TORINO nel `500

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TORINO nel `500
Percorso realizzato da Fondazione Torino Musei
TORINO nel ‘500
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6
5
2
3
Punti rete Wi-Pie
1
Piazza Castello
sotto il palazzo della
Regione
2
Palazzo Lascaris
via Alfieri 15
3
Urp del Consiglio
regionale
via Arsenale 14
4
Sede del Consiglio
regionale
Piazza Solferino 22
5
Museo Regionale
di Scienze Naturali
via Giolitti 36
1
PALAZZO
MADAMA
1
4
7
4
2
3
GAM
GALLERIA
D’ARTE
MODERNA
5
© OpenStreetMap Contributors
Dati da Fondazione Musei Torino e Museo Torino coperti da licenza IODL 2.0
EDISU
PIEMONTE
PIAZZA
CAVOUR, 5
Un evento di
TORINO nel CINQUECENTO
In occasione di
1
Mastio della Cittadella
Via Carlo Promis, Giardini Promis
2
Chiesa dei Santi Martiri
Via Garibaldi 25
3
Palazzo Scaglia di Verrua
Via Stampatori 4
4
Casa del Romagnano
Via Mercanti 9
5
Duomo
Piazza San Giovanni
6
Bastion Verde
Giardini Reali
7
Palazzi Piazza Castello (moderna)
Piazza Castello
Informazioni tratte da MuseoTORINO - www.museotorino.it
Il Quattrocento si chiude con il cantiere per la nuova cattedrale, unico edificio in Torino dall’aspetto
rinascimentale. Sotto il dominio francese, la città, luogo di transito, potenzia le strutture ricettive. La
trasformazione più rilevante dal punto di vista architettonico e urbanistico si deve alla politica di disegno
urbano e attenzione militare di Emanuele Filiberto, che, dopo il trasferimento della capitale del Ducato
di Savoia da Chambéry a Torino, fortifica e riprogetta la città.
Allo scadere del XV secolo il vescovo Domenico della Rovere ordina l’edificazione del Duomo Nuovo in
forme rinascimentali affidandone il progetto a Bartolomeo di Francesco di Settignano, detto Meo del
Caprina: i lavori iniziano nel 1491 e si protraggono fino alla consacrazione (1505); è questo uno dei pochi
edifici torinesi dotati di caratteri spiccatamente rinascimentali.
Nel 1513 Torino diventa sede arcivescovile. Nel 1538 il Piemonte sabaudo è annesso al Regno di Francia
e nel 1539 Francesco I istituisce a Torino un Parlamento e la Corte dei Conti. Sotto i Francesi la città
conosce un ulteriore impulso economico e demografico e mantiene il primato politico e amministrativo in
Piemonte, favorito dalla posizione viaria che facilita lo sviluppo del sistema ricettivo: in questo periodo
sono documentate oltre cinquanta strutture, alberghi e taverne, tra cui l’albergo della Corona Grossa.
Dopo il trasferimento della capitale da Chambery a Torino nel 1563, i duchi Emanuele Filiberto
(1563-1580), prima, e Carlo Emanuele I (1580-1630), poi, si dedicano alla fortificazione della città.
Emanuele Filiberto sceglie di porre la nuova Cittadella e la residenza ducale ai vertici opposti dell’antico
castrum romano; favorisce inoltre gli ordini religiosi, consolidando l’alleanza con i Gesuiti con la
costruzione della chiesa dei Santi Martiri, progettata secondo i caratteri del manierismo controriformista.
Carlo Emanuele I si dedica al progetto della nuova città civile, che inglobi entro un circuito murario a
forma di mandorla la città romana e medievale, triplicandone le dimensioni. L’immagine del buon governo
del sovrano si esprime su più fronti, tra cui la costruzione del santuario dedicato alla Sindone e della
chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini (avviata nel 1583 e ultimata solo molti anni più tardi). Il
duca istituisce anche, nel 1584, un concorso per l’edificazione del nuovo palazzo ducale, realizzato di
fatto solo a partire dal 1643.
con