Dietro la croce - Parola della Grazia di Ispica

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Dietro la croce - Parola della Grazia di Ispica
02/12/2012
Dietro la croce
Marco 8:34 Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Chiunque vuol venire dietro
a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua, 35 perché chiunque vorrà salvare la sua
vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell'evangelo, la salverà. 36 Che
gioverà infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l'anima sua? 37 O che cosa
potrebbe dare l'uomo in cambio dell'anima sua? 38 Perché chi si vergognerà di me e delle mie
parole, in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si
vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, con i santi angeli».
Gal.2:17 Or se, cercando di essere giustificati in Cristo, siamo trovati anche noi peccatori, è forse
Cristo ministro del peccato? Così non sia. 18 Se infatti edifico di nuovo le cose che ho distrutto, io
mi costituisco trasgressore, 19 perché per mezzo della legge io sono morto alla legge, affinché io
viva a Dio. 20 Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in
me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha
dato se stesso per me.
Leggendo questa scrittura è facile che si potrebbe intravedere qualche
cosa non molto semplice da comprendere e per certi versi considerando
altri versi della Bibbia sembra che ci potesse essere contraddizione, ma
non è così. Nei versi 17 e 18, è chiarissimo che Cristo non è ministro
del peccato, e se ci sono alcuni che hanno accettato di credere in Gesù
come l’espiazione per i nostri propri peccati, salvati quindi per grazia
mediante la fede. Ma la salvezza ci ibera dal peccato, per cui non si è
più schiavi del peccato, anzi si è liberi e quindi non siamo più
peccatori salvati per grazia, ma salvati per grazia per non essere più
peccatori. Come dire che un tossicodipendente è stato liberato dalla
dipendenze e se non si fà, non soffre nessun dolore, il suo corpo non
sente più la crisi di astinenza, ne è stato purificato, lavato. Adesso
non è più una persona schiava. Tuttavia potrebbe avere un po’ di
nostalgia del passato e si riavvicina a quella maledetta condizione, in
tal caso il verso 18 ci chiarisce che chi riedifica ciò che aveva
distrutto, diventa trasgressore. E’ come se si consegnasse un'altra volta
nelle mani del vecchio padrone. Io credo per esperienza che la ricaduta è
molto più brutta della prima caduta, perché il nemico userà catene più
robuste, cancelli di acciaio, celle superprotette per paura che potesse
sfuggirgli, visto che ora ha anche assaggiato la bellezza della libertà.
Questa cosa può accadere a quelle persone che non hanno capito che
bisogna combattere contro il peccato resistendo fino al sangue. Gal.4:7
Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi. 8 Avvicinatevi a Dio ed egli
si avvicinerà a voi; nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o voi dal cuore
doppio! 9 Affliggetevi, fate cordoglio e piangete; il vostro riso si cambi in duolo e la vostra gioia in
tristezza. 10 Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.
Non sto leggendo queste scritture per dire a coloro che hanno peccato e
si sono resi un’altra volta schiavi, che dovranno rassegnarsi e andare
all’inferno. Vi dico che ogni volta che si cade, sarà sempre più
difficile rialzarsi, ci vorranno sempre più sacrifici e determinazione
per resistere al diavolo. Ma se qualcuno il peccato non lo vede così
brutto, anzi un’occasione piacevole, allora dovrà identificarsi fra
coloro che sono doppi di cuore, che vuol dire che hanno in parte il cuore
per Dio e in parte per il piacere della carne e quindi del momento.
Giacomo dice a costoro, di purificarsi il cuore affliggendosi e piangendo
davanti a Dio, ci dovrà essere una seria umiliazione, un abbassamento del
proprio orgoglio e della propria carne. Chi non ha intenzione di
combattere e strizzare il fango dal proprio desiderio di cuore, allora è
uno stolto, perché sta offendendo se stesso, lo sta distruggendo e nello
stesso tempo sta portando tanto dolore a coloro che lo amano.
Fatta questa premessa c’è da dire che Dio non può spingere queste persone
nella sua messe se non hanno veramente dato la loro vita a Gesù
con
tutto il cuore e senza doppiezza. Chi invece ha detto: io seguirò il
Signore mi accosterò a Lui perché Egli si avvicini a me, allora saprà
certamente che per non perdere il contatto con Dio, dovrà mantenersi puro
e dovrà tenere il proprio orgoglio sotto il controllo dello Spirito Santo
e della Parola di Dio. Dovrà camminare ogni giorno con Dio che vuol dire
nascosto in Cristo. Paolo dichiarava ai Galati che la vita che viveva
nella carne, non la viveva più per se stesso, ma per dare una bocca, due
occhi, due mani, due piedi a Gesù e quindi permettergli di dire ciò che
vuole, di andare dove vuole, di fare ciò vuole e guardare ciò che vuole.
Questa cosa è quello che leggiamo in Rm 12:1 Vi esorto dunque, fratelli, per le
compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale
sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. 2 E non vi conformate a questo mondo, ma siate
trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual
sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.
Se non si parte di qua non si va in nessun posto, possiamo solo andare in
Chiesa, ma sarà come andare in un posto qualsiasi e non alla casa del
Signore per godere la comunione con Dio, con i fratelli.
Il Signore ci sta chiedendo di arruolarci davvero nel suo esercito, ma
dovrà essere un esercito invisibile, il nostro io deve subire il
trattamento della sepoltura e non dovrà più essere riesumato. Quando
nella Bibbia leggiamo che le cose vecchie sono passate e tutto è
diventato nuovo, vuol dire che ora il nuovo è Cristo in me e io in Lui.
Gv 15:4 Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non
dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me.
Gv 15:7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà
fatto.
Gv 12:24 In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane
solo; ma se muore, produce molto frutto.
Morte vuol dire: vivere
riempiamola bocca.
in
Cristo,
di
questa
cosa
quante
volte
ci
“Ma io sono in Cristo!!!” Se fosse vero ci dovrebbero essere i frutti,
dalla nostra vita si dovrebbe vedere la natura di Gesù, o almeno che
siamo stati con Lui nello spirito.
Gal.5:22 Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede,
mansuetudine, autocontrollo.
Ci siamo ancora molte persone che ancora ce la prendiamo a male, ci
offendiamo, ci vendichiamo, reagiamo, facciamo gli offesi, scioperiamo
contro chi non ci sta amando a modo nostro. Escogitiamo strategie perché
gli altri vedano le nostre qualità, la nostra bravura e ci danno il posto
che meritiamo. Io vorrei che qualcuno prendesse il mio posto e so io
quanto mi scotta. Tuttavia il Signore nella sua infinita bontà mi
rallegra con il suo amore mentre lo servo. E così farà con ognuno, ma per
favore non mettiamoci in mostra, sarà il Signore ad innalzarci, ma forse
sarà necessario un pò di tempo un cammino come quello di Giuseppe figlio
di Giacobbe, poi Dio stesso gli ha dato le chiavi per uscire dalla
prigione e la sapienza per sedersi come primo amministratore d’Egitto.
Non si è promosso da sé, ma è stato il faraone stesso a metterlo in
quella posizione.
L’amore di Dio deve essere visibile attraverso la nostra umiltà e non
mediante la manifestazione delle nostre abilità. E’ necessario che Egli
(Gesù)cresca e che io diminuisca. Giov.3:30