ANABORAPI - Strada Provinciale per Trinità 32/A

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ANABORAPI - Strada Provinciale per Trinità 32/A
POSTE ITALIANE - SPEDIZIONE IN A.P. ART. 2 - COMMA 20/C - LEGGE 662/96 - AUT. 730/DC/DCI/TO DEL 27/1/00 - NR. 12/ANNO
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ANNO XXXIII
N°2 - 2002
ANABORAPI - Strada Provinciale per Trinità 32/A - 12061 Carrù (Cn) - ITALY
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Razza Bovina Piemontese
Periodico di informazioni tecniche
economiche e d’attualità a cura
dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese.
Direttore Responsabile:
Andrea Quaglino
Redazione
Fabia Pacher
Realizzazione grafica e stampa:
L’Artistica Savigliano
Ente Morale giuridicamente riconosciuto D.P.R. n. 1877/13-11-63
Sede legale
Via Valeggio, 22 - 10128 TORINO
Sede operativa
Strada Trinità, 32/A - 12061 (CN)
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Telefax 0173 750.915
e-mail: [email protected]
web: www.anaborapi.it
Autorizzazione del Tribunale
di Torino numero 2117
Poste Italiane
Spedizione in abbonamento postale
art. 2 comma 20/c - Legge 662/96
Aut. 730/DC/DCI/TO
del 27/11/00 Nr. 12/Anno
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Sommario
2002
Al Centro Tori l’obiettivo
è la qualità
di Ugo Vaccaneo
6
Prezzi da record
per la Piemontese
8
Euro: si grazie, ma con moderazione
di Giovanni Battista Becotto
9
BSE: un anno dopo
Agrapress
11
Incontro sulla Piemontese
di Fabia Pacher
12
I.G.P o D.O.P.?
Questo è il dilemma
di Giuseppe Franco
Anno XXXIII - Numero 2 / 2002
13
La Piemontese e le rondini
14
Prove di Progenie
E consentita la riproduzione di testi o fotografie citando la fonte.
ANNO
Dall’Associazione
2002
Al Centro Tori
l’obiettivo è la qualità
I
l Centro Tori è l’ultimo nato
fra quelli che l’Anaborapi
considera - a ragione - il
“fiore all’occhiello” della zootecnia bovina regionale e nazionale. Erano anni che gli allevatori di Piemontese sognavano di
gestire in modo più incisivo i tori
fecondazione artificiale, quando
finalmente, nel 1995, la loro
aspirazione veniva realizzata con
l’entrata in funzione del Centro
Tori a Carrù, accanto agli Uffici
dell’Anaborapi. Il Centro - con
una capienza di 69 posti toro ospita i riproduttori di razza
Piemontese qualificati per la
fecondazione artificiale, li sottopone alle Valutazioni Genetiche di Campo e produce il seme
congelato per il mercato nazionale ed estero. Oggi, dopo avere
ormai superato una produzione
di circa 2,5 milioni di dosi, il
Centro Tori della razza Piemontese ha raggiunto livelli produttivi e tecnologici d’avanguardia
nel panorama zootecnico del
nostro Paese. Inutile dire, ovviamente, che tale attività non ha
scopo di lucro, e gli allevatori di
Piemontese sentono il Centro
Tori come qualcosa che appartiene loro e che costituisce un
punto di riferimento fisso per la
diffusione del miglioramento
genetico della razza ottenuto per
selezione.
I quattro aspetti
della qualità
Per quanto riguarda il materiale
seminale, il discorso della qualità si traduce, a grandi linee,
di Ugo Vaccaneo
Responsabile Centro
Produzione Seme Anaborapi
nella necessità di avere un prodotto:
- geneticamente all’avanguardia,
cioè ottenuto da riproduttori
selezionati e migliorati;
- sano, cioè non inquinato da
agenti patogeni;
- pulito, ossia ottenuto nel
rispetto delle migliori condizioni igieniche;
- fecondo, in grado cioè di assolvere al compito essenziale per
il quale viene prodotto, ossia
quello di ingravidare le
bovine.
Geneticamente
all’avanguardia
Per quanto riguarda il primo
aspetto, anni di esperienza
hanno portato l’Anaborapi alla
realizzazione del ben noto
sistema di indicizzazione degli
animali che consente la loro
attribuzione a due diverse linee
(carne e allevamento), finalizzato alla scelta dei riproduttori
più idonei alle peculiari condizioni aziendali e agli obiettivi
perseguiti.
Non è qui il caso di addentrarci
nei dettagli di questo sistema di
indicizzazione perchè riguarda
tutto il lavoro effettuato dall’Anaborapi sulla popolazione bovina
Piemontese che ha portato a
disporre di un gruppo di tori
che, adeguatamente impiegati,
costituiscono la base per la diffusione in razza dei migliori
patrimoni genetici ottenuti per
selezione.
Sano
Per quanto riguarda il secondo
punto, cioè la necessità di produrre seme privo di agenti patogeni, è fondamentale il costante
controllo dello stato sanitario
degli animali e la conservazione
dell’allevamento indenne da
tutte le malattie che la legge prescrive di controllare, obiettivo
che nel Centro Tori Anaborapi
viene perseguito attraverso un
rigido protocollo sanitario.
Com’è noto, il Centro di
Produzione dell’ANABORAPI
riceve tori esclusivamente dal
Centro Genetico, nel quale vengono introdotti soltanto vitelli
provenienti da allevamenti ufficialmente indenni da Tubercolosi, Brucellosi e Leucosi. Solo a
seguito di esito negativo per una
lunga serie di prove sanitarie, i
tori possono essere introdotti nel
Centro di produzione seme.
Nel Centro Tori, tutte le prove
vengono poi ripetute, ogni anno
ed alcune di esse ogni sei mesi.
Tutti i controlli effettuati nel
Centro sono finalizzati a garantire la sanità dei riproduttori
durante l’intera durata della loro
carriera, ma occorre anche tutta
una serie di misure atte ad
annullare o ridurre al minimo i
rischi di introduzione di eventuali malattie. Fra gli accorgimenti adottati, vanno citati i
seguenti:
- Gli animali devono essere sottoposti ad adeguati periodi di
Dall’Associazione
quarantena che precedono
l’ingresso.
- Attorno al complesso del
Centro è presente una doppia
recinzione per impedire
l’ingresso non solo ai non addetti
ma anche ad eventuali animali
selvatici, possibili vettori di
malattie.
- La viabilità circostante il Centro
è dotata di vasche per la disin-
fezione delle ruote degli automezzi.
- La costruzione è fatta in modo
che tutti i rifornimenti di mangimi, foraggi, azoto, ecc. avvengano nel perimetro esterno, così
come il carico sugli autocarri
degli animali a fine carriera.
- Il personale di stalla è dotato
di indumenti le calzature ad uso
esclusivo del Centro.
- Sono vietate le visite interne
alla stalla da parte di persone
estranee all’ attività del Centro.
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Pulito
Per ciò che concerne invece
l’igiene o “pulizia” del materiale
seminale, questa viene garantita
attraverso il rispetto di una serie
di norme, dal prelievo fino
all’immagazzinamento del seme,
ivi compresi i protocolli di pulizia e sterilizzazione delle attrezzature impiegate durante tutte
N
le fasi della lavorazione. Prima
dell’inizio di ogni seduta di prelievo, la groppa del manichino
viene accuratamente pulita, e
viene toelettata e pulita la zona
prepuziale del toro da cui prelevare. Ciascuna vagina artificiale serve per un solo prelievo;
dopodichè viene immediatamente smontata e i suoi componenti vengono lavati separa-
tamente in apposito locale con
speciali detergenti e sterilizzati
mediante ebollizione in idoneo
sterilizzatore. Vengono quindi
chiusi in termostato per l’asciugatura, dove rimarranno fino alla
successiva utilizzazione.
Al termine di ogni seduta di prelievo, anche la sala di raccolta
viene lavata e disinfettata.
Tutte le attrezzature di laboratorio, ed in particolare la vetreria utilizzata per la lavorazione
del seme, vengono lavate in
apposito lavavetreria ad acqua
calda e sterilizzate in stufa a
150°C per 60 minuti.
Gli iniettori metallici vengono
lavati in acqua corrente e sterilizzati anch’essi in stufa.
Gli accessori in plastica ad uso
ripetuto, dopo il lavaggio, vengono invece sterilizzati in vetrina
a raggi ultravioletti.
Tutti gli altri accessori utilizzati
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per la lavorazione del seme sono
monouso. Per verificare l’efficacia delle misure igieniche adottate e verificare un’eventuale presenza di flora microbica indesiderata, il Centro dispone periodicamente l’effettuazione di controlli batteriologici a campione
sulle dosi di seme prodotte. Tali
controlli vengono effettuati
presso il laboratorio dell’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale di
Torino.
Fecondo
Per quanto riguarda invece la
fecondità del materiale seminale
congelato, questo è l’aspetto che
più comunemente si fa coincidere con il concetto di “qualità”,
quasi dimenticando l’importanza dei primi tre.
Per ottimizzare questo aspetto,
anzitutto i tori sono alimentati
con una razione appositamente
studiata che consenta loro di non
appesantirsi e di mantenere il
vigore e la libido necessari per
l’attività cui sono chiamati.
Inoltre sono stabulati in condizioni idonee ad evitare ogni tipo
di stress, a tutto vantaggio del
loro benessere e della qualità
della produzione.
Anche la frequenza dei prelievi,
la stimolazione del toro e la
manualità delle operazioni concorrono a creare le condizioni
ideali per la produzione di seme
della migliore qualità possibile.
Per la lavorazione del materiale
seminale, il Centro è dotato di
sofisticate apparecchiature,
periodicamente messe a punto,
che consentono di impostare e
controllare tutto il processo produttivo.
Le dosi di seme prodotte dal
Centro tori Anaborapi, dopo
scongelamento, contengono
almeno 6-8 milioni di cellule
spermatiche vive e con motilità
progressiva, un numero piuttosto elevato, a garanzia di una
buona fecondità del prodotto.
A produzione avvenuta, si pone
poi il problema della valutazione
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Dall’Associazione
2002
della qualità del seme prodotto.
Per ogni partita di seme il Centro
attribuisce (autocertifica) dei
valori per i principali parametri
qualitativi, cioè la Concentrazione
(numero totale di spermatozoi
presenti nella dose di seme), la
motilità progressiva (percentuale
di spermatozoi che allo scongelamento conservano movimento
rettilineo) e il numero di spermatozoi progressivamente mobili
(numero di spermatozoi per
dose che allo scongelamento
presentano motilità rettilinea),
essendo quest’ultimo il parametro di riferimento qualitativo.
Ciascuno di questi tre parametri viene verificato dal laboratorio Spallanzani, il quale, dopo
aver confrontato i risultati con
le autocertificazioni redatte dal
Centro, comunica immediatamente al Centro stesso i dati scaturiti da detta verifica.
Non va infine dimenticato che
all’atto del campionamento per
il controllo dei parametri qualitativi, viene anche effettuato, da
parte del Laboratorio L.
Spallanzani, il controllo
dell’”identità” del materiale seminale per verificare che il toro
dichiarato sulla paillette corrisponda effettivamente al donatore del seme in essa contenuto:
poichè di ogni toro funzionante
in F. A. è stato preventivamente
depositato il DNA (in pratica la
“carta d’identità” genetica di ogni
individuo) estratto dal sangue,
per ogni campione di seme viene
confrontato il DNA estratto dal
seme con quello a suo tempo
depositato.
Questo tipo di controllo è iniziato ufficialmente nel 1997 ed
è forse inutile precisare che
dall’inizio di questi controlli nel
Centro Tori Anaborapi non si
sono mai registrati casi di errata
identità.
Conclusioni
Da quanto brevemente accennato, si capisce come il Centro
di produzione seme dell’Anaborapi, non dovendo sottostare
a richieste di mercato troppo
pressanti e soprattutto non perseguendo scopi puramente commerciali, possa puntare molte
delle sue energie sull’aspetto
qualitativo delle sue produzioni.
Questo fa sì che le metodologie
adottate siano accuratamente
applicate e, di conseguenza, il
Centro abbia sempre occupato
le posizioni di vertice fra i Centri
tori italiani per quanto riguarda
i parametri qualitativi correlati
alla fertilità del materiale prodotto.
Tutto ciò, ovviamente, a vantaggio dell’attività e soprattutto
del “portafoglio” degli utilizzatori del materiale seminale
uscente da Carrù.
NEWS • NEWS • NEWS • NEWS • NEWS
Nuove presidenze alla COLDIRETTI
Marcello Gatto è il nuovo Presidente della Coldiretti di Cuneo.
Gatto succede ad Angelo Giordano che aveva dimissionato a seguito
della proposta di candidatura a Sindaco di Cuneo da parte della
“Casa delle Libertà”. Alla Presidenza della Coldiretti regionale,
invece, è stato eletto l’astigiano Giorgio Ferrero.
Il Presidente ed il Direttore dell’Anaborapi, unitamente a tutti i
collaboratori, porgono i più sinceri auguri ai nuovi Presidenti e
salutano con stima e riconoscenza Angelo Giordano.
Marcello Gatto
Prossime Mostre
A.P.A. CUNEO
Mostra provinciale dei bovini di razza Piemontese
6-7 aprile 2002, Foro Boario di Fossano
A.P.A. TORINO
Mostra Provinciale dei bovini di razza Piemontese
2-3 aprile 2002, Foro Boario di Carmagnola
CAVOUR (TO)
14-21 Aprile Settimana della carne
(esposizione animali domenica 14 e 21).
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Attualità
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Prezzi da record
per la Piemontese
Da tempo il mercato degli animali da macello della nostra
razza non viveva momenti così
favorevoli; da sei mesi a questa
parte i prezzi dei vitelloni hanno
incominciato a crescere di settimana in settimana senza praticamente alcun arresto.
Dopo le batoste conseguenti allo
scandalo BSE, i consumatori
stanno rivolgendo sempre più
attenzione alle razze autoctone
e certificate ed in questo campo
gli allevatori di Piemontese, maggiore razza italiana da carne, non
Intervista alle
cooperative delle APA
si sono fatti certo trovare impreparati.
L’interesse dei consumatori è
stato immediatamente recepito
anche dagli operatori della
grande distribuzione che attraverso l’apertura di appositi spazi
destinati alle carni della nostra
razza hanno determinato uno
sbocco di mercato completamente nuovo e mai prima d’ora
sondato. In particolare gli animali iscritti al Libro Genealogico,
possono fregiarsi, secondo i
regolamenti comunitari e nazionali, della “Certificazione di
Razza” ovvero di un’importante
informazione aggiuntiva in fase
di etichettatura, che risulta estremamente interessante per il consumatore finale; a questo proposito l’Anaborapi ha previsto
con lungimiranza il “Certificato
di Razza” che può essere rilasciato a tutti gli animali iscritti
L.G. e seguirli dall’allevamento
IL FATTURATO DELLA RAZZA PIEMONTESE
Proviamo a fare un po’ di conti
La Razza Piemontese conta circa 290.000 capi in totale, di questi circa il 54% (dato L.G.) sono femmine
in età riproduttiva cioè 156.000 capi, poiché l’interparto della Piemontese (dato L.G.) è di 411 giorni i
parti per anno saranno circa 138.700, se si suppone una mortalità media del 3% otterremo che la capacità produttiva della razza è di 134.500 capi all’anno, ovvero 67250 vitelli e 67250 vitelle; se consideriamo che quasi tutti i maschi vengono destinati all’ingrasso, mentre un 25% delle femmine è trattenuto per la rimonta, il risultato è che la nostra razza produce annualmente circa 67.000 vitelloni, 50.000
manze oltre a circa 17. 000 vacche da macello.
Fatturato annuo carne:
67.000 vitelloni X 3.500.000
50.000 manze X 3.000.000
17.000 vacche X 2.000.000
=
=
=
234.000.000.000
150.000.000.000
34.000.000.000
418.000.000.000
Fatturato annuo latte:
(considerando che venga munto il 18% delle vacche con una produzione di 13 qli/anno)
20.000 vacche X 900.000
=
18.000.000.000
Fatturato annuo animali da vita:
5000 tra torelli e manze gravide X 4.000.000
=
20.000.000.000
456.000.000.000
(235.000.000 EURO)
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ANNO
Attualità
2002
fino al banco della macelleria,
oppure può essere utilizzato
nelle filiere di certificazione della
carne.
Se da un lato però la situazione
di mercato suscita grande entusiasmo, riteniamo anche opportuno analizzare con attenzione
il fenomeno per tenerlo sotto
controllo ed ipotizzare programmi futuri destinati a mantenere questa favorevolissima
condizione per lungo tempo.
A questo proposito abbiamo
pensato di dare voce agli operatori del settore, in particolare
abbiamo intervistato i direttori
delle cooperative operanti in
ambito delle APA: Cab, Compral
e San Francesco per vedere di
fare il punto sulla vivace situazione di mercato.
San Francesco, APA-Torino
Chiediamo al Direttore della S.
Francesco quale è la situazione
di mercato.
“Da circa 7-8 mesi-dice Armando Marello-la situazione è
nettamente favorevole ed i prezzi
sono più che soddisfacenti tanto
che i prezzi stessi dei “puparin”,
per quanto riguarda la provincia di Torino, possono superare
i 2 milioni.
In quest’ottica viene quindi
richiesta agli allevatori continua
attenzione nella programmazione aziendale per garantire
un’offerta costante di animali da
macello ed un’eventuale ulteriore produzione di vitellini da
vendere agli ingrassatori.
L’interesse della grande distribuzione è stato determinante ed
al momento vengono richiesti,
alla nostra cooperativa, fino a 25
animali a settimana, mentre 5
passano attraverso le singole
macellerie.
Restano nell’aria -continua
Marello- timori di ricadute verso
il passatoe per questo è consigliabile che i prezzi non salgano
troppo; meglio attuare iniziative
per conferire un valore in più
alla carne commercializzata
quale l’iscrizione del capo al
Libro Genealogico o per diversificare i prodotti sul mercato;
un problema a parte sono le vacche grasse; a questo proposito il
Comune di Carmagnola, unitamente ai macellai, si sta organizzando per trovare sbocchi a
questo prodotto puntando sulle
sue svariate e ricche modalità di
preparazione”.
Compral, APA-Cuneo
L’aumento della domanda di
carne Piemontese e di conseguenza dei prezzi -ci spiega il
Direttore Bartolomeo Bovetti- è
essenzialmente dovuto al fatto
che i consumatori, dopo la crisi
BSE, si sono orientati verso le
produzioni tipiche ed inoltre c’è
stato l’ingresso nella filiera di
nuovi operatori della grande
distribuzione, oltre a quelli con
cui la Compral già trattava da
parecchi anni.
In totale il flusso dei vitelloni
verso la grande distribuzione
rappresenta il 90% dell’attività
della cooperativa nel settore
Piemontese.
Anche nel settore delle macellerie tradizionali la situazione è
favorevole e quelle iscritte al
Consorzio di Tutela sono in continuo aumento.
La strategia ora deve essere
quella di “governare” la
domanda offrendo i prodotti in
maniera stabile, omogenea, organizzando al meglio i volumi e la
logistica e livellando sempre
verso l’alto gli standard qualitativi.
Per ora le femmine, i castrati, le
vacche a fine carriera, in particolare, non sono ancora stati
valorizzati a sufficienza, ma organizzandosi sarà interessante
offrire al consumatore anche
altre tipologie di prodotto oltre
al vitellone.
La diffusione e l’interesse ad alle-
vare Piemontese dipende soprattutto dal reddito che se ne può
ottenere: in quest’ottica è auspicabile che si possano avviare
tutta una serie di programmi a
livello regionale con interventi
non a pioggia, ma strutturati ed
organizzati in obiettivi ben precisi per dare spinta alla rinascita
della Piemontese nelle sue zone
vocate”.
CAB, APA-Savona
“Nella provincia di Savona spiega il tecnico Bruno Picassoi prezzi non hanno subito variazioni di rilievo attestandosi
mediamente a 6.300-6.400 £/kg
per i maschi e 6.900-7.100 £/kg
per le femmine.
In questo contesto il ruolo della
grande distribuzione è e sarà
sempre determinante.
I grandi gruppi si muovono,
anche se in concorrenza, tutti
nella setssa direzione mentre
nella piccola distribuzione
ognuno si muove per conto
proprio senza una strategia
comune.
Se le macellerie tradizionali
sapessero qualificarsi meglio si
potrebbero certamente ottenere
dei riscontri positivi.
In quest’ottica, prosegue Picasso,
l’iscrizione al L.G. per i soggetti
commercializzati è indispensabile per l’etichettatura delle
carni.
A questo proposito, è sorprendente il fatto che nel 2002 ci
siano ancora allevatori con animali non iscritti al L.G. In questo vivace mercato resta sempre,
però, la difficoltà a collocare le
vacche grasse che non rientrano
nelle abitudini alimentari dei
clienti nostrani.
Alcuni dei programmi per il
futuro della CAB sono già realtà:
carni di Piemontese con certificazione “biologico” e l’adesione
al Consorzio di Tutela per una
costante garanzia del prodotto”.
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Attualità
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Euro: si grazie,
ma con moderazione
D
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opo mesi di assordanti
bombardamenti operati
dai media sull’ingresso
del nostro Paese in “eurolandia”
finalmente, dal 1° gennaio è
scoccata l’ora zero. Tutti indistintamente, compresa mia
nonna novantenne, ci siamo
misurati con quell’orrendo
attrezzo chiamato euroconvertitore.
Immancabilmente ci siamo
comprati, chi dal marocchino di
turno, chi nel negozio di fiducia
il mitico tacco in cui riporre i
chilogrammi di monetine che ci
si aspettava prima o poi di ricevere e ci siamo immersi nel
mondo dell’euro con la consapevolezza che d’ora in poi certamente miliardari non lo diventeremo più.
Terribile l’impatto con i conti
bancari, specie da parte dei più
anziani, con ampi sbeffeggiamenti da parte dei figli in età scolare, ormai profondi conoscitori
della nuova moneta. Nel quotidiano si continua a ragionare in
lire, anche perché da sempre il
popolo italiota non si preoccupa
più di tanto delle novità. In particolare nel settore agricolo
l’avvio dell’euro è lento ed il
polso della situazione è tastabile
sui mercati.
L’avvio dell’euro in doppia circolazione con la lira all’inizio ha
creato sconquasso, ne sanno
qualcosa i nostri addetti all’esazione arrivati sull’orlo di una crisi
di nervi sin dall’inizio e portati
al tremendo supplizio di far qua-
Considerazioni semiserie
sull’Euro nei mercati bovini
di Giovanni Battista Becotto
Direttore MIAC
drare la cassa. Per un mercato
come il nostro, con un centinaio
di camion in ingresso al giorno,
l’impresa è a dir poco ardua.
Nelle contrattazioni invece la
situazione è più semplice, alla
faccia del nostro ottimismo che
ci aveva spinti quasi due anni fa
a lanciare i listini con la doppia
valuta, l’euro è un illustre sconosciuto nelle transazioni del
vivo.
Si continua a mercanteggiare la
lira anche perché un animale
non viene venduto a cinquemilacinquecento lire al chilo, ma a
cinquantacinque lire il miria nel
gergo non scritto, ma universale
della “Piazza”.
Già, perché non si va al mercato,
ma “in piazza” sempre stando al
gergo di sopra per il quale per
esempio se un bovino ha qualche grosso problema si vende
“mort e sutrà” e la vacca di scarto
si vende “a bota”.
Qualche temerario, specie proveniente dal centro sud inizia a
contrattare in euro, subito tradotto da quell’immenso mondo
più o meno regolare dei mediatori.
Discorso diverso per la fatturazione ed il pagamento dove
necessariamente l’euro ci deve
essere. Ed ecco qui in azione
l’altra metà del cielo, con la presenza di gentili segretarie con
una grinta tale da far impallidire
Mike Tyson quantomai necessaria in questo tipo di attività,
reclutate dai commercianti con
l’ingrato compito di compilare
fatture ed assegni rigorosamente
in euro.
Immancabile come in ogni
azione che si rispetti la presenza
e l’assistenza delle organizzazioni
professionali garanti del fatto che
“l’a nen fregate” sempre per usare
il gergo di prima.
Problemi nel complesso ce ne
sono stati pochi così come poche
sono state le variazioni prezzi,
comunque la vecchia moneta ha
continuato a circolare fino
all’ultimo e gli irriducibili continueranno a contrattare in lire
ripudiando la nuova moneta
comune che il vecchio Bastian
assiduo nostro frequentatore
chiama “c la purcheria lì ca tira
mac ‘l trun” alla faccia dell’euro
e dei suoi estimatori (compreso
il sottoscritto).
ANNO
Attualità
2002
BSE: un anno dopo
I bilanci delle organizzazioni professionali
COLDIRETTI
A poco più di un anno dal
primo caso ufficiale di BSE
riscontrato in Italia la Coldiretti
traccia un dettagliato bilancio
della drammatica crisi che ha
colpito la zootecnia nel nostro
Paese. Avvio dell’etichettatura
di origine obbligatoria delle
carni bovine con la possibilità
di aggiungere informazioni
facoltative, divieto di utilizzo
delle farine animali nell’alimentazione del bestiame, test
obbligatorio BSE su tutti i
bovini di età superiore a 24
mesi e su tutti i capi malati o
sottoposti a macellazione
d’urgenza, eliminazione degli
organi a rischio BSE dalla
catena alimentare compresa la
colonna vertebrale (stop alla
fiorentina), abbattimento e
distruzione volontaria di circa
100.000 capi “a rischio” oltre i
30 mesi, sono le principali
misure adottate in Italia ad un
anno dal primo caso registrato.
Non esiste alcun Paese europeo
risultato esente. Nel corso
dell’anno -sottolinea la
Coldiretti - si è verificata una
riduzione media nei consumi
di carne bovina, rispetto a
quello precedente, di circa il 10
% ed un crollo nei prezzi di vendita che, anche oggi, registra
quotazioni in calo del 30% per
i vitelloni, con evidenti effetti
sulla capacità di resistenza economica delle imprese.
Secondo la Confederazione,
che in gennaio dello scorso
anno, presento’ al governo il
AGRAPRESS
piano straordinario di rigenerazione della zootecnia, “permane ancora in tutta la sua gravità il problema dell’inefficienza
dell’anagrafe nazionale del
bestiame che risulta ancora
incompleta in alcune sue parti
e quindi insufficiente per garantire trasparenza negli scambi e
per costituire un supporto alla
realizzazione della completa
tracciabilità delle produzioni
dall’allevamento alla tavola.”
Problemi anche sul piano
dell’alimentazione del bestiame
perche’ - secondo la Coldiretti
- “a fronte dell’eliminazione
dell’uso delle farine animali,
non è stata ancora individuata
una soluzione che possa frenare
l’importazione di prodotti a
rischio ogm destinati ai mangimi”. In questo ambito sostiene la Confederazione “occorre creare i presupposti di
politica agricola per il mantenimento in europa di colture
ogm free come soia, girasole,
colza, pisello, fave e favino che
garantiscano l’alimentazione
sicura degli animali”. A questo
riguardo la Confederazione
pensa che sia necessario superare gli ostacoli tuttora presenti”
introducendo “un corretto e
trasparente sistema di etichettatura per i mangimi che possa
valorizzare l’assenza di ogm”.
Altri ritardi, poi, - afferma la
Coldiretti - “si registrano nei
sostegni erogati agli allevatori
colpiti dalla crisi come quelli
relativi alla “rottamazione” dei
bovini prevista dalle norme
comunitarie e in quelli introdotti dalla legge nazionale come
i premi alla macellazione e i
contributi al trasporto dei capi
morti.”. Viene infine sottolineato dalla Confederazione che
“per il prossimo anno le misure
proposte dal governo per fronteggiare la crisi sono insufficienti sia per l’entità delle stanziamento che per la sua ripartizione fra le diverse misure e
occorre inoltre avviare misure
creditizie speciali per la ristrutturazione degli allevamenti e
interventi per la copertura integrale del costo per lo smaltimento e la distruzione del
materiale a rischio.” Il Presidente della Coldiretti Paolo
Bedoni, coordinatore del tavolo
interprofessionale delle carni
bovine, ha tracciato un bilancio della situazione. A suo giudizio“dobbiamo saper estrarre
da crisi come quella della
mucca pazza il succo di ciò che
il consumatore “domanda”
9
Attualità
all’agricoltura e all’intera filiera
agroalimentare: qualità, tipicità,
genuinità e quindi storie trasparenti di processi produttivi,
tracciabilità e affidabilità attraverso tutti gli anelli della catena
che porta il prodotto dalla terra
alla tavola.” “su questi principi
- ha ribadito il presidente della
coldiretti - “bisogna sancire un
nuovo patto tra agricoltura e
società civile sul quale costruire
una nuova politica agricola
comune fondata su interessi
comuni: poter produrre e consumare alimenti sani in un territorio non a rischio di degrado
ambientale”.
10
CIA
“Mucca pazza” un anno dopo
in Italia: oltre 50 casi accertati,
consumi di carne bovina scesi
del 9 per cento, oltre 41 mila
tonnellate di carne ritirate dal
mercato attraverso le misure
predisposte dall’unione europea, circa 500 mila analisi compiute nei laboratori, una perdita per l’intera filiera (produzione, trasformazione, distribuzione) superiore ai 2 mila
miliardi di lire”: lo ricorda la
CIA sottolineando che si tratta
di dati che confermano la drammaticità e la gravità di una crisi
che, nonostante i segni di
ripresa, ha avuto conseguenze
fortemente negative. “La BSE
è esplosa in maniera dirompente nel gennaio dello scorso
anno e per oltre quattro mesi
ha praticamente messo in
ginocchio l’intero settore della
carne bovina, con i consuma-
N
tori sempre più disorientati e
allarmati che hanno ridotto
sensibilmente gli acquisti.
Gli allevatori italiani hanno vissuto settimane drammatiche e
le misure approvate, pur importanti, non sono state sufficienti
a ripianare una situazione
estremamente difficile. Con
l’adozione delle misure sanitarie relative al blocco dell’utilizzo
delle farine animali, alla eliminazione dei materiali a rischio,
l’asportazione della colonna
vertebrale ed i test anti-BSE, si
è messo in campo un efficace
sistema di prevenzione dei
rischi. Anche queste iniziative,
secondo la CIA, hanno comportato maggiori costi per la
filiera, solo parzialmente recuperati con i provvedimenti
europei e nazionali. In più il
colpo all’immagine delle nostre
carni è stato pesante a causa
della temporanea impossibilità
di commercializzare la bistecca
con l’osso: la famosa fiorentina!
In questo quadro l’obiettivo del
nostro paese deve essere quello
di essere ricollocato nella classificazione dei paesi a rischio
BSE, risalendo di qualche gradino. per quanto riguarda gli
aspetti finanziari, poiché gli
interventi realizzati nel corso
del 2001 hanno coperto parzialmente la perdita di reddito
degli allevatori ed inoltre bisognerà garantire ancora per i
prossimi mesi l’operatività della
filiera (ritiro e smaltimento delle
carcasse nonché distruzione dei
materiali a rischio), è necessario, come da tempo richiesto
dalla CIA, attivare nuovi stanziamenti.
CONFAGRICOLTURA
La Confagricoltura fa il punto
sulla situazione ad un anno di
distanza dal primo caso BSE in
Italia e sulle prospettive del settore degli allevamenti bovini.
La Confagricoltura ricorda che
nei momenti più difficili della
crisi gli allevatori furono por-
U
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E
R
O
2
tati sul banco degli imputati e
criminalizzati come unici colpevoli, soprattutto gli allevamenti di maggiore dimensione.
Ha detto il Presidente Bocchini:
“le indagini effettuate anche
fuori dal nostro Paese hanno
dimostrato che quell’approccio
era infondato. La crisi della BSE
è scaturita dall’utilizzo di farine
animali infette che sono circolate in assenza di adeguati controlli.
Ed è per questo che la Confagricoltura continua a sollecitare il varo di un ‘piano proteine
vegetali’ attualmente per
l’aumento della produzione
comunitaria che copre meno
del 30% del fabbisogno”. Dal
punto di vista dei consumi forse
il peggio è passato, ma a livello
europeo il 2001 segna una
diminuzione del 10% rispetto
al 2000 e 855.000 tonnellate di
carne risultano stoccate all’intervento comunitario. Il problema più evidente in questo
momento è costituito dalle perdite di reddito subite dagli allevatori italiani, che non sono
state ancora completamente
ristorate, anche per i ritardi e le
inefficienze della pubblica
amministrazione, soprattutto
nella fase più acuta della crisi.
il 2002 si prospetta migliore,
ma siamo ancora lontani dal
poter dire di essere tornati alla
normalità.
Non è un caso che il governo
francese abbia recentemente
deciso nuovi interventi diretti
a sostegno dei propri allevatori,
per un ammontare di 81 milioni
di euro. Anche la “bistecca alla
fiorentina” ha dovuto fare i
conti con le misure decise a
Bruxelles per il controllo della
BSE. La Confagricoltura è però
fiduciosa che questa situazione
possa presto cambiare, grazie ai
controlli messi in atto e in primavera la “fiorentina” possa
finalmente tornare sulle tavole
degli italiani.”
ANNO
Dall’Associazione
2002
Incontro
sulla Piemontese
S
i è recentemente tenuta
presso la Camera di
Commercio di Cuneo, alla
presenza del Presidente Ferruccio Dardanello, la riunione
“Razza bovina Piemontese: valorizzazione, commercializzazione
e tutela” organizzata dall’Anaborapi a cui hanno partecipato
i maggiori esponenti del mondo
zootecnico regionale e delle
organizzazioni professionali,
operatori della grande distribuzione ed esponenti delle associazioni dei consumatori.
L’incontro è stato indetto per fare
il punto della situazione sul mercato della carne di Piemontese e
per dare luogo non solo ad iniziative di tutela, ma anche di
incremento delle prospettive per
continuare ad allevarla e facilitare agli operatori il reperimento
degli animali.
Ha aperto i lavori il Presidente
dell’Anaborapi, Albino Pistone,
che ha parlato anche in qualità
di Vice-Presidente del Consorzio
di tutela della razza Piemontese.
“Alla luce di questa nuova situazione che si è venuta a creare
dopo mucca pazza - ha detto
Pistone - c’è un certo fermento
su quello che è il discorso della
riconoscibilità del nostro prodotto e c’è l’esigenza di fare
decollare pienamente tutta la
serie di strumenti atti a certificare ed etichettare la nostra carne
al fine di renderla riconoscibile
ed evitare speculazioni e danni
di immagine.
A questo riguardo l’Anaborapi
ha predisposto da qualche
Certificazione e mercato:
il punto della situazione
di Fabia Pacher
Ufficio Tecnico Anaborapi
tempo il “Certificato di razza”
che, al di là di quelle che sono
le informazioni più specifiche
del Libro Genealogico, permette
di certificare un soggetto come
appartenente alla razza.”
“Fra i principali obiettivi di filiera, ha proseguito Pistone, vi è
quello di far incontrare domanda ed offerta”.
A questo proposito è stato chiamato ad intervenire il direttore
del Consorzio, Giorgio Marega,
che insieme al tecnico Giuseppe
Franco ha presentato un servizio denominato “previsione di
maturazione dei capi” messo a
disposizione di chiunque ne faccia semplice richiesta previo il
consenso del singolo allevatore.
Si tratta di una banca dati, ag-
ganciata a quelli del Consorzio
e serve ad informare i compratori sul numero dei capi pronti
per il macello in ogni azienda,
in tempo reale. In questo modo
ogni giorno l’operatore commerciale può accedere a questo
archivio del Consorzio, sapere
dove sono gli animali pronti ed
eventualmente contattare l’allevatore.
Al momento i parametri di
ricerca riguardano soggetti da
macello fra i 12 ed i 18 mesi di
età ed anche il sesso può essere
indicato nella scelta.
In un momento di estrema vivacità degli scambi commerciali si
è trattato di un importante
incontro tra tutti gli operatori
interessati alla “filiera della
Piemontese” che ha permesso di
fare il punto della situazione e
di presentare le iniziative future.
Il Vice-Presidente Franco Quattrocolo durante il suo intervento.
11
Attualità
N
U
M
E
R
O
2
Igp o Dop?
Questo è il dilemma
C
12
on l’avvento della moneta unica si può dire
che si è compiuto il
passo fondamentale per una vera
integrazione europea. Il mondo
agricolo si può dire, però, che
da circa vent’anni ha a che fare
con un’Europa unita. Tutto il
sistema agroalimentare , infatti,
è stato, in questi anni, governato
da una politica comune europea. Gli esempi possono essere
innumerevoli sia nel bene, sia
nel male: ricordiamo solamente
l’annoso problema “quote latte”!
Nel campo dei prodotti di origine agricola, inoltre, la Comunità Europea ha emanato fin
dal 1992 un regolamento che
stabilisce le norme relative alla
protezione di quei prodotti che
per caratteristiche peculiari possono definirsi unici. Parliamo
dunque di IGP e DOP. Il regolamento che disciplina la protezione delle indicazioni geografiche e le denominazioni di origine dei prodotti è il n° 2081 del
1992. Le Igp e Dop non nascono
con l’intento di promuovere un
determinato prodotto, ma di
difenderlo da possibili frodi per
la tutela del consumatore. Cosa
si intende per IGP. L’art. 2 del
citato regolamento recita “ per
indicazione geografica protetta
si intende il nome di una
regione, di un luogo determinato, o in casi eccezionali di un
paese, seguito dalla sigla IGP, che
serve a designare un prodotto
agricolo o alimentare originario
di tale luogo, allorchè una qualità o rinomanza del prodotto
di Giuseppe Franco
Consrozio di Tutela
Razza Piemontese
possano essere attribuite
all’ambiente geografico, comprendente anche i fattori umani
e naturali”. Per DOP si intende
invece il “nome di una regione,
di un luogo, o eccezionalmente
di un paese, che serve a designare un prodotto agricolo originario di tale luogo o regione,
la cui qualità e le cui caratteristiche sono dovute sostanzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico, comprendente
i fattori naturali e umani, e la cui
produzione, trasformazione ed
elaborazione abbiano luogo nella
zona geografica”. La grande differenze tra le due definizioni
deriva dal fatto che mentre per
l’IGP la qualità e la rinomanza
possono essere attribuite
all’ambiente geografico, nel caso
della DOP le caratteristiche e la
qualità sono dovute esclusivamente all’ambiente geografico.
Non solo, anche la trasformazione e la elaborazione del prodotto devono avere luogo nella
zona geografica considerata. Il
Coalvi, Consorzio di tutela della
razza Piemontese, ha iniziato,
come ente proponente, in collaborazione con la Camera di
Commercio della provincia di
Cuneo e di concerto con tutte le
realtà che si occupano di zootecnia, le procedure per studiare
ed elaborare, la possibilità di
giungere ad una DOP o IGP per
la carne di razza Piemontese e
per la carne di quelle particolari
produzioni, vedi il Bue di Carrù
e di Moncalvo, che per le loro
peculiarità intrinseche possono
fregiarsi dell’alto riconoscimento
che la Comunità Euopea riconosce a prodotti di elevata qualità.
ANNO
Dall’Associazione
2002
La Piemontese
e le rondini
L
a primavera è ormai iniziata e con essa arrivano
le rondini che dopo aver
svernato in Africa, tornano al
loro luogo di nascita.
La rondine è un animale che predilige vivere a stretto contatto
con l’uomo, anzi è praticamente
impossibile che essa nidifichi al
di fuori degli ambienti abitati e
fra questi è noto come essa si
adatti meglio a quelli rurali
soprattutto ove siano presenti
bovini.
Durante lo scorso anno la Lipu
(Lega Italiana Protezione Uccelli), grazie all’interessamento
di Gianni Panero, delegato
Coldiretti per i rapporti con le
organizzazioni ambientaliste, si
è messa in contatto con la nostra
Associazione per studiare un
programma di monitoraggio
delle rondini negli allevamenti
di bovini di Razza Piemontese.
La scelta dei nostri allevamenti
non è avvenuta a caso, la
Piemontese è ancora in molti
casi allevata in strutture tradizionali che sono le predilette
dalle rondini.
Dal confronto fra la nostra
Associazione e la Lipu, grazie anche alle preziose indicazioni del Dr. Boano , ornitologo direttore del Museo
di Scienze Naturali di
Carmagnola, è scaturito un
interessante programma che
prevede il monitoraggio della
nidificazione delle rondini
all’interno delle stalle; in pratica, si tratterà di rilevare, in
tutte le aziende che offriranno
Un interessante iniziativa
Anaborapi / Lipu
la disponibilità, il numero di nidi
presenti ed il numero di nidi
occupati.
Il Consiglio Anaborapi si è
espresso favorevolmente all’iniziativa, ritenendo tra l’altro che
un accostamento tra la Piemontese e le rondini non possa
che giovare all’immagine della
nostra Razza andando a coinvolgere in modo positivo un
pubblico che difficilmente sarebbe altrimenti raggiungibile.
Per effettuare i rilevamenti,
l’Anaborapi intende coinvolgere
le APA; durante i mesi di maggio e giugno fornirà agli allevatori le schede su cui potranno
essere annotati i dati relativi a
ciascun allevamento,
l’elaborazione e lo
studio dei dati
sarà compito
della Lipu; a fine
anno è anche prevista, accanto
alla presentazione dell’iniziativa
al grande pubblico, una premiazione dell’allevamento con
il maggior numero di nidi.
L’Assessorato all’ecologia della
Provincia di Cuneo si detto
disponibile a sostenere la Lipu
nell’attività di elaborazione dei
dati e nell’opera di diffusione e
promozione dell’iniziativa presso
il pubblico; a detta degli esperti,
il censimento sulle rondini, al
quale potranno partecipare gli
allevatori di Piemontese sarà il
più significativo ed il più ampio
mai svolto in Italia.
13
Dall’Associazione
N
Prove di Progenie
ETTARO
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Uscita dati:
Carne lug/2003
Allevamento 2007
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ESKIMO
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Uscita dati:
Carne lug/2003
Allevamento 2007
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Marzo - Maggio 2002
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SAVOIA
Allevatore: VINAI GIACOMO - VICOFORTE
Colore della pailette: Verde scuro
IT004901028126
Nato il 16-10-2000
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padre
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Allevatore: CARENA F.LLI E FIGLI - FOSSANO
Colore della pailette: Giallo chiaro
IT004902024417
Nato il 5-09-2000
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ZAINO
CN 201561
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CN 2797E
(IA)
p. 86
p. 84
Tori in uscita dalle Prove di Progenie
Tori Linea Carne
Dall’ultimo aggiornamento sono stati ben 10 i tori che hanno terminato le prove di progenie per la Linea Carne. Facciamo pertanto un breve commento per ognuno di loro, incominciando dai 2 tori approvati :
prove
14
CEDRO è un toro di buona struttura, con accrescimenti e muscolosità superiori a suo padre
UFO. I suoi figli nascono con buona facilità quindi CEDRO può essere tranquillamente utilizzato sulle vacche. Per motivi di consanguineità CEDRO non deve essere usato sulle bovine
delle linee PASAROT e PRINCIPE.
DECIBEL è un toro di buona taglia con ottime masse muscolari e finezza. DECIBEL presenta
delle caratteristiche da carne simili a quelle di suo padre VIALLI, con una facilità di nascita
migliore (Indice 126) che permette di consigliarne l’uso anche sulle manze. DECIBEL non
deve essere accoppiato con le figlie di LUGANO, PEDRO, VOLO e ZOLFO.
O
1
COWBOY, DRAGONE, DIAMANTE, DINO, DECIMO, DOLCETTO e DUCATI invece sono stati
scartati per la Linea Carne a causa del valore modesto del loro Indice Carne dopo la nascita
della progenie (tutti hanno l’indice di facilità di nascita molto negativo). COWBOY, DRAGONE, DIAMANTE, DINO, DECIMO e DOLCETTO rimangono in attesa dei parti delle figlie per
l’eventuale approvazione per la Linea Allevamento mentre DUCATI, vista la sua genealogia,
era stato messo in prova di progenie per la sola Linea Carne.
DAINO è stato scartato dopo le prove di progenie, o dovrei dire le “non prove di progenie”,
a causa della mancanza di dati di nascita dovuta al suo scarso utilizzo (circa 50 inseminazioni sulle 500 dosi di seme disponibili per la prova di progenie).
Tori Linea Allevamento
Per la Linea Allevamento, 2 tori hanno terminato le prove di progenie con esito negativo. In
effetti ZANTER e ZIBIBBO sono stati scartati per la Linea Allevamento dopo il risultato insufficiente sul parto delle loro figlie.
Tabella riassuntiva dei tori in uscita delle prove di progenie
CEDRO e DECIBEL
COWBOY, DRAGONE, DIAMANTE,
DINO, DECIMO e DOLCETTO
DUCATI
DAINO
ZANTER e ZIBIBBO
Linea Carne
Approvati
Scartati
Linea Allevamento
In attesa
In attesa
Scartato
–
Scartato per poche inseminazioni
–
Scartati
Tori in vetrina.
La visita dell’Assessore a “Porte aperte”
A
ccompagnata dal bel
tempo, si è svolta il 21
febbraio scorso la prima
edizione 2002, di “Anaborapi
Porte Aperte”; oltre 300 gli allevatori presenti che grazie alle
informazioni tecniche fornite
dal Dr. Ugo Vaccaneo hanno
potuto conoscere nel dettaglio
le caratteristiche genetiche dei
tori di F:A presentati. In tale
occasione abbiamo avuto il piacere di ricevere la visita
dell’Assessore all’Agricoltura
Ugo Cavallera.
L’Assessore, ricevuto dal Presidente Pistone e dai membri
del Consiglio Direttivo, dopo
aver rivolto parole di elogio e
sostegno agli allevatori presenti
alla manifestazione ed aver sottolineato l’importanza della
Piemontese in quanto razza
autoctona che fornisce carne
garantita e di qualità, ha successivamente visitato il Centro
Genetico ed il Centro Tori
dell’Anaborapi apprezzando
così il lavoro di selezione e
miglioramento genetico svolti
dall’Associazione.
Nell’occasione il Presidente
Pistone ha avuto modo di sottoporre all’Assessore le principali problematiche degli allevatori di Piemontese e di discu-
tere i futuri programmi dell’Associazione; Cavallera rilevando
l’importanza crescente della
nostra Razza per la zootecnia
piemontese ha assicurato il suo
personale appoggio ed interessamento.
L’Assessore Cavallera a “Porte Aperte”
15