La forza dell`amore contro il potere del peccato
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La forza dell`amore contro il potere del peccato
L a forza dell'a m ore c o ntro il potere del pe c c ato Testo introduttivo: Genesi 1:26-29 Dio per amore creò l'umanità, con il proposito di farla felice, e pose la prima coppia nel giardino dell'Eden, provvedendo loro tutto il necessario perché potessero essere felici (Gn 1:26-29; 2:8,9). Per poter continuare ad essere felici, Dio li sottopose a una sola prova, l'albero della conoscenza del bene e del male, che si trovava in mezzo al giardino (Gn 2:15-17). << L’avvertimento dato ai nostri progenitori: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete” (Gn 2:17), non implicava la condanna a una morte immediata. Significava, piuttosto, che nel giorno in cui avessero colto il frutto proibito sarebbe stata pronunciata una sentenza irrevocabile. La promessa dell’immortalità aveva come condizione l’ubbidienza: nel giorno in cui Adamo ed Eva avessero trasgredito il divieto, avrebbero perso il diritto alla vita eterna. Il loro destino sarebbe stato la morte. Per vivere in eterno, l’uomo avrebbe dovuto continuare a nutrirsi dell’albero della vita: senza questo frutto, la sua vitalità si sarebbe gradualmente spenta fino alla morte>> (Patriarchi e profeti, edizione 2013, p. 42, ultimo paragrafo). Sfortunatamente gli uomini hanno fallito a causa degli inganni del nemico di Dio, il serpente antico chiamato diavolo e satana. Dio però aveva già previsto un mezzo per riscattare l'essere umano nel caso fosse caduto, prima ancora della creazione del mondo. Siccome Dio aveva stabilito che la disubbidienza avrebbe causato la morte, o più correttamente la perdita dell'immortalità, adesso il nemico di Dio reclamava la morte degli umani peccatori: gli uomini erano in debito verso la legge di Dio che stabilisce che il salario del peccato è la morte (Rm 6:23). Era proprio il nemico di Dio ad avere tra le mani la cambiale per esigere il pagamento del debito, cambiale che la Bibbia chiama, in greco, Keirografon: si trattava di una specie di documento scritto a mano dal debitore, esattamente come facciamo noi quando prendiamo un prestito e firmiamo l’impegno a restituirlo. Il nemico reclamava che Dio adempisse la sua parola, lasciando che l'uomo morisse: credeva di mettere Dio con le spalle al muro, ma in realtà, se è vero che la legge stabiliva che il peccatore doveva morire, è altrettanto vero che essa non vietava la possibilità che ci fosse un sostituto. Il peccato separò l'uomo da Dio, ma è a questo punto che entra in scena la forza dell'amore. Cristo si offre, per amore, come sostituto dell'uomo, per morire al posto suo (Rm 5:8). S e il potere del peccato aveva separato l'uomo da Dio, ora la forza dell'amore lo avrebbe riconciliato grazie al sacrificio espiatorio di Cristo. Per poter morire, Cristo, che era Dio, ha dovuto incarnarsi e diventare come uno di noi, venendo sulla terra a sconfiggere il nemico sul suo proprio terreno. Dove Adamo aveva fallito, Cristo doveva vincere, dove il potere del peccato aveva diviso, la forza dell'amore doveva unire, creando un ponte tra il cielo e la terra (Rm 5:12,17-19). In Cristo è Dio stesso, innocente, che si offre al posto nostro. Perciò sulla croce il Padre è rimasto accanto al figlio fino alla fine. (2 Co 5:19) La frase: <Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato>, può essere spiegata in due modi: 1. I peccati del mondo che gravavano su Cristo erano tali che costruivano un muro di oscurità tra lui e il Padre, dandogli l’impressione che il padre non c’era più anche se in realtà continuava a stare lì; 2. Gesù citava l’inizio del salmo 22, dove il salmista prima si chiede dov’è Dio, ma poi trova la forza di continuare a credere nelle sue promesse; Gesù, citando l’inizio di quel salmo, ha voluto da un lato esprimere il fatto che si sentiva abbandonato dal padre, ma dall’altro la sua fede che in realtà il Padre non lo aveva abbandonato e avrebbe compiuto le sue promesse. Cristo venne e visse in questa terra in perfetta armonia con la legge di Dio, la stessa legge che l'uomo aveva trasgredito e che il nemico aveva usato per reclamare la morte dell'essere umano. Come Adamo ha fallito meritando la morte, ora Gesù ha vinto da uomo e merita la vita. Ora che Gesù ha vinto al posto dell’uomo, può dire al Padre: “Tutto è andato secondo il nostro piano: ora io morirò a causa dei loro peccati, perché loro possano vivere a causa della mia giustizia. La parabola del figlio prodigo ci insegna che noi siamo riconciliati a Dio non perché Dio si è offeso con noi a causa del peccato, ma perché siamo noi ad avere respinto Dio. Tre giorni dopo, tuttavia, Gesù risuscitò, vincendo per sempre il nemico, il peccato e la morte, e dopo 40 giorni ascese al cielo per intercedere presso il Padre per coloro che lo avrebbero accettato come Signore e S alvatore. S e il peccato ha avuto il potere di separarci, l'amore è stato onnipotente per riconciliarci: ora abbiamo la promessa che, se accettiamo Gesù come nostro unico salvatore personale, per la sua grazia e la sua giustizia a noi favorevoli saremo salvati. È vero che il potere del peccato ci separò da Dio, però è ancora più vero che la forza dell'amore ci ha riconciliati di nuovo con Dio per mezzo di Cristo Gesù. Gesù tornerà presto per compiere la sua promessa, come l'ha compiuta quando è venuto 2000 anni fa, per portare pace e sicurezza a questo mondo che tanto ne ha bisogno: stavolta verrà come re dei re e signore dei signori. Cari fratelli e sorelle, oggi più che mai il popolo di Dio è chiamato ad amare tutti senza distinzioni di alcun tipo, con il vero amore che Cristo ci ha mostrato alla croce. Che Dio ci benedica, oggi e sempre. A M EN …