Viaggio verso la Memoria - IPSSAR Enrico Mattei Vieste

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Viaggio verso la Memoria - IPSSAR Enrico Mattei Vieste
L’ IPSSAR “E.MATTEI”: in viaggio per la memoria.
E’ accaduto e pertanto può accadere di nuovo. Questo è il nocciolo di quanto
abbiamo da dire. (P.Levi)
Esperienza straordinaria appena terminata, che ha portato sette alunni ed un docente nei luoghi dove
si è consumata una delle pagine più buie del XX secolo: i campi di sterminio di Auschwitz e
Birchenau.
Raccontare … difficile! Cercheremo di farlo lasciandoci guidare dai sentimenti e dalle emozioni
che ci hanno accompagnati.
Incomprensibile ciò che i nostri occhi hanno visto e ciò che le nostre orecchie hanno ascoltato.
Ai deportati è stato tolto tutto ciò per cui si vive: la famiglia, la terra, la dignità.
Qualcuno potrebbe chiederci … e la vita? Anche quella è stata sottratta loro, forse molti avranno
anche pregato per perderla, altri volutamente si sono scagliati contro la recinzione ad alta tensione.
Strappati dalla propria terra e dalla propria famiglia, per essere deportati nei campi di
concentramento, “colpevoli” di essere ebrei, polacchi,russi e zingari.
Comincia così la “conquista dello spazio vitale” da parte dei tedeschi:
“Gli ebrei sono una razza che deve essere sottoposta alla completa distruzione” (Hans Frank,
Governatore generale della Polonia occupata).
“Dobbiamo liberare la nazione tedesca da polacchi, russi, ebrei e zingari” (Otto Thierack,
Ministro della giustizia del III Reich).
“Il compito principale è rintracciare tutti i dirigenti polacchi, per poterli rendere innocui.
Tutti i professionisti di origine polacca verranno impiegati fino allo sfinimento nella nostra
industria bellica e tutti i polacchi verranno eliminati dalla faccia della terra” (Heinrich
Himmler, Reichsfhuhrer SS).
La prima tappa ci ha portato dopo una visita a Praga, nel campo di transito di Terezin. Questo
campo era utilizzato come sosta dei deportati che successivamente venivano trasportati ad
Auschwitz , Birchenau e a tutti gli altri campi di sterminio. Nonostante non fosse un campo di
sterminio, raccapriccianti erano le condizioni di vita degli esseri umani lì detenuti. I deportati
dovevano fare i conti con fame, scarsissima igiene, mancanza di spazi vitali (ca.2 metri quadrati a
persona) e per queste ragioni molti morivano di malattie o fame.
Campo di transito di Terezin
A seguire abbiamo visitato Lidice , piccola cittadina della Repubblica Ceca, completamente
distrutta il 10 giugno1942, come rappresaglia da parte dei tedeschi, in seguito all'attentato delle
forze partigiane ceche in cui era stato ucciso Reinhard Heydrich, "Protettore del Reich", nel
Protettorato di Boemia e Moravia.
Un silenzio surreale abita in un prato completamente innevato dove non resta che una grande
scultura bronzea che rappresenta i bambini trucidati.
Di 99 bambini, 17 furono giudicati adatti per la "germanizzazione" e affidati a famiglie tedesche,
per i restanti 82 bambini, il 2 luglio 1942, su indicazione di Adolf Eichmann, furono portati al
campo di sterminio di Chełmno a 70 km da Łódź. Quasi certamente hanno trovato la morte il giorno
stesso in camera a gas.
Statua bronzea in ricordo dei bambini di Lidice.
Fin qui si è riusciti a raccontare ciò che abbiamo visto e ciò che ci è stato narrato, ora sarà difficile
dire cosa siano i campi di Auschwitz e Birchenau.
Atrocità, atrocità ed ancora atrocità. Come può l’uomo aver messo in piedi simili barbarie? Non lo
sapremo mai. Condizioni igienico sanitarie nulle, solo un tozzo di pane ed una minestra (presunta
tale), 1.62 metri quadri per detenuto, un letto (chiamiamolo così) ogni tre/quattro deportati,
castrazione chimica, taglio dei capelli e di tutti i peli del corpo dai quali i tedeschi ricavavano
saponi, scatole per gioielli e quant’altro.
Parlando della DIGNITA’ loro sottratta, avevano pochi secondi per poter assolvere ai propri
bisogni, prima che il Kapò li picchiasse, pertanto erano costretti a fare la fila nudi (uomini e donne
indistintamente).
Ai deportati venivano per punizione, strappate le unghie e lasciati al freddo a temperature che
raggiungevano i -30°.
Campo di sterminio di Auschwitz
Ai detenuti oramai esausti, alcuni arrivavano a pesare 35/40 kg, veniva promesso un bagno caldo,
invece entrati all’interno delle stanze trovavano finti bocchettoni da doccia da dove fuoriusciva gas.
Era la fine!!!
Una volta morti, venivano trasportati nella stanza accanto, dove i tedeschi, prima di cremarli
provvedevano ad estirpare loro denti d’oro, anelli e collane.
Forni crematori Auschwitz
Ora fermiamo il nostro racconto, (potremmo scrivere ancora per ore), con la speranza che questa
memoria continui in ogni angolo della terra. Mai più simili atrocità!
Permetteteci di ringraziare il D.S. Prof. Paolo Soldano che da anni continua a credere in questa
esperienza. Grazie Preside!!!
Vi lasciamo con una frase che ci ha colpito molto e che auspichiamo possa essere di monito alle
future generazioni:
“Ed ora imparate che bisogna vedere e non guardare in aria, occorre agire e non parlare.
Questo mostro, stava una volta, per governare il mondo!
I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è
ancor fecondo”. (B.Brecht)
I partecipanti all’esperienza:
Prof. Ruggieri Rocco ( docente accompagnatore)
D’Avanzo Pasquale V Eno B
Reitani Anna
V Eno B
Sciarra Pio
V Eno B
Draicchio Raffaella
V Eno B
Dimauro Pasquale
V Eno C
Calderisi Giulia
V Acc. Turistica
MykhailiukVitalij
V Acc. Turistica