Untitled - Azione per un Mondo Unito

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Untitled - Azione per un Mondo Unito
Sommario
APPRoFonDiMEnto
2-3
Sul senso di un aiuto attento
alla fraternità
nuovi PRogEtti 2012
4-7
Bolivia: un “angolo di luce”
nell’Area 5
8-9
Tecnologia a servizio
della persona e della società
10-11 Myanmar: partiamo dai piccoli
12
Messico: una medicina
contagiosa
SPAzio PRogEtti
13-14 Esperienze di reciprocità
dal Burundi
15-16 Altri Progetti in corso
17
Progetti conclusi
EDucAzionE Allo SviluPPo
18-19 Questioni di stile
20
News dal sito
Editore: Associazione Azione per un
Mondo Unito - Onlus
Via Frascati, 342 - 00040 ROCCA DI
PAPA (Roma)
Telefono 06-94792170
Fax 06-94790359
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Codice Fiscale: 97043050588
Autorizzazione:
Tribunale di Velletri n. 1/98 del
15/01/98
Direttore responsabile: Michele
Zanzucchi
Redazione:
Stefano Comazzi, Anna Marenchino,
Alessandro Pecorella, Angela Luce
Silva, Francesco Tortorella
Hanno collaborato a questo numero:
Carlo Montaguti, Licia Paglione, Maria
Teresa Sala
Foto: Archivio AMU
Progetto grafico e impaginazione:
Paolo Giovannucci, Alessandro
Pecorella
Stampa: Tipolitografia Santa Lucia
Marino (RM) Tel. 06-9385153
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Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
Sul senso di un aiuto
attento alla fraternità
Nel corso dell’anno abbiamo approfondito il tema del Bene Comune,
scoprendone la fragilità in quanto bene minacciato da una visione
culturale individualistica. Come Ong di sviluppo e come singoli, ci
sentiamo interpellati rispetto alla necessità di cominciare a pensare in
termini di “noi”.
In questo tempo di Natale, ci soffermiamo allora su un particolare
fenomeno che ci spinge in questa direzione: lo scambio di doni. Forse
qualche volta la nostra attenzione si ferma sul senso, cioè sul motivo
che ci anima quando doniamo, e sugli effetti che i doni possono avere
per gli altri.
Vorremmo riflettere su questi punti, in relazione ad un tipo di dono di
cui le ong si occupano: il dono nella forma di aiuto per promuovere lo
sviluppo di popoli e persone.
Cosa motiva ad aiutare? E quando un aiuto produce effetti efficaci
rispetto all’obiettivo di eliminare la miseria e creare rapporti più giusti e
fraterni a livello mondiale?
Negli anni gli aiuti allo sviluppo
lineare - dello stile, del modo in cui
hanno generato, insieme a risultati
gli aiuti sono dati, che dipende dal
positivi, molti effetti inattesi negasenso del dare che anima coloro che
tivi, come l’aumento delle disuguasi occupano di progetti di lotta alla
glianze economiche tra Paesi e la
miseria.
dipendenza dello sviluppo di alcuÈ il senso del dare a creare, a sua
ni Paesi da quanto ricevuto.
volta, un tipo di relazione tra chi dà
Alcuni ricercatori arrivano a
e chi riceve che incide sull’efficacia
parlare di aiuti che “uccidono”1
di un aiuto nel liberare e “far fioriperché frenano e mortificano le care” chi riceve o, al contrario, nel
pacità locali di crescita, intrappofarlo sentire inferiore e passivo, calando chi li riceve in una
pace
solo di ricevere in modo assicondizione di inferiorità e dipenstenzialistico.
denza non solo economica, ma anche
psicologica e sociale.
Analizzando più
in profondità: perché capita che un
aiuto allo sviluppo
generi dipendenza
in chi riceve?
Molti ritengono
che questo esito sia
frutto non tanto
dell’insufficienza
dei beni materiali
donati, ma piuttosto
di fattori politici, culturali e sociali e - in
particolare questo Sopra e a pag. 3: ragazzi della scuola Santa Maria (Messico)
vorremmo qui sotto- impegnati in azioni sociali
Come favorire uno stile di aiuto
che liberi i poveri dalla povertà e
dalla dipendenza?
Un modo interessante è, secondo l’economista Elinor Ostrom,
premio Nobel per l’economia nel
2009, che chi dà l’aiuto consideri i
destinatari attivi, capaci, protagonisti del progetto e, qualora in loro
questa consapevolezza di una comune appartenenza manchi, faccia sì che maturi.
Quali le caratteristiche di uno
stile di aiuto animato da questo senso?
Alcuni spunti interessanti per
penetrare questa domanda sono
legati al concetto di dono.
Spesso confuso con elemosina o
atto unilaterale di donazione, il dono è, invece, da intendere come un
ciclo di atti reciproci (dare, ricevere e ricambiare) la cui funzione è
creare e rafforzare i legami sociali
tra persone alla pari.
Movente di questo sistema di atti
reciproci è una forza contenuta nel
dono che - è stato osservato da vari
anni dagli antropologi - sebbene
non pretenda nulla in cambio, suscita in chi riceve una sorta d’obbligo a ricambiare.
Tale obbligo, però, è di natura
paradossale in quanto resta sempre libero: chi riceve può, infatti,
indirizzare il controdono ad altri
diversi dal primo donatore, non è
condizionato né nei modi, né nei
tempi, né per l’entità del contraccambio o, addirittura, può non ricambiare affatto.
Il dono, inoltre, sebbene sembri
totalmente gratuito, mostra al fondo un interesse, quello per la costruzione di un legame che nasce
perché il dare non si esaurisce in
un’azione isolata, ma alimenta
azioni reciproche, cioè rel-azioni2.
Per questo l’oggetto donato viene anche chiamato “operatore privilegiato di socialità” e ha un valore
specifico, distinto da quelli d’uso e
di scambio, il valore di legame.
Tale valore è legato al senso che
muove l’azione del dare: quando
esso non è l’intenzione di ricevere,
sfoggiare grandezza, umiliare o
schiacciare il donatario, ma principalmente quella di dare gratuitamente, il suo risultato è “alleviare la
pena dell’altro”, direbbe Seneca, e
suscitare un tipo di reciprocità che
è:
– personalizzata, cioè che valorizza l’identità dei partners,
– non strumentale, perchè non ha
altri fini se non il legame con l’altro,
– differita nel tempo, cioè priva di
vincoli temporali a breve termine per il contraccambio,
– incondizionale, cioè non stabilita
da un contratto, ma originata da
una scommessa incerta rispetto
al contraccambio, e, allo stesso
tempo,
– condizionale, perché non esistente incondizionatamente, ma
sempre libera.
È questa reciprocità che fonda
legami tra persone libere e alla pari, “fratelli”.
Il senso del dono può, però, essere diverso dalla gratuità e in ciò ri1
2
3
siede il suo potenziale pericolo3, quello di schiacciare e umiliare chi riceve,
considerandolo incapace di dare e
rendendolo dipendente.
Da queste note si evidenziano,
dunque, come elementi caratterizzanti uno stile d’aiuto attento alla
fraternità:
– un senso specifico che anima il
dare: la gratuità, distinta da quella presente nell’elemosina o in
atti unilaterali di donazione, distaccati dal rapporto con chi riceve;
– un effetto: la risoluzione condivisa di un problema, la povertà, fino a far sì che chi riceve possa a
sua volta dare, avviando un ciclo
di atti reciproci (dare, ricevere e
ricambiare), suscitando dinamiche di reciprocità che rafforzano
i legami tra persone alla pari,
cioè fraternità.
Licia Paglione
Questo per quanto riguarda
l’impegno di organizzazioni
che promuovono progetti
di sviluppo.
Ma, anche a livello di singoli,
possiamo chiederci: cosa
fare perché il nostro dare,
nella vita di tutti i giorni, sia
un contributo per la costruzione della fraternità?
Tante sono le possibili iniziative… e nel prossimo numero
di AMU Notizie cominceremo a conoscerle attraverso approfondimenti di stili
di vita attenti alla fraternità.
D. Moyo, La carità che uccide, Rizzoli, Milano 2010.
Il dono è definito dagli studiosi del M.A.U.S.S. (Mouvement Anti-Utilitarist das Scienses
Sociales) come “ogni prestazione di beni e servizi effettuata, senza garanzia di restituzione, al fine di creare, alimentare o ricreare il legame sociale tra le persone”
(J.T.Godbout, Lo spirito del dono, Bollati Boringhieri, Torino 2002, p. 14).
Il dono, come il suo stesso vocabolario rivela, infatti, può essere gift-dono, in inglese,
ma anche gift-veleno, in tedesco (A. Caillè, Note sul Paradigma del dono, in Grassatelli P., Montesi C., L’interpretazione dello spirito del dono, Franco Angeli, Milano
2008, pp. 32-33)
Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
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Bolivia:
un “angolo di luce”
nell'Area 5
4
«Quando vengo al Centro dimentico i miei problemi e la tristezza. Grazie ai lavori che facciamo nel laboratorio, e che poi
vendiamo, posso contribuire alle
spese della mia famiglia e ne sono
molto contenta» (Santuza). «Da tre
mesi mio figlio frequenta il Centro
Rincón de Luz: ne sono molto
grata a Dio e alla persona che ci
ha invitato. Le nostre vite sono
cambiate, ho imparato a non maltrattare i miei figli, con le parole
e fisicamente. Sono un'altra persona e anche mio figlio lo è: mi
aiuta in casa e fa bene i suoi compiti» (Celestina). «Non vedo l'ora
di venire al Centro e condividere
con gli altri le esperienze di vita.
Ricevo vestiti che mi donano e li
condivido con chi non ne ha, e
ogni volta me ne arrivano sempre
di più... Io nella Provvidenza ci
credo» (Mary).
Voci che arrivano dalla zona
Sud di Cochabamba, Area 5, quella dell'aeroporto, conosciuta come “zona rossa” per l'alto tasso di
prostituzione, spaccio di sostanze
stupefacenti e uso di bevande alcoliche. Voci che sottolineano tre
In un quartiere a rischio di Cochabamba sta per partire un
progetto per la promozione
dello sviluppo integrale delle famiglie del posto: lavoro, istruzione e condivisione sono le
dimensioni principali di questa
nuova azione coordinata dall'AMU, in collaborazione con
Azione per Famiglie Nuove.
sfide da affrontare in questo quartiere, per offrire alla popolazione
la possibilità di una vita più dignitosa e felice: lavoro, istruzione,
condivisione. In zone come questa, in tante metropoli del mondo,
i bisogni e le emergenze si rincorrono, si accavallano, si complicano l'uno con l'altro e spesso ci si
chiede da dove cominciare per
migliorare la vita di chi ci abita. E
ad un occhio esterno è veramente
difficile capire da dove partire. Lo
si può fare solo con un “occhio interno”, guardando le cose dal di
dentro, vivendole sulla propria
pelle. È quello che cercano di fare
i soci e i collaboratori della Fundaciòn UniSol, un'organizzazione senza fini di lucro nata nel
2006 dalla comunità del Movimento dei Focolari in Bolivia, grazie all'impegno di anni di lavoro
con le fasce più deboli della popolazione in diverse città del Paese.
coME nAScE il PRogEtto
È il 1999 quando alcuni “Ragazzi per l'Unità”1 di Cochabamba iniziano a frequentare l'Area 5
della città con l'obiettivo di condividere la vita con i loro coetanei di
questo quartiere così difficile e offrire loro un sostegno alla pari
dando una mano nel doposcuola
gestito dalle suore “Figlie di Gesù”. Due anni dopo partono i primi “sostegni a distanza”, con il
contributo di famiglie donatrici
italiane e grazie alla partecipazione dell'Associazione Azione per
Famiglie Nuove ONLUS (AFN), e
si cominciano a fare attività di formazione civica e spirituale anche
con alcuni genitori dei bambini
1
Adolescenti del Movimento dei Focolari.
NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI
del quartiere. Lavorando a stretto
contatto con le famiglie del posto,
i membri di UniSol capiscono che
le necessità sono molte ed occorre fare su di esse uno studio approfondito per stabilire delle
priorità, se si vuole incidere in
maniera efficace.
Fra il 2002 ed il 2006 UniSol visita più volte, una per una, le famiglie del quartiere con cui è in
contatto, rilevandone le condizioni di vita e le reali necessità.
In tante abitazioni manca uno
spazio fisico in cui i ragazzi possano studiare: il 90% delle famiglie, infatti, vive in una o due
stanze condividendo i servizi e le
utenze con altre famiglie (da due
a nove) e, anche per questo, circa
il 20% dei ragazzi non frequenta
la scuola. Non ci sono nel quartiere spazi culturali, ricreativi e
di socializzazione per i ragazzi,
che nella maggior parte dei casi
finiscono per passare il tempo davanti a TV e videogiochi assorbendone i messaggi e la forma
mentis. Proprio per loro nel 2007
nasce il Centro “Rincón de Luz”
(letteralmente “Angolo di Luce”):
tre stanze in affitto per attività
post-scolastiche, in cui offrire ai
ragazzi del quartiere la possibilità
di studiare con l'affiancamento di
tutors volontari, di giocare in
gruppo costruendo legami con i
propri coetanei, di curare la propria alimentazione integrandola
ed orientandola per una crescita
equilibrata; non solo, anche uno
spazio-laboratorio in cui le madri
possano svolgere piccole attività
manuali per integrare il reddito
familiare.
Si comincia, dunque, affrontando i bisogni legati all'istruzione e lavorando soprattutto con
gli adolescenti. Ma dall'inizio è
chiaro che occorre lavorare con
le famiglie, le cellule in cui i ragazzi crescono e si formano, la
cui integrità in questo quartiere
è minacciata da diversi punti di
vista: il 40% dei padri è assente
dal nucleo familiare, solo una famiglia su tre è composta da genitori sposati, più di due padri su
tre vivono problemi di alcolismo
e c'è un 15% di casi di violenza
conclamata sulle mogli (cifre che
si stima essere più elevate se si
considerano tutti i casi non comunicati e non conosciuti). Nel
Bolivia, Cochabamba, Area 5
Il suo nome ufficiale è Stato Plurinazionale della Bolivia, un Paese
grande 3 volte l'Italia, con circa 9 milioni di abitanti, caratterizzato dalla
convivenza di culture, lingue e tradizioni differenti: quechua, aimara,
spagnola e tante altre. La storia della colonizzazione ha lasciato tracce
profonde in questa popolazione, che solo dal 2005 ha un presidente indigeno, segnandola con una forte disuguaglianza sociale.
Situata a 2.500 metri s.l.m., Cochabamba è una delle principali città
del Paese, con i suoi 500.000 abitanti, ed ospita le principali università
boliviane. Tenaci e combattivi, gli abitanti di Cochabamba si sono distinti
negli ultimi anni per aver saputo lottare e conquistare i propri diritti, primo
fra tutti il diritto all'acqua pubblica, sottratta nel 2000 al dominio delle
multinazionali straniere.
L'Area 5 si distingue, nella città, per gli elevati indici di povertà e criminalità. La metà dei suoi 60.000 abitanti vive in abitazioni affollate e
con problemi di abitabilità (acqua, fogne, ecc.); un abitante su tre è immigrato dall'altopiano boliviano e dalle zone delle miniere in cerca di
occupazione. Il tasso di natalità nel quartiere è di circa 3,3 figli per
donna, contro la media nazionale di 2,7 (in Italia siamo a 0,85).
Centro Rincón de Luz si
cominciano attività di
formazione alla condivisione per le famiglie, affrontando
le tematiche relazionali alla base
della convivenza familiare: dono,
perdono, dialogo, comunicazione
non-violenta. E i frutti pian piano
si vedono, come raccontano le
loro esperienze.
A fine 2010 i membri di UniSol
capiscono che è arrivato il momento di fare un salto di scala: alla luce dei buoni risultati
raggiunti con le attività volontarie del Centro, investire in un
progetto gestito professionalmente per offrire un contributo
più efficace e duraturo alle necessità della popolazione dell'Area 5. Un anno di lavoro a
stretto contatto fra l'équipe di
UniSol e quella dell'AMU, coinvolgendo le famiglie del quartiere, ci porta ad individuare nel
lavoro e nell'occupazione degli
adulti l'ambito su cui concentrare le energie, per garantire alle
famiglie una via d'uscita sostenibile nel tempo dalle condizioni di
miseria e di necessità in cui si
trovano. Se il 93% degli adulti ha
solo l'istruzione elementare e il
95% di essi ha un'occupazione
precaria o saltuaria, occorre investire sulla formazione professionale e sulla stabilizzazione
dell'occupazione.
È proprio quello che faremo a
partire da gennaio 2012, con un
progetto triennale che – pur continuando nelle attività di assistenza scolastica e nutrizionale e
nella formazione integrale per le
famiglie – verterà principalmente
sul lavoro e la microimpresa, attraverso le seguenti attività:
• Woskhop per sviluppare le motivazioni e le capacità psico-attitudinali
orientate
alla
creazione di microimprese (per
circa 550 persone);
• Sportello di orientamento per
corsi di formazione e per possibilità di appoggio alle microimprese offerti da istituzioni
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2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE
pubbliche o private (per
330 persone);
• Borse di studio professionali e tecniche in cambio di lavoro per le attività del Centro
(per 32 persone);
• Consulenza diretta per l'avvio
di microimprese e sportello per
la concessione di microcrediti
(per circa 157 famiglie).
È un progetto ambizioso che richiede competenze specifiche
professionali: per questo abbiamo puntato a capitalizzare l'esperienza quadriennale della Commissione locale dell'Economia di
Comunione (EdC) in Bolivia, la
quale a partire dal 2007 ha realizzato un progetto pilota di microcredito e sostegno alla microimpresa, in collaborazione con
un imprenditore spagnolo che ha
anche finanziato l'iniziativa. Sono 9 le imprese avviate finora, che
hanno consentito di creare 13 posti di lavoro a tempo pieno e 16 a
tempo parziale per persone in situazioni di indigenza, in diverse
città della Bolivia.
6
cooPERARE E PARtEciPARE
Uno dei tratti caratteristici del
progetto Rincón de Luz sta in
questa cooperazione fra realtà
associative con esperienze e
competenze specifiche differenti e complementari. Sul posto,
infatti, l'esperienza di lavoro sociale e familiare della Fundaciòn UniSol, responsabile del
progetto, si affiancherà all'esperienza imprenditoriale e finanziaria della locale Commissione
EdC, che curerà le attività relative all'ambito del lavoro e microimpresa. A livello internazionale, invece, l'AMU curerà la
supervisione e il coordinamento
generale del progetto nei vari
ambiti di attività, finanziando il
fondo di microcredito e le attività per lo sviluppo di microimprese, l'acquisto della struttura
del Centro ed il lavoro di coordinamento generale; Azione per
Famiglie Nuove invece finanzierà le attività di assistenza e formazione relative ad adolescenti
e famiglie.
Il nucleo fisico di tutte le attività sarà una bella struttura nel
cuore del quartiere che verrà acquistata nell'ambito del progetto
e così sottratta, simbolicamente e
concretamente, al narcotraffico:
qualcuno, infatti, ci aveva già
messo su gli occhi per farne uno
snodo dello spaccio locale di droga. L'edificio si sviluppa su due
piani – con una superficie interna
totale di 380m2, un patio di circa
110m2 ed un piccolo giardino – ed
è composto da una decina di stanze più i servizi, che verranno adibite a: biblioteca, sale studio per i
ragazzi, laboratori per gli adulti,
sala riunioni, cucina, lavanderia,
deposito, cappella.
Al centro del progetto ci saranno le famiglie dell'Area 5, che
ne saranno protagoniste in tutte
le sue fasi: dall'elaborazione dei
programmi di attività all'individuazione dei beneficiari maggiormente in necessità, dal lavoro volontario per portare avanti il
progetto alla partecipazione economica alle spese del Centro. La
partecipazione e la condivisione
di tutto il percorso,
infatti, caratterizzano
questo progetto che
vuol essere un significativo passo avanti
verso quello “sviluppo di comunione”
per il quale l'AMU lavora. Anche i bambini e gli adolescenti
daranno il proprio
contributo di idee alla
gestione del Centro,
attraverso specifici
workshop dedicati, e
metteranno le proprie capacità a disposizione dei loro coetanei. Il programma
di microcredito, infine, prevede specifici
meccanismi di reciprocità, come ad
esempio la condivisione di una parte degli utili delle microimprese avviate,
NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI
Cosa
per portare avanti le attività sociali del Centro.
Rincón de Luz punta ad
essere un centro di promozione dello sviluppo
integrale delle persone e
delle famiglie di questa
zona, ad essere un “angolo di luce” in mezzo al
buio del narcotraffico e
della miseria, affinché
tanti nel quartiere possano dire come Magda:
«Tutti i venerdi vengo al
laboratorio di panetteria,
con i miei problemi di salute... ma quando arrivo
qui mi passano tutti i dolori, dimentico i miei problemi e quando torno a casa
mia figlia mi chiede “Dove
sei stata? Hai gli occhi
splendenti e felici...”. E io
le rispondo “Sono stata al
Centro Rincón de Luz”».
Francesco Tortorella
Fundación UniSol
IL PROGETTO IN SINTESI
La Fundaciòn UniSol (Unidad y Solidaridad)
nasce nel 2006 da 17 soci fondatori appartenenti alla comunità dei Focolari in Bolivia. Ha il
riconoscimento giuridico del Municipio di Cochabamba come ente senza fini di lucro, con
validità su tutto il territorio boliviano. Coordinata da un direttivo di 5 membri, ha come obiettivo “la promozione dello sviluppo integrale
dell'essere umano in Bolivia, secondo le sue differenti necessità, mediante la promozione e
realizzazione di attività, azioni e progetti ispirati al pensiero e alla vita di Chiara Lubich”
(estratto dallo Statuto della Fondazione). Si
propone di raggiungere quest'obiettivo attraverso le seguenti attività: azione sociale e assistenziale a favore di gruppi e persone in
necessità; cooperazione allo sviluppo integrale delle comunità; promozione dell'Economia
di Comunione; azione culturale e formativa.
Progetto: Lavoro e istruzione a Cochabamba
Paese: Bolivia
Località: Cochabamba, Area 5
Destinatari: circa 1500 famiglie
Controparte locale: Fundaciòn UniSol
Durata: gennaio 2012 – gennaio 2015
Costo totale stimato del progetto:
€ 432.274,00
Apporto locale: € 76.848,00
Altri apporti (AFN, Mov. Focolari):
€ 70.991,00
Contributo richiesto all'AMU:
€ 284.435,00 di cui 83.127,00 nel 2012
per acquisto struttura (65.944,00), lavoro e
microimprenditoria (10.440,00),
coordinamento generale (6.743,00).
Collabora e sostiene il progetto:
Associazione Insieme per l'Unità dei Popoli
ONLUS (www.unipopoli.org)
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2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE
Tecnologia a servizio
della persona
e della società
Tutta la regione di Man, dopo
la crisi scoppiata nel 2002, è prostrata da una grande povertà sia
materiale che umana, e dalla
mancanza di strutture che possano favorire uno sviluppo ordinato. È in questo contesto sociale
che si trova la “Mariapoli Victoria”, la Cittadella del Movimento
dei Focolari per l'Africa dell'Ovest, che nei momenti caldi
della guerra ha ospitato oltre
3.000 rifugiati e curato più di
100.000 pazienti nel suo “Centro
medico-sociale”, oltre ad operare
in città e nei villaggi per ridurre
la malnutrizione infantile.
8
Un altro “fiore all’occhiello”
della Cittadella è il Centro informatico Focolari – CIF, che ha
come motto “l’informatica a servizio della fraternità”. Pensato
come strumento di crescita e di
sviluppo anche attraverso la tecnologia, il CIF si offre quale
mezzo di formazione per accompagnare i giovani nei loro studi,
permettendo consultazioni e ricerche (data la mancanza di biblioteche), mentre gli adulti
hanno l’opportunità di acquisire
una formazione informatica indispensabile per trovare o migliorare la propria situazione (tra le
200 persone formate lo scorso
anno in molte hanno trovato lavoro). In tanti constatano che “se
prima era necessario saper leggere e scrivere, ora per ottenere
e mantenere un posto di lavoro,
occorre conoscere gli strumenti
informatici”.
La riduzione del “digital divide”, proclamata negli obbiettivi
del millennio come irrinuncia-
In Europa siamo abituati a pensare all’Africa in modo stereotipato: o i leoni o i rifugiati, ma la
realtà è molto diversa. In Costa
d’Avorio, ed in particolare nella
regione di Man, esiste una società che tenta di evolvere, che
studia e si specializza, che cerca
di produrre, nonostante le trappole della corruzione e della
guerra nelle quali purtroppo
spesso il paese precipita, e che
ne ostacolano il progresso. I nostri referenti in Costa d’Avorio ci
parlano di un progetto innovativo in corso dal 2008.
bile, qui sembrava lontana anni
luce: cavi del telefono rubati, tv
oscurate, biblioteche distrutte.
Portare a Man una connessione
internet veloce sembrava un
sogno. Ma questo sogno alla fine
si è concretizzato, anche grazie al
contributo dell’Agenzia Spaziale
Europea (come abbiamo raccontato in precedenti numeri di AMU
Notizie nel 2008 e 2009), quando
il CIF e l’Associazione culturale
informatica medica – ACIM del
locale ospedale che gestisce una
sorta di biblioteca “totale”(libri e
internet), vennero selezionati per
un progetto sperimentale nel
quadro del programma CBICT
“Capacity building through ICT:
The Satcom element” di ESA.
“Attualmente, a Man, dire internet è dire noi”: chi ha bisogno
di navigare, mandare una mail,
cercare informazioni, comunicare con persone di altri paesi,
viene al CIF o da ACIM. Certo, altri in città hanno internet (agen-
zie ONU e grosse ONG), ma lo
usano esclusivamente per il proprio personale e non lo mettono
a disposizione della gente.
Che cosa ha portato concretamente alla città di Man e alla Regione questa tecnologia? È stato
uno strumento per uscire dall’isolamento (la stampa non arrivava
a Man). Ha dato la possibilità non
solo a singoli cittadini, ma anche
a professionisti, a giornalisti, di
scrivere e inviare articoli. Anche
molte ONG nazionali usufruiscono di questa connessione per
inviare rapporti e per ricerche di
informazioni.
Un altro aspetto fondamentale:
lo Stato sta informatizzando alcuni servizi: concorsi, esami, liste
elettorali. Diventa quindi necessario l’accesso a internet per effettuare iscrizioni, verificare risultati, ecc. Con l’aiuto del
personale del CIF e di ACIM, le
persone di Man e dei villaggi
sono stati assistite in queste ricerche. Ad esempio, per il precertificato elettorale, circa 2.000
persone hanno avuto la gioia di
ottenere dai nostri computer questo prezioso documento, senza il
quale non avrebbero potuto votare alle importanti elezioni presidenziali.
Tante persone, in particolare
adulti, hanno imparato a utilizzare un computer e hanno acqui-
NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI
sito una preparazione più adeguata alla loro professione, impegni e studi.
Un altro punto molto importante sono le videoconferenze
con le quali si collegano sedi universitarie ed ospedali di diversi
paesi africani ed europei. Sono
dei veri e propri seminari con varie tematiche: SIDA (in inglese
AIDS), igiene, ricerca di informazioni sanitarie in rete ecc. Uno
stimolo per gli operatori sanitari
ed un'informazione di base per
la popolazione, nel tentativo di
far crescere il livello culturale e
quindi la qualità delle cure.
Anche il Centro medico-sociale
della Cittadella usufruisce di questa tecnologia, per ricerche e ag-
giornamenti. Un primo passo,
molto apprezzato, è stato l’elettrocardiogramma con refertazione a distanza, uno strumento
indispensabile, se si pensa che il
più vicino reparto cardiologico è
a 600 km.
Infine, anche scuole e gruppi
di giovani hanno potuto realizzare diverse sessioni di scambio
culturale (in videoconferenza):
alcune “punto-punto” (tra classi
italiane e di Man), altre parteci-
pando in modo attivo a collegamenti internazionali con numerosi punti di ascolto.
La sperimentazione di questo
progetto da parte dell’ESA si è
conclusa positivamente a fine
marzo 2011, lasciandoci come attivo due sale informatiche con
PC, e la parabola con le attrezzature per portare internet nei diversi punti della cittadella e dell'ospedale, che dista 3 km.
Naturalmente, ora che ESA è
uscita di scena, la gratuità della
connessione è venuta meno. ci è
però sembrato importante rischiare e continuare ad offrire
questo servizio, da molti ormai
considerato irrinunciabile per la
crescita e lo sviluppo
della Regione. Grazie ad
ActNow Alliance, abbiamo
trovato un fornitore europeo, i cui
prezzi sono però ancora molto
elevati: oltre 1.200 dollari/mese
quando in Europa basterebbero
300 dollari. Anche questa differenza di prezzi non aiuta certo a
colmare il divario digitale che
isola buona parte della società civile in Africa.
Con semplicità e fiducia chiediamo quindi a chi frequenta i
due centri un piccolo contributo
per la navigazione e per i corsi,
proporzionale alle effettive capacità economiche locali. Con il
tempo (tre anni) abbiamo calcolato che potremo raggiungere un
equilibrio che ci permetterà di
pagare i nostri costi, confidando
anche in una futura diminuzione
dei costi di connettività: personale, connessione, manutenzione.
Questa nuova tecnologia, forse
ardita, non è l’ennesimo piatto di
minestra che vogliamo offrire,
ma una possibilità di crescita e di
sviluppo alla popolazione. E per
questo vogliamo che il “nostro”
sogno continui!!!
Per far fronte al costo elevato
della connessione satellitare, facciamo calcolo di quanti, sensibili
a questi strumenti, sono consapevoli di aiutare il progresso socioculturale di tutta una Regione.
Maria Teresa Sala
e Carlo Montaguti
IL PROGETTO IN SINTESI
Progetto: Tecnologia a servizio della persona e della società
Paese: Costa d’Avorio
Località: Man
Responsabili locali: Maria Teresa Sala e Carlo Montaguti
Costo totale progetto: € 11.913,00
Apporto locale: € 2.800,00
Contributo richiesto all’AMU: € 8.913,00
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2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE
Myanmar:
partiamo dai piccoli
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Il Myanmar, nonostante le
sue ricchezze naturali, è uno
dei paesi più poveri del mondo.
Milioni di persone soffrono da
decenni a causa degli oppressivi regimi militari che si sono alternati al potere. Ogni aspetto,
come l’educazione, la salute,
l’assistenza sociale ecc. è andato via via peggiorando.
Per fuggire dalla miseria e
spesso anche dalle persecuzioni verso alcune etnie, molti attraversano il confine con la
Thailandia, senza portare nulla
e senza nessun riconoscimento
una volta arrivati.
Si stima che ci siano tra 1,5 e
2 milioni di lavoratori birmani
emigrati in Thailandia.
Qui gli immigrati lavorano
con salari molto bassi e subiscono spesso violenze da parte
dei thailandesi. A causa della
mancanza di documenti legali,
ogni giorno molte persone vengono arrestate dalla polizia.
Quando questo avviene si devono pagare multe altissime, in
caso contrario si viene riman-
Dopo le attività di supporto
ai villaggi di Gasmass e
Taskurt, soprattutto in
seguito ai danni provocati
nel 2008 dall’uragano
Nargis, parte un nuovo
progetto a sostegno della
popolazione birmana
emigrata in Thailandia.
dati in Birmania. Temendo di
essere rimpatriate, molte persone danno tutto quello che
hanno, rimanendo giorni interi
senza mangiare.
Oltre al fatto che queste famiglie guadagnano poco, stare
illegalmente in Thailandia significa non avere nessun diritto e quindi nessuna possibilità
di riscatto sociale. Molti non
hanno una casa e per mesi o addirittura anni vivono nella foresta. Per loro non c’è più posto
nemmeno nei campi profughi,
visto che il governo thailandese
sta cercando di chiuderli.
Da alcuni anni l’AMU è venuta in contatto con il Goods
Friends Centre (GFC), organizzazione che opera al nord della
Thailandia nella regione al
confine con il Myanmar, per
consentire ai figli degli immigrati di ricevere un’istruzione e
almeno un pasto al giorno.
l’istruzione è il primo passo
per consentire a questi bambini di uscire dalla povertà assoluta.
Il GFC ha aperto 8 scuole, di
cui una in territorio birmano, e
una casa di accoglienza con minori di diverse etnie e religioni.
Come è facile immaginare,
non potendo contare sul pagamento delle rette da parte dei
genitori, le scuole si sostengono quasi totalmente grazie al
supporto di donatori che appoggiano l’attività del GFC.
Anche l’AMu vuole fare la
sua parte, sostenendo 4 di
queste scuole.
Per far fronte ai costi di funzionamento, il GFC ha avviato
NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI
alcune attività produttive che
fra l’altro danno lavoro ad alcuni genitori dei bambini.
Accanto a una delle 4 scuole
che l’AMU sosterrà per l’anno
scolastico 2011-2012, si sono
avviati un allevamento di maiali e un allevamento di polli per
la produzione di uova. Queste
due attività, una volta arrivate a
regime, consentiranno di coprire il 30% dei costi di gestione
di almeno una scuola.
Se il progetto produrrà i risultati sperati, per il prossimo
anno scolastico si potrà prevedere l’apertura di nuove attività
a supporto delle altre scuole.
Mae Sot, nella regione di Phop
Phra in Thailandia e a Myawaddy, città di confine della Birmania. I beneficiari diretti del
progetto saranno 739 bambini
di età compresa tra 3 a 16 anni,
seguiti da 34 insegnanti. Circa
1200 genitori i beneficiari indiretti.
Le scuole aiutate si trovano a
Alessandro Pecorella
Per il sostentamento delle
scuole il costo per l’a.s.
2011/2012 è di € 23.000 (31 euro per ogni bambino).
Per l’avvio delle attività produttive il costo è di € 4.300,00.
IL PROGETTO IN SINTESI
Progetto: Sostegno agli immigrati birmani
Paese: Thailandia
Località: Mae Sot e Myawaddy
Destinatari: 739 bambini
Controparte locale: Good Friends Center
Costo totale del progetto: € 68.920,00
Apporti locali: € 41.620,00
Contributo richiesto all’AMU: € 27.300,00
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2012NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGE
Messico:
una medicina contagiosa!
Durante la missione estiva realizzata dall’AMU
in Centro America, si è vista l’opportunità di
sostenere un dispensario medico nel quartiere
Netzahualcóyotl, a sud di Città del Messico.
Città del Messico, con i suoi oltre 24 milioni di abitanti, è la seconda area metropolitana più
grande del mondo. Alla periferia
est della città sorge “Ciudad Netzahualcóyotl”. Questa colonia,
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formata da persone emigrate dai
diversi stati del Messico, nel giro
di pochi anni si è trasformata in
una delle municipalità più densamente popolate dell’immensa
area attorno alla capitale federale (circa 20.000 abitanti per km2).
Secondo cifre ufficiali dell’Istituto di Statistica relative all’anno
2000, circa l’80% della popolazione non ha accesso ai servizi di sanità pubblica, ed ovviamente si
tratta di fasce di popolazione ai
margini del processo di sviluppo
sociale ed economico.
Il Dispensario “Igino Giordani”
ha preso vita nei primi anni ’90,
quando un gruppo di operatori
sanitari prese coscienza della
gravissima situazione di questa
popolazione: famiglie disintegrate, donne capofamiglia, minori
abbandonati o maltrattati, alcolismo, dipendenza da droghe, violenze,
ecc.
Dopo una prima analisi delle
necessità
comunitarie, si
decise di offrire un servizio
medico di base,
che nel corso
degli anni venne completato
con un servizio
odontologico
ed oculistico,
riconosciuti
dalle autorità
sanitarie nazionali. Oggi
presso il centro
lavorano 11 persone, alcune delle
quali a titolo volontario. Nell’anno 2010 sono passati dal centro
2.227 pazienti.
L’obiettivo di questo dispensario è di offrire assistenza medica
professionale di qualità, soprattutto a coloro che non hanno
mezzi per permettersi cure private. L’esperienza di donazione
di medici che potrebbero lavorare altrove con stipendi molto più
alti, l’attenzione al paziente e il
clima di famiglia che si respira
nell’ambulatorio è cosi contagioso che oltre ad attirare un gran
numero di pazienti, coinvolge altri medici che decidono di mettere a servizio dell’ambulatorio
parte del loro tempo a titolo gratuito o di mero rimborso.
Lo sviluppo degli ultimi mesi
ha portato alla necessità di implementare gli equipaggiamenti medici per ottenere un
miglior funzionamento ed innalzamento della qualità dei servizi
prestati. Si vorrebbe anche poter
offrire cure a pazienti di altre
municipalità circostanti, che vivono in situazioni altrettanto
gravi e disagiate.
Il materiale necessario ha un
costo totale di € 9.371,00 così
suddiviso:
Odontoiatria . . . . . . . . . 3.817,00
Medicina generale . . . . 3.025,00
Psicologia . . . . . . . . . . . . . . 96,00
Ristrutturazione
ambienti . . . . . . . . . . 2.290,00
Altri materiali . . . . . . . . 143,00
Il costo del personale è a carico
della controparte locale.
Anna Marenchino
IL PROGETTO IN SINTESI
Progetto: Ambulatorio Netza
Paese: Messico
Località: Netzahualcóyotl
Destinatari: 2.500 persone
Controparte locale: Humanidad Nueva
Costo totale del progetto: € 10.630,00
Apporto locale: € 1.259,00
Contributo richiesto all’AMU: € 9.371,00
NUOVIPROGETTI2012NUOVIPROGETTI
Esperienze di reciprocità
dal Burundi
Ma quale novità?” potrebbe
esclamare qualche nostro lettore
più fedele ed attento, leggendo il
nostro notiziario e ricordando cosa
di volta in volta scriviamo. In effetti, dove sta la vera novità? Non
tanto nella notizia o nelle vicende
di vita reale che raccontiamo,
quanto nello sforzo di cambiare le
nostre vite, ed il mondo che ci circonda, partendo dai piccoli gesti
quotidiani. Le tante piccole o
grandi storie che con “caparbietà”
raccogliamo sono esempi di eroismo quotidiano, nascosto ed umile,
ma spesso determinante per cambiare in meglio rapporti e condizioni di vita in una comunità. E
con costanza e piccoli passi, si può
sperare di cambiare il mondo,
come dimostra anche il riconoscimento del premio Nobel per la
Pace appena assegnato.
Il percorso che vogliamo proporre per l’anno 2012 sarà centrato
sull'approfondimento di stili di vita
sobri, come esperienze di giustizia
e libertà, ma anche e soprattutto
come opportunità per contribuire
alla costruzione della fraternità
universale. Per seguire questo percorso abbiamo pensato di iniziare
presentando alcune piccole scene
di vita tratte dai nostri progetti con
CASOBU, storica controparte AMU
in Burundi, che mostrano come
tali stili di vita siano all'opera.
voro di animazione sociale o di informazione tecnica, almeno secondo lo spirito che noi tutti da
tempo vogliamo infondere al nostro lavoro comune, quanto piuttosto di vivere con e per le persone
coinvolte, fino a sentirsi davvero
fratelli e sorelle.
È così che all’avvio del nuovo
progetto sono stati gli abitanti di
Murago e Bubezi, dove si è concluso con successo un precedente
progetto di CASOBU, a spiegare
agli abitanti di Kibingo la loro
esperienza e le modalità di partecipazione del progetto, spesso
senza nascondere come il loro
modo di agire fosse conseguenza
di una scelta di vita basata sul Vangelo. Ben presto in tanti a Kibingo
hanno affermato “va bene, va bene:
siamo già convinti, adesso diteci
dove faremo passare le condutture!!!”.
Un altro piccolo episodio accaduto pochi giorni fa è sintomatico:
il capo cantiere era stato sul sito
per fare delle fotografie e dei rilievi
tecnici, ma purtroppo ha perso la
macchina fotografica che gli era
stata data da CASOBU.
Sono stati riuniti i capi
delle varie colline ed è stata
spiegata l’importanza dello strumento e la necessità di ritrovarlo;
alla fine si è arrivati ad una donna
che aveva trovato l’apparato e lo
ha prontamente restituito, mentre
avrebbe potuto rivenderlo per
qualche piccolo ma importante
guadagno personale. Comunque
anche lei ha trovato un lavoro retribuito presso il progetto, come
tangibile segno di riconoscenza.
un PontE PER l’AcquA
Si sa che l’acqua passa sotto ai
ponti (anche se non sempre è
così), ed anche questa è una storia
di acqua che passa sotto ad un
ponte che non regge il peso degli
autocarri che trasportano le tubature. Per questo, per far arrivare
l’acqua alle case, serve un ponte
nuovo e più robusto: ma come si
fa? La popolazione si è data anima
e corpo per trovare una soluzione,
e così alla fine il curato ha offerto
alberi del terreno della parrocchia
per ottenere robusti tronchi, mentre la gente ha messo tempo e lavoro, giusto in tempo per anticipare la stagione delle piogge!!!
Insomma una dinamica virtuosa
del dono, dove i contributi di tanti
attori portano al bene comune.
contAgiARSi
vicEnDEvolMEntE
Grazie al contributo della Regione Veneto ed all’associazione
Uomo Mondo di Treviso, a Kibingo
è stato dato avvio al nostro nuovo
progetto di distribuzione idrica.
Come sempre, la parte di informazione e coinvolgimento attivo della
popolazione è premessa inderogabile prima di qualsiasi altra azione.
Ma non si tratta di un semplice laAmu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
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Ma non è finita qui: ad un certo
punto l’autocarro è rimasto bloccato in fondo ad una ripida salita,
e dopo la richiesta di aiuto, la
gente del posto è accorsa lavorando fino a tarda sera. Il mezzo è
stato parzialmente scaricato e poi
spinto fino in cima alla salita: chi
di noi ha idea di cosa significa
spingere un mezzo così pesante su
una salita fangosa?
cittADini
ED AMMiniStRAzionE civicA
“Come fare a mettersi d’accordo
con i rappresentanti della pubblica
amministrazione? Non è che cercheranno di trarne un beneficio personale?” Alzi la mano chi non è mai
stato sfiorato da questo sospetto.
Certo, i rischi ci sono, e non bisogna essere ingenui. A CASOBU il
sindaco aveva subordinato la concessione per il progetto idrico all’estensione delle tubature fino allo
stadio cittadino. La risposta, sincera e motivata tecnicamente, è
stata che non si poteva fare, ed allora, egli ha ugualmente dato la
concessione, senza annullare l’impegno del contributo comunale per
i trasporti pesanti di sabbia e
ghiaia. Tuttavia, sul cantiere è accaduto che questi trasporti promessi arrivassero con il contagocce, e così ci sono state altre
riunioni con lui. Anche lui è stato
franco, ed ha esposto le gravi difficoltà economiche alle quali doveva far fronte, mostrando però un
sincero interesse al bene comune.
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Ecco che alla fine si è trovato un
accordo provvidenziale: anziché ricorrere ad altri trasportatori per il
materiale dalla città, CASOBU
avrebbe noleggiato i mezzi comunali, ed in tal modo il comune sta
mantenendo il proprio impegno a
favore del progetto, che al momento non subisce più ritardi. Un
piccolo e prezioso esempio di sussidiarietà tra istituzioni pubbliche
e società civile, pur in contesto fortemente pervaso da corruzione politica e diffidenza verso la politica.
DA DonnA A DonnA
A Kinama, dove sono in corso i
progetti di micro finanza, sono le
stesse donne del quartiere che già
hanno fatto l’esperienza dei gruppi
di micro credito ad incoraggiare
quelle nuove che vi si avvicinano
per la prima volta. Così Espérance,
saputo del progetto, non perde occasione per chiedere quando si
può iniziare: si sente responsabile
di un bel gruppo di persone, e non
vede l’ora che anche loro scoprano
“il tesoro nascosto” in questa proposta che ha già cambiato la sua
vita. Successivamente, quando
l’animatrice di CASOBU non segue
più giornalmente tutti i gruppi, è
Espérance stessa che li visita per
assicurarsi che i nuovi gruppi abbiano fatto bene i conti. È molto
disponibile per aiutare CASOBU e
per fare questo qualche volta lascia il proprio lavoro.
Gaudence è responsabile della
Caritas parrocchiale ed è anche
Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
membro di CASOBU, conosce
quindi il progetto di micro credito.
Nella sua parrocchia pareva che
l’aiuto agli indigenti non riuscisse
a cambiare la loro situazione economica: i poveri rimanevano poveri! Così Gaudence chiede alla coordinatrice dei progetti di CASOBU
di formare al micro credito un
gruppo di indigenti, e questa a titolo volontario accetta. Al primo
incontro rimane davvero perplessa: non avrebbe mai immaginato di trovarsi di fronte un gruppo
di uomini e donne in età già abbastanza avanzata ed in stato di totale
povertà. Inizia la formazione, non
senza scetticismo sulle effettive
possibilità di successo, ma sorprendentemente, man mano che il
corso procede, talenti e forze latenti vengono fuori, ed alla fine anche coloro che qualche settimana
prima non avevano altra prospettiva che di elemosinare davanti ad
una chiesa iniziano i loro primi investimenti produttivi!
Poche settimane fa la coordinatrice dei progetti di CASOBU si è
sposata (a proposito: auguri vivissimi da tutta la grande famiglia dei
sostenitori di AMU!!!), ed anche i
nuovi amici di questo gruppo di
micro credito sono stati a trovarla
per felicitarsi con lei. Per arrivare
non ci sono autobus, ma ora orgogliosamente possono arrivare con
un taxi, carichi di doni. Si ride, si
beve e si mangia, ed al momento
di salutarsi tutti le dicono: “questa
volta siamo venute in taxi, la prossima volta verremmo con la nostra
macchina, la compreremo e si chiamerà “Ntagorane” (non c’è nessun
problema)”.
Ma la misura del cambiamento
lo testimonia la reazione di una signora tra le più povere che si rivolgeva alla Caritas, che, all’offerta
di un pacco di zucchero, risponde
che ora lei non ne ha più necessità,
meglio darlo a chi ne ha più bisogno di lei.
Stefano Comazzi
BURUNDI
Altri PrOGEtti iN COrSO
EgITTO
(AMU Notizie n. 1/2011)
Contributi richiesti:
€ 19.880,00
Contributi ricevuti al 31/10/2011:
€ 7.984,84
Contributi da Cinque x mille:
€ 8.571,92
ACqUA pOTABILE
A KIBINgO
(AMU Notizie n. 2/2011)
Ente cofinanziatore:
Regione Veneto
Associazione proponente:
Associazione UOMO
MONDO Onlus
Contributi totali richiesti:
€ 20.160,00
Contributi ricevuti al 31/10/2011:
€ 7.145,00
Il progetto proseguirà anche
nel 2012
RAgAzzI A RISChIO
dal nostro sito
www.amu-it.eu
BRASILE
In BrasIle uno spazIo per IncontrarsI
Giovedì 20 ottobre è stato inaugurato a Recife, nel Nordest del Brasile, il primo
punto vendita dell’azienda “Dalla strada”.
L’azienda, che si ispira ai principi dell’Economia di Comunione, produce borse
con materiali di riciclo e di recupero. Materiali “di strada”, in un certo senso,
come dalla strada provengono i ragazzi e le ragazze che vi lavorano e che hanno
trovato qui un’opportunità per cambiare la propria vita.
Dopo l’apertura, avvenuta l’8 aprile scorso, della nuova sede di San Paolo che va
ad aggiungersi a quella di Recife, l’inaugurazione del punto vendita corona un anno
straordinario per questa azienda, nata da
un progetto in collaborazione con l’AMU.
Il punto vendita si chiama “Spazio Incontrarsi”. Oltre alle borse espone libri e composizioni artistiche, ed è provvisto di un
angolo bar. Sarà anche uno spazio culturale
per un programma di serate dedicate ad argomenti quali il consumo responsabile,
l’economia di comunione, la cittadinanza
attiva, ecc.
“L’inaugurazione è stato un momento straordinario – scrive Sande dal Brasile. La
responsabile della locale commissione EdC, Dima Pinto, ha presentato il progetto
alle numerose persone presenti, che sono rimaste colpite dall’esperienza dell’azienda e dei ragazzi che vi lavorano. Anche nei giorni successivi l’afflusso è continuato numeroso…
La notte precedente, alcuni dei ragazzi non avevano dormito per l’emozione ma
quel giorno erano tutti lì, fieri ed orgogliosi di ciò che sono riusciti a costruire”.
DALLA STRADA
(AMU Notizie n. 4/2010
e n. 2/2011)
Contributi richiesti:
€ 10.157,41
Contributi ricevuti al 31/10/2011:
€ 4.391,39
Contributi da Cinque x mille:
€ 6.857,81
Il costo del progetto è coperto.
Le attività previste proseguiranno
ancora per tutto il 2012.
Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
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BURUNDI
hAITI
DONNE E MICROCREDITO
SOLIDALI CON hAITI
SEGUE Altri PrOGEtti iN COrSO
VIETNAM
CENTRO ACCOgLIENzA
gIOVANILE
(AMU Notizie n. 2-3/2010
e n. 4/2010)
(AMU Notizie n. 4/2010
e n. 2/2011)
(AMU Notizie n. 1/2010,
n. 2-3/2010 e n. 3/2011)
Ente cofinanziatore:
provincia di Roma
Associazione collaboratrice:
AfN
Contributi richiesti:
€ 40.000,00
Contributi ricevuti al 31/10/2011:
€ 7.525,00
Contributi ricevuti al 31/10/2011:
€ 247.942,19
Contributi impegnati:
€ 60.344,61
Costo progetto aggiornato e
definitivo:
€ 184.600,00
Contributi richiesti: € 21.654,00
Contributi versati/impegnati da
altri donatori:
€ 162.946,00
Contributi ricevuti al 31/10/2011:
€ 200,00
Contributi da Cinque x mille:
€ 4.767,94
Da altri fondi AMU:
€ 15.813,25
Ad inizio settembre, dopo aver
finalmente completato le lunghe
pratiche burocratiche per la registrazione del terreno ed i permessi di costruzione, sono iniziati
i lavori di smantellamento dei
vecchi fabbricati, e lo scavo delle
fondamenta per quello nuovo.
Ai lavori partecipano anche i
giovani ospitati presso il centro,
che provvisoriamente si trovano
alloggiati in un edificio in affitto
nelle vicinanze.
16
Il costo dei progetti in corso è
coperto
dal nostro sito
www.amu-it.eu
DAllA FRAnciA PER l’AFRicA
Il progetto Fraternità con l’Africa è stato lanciato al Volontarifest di Budapest nel 2006, con la convinzione che per risolvere i problemi dell’Africa è
fondamentale puntare sulla formazione. È iniziato così un programma di
AfRICA
Contributi ricevuti dal 2006:
€ 628.798,81
Contributi impegnati dal 2006:
€ 495.899,23
Borse di studio assegnate: 126
Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
borse di studio per adulti e giovani dell’Africa sub-sahariana che ad oggi ha
raggiunto 125 borse di studio assegnate.
Fra le varie iniziative di raccolta fondi
che si svolgono in Europa, segnaliamo
quella realizzata in Francia. Alcune volontarie hanno organizzato mercatini
di solidarietà in due quartieri di Parigi,
vendendo gli oggetti più disparati e soprattutto cercando di stabilire rapporti
sinceri e costruttivi con le diverse persone incontrate, tra cui molti africani.
PrOGEtti CONClUSi
UGANDA / Centro nutrizionale
Il 29 aprile scorso è stato inaugurato il Centro Nutrizionale e in questi mesi è
stato possibile verificare il completamento delle attrezzature necessarie e controllare tutto il suo andamento. Come previsto dal progetto il Centro è frequentato da 50 bambini dai 3 ai 6 anni che vengono selezionati in base a criteri
rigorosi. Solo i più poveri accedono al programma di nutrizione.
L’organizzazione del Centro prevede la permanenza dei bambini dal mattino
al primo pomeriggio e questo ha dato loro l’opportunità di frequentare anche
la scuola materna.
Essenziale è la formazione delle mamme, che a turno aiutano la cuoca a preparare i pasti e così imparano a cucinare anche alimenti che conoscono poco,
ma che si trovano comunemente sul territorio. Si è visto che questo lavoro con
le mamme è utilissimo per creare fra di loro legami profondi di solidarietà.
ERITREA / Scuola materna
È stata completata la scuola materna di Mai Edaga, in Eritrea a 52 Km da
Asmara, gestita dalle religiose del Buon Samaritano, a favore di una popolazione fortemente provata dalle dure condizioni di vita nelle zone rurali del
paese. Ora circa 100 bambini di famiglie locali già possono accedere al servizio, e presto le attività a favore delle famiglie si consolideranno ed estenderanno grazie all’impegno delle religiose e della popolazione locale che
partecipa al progetto. Il costo complessivo è stato di € 178.712 mentre il contributo di AMU è stato di € 50.000.
VIETNAM / Un pozzo per il villaggio di Tu Ne
Nel grande villaggio di Tu Ne, l’impianto di depurazione dell’acqua è entrato
a pieno regime e il progetto è in fase di conclusione. gli abitanti del villaggio
hanno finalmente accesso ad una fonte di acqua pulita. Il problema dell’acqua
in Vietnam è molto sentito, tanto che sono in cantiere diverse proposte per strutturare le tante richieste che i villaggi delle province vicine stanno facendo.
ARGENTINA / Turismo responsabile
La Scuola Aurora, a Santa Maria di Catamarca, ogni anno forma un centinaio
tra giovani e adulti al recupero di differenti tecniche di lavoro artigianale, secondo i valori e le abitudini ancestrali del posto. La scuola non è solo un laboratorio per imparare a lavorare il metallo, l’argilla, i tessuti e il legno, ma è
uno spazio di trasmissione e di ricostruzione di tradizioni antiche. per rendere
più sostenibile la formazione professionale degli allievi si è pensato di creare,
in 3 locali da ristrutturare, degli appartamenti per un turismo responsabile. gli
appartamenti ad oggi sono stati conclusi e funzionano a pieno regime.
Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
17
Modalità
di partecipazione e costi:
I gruppi interessati potranno chiedere
l’attivazione del percorso formativo in
un luogo da loro individuato.
I gruppi potranno scegliere se frequentare uno o più cicli formativi, comprendenti ciascuno 3 moduli, da un minimo
di 12 ad un massimo di 48 ore.
I costi
per i partecipanti saranno:
- un ciclo (12 ore), comprendente
3 moduli formativi: 1.500 euro
Il costo include compenso dei formatori, loro spese di viaggio, spese organizzative, acquisizione dei materiali didattici, mentre non include eventuali
spese di affitto o uso dei locali dove si
svolgerà la formazione e di viaggio dei
partecipanti.
Al termine dei percorsi sarà rilasciato un
attestato di partecipazione che testimonierà il loro valore come "corsi in servizio" per gli insegnanti di scuole di ogni
ordine e grado, essendo l'AMU un ente
accreditato presso il MIUR (con decreto
n. 2261/C/3 del 23 maggio 2002) per la
formazione del personale della scuola.
Informazioni e iscrizioni:
AMU - Azione per un Mondo
Unito - ONLUS
Via Frascati, 342 - 00040
Rocca di Papa (Roma)
Tel. +39 06 94792170
Fax +39 06 94790359
E-mail: [email protected]
Sito internet: www.amu-it.eu
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Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
Struttura e contenuti
dei percorsi formativi
Ogni percorso si compone di un ciclo di tre moduli
formativi, della durata di quattro ore ciascuno, che
comprendono una parte di trasmissione di contenuti
teorici, con lezioni frontali, e una parte di formazione
interattiva con giochi, video e proposte laboratoriali.
Globalizzazione e fraternità
La globalizzazione ha sicuramente modificato il tenore di vita in
gran parte del pianeta, tuttavia il divario tra ricchi e poveri è paradossalmente in crescita, la povertà anche all’interno dei paesi
ricchi è aumentata, così come sono in crescita le guerre per le risorse naturali, l’estremismo religioso e le fobie. Il mondo oggi ha
tutti gli strumenti per essere più equo, solidale, per vivere in pace,
nell’abbondanza e nella libertà, ma la realtà ci dice il contrario. Il
percorso formativo approfondisce ombre e luci, sfide e potenzialità della globalizzazione rispetto ad una convivenza più fraterna tra
i popoli e le persone.
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Cos’è la globalizzazione? Ombre
Cos’è la globalizzazione? Luci
Una globalizzazione fraterna verso un mondo unito
Comunicazioni
Deducibilità
dei contributi all’AMU
Ricordiamo che i contributi versati all’AMU sono deducibili dal
reddito imponibile nel limite del
10% del reddito stesso e che, a tale
scopo, è necessario conservare la
ricevuta del versamento postale o
bncario.
A richiesta, l’AMU rilascia una ricevuta a supporto (non sostitutiva)
della documentazione contabile.
Finalità dei contributi
Intercultura e regola d’oro
Il percorso approfondisce il fenomeno dell’incontro tra culture
differenti, contestualizzandolo nella realtà quotidiana delle nostre
società multiculturali e multietniche, mostrandone i vari volti e
sollecitando la riflessione su azioni concrete che permettano alle
diversità di essere vissute come ricchezza reciproca.
•
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Cos’è l’intercultura?
Uguali o diversi?
Tra uguaglianza e differenza: la fraternità
L’AMU destina ai propri progetti
i contributi ricevuti in base alle indicazioni dei donatori. qualora i contributi siano superiori alle necessità
dei progetti ai quali sono indirizzati,
l’AMU si riserva di destinare l’eccedenza ad altri progetti con finalità
analoghe, dandone comunicazione
ai donatori attraverso AMU Notizie.
Come sostenere
AMU Notizie
Economie e cultura della condivisione
L’attuale crisi mondiale interpella aspetti socio-economici, politici,
culturali ed etici. Il percorso vuole riflettere sulle contraddizioni di
un sistema economico che si è dimostrato iniquo e insostenibile,
alla ricerca di esperienze alternative che stanno dando vita a forme economiche attente all’equità e alla fraternità.
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Economia o economie? L’economia contemporanea, le sue
contraddizioni e le possibili alternative
Alcuni esempi reali: Commercio equo e solidale, Finanza
Etica, Economia di Comunione
Avere, essere o… condividere?
Ecologia, sobrietà e consumi responsabili
Alla luce del rapporto uomo-natura in una prospettiva interdisciplinare, il percorso affronta le contraddizioni alle quali conduce
lo stile di vita consumistico, che sfrutta in modo insostenibile le
risorse ambientali. Il percorso propone stili di vita basati su sobrietà e condivisione, come possibile risposta di libertà all’attuale
questione ambientale.
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Natura e uomo: dove siamo oggi?
Possibili alternative nei nostri consumi: consumo responsabile e condivisione
Possibili alternative nei nostri consumi: riciclo, riuso, etc.
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Amu notizie 4 / ottobre-dicembre 2011
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