13 08 10 corriere della sera - brescia
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Codice cliente: 5442012 2 BS Cronaca di Brescia Sabato 10 Agosto 2013 Corriere della Sera La sanità che cambia Brescia scopre gli esami low cost I super ticket favoriscono la guerra dei prezzi Interno giorno, cassa di un centro specializzato in diagnostica per immagini. La paziente, munita di ricetta rossa del servizio sanitario, si appresta a pagare il ticket per una radiografia al torace: tra costo dell’esame e quota ricetta sono 22 euro. «Da noi la radiografia costa 21 euro» si è sentita rispondere la paziente e l’esame diagnostico ha preso la strada della prestazione privata. Una scena come questa è piuttosto usuale anche nei laboratori e negli ospedali pubblici da quando il costo del ticket, sommato alla quota ricetta (introdotta da Tremonti un paio d’anni fa e recepita dalla Regione Lombardia che ne ha calibrato il peso in virtù del valore degli esami contenuti nella prescrizione), finisce per essere superiore al costo dell’esame diagnostico. Ma i super-ticket in questi mesi hanno rappresentato anche una nuova frontiera di sviluppo per i centri privati di diagnostica e per una nuova filosofia sanitaria: il low-cost. Fenomeno sbarcato in grande stile anche a Brescia, dove tra campagne di sconto e nuove realtà che sui prezzi contenuti giocano la propria sopravvivenza, sta cambiando la proposta sanitaria della nostra provincia. Fino a non molto tempo fa, laboratori e centri di diagnostica si affidavano quasi esclusivamente alle convenzioni con il servizio sanitario nazionale e per il paziente il beneficio di usufruire del privato stava in un centro prelievi a due passi da casa o nelle liste d’attesa quasi inesistenti. Poi le politiche di contrazione della spesa sanitaria hanno progressivamente ridotto i budget pubblici, togliendo in pratica ogni possibilità di espandere il volume di affari e limando gli utili in bilancio. Ora che i super ticket hanno aumentato la spesa a carico dei pazienti, le strutture private hanno individuato una nuova linea di sviluppo e lanciato l’offensiva dei prezzi, proponendo prestazioni in regime totalmente privatistico a prezzi praticamente uguali a quelli che il paziente non esente dovrebbe pagare Diagnostica Sulle analisi di laboratorio è guerra di prezzi Il marketing Diagnosi in regime privatistico con costi simili a quelli applicati dal servizio sanitario con i ticket del servizio sanitario. Così è un fiorire di pacchetti di check-up, profili salute, screening per la ricerca di patologie particolari con prezzi dai 16 ai 300 euro, dove accanto alle analisi di sangue e urine ci sono anche radiografie ed ecografie. «La nostra filosofia — spiega Emanuele Martella, direttore commerciale e marketing di Synlab Italia, uno delle tre grandi strutture private di diagnostica di laboratorio presenti nel Bresciano — è quella di offrire prestazioni privatistiche ai pazienti con prezzi concorrenziali rispetto ai ticket e con pacchetti studiati dagli esperti della nostra struttura». Synlab, che qualche mese fa aveva lanciato analisi con lo sconto del 20%, i prezzi sul sito internet non li mette, a differenza dei concorrenti: «Una scelta precisa — risponde Martella — perché per noi è importante la qualità del pacchetto che offriamo. Abbiamo notato che questo tipo di proposte incontrano un certo favore fra persone dai 35 ai 55 anni. La difficoltà è far capire che i prezzi sono simili a quelli del ticket». Per ora la quota dei clienti privati rispetto a chi paga il ticket è ancora bassa (per Synlab la stima si aggira attorno al 20%), ma la guerra fra operatori è aperta. «Il vero punto dolente — osserva il dottor Mario Potestio, vicepresidente della sezione lombarda di Anisap, la federazione delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private — è che a causa della crisi si fanno meno analisi. Il nostro principale interlocutore resta il pubblico, anche se qualcuno davanti a risorse pubbliche sempre più limitate individua in questa opera di marketing un possibile punto di sviluppo. Ma ciò rimane un aspetto secondario dell’attività di un laboratorio privato in Lombardia». «Noi siamo legati al servizio sanitario per buona parte del nostro fatturato — conferma un’associata Anisap, Mariangela Gardoni, presidente del Cda di Stem, laboratorio in via Rodi con punti prelievo in mezza provincia —. In ogni caso abbiamo voluto mettere a disposizione la nostra esperienza nel campo elaborando degli screening che, senza volerci sostituire ai medici di base, potessero essere d’aiuto a quanti non hanno tempo per passare in ambulatorio dal proprio medico». Per assicurarsi una convenzione con il servizio sanitario nei mesi scorsi un altro fra i laboratori più attivi sul mercato del low cost, l’Oxigen Lab di Mario Franzini, fondatore nel ’74 del centro Fleming, ha ingaggiato, vincendola, una battaglia legale con Asl e assessorato alla Sanità. Allo stesso tempo, però, il laboratorio di via Marconi ha promesso prezzi più bassi del 10-20% rispetto al tariffario regionale garantendo l’apertura del punto prelievi anche la domenica mattina. La guerra, insomma, dai costi si sposta sui servizi e sulla flessibilità, ma la qualità? «In campo diagnostico forse l’ecografia fatta da un primario può avere qualche differenza qualitativa rispetto a quella di un altro medico, ma, quando si parla di analisi, lo strumento diagnostico quando lavora non fa differenza tra pubblico e privato» sorride Mario Potestio. Marco Toresini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ultima frontiera Ecografie, ora il privato va a domicilio Il servizio sanitario nazionale, con le sue problematiche, offre il fianco alla risposta imprenditoriale dei privati. Agli inizi di giugno è stato avviato il nuovo centro diagnostico ecografico Eco 28, presso la torre Fuksas di via Duca d’Aosta. Una struttura, ideata e voluta da Claudio Straorsti (nella foto) direttore sanitario, aiutato nell’impresa da alcuni imprenditori bresciani (100 mila euro la cifra dell’investimento), finalizzata a offrire all’utenza un servizio specifico che spesso comporta tempi d’attesa «biblici» per i pazienti. «Eco 28 nasce per incontrare le esigenze dell’utenza. Nelle strutture ospedaliere pubbliche, per sottoporsi a un’ecografia, l’utenza aspetta anche due, tre mesi. La nostra struttura, che opera dalle 8 alle 20, dal lunedì al sabato, riesce a garantire l’esame il giorno successivo alla prenotazione». Una realtà, quella di Eco 28, non convenzionata con la sanità pubblica, ma che tuttavia, garantisce prezzi popolari. «Il costo di un’ecografia, di qualsiasi tipologia si tratti, è di 59 euro. Un prezzo in linea — sottolinea Straorsti — con quello che si spende in qualsiasi ospedale. Inoltre, per i pazienti che soffrono di problemi motori, diamo la possibilità, grazie a specifiche attrezzature mobili, di effettuare ecografie a domicilio». Un servizio specifico di analisi, quello delle ecografie, che non muterà nel tempo: «Eco 28 non diventerà un poliambulatorio. Presso il centro disponiamo di due ecografi e di un team di 12 ecografisti. Apriremo sì a collaborazioni con nomi illustri della medicina bresciana, sempre che la loro attività possa dare un impulso importante anche alla nostra. Crediamo però che solo concentrandosi su una nicchia di esami clinici si possa garantire un servizio di qualità». Alessandro Massini Innocenti © RIPRODUZIONE RISERVATA