brigittebardo` bardo`

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BRIGITTEBARDO’ BARDO’
Sono pochissimi i personaggi dello spettacolo che hanno reso famoso un luogo, come ha fatto Brigitte Bardot per Saint Tropez. Con lei è
diventato un posto speciale e lo è rimasto. Inalterato nel suo essere trendy, indifferente alla concorrenza da tutto il mondo. Non è un caso
che Giorgio Armani, che qui ha casa, qualche giorno fa abbia aperto una boutique in Rue François Sibilli, la via dello shopping chic,
proprio durante il Longines Athina Onassis Show, concorso ippico sulla spiaggia di Pampelonne, frequentatissimo dai vip. Ovvio che la
città sia grata all’attrice e l’occasione per festeggiarla sono stati gli 80 anni. Dal compleanno (28 settembre) Saint Tropez è invasa dalle foto del suo viso imbronciato. Campeggia nelle vetrine dei negozi. Fa
da sfondo al tavolo di un ristorante. Si sostituisce all’insegna di un locale alla moda. B.B. dipinte riempiono le gallerie d’arte. Non c’è da
stupirsi perché l’attrice è stata molto di più di un sex symbol. Intelligente e determinata, ha rivoluzionato la figura e il ruolo della donna
con uno stile di vita libero, che punta al piacere e all’amore senza cercare l’uomo di potere. La volontà di scegliere e non farsi scegliere
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e il rifiuto di essere donna oggetto l’hanno resa un’ icona del femminismo. E l’amicizia con Simone De Beauvoir e Sartre, che di lei hanno scritto, lo provano.
Nonostante il modo di essere fuori dagli schemi, l’hanno amata tutti, bambini compresi. Che si appostavano davanti alla sua casa parigina in Avenue Paul Doumer, per vederla anche solo un attimo. E per loro, a cui i suoi scandalosi film erano
vietati, B.B. nel 1959 girò Babette s’en va-t-en guerre, lontanissimo dal capolavoro, ma di grande successo. Sul set conobbe Jacques
Charrier, marito e padre del figlio Nicolas. Uno dei tanti che l’hanno amata corrisposti, immensamente meno di quelli non ricambiati.
Come il miliardario libanese che per lei nel 1967 creò il mitico Hotel Byblos di Saint Tropez. Costituito da case colorate che ricordano un
borgo della Provenza, è ancora ora il cinquestelle preferito dalle celeb. Fra cui Mick Jagger che qui chiese a Bianca, la sua prima moglie,
di sposarlo. (Foto di Giovanna Dal Magro)
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PRONTI, PARTENZA…MAH!
Quest’estate andrà in vacanza il 54% degli italiani, contro il 44% di due anni fa e il 46% dell’anno scorso, quando sembrava che le vacanze per molti stessero diventando un’utopia. E’ uno dei tanti dati emersi da un’indagine commissionata alla Doxa da Europcar, leader nei servizi di mobilità (autonoleggio soprattutto) presente in ben 140 paesi. La ricerca è stata compiuta su un migliaio
di individui con la stessa composizione della popolazione italiana, divisi secondo il sesso, tre fasce d’età (15−34, 35–54, 55 e oltre), tre per
titolo di studio, due per stato occupazionale (che lavorano e che non lavorano) e quattro per aree geografiche (Nord Ovest, Nord Est,
Centro, Sud/Isole). Tema dell’indagine Turismo senza confini:i bisogni dell’accessibilità. Il che non significale vacanze delle persone con
handicap, ma di quelle con esigenze particolari. Dal disabile alla famiglia numerosa, da quella con bambini piccoli agli anziani, da chi,
affetto da una malattie cronica, necessita di assistenza continua a chi viaggia con animali. E’ interessante scoprire che anche in una sola di
queste tipologie rientrano 4 milioni e mezzo di famiglie, cioè 10 milioni di individui. Se queste persone potessero trovare strutture e servizi
adeguati la loro spesa porterebbe a un aumento del Pil nazionale, diretto di 11,7 miliardi di euro e indiretto di 27,8 miliardi. Attraverso le
interviste si è cercato di individuare dove sono i problemi e le carenze più vistose, su cosa devono concentrarsi gli operatori turistici, quali
mezzi di trasporto necessitano di revisioni ecc. Né è emerso che in Italia la situazione è migliorata negli ultimi anni, anche se non si sono
raggiunti i livelli di alcuni paesi europei, ma quello che manca soprattutto è un’informazione adeguata. Cioè ci sono molti locali accessibili
alle carrozzine, alberghi con servizi di nursery, cabine sulle navi studiate per cani e gatti, ma non sono sufficientemente comunicati. Né
con cartelli, né soprattutto sul web. 3
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BELIZE NOW BY FRANCIS FORD COPPOLA
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Motivi per una vacanza in Belize ce né sono vari. Estate eterna, barriera corallina patrimonio dell’umanità, seconda per bellezza dopo l’australiana. Fauna e flora singolari, una popolazione che è la più bassa dei paesi dell’America centrale. Numerosi siti Maya
per chi non si accontenta di mare e sole. E resort dove quiete, relax e coccole sono garantiti. Alcuni anche con una storia come il Turtle
Inn. Il suo proprietario è Francis Ford Coppola, che oltre a occuparsi di cinema possiede cinque alberghi: in Argentina, a New Orleans,
due nel Belize, e l’ultimo aperto, il palazzo Margherita a Bernalda, vicino a Matera, di dove era originario il nonno. Se questa location, è il caso di dirlo dato che Coppola tratta gli hotel con lo stesso spirito con cui dirige un film controllando ogni dettaglio per la perfetta
armonia finale, è un omaggio alla famiglia, la scelta del Belize è una conseguenza di Apocalypse Now dove il regista si è entusiasmato alla
jungla, pericolosa, imprevedibile, ma anche molto affascinante. Ha cercato qualcosa di simile, più vicino a dove viveva. È così ha creato
due resort di cui il Turtle Inn è il più recente. Come a Bernalda nella cucina, dove gli ospiti delle nove camere pranzano in un’unica
tavolata, si preparano piatti della tradizione locale, così qui tutto punta al confort, ma rispettoso del contesto. Due piscine infinity per non
togliere niente alla vista. Una spa superattrezzata, mobili in legno d’artigianato nei 26 bungalow, di cui uno progettato dalla figlia Sofia.
Areazione data solo dalle brezze e niente televisione, per staccare davvero. Fra le novità la eco-caccia subacquea all’inseguimento del
lionfish, pesce non del luogo, che minaccia la barriera corallina. E tra l’altro è ottimo nel piatto. 5
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