tutta un`altra strage

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tutta un`altra strage
C ORRIERE
DELLA
S ERA U S ABATO
11
A GOSTO
Terza Pagina
2007
RIVELAZIONI Un saggio di Tim Weiner denuncia i finanziamenti segreti degli Stati Uniti in Italia
ELZEVIRO Gli 80 anni del grande architetto
LA SCELTA DI GREGOTTI
RESISTERE AL CAOS
Cia 1947: «piano San Marino» contro il Pci
Fondi segreti e un ponte aereo dovevano influenzare il voto
di STEFANO BUCCI
P
otremmo definirlo, cimboldi). Solo alcuni
l’elogio della com- esempi che confermano
plessità. Almeno in come il modo di progettaarchitettura. Perché per re di Gregotti si inserisca,
celebrare gli ottanta anni, da sempre, nell’ambito di
appena compiuti da Vitto- una ben più ampia definirio Gregotti, più che il re- zione di città e di spazio
centissimo teatro di urbano.
Se è vero che il progetAix-en-Provence, la nuova sede del Corriere della to è solo una piccola parte
Sera o la città attualmen- dell’essere architetto, Grete in costruzione vicino a gotti sceglie di confermarShanghai, vale la pena for- lo trasformandosi anche
se di ricordare come la fi- in una figura costantegura di Gregotti sia stata mente presente nel dibattiinnanzitutto quella di un to culturale che ruota (o
progettista complesso, meglio dovrebbe ruotare)
una figura abbastanza ati- attorno ad ogni singolo
pica nel panorama italia- progetto. Fondamentali,
no. Che, al di la dei suoi a questo proposito, tra le
edifici o dei suoi oggetti, è numerose esperienze di
sembrato arrivare ad Gregotti quella di direttoogni singola realizzazione re di «Casabella» o la sua
più che altro attraverso la direzione degli oltre setforza del proprio pensie- tanta numeri monografiro. E quindi non solo dise- ci di «Rassegna», numeri
gnando, ma anche assem- che si sono rivelati fondablando di volta in volta mentali nella storia stessa
una serie di elementi lega- dello studio del prodotto
ti alla propria intelligenza industriale e architettonie alla propria cultura co. E come non dimentica(non è forse vero come di- re l’illuminante articoce Niemeyer che «l’archi- lo-saggio che apre il catatettura è soltanto una pic- logo che accompagna la
cola parte del sapere del- mostra su «Italy New Domestic Landscape» al Mol’uomo»?).
Compito dell’architet- ma di New York nel 1972:
tura è per Gregotti «quel- una mostra e un saggio
lo di produrre un’ipotesi che letteralmente hanno
di ordine, non di ritrarre rappresentato il debutto
il caos che ci circonda». della storia del design itaPer lui «il progetto è so- liano, una mostra che ha
stanzialmente strategia coinciso con l’affermaziodella resistenza, opera ne internazionale di un
che richiede rigore e rego- certo Made in Italy.
Storicamente (visto
le severe», mentre nei materiali «vanno identificate che pur sempre di un comdelle tracce, piccoli segni, pleanno si tratta) Gregotcapaci di governare la "ge- ti, nato a Novara nel
1927, cominnerazione"
cia la propria
del progetto»
avventura
(che per princon la laurea
cipio «deve
Per lui
in Architettuavere un mora a Milano
do di procedeil progetto
nel 1950, prire lento e intenso, fatto deve produrre mo passo per
una carriera
di tracce diun’ipotesi
che, appunscrete se non
di ordine
to, lo vedrà
proprio segreimmediatate»). Per Gremente tra i
gotti le virtù
collaboratori
del progetto
sono in fondo chiare della storica rivista «Casa(«semplicità, ordine, orga- bella», diretta da Ernesto
nicità, precisione») e in Nathan Rogers, che in sequalche modo molto de- guito Gregotti dirigerà
mocratiche (visto che «il per 14 anni (a partire dal
progettista deve innanzi 1982). Nel 1974 (dopo
tutto accogliere, senza l’esperienza degli Archiche nessuna volontà di po- tetti Associati con Ludovitere lo debba caratterizza- co Meneghetti e Stoppire, senza nessuna presun- no) verrà poi la creazione
tuosa enfasi della propria della Gregotti Associati.
Pur fedele alla compopersonalità, della propria
espressività o della pro- nente del movimento mopria visione del mondo»). derno e pur essendo passaIl progetto sembra esse- to indenne attraverso
re dunque per Gregotti so- l’esperienza (effimera) del
lo uno dei tanti momenti postmoderno, Gregotti è
della sua vita, al pari della stato però capace (forse
sua grande passione per sempre in virtù della sua
viaggiare (o meglio per co- complessità) di essere apnoscere il mondo) come punto anche uno dei paper la musica, il teatro e dri fondatori di quel Neo(perché no?) anche per un liberty (con Gabetti e Isocerto tipo di mondanità la, con Portoghesi, con
colta e raffinata. Ed ecco Gae Aulenti) che per priche così parlare di Gregot- mo ha messo realmente in
ti è come parlare di un te- discussione proprio i postimone del nostro tem- stulati dello stesso movipo. Che ha saputo proget- mento moderno (ideale
tare davvero a trecento- simbolo di questa consessanta gradi. Ecco così traddizione è la poltrona
la dimensione urbanisti- Cavour progettata con
ca, una dimensione a vol- Meneghetti e Stoppino).
te contestata, ma non tan- Anche se di Gregotti piato nella qualità del proget- ce soprattutto ricordare
to quanto piuttosto nella un ultimo aspetto, quello
sua utilizzazione successi- dell’insegnamento: lui
va: come nel caso del che, professore di compoQuartiere Zen di Palermo sizione architettonica,
(che Gregotti comunque proprio in virtù di una
non ha mai rinnegato, an- complessità che lo fa assozi difendendolo ancora migliare ad un giovane (e
oggi dagli attacchi ed ipo- che forse è il suo segreto
tizzando un possibile recu- di una giovinezza che sempero-restauro). Come per bra davvero eterna) ha sala sede dell’Università del- puto conquistare, sempre
la Calabria a Reggio o co- e dovunque, i suoi studenme per il quartiere della ti. A Venezia come a MilaBicocca a Milano (e del- no, a Palermo come a Tol’annesso Teatro degli Ar- kyo oppure a Princeton.
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dal nostro corrispondente ENNIO CARETTO
di ex fascisti. Al rientro a Washington nelWASHINGTON — L’ordine del presilo stesso ’48, lasciò il comando dell’operadente Harry Truman di «compiere operazioni psicologiche clandestine per neutrasindacati, ai servizi segreti e alle Forze ar- va generale» delle elezioni italiane del ’48 zione a Ray Rocca. Questi non esitò a rilizzare le attività sovietiche» in Europa permate. Più tardi, la fonte dei finanziamenti condotta dalla Cia a San Marino. «A San correre ai «duri» e alla mafia siciliana e còrviene alla Cia il 14 dicembre 1947. Ma di
fu il Piano Marshall. «Per il fisco america- Marino», mi disse, «si votava poco prima sa quando i sindacati comunisti cercarono
nascosto dalla Casa Bianca e dal Congresche in Italia. Per noi era cruciale sconfigge- di bloccare lo sbarco in Italia di alimentari
no era beneficenza», spiega Weiner.
so, il nuovissimo servizio segreto americaNel libro, Mark Wyatt, che spesso con- re i comunisti, sapevamo che l’effetto psi- e di armi provenienti dall’America. Un rino, erede dello Oss della seconda guerra
testò i metodi della Cia, ma che sapeva che cologico sarebbe stato molto rilevante». medio estremo: la Cia voleva rilanciare
mondiale, ha già avviato la prima da tre
il Pci era pagato da Mosca, narra di avere Come vinceste? chiesi. «Andammo a cac- l’economia italiana e gettare le basi di Glamesi, dal giorno stesso della fondazione.
consegnato ai suoi clienti migliaia di dolla- cia dei sammarinesi residenti negli Stati dio, la guerriglia nel caso che il Paese divenUna operazione, scrive Tim Weiner nel
ri alla volta all’albergo Hassler di Roma, Uniti e li riportammo in patria in aereo a tasse comunista. Weiner svela che più tarsuo libro «Legacy of ashes» (Un’eredità di
celati in pacchetti di carta o in borse marro- votare», rispose. «E naturalmente finan- di per stroncare gli scioperi contro il Piano
Marshall — il Pci voleva che fallisse — riceneri) che servirà da modello alla Cia in
ni, «un sistema rozzo ma efficiente». Il suo ziammo i partiti amici».
tutto il mondo per i successivi 40 anni, una
Secondo «Legacy of ashes», Angleton si corsero alla mafia anche due sindacalisti
ruolo però non fu di semplice postino.
delle più riuscite della storia della intelliRammento che un giorno, parlandomi del- era circondato di «duri a cui aveva garanti- americani, Irving Brown e Jay Lovestone.
gence statunitense. La Cia potrà vantarsi,
l’operazione, Wyatt si dilungò sulla «pro- to l’immunità dai crimini di guerra», ossia La Cia smise di pagare i boss mafiosi, tra
cui il còrso Pierre Ferri Pisani,
osserva Weiner, di avere salvato
solo nel ’53.
dal comunismo e quindi dalIn un capitolo sugli Anni Setl’Urss, alle elezioni del 1948,
tanta, Weiner fa i nomi di alcuni
non soltanto l’Italia ma anche il
beneficiari europei della Cia tra
Vaticano, «i due templi della culcui il Cancelliere tedesco Willy
tura e religione occidentali».
Brandt, e italiani tra cui — come
Uscito nel sessantenario della
«tutti i leader democristiani» —
Cia, «Legacy of ashes» è
anche Giulio Andreotti. Evidenun’aspra denuncia della sua inzia che sotto il presidente Johncompetenza e delle sue illegalità
son, che li giudicava «una vergosemisecolari, come sottolinea
gna annuale», molti finanzial’autore, un giornalista del New
menti vennero decurtati, ma che
York Times e premio Pulitzer, cisotto Nixon vennero ripresi su
tando tra i suoi fiaschi il tentatigrande scala. «Dal 1970 in tre anvo d’assassinare Fidel Castro.
ni Graham Martin l’ambasciatoMa nei capitoli iniziali è anche
re a Roma distribuì 25 milioni di
un riluttante riconoscimento del
dollari alla Dc e ai neofascisti»
successo dei finanziamenti occuldice Weiner «e l’agente della Cia
ti dei partiti anticomunisti in ItaRocky Stone diede altri milioni
lia nell’immediato dopoguerra,
a un gruppo conservatore e un
successo ripetuto poi in Francia,
gruppo segreto dell’estrema dedove Guy Mollet e vari altri leastra». Stando a «Legacy of
der della Quarta repubblica franashes», fu l’operazione più bieca
cese, riferisce Weiner, riuscirodella Cia in Italia: «In parte quei
no a contenere i comunisti. In
soldi alimentarono il terrorismo
Italia la Cia fece il massimo invefascista, di cui l’intelligence itastimento della sua storia versanliana incolpò l’estrema sinido, in meno di 30 anni, oltre 65
milioni di dollari, somma allora I manifesti della campagna elettorale del 1948 per l’elezione del primo Parlamento repubblicano (foto Ansa) stra».
Se il libro ha un merito, non è
enorme, ai suoi «fiduciari» italiatanto di avere aggiunto qualche
ni, politici, sindacalisti, generali
tassello al mosaico, in prevalenza noto, dele leader religiosi e culturali.
Il disegno
le interferenze della Cia nella politica italiaIdeatore dell’operazione — sconfiggere
na, quanto di averle inquadrate in una stoil fronte del Pci e del Psi alle elezioni chiave
ria che non torna a onore di alcune amminidel 1948 — fu James Angleton, il capo delstrazioni americane. Nel 1948, l’Italia rila Cia in Italia, un ex agente dell’Oss che in
schiava di essere fagocitata dall’Urss. Ma
gioventù aveva studiato a Roma, e suo eseIn quell’epoca convulsa, la Cia sviluppò anche «contingency plans»
o piani di emergenza nell’eventualità che l’Italia cadesse nelle mani
nel 1970, la situazione era diversa. L’ambacutore un neofita, Mark Wyatt, deceduto
del Pci ed entrasse nell’orbita dell’Urss. Uno scenario prevedeva che
sciatore Martin, un falco, fu mandato a
un anno fa. La Cia non disponeva di proil Paese venisse spaccato in due, come la Germania, comunisti a
Roma su sollecitazione dell’industriale itapri fondi, afferma Weiner, e i ministri della
nord e anticomunisti a sud. Ma Mark Wyatt (foto) accenna a Tim
lo americano Pier Talenti per impedire che
Difesa James Forrestal e del Tesoro John
Weiner di «piani di golpe» caldeggiati da industriali banchieri e
i socialisti salissero al potere, e per riconSnyder attinsero a uno dei 200 milioni di
leader italo americani, piani che peraltro non furono accettati.
durre l’Italia a destra. Ma il centrosinistra
dollari destinati alla ricostruzione dell’EuVenne adottato invece, sia pure temporaneamente, scrive Weiner, il
non era una minaccia per il Paese, semmai
ropa. Dallo Exchange stabilization fund i
progetto di un dirigente della Cia, Franklin Lindsay, di istituire una Gladio per Trieste.
era l’espressione della sua maggioranza.
soldi venivano mandati a ricchi italo ameriDa agente dello Oss, Lindsay aveva combattuto con le truppe di Tito, e nel ’47 aveva
Per fortuna, rileva Weiner, l’opera di corcani come Giannini, il fondatore della
ospitato nella città occupata una delegazione parlamentare con il futuro presidente
ruzione della Cia a Roma cessò «in toto»
Bank of America, e da essi smistati alla Dc
Nixon. Se Trieste fosse stata invasa dai titini, la resistenza avrebbe reagito.
alla partenza di Martin per Saigon.
e ai partiti alleati, alla Azione cattolica e ai
«Lo Stivale diviso in due come la Germania»
NARRATIVA Cronaca e sentimenti nel romanzo del veneziano Roberto Ferrucci
Genova per noi, diario intimo dal G8 RICCARDO BOCCA
A
d un certo punto pare di respirarlo, il fumo. zoso, manifesto di una «letteratura emozionale»
Di sentire quel bisogno atroce di aria, di tossi- che indaga i sentimenti e le passioni di un’epoca
re e sputare, con la gola di cartavetro e la pelle di marchiata dalla precarietà.
In Cosa cambia lo sguardo passa continuamenbrace, mentre si percorrono senza fiato quei cinquanta metri di tunnel direzione Marassi, con le te dall’interno all’esterno. Ferrucci cuce insieme
scie di lacrimogeni che corrono in avanti e gli spa- pubblico e privato, rabbia e dolore, l’amore che
ri sordi alle spalle. Pare di essere al G8, Genova nasce e l’amore che finisce, passato e presente. I
2001, non necessariamente tra i black block. Il dischi di Fabrizio De André nel negozio di via del
veneziano Roberto Ferrucci c’era, con il pass da Campo, dove un tizio elegante con la barba curagiornalista per la zona rossa, il palmare, la video- ta ma non troppo entra a chiedere il cd dell’ulticamera e il bisogno di trasmettere in tempo reale ma tournée in teatro (e due notti dopo irrompe
quello che accadeva. C’era ma non è lui il prota- nella Diaz con il casco azzurro in testa e un manganello in mano) si confondono con
gonista di Cosa cambia (Marsilio, pail concerto degli U2 a Torino dove
gine 190, euro 16) perché lo scrittore
Bono si chiede per l’ennesima volta
applica felicemente alla realtà, al re«How long must we sing this song?»
portage, al diario di bordo il filtro
(Per quanto tempo ancora dovremo
della narrazione e dell’invenzione.
cantare questa canzone?).
Ferrucci racconta il «suo G8» e si
In quell’agosto del 2001 il protagocapisce subito da che parte sta (i ranista va al G8 per curarsi da un falligazzi vestiti di nero a volte gli fanno
mento sentimentale, pensando di «rimeno paura degli uomini con i capartire da lì, in un giorno d’estate,
schi), ma il suo potrebbe essere defianche se a quarant’anni». Ci va con
nito un romanzo a tesi solo se il proRoberto Ferrucci,
Giorgio, un ventenne che potrebbe
cesso di Genova per il bliz nella scuo47 anni, è autore
essere suo figlio e invece è uno stagila Diaz non avesse acceso un faro suldi «Cosa cambia»
sta con cui scopre un’inaspettata sinle scene da «macelleria messicana» e
(editore Marsilio)
tonia. Ma per capire veramente che
sulle «teste aperte a manganellate».
cosa è successo (e che cosa è cambiaIl racconto è asciutto, didascalico
quasi, ma la scrittura, mai schiacciata sulla crona- to) devono passare altri cinque anni. Ferrucci (o
ca, fa vibrare corde intime. Così tutto, il caos ge- almeno il suo alter ego letterario) ritorna a Genonerale di quei giorni, ma anche la svolta epocale va quando la violenza dei sentimenti e l’odore del
che hanno rappresentato, viene filtrato dallo sangue si sono placati, in una stanza anonima di
un anonimo albergo affronta i vecchi fantasmi
sbandamento personale di un uomo in crisi.
Roberto Ferrucci d’altronde è un esponente di che lo vanno a visitare: Angela, l’amore esaurito
quella narrativa del Nord Est che occupa un po- ma ancora vivo, Elisa, compagna di quei giorni
sto sostanziale, anche se poco riconosciuto, nella di Genova, Magdalena stesa su una barella dopo
geografia letteraria italiana. Ha partecipato, con i calci con gli anfibi.
Ma i conti col passato non tornano, il viaggio
altri autori-amici di quell’area (tra cui Mozzi, Covacich, Scarpa, Trevisan) raccolti sotto l’etichet- dentro di sé forse serve, ma non è mai senza dolota di «realvisceralisti» all’antologia I nuovi senti- re.
menti, curata da Romolo Bugaro e Marco FranCristina Taglietti
TUTTA
UN’ALTRA
STRAGE
Bologna, 2 agosto 1980:
85 morti, 218 feriti,
27 anni di depistaggi,
600.000 pagine di processo.
E una verità che tutti
vogliono nascondere.
SECONDA
EDIZIONE