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LICEO SCIENTIFICO STATALE “F.LUSSANA” PROGRAMMA EFFETTIVAMENTE SVOLTO ITALIANO - A. SCOL. 2014/15 CLASSE III C - DOCENTE: ROTA SILVIA Testi in adozione: Luperini-Baldini-Castellana-Cataldi- Gibertini- Marchiani, La letteratura e noi. Dal testo all’immaginario, vol. 1 Duecento e Trecento, vol. 2 Quattrocento e Cinquecento, ed. Palumbo, 2013 Dante Alighieri, Commedia multimediale, a cura di R.Bruscagli- G.Giudizi, ed. Zanichelli, 2011 Laboratorio di Scrittura: Peculiarità del testo letterario. Guida all’analisi del testo letterario sia in prosa che in versi (Tipologia A dell’Esame di Stato) ; propedeutica al Saggio Breve/articolo di giornale (Tip. B) attraverso guida alla costruzione ragionata ed alla “spremitura” del dossier (argomenti di attualità) A. Duecento e Trecento attraverso i testi di accesso: Dio al centro del mondo: Le sculture del Duomo di Modena di Wiligelmo; La rivalutazione della vita terrena: la pala di san Francesco di B. Berlinghieri L’amore come rivelazione: Dante, Vita Nova, XXVI , “tanto gentile e tanto onesta pare” La scoperta dell’interiorità ed il paesaggio stato d’animo: F. Petrarca, Canzoniere, Solo e pensoso Una nuova etica laica, G. Boccaccio, Decameron, Chichibio e la gru Concetti-chiave della storia della letteratura e dell’immaginario medievale. Società medievale e Medioevo latino. L’Europa intorno al XII secolo. L’affermazione dei volgari romanzi. I primi documenti del volgare italiano. La società cortese e la nascita delle letterature europee. Le date e i luoghi: l’egemonia francese in lingua d’hoc e in lingua d’oil. Autori, pubblico e generi letterari. Ripasso dell’ideale del fin’amour del trattato di Andrea Cappellano e di quanto svolto nell’anno precedente. Lettura, analisi e commento dei seguenti testi: anonimi: Indovinello veronese; Placito di Capua; Iscrizione di san Clemente Andrea Cappellano, dal De amore: I comandamenti di amore Guglielmo d’Aquitania, Per la dolcezza della nuova stagione Chretien de Troyes, Perceval ou le conte du Graal (lettura integrale in traduzione) B. la letteratura italiana nell’età dei Comuni : affermazione della civiltà comunale, società ed immaginario, intellettuali ed organizzazione della cultura. La poesia lirica: la scuola siciliana: tempo, luoghi, figure sociali, strutture metriche e lingua. Autori e poetica del Dolce Stilnovo. Autori e poetica comico-realistica. Lettura, analisi e commento dei seguenti testi: Jacopo da Lentini, Io m’aggio posto in core a Dio servire; Guido Guinizzelli, Al cor gentile rempaira sempre amore (sintesi) ; Io voglio del ver la mia donna laudare; Chi vedesse a Lucia un var capuzzo Guido Cavalcanti, Chi è questa che ven ch’ogn’om la mira; Voi che per li occhi mi passaste ‘l core; Guata Manetto quella scrignutuzza Rustico Filippi, Ne la stia mi par d’esser col leone; Oh mio dolce marito Aldobrandino Cecco Angiolieri, S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo; Becchin’ amor! Che vuo’ falso tradito? C. Dante Alighieri: vita, formazione culturale e politica. Elaborazione, struttura e contenuti delle opere minori con particolare riferimento a Vita nova, Convivio, De vulgari eloquentia, Monarchia. Lettura, analisi e commento dei seguenti testi: dalle Rime: LII Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io; dalla Tenzone con Forese Donati, dalla Vita Nova:I-II l’angiola giovanissima;XXVI 1-4, la donna della salute, Tanto gentile e tanto onesta pare. Dal Convivio cap. I,1,1-19 proemio; cap. I, 13, 1-3, elogio della lingua materna (online); dal De vulgari eloquentia: I, Alla ricerca della lingua perfetta dal De Monarchia: III; 16 Impero e papato D. La Commedia: datazione ed elaborazione, struttura e temi; il tema del viaggio: l’oltretomba e il mondo terreno. L’impegno politico e l’esilio. La concezione figurale ed allegorica. Dante autore e personaggio. Lettura, analisi e commento dei seguenti testi: Inferno, canti I, II, III, IV, V, VI, X, XV, XVII (vv.1-36, 79-136 ) , XXVI, XXXIV Purgatorio, canti VI, XXIV (vv.49-60); XXX il ritorno di Beatrice Paradiso, canto VI E. La prosa in volgare dal XIII secolo fino al Boccaccio. Il Novellino. L’Oriente e l’immaginario nel Milione di Marco Polo. Dall’exemplum alla novella. Giovanni Boccaccio: vita ed opere; tematiche e visione del mondo. Il Decameron: struttura e temi, poetica ed ideologia, la cornice; la ragione e la morale : il relativismo problematico. Lettura, analisi e commento dei seguenti testi: anonimo, dal Novellino: IC una bella storia d’amore; XLIX il medico di Tolosa; nov. LXIII, Il Soldano e Melchisedech (online) Bonvesin de la Riva, De magnalibus Mediolani, XVII Milano città ricca ed indaffarata Dino Compagni, Cronica delle cose occorrenti, II,cap.1 Apostrofe ai fiorentini Marco Polo, dal Milione: prologo; 108, della provincia di Ardanda, 112, della provincia di Caugiugu Giovanni Boccaccio, dal Decameron: Proemio, Introduzione alla prima giornata; I,1 ser Ciappelletto; I, 3 Melchisedech; II, 5 Andreuccio da Perugia; II, 4 Landolfo Rufolo; III,2 Lo stalliere di re Agilulfo; III 10 Alibech *; introduzione alla IV giornata; IV,1 Tancredi e Ghismunda; IV, 5 Elisabetta da Messina* ; V,1 Cimone* ; IV7 Simona e Pasquino*, VI, 4 Chichibio e la gru; VI 8 la nipote di Fresco da Celatico; VI, Madonna Filippa *; IX, 2 la badessa e le brache* Le novelle contrassegnate da * sono state lette, analizzate a gruppi ed esposte attraverso presentazioni multimediali F. Francesco Petrarca ed il protoumanesimo come risposta alla crisi del Trecento. Vita ed opere. Il Canzoniere: composizione, struttura e temi; stile; metrica. L’io lirico ed il paesaggio stato d’animo. L’amicizia con Boccaccio: affinità e differenze nel loro approccio ai classici. Lettura, analisi e commento dei seguenti testi: dalle Epistulae: ad Familiares, l’ascesa al monte Ventoso Seniles, ai Posteri (online) Dai Trionfi, I, 70-100, Il trionfo della Morte Dal Canzoniere: I, Voi che ascoltate in rime sparse il suono; III Era il giorno ch’al sol si scoloraro i rai; XVI, Movesi il vecchierel (con confronto con Dante, Paradiso, XXXI, vv. 103-111); XXXV , Solo et pensoso i più deserti campi; cfr. con O cameretta che già fosti porto; XLVI, l’oro et le perle e i fior vermigli e i bianchi, XC , Erano i capei d’oro a l’aura sparsi; CXXXIV Pace non trovo e non ho da far guerra, CXXVI Chiare, fresche, dolci acque; G . il Quattrocento. Definizione, cronologia e luoghi di Umanesimo e Rinascimento . l’arte come celebrazione dell’armonia del creato: la nascita di Venere di S. Botticelli. Il concetto di humanitas. Le corti e l’organizzazione della cultura. La concezione del tempo e dello spazio. Il fervore nello studio degli antichi. La rivalutazione del corpo e della dignità umana. Caratteri della prima fase della civiltà umanistico- rinascimentale (1380-1492). Firenze nell’età di Lorenzo de’ Medici e l’Umanesimo in volgare. Lorenzo de’ Medici, Angelo Poliziano. La Ferrara degli Estensi sotto Borso ed Ercole I. Vita ed opere di M.M.Boiardo. Lettura, analisi e commento dei seguenti testi: Dibattito sull’imitazione nello scambio epistolare fra Paolo Cortese ed A. Poliziano: tra teoria dell’ottimo modello e docta varietas (online) Poggio Bracciolini, Epistole: Ho liberato i classici dalle catene ; Dai Bagni di Baden, 1416 (online) Angelo Poliziano, dalle Rime: I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino dalle Stanze per la giostra, L’inseguimento della cerva e l’apparizione di Simonetta (online) Matteo Maria Boiardo,dall’ Orlando innamorato: libro I, 1, 20-35 Angelica alla corte di Carlomagno libro I, XVIII, ottave 37-55 il duello fra Orlando e Agricane e il dialogo notturno libro III, IX, ottava 25-26: l’interruzione del poema con l’irruzione della realtà della guerra Pietro Aretino, Epistole, la morte di Giovanni delle Bande Nere Ludovico Ariosto, Satira III, vv.88-123, 238-265 dall’ Orlando Furioso, canto I (lettura integrale); *Visita d’istruzione alla Sacra di San Michele e all’abbazia di S. Antonio in Ranverso *Visita alla Danza Macabra di Clusone *Visione e discussione del film di E. Olmi “Il mestiere delle armi” La docente Bergamo, 6 giugno 2015 i rappresentanti degli studenti ITALIANO - CLASSE TERZA Per tutti: A). Lettura obbligatoria dei seguenti testi : N. Machiavelli, La mandragola (con sintesi della trama, sistema dei personaggi, tematiche e commento) C.Goldoni, La locandiera (con sintesi della trama, sistema dei personaggi, tematiche e commento) I. Calvino, Italo Calvino legge l’Orlando Furioso, ed. Mondadori I. Calvino, Perché leggere i classici (solo la parte introduttiva) anche online in www.classicitaliani.it B). Lettura obbligatoria di almeno 2 dei testi da conoscere entro il V anno, indicati in elenco (allegato 1) C). Scrittura * Completare il lavoro personalizzato di costruzione di un Dossier su tema di attualità, già avviato nel corso dell’anno * Svolgere le varie fasi di “spremitura del dossier” sull’argomento “ l’educazione oggi” (allegato 2) Per chi deve sostenere l’esame nella sessione autunnale o presenta incertezze: A). Tutto quanto riportato alla voce Per tutti B). Ripasso accurato di quanto svolto in classe C). Può essere utile consultare Patota-Ricci, Restiamo in tema. Guida alla scrittura e alla prima prova dell’esame di stato. Con espansione online. Per le scuole superiori, Pearson ed., 9.90 euro oppure L. Carrada- C. Trequadrini, Studio dunque scrivo, con palestra di scrittura online, ed. Zanichelli ALLEGATO 1 * G.Bassani, il giardino dei Finzi Contini * I. Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno; il castello dei destini incrociati, Se una notte d’inverno un viaggiatore * C. Cassola, la ragazza di Bube * B. Fenoglio, Una questione privata * C.E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana * C. Levi, Cristo si è fermato ad Eboli * P. Levi, I racconti ( Storie naturali, Vizio di forma, Lilit) ; il sistema periodico, Se questo è un uomo, la tregua * A. Moravia, Agostino; gli indifferenti *P.P. Pasolini, Ragazzi di vita * L. Pirandello, Novelle per un anno (scelta significativa) * L.Pirandello, L’esclusa *L.Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore * V. Pratolini, le ragazze di San Frediano * L. Sciascia, La scomparsa di Ettore Majorana; il giorno della civetta * I.Svevo, Racconti, Senilità * G. Tomasi da Lampedusa, Il gattopardo * G.Verga, Novelle rusticane; Mastro don Gesualdo Allegato 2 . Avvio alla Tipologia B dell’esame di stato. Argomento : L’educazione oggi FASE A ). “SPREMITURA DEL DOSSIER” Leggi con attenzione i seguenti articoli e ciascun di essi procedi come segue: a). indica la tipologia testuale prevalente ( descrittiva,informativa, persuasiva, argomentativa…) precisando da quali elementi testuali l’hai capito b). individua la frase topica (contenente la tesi) c). sintetizza lo sviluppo degli argomenti d). individua i punti forti e quelli deboli e). controbatti i punti deboli dell’argomentazione f). fai leggere ad una persona della tua famiglia (padre, madre, fratelli, nonni..) questi articoli e sintetizzane le reazioni e riflessioni g). confronta l’opinione che ti sei fatto sull’argomento con quanto hai letto e dibattuto in famiglia e). dai un voto motivato (forma/contenuto) da 1 a 10 agli articoli del dossier DOC. 1). Da www.corriere.it, 13 settembre 2014, Irene Soave, Educazione ? L’identikit del coach migliore. Capace di evitare frustrazioni o ambizioni sbagliate. Soprattutto ai genitori . «Voi non siete speciali» Ai ragazzi si insegna così «Voi non siete speciali. Vi hanno viziati, coccolati, idolatrati. Ma diversamente da quanto suggeriscono il trofeo che avete vinto a calcio o la vostra splendida pagella, non lo siete. Anche se ci fosse un diplomato su un milione, sareste comunque settemila sulla terra: se tutti siete speciali, non lo è nessuno». Il discorso del professore d’ inglese David Mc Cullough ai diplomati del suo liceo di Boston finì su YouTube appena concluso, il 7 giugno 2012. La sera stessa era stato visualizzato 2 milioni di volte e condiviso su centinaia di migliaia di bacheche Facebook. E in pochi mesi è diventato un libro, uscito ora anche in Italia: Ragazzi, non siete speciali! E altre verità che non sappiamo più dire ai nostri figli (Garzanti, 252 pagg., euro 15, traduzione di Roberto Merlini). «Ricevetti tonnellate di email, la gente mi fermava per strada, le tv mi invitavano. La mia era una critica da insegnante: negli ultimi anni i miei allievi, spronati da genitori che per la loro formazione investono molto, hanno sempre più difficoltà a valutare i propri talenti, pensano che un master darà loro lavoro e diventano narcisisti, incapaci di gestire l’ insuccesso. Ma nessuno si è offeso. Anzi, ho capito che il messaggio “non siete speciali” generava in tutti un certo sollievo». Già, sollievo. Perché «per i ragazzi di oggi essere speciali è una condanna», spiega lo scrittore Francesco Pacifico. «Non c’ è scelta: i loro padri l’avevano, tra un percorso sicuro ma poco eccitante e carriere ambiziose ma più precarie. Loro no: anche per fare l’insegnante oggi servono dieci anni di tribolazioni. Così ci si butta, finanziati da genitori ansiosi, su ambizioni spesso fuori misura: regista, diplomatico, fisico nucleare». Al tema Pacifico ha dedicato un romanzo, Class - vite infelici di romani mantenuti a New York (Mondadori, 189 pagg., euro 19). Che inizia così: «La realizzazione personale di un giovane borghese non vale il denaro che costa». E racconta le storie (infelici, appunto) di un giovane regista e della moglie, le cui carriere creative sono finanziate da famiglie non miliardarie fino a tardissima età. «Credendo di aiutarli, i genitori li caricano di aspettative. E ritardano domande fondamentali: ??ho talento o no? Quello per cui sto studiando mi piace o no???». Non a caso, il manuale Ragazzi, non siete speciali! è dedicato «agli adolescenti, ma soprattutto a mamma e papà. È da loro che nascono moltissime delle ambizioni sbagliate dei ragazzi, e delle loro frustrazioni», spiega Mc Cullough. E se il docente americano descrive genitori «ossessionati dai voti, pronti a telefonare a casa dell’insegnante per fargli cancellare un’insufficienza per timore che macchi il curriculum del ragazzo», i colleghi italiani raccontano di «mamme che fanno i compiti al posto dei figli, e se chiedo loro perché mi rispondono: era stanco. Se do un sei, mi chiedono perché non sette, in fondo il ragazzo è portato. E così via». A parlare è Isabella Milani, professoressa di italiano in una scuola media e autrice di un fortunato blog per insegnanti (http://bit.ly/milani. scuola). «Ma il momento peggiore è la scelta delle superiori: noi insegnanti diamo consigli, ma in pochi ci ascoltano. Preferiscono mandarli al liceo, a costo che sputino sangue, e protestare anche lì se i voti non sono buoni, piuttosto che scegliere un buon istituto tecnico o professionale dove potrebbero fare, e stare, meglio». Un errore e che molti pagano con la dispersione o l’abbandono scolastico. «Il 74% delle richieste di consulenza arrivate tra il 2010 e il 2012 sono di studenti liceali che vogliono cambiare percorso», commenta Francesco Dell’Oro, per anni responsabile del Servizio orientamento scolastico al Comune di Milano e autore di vari saggi sul tema. «Molto spesso non hanno scelto loro di andare al classico o allo scientifico. Ma i genitori, che hanno una fede incrollabile nell’iter liceo -università “concreta” come Economia o Ingegneria ? laurea a pieni voti, come carta vincente per trovare lavoro. E sbagliano». Mostra i risultati 2013 dell’indagine Excelsior di Unioncamere, secondo cui le capacità più richieste per un neolaureato sono «lavorare in gruppo» e «attitudini comunicative»: «capacità che un ragazzo sviluppa se studia con piacere e curiosità, non con l’acqua alla gola in un corso scelto “perché dà lavoro”. Magari uno sarebbe un buon chef, e invece passa anni di fatica a studiare da medico». O, come i velleitari protagonisti del romanzo di Pacifico, anni di scuole di cinema per poi scoprirsi senza talento. Anche questo è un rischio. «Ma almeno sta seguendo la sua strada», chiosa Mc Cullough. «L’importante è che si trovi un piano B, un’attività con cui mantenere il sogno e che non gli dispiaccia. Se no non diventa adulto». Figlio di uno storico affermato (il premio Pulitzer David Mc Cullough Sr.), da giovane aveva i mezzi economici e il desiderio di fare lo scrittore. Tre romanzi impubblicati «e impubblicabili, lo ammetto» ? più tardi ripiega, senza voglia, sull’insegnamento. «Un lavoro ordinario. Che però mi piacque moltissimo. E non solo: mi ha poi consentito di scrivere un libro, proprio sull’insegnamento. Realizzando, alla fine, il mio sogno da ragazzo». DOC. 2). www.corriere.it, 13-14gennaio 2011, Giuliana Ferraino, «Madri orientali, inflessibili e migliori». Una prof cinese di Yale: così ho educato le mie bimbe. MILANO - «Perché le madri cinesi sono superiori» è il titolo di un saggio pubblicato sabato sul Wall Street Journal. Da allora questo non solo è l'articolo più letto e commentato del sito online, con oltre 3.600 post di lettori il numero aumenta di ora in ora, ma sta spopolando anche su Facebook: lo hanno già condiviso ben 187.462 amici dato aggiornato a ieri sera. Di che si tratta? L'autrice Amy Chua, una professoressa di Legge alla Law School dell'Università di Yale, insegna a tirar su i propri figli per farli diventare piccoli geni in matematica vedi i risultati degli studenti di Shanghai negli ultimi test Pisa dell'Ocse e prodigi nella musica. Alla base del successo dei giovani cinesi, sostiene Chua, c'è infatti il metodo educativo imposto dalle madri cinesi. Avete presente le dolcissime mamme italiane super apprensive e iper protettive con i loro bambini anche quando non sono più bambini? Ebbene le mamme cinesi sono esattamente l'opposto dello stereotipo italiano. La madre italiana è una chioccia, quelle cinese è una tigre. Come suggerisce il titolo del libro da cui è estratto il saggio di Chua, «Inno di battaglia della madre tigre». Il metodo cinese è fatto di disciplina, rigore e severità, all'ennesima potenza. Secondo l'autrice è proprio la coercizione che porta ad eccellere. Ed elenca alcune delle regole messe in pratica con le sue due figlie, Sophia e Louisa. Il decalogo include non invitare o andare dagli amici a giocare, non dormire fuori casa, non guardare la tv o giocare con i videogames, non lasciare ai figli la scelta delle attività extra-scolastiche, pretendere il massimo dei voti. Troppo? Perfino quando i genitori occidentali pensano di essere severi non si avvicinano neppure lontanamente alle madri cinesi. Per dare un'idea, Chua racconta come riuscì a far imparare a Louisa, quando aveva circa 7 anni, a suonare al pianoforte un pezzo del compositore francese Jacques Ibert, «Il piccolo asino bianco». Un pezzo molto bello, ma assai complicato per una bambina, perché «le mani devono suonare ritmi completamente diversi in modo schizofrenico», ricorda. Lulu non riusciva a suonarlo. Nemmeno dopo una settimana di esercitazioni non stop. Così la madre tigre diventa un'aguzzina. Nasconde l'amata casa delle bambole della figlia, e promette di regalarla pezzo a pezzo all'Esercito della Salvezza, se non imparerà «Il piccolo asino bianco» alla perfezione per l'indomani. Minaccia di farle saltare pranzo e cena, di non farle più regali a Natale, di abolire la festa di compleanno per 2, 3, 4 anni di fila. La offende chiamandola pigra, codarda, smidollata, patetica. Nemmeno l'intervento del marito Jed ferma la madre tigre, perché quelli non sono insulti, lei sta «solo motivando» la figlioletta, si giustifica. La madre tigre è disposta ad «essere odiata». Ma non rinuncia al suo metodo. Così torna dalla figlia e continua a torturarla, usando «ogni arma e tattica» che le viene in mente. Madre e figlia provano al piano per tutta la sera fino a notte fonda, saltando la cena. Lulu non può alzarsi nemmeno per bere o per andare in bagno. La casa ormai è «una zona di guerra», piena di urli. Poi all'improvviso Lulu riesce a suonare il pezzo. È «talmente raggiante» che non vorrebbe più smettere di suonare. La morale di Chua è che i genitori occidentali si preoccupano molto dell'autostima dei loro figli. Ma come genitore, una delle cose peggiori che si possono fare per l'autostima del proprio figlio è di farlo arrendere davanti a un ostacolo, dice. Non c'è niente di meglio per acquistare fiducia che scoprire di poter fare qualcosa che non si pensava di saper fare. Ma può l'eccellenza nella musica o in altre discipline scientifiche fare la felicità dei nostri figli? E bastano queste abilità per avere successo nella vita? Su questi dilemmi si stanno confrontando i lettori. A valanga. Nei post si trova di tutto. Certo, prevale l'indignazione per il sistema da lager. Che ne è inoltre, molti si chiedono, della creatività, della socialità, dell'importanza di imparare a fare squadra? Il metodo cinese, però, riscuote anche consensi, soprattutto da quanti e non sono pochi credono che il permissivismo dei Paesi occidentali sia andato troppo oltre. Di sicuro il tema è «caldo», perché tocca temi sensibili come l'educazione dei figli, le differenze culturali e il nazionalismo. La discussione è aperta. DOC. 3). Istituto Studi sulla paternità, Cinzia Zuccon * , Le figlie presentano il conto alla “madre tigre” , n.04/11, (*giornalista e autrice del blog www.questionediprincipi.wordpress.com Piacenza) Un attimo di sbandamento l’ho avuto, lo ammetto. Quando è uscito il libro di Amy Chua Il ruggito della mamma tigre [vedi ISP notizie 1/2011 p. 3] mi sono interrogata sulla vasta eco riscossa dai severi metodi educativi adottati con le figlie dalla docente della Yale Law School. Discussioni, critiche ma anche tanti genitori decisi a rivedere i loro sistemi da “mollaccioni” e mamme e papà che hanno trovato conferme riguardo la necessità di pretendere il massimo dai loro figli battendosi fin dall’età dell’asilo per iscrivere i loro “piccoli ometti” (perché è evidente che non li pensano come bambini) nelle scuole migliori, là dove si respira fin dalla più tenera età aria di eccellenza e di competitività. Perché se il mondo sarà un posto dove la competizione sarà feroce e globale, quale sistema migliore per offrire delle chance ai nostri figli che tirarli su senza concessioni a debolezze? Mi sono chiesta: amore, sostegno e comprensione – anche se unite ad una buona dose di rigore e fermezza – finiranno per fare dei miei figli degli adulti costretti a soccombere? Noi genitori i dubbi li abbiamo, del resto il ritenersi “perfetti” è per se stesso chiaro sintomo di un grosso limite. Ma ecco la prima sostanziale differenza che mi ha fatto riflettere: a quanto pare la rampante mamma-docente di dubbi non ne ha avuti mai; non un cedimento, un’esitazione, un moto di tenerezza o di compassione. La regola ferrea era pretendere il massimo sempre e comunque. Finché il pezzo non lo eseguivi alla perfezione dal pianoforte non ti alzavi nemmeno per bere o andare a fare pipì. Se il biglietto confezionato per il compleanno non era ritenuto abbastanza bello ritornava al mittente con l’invito acido e perentorio a metterci più impegno. Guai anche a non eccellere nello sport, pena il fardello di un indotto senso di colpa e di vergogna per aver danneggiato tutta la squadra. Insomma, bimbe allevate nel terrore. Ma giustificato, a suo dire: era così che le figlie avevano imparato a superare i loro limiti, ad avere fiducia in se stesse e a tirare fuori il meglio e la prova erano gli eccellenti risultati scolastici. Tuttavia la mammina strizzata in tailleur scuri e minigonne qualche dubbio avrebbe fatto meglio a porselo, visto come è andata a finire. L’ha raccontato recentemente su Repubblica Vittorio Zucconi, argomentando che le sue bambine “radiocomandate” ora le presentano il conto. Entrambe, ovviamente con la scusa di frequentare le scuole migliori, si sono fatte spedire il più lontano possibile da casa, giurando che se un giorno avranno dei figli li terranno il più lontano possibile dalla nonna. E lei? La mamma tigre alla fine ha ammesso che sì: forse ha esagerato. Come Amy Chua siamo tutti figli dei nostri genitori, cresciuti nella coazione a ripetere, ma per fortuna ogni tanto qualcuno rompe il cerchio. Mi sono tuttavia chiesta se nella vita in cui dovranno farsi strada queste ragazze farà la differenza più l’allenamento al rigore cui sono state educate o il solco affettivo scavato dalla madre. Propendo per la seconda. Non sopporto le mamme chioccia, quelle che portano lo zaino ai figli fin sul portone della scuola: le considero un flagello che mina la crescita e l’autonomia dei figli. Ma, all’estremo opposto, non riesco a pensare alla rampante docente sino-americana come ad una mamma. Ne ha confuso il ruolo con quello di un’ inflessibile insegnante vecchio stampo sostituendo alle bacchettate le umiliazioni e la mancanza di rispetto che scavano ferite profonde, ancora di più se provengono da chi ti ha generato. Nella convinzione che a fare la differenza nella vita sia la consapevolezza di poter contare sulle proprie risorse ha omesso di educare alla forza potente dei legami. La vita insegna che la gioia vera non sta tanto nel raggiungere un obiettivo, ma nel poter condividere un successo e nel trovare sostegno negli umani, inevitabili momenti di sconforto che l’esistenza ci riserverà. Forse anche la mamma-tigre si starà chiedendo se vale la pena pagare con la solitudine il prezzo di un’educazione così spietata: non un’educazione alla felicità, allo sviluppo della personalità nella sua interezza. Il mondo non ha bisogno solo di persone più in gamba, più resistenti nella lotta per la competitività, ha soprattutto necessità di individui educati a comprendere ciò che ha davvero valore: non il successo fine a se stesso, ma la condivisione, non l’affermarsi la legge del più forte, ma quella del bene comune. Diversamente, popoleremo il mondo di uomini e donne-tigri e il mondo finirà per divorare se stesso. Siamo già su questa pericolosa china, per questo è così importante concentrarsi sul fattore educativo. Non sono un’esperta di sistemi educativi, sono semplicemente una madre e tengo in considerazione il caro, vecchio buonsenso. “Se tendi la corda oltre misura si spezzerà e se la lasci troppo lenta non suonerà': è attraverso questa frase che Siddharta – nel film Il piccolo Buddha di Bertolucci – comprende qual è la strada per l’illuminazione: passa solo per ‘”a via di mezzo”. E anche l’essenza dell’essere genitori in fondo sta sempre e solo qui: nel trovare il giusto equilibrio tra rigore e comprensione, tra fermezza e tenerezza. Ed è un equilibrio che si può trovare solo in un modo: lasciandoci guidare dall’amore. DOC.4). www.corriere.it, Francesco Alberoni, Cari ragazzi, papà e mamma sbagliano tutto, 12 settembre 2005 Tempo di esami. Le televisioni mostrano giovani che crollano il capo e genitori preoccupati per lo stress dei figli. Io mi rivolgo ai giovani. Dovreste chiedere più esami e dovreste chiederli più rigorosi. Mi rendo conto che sembra un’assurdità. Ma, se non ci pensate voi, non lo faranno né i vostri genitori né i vostri insegnanti. I genitori ormai fanno un solo figlio e il più tardi possibile. Per farsi amare soddisfano ogni suo desiderio. Poi lo passano all'asilo, alla scuola e qui gli insegnanti cercano di evitargli prove ed esami che potrebbero procurargli traumi. Risultato: è la prima volta nella storia che una generazione arriva all’università senza aver incontrato fin da piccoli una serie progressiva di esami, senza aver imparato a concentrarsi, ad affrontare le sfide, a stringere i denti, a combattere e a resistere alle sconfitte e alle frustrazioni. È pericoloso. Ma voi potete obiettarmi: noi esseri umani abbiamo sempre fatto di tutto per evitare il dolore fisico, la paura, la sofferenza e abbiamo sempre voluto il piacere, la sicurezza, abbiamo cercato di soddisfare i nostri desideri, di evitare gli ostacoli, i problemi. Certo, però se non sentissimo il dolore ci feriremmo in continuazione e non riusciremmo a sopravvivere. Se non provassimo paura moriremmo. Pensiamo al bambino piccolo che, incosciente, si arrampica su una seggiola accanto alla finestra. E se non provassimo sofferenza? Se non provassimo sofferenza non potremmo capire il dolore che provochiamo agli altri. Se riuscissimo a soddisfare istantaneamente i nostri desideri finiremmo per non avere desideri perché il desiderio è pregustazione, attesa, ansia di non riuscire e sforzo per realizzarlo. Se non dovessimo risolvere sempre nuovi problemi la nostra mente si atrofizzerebbe. La vita è desiderio di piacere, di felicità, di diversità, di ricchezza, di successo, di cose sempre nuove e diverse, ma tutto questo è possibile solo attraverso l'attesa, lo sforzo, le prove, l'ansia, la lotta. Io sono convinto che la maggior parte dei genitori oggi stia sbagliando l'educazione dei propri figli. I grandi artisti artigiani del Rinascimento li mandavano a bottega da un altro e ce li lasciavano finché non erano formati. I grandi imprenditori, dopo averli fatti studiare in scuole dure e selettive, gli facevano fare carriera incominciando dai lavori più umili. Il figlio dell'uomo più ricco del mondo, Bill Gates, si è mantenuto agli studi lavorando. Il figlio di Umberto Agnelli, Giovannino, ha imparato dalla gavetta e andava in Panda, non in Ferrari. Oggi invece c'è chi regala la Ferrari al figlio per il diciottesimo compleanno, sperando che studi. Ecco perché non mi rivolgo ai vostri genitori, ma a voi. Avete intelligenza sufficiente per capire che la sofferenza, la lotta, gli ostacoli, gli esami sono indispensabili per crescere, per diventare forti, per capire gli altri, il mondo. Non solo rafforzano la vostra volontà, ma vi arricchiscono interiormente. Solo chi ha fatto fatica capisce la fatica degli altri, solo chi ha sofferto capisce la loro sofferenza. La mente cresce risolvendo i problemi. È come un muscolo che si rafforza lavorando. E lo stesso vale per la sensibilità, la creatività, la capacità di concentrarsi, persino la capacità di amare. DOC. 5). www.corriere.it, Claudia Voltattorni, 30 novembre 2014, “I genitori «spazzaneve», spianano la strada ai figli ma li danneggiano”. L’allarme di una preside inglese contro la tendenza a «spianare la strada ai figli» 30 novembre 2014 Gli inglesi li chiamano «genitori spazzaneve». Perché «ripuliscono ogni cosa davanti ai loro figli in modo che nulla possa andare loro storto e possa minacciare la loro autostima». Succede a Londra, al collegio femminile di Saint Paul dove la direttrice Clarissa Farr, racconta al Times, ogni giorno si imbatte in madri e padri vittime di «ansia frenetica che fa loro rifiutare l’idea che i propri pargoli possano arrivare secondi». Il che si traduce in «bambini iperprotetti e incapaci di affrontare un fallimento». Succede anche in Italia. Dove schiere di genitori arrivano da insegnanti e presidi e «giustificano, minacciano, mentono perfino pur di proteggere gli amati figlioletti da una punizione». Succede all’asilo e si va avanti fino alle superiori. Perché «la scuola è il nemico». Riflette Daniela Scocciolini, per oltre quarant’anni insegnante e poi preside del liceo Pasteur di Roma: «La tendenza a prevenire ed evitare qualsiasi difficoltà ai figli è diventata patologica: padri e madri sono del tutto impreparati ad affrontare gli insuccessi dei figli, non ci si vogliono trovare perché non sanno come uscirne». È come se dicessero: «Non create problemi a mio figlio perché li create a me». E allora, «la soluzione più facile è dire sempre sì, spianare la strada: sono “genitori non genitori” che rinunciano a priori a educare i propri figli cercando di semplificare loro tutto». E la colpa di ogni insuccesso, dice Innocenzo Pessina, ex preside del liceo Berchet di Milano, 43 anni tra scuole di periferia e centro,«è data sempre alla scuola, così si arriva ai ricorsi al Tar per bocciature e brutti voti». Bisogna «insegnare ai ragazzi a confrontarsi con la realtà, aiutarli nelle strade in salita, faticose e impegnative, ma non sostituirsi a loro». I genitori, conferma anche Micaela Ricciardi, preside del liceo Giulio Cesare di Roma, sono «apprensivi e ai figli trasmettono una grande fragilità». L’unica strada è parlarci: «Dico loro di tenere la distanza: siate dei punti di riferimento, ma lasciateli sbagliare, solo così cresceranno responsabilizzati». Ma c’è anche «l’ansia frenetica» di far primeggiare i figli ad ogni costo, la «ricerca del successo» con l’idea che chi sbaglia sia un fallito: «Crea tanta infelicità tra i ragazzi» dice Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta che dal blog «Psiche Lei» su Io Donna osserva ogni giorno genitori-figli-scuola: «Questo dilagare degli adulti sui figli fa solo male: si trasmettono aspettative e stereotipi per indirizzarli dando un’idea di competitività anziché di realizzazione di sé». E magari alla fine nessuno è contento: «Forse anche per la crisi economica - dice Vegetti Finzi - i genitori sono più ansiosi per il futuro e si sostituiscono ai figli, come se dicessero: “Scelgo io per te” e preparano loro le strade da seguire». E allora? «Lasciateli liberi - conclude la professoressa -, ritiratevi progressivamente lasciando la vita di vostro figlio a lui, inclusi fallimenti ed errori». FASE B). INTEGRAZIONE DEL DOSSIER Ripercorri il programma di italiano e latino attinente al tema dell’educazione Qualche esempio: il Convivio di Dante, i ruoli di Virgilio e di Beatrice nella Commedia, il canto XV dell’Inferno, l’apologo delle papere della IV Giornata, altre novelle del Decameron, il dibattito sull’educazione nell’Umanesimo, gli Adelphoe di Terenzio... e altro ancora Non scordare neppure quanto hai appreso sulla paideia classica in filosofia ! Estrapola dal ripasso alcune frasi esemplificative e confrontale con quanto è emerso nella FASE A. FASE C). SVILUPPO Educazione comprensiva o rigorosa? . Quale giudichi migliore per preparare i giovani alla vita e farne adulti consapevoli e responsabili? Tratta l’argomento chiarendo la tua tesi, sviluppando il tema con argomentazioni convincenti ed opportunamente documentate FASE D) . ARTICOLO DI GIORNALE (da elaborare al rientro in classe) Ad integrazione, vi suggerisco la lettura libera di: L .Malerba, la scoperta dell’alfabeto S. Vinci, In tutti i sensi come l’amore E. Armarino, Storia naturale di una famiglia R. Gray, Educazione europea; La promessa dell’alba J.M. Coetzee, Gioventù M. Twain, Adolescenti A. Ferrara, Ero cattivo