ANABORAPI - Strada Provinciale per Trinità 32/A
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ANABORAPI - Strada Provinciale per Trinità 32/A
POSTE ITALIANE - SPEDIZIONE IN A.P. ART. 2 - COMMA 20/C - LEGGE 662/96 - AUT. 730/DC/DCI/TO DEL 27/1/00 - NR. 12/ANNO ❄ ANNO XXXIII N°2 - 2002 ANABORAPI - Strada Provinciale per Trinità 32/A - 12061 Carrù (Cn) - ITALY N U M E R O 1 Razza Bovina Piemontese Periodico di informazioni tecniche economiche e d’attualità a cura dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese. Direttore Responsabile: Andrea Quaglino Redazione Fabia Pacher Realizzazione grafica e stampa: L’Artistica Savigliano Ente Morale giuridicamente riconosciuto D.P.R. n. 1877/13-11-63 Sede legale Via Valeggio, 22 - 10128 TORINO Sede operativa Strada Trinità, 32/A - 12061 (CN) Telefono 0173 750.791 Telefax 0173 750.915 e-mail: [email protected] web: www.anaborapi.it Autorizzazione del Tribunale di Torino numero 2117 Poste Italiane Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 Aut. 730/DC/DCI/TO del 27/11/00 Nr. 12/Anno 3 Sommario 2002 Al Centro Tori l’obiettivo è la qualità di Ugo Vaccaneo 6 Prezzi da record per la Piemontese 8 Euro: si grazie, ma con moderazione di Giovanni Battista Becotto 9 BSE: un anno dopo Agrapress 11 Incontro sulla Piemontese di Fabia Pacher 12 I.G.P o D.O.P.? Questo è il dilemma di Giuseppe Franco Anno XXXIII - Numero 2 / 2002 13 La Piemontese e le rondini 14 Prove di Progenie E consentita la riproduzione di testi o fotografie citando la fonte. ANNO Dall’Associazione 2002 Al Centro Tori l’obiettivo è la qualità I l Centro Tori è l’ultimo nato fra quelli che l’Anaborapi considera - a ragione - il “fiore all’occhiello” della zootecnia bovina regionale e nazionale. Erano anni che gli allevatori di Piemontese sognavano di gestire in modo più incisivo i tori fecondazione artificiale, quando finalmente, nel 1995, la loro aspirazione veniva realizzata con l’entrata in funzione del Centro Tori a Carrù, accanto agli Uffici dell’Anaborapi. Il Centro - con una capienza di 69 posti toro ospita i riproduttori di razza Piemontese qualificati per la fecondazione artificiale, li sottopone alle Valutazioni Genetiche di Campo e produce il seme congelato per il mercato nazionale ed estero. Oggi, dopo avere ormai superato una produzione di circa 2,5 milioni di dosi, il Centro Tori della razza Piemontese ha raggiunto livelli produttivi e tecnologici d’avanguardia nel panorama zootecnico del nostro Paese. Inutile dire, ovviamente, che tale attività non ha scopo di lucro, e gli allevatori di Piemontese sentono il Centro Tori come qualcosa che appartiene loro e che costituisce un punto di riferimento fisso per la diffusione del miglioramento genetico della razza ottenuto per selezione. I quattro aspetti della qualità Per quanto riguarda il materiale seminale, il discorso della qualità si traduce, a grandi linee, di Ugo Vaccaneo Responsabile Centro Produzione Seme Anaborapi nella necessità di avere un prodotto: - geneticamente all’avanguardia, cioè ottenuto da riproduttori selezionati e migliorati; - sano, cioè non inquinato da agenti patogeni; - pulito, ossia ottenuto nel rispetto delle migliori condizioni igieniche; - fecondo, in grado cioè di assolvere al compito essenziale per il quale viene prodotto, ossia quello di ingravidare le bovine. Geneticamente all’avanguardia Per quanto riguarda il primo aspetto, anni di esperienza hanno portato l’Anaborapi alla realizzazione del ben noto sistema di indicizzazione degli animali che consente la loro attribuzione a due diverse linee (carne e allevamento), finalizzato alla scelta dei riproduttori più idonei alle peculiari condizioni aziendali e agli obiettivi perseguiti. Non è qui il caso di addentrarci nei dettagli di questo sistema di indicizzazione perchè riguarda tutto il lavoro effettuato dall’Anaborapi sulla popolazione bovina Piemontese che ha portato a disporre di un gruppo di tori che, adeguatamente impiegati, costituiscono la base per la diffusione in razza dei migliori patrimoni genetici ottenuti per selezione. Sano Per quanto riguarda il secondo punto, cioè la necessità di produrre seme privo di agenti patogeni, è fondamentale il costante controllo dello stato sanitario degli animali e la conservazione dell’allevamento indenne da tutte le malattie che la legge prescrive di controllare, obiettivo che nel Centro Tori Anaborapi viene perseguito attraverso un rigido protocollo sanitario. Com’è noto, il Centro di Produzione dell’ANABORAPI riceve tori esclusivamente dal Centro Genetico, nel quale vengono introdotti soltanto vitelli provenienti da allevamenti ufficialmente indenni da Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi. Solo a seguito di esito negativo per una lunga serie di prove sanitarie, i tori possono essere introdotti nel Centro di produzione seme. Nel Centro Tori, tutte le prove vengono poi ripetute, ogni anno ed alcune di esse ogni sei mesi. Tutti i controlli effettuati nel Centro sono finalizzati a garantire la sanità dei riproduttori durante l’intera durata della loro carriera, ma occorre anche tutta una serie di misure atte ad annullare o ridurre al minimo i rischi di introduzione di eventuali malattie. Fra gli accorgimenti adottati, vanno citati i seguenti: - Gli animali devono essere sottoposti ad adeguati periodi di Dall’Associazione quarantena che precedono l’ingresso. - Attorno al complesso del Centro è presente una doppia recinzione per impedire l’ingresso non solo ai non addetti ma anche ad eventuali animali selvatici, possibili vettori di malattie. - La viabilità circostante il Centro è dotata di vasche per la disin- fezione delle ruote degli automezzi. - La costruzione è fatta in modo che tutti i rifornimenti di mangimi, foraggi, azoto, ecc. avvengano nel perimetro esterno, così come il carico sugli autocarri degli animali a fine carriera. - Il personale di stalla è dotato di indumenti le calzature ad uso esclusivo del Centro. - Sono vietate le visite interne alla stalla da parte di persone estranee all’ attività del Centro. 4 Pulito Per ciò che concerne invece l’igiene o “pulizia” del materiale seminale, questa viene garantita attraverso il rispetto di una serie di norme, dal prelievo fino all’immagazzinamento del seme, ivi compresi i protocolli di pulizia e sterilizzazione delle attrezzature impiegate durante tutte N le fasi della lavorazione. Prima dell’inizio di ogni seduta di prelievo, la groppa del manichino viene accuratamente pulita, e viene toelettata e pulita la zona prepuziale del toro da cui prelevare. Ciascuna vagina artificiale serve per un solo prelievo; dopodichè viene immediatamente smontata e i suoi componenti vengono lavati separa- tamente in apposito locale con speciali detergenti e sterilizzati mediante ebollizione in idoneo sterilizzatore. Vengono quindi chiusi in termostato per l’asciugatura, dove rimarranno fino alla successiva utilizzazione. Al termine di ogni seduta di prelievo, anche la sala di raccolta viene lavata e disinfettata. Tutte le attrezzature di laboratorio, ed in particolare la vetreria utilizzata per la lavorazione del seme, vengono lavate in apposito lavavetreria ad acqua calda e sterilizzate in stufa a 150°C per 60 minuti. Gli iniettori metallici vengono lavati in acqua corrente e sterilizzati anch’essi in stufa. Gli accessori in plastica ad uso ripetuto, dopo il lavaggio, vengono invece sterilizzati in vetrina a raggi ultravioletti. Tutti gli altri accessori utilizzati U M E R O 2 per la lavorazione del seme sono monouso. Per verificare l’efficacia delle misure igieniche adottate e verificare un’eventuale presenza di flora microbica indesiderata, il Centro dispone periodicamente l’effettuazione di controlli batteriologici a campione sulle dosi di seme prodotte. Tali controlli vengono effettuati presso il laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino. Fecondo Per quanto riguarda invece la fecondità del materiale seminale congelato, questo è l’aspetto che più comunemente si fa coincidere con il concetto di “qualità”, quasi dimenticando l’importanza dei primi tre. Per ottimizzare questo aspetto, anzitutto i tori sono alimentati con una razione appositamente studiata che consenta loro di non appesantirsi e di mantenere il vigore e la libido necessari per l’attività cui sono chiamati. Inoltre sono stabulati in condizioni idonee ad evitare ogni tipo di stress, a tutto vantaggio del loro benessere e della qualità della produzione. Anche la frequenza dei prelievi, la stimolazione del toro e la manualità delle operazioni concorrono a creare le condizioni ideali per la produzione di seme della migliore qualità possibile. Per la lavorazione del materiale seminale, il Centro è dotato di sofisticate apparecchiature, periodicamente messe a punto, che consentono di impostare e controllare tutto il processo produttivo. Le dosi di seme prodotte dal Centro tori Anaborapi, dopo scongelamento, contengono almeno 6-8 milioni di cellule spermatiche vive e con motilità progressiva, un numero piuttosto elevato, a garanzia di una buona fecondità del prodotto. A produzione avvenuta, si pone poi il problema della valutazione ANNO Dall’Associazione 2002 della qualità del seme prodotto. Per ogni partita di seme il Centro attribuisce (autocertifica) dei valori per i principali parametri qualitativi, cioè la Concentrazione (numero totale di spermatozoi presenti nella dose di seme), la motilità progressiva (percentuale di spermatozoi che allo scongelamento conservano movimento rettilineo) e il numero di spermatozoi progressivamente mobili (numero di spermatozoi per dose che allo scongelamento presentano motilità rettilinea), essendo quest’ultimo il parametro di riferimento qualitativo. Ciascuno di questi tre parametri viene verificato dal laboratorio Spallanzani, il quale, dopo aver confrontato i risultati con le autocertificazioni redatte dal Centro, comunica immediatamente al Centro stesso i dati scaturiti da detta verifica. Non va infine dimenticato che all’atto del campionamento per il controllo dei parametri qualitativi, viene anche effettuato, da parte del Laboratorio L. Spallanzani, il controllo dell’”identità” del materiale seminale per verificare che il toro dichiarato sulla paillette corrisponda effettivamente al donatore del seme in essa contenuto: poichè di ogni toro funzionante in F. A. è stato preventivamente depositato il DNA (in pratica la “carta d’identità” genetica di ogni individuo) estratto dal sangue, per ogni campione di seme viene confrontato il DNA estratto dal seme con quello a suo tempo depositato. Questo tipo di controllo è iniziato ufficialmente nel 1997 ed è forse inutile precisare che dall’inizio di questi controlli nel Centro Tori Anaborapi non si sono mai registrati casi di errata identità. Conclusioni Da quanto brevemente accennato, si capisce come il Centro di produzione seme dell’Anaborapi, non dovendo sottostare a richieste di mercato troppo pressanti e soprattutto non perseguendo scopi puramente commerciali, possa puntare molte delle sue energie sull’aspetto qualitativo delle sue produzioni. Questo fa sì che le metodologie adottate siano accuratamente applicate e, di conseguenza, il Centro abbia sempre occupato le posizioni di vertice fra i Centri tori italiani per quanto riguarda i parametri qualitativi correlati alla fertilità del materiale prodotto. Tutto ciò, ovviamente, a vantaggio dell’attività e soprattutto del “portafoglio” degli utilizzatori del materiale seminale uscente da Carrù. NEWS • NEWS • NEWS • NEWS • NEWS Nuove presidenze alla COLDIRETTI Marcello Gatto è il nuovo Presidente della Coldiretti di Cuneo. Gatto succede ad Angelo Giordano che aveva dimissionato a seguito della proposta di candidatura a Sindaco di Cuneo da parte della “Casa delle Libertà”. Alla Presidenza della Coldiretti regionale, invece, è stato eletto l’astigiano Giorgio Ferrero. Il Presidente ed il Direttore dell’Anaborapi, unitamente a tutti i collaboratori, porgono i più sinceri auguri ai nuovi Presidenti e salutano con stima e riconoscenza Angelo Giordano. Marcello Gatto Prossime Mostre A.P.A. CUNEO Mostra provinciale dei bovini di razza Piemontese 6-7 aprile 2002, Foro Boario di Fossano A.P.A. TORINO Mostra Provinciale dei bovini di razza Piemontese 2-3 aprile 2002, Foro Boario di Carmagnola CAVOUR (TO) 14-21 Aprile Settimana della carne (esposizione animali domenica 14 e 21). 5 Attualità N U M E R O 1 Prezzi da record per la Piemontese Da tempo il mercato degli animali da macello della nostra razza non viveva momenti così favorevoli; da sei mesi a questa parte i prezzi dei vitelloni hanno incominciato a crescere di settimana in settimana senza praticamente alcun arresto. Dopo le batoste conseguenti allo scandalo BSE, i consumatori stanno rivolgendo sempre più attenzione alle razze autoctone e certificate ed in questo campo gli allevatori di Piemontese, maggiore razza italiana da carne, non Intervista alle cooperative delle APA si sono fatti certo trovare impreparati. L’interesse dei consumatori è stato immediatamente recepito anche dagli operatori della grande distribuzione che attraverso l’apertura di appositi spazi destinati alle carni della nostra razza hanno determinato uno sbocco di mercato completamente nuovo e mai prima d’ora sondato. In particolare gli animali iscritti al Libro Genealogico, possono fregiarsi, secondo i regolamenti comunitari e nazionali, della “Certificazione di Razza” ovvero di un’importante informazione aggiuntiva in fase di etichettatura, che risulta estremamente interessante per il consumatore finale; a questo proposito l’Anaborapi ha previsto con lungimiranza il “Certificato di Razza” che può essere rilasciato a tutti gli animali iscritti L.G. e seguirli dall’allevamento IL FATTURATO DELLA RAZZA PIEMONTESE Proviamo a fare un po’ di conti La Razza Piemontese conta circa 290.000 capi in totale, di questi circa il 54% (dato L.G.) sono femmine in età riproduttiva cioè 156.000 capi, poiché l’interparto della Piemontese (dato L.G.) è di 411 giorni i parti per anno saranno circa 138.700, se si suppone una mortalità media del 3% otterremo che la capacità produttiva della razza è di 134.500 capi all’anno, ovvero 67250 vitelli e 67250 vitelle; se consideriamo che quasi tutti i maschi vengono destinati all’ingrasso, mentre un 25% delle femmine è trattenuto per la rimonta, il risultato è che la nostra razza produce annualmente circa 67.000 vitelloni, 50.000 manze oltre a circa 17. 000 vacche da macello. Fatturato annuo carne: 67.000 vitelloni X 3.500.000 50.000 manze X 3.000.000 17.000 vacche X 2.000.000 = = = 234.000.000.000 150.000.000.000 34.000.000.000 418.000.000.000 Fatturato annuo latte: (considerando che venga munto il 18% delle vacche con una produzione di 13 qli/anno) 20.000 vacche X 900.000 = 18.000.000.000 Fatturato annuo animali da vita: 5000 tra torelli e manze gravide X 4.000.000 = 20.000.000.000 456.000.000.000 (235.000.000 EURO) 6 ANNO Attualità 2002 fino al banco della macelleria, oppure può essere utilizzato nelle filiere di certificazione della carne. Se da un lato però la situazione di mercato suscita grande entusiasmo, riteniamo anche opportuno analizzare con attenzione il fenomeno per tenerlo sotto controllo ed ipotizzare programmi futuri destinati a mantenere questa favorevolissima condizione per lungo tempo. A questo proposito abbiamo pensato di dare voce agli operatori del settore, in particolare abbiamo intervistato i direttori delle cooperative operanti in ambito delle APA: Cab, Compral e San Francesco per vedere di fare il punto sulla vivace situazione di mercato. San Francesco, APA-Torino Chiediamo al Direttore della S. Francesco quale è la situazione di mercato. “Da circa 7-8 mesi-dice Armando Marello-la situazione è nettamente favorevole ed i prezzi sono più che soddisfacenti tanto che i prezzi stessi dei “puparin”, per quanto riguarda la provincia di Torino, possono superare i 2 milioni. In quest’ottica viene quindi richiesta agli allevatori continua attenzione nella programmazione aziendale per garantire un’offerta costante di animali da macello ed un’eventuale ulteriore produzione di vitellini da vendere agli ingrassatori. L’interesse della grande distribuzione è stato determinante ed al momento vengono richiesti, alla nostra cooperativa, fino a 25 animali a settimana, mentre 5 passano attraverso le singole macellerie. Restano nell’aria -continua Marello- timori di ricadute verso il passatoe per questo è consigliabile che i prezzi non salgano troppo; meglio attuare iniziative per conferire un valore in più alla carne commercializzata quale l’iscrizione del capo al Libro Genealogico o per diversificare i prodotti sul mercato; un problema a parte sono le vacche grasse; a questo proposito il Comune di Carmagnola, unitamente ai macellai, si sta organizzando per trovare sbocchi a questo prodotto puntando sulle sue svariate e ricche modalità di preparazione”. Compral, APA-Cuneo L’aumento della domanda di carne Piemontese e di conseguenza dei prezzi -ci spiega il Direttore Bartolomeo Bovetti- è essenzialmente dovuto al fatto che i consumatori, dopo la crisi BSE, si sono orientati verso le produzioni tipiche ed inoltre c’è stato l’ingresso nella filiera di nuovi operatori della grande distribuzione, oltre a quelli con cui la Compral già trattava da parecchi anni. In totale il flusso dei vitelloni verso la grande distribuzione rappresenta il 90% dell’attività della cooperativa nel settore Piemontese. Anche nel settore delle macellerie tradizionali la situazione è favorevole e quelle iscritte al Consorzio di Tutela sono in continuo aumento. La strategia ora deve essere quella di “governare” la domanda offrendo i prodotti in maniera stabile, omogenea, organizzando al meglio i volumi e la logistica e livellando sempre verso l’alto gli standard qualitativi. Per ora le femmine, i castrati, le vacche a fine carriera, in particolare, non sono ancora stati valorizzati a sufficienza, ma organizzandosi sarà interessante offrire al consumatore anche altre tipologie di prodotto oltre al vitellone. La diffusione e l’interesse ad alle- vare Piemontese dipende soprattutto dal reddito che se ne può ottenere: in quest’ottica è auspicabile che si possano avviare tutta una serie di programmi a livello regionale con interventi non a pioggia, ma strutturati ed organizzati in obiettivi ben precisi per dare spinta alla rinascita della Piemontese nelle sue zone vocate”. CAB, APA-Savona “Nella provincia di Savona spiega il tecnico Bruno Picassoi prezzi non hanno subito variazioni di rilievo attestandosi mediamente a 6.300-6.400 £/kg per i maschi e 6.900-7.100 £/kg per le femmine. In questo contesto il ruolo della grande distribuzione è e sarà sempre determinante. I grandi gruppi si muovono, anche se in concorrenza, tutti nella setssa direzione mentre nella piccola distribuzione ognuno si muove per conto proprio senza una strategia comune. Se le macellerie tradizionali sapessero qualificarsi meglio si potrebbero certamente ottenere dei riscontri positivi. In quest’ottica, prosegue Picasso, l’iscrizione al L.G. per i soggetti commercializzati è indispensabile per l’etichettatura delle carni. A questo proposito, è sorprendente il fatto che nel 2002 ci siano ancora allevatori con animali non iscritti al L.G. In questo vivace mercato resta sempre, però, la difficoltà a collocare le vacche grasse che non rientrano nelle abitudini alimentari dei clienti nostrani. Alcuni dei programmi per il futuro della CAB sono già realtà: carni di Piemontese con certificazione “biologico” e l’adesione al Consorzio di Tutela per una costante garanzia del prodotto”. 7 Attualità N U M E R O 2 Euro: si grazie, ma con moderazione D 8 opo mesi di assordanti bombardamenti operati dai media sull’ingresso del nostro Paese in “eurolandia” finalmente, dal 1° gennaio è scoccata l’ora zero. Tutti indistintamente, compresa mia nonna novantenne, ci siamo misurati con quell’orrendo attrezzo chiamato euroconvertitore. Immancabilmente ci siamo comprati, chi dal marocchino di turno, chi nel negozio di fiducia il mitico tacco in cui riporre i chilogrammi di monetine che ci si aspettava prima o poi di ricevere e ci siamo immersi nel mondo dell’euro con la consapevolezza che d’ora in poi certamente miliardari non lo diventeremo più. Terribile l’impatto con i conti bancari, specie da parte dei più anziani, con ampi sbeffeggiamenti da parte dei figli in età scolare, ormai profondi conoscitori della nuova moneta. Nel quotidiano si continua a ragionare in lire, anche perché da sempre il popolo italiota non si preoccupa più di tanto delle novità. In particolare nel settore agricolo l’avvio dell’euro è lento ed il polso della situazione è tastabile sui mercati. L’avvio dell’euro in doppia circolazione con la lira all’inizio ha creato sconquasso, ne sanno qualcosa i nostri addetti all’esazione arrivati sull’orlo di una crisi di nervi sin dall’inizio e portati al tremendo supplizio di far qua- Considerazioni semiserie sull’Euro nei mercati bovini di Giovanni Battista Becotto Direttore MIAC drare la cassa. Per un mercato come il nostro, con un centinaio di camion in ingresso al giorno, l’impresa è a dir poco ardua. Nelle contrattazioni invece la situazione è più semplice, alla faccia del nostro ottimismo che ci aveva spinti quasi due anni fa a lanciare i listini con la doppia valuta, l’euro è un illustre sconosciuto nelle transazioni del vivo. Si continua a mercanteggiare la lira anche perché un animale non viene venduto a cinquemilacinquecento lire al chilo, ma a cinquantacinque lire il miria nel gergo non scritto, ma universale della “Piazza”. Già, perché non si va al mercato, ma “in piazza” sempre stando al gergo di sopra per il quale per esempio se un bovino ha qualche grosso problema si vende “mort e sutrà” e la vacca di scarto si vende “a bota”. Qualche temerario, specie proveniente dal centro sud inizia a contrattare in euro, subito tradotto da quell’immenso mondo più o meno regolare dei mediatori. Discorso diverso per la fatturazione ed il pagamento dove necessariamente l’euro ci deve essere. Ed ecco qui in azione l’altra metà del cielo, con la presenza di gentili segretarie con una grinta tale da far impallidire Mike Tyson quantomai necessaria in questo tipo di attività, reclutate dai commercianti con l’ingrato compito di compilare fatture ed assegni rigorosamente in euro. Immancabile come in ogni azione che si rispetti la presenza e l’assistenza delle organizzazioni professionali garanti del fatto che “l’a nen fregate” sempre per usare il gergo di prima. Problemi nel complesso ce ne sono stati pochi così come poche sono state le variazioni prezzi, comunque la vecchia moneta ha continuato a circolare fino all’ultimo e gli irriducibili continueranno a contrattare in lire ripudiando la nuova moneta comune che il vecchio Bastian assiduo nostro frequentatore chiama “c la purcheria lì ca tira mac ‘l trun” alla faccia dell’euro e dei suoi estimatori (compreso il sottoscritto). ANNO Attualità 2002 BSE: un anno dopo I bilanci delle organizzazioni professionali COLDIRETTI A poco più di un anno dal primo caso ufficiale di BSE riscontrato in Italia la Coldiretti traccia un dettagliato bilancio della drammatica crisi che ha colpito la zootecnia nel nostro Paese. Avvio dell’etichettatura di origine obbligatoria delle carni bovine con la possibilità di aggiungere informazioni facoltative, divieto di utilizzo delle farine animali nell’alimentazione del bestiame, test obbligatorio BSE su tutti i bovini di età superiore a 24 mesi e su tutti i capi malati o sottoposti a macellazione d’urgenza, eliminazione degli organi a rischio BSE dalla catena alimentare compresa la colonna vertebrale (stop alla fiorentina), abbattimento e distruzione volontaria di circa 100.000 capi “a rischio” oltre i 30 mesi, sono le principali misure adottate in Italia ad un anno dal primo caso registrato. Non esiste alcun Paese europeo risultato esente. Nel corso dell’anno -sottolinea la Coldiretti - si è verificata una riduzione media nei consumi di carne bovina, rispetto a quello precedente, di circa il 10 % ed un crollo nei prezzi di vendita che, anche oggi, registra quotazioni in calo del 30% per i vitelloni, con evidenti effetti sulla capacità di resistenza economica delle imprese. Secondo la Confederazione, che in gennaio dello scorso anno, presento’ al governo il AGRAPRESS piano straordinario di rigenerazione della zootecnia, “permane ancora in tutta la sua gravità il problema dell’inefficienza dell’anagrafe nazionale del bestiame che risulta ancora incompleta in alcune sue parti e quindi insufficiente per garantire trasparenza negli scambi e per costituire un supporto alla realizzazione della completa tracciabilità delle produzioni dall’allevamento alla tavola.” Problemi anche sul piano dell’alimentazione del bestiame perche’ - secondo la Coldiretti - “a fronte dell’eliminazione dell’uso delle farine animali, non è stata ancora individuata una soluzione che possa frenare l’importazione di prodotti a rischio ogm destinati ai mangimi”. In questo ambito sostiene la Confederazione “occorre creare i presupposti di politica agricola per il mantenimento in europa di colture ogm free come soia, girasole, colza, pisello, fave e favino che garantiscano l’alimentazione sicura degli animali”. A questo riguardo la Confederazione pensa che sia necessario superare gli ostacoli tuttora presenti” introducendo “un corretto e trasparente sistema di etichettatura per i mangimi che possa valorizzare l’assenza di ogm”. Altri ritardi, poi, - afferma la Coldiretti - “si registrano nei sostegni erogati agli allevatori colpiti dalla crisi come quelli relativi alla “rottamazione” dei bovini prevista dalle norme comunitarie e in quelli introdotti dalla legge nazionale come i premi alla macellazione e i contributi al trasporto dei capi morti.”. Viene infine sottolineato dalla Confederazione che “per il prossimo anno le misure proposte dal governo per fronteggiare la crisi sono insufficienti sia per l’entità delle stanziamento che per la sua ripartizione fra le diverse misure e occorre inoltre avviare misure creditizie speciali per la ristrutturazione degli allevamenti e interventi per la copertura integrale del costo per lo smaltimento e la distruzione del materiale a rischio.” Il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni, coordinatore del tavolo interprofessionale delle carni bovine, ha tracciato un bilancio della situazione. A suo giudizio“dobbiamo saper estrarre da crisi come quella della mucca pazza il succo di ciò che il consumatore “domanda” 9 Attualità all’agricoltura e all’intera filiera agroalimentare: qualità, tipicità, genuinità e quindi storie trasparenti di processi produttivi, tracciabilità e affidabilità attraverso tutti gli anelli della catena che porta il prodotto dalla terra alla tavola.” “su questi principi - ha ribadito il presidente della coldiretti - “bisogna sancire un nuovo patto tra agricoltura e società civile sul quale costruire una nuova politica agricola comune fondata su interessi comuni: poter produrre e consumare alimenti sani in un territorio non a rischio di degrado ambientale”. 10 CIA “Mucca pazza” un anno dopo in Italia: oltre 50 casi accertati, consumi di carne bovina scesi del 9 per cento, oltre 41 mila tonnellate di carne ritirate dal mercato attraverso le misure predisposte dall’unione europea, circa 500 mila analisi compiute nei laboratori, una perdita per l’intera filiera (produzione, trasformazione, distribuzione) superiore ai 2 mila miliardi di lire”: lo ricorda la CIA sottolineando che si tratta di dati che confermano la drammaticità e la gravità di una crisi che, nonostante i segni di ripresa, ha avuto conseguenze fortemente negative. “La BSE è esplosa in maniera dirompente nel gennaio dello scorso anno e per oltre quattro mesi ha praticamente messo in ginocchio l’intero settore della carne bovina, con i consuma- N tori sempre più disorientati e allarmati che hanno ridotto sensibilmente gli acquisti. Gli allevatori italiani hanno vissuto settimane drammatiche e le misure approvate, pur importanti, non sono state sufficienti a ripianare una situazione estremamente difficile. Con l’adozione delle misure sanitarie relative al blocco dell’utilizzo delle farine animali, alla eliminazione dei materiali a rischio, l’asportazione della colonna vertebrale ed i test anti-BSE, si è messo in campo un efficace sistema di prevenzione dei rischi. Anche queste iniziative, secondo la CIA, hanno comportato maggiori costi per la filiera, solo parzialmente recuperati con i provvedimenti europei e nazionali. In più il colpo all’immagine delle nostre carni è stato pesante a causa della temporanea impossibilità di commercializzare la bistecca con l’osso: la famosa fiorentina! In questo quadro l’obiettivo del nostro paese deve essere quello di essere ricollocato nella classificazione dei paesi a rischio BSE, risalendo di qualche gradino. per quanto riguarda gli aspetti finanziari, poiché gli interventi realizzati nel corso del 2001 hanno coperto parzialmente la perdita di reddito degli allevatori ed inoltre bisognerà garantire ancora per i prossimi mesi l’operatività della filiera (ritiro e smaltimento delle carcasse nonché distruzione dei materiali a rischio), è necessario, come da tempo richiesto dalla CIA, attivare nuovi stanziamenti. CONFAGRICOLTURA La Confagricoltura fa il punto sulla situazione ad un anno di distanza dal primo caso BSE in Italia e sulle prospettive del settore degli allevamenti bovini. La Confagricoltura ricorda che nei momenti più difficili della crisi gli allevatori furono por- U M E R O 2 tati sul banco degli imputati e criminalizzati come unici colpevoli, soprattutto gli allevamenti di maggiore dimensione. Ha detto il Presidente Bocchini: “le indagini effettuate anche fuori dal nostro Paese hanno dimostrato che quell’approccio era infondato. La crisi della BSE è scaturita dall’utilizzo di farine animali infette che sono circolate in assenza di adeguati controlli. Ed è per questo che la Confagricoltura continua a sollecitare il varo di un ‘piano proteine vegetali’ attualmente per l’aumento della produzione comunitaria che copre meno del 30% del fabbisogno”. Dal punto di vista dei consumi forse il peggio è passato, ma a livello europeo il 2001 segna una diminuzione del 10% rispetto al 2000 e 855.000 tonnellate di carne risultano stoccate all’intervento comunitario. Il problema più evidente in questo momento è costituito dalle perdite di reddito subite dagli allevatori italiani, che non sono state ancora completamente ristorate, anche per i ritardi e le inefficienze della pubblica amministrazione, soprattutto nella fase più acuta della crisi. il 2002 si prospetta migliore, ma siamo ancora lontani dal poter dire di essere tornati alla normalità. Non è un caso che il governo francese abbia recentemente deciso nuovi interventi diretti a sostegno dei propri allevatori, per un ammontare di 81 milioni di euro. Anche la “bistecca alla fiorentina” ha dovuto fare i conti con le misure decise a Bruxelles per il controllo della BSE. La Confagricoltura è però fiduciosa che questa situazione possa presto cambiare, grazie ai controlli messi in atto e in primavera la “fiorentina” possa finalmente tornare sulle tavole degli italiani.” ANNO Dall’Associazione 2002 Incontro sulla Piemontese S i è recentemente tenuta presso la Camera di Commercio di Cuneo, alla presenza del Presidente Ferruccio Dardanello, la riunione “Razza bovina Piemontese: valorizzazione, commercializzazione e tutela” organizzata dall’Anaborapi a cui hanno partecipato i maggiori esponenti del mondo zootecnico regionale e delle organizzazioni professionali, operatori della grande distribuzione ed esponenti delle associazioni dei consumatori. L’incontro è stato indetto per fare il punto della situazione sul mercato della carne di Piemontese e per dare luogo non solo ad iniziative di tutela, ma anche di incremento delle prospettive per continuare ad allevarla e facilitare agli operatori il reperimento degli animali. Ha aperto i lavori il Presidente dell’Anaborapi, Albino Pistone, che ha parlato anche in qualità di Vice-Presidente del Consorzio di tutela della razza Piemontese. “Alla luce di questa nuova situazione che si è venuta a creare dopo mucca pazza - ha detto Pistone - c’è un certo fermento su quello che è il discorso della riconoscibilità del nostro prodotto e c’è l’esigenza di fare decollare pienamente tutta la serie di strumenti atti a certificare ed etichettare la nostra carne al fine di renderla riconoscibile ed evitare speculazioni e danni di immagine. A questo riguardo l’Anaborapi ha predisposto da qualche Certificazione e mercato: il punto della situazione di Fabia Pacher Ufficio Tecnico Anaborapi tempo il “Certificato di razza” che, al di là di quelle che sono le informazioni più specifiche del Libro Genealogico, permette di certificare un soggetto come appartenente alla razza.” “Fra i principali obiettivi di filiera, ha proseguito Pistone, vi è quello di far incontrare domanda ed offerta”. A questo proposito è stato chiamato ad intervenire il direttore del Consorzio, Giorgio Marega, che insieme al tecnico Giuseppe Franco ha presentato un servizio denominato “previsione di maturazione dei capi” messo a disposizione di chiunque ne faccia semplice richiesta previo il consenso del singolo allevatore. Si tratta di una banca dati, ag- ganciata a quelli del Consorzio e serve ad informare i compratori sul numero dei capi pronti per il macello in ogni azienda, in tempo reale. In questo modo ogni giorno l’operatore commerciale può accedere a questo archivio del Consorzio, sapere dove sono gli animali pronti ed eventualmente contattare l’allevatore. Al momento i parametri di ricerca riguardano soggetti da macello fra i 12 ed i 18 mesi di età ed anche il sesso può essere indicato nella scelta. In un momento di estrema vivacità degli scambi commerciali si è trattato di un importante incontro tra tutti gli operatori interessati alla “filiera della Piemontese” che ha permesso di fare il punto della situazione e di presentare le iniziative future. Il Vice-Presidente Franco Quattrocolo durante il suo intervento. 11 Attualità N U M E R O 2 Igp o Dop? Questo è il dilemma C 12 on l’avvento della moneta unica si può dire che si è compiuto il passo fondamentale per una vera integrazione europea. Il mondo agricolo si può dire, però, che da circa vent’anni ha a che fare con un’Europa unita. Tutto il sistema agroalimentare , infatti, è stato, in questi anni, governato da una politica comune europea. Gli esempi possono essere innumerevoli sia nel bene, sia nel male: ricordiamo solamente l’annoso problema “quote latte”! Nel campo dei prodotti di origine agricola, inoltre, la Comunità Europea ha emanato fin dal 1992 un regolamento che stabilisce le norme relative alla protezione di quei prodotti che per caratteristiche peculiari possono definirsi unici. Parliamo dunque di IGP e DOP. Il regolamento che disciplina la protezione delle indicazioni geografiche e le denominazioni di origine dei prodotti è il n° 2081 del 1992. Le Igp e Dop non nascono con l’intento di promuovere un determinato prodotto, ma di difenderlo da possibili frodi per la tutela del consumatore. Cosa si intende per IGP. L’art. 2 del citato regolamento recita “ per indicazione geografica protetta si intende il nome di una regione, di un luogo determinato, o in casi eccezionali di un paese, seguito dalla sigla IGP, che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale luogo, allorchè una qualità o rinomanza del prodotto di Giuseppe Franco Consrozio di Tutela Razza Piemontese possano essere attribuite all’ambiente geografico, comprendente anche i fattori umani e naturali”. Per DOP si intende invece il “nome di una regione, di un luogo, o eccezionalmente di un paese, che serve a designare un prodotto agricolo originario di tale luogo o regione, la cui qualità e le cui caratteristiche sono dovute sostanzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico, comprendente i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione ed elaborazione abbiano luogo nella zona geografica”. La grande differenze tra le due definizioni deriva dal fatto che mentre per l’IGP la qualità e la rinomanza possono essere attribuite all’ambiente geografico, nel caso della DOP le caratteristiche e la qualità sono dovute esclusivamente all’ambiente geografico. Non solo, anche la trasformazione e la elaborazione del prodotto devono avere luogo nella zona geografica considerata. Il Coalvi, Consorzio di tutela della razza Piemontese, ha iniziato, come ente proponente, in collaborazione con la Camera di Commercio della provincia di Cuneo e di concerto con tutte le realtà che si occupano di zootecnia, le procedure per studiare ed elaborare, la possibilità di giungere ad una DOP o IGP per la carne di razza Piemontese e per la carne di quelle particolari produzioni, vedi il Bue di Carrù e di Moncalvo, che per le loro peculiarità intrinseche possono fregiarsi dell’alto riconoscimento che la Comunità Euopea riconosce a prodotti di elevata qualità. ANNO Dall’Associazione 2002 La Piemontese e le rondini L a primavera è ormai iniziata e con essa arrivano le rondini che dopo aver svernato in Africa, tornano al loro luogo di nascita. La rondine è un animale che predilige vivere a stretto contatto con l’uomo, anzi è praticamente impossibile che essa nidifichi al di fuori degli ambienti abitati e fra questi è noto come essa si adatti meglio a quelli rurali soprattutto ove siano presenti bovini. Durante lo scorso anno la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli), grazie all’interessamento di Gianni Panero, delegato Coldiretti per i rapporti con le organizzazioni ambientaliste, si è messa in contatto con la nostra Associazione per studiare un programma di monitoraggio delle rondini negli allevamenti di bovini di Razza Piemontese. La scelta dei nostri allevamenti non è avvenuta a caso, la Piemontese è ancora in molti casi allevata in strutture tradizionali che sono le predilette dalle rondini. Dal confronto fra la nostra Associazione e la Lipu, grazie anche alle preziose indicazioni del Dr. Boano , ornitologo direttore del Museo di Scienze Naturali di Carmagnola, è scaturito un interessante programma che prevede il monitoraggio della nidificazione delle rondini all’interno delle stalle; in pratica, si tratterà di rilevare, in tutte le aziende che offriranno Un interessante iniziativa Anaborapi / Lipu la disponibilità, il numero di nidi presenti ed il numero di nidi occupati. Il Consiglio Anaborapi si è espresso favorevolmente all’iniziativa, ritenendo tra l’altro che un accostamento tra la Piemontese e le rondini non possa che giovare all’immagine della nostra Razza andando a coinvolgere in modo positivo un pubblico che difficilmente sarebbe altrimenti raggiungibile. Per effettuare i rilevamenti, l’Anaborapi intende coinvolgere le APA; durante i mesi di maggio e giugno fornirà agli allevatori le schede su cui potranno essere annotati i dati relativi a ciascun allevamento, l’elaborazione e lo studio dei dati sarà compito della Lipu; a fine anno è anche prevista, accanto alla presentazione dell’iniziativa al grande pubblico, una premiazione dell’allevamento con il maggior numero di nidi. L’Assessorato all’ecologia della Provincia di Cuneo si detto disponibile a sostenere la Lipu nell’attività di elaborazione dei dati e nell’opera di diffusione e promozione dell’iniziativa presso il pubblico; a detta degli esperti, il censimento sulle rondini, al quale potranno partecipare gli allevatori di Piemontese sarà il più significativo ed il più ampio mai svolto in Italia. 13 Dall’Associazione N Prove di Progenie ETTARO p Uscita dati: Carne lug/2003 Allevamento 2007 supeEDRO nsanROT e ESKIMO m Uscita dati: Carne lug/2003 Allevamento 2007 nvece el loro acilità ECIMO apprologia, E R Marzo - Maggio 2002 (IA) CENTO IT089CN643C100 p. 85 C IT089CN643C032 pp VIALLI (IA) mp VENA p. 85 pm TEO p. 87 mm QUOTA p. 82 pp TYSON (IA) mp RATA p. 88 pm SUPREMO-ET (IA) mm SAVOIA Allevatore: VINAI GIACOMO - VICOFORTE Colore della pailette: Verde scuro IT004901028126 Nato il 16-10-2000 nezza. padre tte di ppiato M Allevatore: CARENA F.LLI E FIGLI - FOSSANO Colore della pailette: Giallo chiaro IT004902024417 Nato il 5-09-2000 ato le mento U p m ZAINO CN 201561 ZARA CN 2797E (IA) p. 86 p. 84 Tori in uscita dalle Prove di Progenie Tori Linea Carne Dall’ultimo aggiornamento sono stati ben 10 i tori che hanno terminato le prove di progenie per la Linea Carne. Facciamo pertanto un breve commento per ognuno di loro, incominciando dai 2 tori approvati : prove 14 CEDRO è un toro di buona struttura, con accrescimenti e muscolosità superiori a suo padre UFO. I suoi figli nascono con buona facilità quindi CEDRO può essere tranquillamente utilizzato sulle vacche. Per motivi di consanguineità CEDRO non deve essere usato sulle bovine delle linee PASAROT e PRINCIPE. DECIBEL è un toro di buona taglia con ottime masse muscolari e finezza. DECIBEL presenta delle caratteristiche da carne simili a quelle di suo padre VIALLI, con una facilità di nascita migliore (Indice 126) che permette di consigliarne l’uso anche sulle manze. DECIBEL non deve essere accoppiato con le figlie di LUGANO, PEDRO, VOLO e ZOLFO. O 1 COWBOY, DRAGONE, DIAMANTE, DINO, DECIMO, DOLCETTO e DUCATI invece sono stati scartati per la Linea Carne a causa del valore modesto del loro Indice Carne dopo la nascita della progenie (tutti hanno l’indice di facilità di nascita molto negativo). COWBOY, DRAGONE, DIAMANTE, DINO, DECIMO e DOLCETTO rimangono in attesa dei parti delle figlie per l’eventuale approvazione per la Linea Allevamento mentre DUCATI, vista la sua genealogia, era stato messo in prova di progenie per la sola Linea Carne. DAINO è stato scartato dopo le prove di progenie, o dovrei dire le “non prove di progenie”, a causa della mancanza di dati di nascita dovuta al suo scarso utilizzo (circa 50 inseminazioni sulle 500 dosi di seme disponibili per la prova di progenie). Tori Linea Allevamento Per la Linea Allevamento, 2 tori hanno terminato le prove di progenie con esito negativo. In effetti ZANTER e ZIBIBBO sono stati scartati per la Linea Allevamento dopo il risultato insufficiente sul parto delle loro figlie. Tabella riassuntiva dei tori in uscita delle prove di progenie CEDRO e DECIBEL COWBOY, DRAGONE, DIAMANTE, DINO, DECIMO e DOLCETTO DUCATI DAINO ZANTER e ZIBIBBO Linea Carne Approvati Scartati Linea Allevamento In attesa In attesa Scartato – Scartato per poche inseminazioni – Scartati Tori in vetrina. La visita dell’Assessore a “Porte aperte” A ccompagnata dal bel tempo, si è svolta il 21 febbraio scorso la prima edizione 2002, di “Anaborapi Porte Aperte”; oltre 300 gli allevatori presenti che grazie alle informazioni tecniche fornite dal Dr. Ugo Vaccaneo hanno potuto conoscere nel dettaglio le caratteristiche genetiche dei tori di F:A presentati. In tale occasione abbiamo avuto il piacere di ricevere la visita dell’Assessore all’Agricoltura Ugo Cavallera. L’Assessore, ricevuto dal Presidente Pistone e dai membri del Consiglio Direttivo, dopo aver rivolto parole di elogio e sostegno agli allevatori presenti alla manifestazione ed aver sottolineato l’importanza della Piemontese in quanto razza autoctona che fornisce carne garantita e di qualità, ha successivamente visitato il Centro Genetico ed il Centro Tori dell’Anaborapi apprezzando così il lavoro di selezione e miglioramento genetico svolti dall’Associazione. Nell’occasione il Presidente Pistone ha avuto modo di sottoporre all’Assessore le principali problematiche degli allevatori di Piemontese e di discu- tere i futuri programmi dell’Associazione; Cavallera rilevando l’importanza crescente della nostra Razza per la zootecnia piemontese ha assicurato il suo personale appoggio ed interessamento. L’Assessore Cavallera a “Porte Aperte” 15