13 08 10 corriere della sera - brescia

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13 08 10 corriere della sera - brescia
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BS
Cronaca di Brescia
Sabato 10 Agosto 2013 Corriere della Sera
La sanità che cambia
Brescia scopre
gli esami low cost
I super ticket favoriscono la guerra dei prezzi
Interno giorno, cassa di un
centro specializzato in diagnostica per immagini. La paziente,
munita di ricetta rossa del servizio sanitario, si appresta a pagare il ticket per una radiografia al
torace: tra costo dell’esame e
quota ricetta sono 22 euro. «Da
noi la radiografia costa 21 euro»
si è sentita rispondere la paziente e l’esame diagnostico ha preso la strada della prestazione privata. Una scena come questa è
piuttosto usuale anche nei laboratori e negli ospedali pubblici
da quando il costo del ticket,
sommato alla quota ricetta (introdotta da Tremonti un paio
d’anni fa e recepita dalla Regione Lombardia che ne ha calibrato il peso in virtù del valore degli esami contenuti nella prescrizione), finisce per essere superiore al costo dell’esame diagnostico.
Ma i super-ticket in questi
mesi hanno rappresentato anche una nuova frontiera di sviluppo per i centri privati di diagnostica e per una nuova filosofia sanitaria: il low-cost. Fenomeno sbarcato in grande stile
anche a Brescia, dove tra campagne di sconto e nuove realtà che
sui prezzi contenuti giocano la
propria sopravvivenza, sta cambiando la proposta sanitaria della nostra provincia. Fino a non
molto tempo fa, laboratori e centri di diagnostica si affidavano
quasi esclusivamente alle convenzioni con il servizio sanitario nazionale e per il paziente il
beneficio di usufruire del privato stava in un centro prelievi a
due passi da casa o nelle liste
d’attesa quasi inesistenti. Poi le
politiche di contrazione della
spesa sanitaria hanno progressivamente ridotto i budget pubblici, togliendo in pratica ogni possibilità di espandere il volume
di affari e limando gli utili in bilancio.
Ora che i super ticket hanno
aumentato la spesa a carico dei
pazienti, le strutture private hanno individuato una nuova linea
di sviluppo e lanciato l’offensiva
dei prezzi, proponendo prestazioni in regime totalmente privatistico a prezzi praticamente
uguali a quelli che il paziente
non esente dovrebbe pagare
Diagnostica Sulle analisi di laboratorio è guerra di prezzi
Il marketing
Diagnosi in regime
privatistico con costi
simili a quelli applicati
dal servizio sanitario
con i ticket del servizio sanitario. Così è un fiorire di pacchetti
di check-up, profili salute, screening per la ricerca di patologie
particolari con prezzi dai 16 ai
300 euro, dove accanto alle analisi di sangue e urine ci sono anche radiografie ed ecografie.
«La nostra filosofia — spiega
Emanuele Martella, direttore
commerciale e marketing di Synlab Italia, uno delle tre grandi
strutture private di diagnostica
di laboratorio presenti nel Bresciano — è quella di offrire prestazioni privatistiche ai pazienti
con prezzi concorrenziali rispetto ai ticket e con pacchetti studiati dagli esperti della nostra struttura». Synlab, che qualche mese
fa aveva lanciato analisi con lo
sconto del 20%, i prezzi sul sito
internet non li mette, a differenza dei concorrenti: «Una scelta
precisa — risponde Martella —
perché per noi è importante la
qualità del pacchetto che offriamo. Abbiamo notato che questo
tipo di proposte incontrano un
certo favore fra persone dai 35 ai
55 anni. La difficoltà è far capire
che i prezzi sono simili a quelli
del ticket». Per ora la quota dei
clienti privati rispetto a chi paga
il ticket è ancora bassa (per Synlab la stima si aggira attorno al
20%), ma la guerra fra operatori
è aperta. «Il vero punto dolente
— osserva il dottor Mario Potestio, vicepresidente della sezione lombarda di Anisap, la federazione delle istituzioni sanitarie
ambulatoriali private — è che a
causa della crisi si fanno meno
analisi. Il nostro principale interlocutore resta il pubblico, anche
se qualcuno davanti a risorse
pubbliche sempre più limitate
individua in questa opera di
marketing un possibile punto di
sviluppo. Ma ciò rimane un
aspetto secondario dell’attività
di un laboratorio privato in Lombardia». «Noi siamo legati al servizio sanitario per buona parte
del nostro fatturato — conferma
un’associata Anisap, Mariangela
Gardoni, presidente del Cda di
Stem, laboratorio in via Rodi
con punti prelievo in mezza provincia —. In ogni caso abbiamo
voluto mettere a disposizione la
nostra esperienza nel campo elaborando degli screening che,
senza volerci sostituire ai medici
di base, potessero essere d’aiuto
a quanti non hanno tempo per
passare in ambulatorio dal proprio medico».
Per assicurarsi una convenzione con il servizio sanitario nei
mesi scorsi un altro fra i laboratori più attivi sul mercato del
low cost, l’Oxigen Lab di Mario
Franzini, fondatore nel ’74 del
centro Fleming, ha ingaggiato,
vincendola, una battaglia legale
con Asl e assessorato alla Sanità.
Allo stesso tempo, però, il laboratorio di via Marconi ha promesso prezzi più bassi del 10-20% rispetto al tariffario regionale garantendo l’apertura del punto
prelievi anche la domenica mattina. La guerra, insomma, dai costi si sposta sui servizi e sulla
flessibilità, ma la qualità? «In
campo diagnostico forse l’ecografia fatta da un primario può
avere qualche differenza qualitativa rispetto a quella di un altro
medico, ma, quando si parla di
analisi, lo strumento diagnostico quando lavora non fa differenza tra pubblico e privato» sorride Mario Potestio.
Marco Toresini
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ultima frontiera
Ecografie, ora il privato va a domicilio
Il servizio sanitario nazionale, con le
sue problematiche, offre il fianco alla
risposta imprenditoriale dei privati.
Agli inizi di giugno è stato avviato il
nuovo centro diagnostico ecografico
Eco 28, presso la torre Fuksas di via
Duca d’Aosta. Una struttura, ideata e
voluta da Claudio Straorsti (nella foto)
direttore sanitario, aiutato nell’impresa
da alcuni imprenditori bresciani (100
mila euro la cifra dell’investimento),
finalizzata a offrire all’utenza un
servizio specifico che spesso comporta
tempi d’attesa «biblici» per i pazienti.
«Eco 28 nasce per incontrare le
esigenze dell’utenza. Nelle strutture
ospedaliere pubbliche, per sottoporsi a
un’ecografia, l’utenza aspetta anche
due, tre mesi. La nostra struttura, che
opera dalle 8
alle 20, dal
lunedì al
sabato, riesce a
garantire
l’esame il
giorno
successivo alla
prenotazione».
Una realtà,
quella di Eco
28, non
convenzionata con la sanità pubblica,
ma che tuttavia, garantisce prezzi
popolari. «Il costo di un’ecografia, di
qualsiasi tipologia si tratti, è di 59 euro.
Un prezzo in linea — sottolinea
Straorsti — con quello che si spende in
qualsiasi ospedale. Inoltre, per i
pazienti che soffrono di problemi
motori, diamo la possibilità, grazie a
specifiche attrezzature mobili, di
effettuare ecografie a domicilio». Un
servizio specifico di analisi, quello delle
ecografie, che non muterà nel tempo:
«Eco 28 non diventerà un
poliambulatorio. Presso il centro
disponiamo di due ecografi e di un
team di 12 ecografisti. Apriremo sì a
collaborazioni con nomi illustri della
medicina bresciana, sempre che la loro
attività possa dare un impulso
importante anche alla nostra. Crediamo
però che solo concentrandosi su una
nicchia di esami clinici si possa
garantire un servizio di qualità».
Alessandro Massini Innocenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA