Treno delle memoria 2017 - Liceo Scientifico e Liceo Classico di

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Treno delle memoria 2017 - Liceo Scientifico e Liceo Classico di
Treno delle memoria 2017
È stata come sempre un’esperienza che segna e rimane per tutta la vita quella che hanno vissuto
le alunne e gli alunni dell’IISS Liceo Classico-Liceo Scientifico che hanno partecipato per
quest’anno scolastico, dal 23 al 31 gennaio, al Treno della Memoria, rinnovando un appuntamento
che è diventato costitutivo dell’identità dei Licei.
Il loro viaggio ha avuto Praga come tappa intermedia e
di avvicinamento; di lì si sono spostati a Terezin, campo di
concentramento dove circa 144.000 ebrei furono imprigionati; molti vi morirono, altri furono deportati verso Auschwitz ed altri luoghi di sterminio. Dopo, a Lidice, completamente distrutta il 10 giugno 1942, come rappresaglia da
parte degli occupanti tedeschi, in seguito all'attentato delle
forze partigiane ceche in cui era stato ucciso Reinhard
Heydrich. Una triste sorte fu riservata ai bambini del villaggio, la maggior parte furono portati al campo di sterminio di Chełmno, un gruppo giudicato adatti per la "germanizzazione" e affidato a famiglie tedesche.
Il gruppo è poi arrivato a Cracovia e ha avuto un primo
contatto con la città: «Mentre camminavamo per la città –
ha raccontato Martina Pisani, della III A del Classico – ad
ogni angolo, in modo inaspettato, trovavamo degli attori
immedesimati in tedeschi durante il periodo del primo dopoguerra, che ci narravano dal loro punto di vista la crisi, la
Repubblica di Weimar e l'ascesa di Hitler, il perché loro
stessi lo appoggiavano nelle elezioni come possibilità di ristabilire l'ordine e la superiorità della razza ariana; temi che abbiamo appena studiato e che così ci sono apparsi in tutta la loro drammaticità.
È stato molto significativo. Ad un certo punto mi sono spaventata, stavo camminando normalmente
e mi si è avvicinata
una signora che mi è
sembrata una zingara,
mi chiede in italiano
se avessi qualcosa da
mangiare ed io mi sono sentita in colpa per
non poterle dare nulla, solo dopo ho capito che era un'attrice e
che faceva parte della
immedesimazione che
ci stavano proponendo nella realtà del
tempo». A Cracovia,
anche un percorso fra
ghetto ebraico e fab-
brica di Schindler; non un semplice camminare per luoghi, sia pure fortemente simbolici, in quanto
alcuni interventi teatrali nei posti più significativi hanno portati in ragazzi non solo a comprendere,
ma a vivere in modo empatico la memoria di eventi terribili.
Infine,
il
momento topico,
l’impatto
con
Auschwitz
e
Birkenau. Martina ancora racconta:
«Sono
state otto ore
complessive di
visita, ma sono
volate, anche per le forti emozioni provate. Durante il percorso sono state fatte delle letture tratte da
racconti di sopravvissuti; il museo, poi, è fatto molto bene e rende perfettamente l'atrocità, spiegandone tutte le dinamiche. La cosa che mi ha colpita di più sono stati gli effetti personali, tipo spazzole, scarpe, capelli, che venivano sottratte agli ebrei non appena arrivavano al campo. Dopo il pianto,
mi è cresciuto dentro cresceva un senso di grande indignazione, chilometri e chilometri di rotaie ed
ex case di legno utilizzate come dormitori e per ogni tipo di perversione dei tedeschi. A conclusione
della visita, una cerimonia, ci è stato chiesto di scrivere su un foglietto il nome di uno dei deportati
di Auschwitz che, vedendone la foto, più ci aveva colpito, per il quale era scattato un meccanismo
di immedesimazione. Quel nome lo abbiamo letto, accompagnato da 'io ti ricordo' a Birkenau e lasciato, con una piccola candela, accanto al monumento commemorativo delle vittime».
Significativa per i nostri liceali anche la fase di riflessione conclusiva nella assemblea plenaria.
Nicolò Cuocci, III A del Liceo Classico: «Ci siamo riuniti per confrontarci sull'esperienza nei campi
di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Un
abbraccio commovente ha aperto l'assemblea, dopodiché ci sono state mostrate due
testimonianze: la prima riguardava Marcello
Martini, deportato perché a 14 anni è diventato oppositore politico del regime, in quanto aveva cominciato a denunciare l'operato
dei nazisti. Un'altra vittima della Shoah è
stato uno degli allenatori più promettenti in
quel periodo storico, vittima delle leggi razziali introdotte in Italia e morto il 31 gennaio 1944, solo perché ebreo. A questo punto sono interventi molti di noi con le nostre
riflessioni e sentimenti; l'esperienza che porteremo sempre con noi e la profonda convinzione nella lotta alla discriminazione
dell'altro, sia egli omosessuale, infatti le
condizioni degli omosessuali nei campi allora e l'omosessualità oggi è stato il tema che ha accompagnato il secondo gruppo di partecipanti, di diverse etnie o religione. Dopo ci sono stati altri interventi, tra cui quello del prof. Daniele De Luca, che ha parlato del senso di responsabilità che ognu-
no di noi deve avere nella propria vita e di un
rappresentante dell'associazione LEA, legata
al riconoscimento dei dritti per gli omosessuali. Alla fine è stato presentato il filmato del
flash-mob realizzato in mattinata. Sono seguiti i ringraziamenti dell'associazione a noi studenti».
Docente accompagnatrice: prof.ssa Marta
Giancaspro