melilla) è cresciuta nel complesso dello 0,7% rispetto
all'anno precedente.
Nel 2012, il totale della potenza installata di generazione elettrica nella penisola spagnola è tuttavia
aumentato del 2,4% rispetto all'anno precedente, raggiungendo 101,8 gigawatt (GW) a seguito di nuove
installazioni d’energia rinnovabile per un totale di 3.080 MW e della dismissione di circa 690 MW di
potenza termica convenzionale. La capacità installata del parco di generazione alla fine dell’anno risultava
basata su cicli combinati a gas (24,9%) e di cogenerazione (7,6%), carbone (11%), energia nucleare
(7,7%), idroelettrica (19,4%), eolica (22,2%), fotovoltaica (4,2%), solare termoelettrica (2%) e termica
rinnovabile (0,9%).
La copertura della domanda nella penisola spagnola ha visto una crescita del contributo del nucleare basato sulla presenza di 8 reattori nucleari entrati in servizio attivo tra il 1971 e il 1988 - che ha
raggiunto una quota del 22,1% e del carbone, che ha conquistato una quota del 19,3% (rispetto al
15,4% nel 2011); al contrario gli impianti a ciclo combinato e l’idroelettrico hanno ridotto il loro apporto
rispettivamente al 14,1% e al 7,7% (rispetto ai contributi del 18,8% e 11,5% nel 2011). Nonostante
l’aumento dell’eolico, il contributo complessivo delle rinnovabili è sceso al 31,8% (rispetto al 32,5% del
2011 e al 35,3 del 2010) a causa della forte diminuzione del comparto idroelettrico determinata dalle
avverse condizioni meteo-idrogeologiche.
Gli scambi internazionali (23.731 GWh) invece hanno segnato un aumento del 29,2% rispetto al 2011,
consentendo per il nono anno consecutivo, un saldo attivo di 11.187 GWh nel 2012, in crescita dell’83,5%
rispetto al 2011. Le esportazioni, infatti, sono salite a 17.459 GWh (+42,7% rispetto al 2011), mentre le
importazioni sono state pari a 6.272 GWh (+2,3% rispetto all'anno precedente).
Tuttavia nei primi mesi del 2013 l’elettricità generata da fonti rinnovabili ha ripreso a crescere, grazie alla
ripresa dell’idroelettrico, stabilendo un record del 54% nel mese di aprile, dopo quello del 51,8%
raggiunto nel mese di marzo; l’eolico, con il 22,1% della produzione, si è avvicinato all’idroelettrico che
ha contribuito al 25%, mentre solare fotovoltaico e termico hanno concorso al 4,9% della generazione,
con il resto dovuto alle altre fonti termiche rinnovabili (biomasse); tenuto anche conto del contributo del
nucleare, la produzione di elettricità priva di emissioni di CO2 in Spagna in aprile ha raggiunto il 73,9%
della generazione elettrica complessiva.
Roma, 28 Giugno 2013