atti di controllo e di indirizzo - La Camera dei Deputati
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Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4079 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 113. 2007 Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI CONTROLLO: PAG. Comunicazioni. Presidenza del Consiglio dei ministri. Interrogazione a risposta in Commissione: Interrogazioni a risposta scritta: Caparini .................................... Caparini .................................... 4-02667 4081 Bocchino ................................... 4-02692 4081 Ambiente e tutela del territorio e del mare. 5-00767 4085 Burchiellaro ............................. 4-02674 4086 De Corato ................................. 4-02684 4086 4-02686 4087 4-02673 4088 Interrogazioni a risposta scritta: Interpellanza urgente Difesa. (ex articolo 138-bis del regolamento): Margiotta .................................. 2-00381 4081 Interrogazioni a risposta in Commissione: Deiana ....................................... Foti ............................................ 5-00756 4082 Benvenuto ................................. 5-00769 4082 Diritti e pari opportunità. Interrogazione a risposta scritta: Interrogazioni a risposta scritta: Martinello ................................. 4-02672 4083 Trepiccione ............................... 4-02675 4084 Commercio internazionale. Prestigiacomo ........................... Economia e finanze. Interpellanza urgente Interpellanza: Spini .......................................... Interrogazione a risposta scritta: (ex articolo 138-bis del regolamento): 2-00382 4084 Quartiani .................................. 2-00380 4088 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza. Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4080 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 PAG. Interpellanza: Burgio ....................................... Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: 2-00384 4089 Nespoli ...................................... 3-00668 3-00673 5-00761 4103 4090 Martinello ................................. 5-00762 4103 4091 Franci ....................................... 5-00763 4104 Mellano ..................................... 5-00764 4105 Interrogazione a risposta immediata in Commissione: Interrogazioni a risposta scritta: V Commissione: Marchi ...................................... XIII Commissione: Catanoso ................................... Interrogazioni a risposta orale: Tassone ..................................... PAG. 5-00768 4092 Interrogazioni a risposta scritta: Marinello .................................. 4-02680 4105 Pignataro Ferdinando Benito . 4-02681 4106 Bocchino ................................... 4-02677 4092 Salute. Lenna ........................................ 4-02678 4093 Interrogazioni a risposta orale: Giustizia. Ronconi .................................... 3-00671 4107 Interpellanza urgente Nespoli ...................................... 3-00672 4108 Interrogazione a risposta in Commissione: (ex articolo 138-bis del regolamento): Brigandı̀ .................................... 2-00385 4094 Interrogazione a risposta in Commissione: Contento ................................... 5-00766 2-00383 4109 4-02669 4110 Interrogazioni a risposta scritta: 2-00379 4096 Interrogazione a risposta in Commissione: 5-00760 4096 Interrogazione a risposta scritta: Piro ........................................... 4109 Interpellanza: Marinello .................................. Interpellanza: Maderloni ................................. 5-00765 Sviluppo economico. 4095 Infrastrutture. Nan ........................................... Aurisicchio ............................... 4-02671 4097 Foti ............................................ D’Agrò ....................................... 4-02676 4110 Holzmann ................................. 4-02679 4112 Pisicchio .................................... 4-02682 4112 Sgobio ....................................... 4-02688 4113 Interno. Trasporti. Interrogazione a risposta orale: Interrogazioni a risposta in Commissione: Nespoli ...................................... 3-00670 4097 Interrogazioni a risposta scritta: Piro ........................................... 4-02670 4098 Cassola ...................................... 4-02683 4099 Burgio ....................................... 4-02687 4099 Lavoro e previdenza sociale. Interrogazioni a risposta scritta: Galante ..................................... 4-02685 4100 Salerno ...................................... 4-02691 4101 Politiche agricole, alimentari e forestali. Margiotta .................................. 5-00757 4113 Uggè .......................................... 5-00758 4113 Ricci Mario .............................. 5-00759 4114 Fasolino .................................... 4-02668 4114 Piro ........................................... 4-02689 4115 Borghesi .................................... 4-02690 4116 Apposizione di firme a risoluzioni ........... 4117 Ritiro di documenti del sindacato ispettivo . 4117 ERRATA CORRIGE ...................................... 4117 Interrogazioni a risposta scritta: Interrogazione a risposta orale: D’Agrò ....................................... 3-00669 4102 Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4081 AI RESOCONTI ATTI DI CONTROLLO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Interrogazioni a risposta scritta: CAPARINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: venerdı̀ 16 febbraio 2007 a cura del Ministero dell’Ambiente è stata pubblicata su Il Manifesto (ultima pagina, mezza pagina a colori), L’Unità (Pagina 13, mezza a colori), la Repubblica (pagina 28, mezza a colori), la Stampa (pagina 38, mezza a colori), il Sole 24 ore (pagina 23, mezza a colori), il Messaggero (pagina 14, mezza a colori), Il Corriere della Sera (pagina 15, mezza a colori) un’inserzione riguardante la ricorrenza dei due anni dalla ratifica del Protocollo di Kyoto; tra i quotidiani nazionali dalla pianificazione pubblicitaria risultano esclusi Libero, Il Giornale, Avvenire, Liberazione, la Padania, Italia Oggi, Il Secolo d’Italia, Il Riformista, Il Secolo XIX, QN, Il Giorno, Tuttosport e Il Foglio –: quali sono i motivi che hanno indotto il Ministero a privilegiare alcune testate organo ufficiale di partito rispetto ad altre. (4-02667) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 il quotidiano Italia Oggi, lo scorso 17 febbraio, riportava la notizia che l’Eni sarebbe in procinto di avviare la sua free press, la distribuzione di stampa gratuita, con il nome di You&Agip, sulla base di un progetto in collaborazione con l’agenzia giornalistica AGI sostenuto da partner e fornitori della stessa società; 2007 la diffusione di You&Agip avverrà dapprima via web e poi anche attraverso la carta stampata, con la distribuzione del quotidiano in tutte le stazioni di servizio dell’Agip; ad avviso dell’interrogante, l’avvio di questo progetto da parte dell’Eni configura un palese conflitto d’interessi per la società, la quale, oltre a controllare l’Agip, è anche editrice dell’AGI, agenzia giornalistica che però, a sua volta, riceve anche i finanziamenti all’editoria elargiti dalla Presidenza del Consiglio; appare singolare, infatti, che proprio nel momento in cui la Presidenza del Consiglio si accinge a rivedere il sistema dei contributi all’editoria, l’Eni decida di intraprendere l’esperienza di una free press, grazie alla quale potrà far incassare ad una sua controllata centinaia di migliaia di euro attraverso le pubblicità su You&Agip; l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato starebbe per avviare un’indagine proprio sui contributi pubblici all’editoria, al fine di accertare se l’attuale meccanismo di distribuzione delle provvidenze possa creare effetti distorsivi della concorrenza –: se quanto riportato dalle notizie giornalistiche corrisponda al vero e quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere in merito a quello che appare, da parte della società in oggetto, come un palese conflitto d’interessi e una possibile violazione delle regole della concorrenza. (4-02692) * BOCCHINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro delle comunicazioni. – Per sapere – premesso che: FEBBRAIO * * AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: il Comune di Rotondella (Matera) ha approvato, con delibera del Consiglio Co- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4082 AI RESOCONTI munale del 22 dicembre 2006, trasmessa, tra gli altri al Ministro dell’Ambiente, un Ordine del Giorno richiesto dal gruppo Consiliare « Il Centrosinistra per Rotondella » – Alleanza democratica, relativo ad un episodio verificatosi presso l’impianto ITREC della Trisaia di « Trasudamento » del materiale radioattivo immagazzinato nel monolite, dapprima nel cemento che lo conteneva, successivamente nel terreno circostante; l’amministrazione comunale, nella delibera, ha manifestato « sfiducia e profondo senso di contrarietà » in relazione all’operato della SOGIN SpA in materia di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti nucleari; ha, inoltre, chiesto al Governo nazionale « una pronta verifica gestionale e la consequenziale adozione di tutte le misure indispensabili e necessarie » alla accelerazione « dei processi di messa in sicurezza dei rifiuti nucleari presenti e la realizzazione del cosiddetto prato verde » –: quali iniziative intenda assumere il Governo al fine di: chiarire la causa e le dinamiche dell’incidente del 24 novembre 2006 verificatasi all’ITREC di Rotondella; garantire l’opportuna informazione delle popolazioni, anche con riferimento a comportamenti da assumere in caso di incidenti; accelerare i processi di corretta gestione e messa in sicurezza delle scorie nucleari a Rotondella, e in generale sull’intero territorio nazionale; sanzionare eventuali comportamenti negligenti di SOGIN Spa. (2-00381) « Margiotta, Carbonella, Luongo, Marchi, Fadda, Di Salvo, Di Girolamo, Dato, Iannuzzi, Cesario, Farinone, Amici, Fincato, Tanoni, La Forgia, Gozi, Burtone, Calgaro, Burchiellaro, Bordo, Boffa, Mantini, Bocci, Bianchi, Galeazzi, Giovanelli, Giacomelli, Ghizzoni, Nannicini, Naccarato, Realacci, Lusetti, Oliverio, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 Villari, Mattarella, Suppa, Nicola Rossi, Vichi, Strizzolo, Garofani, Cardinale, Carta, D’Ambrosio ». Interrogazioni a risposta in Commissione: FOTI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. – Per sapere – premesso che: su richiesta della segreteria del CIPE, in data 16 ottobre 2006, la Cassa Conguaglio del Settore Elettrico ha definitivamente precisato l’entità degli importi destinati al finanziamento delle misure di compensazione territoriale di cui all’articolo 4 del decreto-legge n. 314 del 2003 convertito dalla legge 368/2003; non risulterebbe essere ancora stata inviata agli uffici di segreteria del CIPE la comunicazione scritta da parte del Gabinetto del Ministero dell’ambiente di conferma della proposta di riparto inviata il 26 aprile 2006 dal precedente Ministro –: se non ritenga di dovere assumere, con l’urgenza che il caso conclama, ogni utile iniziativa volta a consentire al CIPE di potere finalmente procedere con le deliberazioni di sua competenza. (5-00756) BENVENUTO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: a Genova, in Via Lungobisagno Dalmazia, in località Volpara, nel vecchio sito dell’inceneritore, è attivo un impianto di digestione anaerobica dei fanghi di depurazione, collegato tramite un fangodotto con il depuratore delle acque reflue civili di Punta Vagno e gestito dalla società Genova Acque, società partecipata dal Comune di Genova; tale impianto negli anni passati (almeno dodici) ha causato una serie di problemi legati a cattivi odori e miasmi che hanno interessato il quartiere con intensità diverse a seconda dei periodi; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4083 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 recentemente i cittadini hanno dato luogo ad una estesa raccolta di firme nella quale denunciano forti concentrazioni di odori sgradevoli riconducibili all’attività del digestore e del fangodotto di adduzione con relativo disturbo e molestia per una estensione di diversi chilometri fino a fenomeni di malessere associato a disturbo respiratorio; tato da fonte rinnovabile venga rilasciata agli impianti in funzione dopo il 1o aprile 1999, in seguito ad operazioni di potenziamento, rifacimento, riattivazione o nuova costruzione. Impone che a partire dal 2002 il 2 per cento dell’energia da fonte non rinnovabile, prodotta o importata, oltre la quota di 100 GWh, debba essere certificata a mezzo CV; l’impianto scarica direttamente le acque reflue nel torrente Bisagno e da tale scarico presumibilmente derivano i cattivi odori –: all’articolo 5, comma 1, del decreto del Ministero dell’Industria Commercio e Artigianato dell’11 novembre 1999 « Direttive per l’attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 » si evidenzia che « La produzione di energia elettrica degli impianti..., ha diritto, per i primi otto anni di esercizio successivi al periodo di collaudo ed avviamento, alla certificazione di produzione da fonti rinnovabili, di seguito denominata « certificato verde »; se non intenda avviare un’ispezione per il tramite del nucleo operativo ecologico dell’Arma dei carabinieri. (5-00769) Interrogazioni a risposta scritta: MARTINELLO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: fin dai primi anni ’90 la politica energetica italiana ha posto grande attenzione alla produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili. Tale politica ha portato alla stesura di una serie di leggi atte a garantire incentivazioni economiche ai produttori da fonte rinnovabile; la prima iniziativa in tal senso è stato il provvedimento CIP 6/92 che, a fronte di grandi vantaggi economici, ha portato anche a caratteristiche negative: su tutte il fatto che il 70 per cento dell’incentivazione economica ha remunerato impianti di produzione alimentati da fonti assimilate cioè da fonti di origine fossile a basso impatto ambientale. Tutto ciò ha portato alla necessità di studiare un nuovo meccanismo di incentivazione con la conseguente elaborazione della normativa sui cosiddetti certificati verdi (CV); il decreto legislativo 16 marzo 1999 n. 79, cosiddetto decreto Bersani, fissa le regole per l’emissione dei CV stabilendo che la certificazione di Impianto alimen- tale decreto è stato successivamente abrogato dal decreto del Ministero Attività Produttive del 24 ottobre 2005 « Aggiornamento delle direttive per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ai sensi dell’articolo 11, comma 5 del decreto legislativo 16 marzo 1979, n. 79 »; il decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 « Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità » al comma 5 dell’articolo 20 prevede che: « il periodo di riconoscimento dei certificati verdi è fissato in otto anni, al netto dei periodi di fermata degli impianti causati da eventi calamitosi dichiarati tali dalle autorità competenti »; l’articolo 5, comma 2, del decreto del Ministero attività produttive del 24 ottobre 2005 si afferma che « ... la produzione netta di energia elettrica da impianti alimentati a biomasse e rifiuti, che ha diritto ai certificati verdi per i primi otto anni successivi all’entrata in esercizio commerciale degli impianti, ha diritto altresı̀, su Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4084 AI RESOCONTI richiesta del produttore e nel rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo n. 387 del 2003, articolo 20, comma 6, ai certificati verdi per ulteriori quattro anni, in misura corrispondente al 60 per cento della produzione... »; precisando comunque al comma 11 che « la richiesta del produttore volta ad ottenere i certificati verdi aggiuntivi di cui al comma 2 per il primo degli ulteriori quattro anni è accompagnata da dichiarazione giurata con la quale il produttore attesta di non aver beneficiato di alcun incentivo pubblico in conto capitale per la realizzazione dell’impianto per la cui produzione energetica vengono richiesti i certificati verdi »; infine alla lettera d) comma 4 dell’articolo 267 del decreto legislativo n. 152 del 2006, cosiddetto Testo Unico Ambientale, si afferma: « al fine di prolungare il periodo di validità dei certificati verdi, all’articolo 20, comma 5, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, le parole “otto anni” sono sostituite dalle parole “dodici anni” –: quali iniziative i Ministri in oggetto intendano adottare al fine di coordinare la normativa relativa alla durata dei certificati verdi e se, come si evince, dal succedersi della produzione legislativa tale validità sia di dodici anni cui si aggiunge, a richiesta del produttore, un ulteriore periodo di quattro anni. (4-02672) TREPICCIONE. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: nel territorio di Saluggia, comune di circa 4.000 abitanti in provincia di Vercelli, sono presenti scorie nucleari attualmente dislocate presso un impianto EUREX (ex impianto pilota per combustibili esausti). Tali scorie cruciformi, poste in una vasca di contenimento che presenta una crepa preoccupante, sembrano aver contaminato il sottosuolo per sette metri di profondità minacciando la falda acquifera di Saluggia; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 a causa dell’allarmismo determinatosi dall’evento succitato, la società SOGIN ha deciso di trasferire le scorie nucleari presenti nella piscina EUREX presso un reattore di ricerca smantellato presente ad Avogadro (Vercelli). Questo reattore dismesso attualmente ospita delle ulteriori scorie nucleari destinate al ritrattamento nel centro britannico di Sellafield sul Mar d’Irlanda; il deposito di Avogadro è di proprietà privata e sembra non possedere i necessari requisiti di sicurezza essendo un vecchio impianto riadattato che sorge in una zona alluvionale ed a una distanza di appena un chilometro dall’acquedotto del Monferrato; la popolazione locale, i sindacati e le associazioni ambientaliste sono contrari al trasferimento delle scorie presso il sito di Avogadro per le possibili ricadute sanitarie, ambientali ed economiche (essendo il deposito di proprietà privata bisogna pagare l’affitto e nelle vicinanze sono presenti diversi impianti industriali tra i quali lo stabilimento SORIN che produce valvole cardiache) –: come s’intenda intervenire per mettere in sicurezza le scorie presenti nel territorio a tutela della salute dei cittadini e del comparto produttivo. (4-02675) * * * COMMERCIO INTERNAZIONALE Interpellanza: Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del commercio internazionale, il Ministro per le politiche europee, per sapere – premesso che: il Ministro per il commercio internazionale e le politiche europee nello scorso mese di gennaio ha condotto la sua prima missione politica e commerciale negli Stati Uniti, con l’obiettivo dichiarato di attrarre gli investimenti statunitensi in Italia, in- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4085 AI RESOCONTI contrando importanti esponenti della finanza e degli investimenti, tra cui la Blackstone; la predetta Blackstone nello scorso mese di novembre ha dichiarato di essere interessata a Telecom Italia, compresa la divisione mobile Tim, e a quote di Enel, pubblicamente definendo il mondo del business italiano un ambiente più favorevole rispetto a quello di altri paesi europei dove le aziende hanno un consiglio di sorveglianza che coinvolge anche i sindacati; l’azienda italiana Galileo Italia srl, già parte dei Gruppo Alitalia fino al luglio del 2002, è stata acquisita da Blackstone nello scorso mese di agosto ed è stata subito dopo coinvolta in un piano internazionale di ristrutturazione e ridimensionamento che ha portato la Galileo Italia ad avviare una procedura per la dichiarazione di mobilità ai sensi della legge n. 223 dei 1991, indicando 109 lavoratori in eccedenza su un totale del personale in forza all’azienda pari a 220 impiegati; le Rappresentanze Sindacali Aziendali della Galileo Italia hanno contestato di fronte alle istituzioni competenti ed all’opinione pubblica un’operazione ai danni di un’azienda italiana con il bilancio in attivo, un’operazione che avrà un impatto sociale significativo sulla realtà occupazionale romana e che non rientrerebbe in una logica di tipo industriale ma scaturirebbe da un complesso e poco chiaro intreccio di manovre finanziarie orchestrate da Blackstone, con il forzato trasferimento delle attività produttive italiane della Galileo Italia verso altre aziende controllate da Blackstone all’estero –: se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti predetti e se non ritenga di adottare tutte le misure idonee per evitare che un aumento indiscriminato degli investimenti statunitensi, ad esempio da parte della predetta Blackstone, nel capitale di aziende italiane, possa condurre alla perdita di posti di lavoro e di attività Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 produttive in utile, ai danni di aziende italiane. (2-00382) « Spini ». * * * COMUNICAZIONI Interrogazione a risposta in Commissione: CAPARINI e FAVA. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che: nei primi giorni del dicembre scorso è apparso sul giornale online Il Barbiere della sera un articolo in cui si parlava della chiusura dell’emittente locale Mantova Tv a causa della decisione dell’editore di metter in atto un « potenziamento interregionale »; in nome di un unico palinsesto e di frequenze che coprono buona parte delle province di Modena, Mantova e persino Verona, gli editori hanno predisposto il lancio di un tg « interregionale »; dal 18 dicembre 2006 si è proceduto alla trasmissione di un’edizione del tg « unificata » di 45 minuti con notizie dalle città di Modena e Mantova; in data 31 gennaio, il nuovo editore, succeduto al precedente in data 1o gennaio 2007, ha deciso di chiudere del tutto l’unità locale di Mantova, provvedendo al licenziamento del personale e cancellando, da un giorno all’altro, l’emittente televisiva Mantova Tv; l’emittente televisiva in questione, giovane e vivace realtà televisiva, ha svolto per circa un anno e mezzo un consistente lavoro giornalistico, sotto la guida del direttore Manuela Pezzone, fornendo un tipo di comunicazione legata al territorio, alternativa e integrativa all’informazione nazionale; il Testo unico della radiotelevisione, all’articolo 8, riconosce all’emittenza locale il ruolo di valorizzare e promuovere le culture regionali e locali; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4086 AI RESOCONTI con la chiusura dell’emittente televisiva Mantova Tv, la città di Mantova perde un’importante Tv locale, e i telespettatori rimangono sprovvisti di quell’informazione e di quei programmi legati al contesto sociale in cui questa emittente si è trovata ad operare –: se il Ministro sia a conoscenza di questa situazione e quali misure intenda adottare per continuare a garantire alla comunità di telespettatori dell’emittente mantovana il diritto all’informazione locale, e se intende intervenire in qualche modo per arginare i gravi riflessi occupazionali che la chiusura di Mantova Tv sta provocando. (5-00767) Interrogazioni a risposta scritta: BURCHIELLARO e RUGGERI. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che: l’ufficio postale della frazione di Belforte nel comune di Gazzuolo, in provincia di Mantova, è sito in uno stabile la cui proprietaria ha comunicato a Poste Italiane Spa il recesso dal contratto di locazione a far tempo dal 23 maggio 2006; gli anziani proprietari alloggiano al primo piano dello stabile in questione e necessitano per motivi di salute di trasferirsi al più presto al piano terreno, attualmente occupato dall’ufficio postale; l’attuale sede è inoltre inidonea, in quanto insufficiente a contenere più di quattro o cinque persone, con l’aggravante che tale situazione obbliga gli utenti, tra i quali molti anziani, a stazionare lungo la via, esposti al freddo, al caldo e ai pericoli del traffico; il comune di Gazzuolo in accordo con Poste Italiane Spa, nell’intento di migliorare un servizio pubblico ritenuto indispensabile per la realtà rurale del proprio territorio, si è fatto carico di reperire un’altra sede costruendo i locali Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 ex novo in una zona centrale della frazione e fornendoli di tutti i comfort necessari; il contratto di locazione, non ancora stipulato per iscritto, è stato, nel frattempo, concordato verbalmente per la somma irrisoria e simbolica di 3.000 euro annui, al fine di agevolare la permanenza del servizio postale in questa parte del territorio comunale; i lavori di costruzione di tale nuovo plesso sono stati ultimati fin dal mese di settembre del 2006 e quindi sono da tempo utilizzabili per il nuovo ufficio postale; contattata più volte, la filiale di Mantova di Poste Italiane Spa ha ribadito a più riprese che la pratica di trasferimento dell’ufficio postale di Belforte nei nuovi locali messi a disposizione dall’amministrazione comunale, è di competenza della sede centrale di Roma di Poste Italiane Spa e che tale richiesta è stata inoltrata da tempo –: se il Ministro non ritenga necessario intervenire con urgenza presso Poste Italiane Spa per scongiurare l’ingiustificato protrarsi di una situazione di disservizio che danneggia i cittadini di Belforte e reca un inaccettabile disagio agli anziani proprietari dello stabile occupato dall’ufficio postale in questione. (4-02674) DE CORATO. — Al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che: sulla base delle segnalazioni giunte a numerose associazioni di tutela dei consumatori, delle istanze di conciliazione arrivate nelle sedi regionali dei Corecom, delle denunce presentate alle polizie postali, ai commissariati, presso i Carabinieri e la Guardia di Finanza, e degli esposti inviati al Garante per le Telecomunicazioni, si stima siano circa un milione gli italiani alle prese con problemi di fatturazione telefonica abusiva; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 4087 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 dalle inchieste in corso, come riportato da organi di stampa, sembra emergere un legame con vere e proprie organizzazioni criminali che operano in diverse Regioni d’Italia e che sfruttano prevalentemente il canale dei numeri a sovrapprezzo, in particolare quelli con prefissi internazionali che rientrano nella zona 7, come afferma anche il colonnello della Guardia di Finanza Umberto Rametto nel libro Truffe.com; prio mentre il governo Prodi annunciava il nullaosta al raddoppio della base Usa di Vicenza ed esplodeva la protesta contro tale decisione, è arrivata in Italia, tacitamente, un’altra ″base″ statunitense: il Bataan expeditionary strike group (Esg), un gruppo navale di spedizione d’attacco la cui capacità offensiva è maggiore di quella della Squadra di combattimento di stanza a Vicenza »; gli organi di stampa segnalano periodicamente casi di cittadini cui vengono recapitate « bollette pazze » causate dal collegamento automatico a numeri telefonici a sovrapprezzo, che scatta mediante i dialer, che scatta mediante i collegamenti ad Internet –: secondo le informazioni riportate dal quotidiano saremmo in presenza di un gruppo navale composto da sette navi da guerra, con a bordo 6 mila marinai e marines, guidato dalla Uss Bataan (Lhd 5), una nave da assalto anfibio della classe Wasp che, arrivata da Norfolk (Virginia), ha fatto scalo a Palermo; in che modo funzioni il meccanismo della cessione dei pacchetti delle numerazioni a sovrapprezzo alle concessionarie; quale sia il guadagno dei vari fornitori dei servizi di comunicazione elettronica, cui compete per legge la fatturazione in questo meccanismo; quali siano le società concessionarie e le aziende cui, dalle stesse, siano ceduti in subordine i suddetti pacchetti; quali motivi ostino alla pubblicazione sul sito Internet del Ministero delle comunicazioni dell’elenco di tutti i soggetti coinvolti; se i fornitori di servizi abbiano ottemperato all’obbligo di mandare agli utenti il modulo ove esprimersi sul tetto mensile massimo della fatturazione, come previsto dal decreto dell’ex Ministro delle comunicazioni, Mario Landolfi, del 2 marzo 2006. (4-02684) * * * DIFESA tale gruppo navale opererà nel Mediterraneo non nel quadro della Nato ma quale forza da sbarco della Sesta flotta sotto il Comando europeo degli Stati uniti, dipenderà quindi dal quartier generale delle forze navali Usa in Europa, situato a Napoli; fra le finalità di tale stanziamento vi sarebbe quella di intervenire in qualsiasi momento a essere impiegato nel Golfo o nel Corno d’Africa –: se il transito di navi del Governo Statunitense nel territorio italiano sia determinato da un atto di autorizzazione del Governo italiano o per automatica applicazione unilaterale da parte della marina militare americana; se, nel caso in cui tali autorizzazioni governative non vi fossero state, o non fossero necessarie in base agli accordi, a chi competa dare il consenso a tali operazioni; Interrogazione a risposta scritta: DEIANA. — Al Ministro della difesa – Per sapere – premesso che: sul quotidiano Il Manifesto del 23 gennaio 2007 si legge testualmente « Pro- se le autorità militari statunitensi abbiano reso noto alle autorità politiche italiane le finalità della presenza del gruppo navale e i tempi della loro presenza; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 4088 AI RESOCONTI se non ritenga che il Parlamento debba essere informato di operazioni militari, da parte di paesi stranieri, che in maniera cosı̀ complessa interessano il nostro paese. (4-02686) * * * DIRITTI E PARI OPPORTUNITÀ Interrogazione a risposta scritta: PRESTIGIACOMO. — Al Ministro per i diritti e le pari opportunità, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: la scorsa legislatura ha approvato in data 1o marzo 2006 la legge n. 67 « Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni » che promuove, ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione, la piena attuazione dei princı̀pi di trattamento e delle pari opportunità nei confronti delle persone con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, al fine di garantire alle stesse il pieno godimento dei diritti civili, politici, economici e sociali –: perché il Ministero per i diritti e le pari opportunità e il Ministero del lavoro non abbiano ancora provveduto a stilare l’elenco degli enti e delle associazioni legittimate ad agire, previsto all’articolo 4 della legge del 1o marzo 2006, che possono intervenire nei giudizi per danno subito dalle persone con disabilità e ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l’annullamento di atti lesivi degli interessi delle persone stesse, ciò in quanto l’importanza degli enti e delle associazioni è fondamentale per la tutela contro le discriminazioni a persone con disabilità poiché esse con i loro mezzi riescono ad agire con molta più incisività a favore di coloro che presentano disabilità. (4-02673) * * * Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 ECONOMIA E FINANZE Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che: la British American Tobacco, Italia SpA, è la Società che nell’ambito della privatizzazione dell’ETI, ha acquisito il patrimonio commerciale e produttivo delle manifatture del tabacco in Italia. La BAT, nell’ambito dell’acquisizione, ha assunto impegni contenuti nel piano industriale, sui livelli occupazionali e sul mantenimento della capacità produttiva, presenti in uno specifico contratto autonomo di garanzia; oggi la Manifattura di Rovereto lavoro a circa 140 persone (più altre circa in termini di indotto) e quella Chiaravalle a circa 120 persone (più esterni); dà 45 di 11 in questo periodo, dai siti produttivi di Rovereto, in provincia di Trento e a Chiaravalle, in provincia di Ancona, pervengono forti preoccupazioni da parte dei lavoratori, su un preannunciato piano industriale di assetto della BAT, in Europa, che dovrebbe prevedere la chiusura dei sopra citati siti produttivi; la multinazionale BAT, non è nuova a fatti del genere. Continuamente determina processi di riorganizzazione, con conseguente chiusura dei siti produttivi, basti osservare quanto successo a Scafati, in provincia di Salerno e sul sito di Bologna; secondo gli interpellanti tali azioni, si scostano e non sono rispettose degli impegni assunti nel contratto di acquisizione, ed evidenziano invece una strategia nella Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4089 AI RESOCONTI quale la multinazionale ha assorbito l’intero mercato delle sigarette italiane e la rinuncia a produrre in Italia –: quali interventi intenda adottare per conoscere le vere intenzioni della BAT e sostenere l’occupazione nei siti di Rovereto e Chiaravalle, che si presentano quali realtà produttive competitive e certamente capaci di stare sul mercato. (2-00380) « Quartiani, Froner, Maderloni, Gozi, Boato, Musi, Di Salvo, Bordo, Brandolini, Cinzia Maria Fontana, Ghizzoni, Cuperlo, Fogliardi, Rampi, Codurelli, Benvenuto, Franci, Betta, Barbi, Galeazzi, Vannucci, Nicchi, Allam, Baratella, Motta, Mariani, Incostante, Trupia, Vichi, Fluvi, Ottone, Leddi Maiola, Scotto, Rotondo, Lomaglio, Velo, Longhi, Ventura, Zunino». Interpellanza: I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere – premesso che: le persone colpite dal mesotelioma della pleura, tipica malattia causata dall’esposizione all’amianto, sono ogni anno in aumento, al punto che nel 2006, secondo i dati del Registro Nazionale dei mesoteliomi, i lavoratori affetti da questa patologia erano 1200, con un incremento rispetto all’anno precedente del 20 per cento; la proposta di legge n. 23 presentata il 28 aprile 2006 relativa all’istituzione di un fondo speciale per le vittime dell’amianto non sembra trovare, ad oggi, l’iter adeguato per una sua rapida approvazione, nonostante che, nei mesi scorsi, siano state presentate 28.000 firme di cittadini e lavoratori; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 tra il 2002 e il 2004 migliaia di lavoratori della provincia di Livorno (impiegati in aziende non rientranti negli atti di indirizzo emanati dal Ministero del Lavoro nel biennio 2000-2001 al fine di localizzare gli impianti produttivi potenzialmente interessati alle normative di legge in favore degli esposti all’amianto) hanno presentato all’Inps e all’Inail la richiesta di concessione della maggiorazione contributiva prevista dall’articolo 13 della legge n. 257 del 1992 e successive modificazioni; l’Inail ha dato, con i propri organi tecnici Contarp, parere negativo per tutti i profili professionali e per tutte le aziende della Provincia interessate dalla domanda (Agip, Solvay, Off. San Marco Impiantistica, Dalmine); il Tribunale di Livorno, sulla base della perizia dei medici della Medicina del Lavoro e di quelli della Medicina Legale (atta a stabilire se ciascun lavoratore era stato o meno esposto all’amianto nei limiti previsti ed individuati dagli articoli 24 e 31 del decreto legislativo n. 277 del 1991 e nel limite temporale superiore ai dieci anni), ha emanato sentenze favorevoli ai lavoratori in reazione alle quali l’Inps non ha mai ricorso in appello fino ai primi mesi del 2005; a partire da tale data l’Inps ha provveduto a fare ricorsi in appello su tutte le sentenze positive per i lavoratori prima con ricorsi generici, richiamando cioè sentenze di Cassazione che reputavano indimostrabile il superamento dei limiti della soglia di esposizione o, anche, l’effettiva esposizione per un periodo di tempo superiore ai dieci anni e, successivamente, ritenendo non fondata la decisione dei giudici assunta sulla base delle risultanze dei CC.TT.UU. di Livorno; fino ad oggi la Corte di Appello di Firenze ha sempre confermato il giudizio di primo grado; la prima udienza per gli appelli di secondo grado è stata fissata a febbraio 2008; la direzione Inps di Livorno ha riferito che la decisione di appellare tutte le Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4090 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 sentenze di primo grado viene presa dall’Avvocatura Provinciale in totale autonomia rispetto alla Direzione dell’Inps; l’altra della Corte di Appello di Sassari), il diritto ad andare in pensione in anticipo di 7 anni; l’attività legale sul riconoscimento dei benefici è a tal punto massiccia (il solo Patronato Inca di Livorno gestisce attualmente un contenzioso legale di 650 cause) da impegnare ingenti risorse economiche e da impedire, per il moltiplicarsi e il sovrapporsi delle cause pendenti, a tutt’oggi la fruizione, da parte dei lavoratori, di diritti loro riservati per legge; pur non avendo riportato conseguenze fisiche, i sei lavoratori si sono visti riconosciuto il diritto di accedere al beneficio previdenziale, ossia l’anticipo rispetto alla scadenza normale della loro attività lavorativa, previsto dalla legge 257 del 1992; all’interno di tale contesto è significativa la vicenda di un gruppo di lavoratori, pensionati e lavoratori in mobilità del polo di raffinazione ENI di Livorno che, nel 2001, formò un comitato per ottenere i benefici previdenziali previsti dalla legge ex esposti all’amianto; a conclusione della causa legale intentata contro l’Inps di Livorno, il giudice delegato ha dato sentenza nella quale, suffragando una perizia dei CC.TT.UU. durata 500 giorni, ha accolto o respinto le varie singole posizioni dei lavoratori in causa; anche in questa fattispecie, per tutte le posizioni accolte positivamente l’Inps ha opposto appello alla sentenza citata presso il tribunale di Firenze; l’atteggiamento dell’Inps contro questo gruppo di lavoratori risulta particolarmente deprecabile in quanto nella raffineria ENI di Livorno, a causa della forte esposizione a fibre d’amianto dagli anni 1950 fino al 1992, si sono verificati numerosi casi di decesso; presso l’Usl di Livorno risultano smaltiti dalla Raffineria di Livorno per il solo periodo successivo al 1992 500 tonnellate di amianto; nel mese di gennaio 2007 sei dipendenti dell’Apsa di Alghero (azienda di produzione di vernici) che, dal 1975 al 1992, hanno lavorato a contatto con l’amianto, si sono visti riconoscere, con due sentenze (una del giudice del lavoro, come ha specificato il giudice della corte d’Appello, « il soggetto obbligato ad attribuire il beneficio previdenziale è l’ente detentore della posizione contributiva e pensionistica del lavoratore che agisce in giudizio » –: quali siano le valutazioni dei Ministri interpellati sulla vicenda in parola; quali iniziative urgenti i Ministri interpellati, nell’ambito delle proprie competenze, intendano adottare al fine di scongiurare il sistematico ricorso in appello degli Enti previdenziali in reazione a sentenze eque, che assegnano ai lavoratori ciò che la legge garantisce e prescrive. (2-00384) « Burgio, Rocchi, De Cristofaro ». Interrogazioni a risposta orale: TASSONE. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: le condizioni applicate dagli Istituti di credito nel sud d’Italia vanno ben oltre i limiti imposti dalla legge anti-usura e ciò è confermato dal rinvio a giudizio dei vertici di alcuni tra i maggiori istituti di credito nazionali; da quanto emerso ed ammesso dalla Banca d’Italia nella sua perizia depositata, il costo del denaro applicato dagli istituti di credito al sud raggiunge punte che vanno dal 25 al 35 per cento, motivati da un rischio più alto; queste condizioni vengono riservate a tutte le imprese del territorio, vale a dire, Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4091 AI RESOCONTI aziende che nella maggior parte dei casi hanno usufruito dei fondi pubblici con l’intervento delle banche alle quali ne è demandata la gestione; detti fondi hanno generato interessi che hanno eroso l’importo del contributo concesso, finendo nelle casse degli istituti bancari invece che essere destinate allo sviluppo dell’economia e delle società locali; tale gestione delle politiche creditizie ha impedito la crescita dell’economia distruggendo le speranze e mandando in fumo denaro pubblico destinato allo sviluppo ed alla creazione di posti di lavoro, facendo fallire ogni attività imprenditoriale, cosa ancora più grave al Sud che nel resto del paese, dal momento che il lavoro onesto e l’impresa sono un baluardo fondamentale contro la criminalità ed occasione di riscatto sociale –: quali iniziative intenda adottare considerato che l’atteggiamento poco collaborativo degli istituti bancari del sud, ha arrecato un gravissimo danno al territorio ed allo sviluppo dello stesso, impoverendo la già debole economia e contribuendo alla creazione di sofferenze e di disoccupazione. (3-00668) NESPOLI e CASTIELLO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: nel diritto tributario viene conferito agli Enti Locali il potere di imporre un ulteriore prelievo sulla ricchezza già oggetto di tassazione a livello nazionale; alle Regioni ed agli Enti Locali, con la legge Finanziaria per l’anno 2007 (legge n. 296 del 2006), è stata concessa la possibilità di applicare un’aliquota aggiuntiva sul reddito imponibile mediante una « sovrimposta » precedentemente bloccata sin dall’anno 2002; secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Economia, i Comuni che hanno trasmesso le aliquote per l’addizionale IRPEF entro il 15 febbraio, in linea con quanto sancito dal comma 142 dell’articolo 1 della Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 legge Finanziaria per l’anno 2007, sono stati 1.096 di cui 687 (il 62 per cento) hanno scelto di aumentare l’aliquota locale, 406 la terranno invariata e solamente in 3 casi ne hanno previsto una diminuzione; per effetto di questi dati si prefigura un incremento dell’aliquota media per il 2007 del 87,5 per cento collocandosi allo 0,45 per cento contro lo 0,24 per cento degli anni passati; a parte la confusione generata a danno di imprese, lavoratori e datori di lavoro circa le modalità di calcolo del nuovo acconto riferito a marzo prossimo a causa della maggiorazione a favore dei Comuni, una delle contraddizioni di questa disposizione legislativa è la creazione di una evidente disuguaglianza tra contribuenti e famiglie atteso che sulle addizionali viene applicato lo stesso sistema di prelievo in presenza di condizioni economiche assolutamente differenziate; tale procedura, secondo una consolidata giurisprudenza da parte della Corte costituzionale, presenta potenziali profili di illegittimità a causa della violazione del principio di eguaglianza, poiché a situazioni oggettivamente differenti viene di fatto applicato lo stesso trattamento; da più parti, comprese dalle organizzazioni sindacali, si è sollevata la richiesta di porre rimedio alle fin troppo evidenti contraddizioni frutto delle norme apportate dalla legge Finanziaria in materia di addizionali sui tributi locali le quali penalizzano soprattutto i lavoratori dipendenti e le loro famiglie –: quali iniziative il Governo intenda adottare ancor prima della discussione del prossimo « Documento di Programmazione Economica e Finanziaria » al fine di rimuovere ogni dubbio di legittimità contenuto nelle norme della legge Finanziaria per il 2007 e specificatamente riferite alle addizionali locali IRPEF e quali provvedimenti varare a sostegno delle famiglie ed a tutela di un più equo carico fiscale loro imposto dai nuovi sistemi di calcolo. (3-00673) Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4092 AI RESOCONTI Interrogazione a risposta immediata in Commissione: V Commissione: MARCHI e MOTTA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: l’Azienda Casa Emilia-Romagna (ACER) di Parma, ente pubblico economico dotato di autonomia finanziaria, patrimoniale e contabile, è titolare, presso la Tesoreria Provinciale dello Stato di Parma, di una contabilità speciale denominata IACP Parma-Fondi CER all’interno della quale sono confluiti i contributi in conto capitale dell’edilizia residenziale pubblica accreditati dallo Stato per effetto della legge n. 457 del 1978, della legge n. 179 del 1992 e dell’articolo 25 della legge n. 513 del 1977; le risorse sono state utilizzate, dapprima con autorizzazione ministeriale e poi con autorizzazioni regionali, per il finanziamento di interventi costruttivi, di recupero edilizio, di manutenzione di edilizia residenziale pubblica e l’ACER di Parma ha realizzato consistenti economie da utilizzare per ulteriori interventi; nel 2001, in osservanza dell’articolo 63 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, sono stati sottoscritti fra Ministero dei lavori pubblici e Regione Emilia Romagna accordi di programma aventi per oggetto il trasferimento alla Regione delle competenze e del complesso dei finanziamenti per l’edilizia residenziale pubblica; con nota n. 16818 del 5 settembre 2005, la Regione Emilia Romagna ha autorizzato l’ACER di Parma all’utilizzo delle economie di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata per un importo di 3.011.026,66 euro e all’attivazione delle procedure di gara per l’apertura di 12 cantieri per lavori di manutenzione straordinaria; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 la legge n. 266 del 2005 (finanziaria), all’articolo 1 commi 38-39-40, ha disposto il prelievo forzoso, a favore del bilancio dello Stato, di una quota pari al 60 per cento delle somme giacenti sulle contabilità speciali non movimentate da oltre un anno; in conseguenza di ciò la Tesoreria Provinciale dello Stato di Parma in data 17 marzo 2006, ha proceduto al prelievo dal fondo ACER di Parma di un importo di 2.148.297,10 euro; a nulla sono valse le richieste dell’ACER di Parma di non procedere al prelievo poiché trattasi di somme già trasferite e di titolarità primaria regionale, non giacenti per inerzia ma in attesa del completamento dell’iter amministrativo necessario per il loro utilizzo; a tutt’oggi il Ministero dell’economia e finanze non ha ancora fornito alcuna risposta in merito alle richieste del 21 marzo 2006, e del 2 agosto 2006, di ACER di Parma di riassegnazione delle somme prelevate; in tale situazione l’ACER di Parma si trova nell’impossibilità di realizzare lavori, già programmati e autorizzati dalla Regione Emilia Romagna, ritenuti imprescindibili per l’adeguamento normativo di fabbricati esistenti –: se il Governo sia a conoscenza della situazione sopradescritta e se non ritenga necessario intervenire al fine di dare corso alla richiesta di ACER Parma. (5-00768) Interrogazioni a risposta scritta: BUCCHINO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: l’Italia ha stipulato una serie di Convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l’evasione fiscale; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4093 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 le convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni sono accordi internazionali che individuano quale dei due Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti di soggetti giuridici residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi nell’altro; ripartizione fra gli Stati contraenti dei rispettivi ambiti di imponibilità e la reciprocità di vantaggi e svantaggi produce effetti complessivi di compensazione finanziaria, rendendo sostanzialmente neutro il riflesso del provvedimento rispetto al gettito fiscale; oltre allo scopo di eliminare le doppie imposizioni, le Convenzioni mirano anche a prevenire l’evasione e l’elusione fiscali eliminando le doppie esenzioni; nel predisporre la nuova Convenzione le parti contraenti hanno senza meno ponderato vantaggi e svantaggi della stessa decidendo di firmarla –: oggetto delle convenzioni sono le imposte sul reddito e, in alcuni casi, taluni elementi del patrimonio. Esse disciplinano, altresı̀, la cooperazione tra le amministrazioni fiscali degli Stati contraenti; la vigente Convenzione con il Canada contro le doppie imposizioni fiscali è in vigore dal 24 dicembre 1980 (G.U. n.18 del 20 gennaio 1981); una nuova convenzione è stata firmata ad Ottawa il 3 giugno del 2002; tale nuova Convenzione, secondo le autorità competenti, avrebbe portato positivi benefici ai cittadini italiani e canadesi e avrebbe rappresentato anche un importante stimolo per lo sviluppo di scambi commerciali e di investimenti tra i due Paesi; il Parlamento canadese ha ratificato tale nuova Convenzione il 12 dicembre 2002; il Parlamento italiano a quasi cinque anni dalla firma non ha ancora ratificato la nuova Convenzione; quali sono i motivi dei ritardi della ratifica della nuova Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra l’Italia ed il Canada firmata ad Ottawa il 3 giugno 2002; se e come i Ministeri interrogati abbiano risposto alle numerose sollecitazioni delle autorità competenti canadesi che chiedevano una rapida approvazione delle Convenzione; quali urgenti misure ed iniziative si intende adottare per onorare gli impegni assunti con le collettività italiane in Canada e canadesi in Italia, e con il Governo canadese, e trovare le risorse eventualmente necessarie all’entrata in vigore di tale Convenzione. (4-02677) LENNA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: in base agli atti di ufficio del Ministero degli Affari Esteri risulta che l’iter di ratifica della Convenzione è stato sospeso dall’Ufficio Legislativo Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze che segnalava una possibile perdita di gettito erariale con l’applicazione di tale Convenzione; con la riforma del sistema della riscossione, effettuata dal Governo Berlusconi, dal 1o ottobre 2006 le ex Concessionarie della riscossione sono state acquisite dall’Agenzia delle Entrate per il tramite della società « Riscossione S.p.A. » controllata al 51 per cento dalla stessa Agenzia delle Entrate e per il 49 per cento dall’Inps; le Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali sono il risultato di negoziati volti a perseguire obiettivi di ponderazione di interessi contrapposti, ossia la su la Repubblica del 9 febbraio 2007 si legge che la società Riscossione S.p.A. cambierà la propria denominazione in « Equitalia »; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 4094 AI RESOCONTI non si comprende la necessità di cambiare il nome alla predetta società considerato che la denominazione è stata prevista per legge –: quali iniziative intenda intraprendere al fine di rendere noto il motivo per cui sia stata effettuata tale scelta; se tale variazione comporterà qualche cambiamento nell’assetto societario e se le eventuali modifiche possano comportare maggiori oneri per le casse dello Stato. (4-02678) * * * GIUSTIZIA Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento): I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che: è stato pubblicato un libro ove si legge in copertina: Giancarlo Caselli un magistrato fuori legge; nel libro si sostiene: « Il Parlamento ha votato una legge per impedirgli (al procuratore Caselli n.d.r.) di concorrere alla Procura Nazionale Antimafia. La politica e l’informazione hanno cancellato la verità sul processo Andreotti »; in particolare si legge: « Sono l’unico magistrato italiano al quale il Parlamento ha dedicato espressamente una legge. Una legge contra personam che mi ha espropriato di un diritto » ed ancora « hanno chiarito pubblicamente che la mia esclusione era da intendersi come un ”risarcimento” al Senatore a vita Giulio Andreotti, da me ingiustamente ”perseguitato” ». E ancora « Quell’inchiesta... ha portato ad una sentenza della Corte di Appello di Palermo, poi confermata dalla Cassazione in modo definitivo e immutabile, che ritiene ”commesso” e ”concretamente ravvisabile...” il delitto di associazione a de- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 linquere ”con Cosa Nostra” e ancora si legge ”A me interessa che il Magistrato... possa partecipare al dibattito politico” »... e ancora si legge « Quelli di Palermo sono stati anni di lavoro intensissimo, tanto più che non ho rinunziato ad andare in giro per dibattiti e conferenze che considero arte integrante del io lavoro »; dalla lettura del libro quindi ad avviso degli interpellanti emerge il seguente teorema: A) il Parlamento ha fatto una legge contro Caselli, B) lo ha fatto per vendicarsi della causa Andreotti C) È attività istituzionale dei magistrati partecipare al dibattito politico e partecipare a dibattiti e conferenze (con il relativo uso di macchine e scorta); tali assiomi non corrispondono al vero perché dal verbale della seduta del 12 ottobre 2005 del CSM emerge, ed in particolare pagina 47: « Il consigliere Di Federico sottolinea che il Consiglio (CSM) ha avuto la possibilità di evitare che il dottor Caselli fosse escluso dalla selezione, ma che il comportamento dilatorio di alcuni dei suoi componenti lo hanno impedito » e spiega via via l’iter che il provvedimento ha assunto ricordando « altresı̀ che è rimasta lettera morta la richiesta di ben tredici componenti del Consiglio (su 24 ndr) di mettere all’ordine del giorno la nomina del Procuratore Nazionale Antimafia prima dell’entrata in vigore della nuova legge, » ed ancora « è altresı̀ giusto ricordare che sono stati proprio i componenti di un gruppo minoritario di consiglieri (la cui corrente era condivisa con Giancarlo Caselli ndr) ad impedire la valutazione comparativa tra il dottor Caselli e il dottor Grasso. Sapevano che esistevano una maggioranza di almeno quattordici voti a favore del dottor Grasso e hanno ritenuto che fosse politicamente più conveniente non fare apparire la sconfitta del loro candidato ». Su questo filone il Consigliere De Nunzio, il Consigliere Mammone che esplicitamente hanno sposato questa ipotesi, comunque mai smentita da alcuno; secondo gli interpellanti, anche la sentenza della Cassazione è interpretata Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4095 AI RESOCONTI dal dottor Caselli pro domo sua. Infatti, a leggere il libro, sembrerebbe che la Cassazione abbia condiviso la pronunzia della Corte di Appello. A leggere la frase sembrerebbe che il verbo sia da collegarsi al soggetto più vicino (la Cassazione); solo dopo la lettura della sentenza della Suprema Corte si capisce che la costruzione relativa alla responsabilità dell’Onorevole Andreotti è da attribuire in via esclusiva alla Corte d’Appello e non alla Cassazione; infatti in realtà a pagina 214 della sentenza di Cassazione: « La Corte di Appello ha delineato il concetto di partecipazione del reato associativo in termini giuridici non condivisibili » e ancora « Al termine di questo articolato excursus il Collegio (della Corte di Cassazione) ritiene di riprendere l’osservazione iniziale: i giudici dei due gradi di merito sono pervenuti a soluzione diverse; non rientra nei compiti della Cassazione operare una scelta tra le stesse... in presenza dell’intervenuta prescrizione poi questa Corte ha dovuto limitare le sue valutazioni a verificare se le prove acquisite presentino un’evidenza tale da conclamare la manifesta illogicità della motivazione della sentenza... mancando tali estremi i ricorsi vanno rigettati ». In buona sostanza la Cassazione non ha rigettato il ricorso sposando la tesi della corte di Appello ma lo ha rigettato perché non poteva rimetterlo alla corte territoriale per una successiva valutazione in quanto il reato era prescritto; quindi le affermazioni del dottor Caselli appaiono entrambe false nel senso che dice cose non vere sapendo dello loro falsità; vera o falsa che sia, l’affermazione effettuata da parte di un Procuratore Generale in carica, privo di immunità, e cioè dire che il Parlamento tiene un comportamento contra legem è diffamatorio. L’On. Bossi per molto meno è stato incriminato ex articolo 290 c.p.; si pensi ancora al 289 c.p.; comunque, l’affermazione, da ritenersi falsa, sull’iter del provvedimento che ha visto la nomina del dottor Grasso appare di rilevante gravità; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 inoltre non solo non è vero quanto affermato per il processo Andreotti, ma quel che è peggio è che tali affermazioni sono, ad avviso degli interpellanti, in completo dispregio del dettato costituzionale sulla presunzione di innocenza; sempre ad avviso degli interpellanti, non si può ritenere che le mansioni del magistrato, oltre che quelle relative alla produzione di sentenze, ordinanze e decreti, siano anche quelle di « partecipare al dibattito politico » e « andare in giro per dibattiti e conferenze », né si può considerare legittimo l’uso di auto e scorta nelle attività appena citate; neppure appaiono conformi a deontologia e alla legge comportamenti quali quelli del Caselli per quanto riguarda dichiarazioni che comportano diffamazione del Parlamento, affermazioni contrarie alla realtà sul processo Andreotti, svolgere un ruolo politico da parte del magistrato e usare auto e scorta per tal fine –: se, ove verifichi l’esattezza di quanto affermato in premessa, non intenda promuovere azione disciplinare nei confronti del dottor Giancarlo Caselli. (2-00385) « Brigandı̀, Maroni, Carlucci ». Interrogazione a risposta in Commissione: CONTENTO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: con una nota a firma congiunta, il Presidente del Tribunale di Pordenone, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati e il Dirigente della Cancelleria, hanno denunciato al Ministro l’attività della struttura giudiziaria pordenonese definita come « ormai prossima al collasso per la costante carenza di risorse umane e finanziarie disponibili »; del resto, del tutto indicativa a tal proposito è la situazione della pianta or- Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 4096 AI RESOCONTI ganica che prevede, per la sede centrale e quella della sezione distaccata di San Vito al Tagliamento, 65 persone, ma che non vede coperti ben 11 posti nel mentre 3 impiegati risultano utilizzati in altri uffici del distretto e 4 prestano servizio a tempo parziale; la gravità della situazione è tale da aver indotto magistrati, avvocati e personale a dare l’allarme perché, perdurando tale situazione, vi è il rischio concreto di non « poter assicurare per il futuro il regolare ed effettivo funzionamento dell’Ufficio Giudiziario »; la vicenda merita, tra l’altro, un’attenzione particolare perché, nonostante le difficoltà evidenti, il ritmo di lavoro e la capacità di smaltire i ruoli procedurali pongono la struttura ai livelli più alti per efficienza anche per il 2006 e ciò nonostante la mancanza, rispetto all’anno precedente, di alcuni Magistrati; sarebbe davvero sorprendente che a giustificare la mancanza di risposte concrete da parte del Ministero competente fosse proprio il sacrificio e l’abnegazione di tutti coloro che operano nell’ambito degli uffici giudiziari pordenonesi; con altrettanta franchezza, pare davvero incredibile che non si possa ovviare alla situazione drammatica del personale, verificando, ad esempio, le domande di quei dipendenti che hanno chiesto, attraverso la mobilità od altri istituti di analoga finalità, di poter svolgere la propria attività lavorativa presso il Tribunale di Pordenone –: quali urgenti iniziative intenda adottare per consentire l’incremento dell’organico effettivo degli uffici giudiziari del circondario pordenonese anche con riferimento ad eventuali domande di « trasferimento » a quegli stessi uffici presentate da dipendenti pubblici ancora in attesa di decisioni da parte delle competenti amministrazioni. (5-00766) * * * Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 INFRASTRUTTURE Interpellanza: Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture, il Ministro dei trasporti, per sapere – premesso che: la circolazione sulle autostrade è sempre più caratterizzata da un intenso traffico; oltre al congestionamento autostradale si registra una continua attività di lavori relativi alla manutenzione e ristrutturazione delle carreggiate; tutto ciò determina spesso lunghi incolonnamenti con conseguenti incidenti, a volte gravi, spesso determinati proprio dai cantieri che si moltiplicano lungo le nostre autostrade; la situazione è degenerata e assai sovente si determina un grave disservizio; pertanto, a seguito di tale situazione, molto spesso capita che le autostrade non rispondano più all’esigenza per la quale sono stati fatte e in relazione alla quale l’utente deve pagare un pedaggio –: se intenda prendere in considerazione la gravità e la pericolosità di quanto sta accadendo valutando anche l’opportunità di provvedimenti e iniziative che prevedano sanzioni nei confronti delle società autostradali e/o la sospensione temporanea del pedaggio in particolare nei momenti di disservizio. (2-00379) « Nan ». Interrogazione a risposta in Commissione: MADERLONI, GIOVANELLI, VANNUCCI, MERLONI, CESINI, MORRI, LUSETTI, GALEAZZI e ATTILI. — Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: nell’agosto del 2004 nello stabilimento Fincantieri di Ancona è avvenuto un grave incidente sul lavoro con la morte di un giovane lavoratore, e nello stesso mese una gru da circa 60 Tonnellate, ancorata male, è caduta verso gli orologi Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4097 AI RESOCONTI marcatempo dei lavoratori della Fincantieri, e per sola fortuna non ha provocato nessun ferito; martedı̀ 13 febbraio 2007, a causa di un forte vento, la gru centrale a cavalletto che porta più di 550 tonnellate è andata fuori binario; a quanto è dato sapere, sembra che non fosse stata ancorata nella giusta posizione come dovrebbe avvenire ad ogni fine turno; quest’ultimo incidente oltre ad aver causato la cassaintegrazione per 200 lavoratori, per 3 giorni, potrebbe mettere in serio pericolo l’attività dello stabilimento, se non si interviene immediatamente per rimettere in esercizio la gru danneggiata, fondamentale strumento per l’attività dell’azienda stessa –: se sia a conoscenza della reale situazione dei fatti suesposti e dei danni riportati, e se e quali iniziative intenda assumere affinché la Fincantieri ripristini le strutture danneggiate e le metta in sicurezza, assicurando cosı̀ l’occupazione e lo sviluppo economico dello Stabilimento Fincantieri di Ancona. (5-00760) Interrogazione a risposta scritta: PIRO. — Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: la strada statale 115 è la più importante arteria stradale di collegamento della fascia costiera meridionale della Sicilia e sopporta, di conseguenza, un traffico, anche pesante, notevolissimo; il tratto della strada statale 115 compreso tra il Comune di Licata e la località di Torre di Gaffe necessita di urgenti interventi di manutenzione straordinaria e di ammodernamento, interventi inseriti nel piano triennale dell’ANAS 2006-2009, senza, tuttavia, una copertura finanziaria –: quali iniziative siano state assunte e quali, eventualmente, ritengano di dover assumere per il finanziamento dell’opera Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 indispensabile per eliminare evidenti strozzature su una delle strade statali più importanti e trafficate della Sicilia. (4-02671) * * * INTERNO Interrogazione a risposta orale: NESPOLI e CASTIELLO. — Al Ministro dell’interno, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: nel nostro Paese le norme in materia di « Vigilanza Privata » risalgono al 1931 ed ai successivi regi decreti n. 1952 del 1935 e n. 2144 del 1936; sono trascorsi oltre settant’anni dall’emanazione di quelle ultime ed uniche disposizioni e, nel tempo, è parsa del tutto evidente la carenza di un’efficace azione regolamentare di creazione o di aggiornamento, oramai improcrastinabile, di tutte quelle disposizioni tese a disciplinare in maniera moderna i molteplici servizi prestati ed a fornire le necessarie garanzie per i dipendenti degli Istituti di « Vigilanza Privata » i quali, quotidianamente, svolgono, tra enormi problemi organizzativi e massacranti turni di lavoro, un pregevole ruolo nel controllo della legalità; conseguenzialmente all’inadeguatezza delle ormai datate norme vigenti, son diventati sempre meno attendibili anche i necessari controlli sugli Istituti di Vigilanza privata e sulle loro società di aggiornamento professionale; la sovrintendenza ed il controllo dell’intero settore, seppur competenza delle Questure, ha visto una dannosa e maggiormente burocratizzata ripartizione di funzioni con le Prefetture; a riprova del fatto che il settore meriterebbe maggiore attenzione da parte degli Organi di controllo, si rileva che diverse sono state, nel tempo, le revoche Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4098 AI RESOCONTI delle licenze precedentemente concesse ad Istituti rivelatisi, poi, contigui ad elementi della criminalità comune e perfino organizzata; la gran parte degli Istituti di Vigilanza privata ed alcuni sindacati rappresentativi dei loro operatori, da tempo, rivendicano – inascoltati – maggiori verifiche e controlli tesi a restituire certezze e garanzie a quanti, in questo delicato settore, operano con competenza, serietà e nel pieno rispetto delle regole –: quali iniziative il Governo e, per esso, i Ministeri competenti, vorranno adottare o proporre al fine di aggiornare le norme relative ai controlli sugli Istituti di Vigilanza privata, magari inasprendo le già previste, ma attualmente irrisorie, sanzioni contemplate all’articolo 17 del T.U.L.P.S. a carico di coloro che violano gli obblighi discendenti dalla licenza loro concessa; se non si ritenga utile intervenire pure su tutte quelle norme in materia di lavoro e dei livelli minimi relativi alla sicurezza antinfortunistica nel settore, anche, della vigilanza privata potendo ritenere la gran parte degli incidenti mortali avvenuti durante lo svolgimento del servizio, per la gran parte, effetto delle violazioni imprenditoriali oggi soggette a sanzioni pecuniarie talmente basse da non avere alcuna efficacia dissuasiva nei confronti delle troppe imprese assolutamente disattente agli standard minimi di sicurezza sul posto di lavoro; se, come nel deplorevole caso dell’Aeroporto « Valerio Catullo » di Verona già segnalato anche dagli ispettori dell’ENAC, non sia ragionevole proporre, magari di concerto con tutte le altre Amministrazioni dello Stato per legge competenti in materia, il totale monitoraggio permanente ed efficace anche sulle condizioni dei posti di lavoro e sui turni che molti operatori sono costretti a svolgere, senza peraltro tenere alcun conto del lasso di tempo minimo di riposo di 11 ore previsto tra un servizio ed il successivo, in totale dispregio della legge e del contratto di lavoro vigente, il tutto a detrimento della qualità Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 del servizio reso e, di conseguenza, della sicurezza dei cittadini e dei luoghi sottoposti a controllo. (3-00670) Interrogazioni a risposta scritta: PIRO. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: dall’inizio dell’anno 2007 nella città di Licata, importante centro della provincia di Agrigento, si sono registrati una ventina di attentati incendiari, con una media di un attentato ogni due giorni; la recrudescenza del fenomeno d’inizio anno peggiora una situazione già grave e che vede la città di Licata interessata da molti mesi dall’azione intimidatoria e violenta di gruppi di criminalità organizzata, particolarmente indirizzata nei confronti di esercizi commerciali ed attività economiche, e che ha fatto segnare già una settantina di attentati nel corso del 2006; più volte nel corso dell’anno passato la situazione di Licata ha formato oggetto di apposite riunioni del Comitato Provinciale per l’ordine pubblico presieduto dal Prefetto di Agrigento che ha, tra l’altro, proposto il potenziamento delle forze di pubblica sicurezza impegnate sul territorio; la città ha tentato di reagire, organizzando partecipate manifestazioni, si è costituito anche un comitato antiracket presieduto da un sacerdote; tuttavia l’offensiva criminale non si interrompe, anzi si manifesta con rinnovata virulenza e pericolosità –: quale valutazione dia sullo stato dell’ordine pubblico a Licata, quali iniziative e quali decisioni siano state già intraprese; se non ritenga di dover assumere iniziative ulteriori e urgenti per contrastare in modo efficace i gruppi criminali molto attivi sul territorio, allo scopo di Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4099 AI RESOCONTI assicurare normali condizioni di vita e di libera attività nella città. (4-02670) CASSOLA. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: il signor Piero Di Blasio, Odontoiatra di Guardia Sanframondi, ha, in data 2 gennaio 2007, presentato circostanziata denuncia al Commissariato della Polizia di Stato di Telese Terme e, in data 6 gennaio, inviato lettera rivolta al Presidente della Repubblica, al Ministro interrogato e a quello della Giustizia, per denunciare il grave e incivile episodio occorsogli la notte di Natale 2006; tale episodio ha coinvolto sia la sua persona che un amico suo ospite quella sera, il signor Costantino Costanzo, laddove, a seguito di vicende descritte dettagliatamente sia nella denuncia che nella lettera sopra citate, sono stati percossi e aggrediti da un Carabiniere in servizio quella notte; in realtà, erano in due ma solo uno risulta essere fisicamente « intervenuto » a difesa della quiete pubblica; l’ospite di cui sopra ha riportato la frattura base I falange prossimale quinto dito piede sinistro, documentata dal referto rilasciato dal presidio ospedaliero « Maria delle Grazie » di Cerreto Sannita; risulta al citato Di Blasio che siano già avvenuti nelle zone circostanti altri numerosi, presunti episodi simili e che sia in corso un procedimento giudiziario a carico di quattro carabinieri, anch’essi afferenti al Comando di carabinieri di Cerreto Sannita, pare accusati di aver pestato un inerme adolescente –: se sia a conoscenza dello spiacevole episodio citato in premessa, e ampiamente dettagliato in una missiva indirizzata, come detto, anche al Ministro interrogato e di quali notizie disponga, senza volere per questo avanzare delegittimazioni dell’operato delle forze dell’ordine, in merito ad altri episodi analoghi e di eventuali responsabilità a carico di quanti hanno abusato della propria posizione. (4-02683) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 BURGIO. — Al Ministro dell’interno, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: Cherif Foued Ben Fitouri è nato a Tunisi il 31 maggio 1970, vive e lavora in Italia (a Dazio, in provincia di Sondrio) da oltre 10 anni, è sposato con una cittadina italiana e ha tre figlie di 10, 5 e 2 anni; Cherif Foued, oltre a possedere una impresa edile, si occupa a Milano di tematiche legate all’integrazione e al rispetto dei diritti dei cittadini stranieri, sia partecipando alle attività di formazione del Centro delle Culture di Milano, sia collaborando alla redazione della rivista interculturale Alien; la mattina del 4 gennaio 2007 la Digos di Milano ha prelevato Cherif Foued dal suo posto di lavoro, lo ha condotto in Questura e gli ha notificato un decreto di espulsione; il decreto di espulsione sarebbe motivato con il presunto fiancheggiamento, da parte di Cherif Foued, di organizzazioni terroristiche; la notte del 4 gennaio Cherif Foued è stato imbarcato su di un volo aereo per la Tunisia, senza che egli abbia avuto la possibilità di contattare un avvocato, senza che egli fosse messo al corrente, con esattezza e precisione, dei capi di imputazione e, soprattutto, subendo la grave violenza morale di venire strappato ai suoi affetti; Foued è rimasto rinchiuso dal 5 al 15 gennaio nel carcere di isolamento del dipartimento del Ministero degli interni tunisino; il 16 gennaio è stato condotto in un carcere civile sotto la giurisdizione militare; soltanto due giorni più tardi − quattordici giorni dopo il suo sequestro − la famiglia ha avuto notizie circa il luogo di detenzione di Cherif Foued; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 4100 AI RESOCONTI Foued Cherif sarebbe stato identificato, durante una perquisizione, nell’appartamento di alcuni suoi connazionali indagati e processati per attività terroristiche, ma − secondo quanto riferisce il Centro delle culture di Milano, che ha diffuso la notizia della sua espulsione − assolti dalla Corte di Assise di Milano; la moglie di Foued è stata avvisata con una telefonata della scomparsa del marito, dal 4 gennaio 2007, da quando Foued, in lacrime, l’ha richiamata dicendogli di « essere spaventato e di temere per la sua sorte », prima di venire spedito in un carcere tunisino, non lo ha più sentito; Foued è l’unica fonte di sostentamento per la famiglia; la giurisdizione internazionale, ed in particolare la Convenzione dei diritti dell’uomo, ratificata anche dall’Italia, vieta l’espulsione e il trasferimento di persone verso Paesi che negano i diritti umani; la Tunisia, come mette in evidenza l’ultimo rapporto di Amnesty International, è uno dei Paesi che sistematicamente viola tali diritti –: perchè Foued Cherif − mai indagato in Italia o all’estero per attività connesse ad attività terroristiche – sia stato prelevato e trasferito dall’Italia alla Tunisia, applicando l’istituto giuridico della pericolosità sociale presunta e contraddicendo il principio costituzionale della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva; quali iniziative i Ministri interrogati intendono adottare al fine di garantire l’incolumità di Foued Cherif, detenuto in un Paese ad alto rischio di violazione dei diritti umani; se sia intenzione dei Ministri interrogati avviare un confronto con il governo tunisino che conduca al rimpatrio ed al ritorno tra gli affetti familiari di Foued Cherif Ben Fitouri. (4-02687) * * * Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE Interrogazioni a risposta scritta: GALANTE. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: in data 1o febbraio 2007 il segretario generale della FLC CGIL, Sebastiano Campisi, ha inviato, via fax, una richiesta di concessione dell’Aula Magna dell’Istituto ITG Canova di Vicenza per la riunione di un’Assemblea Sindacale da svolgersi il giorno 16 febbraio 2007; la suddetta assemblea, convocata da Cisl scuola e FLC CGIL ed indetta ai sensi dell’articolo 8 del CCNL comparto scuola del 27 luglio 2003, aveva come ordine del giorno « il futuro della scuola in una città militarizzata » e veniva pubblicizzata a mezzo locandina in varie scuole della città in data 8 febbraio 2007; il Preside del Canova, venuto a conoscenza di tale assemblea e dell’argomento trattato, ritenendo l’assemblea di natura politica e non ritenendosi competente a concedere l’uso dei locali in tali circostanze, chiedeva parere preventivo all’amministrazione provinciale in base ad un protocollo sottoscritto con essa il 16 aprile 2005; tale protocollo precisava le finalità per le quali il dirigente scolastico è competente a concedere l’utilizzo della struttura scolastica: « l’uso per attività extra didattiche può avvenire solamente per finalità che realizzino la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile (...) la provincia può autorizzare direttamente (...) l’utilizzo di spazi per conferenze e dibattiti di tipo politico e, in casi eccezionali per manifestazioni/incontri di particolare rilievo »; in data 14 febbraio 2007 la presidente della provincia di Vicenza negava l’utilizzo dell’aula magna dell’Istituto ITG Canova perché « l’assemblea sindacale in Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4101 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 oggetto ha una natura politica » e perché « ritiene che questo terna non sia importante per il personale della scuola »; lavoratori della sentenza 855/05, non è stata oggetto di ricorso da parte dell’INPS; quella che l’interrogante reputa la totale arbitrarietà della suddetta decisione prefigura sempre secondo l’interrogante un’inaccettabile attività antisindacale, oltre che una misura velatamente intimidatoria volta a mettere sotto controllo il personale scolastico nell’esercizio di legittime prerogative sindacali –: tale diversità di valutazione e giudizio ha creato evidente e grave discriminazione fra i lavoratori che pur avendo esercitato le stesse mansioni con gli stessi anni di servizio e con la stessa categoria sindacale nella stessa industria, hanno ottenuto un diverso trattamento previdenziale; quali iniziative il Ministro intenda porre in essere al fine di tutelare il corpo docente nell’esercizio dei propri diritti sindacali. (4-02685) SALERNO. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: a far data dal 2001 il comitato formato da lavoratori in mobilità e pensionati del polo raffinazione ENI di Livorno ha intentato causa all’INPS di Livorno per ottenere i benefici previdenziali previsti dalla Legge ex esposti all’amianto (257/92 mod. legge 271/93); il giudice delegato, suffragato da una perizia del CC.TT.UU., della durata di 500 giorni, ha accolto o respinto le diverse posizioni dei lavoratori per i periodi antecedenti al 1993; a tutte le posizioni accolte positivamente, l’INPS ha opposto appello alla sentenza citata presso il tribunale di Firenze, basandosi esclusivamente su elementi generici inerenti al merito della C.T.U.; l’ufficio legale dell’INPS, sostituito nel corso del procedimento, non ha mai presenziato al dibattimento; tra il 2000 ed il 2005 altri lavoratori hanno ricevuto parere positivo dall’INPS; nella stessa data di emanazione della sentenza di cui sopra, altra analoga sentenza (859/05), avente come oggetto lo stesso contesto C.T.U., quindi identico metodo e sostanza per uguale tipologia di un tale trattamento discriminatorio non è ammissibile soprattutto da parte di un Ente pubblico che ha l’obbligo istituzionale di imparzialità nel determinare per un uguale diritto la concessione di uguali benefici; i soggetti a cui è stata riconosciuta dal tribunale la legittimità delle loro richieste, rientrano nella legge 326 e 350 del 2003 aventi la necessaria copertura finanziaria; a causa di esposizione a fibre di amianto dagli anni ’50 agli anni ’92 si sono avuti numerosi decessi e malattie tra i lavoratoti della raffineria ENI di Livorno, con percentuali più elevate rispetto ad altre realtà lavorative presenti sul territorio della provincia di Livorno, cosı̀ come ufficialmente documentato dalla USL 6, alle quali però è stata riconosciuta dall’INPS, a livello previdenziale, la contaminazione da amianto; alla USL di Livorno risultano smaltiti per il solo periodo successivo al 1992, oltre 500 tonnellate di amianto; i vertici INPS di Livorno non si sono ancora espressi nel merito dell’incontro richiesto –: se non ritenga che nel comportamento dell’INPS, ed in particolare dell’INPS di Livorno, non siano ravvisabili comprovati elementi discriminatori nel riconoscimento dei benefici previdenziali per gli ex esposti all’amianto; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 4102 AI RESOCONTI se non ritenga di ristabilire un formale e sostanziale riequilibrio, mediante un riesame dei ricorsi che l’INPS ha presentato al tribunale di Firenze in merito alla succitata sentenza, valutando la possibilità di proseguire l’iter legale in corso; se non ritenga che si debba assumere l’iniziativa per reiterare la legge 326 del 2003 il cui articolo 6-quinquies fa riferimento agli indebiti pensionistici derivanti da sentenze con le quali sia stato riconosciuto agli interessati il beneficio pensionistico dalla legge 27 marzo 1992, n. 257, riformate nei successivi gradi di giudizio in favore dell’Ente previdenziale, non si dà luogo al recupero degli importi ancora dovuti alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. (4-02691) * * * POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI Interrogazione a risposta orale: D’AGRÒ. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: il Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il Governo italiano e le Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, istituito cinquantanove anni fa, dovrebbe svolgere funzioni di rappresentanza presso la Fao e vagliare tutti i provvedimenti governativi che riguardano l’agricoltura o l’alimentazione; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 l’ultima volta è intervenuta il 3 gennaio scorso, quando la magistratura contabile ha depositato la sua relazione riguardante l’attività e il bilancio dell’ente negli anni dal 2002 al 2005; nel quadriennio preso in considerazione dalla Corte dei conti il comitato si è riunito solo tre volte e nel 2004 i suoi membri non si sono incontrati neppure per l’approvazione del bilancio, che infatti è stato consegnato oltre i limiti previsti dalla legge; fino al 2 febbraio 2002 l’ente aveva tre dipendenti, che sono stati poi assorbiti nel Ministero delle politiche agricole; nell’ottobre del 2001, in risposta ad un interrogazione parlamentare che chiedeva la soppressione dell’ente, l’allora ministro Alemanno rispondeva che era « allo studio dell’amministrazione una soluzione legislativa volta ad inglobare, entro il 31 dicembre 2001, le attuali funzioni del comitato nella struttura del Ministero »; nonostante siano trascorsi alcuni anni l’ente ancora esiste e, per far fronte alle scarse esigenze, è stata utilizzata la collaborazione sporadica di dipendenti dell’ufficio relazioni internazionali del Ministero; il 1o febbraio 2006, in occasione delle celebrazioni del sessantesimo anniversario della Fao, sono stati assunti tre collaboratori, di cui due avrebbero ricevuto un compenso di 58.000 euro per i nove mesi di attività e il terzo 21.000 euro; nel marzo dello scorso anno il contributo annuale al comitato è stato aumentato da 284.000 euro a 750.000 euro; il contributo ordinario annuale da parte dello Stato è stato negli ultimi anni di 284.000 euro, sebbene di fatto l’attività svolta dall’ente sia stata pressoché inesistente; la Corte dei conti ha definito eccessivi i costi della struttura rispetto alla poca attività svolta e ai modesti risultati ottenuti –: da circa sedici anni la Corte dei conti è intervenuta più volte per ribadire l’opportunità della soppressione del comitato; quali iniziative intenda adottare per sopprimere un ente di comprovata scarsa utilità ed efficienza. (3-00669) Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4103 AI RESOCONTI Interrogazioni a risposta immediata in Commissione: XIII Commissione: CATANOSO e BELLOTTI. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: il « blue box » è un dispositivo di rilevazione satellitare installata a bordo dei motopescherecci che consente l’identificazione dell’unità da pesca, l’individuazione della sua esatta posizione geografica, la data e l’ora di rilevamento, la velocità e la rotta; i dati vengono memorizzati ad intervalli regolari di due ore e successivamente trasmessi alle Capitanerie di Porto; lo strumento – introdotto per la salvaguardia delle risorse ittiche e per la sicurezza dei naviganti – sta creando serie difficoltà ai pescatori siciliani sempre più costretti, a causa della rarefazione delle risorse, a pescare più lontano, con aggravio di costi e di rischi cui si aggiungono le sanzioni per sconfinamento; la normativa vigente autorizza le imbarcazioni ad esercitare la pesca entro scaglioni di distanza molto precisi e rigorosi; si rende necessario non solo semplificare le procedure, rivelatesi alquanto complesse e costose, ma anche ridiscutere i limiti di queste fasce in funzione della sicurezza e della reale posizione delle attuali aree di pesca; alcune Capitanerie, riscontrando l’interruzione dei segnali ed applicando i regolamenti vigenti, hanno multato e bloccato in porto le imbarcazioni, con conseguenti danni economici e sociali alle imprese di pesca; ulteriori timori riguardano la possibilità che la « blue box » possa essere utilizzata anche per questioni di polizia marittima, mettendo a repentaglio la libertà degli individui per le indiscutibili questioni legate alla privacy; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 con decreto del Ministero 1o luglio 2006 è stato disposto il trasferimento degli oneri relativi al traffico satellitare e alla manutenzione delle « blue box », con la conseguente intestazione a loro nome dei relativi contratti; i pescatori ancora oggi si trovano costretti a subire pesanti sanzioni e a sostenere elevatissimi costi per le utenze –: in che modo intenda risolvere le numerose problematiche esposte in premessa e, in particolare, se non ritenga opportuno procedere con urgenza ad una revisione della complessa normativa vigente in materia di strumenti di rilevamento « blue box », valutando la possibilità di estendere il limite di operatività delle unità da pesca che operano attualmente tra le 40 e le 60 miglia dalla costa a seconda del tipo di pesca. (5-00761) MARTINELLO e DELFINO. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: la direttiva comunitaria 91/676/CEE ha dettato i principi fondamentali a cui si è uniformata la successiva normativa nazionale, con il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e il decreto ministeriale 7 aprile 2006 (cosiddetta direttiva nitrati); la direttiva comunitaria ha previsto: una designazione di « Zone vulnerabili da nitrati » di origine agricola (ZVN); la regolamentazione dell’utilizzazione agronomica dei reflui con definizione dei « Programmi d’Azione », che stabiliscono le modalità con cui possono essere effettuati tali spandimenti; la designazione delle ZVN del Veneto è stata effettuata con delibera del Consiglio regionale n. 62 del 17 maggio 2006. È circa il 60 per cento del territorio regionale individuato, di fatto, come area vulnerabile o in bacino scolante con conseguente riduzione delle quantità di azoto Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4104 AI RESOCONTI organico spandibile per ettaro che passa da 340 chilogrammi a 170 chilogrammi di azoto per ettaro, per anno; il decreto ministeriale 7 aprile 2006, inoltre, ha definito i criteri generali e le norme tecniche sulla base dei quali le Regioni elaborano i « Programmi d’Azione » per le Zone vulnerabili ai nitrati; la Giunta regionale del Veneto, con la D.G.R.V. del 7 agosto 2006, n. 2495 « Programma d’azione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricole del Veneto », ha regolamentato le attività di spandimento dei reflui sia per le vulnerabili che per le rimanenti aree agricole del Veneto; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 recenti studi hanno confermato che i terreni sono in grado di sopportare un carico maggiore di azoto zootecnico senza pericoli per le falde acquifere e per i corsi d’acqua; la parificazione del letame al liquame, cosı̀ come previsto dalla normativa, provocherà ulteriori difficoltà agli allevatori e agli imprenditori agricoli in quanto, dal punto di vista agronomico, diverso è il loro utilizzo e di conseguenza il rilascio dell’azoto nelle culture; la provincia di Padova rappresenta una realtà importante per il settore zootecnico. Infatti la sua produzione si attesta intorno a circa 190.000 capi bovini, circa 115.000 capi suini, circa 73.640 di tacchini, circa 453.870 di faraone; altre difficoltà deriveranno dal divieto dello smaltimento del letame e del liquame, nel periodo invernale (dal 15 novembre al 15 febbraio). Tale pratica agronomica è molto diffusa nelle colture foraggere della pianura padana che d’inverno, quando il terreno è gelato, permette lo spargimento del letame che rilascia gradualmente l’azoto; i vincoli imposti dalla Comunità europea e la conseguente attuazione potrebbero provocare un abbandono produttivo con gravi ripercussioni per tutto il sistema agroalimentare dell’area; nell’ambito dell’Unione europea paesi come l’Irlanda hanno già ottenuto una deroga al limite massimo di azoto per ettaro che è stato elevato da 170 a 250 chilogrammi –: è indispensabile salvaguardare i livelli produttivi delle aziende zootecniche della pianura padana e dell’intera filiera agroalimentare che, con i vincoli sopra citati, si troverebbe nell’impossibilità di rispettare i parametri se non riducendo il numero degli animali negli allevamenti; quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di rivedere i vincoli imposti dalla direttiva anche sulla base dei dati tecnico-scientifici che dimostrano che i nostri terreni possono sopportare carichi di nitrati superiori ai 170 chilogrammi per ettaro all’anno e come intenda favorire e sostenere progetti che consentano la realizzazione di impianti per lo smaltimento della deiezione e dei liquami zootecnici e la riconversione e/o adeguamento delle aziende interessate dalla direttiva. (5-00762) in diversi comuni dell’alta Padovana (Trebaseleghe, Piombino Dese, Massanzago, Loreggia, San Pietro in Gù e Carmignano di Brenta), ammesso che i titolari di fondi agricoli siano disponibili a concedere agli allevatori terreni per lo spargimento delle deiezioni animali, non vi è superficie agricola sufficiente per lo smaltimento; la direttiva comunitaria risale al 1991, nel frattempo comunque si sono autorizzati e finanziati interventi per aumentare le dimensioni degli allevamenti, senza tenere in considerazione i vincoli imposti da tale normativa; FRANCI e ZUCCHI. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: nei giorni scorsi su alcuni giornali nazionali è apparsa la ricostruzione « alquanto tormentata » del lavoro svolto negli ultimi quattro anni dal « Comitato Nazio- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4105 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 nale Italiano per il collegamento tra il Governo Italiano e le Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura »; i tonni presenti negli allevamenti sono pescati dal mare aperto per cui rientrano nelle quote di pesca –: l’Ente dispone per lo svolgimento delle proprie attività per l’anno in corso la somma di euro 750.000; di quali dati si avvalga il Ministero in sede internazionale quando contratta di quote di pesca al tonno rosso e se non ritenga opportuno, per il proprio lavoro, attivare, in collaborazione con le regioni, apposite procedure e strumenti conoscitivi sugli allevamenti di tonno rosso al fine di entrare in possesso anch’esso del numero di allevamenti e di tonni presenti in Italia. (5-00764) nel corso degli ultimi anni il comitato si è riunito 3 volte; di fatto l’attività svolta è pressoché inesistente; la Corte dei Conti ripetutamente è intervenuta per ribadire l’opportunità della soppressione di tale ente; non risultando giurate smentite in merito a tale ricostruzione dell’attività dell’ente, questo stato di cose genera preoccupazioni ed accentua la diffidenza dei cittadini nei confronti del funzionamento dell’istituzione –: se tali ricostruzioni risultino fondate, e quali iniziative intenda assumere nei confronti di un ente che risulterebbe di scarsa efficienza e di dubbia utilità. (5-00763) MELLANO. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: alle interrogazioni a risposta immediata in Commissione n. 5-00488 e n. 500735 e all’interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00387, in materia di « tonno rosso » il Ministero ha sempre risposto in maniera insoddisfacente alle precise domande dell’interrogante; la questione della pesca al tonno rosso è oggetto di vertici europei e mondiali volti a stabilire le quote pescabili per ogni singolo Paese; dalle risposte alle interrogazioni sopraccitate si afferma che il Ministero non è al corrente né di quanti sono gli allevamenti presenti nel nostro Paese, né di quanti tonni siano stabulati presso gli allevamenti; Interrogazioni a risposta scritta: MARINELLO, MISURACA, ROMELE, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MINARDO e PAOLO RUSSO. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: l’articolo pubblicato da Il Giornale di Sicilia in data odierna, ripropone nuovamente l’aggravarsi dell’emergenza legata all’agricoltura per il nostro Paese ed in particolare per le regioni del Mezzogiorno e le isole, dove secondo i dati Istat, sono andati perduti 1,61 milioni di ettari di superficie agraria utilizzabile (-23 per cento dal 1990 al 2003); il nuovo allarme del degrado e dello stato di abbandono dei campi è stato lanciato dall’Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali, che ha fornito le cifre secondo cui in un decennio, le superfici agricole sono diminuite drasticamente, con una riduzione pari al 20 per cento e con 3 milioni di ettari non più coltivabili; tali negative conseguenze che stanno provocando un inevitabile abbandono dei campi, pongono una serie di interrogativi per il futuro della filiera agricola nazionale, che non riguardano le questioni inerenti soltanto al patrimonio agroalimentare, ma anche di biodiversità, del dissesto idrogeologico, di gestione del suolo, di regimazione delle acque; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4106 AI RESOCONTI secondo il predetto articolo, non vi è nessuna regione italiana che non sia stata colpita negativamente dal fenomeno dell’abbandono dei terreni agricoli, che scoraggia conseguentemente gli imprenditori nel proseguire l’attività lavorativa nell’intera filiera agricola, come dimostra un’indagine Istat, secondo la quale in Italia l’agricoltura sia già un’attività part time; i dottori agronomi e forestali denunciano che le misure di sostegno al reddito degli agricoltori sono essenzialmente disposizioni di tutela ambientale, legate alla sostenibilità e alla condizionalità, mentre mancano di politiche di reale aiuto alla produzione; occorrono pertanto, provvedimenti che rilancino la vera natura dell’agricoltura, come quella fruttifera, votata alla produzione di generi di consumo, al fine di arginare la fuga dalle campagne, con le relative ripercussioni sociali e ambientali –: quali urgenti iniziative intenda intraprendere, al fine di sostenere il comparto interessato, attraverso una seria politica di rigenerazione e di sostegno dell’agricoltura, quale settore indispensabile per l’intera economia nazionale; se non intenda promuovere attraverso la Conferenza Stato-Regioni, una serie di iniziative ad hoc volte a monitorare il persistente fenomeno dell’abbandono delle superfici agrarie, per il raggiungimento di obiettivi che salvaguardino sia il settore agricolo, che ambientale. (4-02680) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 Cosenza, si è reso necessario proporre una riqualificazione del personale del Consorzio Ferro e Sparviero sito in Trebisacce (Cosenza), al fine di evitare discriminazione di trattamento col personale del Consorzio di Sibari Crati (Cosenza) con stesse mansioni e inquadramenti differenti; un’altra vertenza tra sindacato e Consorzio di Bonifica del Ferro e dello Sparviero riguardava l’avvio della stabilizzazione graduale dei lavoratori stagionali, evidenziando l’esigenza del sindacato che la stessa gradualità fosse impostata sulla anzianità, affinché non permanessero le situazioni che avrebbero potuto, a fronte di nuovo personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato proveniente da altro ente, determinare la scongiurata situazione di avere nello stesso ente lavoratori di serie A e serie B; in data 23 ottobre 2006, presso la sede del Consorzio di Bonifica, le parti concordavano sulla necessità di un passaggio attraverso il Consiglio dei Delegati, che si sarebbe espresso sulla premialità del personale stabilendo i termini di trattativa col sindacato e per il problema della riqualificazione del personale si impegnavano a procedere alla necessaria contrattazione aziendale per la modifica dell’organizzazione dell’Ente in linea con le norme introdotte con il nuovo statuto; la legge regionale della Calabria n. 11 del 23 luglio 2003 detta disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale e sull’ordinamento dei Consorzi di Bonifica; la deliberazione della deputazione amministrativa n. 236 del 7 novembre 2006 del Consorzio di Bonifica del Ferro e dello Sparviero, decideva di approvare l’accordo sottoscritto con i rappresentanti dei sindacati in data 23 ottobre 2006, limitatamente al problema complessivo della riqualificazione del personale e di sottoporre al Consiglio la stessa perché ne prendesse atto al fine di autorizzare la Deputazione, in presenza di eterogeneità di trattamenti economici nel personale in organico conseguente alla riperimetrazione comprensoriale, per gli adempimenti finalizzati alla perequazione economica; in seguito alla riperimetrazione dei Consorzi di Bonifica della provincia di la deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 5 dell’8 novembre 2006, confer- FERDINANDO BENITO PIGNATARO e CESINI. — Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che: Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4107 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 mava la volontà e l’impegno espressi nella seduta del 30 novembre 2004 in ordine alla stabilizzazione del rapporto di lavoro del personale stagionale in forza e approvava i contenuti della contrattazione sindacale di cui al verbale del 4 ottobre 2006, preso atto che parte di questi lavoratori a causa delle variabili condizioni climatiche venivano assunti già dal mese di gennaio; delle opere di bonifica come ad esempio le fosse di scolo, considerato che l’attuale emergenza climatica richiede oramai una continua manutenzione, al fine di evitare pericolosi dissesti idrogeologici. (4-02681) la deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 6 dell’8 novembre 2006, decideva di concordare sulla necessità di procedere alle conseguenti qualificazioni derivanti dall’attuazione della riorganizzazione degli uffici e delle attività in aderenza al dettato del nuovo statuto; SALUTE nonostante le deliberazioni del Consiglio dei Delegati dell’8 novembre 2006 avessero demandato alla Deputazione consortile l’adozione delle iniziative e dei provvedimenti necessari alla risoluzione definitiva della succitata vertenza, allo stato attuale nessun conseguente atto formale è stato adottato riguardante la totalità del personale, a fronte di una dichiarata condivisione da parte dell’ente circa gli obiettivi del sindacato, per come riferito in premessa –: quali iniziative, con urgenza, intenda intraprendere per convocare un tavolo di concertazione al fine di definire modalità, tempi e contenuti certi per la riqualificazione del personale del Consorzio Ferro e Sparviero sito in Trebisacce (Cosenza) in seguito alla riperimetrazione dei Consorzi di Bonifica della provincia di Cosenza; quali iniziative intenda mettere in atto al fine di stabilizzare i 25 lavoratori a tempo determinato (cosiddetti acquaioli) che da più di un ventennio vivono in una situazione di precarietà occupazionale, considerato che la loro attività non può definirsi stagionale perché a causa delle variabili condizioni climatiche vengono assunti in parte già dal mese di gennaio; quali iniziative intenda assumere il Ministro per la riassunzione di 15 operai del Consorzio di Bonifica Ferro Sparviero addetti al mantenimento dell’efficienza * * * Interrogazioni a risposta orale: RONCONI e LUCCHESE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: si apprende da organi di stampa che in data odierna il direttore dell’Organizzazione Toscana e il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera Università di Careggi di Firenze, hanno denunciato un gravissimo incidente avvenuto durante una operazione di trapianto d’organi effettuata su 3 pazienti presso la struttura ospedaliera fiorentina; nello specifico gli organi impiantati sarebbero stati espiantati da una paziente deceduta nei giorni precedenti che sarebbe positiva al virus HIV; alla base dell’errore vi sarebbe la sbagliata trascrizione del referto di un dirigente biologo dei laboratorio di analisi dell’ospedale fiorentino che ha riportato il risultato fornito dal macchinario utilizzato per l’esame del sangue da positivo a negativo al virus HIV; successive analisi compiute su campioni di sangue della donatrice, eseguiti nel laboratorio di analisi dell’archivio biologico di Pisa, dove vengono stoccati campioni di tessuto dei donatori, hanno confermato l’effettiva positività; della vicenda è stata informata la Procura di Firenze che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per accertare il reato di lesioni colpose e ha disposto l’invio di personale della squadra mobile della Que- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4108 Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 stura di Firenze presso l’azienda ospedaliera Careggi per acquisire la documentazione necessaria alle indagini –: il tasso di letalità tra i casi nosocomiali è stato del 37 per cento con ben 17 decessi negli ultimi mesi; quali iniziative intenda adottare per fare luce sulla vicenda e accertare in via amministrativa le eventuali responsabilità; il 19 ottobre 2006 l’Ulss veneziana ha dovuto disporre l’immediata chiusura dell’albergo Holiday Inn « Venice East » di Quarto d’Altino per « Pericolo-Legionella »; se non intenda attivarsi per promuovere misure di controllo da adottare per evitare il verificarsi nel futuro di eventi di tale gravità. (3-00671) NESPOLI e CASTIELLO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: le recenti inchieste sulla situazione di alcuni grandi ospedali italiani (Policlinico Umberto I di Roma, AORN Cardarelli, Policlinico di Bari, Ospedale Villa Sofia di Palermo) hanno, ancora una volta, portato alla ribalta il degrado della sanità e delle sue strutture anche più grandi; nonostante da più parti si siano mosse critiche ed urgenti richieste di intervento tese a far fronte alle segnalate situazioni di emergenza e degrado, le contromisure poste in essere dal Ministero della Salute si sono dimostrate poco efficaci nel contrastare i sempre più frequenti casi di « malasanità »; la « Conferenza Stato-Regioni » del 5 ottobre 2006 ha emanato le nuove linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione sugli impianti di climatizzazione secondo le quali si rendono obbligatori taluni interventi di tipo programmatico e preventivo da parte delle Regioni e degli Ospedali; tali linee guida son rimaste pressoché inattuate senza alcun intervento da parte del Ministero della Salute e delle Regioni; al pari, son rimaste quindi totalmente disapplicate tutta una serie di norme sancite anche dalla Legge 626/94, articolo 4, che obbligano il datore di lavoro all’attenta valutazione dei rischi dell’attività d’impresa sulla sicurezza e salute dei lavoratori e dei cittadini ed alla predisposizione di adeguate misure di prevenzione e protezione sui posti di lavoro; il mancato rispetto di tali norme risulta perseguibile penalmente e mediante severe sanzioni pecuniarie; il più grande studio condotto in materia da parte dell’Info Nos ha sancito che ogni anno le 700.000 infezioni contratte dai degenti ospedalieri provocano circa 7.000 decessi; nessuna Regione d’Italia ha ritenuto opportuno porre in atto le specifiche e dettagliate misure di prevenzione tese ad attenuare drasticamente il rischio di infezioni –: la « legionella » è tra le infezioni più subdole, trascurate e pericolose; quali urgenti e non più procrastinabili iniziative il Ministero della Salute intenda proporre al fine di attuare le misure di prevenzione sopra citate che, seppur puntualmente codificate, non hanno, allo stato, trovato applicazione alcuna obbligando magari le istituzioni regionali a responsabilizzare tutti i Dirigenti sanitari a farsene promotori; la legionella si diffonde principalmente nei circuiti idrici e nei sistemi di condizionamento frequentemente trascurati all’interno delle strutture pubbliche; nel 2005 si sono riscontrati oltre 850 casi di legionella con un incremento del 40 per cento rispetto al 2004 ed il 9 per cento di questi casi è maturato all’interno di Ospedali e Cliniche ed il 14 per cento in alberghi e campeggi; se non sia il caso di sollecitare le istituzioni locali e tutti gli altri organi preposti per legge, a programmare continui e periodici interventi di controllo circa Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4109 AI RESOCONTI il rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione in particolar modo di quelle nosocomiali (legionella) ed individuare un apposito finanziamento considerato che una corretta politica di prevenzione consentirebbe, in fine, un risparmio allo Stato di circa 20 miliardi di euro. (3-00672) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 se si sia aperta una indagine ispettiva del Ministro o se si ritenga di aprirla, come gli interroganti ritengono sia doveroso fare; quali ulteriori provvedimenti intenda assumere in merito. (5-00765) * * * Interrogazione a risposta in Commissione: SVILUPPO ECONOMICO AURISICCHIO, BANDOLI, GENTILI e SCOTTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: alle ore 6.15 del 15 dicembre 2006 la Signora M. M. incinta di due gemelli, giunge al Pronto Soccorso della clinica Malzoni di Avellino causa rottura delle acque; viene sottoposta a visita ostetricoginecologica durante la quale ha un’elevata perdita di liquido amniotico con stupore delle ostetriche. gli accertamenti a cui viene sottoposta la Signora segnalano la difficoltà di percezione del battito cardiaco di uno dei due gemelli; dopo varie situazioni di estremo disagio, di carenza nell’assistenza e nelle cure, la Signora chiede di essere sottoposta a parto cesareo, ma la richiesta viene negata dai sanitari che manifestano, invece, la propensione per un parto indotto; da nuovi accertamenti, finalmente svolti con una adeguata apparecchiatura gemellare, emerge la difficoltà di percezione del battito anche dell’altro; solo a questo punto la Signora viene trasferita nella sala parto e dopo 36 ore di sofferenze psicofisiche, partorisce due bimbi morti; la Procura di Avellino ha aperto un’inchiesta sulla vicenda e sette sanitari sono stati raggiunti da avviso di garanzia –: se il Ministro sia venuto a conoscenza dell’accaduto; Interpellanza: I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per le politiche europee, per sapere – premesso che: il quotidiano Libero di martedı̀ c.m., ha pubblicato una « lettera aperta » da parte della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa e rivolta agli artigiani e ai piccoli imprenditori, nella quale evidenzia una molteplicità di aspetti distorsivi per il settore dell’energia; attualmente gli installatori e i manutentori degli impianti termici, il cui numero in Italia è di 200 mila imprenditori, con 800 mila addetti, si occupano degli impianti delle abitazioni (sia quelle autonome che condominiali) assumendosene la responsabilità sotto gli aspetti legati alla sicurezza, la qualità e il risparmio; nella filiera le predette figure professionali, sono precedute da imprese quali: Enel, Italgas, Acea, Aem, che distribuiscono l’energia che alimenta i suddetti impianti, il cui intento consiste nella puntualità della fornitura elettrica, auspicando la soddisfazione del servizio per l’utente finale; risulta peraltro evidente che il business delle suddette imprese, si fonda sulla quantità di combustibile erogato, che stride con l’obiettivo del « risparmio energetico » a cui è attento il manutentore per conto dell’utente finale e che risponde ad Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4110 AI RESOCONTI un importante traguardo nell’ambito del più ampio ed importante problema energetico attualmente all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale; in considerazione delle suesposte premesse, risulta altresı̀ evidente che attualmente chi fornisce energia elettrica non può gestire gli stessi impianti, cosı̀ come il comma 34, dell’articolo 1 della legge 239 del 2004 il cosiddetto « decreto Marzano » stabilisce, la cui medesima disposizione, tra l’altro, nella scorsa legislatura fu approvata anche dall’opposizione; l’attuale Governo Prodi, secondo quanto riportato dall’articolo in premessa, sembra intenzionato a sopprimere il predetto comma 34, in quanto l’Unione europea lo riterrebbe lesivo delle norme stabilite a livello comunitario e della libera concorrenza; il medesimo articolo, precisa che in realtà da parte dell’Unione europea è stato chiesto soltanto un chiarimento sulla norma in questione, che ripropone invece un problema attualmente irrisolto per l’Italia ovvero: in questo settore le liberalizzazioni sarebbero già avvenute, ma non si sono risolte, come l’Europa pensa, aprendo il mercato della fornitura di energia a tutti gli interessati, ma bensı̀ lasciandolo nelle mani del settore pubblico –: se le notizie descritte dall’articolo riportato in premessa, secondo cui il Governo sembra intenzionato ad assumere iniziative per sopprimere il comma 34 dell’articolo 1 della legge 239 del 2004, corrispondano al vero; se non ritengano, in caso affermativo, che la soppressione della norma in questione estenda la situazione di oligopolio esistente anche a tutta l’attività di installazione e di manutenzione degli impianti, seguendo pertanto una direzione opposta rispetto a quella della libera concorrenza promossa e sostenuta dall’Unione europea, contravvenendo fra l’altro, alle intenzioni di tutto il Parlamento, che si era espresso in una direzione opposta solo pochi anni fa; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 se non ritengano altresı̀ opportuno, modificare il suddetto comma 34, a condizione che venga eliminata l’attuale situazione distorsiva di oligopolio esistente, consentendo per il nostro Paese l’applicazione di una autentica economia di libero mercato che modifichi le persistenti e negative condizioni oligopolistiche. (2-00383) « Marinello, Romele, Pili, Misuraca ». Interrogazioni a risposta scritta: FOTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: nel corso della XIV legislatura, il Ministro delle attività produttive ed il Ministro per l’innovazione e le tecnologie, coerentemente con i prevalenti orientamenti espressi in sede comunitaria, avevano predisposto un piano organico di iniziative volte a promuovere l’innovazione nelle piccole e medie imprese, denominato Piano per l’Innovazione Digitale nelle imprese; tra le misure di carattere economico finanziario, specifiche norme legislative (Legge 388/2000; Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 marzo 2001; Legge 273/2002) erano indirizzate al venture capital, tant’è che gli articoli 103-106 della Legge 388 del 2000 prevedevano uno stanziamento di 227 milioni di euro –: se detti fondi siano stati interamente utilizzati o, diversamente, quali iniziative abbia assunto o intenda assumere per favorire l’utilizzo degli stessi. (4-02669) D’AGRÒ. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: una recente sentenza del Tar Lazio, che ha accolto un ricorso presentato da una società emittente di buoni pasto, rende di fatto nullo in alcuni punti il decreto del Presidente del Consiglio dei Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4111 AI RESOCONTI ministri del 18 novembre 2005 che aveva messo ordine nel settore dopo forti agitazioni da parte degli esercenti contro l’elevato costo delle commissioni, culminate con lo sciopero dei ticket; il decreto impugnato aveva stabilito i requisiti delle società di emissione e degli esercizi che forniscono il servizio di mensa, le caratteristiche dei buoni, i parametri per l’aggiudicazione delle gare; il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dalla società Repas Lunch Coupon nei punti in cui si contestavano alcuni requisiti ritenuti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri necessari per poter partecipare alle gare di aggiudicazione dei servizi di buoni pasto; in dettaglio, il Tar del Lazio ha ritenuto « irragionevoli, eccessivamente penalizzanti e sproporzionate » le prescrizioni del decreto che imponevano alle società emittenti di avere un capitale sociale minimo di 750.000 euro e di far revisionare il proprio bilancio ad una società iscritta al registro del Ministero della giustizia (praticamente lo stesso controllo contabile riservato alle società quotate); i giudici amministrativi hanno altresı̀ giudicato illegittime le norme sulla nullità dei contratti e sui termini di pagamento dei buoni pasto da parte delle società emittenti, le procedure di aggiudicazione del servizio sostitutivo di mensa e i rapporti tra le società di emissione e gli esercizi convenzionati; la decisione del Tar ha praticamente azzerato il provvedimento, ripristinando di fatto la situazione di mercato precedente alla normativa, che aveva provocato in tutta Italia forti proteste da parte degli esercenti contro meccanismi giudicati non remunerativi quali gli sconti eccessivi e le modalità contrattuali; il settore dei buoni pasto ha un fatturato di 2,5 miliardi di euro l’anno, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 convenziona 100.000 pubblici esercizi e garantisce pasti sostitutivi a 2,5 milioni di lavoratori; la Fipe-Confcommercio ha proclamato lo stato di agitazione del settore, promuovendo in ogni sede territoriale le azioni di mobilitazione più adeguate; tra le altre misure decise dalla Fipe vi sono il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, la richiesta di sospensiva degli effetti della deliberazione del giudice amministrativo, la rescissione dei contratti di convenzione con tassi di sconto eccessivi; la Fipe teme che con questa sentenza del Tar si creerebbe un vuoto legislativo all’interno del quale si potrebbero insinuare società emettitrici di buoni pasto poco serie e scarsamente affidabili (il cui capitale potrà essere di soli 10.000 euro) che potrebbero modificare a loro piacimento le condizioni contrattuali e produrre danni per tutti; inoltre, l’annullamento delle norme contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relative all’obbligo di revisione dei bilanci delle società emittenti da parte di società iscritte al registro del Ministero della giustizia determinerebbe il fatto che questi siano controllati da collegi sindacali nominati dalle stesse società emittenti con il rischio che non si avrebbero riscontri di veridicità; gli associati dell’Anseb (Associazione Nazionale Società Emettitrici di Buoni Pasto) hanno deciso di continuare ad applicare la normativa del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in attesa degli esiti giudiziari del ricorso al Consiglio di Stato e di richiedere la sospensione della gara Consip –: se si intenda intervenire rapidamente per regolamentare con un nuovo provvedimento i rapporti tra esercenti pubblici e società di emissione di buoni pasto al fine di evitare il ritorno ad un mercato privo di regole ed il venir meno degli obiettivi che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 novembre 2005 si era Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4112 AI RESOCONTI posto e che si stavano lentamente conseguendo, ossia l’efficienza e la trasparenza del mercato, la libera ed effettiva concorrenza del settore dei buoni pasto ed un servizio efficiente ai consumatori. (4-02676) HOLZMANN. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: è opportuno distinguere le peculiari funzioni del Ruolo degli Agenti e rappresentanti di Commercio, in quanto mentre medici, avvocati e professionisti in genere, ricevono la necessaria formazione professionale attraverso corsi di studio (normalmente si tratta di corsi di laurea), e non dal fatto di essere iscritti ad un albo, nel caso degli agenti di commercio l’iscrizione al Ruolo può essere effettuata solo attraverso un apposito corso professionale, qualora non si sia in possesso di titoli di studio abilitanti o di una esperienza di vendita mirata; appare quindi evidente che il Ruolo non si limita alla certificazione del possesso di qualità abilitanti per l’esercizio dell’attività di agenzia, ma è esso stesso strumento di formazione necessaria per lo svolgimento della suddetta attività di agenzia; il Ruolo assicura inoltre che gli agenti di commercio non siano gravati da precedenti penali, garantendo in questo modo che le aziende mandanti, e la clientela, compresi i consumatori finali, abbiano rapporti solo con persone di specchiata moralità; nel caso venga abolito il Ruolo agenti si darebbe origine ad una situazione di assoluta incertezza, sia per quanto riguarda la professionalità degli operatori commerciali, sia per quanto riguarda la moralità degli stessi; a questo fine si ritiene assolutamente insufficiente la previsione di una autocertificazione, dal momento che nulla può essere più efficace per la tutela dei terzi, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 inclusi i consumatori finali, delle verifiche preventive attualmente svolte dalle Camere di Commercio –: se il Governo intenda chiarire se intende assumere iniziative per cancellare il Ruolo degli Agenti e Rappresentanti di commercio. (4-02679) PISICCHIO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: l’impatto derivante dall’uso degli autoveicoli nelle zone urbane ha prodotto uno dei più grandi problemi ambientali e in prospettiva oggetto di ulteriore aggravamento, a motivo del fatto che l’aumento dei veicoli a benzina e gasolio è esponenziale; il petrolio con i suoi derivati altamente inquinanti, oltre ad essere la risorsa base per i trasporti (circa il 97 per cento), notoriamente rappresenta una fonte energetica che si esaurirà entro 40-50 anni; il bioetanolo rappresenta uno dei pochi carburanti alternativi disponibili a breve termine in quantità considerevoli, essendo un alcool ottenuto tramite il processo di fermentazione dei prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri quali i cereali, le colture zuccherine, la frutta, le vinacce e le patate; il bioetanolo, che non presenta rilevanti problemi di impatto ambientale, consente la sostituzione dei carburanti tradizionali e riduce la dipendenza dall’import di petrolio, come è stato già sperimentato con successo in Brasile, negli Usa e in alcuni paesi europei come la Svezia e la Germania; studi approfonditi e prove sperimentali hanno dimostrato che nuove colture ottimizzate, come il sorgo-zuccherino, coltivabile nell’Europa meridionale, permetterebbero di abbassare il costo di produzione del bioetanolo a circa 250 euro/t, a fronte del costo di produzione di 350/450 euro/tep dei prodotti raffinati del petrolio; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4113 AI RESOCONTI la direttiva europea sui biocombustibili (2003/EC) si è posta l’obiettivo di ottenere nell’immediato un contributo minimo del 5,75 per cento dai biocombustibili per il settore dei trasporti e si propone di raggiungere il 20 per cento entro il 2020 (Green Paper); l’attivazione di un programma volto a incentivare la produzione di biocombustibile liquido porterebbe, tra gli altri vantaggi, anche quello della creazione di numerosi posti di lavoro –: quali urgenti e concrete azioni il Governo intenda intraprendere per favorire l’ingresso dei biocombustibili nel sistema dei trasporti italiano. (4-02682) SGOBIO e SOFFRITTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. – Per sapere – premesso che: i rappresentanti della proprietà della cartiera San Cesareo, nel corso di un incontro che si è tenuto lo scorso 12 febbraio, hanno annunciato alle rappresentanze sindacali l’intenzione di cessare l’attività entro fine marzo; nel corso del citato incontro la proprietà ha rifiutato qualsiasi proposta alternativa alla chiusura dello stabilimento, presentata dalle Organizzazioni sindacali, quale la cessione dell’azienda che permetterebbe il proseguimento della produzione ed il mantenimento dei posti di lavoro; l’operazione di dismissione dell’azienda comporterebbe il licenziamento di circa 42 lavoratori effettivi, oltre che la cessazione di un’attività che in questi anni ha rappresentato una delle realtà più produttive ed antiche del territorio modenese –: se siano a conoscenza della situazione venutasi a creare nello stabilimento di San Cesareo; quali iniziative intende intraprendere per salvaguardare la realtà produttiva della cartiera in oggetto, scongiurare la Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 chiusura dello stabilimento e preservare i relativi posti di lavoro. (4-02688) * * * TRASPORTI Interrogazioni a risposta in Commissione: MARGIOTTA. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: la stazione di Bella-Muro, in Basilicata, è di straordinaria importanza per la mobilità di un comprensorio di circa trentamila abitanti che su essa gravitano (Comuni di Bella, Muro Lucano, San Fele, Castelgrande, Pescopagano, Ruoti, Ruvo del Monte); l’intero territorio lucano, carente sotto il profilo dei servizi ferroviari, come peraltro evidenziato dal rapporto dell’Istituto Tagliacarne, non è interessato dall’alta velocità, sicché è indispensabile garantire almeno l’ordinario; la stazione, di recente, è stata oggetto, grazie all’impegno finanziario del Comune di Bella, e di altre amministrazioni, di interventi di manutenzione ed arredo urbano (parcheggi ed illuminazione), oltreché di istituzione di numerosi servizi di collegamento con i centri abitati; Trenitalia ha deciso, unilateralmente, di sopprimere le fermate dei treni 951 e 956, per lo più utilizzati da operai e studenti provenienti da Roma o da Lecce –: quali iniziative intenda intraprendere il Governo per scongiurare tale pesante penalizzazione per il territorio del Marmo Platano. (5-00757) UGGÈ e DELL’ELCE. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: la legge n. 298/74 è istitutiva dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4114 AI RESOCONTI con Decreto del Ministero dei Trasporti vengono identificate in base a requisiti previsti per Legge e successivi provvedimenti attuativi, le associazioni più rappresentative; le federazioni dell’Autotrasporto che hanno dovuto dimostrare di possedere i requisiti previsti dalla legge suddetta sono in totale nove; nell’elenco delle associazioni suddette figurano nell’ordine FAI, Confartigianato Trasporti, UNITAI, FIAPL/M, SNA Casartigiani e FIAPM; le suddette federazioni rappresentano pertanto i due terzi delle realtà associative, presenti nel Comitato centrale dell’Albo alle quali aderiscono le imprese di autotrasporto; il Ministero dei Trasporti ha diramato nei giorni scorsi una convocazione avente per oggetto temi che coinvolgono il futuro delle imprese di autotrasporto; le sei federazioni nazionali suddette non sono state convocate –: se la decisione di escludere le sei federazioni sia il frutto di una grave dimenticanza o di una incomprensibile ed inaccettabile discriminazione ma soprattutto cosa il Ministro intenda mettere in atto per recuperare quanto accaduto, evitando per il futuro il ripetersi di simili episodi. (5-00758) MARIO RICCI, LOMBARDI, LOCATELLI e OLIVIERI. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 vorisce l’ulteriore marginalizzazione, degrado, isolamento della Vallata del Marmo-Platano; la Basilicata non sarà neppure per il futuro interessata a progetti di costruzione di una linea Alta Velocità/Alta Capacità, e pertanto non può essere penalizzata con la riduzione dei « servizi normali »; sono state pure soppresse le fermate dell’I.C. Plus 675 Jonio e 676 Jonio, da Potenza per Roma e da Roma per Potenza; se il Ministro sia a conoscenza dei programmi di riduzione del servizio di fermata dei treni per la Valla del MarmoPlatano –: quali iniziative intenda assumere il Ministro dei trasporti nei confronti del management di Trenitalia, per ripristinare un servizio fondamentale per le attività economiche, sociali, di lavoro e di studio di tutti i residenti nei comuni che gravitano sulla stazione di Bella Muro (Bella, Muro Lucano, San Fele, Castelgrande, Pescopagano, Ruoti, Ruvo del Monte). (5-00759) Interrogazioni a risposta scritta: FASOLINO. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: il Consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato in un verbale approvato nella seduta di fine dicembre 2006, ha stabilito un rincaro di circa il 10 per cento delle tariffe di vettori Eurostar e Intercity a valere dal 1o gennaio 2007; la maggioranza degli utenti di questi due convogli sono operai e studenti provenienti per lo più da Roma e da Lecce; da notizie dell’ultima ora si è appreso che le Ferrovie dello Stato hanno l’intenzione di applicare un nuovo aumento del 10 per cento sui biglietti dei treni a media e lunga percorrenza equivalente al rincaro, già scattato dal 1o gennaio 2007 per Eurostar e Intercity, a partire dal prossimo mese di ottobre; la soppressione della fermata dei due convogli nella stazione di Bella Muro fa- dalle stesse fonti si è appreso che i nuovi vertici FS hanno deciso a febbraio il la fermata a Bella Muro dei treni 951 e 956 serve un bacino di utenza di oltre 30.000 abitanti; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4115 AI RESOCONTI ritocco delle tariffe per i treni espressi ed interregionali frequentati soprattutto dai pendolari; complessivamente, la manovra di aggiustamento tariffario varrebbe circa 90 milioni di euro con incrementi che riguardano 12 milioni di italiani per un corrispettivo pari a poco più di 60 centesimi al mese a viaggiatore; a fronte di tali notevoli sacrifici imposti agli italiani fa riscontro la decisione, adottata nella citata riunione del Consiglio di amministrazione di fine dicembre 2006, di procedere alla contrazione netta del personale attualmente collocato, nella aberrante misura di 3500 unità che si otterrà attraverso un turnover che prevede l’uscita di circa 4500 dipendenti e l’ingresso di 1000 unità delle quali, 450 circa, a tempo determinato; secondo l’interrogante il pesantissimo aumento del costo dei biglietti e la sconcertante riduzione del personale si accompagnano con una qualità del servizio ben lontana dai livelli medi europei: specialmente sulle percorrenze meridionali, si registrano ritardi orari che rendono aleatorio il servizio, anche se effettuato da treni Eurostar, senza parlare della obsolescenza e inadeguatezza degli arredamenti e delle attrezzature e di tante altre carenze che rendono le tratte meridionali vero e proprio fanalino di coda del trasporto passeggeri su ferro in Italia e in Europa –: Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 buisce alle cosiddette « autostrade del Mare » e, nel soffermarsi sul futuro sviluppo del Porto di Palermo, ha espresso l’avviso che Palermo debba aprirsi di più ai circuiti turistici delle navi di crociera, mentre per il traffico container risulterebbe più idoneo il porto di Termini Imerese; a proposito del potenziamento dello stabilimento FIAT di Termini Imerese, il Ministro interrogato ha dichiarato che occorre adeguare il porto; il porto di Termini Imerese, oggi classificato di seconda categoria, terza classe, quindi di interesse regionale, per la sua collocazione strategica e di snodo per la viabilità e i mezzi di trasporto, per la sua prossimità ad una area industriale e ad una piattaforma intermodale, per il fatto che i flussi di traffico che lo interessano non debbano attraversare centri abitati, presenta notevoli potenzialità di sviluppo, accanto tuttavia a problematiche non risolte che ne limitano l’operatività e le prospettive; il porto si presenta oggi come un sistema di moli e banchine in cui dominano spazi indifferenziati, mentre le attività regolari di carico e scarico sono limitate a due approdi di navi per il trasporto di mezzi pesanti, a cui si aggiungono attività saltuarie di merci varie; PIRO. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: con decreto dell’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente del 5 aprile 2004 è stato approvato il nuovo piano regolatore del porto, redatto dall’Amministrazione comunale di Termini Imerese, che prevede l’articolazione delle funzioni secondo sette ambiti, tra i quali quello commerciale, quello della nautica da diporto e turistico, e ridisegna gli spazi e le banchine in modo da contemplare almeno sei approdi per navi da trasporto, di cui cinque adatti a navi RoRo; nel corso di un recente incontro organizzato presso la Capitaneria di Porto di Palermo, con gli operatori portuali della città, il vice ministro De Piccoli ha sottolineato la centralità che il governo attri- il piano regolatore non è stato tuttavia sottoposto a procedura di VIA nazionale, per un espresso rinvio contenuto nel decreto regionale di approvazione, alle successive progettazioni di ambito; se intenda adottare immediate iniziative volte a scongiurare i paventati aumenti tariffari e ad adeguare l’offerta sulle tratte meridionali alla media italiana ed europea. (4-02668) Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 4116 AI RESOCONTI la progettazione del nuovo ambito commerciale non è ancora partita ed è tuttora priva di finanziamento, mentre è stato redatto un progetto preliminare avanzato dell’ambito turistico e peschereccio; da parte del Genio Civile OO.MM. è in corso di redazione il progetto di prolungamento della diga foranea, indispensabile per garantire l’agibilità in sicurezza del porto, già finanziato per circa 20 milioni di euro dall’APQ trasporto marittimo stipulato con la Regione Siciliana, ma che ha subı̀to uno stop per l’assenza di VIA sul piano regolatore; uno dei problemi più annosi, e tuttora irrisolto, riguarda le competenze e la gestione del Porto, sul quale insistono le competenze di oltre una ventina di enti. Inoltre, in assenza di una « autorità portuale », non solo non si è attivato alcun controllo sugli interventi, ma non sono state assicurate neanche le più elementari attività di manutenzione, tenendo conto che alcune strutture e alcuni impianti presentano accentuati fenomeni di degrado –: se corrisponda al vero che nel « libro bianco » del Ministero sulle « Autostrade del Mare » non figuri il porto di Termini Imerese e, in tal caso, come intenda rimediarvi; quali iniziative intenda assumere per far sı̀ che il porto di Termini Imerese, struttura essenziale anche ai fini della funzionalità della vicina piattaforma intermodale individuata dalla programmazione nazionale degli interporti, riceva gli impulsi progettuali e finanziari necessari alla piena realizzazione delle sue potenzialità, al servizio dello sviluppo della Regione Siciliana e dell’intero Mezzogiorno. (4-02689) BORGHESI. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: è in corso nel Comune di Padova la realizzazione dei servizio di metro-tram (translohr), la cui soluzione tecnica, del tutto innovativa, prevede il ricorso ad una monorotaia; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 fin dall’inizio dei lavori avviati da qualche anno, si evidenziano numerosi disagi per i cittadini non solo in relazione ai cantieri richiesti per la posa in opera della monorotaia, ma anche per il fatto che il suo attraversamento in particolare con biciclette e motorini ha generato numerose cadute di ciclisti ed anche motociclisti con lesioni rilevanti per gli infortunati; in base ad evidenze empiriche risulterebbero non meno di 150 incidenti, che hanno comportato il ricovero, quanto meno in pronto soccorso delle persone coinvolte; risulta altresı̀ che almeno in 65 casi i danneggiati abbiano presentato una richiesta di risarcimento danno al Comune di Padova; numerosi articoli dei giornali locali a partire dal 2004 hanno segnalato il problema qui presentato che sembra essere legato alla larghezza delle fosse laterali di destra o sinistra della rotaia, pari a cm. 4,5; secondo un altro giornale locale le vittime sarebbero state addirittura 350 in due anni; la soluzione tecnica scelta per la tramvia è di tipo assolutamente innovativo e finora ancora in fase di sperimentazione; secondo alcune agenzie di stampa nella città francese di Clermont Ferrand ad un mese dall’entrata in servizio del medesimo tipo di metro-tram, le corsie ai lati della rotaia avrebbero subito numerosi cedimenti, dovuti alle sollecitazioni delle manovre di sosta e riavvio –: se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra riportati; che cosa intenda fare per garantire la sicurezza di ciclisti e motociclisti nei luoghi di attraversamento della corsia; che cosa intenda fare per garantire che il sistema possa funzionare senza gli inconvenienti lamentati in Francia; se non ritenga utile istituire una commissione di inchiesta da parte del Ministero per verificare la bontà tecnica Atti Parlamentari XV LEGISLATURA della soluzione nel Comune di rispettate tutte parte di tutti gli — — ALLEGATO B 4117 AI RESOCONTI in corso di realizzazione Padova e se siano state le regole di diligenza da enti competenti. (4-02690) Apposizione di firme a risoluzioni. La risoluzione in Commissione Mariani e altri n. 7-00124, pubblicata nell’allegato B ai resoconti della seduta del 14 febbraio 2007, deve intendersi sottoscritta anche dai depuati: Bernardo, Floresta. La risoluzione in Commissione Villari e altri n. 7-00127, pubblicata nell’allegato B ai resoconti della seduta del 19 febbraio 2007, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Filipponio Tatarella, Barbieri, Goisis, Li Causi, Froner, Garagnani, Razzi. Ritiro di documenti del sindacato ispettivo. I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori: interrogazione a risposta in Commissione Stradella n. 5-00580 del 22 gennaio 2007; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 21 FEBBRAIO 2007 interrogazione a risposta in Commissione Acerbo n. 5-00613 del 25 gennaio 2007; interrogazione a risposta in Commissione Franci n. 5-00654 del 1o febbraio 2007; interrogazione a risposta scritta Martinello n. 4-02502 del 7 febbraio 2007. ERRATA CORRIGE Interpellanza urgente Baldelli e altri n. 2-00374 pubblicata nell’Allegato B ai resoconti della seduta n. 109 del 14 febbraio 2007. Alla pagina n. 3962, prima colonna, dalla riga ventiquattresima alla riga ventisettesima, deve leggersi: « il comma 417 consente per tutte le amministrazioni la stabilizzazione di tutte le tipologie “non a tempo ” » e non « il comma 417 per tutte le amministrazioni che utilizzano quel fondo (deroga finanziaria) consente la stabilizzazione di tutte le tipologie “non a tempo ” », come stampato. Stabilimenti Tipografici Carlo Colombo S. p. A. € 0,76 *15ALB0001130* *15ALB0001130*