Pensioni, inziativa Cia e Inac alla Camera - 21 ott - CIA

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Pensioni, inziativa Cia e Inac alla Camera - 21 ott - CIA
COMUNICATO STAMPA
Pensioni: Cia, con soli 276 euro al mese l’agricoltore non può smettere di
lavorare
Una distorsione che azzera il ricambio generazionale sui campi. Il tema al centro dell’iniziativa
alla Camera con l’Inac: in Italia l’agricoltura più “anziana” del mondo. Il 43% dei titolari d’azienda
ha più di 65 anni. Sistema pensionistico da rivedere, innalzando i minimi almeno a livello della
media Ue. La copertura finanziaria c’è, nessuno dice che lo sbilancio tra entrate e uscite è in
attivo di 10 miliardi.
Roma 21 ott - Pensioni da fame per chi ha lavorato in agricoltura, le più basse d’Europa
con una media largamente sotto i 500 euro al mese. Questo costringe i produttori a continuare
l’attività, bloccando il turn-over nei campi. La diretta conseguenza è uno dei più bassi indici
mondiali di nuovi ingressi nel settore da parte dei giovani, fermi sotto il 6%. A denunciarlo è la
Cia-Agricoltori Italiani, che oggi ha promosso insieme al suo Patronato Inac un convegno
alla Camera per analizzare la situazione pensionistica in Italia e in particolare il segmento delle
fasce più basse, in primis quelle agricole. Da qui il titolo “Pensioni dignitose per gli agricoltori
italiani”.
Dai lavori -a cui hanno preso parte tra gli altri il presidente e il vicepresidente nazionale
della Cia Dino Scanavino e Alessandro Mastrocinque, il presidente nazionale dell’Inac Antonio
Barile, il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, la capogruppo
Pd in Commissione Lavoro alla Camera Marialuisa Gnecchi- è emerso un quadro assai
preoccupante per la tenuta del tessuto sociale del Paese, con un sistema pensionistico che
mostra enormi criticità.
Da “bollino rosso” le condizioni degli ex lavoratori in agricoltura, che in Italia sono
circa 460 mila, dei quali l’89,4% non arriva a una pensione di 600 euro al mese. Ma la
media di settore è notevolmente più bassa e si attesta sui 400 euro al mese, con punte
minime di assegni da 276 euro. Situazioni difficili distribuite in tutte le regioni anche se,
guardando al rapporto tra densità della popolazione e numero di ex Coltivatori diretti e IapImprenditori agricoli professionali, emergono i quasi i 28 mila del Trentino, i 51 mila del
Piemonte, i 49 mila del Veneto, i 47 mila dell’Emilia Romagna e i 30 mila della Campania. In
questo scenario è facilmente intuibile che molti agricoltori anziani, per sopravvivere, continuino
in qualche misura ad “arrangiarsi”, magari sui campi, per aiutare la famiglia e arrivare a fine
mese.
“Con le riforme Amato, Dini e poi Fornero vengono sottratti ai pensionati qualcosa
come 900 miliardi di euro. Ma ora è il momento di dare e non di togliere ancora -ha
affermato il presidente della Cia Dino Scanavino-. E’ sotto chi occhi di tutti che il sistema
pensionistico italiano debba essere fortemente riformato. Abbiamo le retribuzioni minime più
basse d’Europa, chiediamo quantomeno che vengano uniformate a quelle degli altri Paesi Ue.
E tra i pensionati che stanno peggio, ci sono senza dubbio gli agricoltori che, tra l’altro,
continuano a vivere nelle aree interne e rurali dove già scarseggiano welfare e servizi. Con
queste premesse non ci si può certo stupire che stenti il ricambio generazione nel settore
primario. I titolari di azienda sopra i 65 anni rappresentano oggi il 43% del totale. Mi viene da
dire: l’agricoltura più anziana del mondo”.
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Via Mariano Fortuny 20, 00196 Roma – tel. 06-32687100-104-108-109 – fax.06-3208364
e-mail: [email protected]
sitoweb: www.cia.it
Negli interventi anche il punto di vista del Patronato della Cia: “L’incidenza vera della
spesa pensionistica sul Pil è pari al 10,7% -ha evidenziato il presidente dell’Inac Antonio
Barile-. Le entrate superano i 183 miliardi di euro, per uno sbilancio positivo di 10,2
miliardi. Questi dati dimostrano che esistono i margini per aumentare le pensioni, al contrario di
quanto sostenuto da più parti. Un processo che non è più rinviabile, perché gli italiani che
vivono sotto la soglia di povertà sono quasi 5 milioni e tra questi c’è chi ha lavorato una vita
intera nei campi”.
Un’ingiustizia non più tollerabile a cui si può cominciare a porre rimedio subito. La Cia ha
proposto di lavorare per perfezionare la proposta di legge Gnecchi-Damiano, che prevede
l’istituzione di una “pensione base” (448 euro), in aggiunta alla pensione liquidata interamente
con il sistema contributivo.
La Cia-Agricoltori Italiani, con oltre 900.000 iscritti, è una delle maggiori organizzazioni agricole
professionali europee. Presente in circa 5.000 comuni, vanta una presenza capillare su tutto il
territorio nazionale con sedi regionali, provinciali e zonali.
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