Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia

Transcript

Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia
Rapporto sulla filiera delle
Telecomunicazioni in Italia
Edizione 2015
Documento di lavoro per il Forum Nazionale TLC
ASSTEL, SLC/CGIL, FISTEL/CISL, UILCOM/UIL
Il Rapporto si è avvalso anche quest’anno della collaborazione di
numerosi associati ASSTEL, Assocontact e Anitec
Infrastrutture
di rete
Fornitori di
apparati e
servizi di rete
Fornitori di
terminali
Fornitori di
software
Operatori TLC
Aziende di Contact
Center
1
Indice del Report
 Executive summary
Pag. 3
1. Il contesto macroeconomico
Pag. 27
2. L’infrastruttura broadband in Europa
Pag. 53
3. Le dinamiche di mercato della filiera nel suo complesso
Pag. 79
4. Le dinamiche di mercato degli Operatori TLC in Italia
Pag. 88
5. Le dinamiche di mercato dei Contact Center in outsourcing in Italia
Pag. 127
6. Le dinamiche del mercato del lavoro nella filiera delle TLC in Italia
Pag. 150
 Nota metodologica
Pag. 181
 Gruppo di lavoro
Pag. 184
2
Executive summary
L’infrastruttura broadband fissa in Italia: un confronto con l’Europa
su copertura e utilizzo
•
•
•
•
In termini di copertura dell’infrastruttura broadband, l’Italia ha sostanzialmente raggiunto il primo obiettivo della
Digital Agenda Europea: la copertura delle abitazioni italiane con la banda larga fissa base è, infatti, vicina al 99%*
L’Italia continua però a mostrare un ritardo significativo rispetto all’Europa in termini di utilizzo dei servizi a banda
larga: l'utilizzo della banda larga base è, infatti, pari al 23,4% della popolazione contro una media europea del 30,9%**.
Anche il tasso annuo di crescita registrato dal nostro Paese su questo indicatore è il più basso d’Europa
L’Italia continua a essere in posizione arretrata anche sulla copertura e sull'utilizzo della banda larga >30 Mbps. Gli
investimenti messi in gioco dagli Operatori italiani stanno comunque portando ad una crescita importante della
copertura della banda larga >30 Mbps, che è infatti passata dal 21% delle abitazioni di dicembre 2013 al 32% di
maggio 2015 (come evidenziato nei comunicati ufficiali degli Operatori italiani)
Secondo i piani dichiarati dagli Operatori, per il 2017 si arriverebbe ad una copertura pari al 75% delle abitazioni con
la banda larga >30 Mbps
Copertura banda larga
base >2 Mbps
(sulle abitazioni)*
Utilizzo banda larga
base >2 Mbps
(sulla popolazione)**
Copertura banda larga
>30 Mbps
(sulle abitazioni)*
Utilizzo banda larga
>30 Mbps
(sulla popolazione)**
Italia
99%
23,4% (+0,4pp)
21%
0,5% (+0,4pp)
Media europea
97%
30,9% (+0,9pp)
62%
6,9% (+0,9pp)
Francia
100%
38,5% (+0,5pp)
41%
3,6% (+0,6pp)
Regno Unito
100%
36,8% (+2,8pp)
82%
10,3% (+1,3pp)
Germania
97%
36,0% (+1pp)
75%
6,5% (+0,5pp)
Spagna
97%
26,9% (+0,9pp)
65%
5,1% (+1,1pp)
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2014, COMMISSIONE EUROPEA
* Aggiornamento dicembre 2013
** Aggiornamento luglio 2014
Il trend di crescita è calcolato da dicembre 2013 a luglio 2014
4
Il tasso di crescita annuo nell’utilizzo della banda larga fissa base in
Europa
Nonostante l’Italia abbia un utilizzo della banda larga fissa base al di sotto della media europea, il tasso di
crescita annuo risulta il più basso di tutta Europa ed è persino inferiore a quello registrato tra gennaio 2013 a
gennaio 2014
•
Fixed broadband use (subscriptions as a % of population) and speed of progress,
July 2013 – July 2014
45%
Fixed broadband use July 2014
DE
35%
SE
IT
FR
UK
MT
BE
FI
30%
25%
DK
NL
40%
LU
EU
CY
SI AT
LV
HR
BG
20%
EE
IE
CZ
LT
EL
PT
ES
HU
SK
RO
15%
10%
-0,2
0,1
0,4
0,7
1,0
1,3
1,6
1,9
2,2
2,5
2,8
3,1
3,4
3,7
4,0
Increase in use rate between July 2013 and July 2014 in percentage points
Source: Communications Committee
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
5
L’infrastruttura broadband fissa in Italia: la dinamica delle diverse
tipologie di linee
•
•
Secondo i dati AGCOM, in Italia a fine 2014 ci sono 14,37 milioni di linee broadband fisse attive. La gran parte
delle linee (91%) sono ancora basate su tecnologie DSL
Nel corso del 2014 si è registrata una crescita complessiva di 360 linee in un anno, con un calo pari a 200
mila accessi in DSL, e una crescita di 413 mila linee in NGA e 104 mila in FWA (Fixed Wireless Access)
FONTE AGCOM, OSSERVATORIO SULLE COMUNICAZIONI DICEMBRE 2014, APRILE 2015
6
L’infrastruttura broadband fissa in Italia: l’incidenza degli accessi
NGA
•
•
Gli accessi broadband su reti di nuova generazione (NGA) sfiorano a fine 2014 le 800mila linee, pari al 3,8%
delle linee complessive e al 5,5% di quelle broadband
Rimane dunque importante il ritardo rispetto agli altri principali paesi europei (accessi NGA pari al 10% del
totale sottoscrizioni broadband in Francia, al 20% in Germania, al 28% in Spagna, al 32% nel Regno Unito)
FONTE AGCOM, OSSERVATORIO SULLE COMUNICAZIONI DICEMBRE 2014, APRILE 2015
7
L’infrastruttura broadband mobile in Italia: un confronto con
l’Europa sul tasso di copertura delle reti LTE
•
•
Al contrario della rete fissa, da un confronto con i principali Paesi europei sulla copertura delle reti LTE sulla
popolazione, emerge che l’Italia si posiziona al di sopra della media europea (84% vs 80% al primo quarter
2015) e all’interno dell’EU5 seconda dopo UK
Inoltre l’Italia registra il tasso di crescita maggiore nel corso del 2014, a dimostrazione dei significativi
investimenti messi in campo dagli Operatori mobili
Copertura
(sulla popolazione)
Copertura
(sulla popolazione)
Marzo 2014
Marzo 2015
Italia
55%
84%
Media europea
63%
80%
Francia
67%
76%
Regno Unito
72%
87%
Germania
74%
82%
Spagna
50%
75%
FONTE GSMA INTELLIGENCE 2015
8
L'utilizzo del 4G tra gli utenti Mobile a fine 2014
•
•
Secondo un recente rapporto di Credit Suisse, solo il 6% delle SIM italiane ha attivo un contratto 4G, contro il
12% degli utenti in Spagna, il 18% in UK, il 20% in Francia, il 21% in Germania e addirittura il 62% in Sud
Corea
E’ rilevante ricordare che oltre l’80% degli Smartphone venduti attualmente in West Europe sono 4G
FONTE RIELABORAZIONE CREDIT SUISSE SU DATI OVUM, CS RESEARCH, VODAFONE, TELECOM ITALIA
Nota: *of contract users; of active SIMs for Italy
Il dato sull’Italia è sostanzialmente in linea con quanto emerso dalle dichiarazioni dei principali Operatori
9
L’infrastruttura ultra broadband in Italia: la copertura raggiunta e i
piani previsti dagli Operatori italiani
•
•
Gli investimenti degli Operatori italiani stanno crescendo in maniera significativa e i piani di copertura
ipotizzati dagli stessi Operatori indicano il raggiungimento del 75% delle abitazioni con reti NGAN e del 95%
della popolazione con reti LTE (80% per la copertura indoor) entro il 2017
In questo modo si dovrebbe ridurre il gap che ancora contraddistingue l’Italia dai principali Paesi europei
Copertura
NGNA
Copertura outdoor
LTE
Copertura
attuale
8 milioni di abitazioni pari al 32%
delle abitazioni (maggio 2015)
85% della popolazione
(maggio 2015)
Sviluppi futuri
(entro il 2017)
75% delle abitazioni
95% della popolazione
•
Per provare a raggiungere tali obiettivi è però necessaria una stabilità del quadro regolamentare e
interventi regolatori per abilitare la realizzazione di nuove infrastrutture (regolamento scavi e modalità di
rilevamento dell’emissione elettromagnetica)
FONTE DICHIARAZIONI OPERATORI
10
La dinamica dei ricavi totali della filiera delle TLC in Italia
•
Ricavi (miliardi €)
•
Guardando alla filiera italiana delle TLC nel suo complesso emerge chiaramente la dinamica di forte contrazione subita:
complessivamente dal 2008 sono stati bruciati circa 11,5 miliardi di euro (21% del valore iniziale). Tale andamento è l’effetto di
dinamiche molto diverse tra i vari player dal 2008 al 2013:
il comparto che cala maggiormente è quello degli Operatori TLC, che dal 2008 perde complessivamente quasi 13 mld €
(29% del valore iniziale)
− i ricavi da fornitori di terminali sono cresciuti del 68%, guadagnando quasi 2 miliardi di euro
− sono sostanzialmente stabili nel tempo i ricavi da fornitori di apparati
− crescono leggermente i ricavi da Contact Center in outsourcing
Nel 2014 i ricavi degli Operatori TLC calano ancora del 7%. Sono in leggero calo il comparto dei Contact Center e quello dei
fornitori di IT, mentre crescono i ricavi da fornitori di apparati e terminali. Complessivamente i ricavi della filiera nel 2014 perdono
il 5% (circa 2,5 miliardi di euro)
60
53,6
50
2,8
2,8
40
30
-3%
23,2
51,8
2,8
2,5
22,3
-3%
50,3
-2%
49,4
-2%
48,2
44,7
-5%
42,3
2,7
2,7
3,1
2,9
4,0
2,9
21,7
21,1
20,2
17,4
15,7
20
10
-7%
4,5
2,8
4,7
2,8
21,6
20,9
20,2
19,3
18,2
17,1
16,2
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
0,9
1,1
0,8
0
Operatori TLC fissi
Fornitori di terminali
Operatori TLC mobili
Infrastruttura
Contact Center
IT
Fornitori di apparati
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI E BILANCI AZIENDALI
Nota: i dati di fatturato rappresentati fanno riferimento ai ricavi direttamente riconducibili alla filiera italiana delle TLC, per tutti gli attori in gioco.
Nel comparto «Infrastruttura» sono incluse aziende che si occupano di scavi e opere civili.
Il comparto IT comprende aziende che si occupano di sistemi informativi, sistemi di billing, ecc.
11
La dinamica dei ricavi degli Operatori TLC in Italia: fisso vs mobile
• Il mercato degli Operatori TLC in Italia ha perso dal 2007 al 2014 quasi 14 miliardi di euro (-30%): 7,9 miliardi (pari al 33%
del valore iniziale) sono stati persi dal mobile; 6 miliardi dal fisso che si è ridotto del 27% dal 2007
• Nel 2014 si registra un calo significativo, pari al 7%, ovvero oltre 2,5 miliardi di euro: il calo maggiore è imputabile al
mercato mobile (-1,7 mld €), mentre il mercato del fisso perde poco meno di 1 miliardo di euro
• Il peso del mercato mobile scende così sotto la soglia del 50%
52%
60
50
-2%
45,8
40
30
23,6
20
10
52%
22,2
52%
-3%
44,8
-2%
-3%
43,2
-4%
23,2
-3%
41,9
22,3
20,9
52%
-3%
-3%
-3%
21,6
52%
-5%
40,4
-3%
21,7
-3%
20,2
53%
21,1
-4%
19,3
38,4
-4%
20,2
-6%
50%
49%
40%
-10%
34,5
-14%
18,2
17,4
-6%
50%
-7%
31,9
-10%
17,1
15,7
-5%
16,2
30%
20%
10%
Ricavi da rete mobile (%)
Ricavi Operatori (miliardi €)
70
0%
0
2007
2008
2009
Fisso
2010
Mobile
2011
2012
2013
2014
Mobile in % totale
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
12
La dinamica dei ricavi degli Operatori TLC: un confronto
internazionale
•
•
L’Italia negli ultimi 5 anni ha perso più di un quarto del suo valore iniziale sul totale mercato delle Telecomunicazioni. Solo la Spagna ha
perso quanto noi in percentuale, ma meno in valore assoluto (segno di un mercato che non ha raggiunto i valori assoluti dell’Italia). La Francia
ha perso il 17%, mentre Germania e UK l’8,5% circa (meno di un terzo dell’Italia) e addirittura gli USA hanno guadagnato il 16%
La dinamica dei Paesi analizzati è molto differente tra rete fissa e mobile. Sulla rete fissa, infatti, emerge un calo in tutti i Paesi (seppur con
tassi differenti l’uno dall’altro); sulla rete mobile, invece, crescono a due cifre gli USA e di qualche punto percentuale UK e Germania, mentre
crollano Italia, Spagna e Francia
persi
persi
guadagnati
4,6 mld
3,4 mld
46 mld
-8,5%
+16% Mld €
9,2 mld
9 mld
di € in 5 anni
di £ in 5 anni
di $ in 5 anni
persi
persi
di € in 5 anni
di € in 5 anni
-8,2%
50
-17%
persi oltre 11 mld
di € in 5 anni
-26%
40
-26%
30
20
10
0
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ARCEP, BNETZA, CMT, OFCOM, CNMC, BUNDESNETZAGENTUR, FCC, MARKETLINE E DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI ITALIANI
13
La dinamica dei ricavi degli Operatori TLC di rete fissa in Italia
•
•
•
Ricavi da rete fissa (miliardi €)
•
Come visto precedentemente, i ricavi da rete fissa in Italia sono calati del 5% nel 2014, perdendo complessivamente poco meno di
1 miliardo di euro; il calo in 7 anni è stato pari al 27%, ovvero 6 miliardi di euro in valore assoluto
Nel 2014 è ancora più pesante degli anni passati il calo della spesa in fonia (-12%) pari a 700 milioni di euro; dal 2007 la fonia ha
quasi dimezzato il suo valore, per via del calo dei prezzi e della riduzione dei volumi (-28% in 7 anni)
Continua, invece, la crescita – seppur con tassi ridotti - della componente legata alla banda larga (+2% nel 2014); in 7 anni ha
guadagnato 1,3 miliardi di euro (39% del valore iniziale)
Il wholesale perde il 10% nel 2014 (pari a 400 milioni di euro); in 7 anni ha perso il 25% del suo valore ovvero circa 1,2 miliardi di
euro principalmente a causa della riduzione dei prezzi unitari regolamentati per i servizi di originazione, terminazione e transito
25
20
15
10
5
22,2
4,3
-3%
21,6
+2%
4,4
-3%
-11%
20,9
3,9
-3%
-5%
20,2
-4%
-8%
-6%
19,3
18,2
-6%
-5%
-10% 17,1 +5% 16,2
-2%
2,8
4,8
-4%
4,7
2,9
4,7
4,6
-7%
4,5
-10%
4,3
+9%
4,0
+11%
+8%
3,6
3,3
+2%
3,6
0%
4,0
+2%
4,3
4,4
+2%
4,4
4,5
4,6
-9%
-7%
-8%
-8%
-9%
9,8
8,9
-9%
8,3
7,6
7,0
6,4
5,8 -12% 5,1
-2%
0%
-2%
3,7
3,4
-9%
3,1
0
2007
2008
Voce retail
2009
2010
Banda larga
2011
2012
2013
Wholesale
Altri ricavi
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
•
•
•
•
La componente «Voce retail» include anche l’«accesso (affitto della linea)» e la telefonia pubblica
La voce «Banda larga» include Servizi finali su reti a larga banda a clienti finali e Servizi commutati di trasmissione dati e circuiti affittati ad utenza finale
Per «Wholesale» si intendono i Servizi intermedi forniti ad Operatori TLC
La voce «Altri ricavi» include la vendita di apparati, terminali, accessori, ricavi da servizi non fonia e dati (es. vas) e altri ricavi da rete fissa
14
La dinamica dei ricavi degli Operatori TLC di rete mobile in Italia
•
•
•
•
Ricavi da rete mobile (miliardi €)
•
Il mercato mobile in Italia nel 2014 cala del 10% perdendo 1,7 miliardi di euro; complessivamente in 7 anni ha perso quasi 8 miliardi di euro,
pari a un terzo del valore iniziale
Anche in questo caso la perdita maggiore è imputabile alla componente relativa alla fonia, che in un solo anno ha perso 1,3 miliardi di euro e
in 7 anni ha addirittura perso più della metà del valore iniziale, nonostante continuino a crescere i volumi (32% di crescita negli ultimi 4 anni)
Stabile nel 2014 la componente relativa ai dati, per effetto netto della crescita della spesa in connettività e del calo della spesa in
messaggistica. In 7 anni questa componente ha generato 1,6 miliardi di euro (42% del valore iniziale). Per quanto riguarda la messaggistica la
competizione con i servizi degli OTT si fa sentire ormai da un paio d’anni in maniera significativa; i volumi di Sms nel 2014 sono calati del
40%. Continua a crescere, invece, il traffico su rete mobile (dal 2010 al 2014 ha fatto registrare un trend superiore al +300%)
Nel 2014 calano anche gli “altri ricavi”, per effetto di un calo delle vendite di terminali attraverso i canali Telco (che, al contrario, sono
cresciute nella loro componente di open market dell'8%) e della riduzione dei servizi VAS. Nel corso dei 7 anni tale componente ha subito
dinamiche alterne legate in particolare alla vendita di Mobile Content e al sussidio di terminali
Meno forte, invece, il calo del wholesale rispetto al passato: -4% nel 2014; in 7 anni ha perso però 3,3 miliardi di euro (due terzi del valore
iniziale) per via del taglio delle tariffe di terminazione
25
20
15
10
5
0
-2%
23,6
23,2
-4%
-3%
-3%
-4%
22,3
-14%
21,1
3,4 -15% 2,9 -24% 2,2 -14% 21,7
20,2
-10%
+21%
1,9
2,3 +30%
17,4
-8% 4,6 -7% 4,3 +7%
3,0
5,0
+13%
4,6 -15% 3,9 -21%
15,7
3,4 -11%
3,1
+4%
3,0
-42%
4,8 +2% 4,9 +10%
3,8 +21% 4,6
5,4 +4% 5,6 -4% 1,8 -4% 1,7
5,4 0%
5,4
-3%
-1%
-6%
-8%
-11%
11,4
11,1
-20%
11,0
10,3
9,5
8,5
6,8 -19% 5,5
2007
2008
Voce retail
2009
2010
Dati retail
2011
2012
Wholesale
2013
Altri ricavi
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
• La voce «Dati retail» include i ricavi da messaggistica e navigazione sia da Smartphone, sia da Tablet e Internet Key
• La voce «Altri ricavi» include la vendita di apparati, terminali, accessori, ricavi da servizi non fonia e dati (ad esempio i VAS) e altri
ricavi da rete mobile
15
La dinamica dei prezzi di telefonia mobile
•
•
120
100
FONIA+MESSAGGI
80
GLOBALE
60
INTERNET
40
20
0
gen-11
feb-11
mar-11
apr-11
mag-11
giu-11
lug-11
ago-11
set-11
ott-11
nov-11
dic-11
gen-12
feb-12
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
lug-12
ago-12
set-12
ott-12
nov-12
dic-12
gen-13
feb-13
mar-13
apr-13
mag-13
giu-13
lug-13
ago-13
set-13
ott-13
nov-13
dic-13
gen-14
feb-14
mar-14
apr-14
mag-14
giu-14
lug-14
ago-14
set-14
ott-14
nov-14
dic-14
•
I principali responsabili delle dinamiche sulla spesa del consumatore sulla rete mobile sono la forte competizione sui prezzi e
l’incremento delle offerte “aggressive” volte ad attrarre i clienti degli altri operatori attraverso attività di telemarketing
outbound
A tal proposito, un’analisi condotta da Asstel con il Centro V. Volterra dell’Università di Roma Tor Vergata ha fatto emergere una
diminuzione dei prezzi complessiva del 49% in 4 anni
Nell’arco dei 48 mesi un cliente con un profilo di consumo contenuto (entry level) ha visto diminuire la spesa mensile di 8-10
euro, per un risparmio su base annuale di circa 100-120 euro
Nell’arco dei 48 mesi un cliente con un profilo di consumo medio ha visto diminuire la spesa mensile di circa 20 euro, per un
risparmio su base annuale di circa 240 euro
Dinamica dei prezzi di telefonia mobile
(gennaio 2011=100)
•
STUDIO ASSTEL-CENTRO V. VOLTERRA DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA TOR VERGATA
16
La dinamica della spesa media degli utenti in fonia fissa e mobile e
in traffico dati mobile
•
•
•
Confrontando i minuti di traffico voce in uscita da fisso negli ultimi 4 anni con la spesa per fonia fissa, emerge come il
costo per minuto sia calato leggermente negli ultimi 4 anni: da 8,44 cent €/min del 2010 a 7,85 cent €/min nel 2014
Decisamente più significativo il calo della spesa media degli utenti per minuto di chiamata sulla rete mobile: da 8,58
cent €/min nel 2010 a 3,48 cent €/min nel 2014
La spesa per GB di traffico su rete mobile è passata, invece, da 15,30 €/GB nel 2010 a 6,05 €/GB nel 2014
18
16
15,30
14
11,60
12
10
8
8,58
8,75
7,71
8,44
6
9,62
7,25
4
7,84
7,85
Spesa per Minuto di traffico voce
da rete fissa (€cent)
6,05
Spesa per GB di traffico dati da
rete mobile (€)
3,48
Spesa per Minuto di traffico voce
da rete mobile (€cent)
7,82
6,12
4,53
2
0
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
17
L’EBITDA per gli Operatori TLC in Italia
•
Il 2014 registra un calo consistente anche per l’EBITDA: -13%; il calo dei ricavi è, infatti, stato più significativo della riduzione di
costi che gli Operatori sono riusciti a raggiungere
L’incidenza dell’EBITDA sui ricavi è così scesa ai minimi storici: 36%. Solo nel 2008, infatti, tale indicatore era stato inferiore, ma in
quell’anno un Operatore aveva registrato un EBITDA negativo
25
37%
35%
38%
40%
39%
36%
40%
35%
20
EBITDA (miliardi €)
41%
40%
-6%
+3%
+2%
0%
-7%
30%
-14%
15
-13%
25%
20%
10
16,8
15,8
16,3
16,6
16,6
15,5
5
15%
13,4
11,6
10%
Margine EBITDA (% ricavi)
•
5%
0%
0
2007
2008
2009
EBITDA
2010
2011
2012
2013
2014
EBITDA % su ricavi
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
Nota: per ragioni di continuità dei dati presentati con gli scorsi rapporti, l’EBITDA è stato calcolato come differenza tra ricavi e costi
operativi. Fino al 2009 il dato è condizionato dall’EBITDA negativo di un Operatore
18
Gli investimenti (CAPEX) degli Operatori TLC in Italia
•
•
14
16%
15%
14%
12
16%
15%
15%
17%
16%
16%
14%
10
12%
8
-11%
0%
7,2
2
3,9
-5%
6
4
18%
-3%
-11%
+7%
10%
+7%
8%
6%
6,4
6,4
6,1
5,9
6,2
5,5
5,9
4%
2%
0
Incidenza CAPEX (% ricavi)
•
Nonostante il trend molto negativo di ricavi e margini, gli investimenti degli Operatori TLC registrano un segno positivo
nel 2014, pari al 7% (400 milioni in più del 2013)
Cresce quindi anche l’incidenza dei CAPEX sui ricavi, arrivando nel 2014 al 17% (il valore più alto raggiunto da 7 anni a
questa parte)
La crescita degli investimenti è un evidente segnale degli sforzi messi in campo dagli Operatori per innovare e
migliorare le infrastrutture di rete
L’incremento degli investimenti degli Operatori è ancora più rilevante se letto nello scenario macroeconomico
complessivo, in cui si evince che gli investimenti complessivi delle imprese calano di oltre il 3% nel 2014
Investimenti (miliardi €)
•
0%
2007
2008
CAPEX escluse licenze
2009
2010
Licenze
2011
2012
2013
2014
CAPEX % su ricavi (escluse licenze)
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
19
La dinamica dei ricavi dei Contact Center in outsourcing in
Italia
•
•
•
•
Il mercato dei Contact Center in Outsourcing nel 2014 cala leggermente, tra l’1 e il 2%, arrivando nell’intorno di
1,91/1,93 miliardi di euro. Non è possibile stimare la dinamica in maniera più puntuale, per la mancanza di dati sul
consuntivo 2014 di circa un terzo dei player
Tale valore include le attività di inbound (customer care, vendite, back-office), outbound, altri servizi (soluzioni ICT,
attività di logistica, ricerche di mercato, ecc.), ricavi provenienti dall’estero e ricavi da subappalto
Si tratta di un mercato altamente frammentato in termini di numerosità di player (le aziende che svolgono attività di
Contact Center in outsourcing in Italia sono circa 200), ma concentrato da un punto di vista di fatturato (i primi 10
player rappresentano oltre la metà del fatturato e l’80% del fatturato viene raggiunto dal 15% del campione totale)
Nel 2014, le attività in outbound hanno rappresentato poco meno di un quinto del totale fatturato
Il comparto degli Operatori TLC nel 2014 pesa poco più del 40% del totale mercato
2.500
Fatturato Contact Center
in Italia (milioni €)
•
+1%
2.000
-1/2%
1.500
1.000
1.927
1.951
1.910 /
1.930
2012
2013
2014
500
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI, BILANCI AZIENDALI E RICERCA DATABANK
20
La dinamica delle diverse fonti di ricavo di 8 tra i Top 10 Contact
Center in outsourcing sul mercato italiano
•
•
•
Ricavi 8/10 Top 10 Contact
Center (milioni €)
•
Focalizzando l’attenzione su un campione di 8 tra i primi 10 Contact Center in outsourcing per fatturato, emerge che oltre il 70%
dei ricavi degli operatori analizzati fa riferimento ad attività gestite da lavoratori inbound ed è la componente che cala di meno.
Il peso dell’outbound è solo dell’8%, a differenza della media di mercato in cui è pari a poco meno di un quinto
Fatto 100 il fatturato del 2014, l’incidenza dei ricavi provenienti da off-shoring è pari a meno del 5%
Siamo di fronte a un comparto labour intensive: nel 2014, infatti, l’incidenza del costo del personale Italia sul totale costi è pari al
72% e sul totale ricavi è pari al 67% (con realtà che arrivano anche a più dell’80% dei ricavi). Se al costo del personale Italia si
aggiunge anche una stima dei costi di near-shoring e subappalto, l’incidenza sfiora l’80% del totale costi e si avvicina a tre quarti
dei ricavi
Nel 2014 il costo del personale Italia cala del 4% grazie allo sfruttamento, da parte di alcune grandi realtà, di ammortizzatori
sociali, incentivi regionali e sgravi contributivi; infatti, la dinamica del costo del personale è molto diversa da azienda a azienda,
con alcune realtà che calano di svariati punti percentuali e altre che crescono di pochi punti percentuali
1.000
800
600
400
200
+3,7%
+3,5%
856
174
67
615
-18%
886
143
919
+2,5%
146
+24%
83
+7%
89
+7%
660
+3,5%
683
+2,8%
945
-3,5%
912
+35%
-6%
198
-5%
189
84
-11%
74
-3%
663
-2%
649
0
2010
Inbound
2011
2012
Outbound
2013
Altro
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI (Base: 8 dei primi 10 Operatori del settore)
Le attività svolte da personale in off-shoring per il mercato italiano sono incluse nelle voci inbound/outbound/altro in Italia
21
Le dinamiche di mercato a livello internazionale
•
•
•
•
La situazione di difficoltà del mercato dei Contact Center in outsourcing in Italia nel 2014 è anomala rispetto
alle dinamiche che questo settore sta vivendo a livello mondiale, dove il mercato è cresciuto nel 2014 e ci si
attende un tasso annuo di crescita di diversi punti percentuali fino al 2018 (dati IDC)
Anche a livello europeo ci si attende un tasso medio annuo di crescita dal 2014 al 2019 positivo, pari a +3,3%
Secondo una ricerca di Frost & Sullivan il mercato dei Contact Center in outsourcing (con esclusione dei ricavi
da back-office) vale nel 2014 in Europa circa 14 mld €, di cui il 25% proveniente da UK, il 17% dalla Germania,
il 16% dalla Francia, il 9% dalla Spagna e solo il 7% dall’Italia. L’Italia mostra, quindi, i minori ricavi medi per
abitante, come mostra il grafico seguente
L’Italia evidenzia, inoltre, uno spaccato delle industry che generano ricavi per il settore dei Contact Center in
outsourcing molto diverso da quello della media europea. In particolare, si nota l’assenza o il peso molto
ridotto di settori quali il Retail, Consumer Goods e High Tech, la Sanità, la PA. C’è quindi spazio di crescita
anche per il mercato italiano
Outsourced Contact Services Revenue/Inhabitant
UK
DE
FR
SP
IT
Subtotal EU
Nord America
€ 54,33
€ 28,74
€ 32,29
€ 26,23
€ 16,99
€ 32,06
€ 61,91
FONTE ELABORAZIONE SU DATI FROST&SULLIVAN, MAGGIO 2015 E DATABANK 2014
22
I trend attesi per il mercato dei Contact Center in outsourcing
•
La crescita della Digital Economy amplierà la necessità di contatto a distanza con le imprese
•
In questo scenario, il servizio di assistenza alla clientela può diventare un nuovo fattore competitivo per i committenti
•
Al contempo si osservano trasformazioni significative nei comportamenti dei consumatori e, conseguentemente, nelle
modalità di erogazione di servizi di customer care
•
I consumatori dimostrano di gradire strumenti di contatto alternativi alla voce (Social Media, Mobile App, Web Chat, ecc.)
che consentono anche di ridurre i tempi per effettuare una segnalazione o ottenere una risposta ad una propria esigenza
•
Uno dei driver di sviluppo per le aziende di Contact Center è, dunque, l’innovazione in termini di customer experience che
presuppone investimenti, volti ad offrire servizi più qualificati, ad esempio in:
nuovi canali di comunicazione ed interazione con i clienti finali che consentano all’utente di interagire con l’azienda
attraverso il canale preferito – la così detta omnicanalità (Applicazione Mobile, Web Chat, Social Media, ecc.)
− soluzioni volte a ridurre i tempi di risposta e aumentare la qualità del servizio (ad esempio, tramite sistemi di
collaborazione in real-time tra operatori dei Contact Center; sistemi di gestione e ottimizzazione intelligente del
traffico; sistemi di speech analytics per il miglioramento continuo sia del servizio al cliente sia dei feedback ai
committenti sulle offerte)
− nuovi strumenti a supporto dei processi aziendali interni (in particolare, sistemi di segnalazione opportunità
commerciali a Operatori inbound per generare approccio proattivo; repository di informazioni condivise tra sales,
customer care, marketing)
Per garantire la qualità del servizio, diventa necessario investire sulla formazione del personale, in quanto i consumatori
sono sempre più esigenti e preparati quando entrano in contatto con un Contact Center
−
•
•
Il nuovo scenario competitivo richiede al contempo maggiore flessibilità negli orari, nelle modalità di lavoro, nelle politiche
retributive
FONTE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO
23
Il mercato del lavoro: la dinamica degli addetti della filiera delle
TLC in Italia (dipendenti e somministrati)
•
•
Addetti della filiera TLC (dipendenti e
somministrati in migliaia di teste)
•
La forte contrazione dei ricavi della filiera delle TLC ha avuto un impatto anche sui livelli occupazionali
Il numero di addetti della filiera delle TLC in Italia (dipendenti e somministrati) cala dell’11% dal 2010 al 2014: tale
dinamica è l’effetto principalmente di una riduzione del 15% all’interno degli Operatori di rete e di un aumento della
componente dei Contact Center in outsourcing, la quale tuttavia risulta in calo nel 2014
Il ricavo medio per FTE ha perso dal 2010 al 2014 ben 16 p.p.; calo che continua anche nel 2014 (-4,1%). Cala solo del 5%
negli ultimi 4 anni ed è sostanzialmente stabile nel 2014 il costo medio del personale per FTE
160
140
135,0
132,8
-7%
120
29,0
100
11,5
+2%
20,0
+11%
74,5
-4%
80
-5%
-2%
27,0
-11%
-2%
126,7
24,0
11,8
+1%
22,2
71,8
-3%
124,1
-1%
11,9
-5%
+3%
22,8
-5%
68,0
23,7
119,8
+0,4%
23,8
11,3
-8%
+0,2%
22,8
-2%
22,3
-2%
66,3
-5%
63,2
10,4
60
40
20
0
2010
2011
2012
Operatori di rete
Contact Center
2013
Fornitori di apparati
2014
Altri
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
Nota: i dati relativamente ai Contact Center non si riferiscono al totale addetti dei Contact Center, ma ad una stima degli addetti
che operano direttamente in outsourcing per gli Operatori TLC
24
Il mercato del lavoro: l’età anagrafica dei dipendenti della filiera
TLC
•
•
E’ interessante osservare la crescita significativa dell’età anagrafica dei dipendenti della filiera TLC: più del 60% ha oltre 40 anni
(contro il 49% del 2010). Di contro si riduce la quota degli under 30: da 13% a 7% in 4 anni
Persino nel settore dei Contact Center in outsourcing questo fenomeno è evidente: la componente over 40 è passata dal 17% al
29% in 4 anni, mentre i profili under 30 si sono dimezzati dal 30% al 15% e il tasso di turnover è calato da circa l’8% a circa il
3% dal 2010 al 2014
Tale situazione, da un lato, riflette la ridotta attrattività di questo settore tra i giovani a causa della condizione di stagnazione
che sta vivendo, ma dall’altro, rischia di essere un ostacolo alla forte necessità della filiera di generare innovazione in un
contesto sempre più competitivo (anche in relazione alle dinamiche degli Over The Top) in cui i cosiddetti “nativi digitali” posso
dare un contributo determinante per lo sviluppo futuro
100%
% dei dipendenti su totale
teste nella filiera TLC
•
12%
9%
8%
7%
38%
37%
37%
34%
32%
49%
51%
54%
58%
61%
13%
80%
60%
40%
20%
0%
2010
Oltre i 40 anni
2011
2012
Compreso tra i 30 e i 40 anni
2013
2014
Inferiore ai 30 anni
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
25
Telco-based Economy: economia diretta e abilitata a confronto
•
•
•
•
Il mercato delle TLC, che, come visto, continua ad essere in forte contrazione, gioca però un ruolo fondamentale per la
digitalizzazione del Paese; possiede, infatti, l’infrastruttura di rete abilitante lo sviluppo dei mercati della cosiddetta Digital Economy
La Digital Economy (ossia la somma di Digital Content Pay & Adv, Digital Commerce e Digital Payment, investimenti in hardware,
software e servizi, tra cui l’Internet of Things) nel 2014 vale 35 miliardi di euro circa e ci si aspetta che entro il 2017 arrivi a sfiorare
i 50 miliardi di euro, raddoppiando quindi di fatto i valori assunti nel 2006
Al contrario, il mercato delle TLC dal 2006 ad oggi ha perso più del 30% del suo valore e ci si attende un calo (seppur più ridotto)
anche nei prossimi tre anni
Per la sostenibilità degli investimenti richiesti alle Telco sul costante incremento delle potenzialità della rete, diventa dunque chiave
la capacità degli Operatori di ritagliarsi un ruolo importante all’interno di questi nuovi mercati – e più in generale per la Digital
transformation che sta impattando tutti i principali settori – e non lasciarli appannaggio esclusivo degli Over the Top. D’altro canto è
importante che si crei un contesto normativo che preveda regole del gioco uniformi per Telco e OTT, ad esempio con riferimento a
tematiche di privacy, profilazione dei clienti, ecc.
Mld €
60
50
47
≈50
43
40
30
25
27
32
35
<30
20
Economia Diretta
Economia Abilitata
10
0
2006
2009
2014
2017
FONTE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO
26
1. Il contesto macroeconomico
Indice del Capitolo
 Il contesto macroeconomico
 Le dinamiche dei consumi privati
 La dinamica degli investimenti delle imprese
 Le dinamiche produttive
28
Il tasso di crescita del PIL reale
•
•
•
•
Anche nel 2014, il PIL italiano è calato con un tasso pari al -0,4% (calo comunque minore rispetto al 2012 e 2013)
Al contrario dell’Italia, l’area Euro segnala una crescita (seppur ridotta) del PIL dopo due anni di calo (+0,9%)
A livello mondiale si registra un tasso di crescita del 3,4%, costante rispetto al 2013
Anche il 2014 mostra, quindi i segni di una crisi economica difficile da superare per il nostro Paese. L’Italia continua a
registrare un divario rispetto alla media europea (creatosi a partire dal 2010). Sono positive, invece, le attese per il 2015
e il 2016, che parlano di una crescita per l’Italia rispettivamente di 0,5 p.p. e 1,1 p.p., e un trend sempre più vicino alla
media europea
8
Variazione del PIL reale
(% su anno precedente)
6
4
Mondo
2
Euro Area*
Italia
0
-2
-4
-6
-8
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015E
2016E
FONTE IMF, WORLD ECONOMIC OUTLOOK, APRILE 2015
* Il valore include anche l’Italia. Se togliessimo l’Italia il distacco del nostro paese sarebbe ancor più marcato
29
La variazione del PIL per occupato
•
•
Anche analizzando l’andamento del PIL per occupato (indice della produttività nazionale), si nota come l’Italia
abbia mediamente registrato tassi peggiori rispetto agli altri Paesi Europei
Anche nel 2014, l’Italia è l’unico paese in cui il PIL per occupato decresce rispetto all’anno precedente. L’Italia
conferma quindi di avere un forte problema di produttività del lavoro
Variazione del PIL per occupato
(% su anno precedente)
5%
Stati Uniti
3%
Regno Unito
Spagna
Francia
1%
Euro Area 18
-1%
Italia
Germania
-3%
-5%
-7%
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE COMMISSIONE EUROPEA, 2015
30
La variazione del PIL per occupato (esclusa la Germania)
•
•
Riproducendo lo stesso grafico depurandolo dai dati della Germania, è possibile apprezzare in maniera più efficace
l’andamento dell’Italia, unico Paese a registrare tassi negativi nel 2014 (assieme a USA che ha un tasso prossimo allo 0)
Nel 2014 è possibile notare una convergenza di tutti i paesi attorno allo 0%, valore registrato tra il 2007 e il 2008
Variazione del PIL per occupato
(% su anno precedente)
4%
Stati Uniti
3%
2%
Spagna
Regno Unito
1%
Euro Area 18
0%
Francia
Italia
-1%
-2%
-3%
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE COMMISSIONE EUROPEA, 2015
31
Il tasso di occupazione e disoccupazione nell’Unione Europea
(EU28)
•
•
Dalla seconda metà del 2013 in Europa si sono iniziati a vedere i primi segnali di una ripresa economica, con
tassi di disoccupazione in calo e conseguente crescita del numero di occupati
Anche le attese riguardanti il lavoro per il 2015 sono positive, coerentemente con un’attesa di crescita
economica
della forza lavoro
previsione
Occupazione (q/q, sx), previsione (a/a, sx)
Tasso di disoccupazione (dx), previsione (dx)
FONTE EUROPEAN ECONOMIC FORECAST, WINTER 2015
32
Il tasso di disoccupazione per Paese nell’EU5
•
•
La crescita del tasso di disoccupazione dell’Italia, che ha avuto un’accelerazione a partire dal 2011, continua anche nel
2014, a fronte, invece, di un calo della disoccupazione negli altri principali Paesi europei – come visto
precedentemente. Nel nostro Paese tale indicatore aumenta nel 2014 di ulteriori 0,6 p.p., arrivando al 12,8%
Per i prossimi due anni il nostro Paese non vede nessun miglioramento in termini di disoccupazione, mentre paesi
come Spagna e Regno Unito vedranno un calo di tale indicatore
30
Tasso di disoccupazione
(% della forza lavoro)
25
Spagna
20
15
Italia
Euro Area*
Francia
Regno Unito
10
5
0
2007
Germania
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015E
2016E
FONTE IMF, WORLD ECONOMIC OUTLOOK, APRILE 2015
* Il valore include anche l’Italia. Se togliessimo l’Italia il distacco del nostro Paese sarebbe ancor più marcato
33
Il tasso di disoccupazione per Paese nell’EU5 (esclusa la Spagna)
• Escludendo dall’analisi la Spagna (paese che tra quelli dell’EU5 ha, ormai dal 2008, tassi di disoccupazione peggiori) è
maggiormente apprezzabile come l’Italia rimanga ancora il Paese con il maggior tasso di disoccupati, e senza previsione
di miglioramento per i prossimi 2 anni. Anche la Francia si assesta attorno ad un valore del 10%, mentre nel Regno
Unito ci si aspetta una diminuzione del tasso di disoccupazione fino ai livelli della Germania
14
Italia
Tasso di disoccupazione
(% della forza lavoro)
12
Francia
10
8
Regno Unito
6
Germania
4
2
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015E
2016E
FONTE IMF, WORLD ECONOMIC OUTLOOK, APRILE 2015
34
Il numero di occupati e il tasso di disoccupazione in Italia
22.800
12
22.600
10
22.400
8
22.200
Occupati
Tasso di disoccupazione
6
22.000
4
4Q14
3Q14
2Q14
1Q14
4Q13
3Q13
2Q13
1Q13
4Q12
3Q12
2Q12
1Q12
4Q11
3Q11
2Q11
21.600
1Q11
0
4Q10
21.800
3Q10
2
Numero di occupati
(migliaia di persone)
14
2Q10
•
1Q10
•
Fino al 4Q2012 il numero degli occupati è sempre stato sostanzialmente costante, pur con alcune oscillazioni,
nell’intorno dei 22,5 milioni; dal trimestre successivo è iniziato il calo nel numero di occupati
Il 2013 è stato l’anno peggiore per l’Italia per quanto riguarda il mercato del lavoro; l’occupazione è infatti calata a
partire dal quarto trimestre 2012 e ha raggiunto il picco negativo nel primo trimestre 2014 (22 milioni di occupati)
Nel corso del 2014 si sono iniziati a vedere segnali positivi, anche se l’ultimo trimestre dell’anno ha mostrato un
ulteriore calo del numero di occupati e una conseguente crescita del tasso di disoccupazione, tornato ai valori di inizio
2014 (ovvero sopra il 13%)
Tasso di disoccupazione (%)
•
FONTE ISTAT, RAPPORTO ANNUALE 2014, LA SITUAZIONE DEL PAESE, RILEVAZIONE SULLE FORZE DI LAVORO
35
Il tasso di variazione della domanda interna
•
•
Guardando la domanda interna - somma di consumi privati, investimenti delle imprese e spesa pubblica l’Italia registra un andamento simile alla media europea. E’ importante notare, però, come l’Euro Area nel 2014,
dopo due anni di calo, sia tornata a crescere, mentre il nostro Paese anche nel 2014 abbia registrato un tasso
di crescita negativo, seppur in ripresa rispetto al 2013
Migliori, invece, le stime per il 2015 e il 2016 che vedono il nostro Paese tornare a registrare tassi di crescita
positivi
4
Variazione % annua
3
2
Euro Area*
1
Italia
0
-1
-2
-3
-4
-5
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015E
2016E
FONTE IMF, WORLD ECONOMIC OUTLOOK, APRILE 2015
* Il valore include anche l’Italia. Se togliessimo l’Italia il distacco del nostro Paese sarebbe ancor più marcato
36
Indice del Capitolo
 Il contesto macroeconomico
 Le dinamiche dei consumi privati
 La dinamica degli investimenti delle imprese
 Le dinamiche produttive
37
Il tasso di variazione dei prezzi al consumo (1 di 2)
•
Un segnale di come la crisi economica prosegua nei Paesi europei, e in particolare in Spagna e Italia, è dato
dall’andamento dei prezzi al consumo. Dal 2011 in tutti i Paesi dell’EU5 il tasso di variazione dei prezzi ha iniziato a
calare di anno in anno. E anche il 2014 non è stato da meno: si è, infatti, registrata una crescita dei prezzi inferiore
rispetto agli anni passati e addirittura la Spagna mostra un tasso negativo (quindi una situazione di deflazione) come
successo nel 2009. In Italia il tasso di crescita dei prezzi al consumo è prossimo allo zero nel 2014
Le attese per il 2015 parlano di crescite pari a zero per Italia, Francia e Germania, e una deflazione ancora più marcata
per la Spagna. Fanno ben sperare le previsioni per il 2016, secondo le quali i prezzi al consumo torneranno a crescere in
tutti i Paesi dell’EU5
5
Variazione dei prezzi al consumo
(% su anno precedente)
•
4
3
2
Regno Unito
Francia
1
0
2006
-1
Italia
Germania
2007
2008
2009
2010
Spagna
2011
2012
2013
2014
2015E
2016E
FONTE IMF, WORLD ECONOMIC OUTLOOK, APRILE 2015
38
Il tasso di variazione dei prezzi al consumo (2 di 2)
•
Zoomando solo sull’andamento degli ultimi 4 anni, è maggiormente evidente come a gennaio 2015 Italia, Germania e
Francia abbiano effettivamente registrato una deflazione (per il nostro Paese già registrata anche ad agosto 2014)
•
La Spagna è in deflazione già da luglio 2014, senza poi essere mai risalita a tassi positivi
•
L’unico Paese a non essere sceso sotto la soglia dello 0 nel tasso di variazione dei prezzi al consumo è il Regno Unito
Variazione dei prezzi al consumo
(% su anno precedente)
6
5
4
3
Regno Unito
2
Francia
1
Germania
Italia
0
-1
-2
2011M01
Spagna
2012M01
2013M01
2014M01
2015M01
FONTE EUROSTAT, APRILE 2015
39
Il tasso di variazione della spesa per consumi privati
•
Focalizzando l’attenzione sulla componente della domanda relativa ai consumi privati, l’Italia negli ultimi due
anni ha ridotto il divario con la media europea e ha finalmente registrato una crescita (seppur molto ridotta) nel
2014. Anche le attese per il 2015 vedono un’ulteriore crescita dei consumi privati in Europa e, in particolare, in
Italia. Si tratta di un segnale positivo di fiducia degli italiani, nonostante le dinamiche economiche ancora
negative a livello sia di PIL, sia di tasso di occupazione, sia di dinamica dei prezzi
3
Variazione % annua
2
Euro Area*
Italia
1
0
-1
-2
-3
-4
-5
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015E
2016E
FONTE IMF, WORLD ECONOMIC OUTLOOK, APRILE 2015
* Il valore include anche l’Italia. Se togliessimo l’Italia il distacco del nostro Paese sarebbe ancor più marcato
40
Consumi privati, reddito reale e clima di fiducia dei consumatori in
Italia a confronto
• Come già visto, i trend di consumo delle famiglie hanno registrato un calo quasi tutti gli anni, a meno del 2010 e dello
scorso anno, mentre il tasso di crescita del reddito disponibile dal 2008 al 2014 è sempre stato negativo, con tassi anche
maggiori rispetto alla spesa per i consumi (eccetto negli ultimi due anni)
• Il consumo delle famiglie può essere correlato all’andamento del clima di fiducia dei consumatori registrato nell’anno
precedente: ovvero, se in un anno si registra un clima positivo tra i consumatori, l’anno successivo la spesa in consumi
effettivi rispecchia tale fiducia, come mostra la curva rappresentata nel grafico sottostante. Nel 2015, come accaduto già
nel 2014, aumenta il clima di fiducia dei consumatori. E’, dunque, ragionevole attendersi, sulla base di questa evidenza
empirica, una crescita dei consumi, tra quest’anno e il 2016, ancor più sostenuta di quella del 2014
spesa per consumi delle famiglie
reddito disponibile reale delle famiglie
FONTE BANCA D’ITALIA, RELAZIONE ANNUALE, MAGGIO 2015
41
I consumi privati e il clima di fiducia dei consumatori in Europa a
confronto
• La crescita di fiducia da parte dei consumatori europei si è positivamente rispecchiata in una crescita effettiva
dei consumi delle famiglie, dinamica riscontrata anche in Italia nel corso del 2014
• Anche per il 2015 si attende che questo clima di fiducia continui, e, presumibilmente, una conseguente crescita
dei consumi privati
bilancio
a/a %
previsione
Consumi privati (sx)
Consumi privati, previsione (dati annuali, sx)
Fiducia dei consumatori (dx)
FONTE EUROPEAN ECONOMIC FORECAST, WINTER 2015
42
Indice del Capitolo
 Il contesto macroeconomico
 Le dinamiche dei consumi privati
 La dinamica degli investimenti delle imprese
 Le dinamiche produttive
43
Il tasso di variazione degli investimenti fissi lordi
Dopo il forte calo registrato da tutti i principali Paesi dell’Area Euro a causa della crisi, gli investimenti fissi lordi (ossia
la spesa delle imprese per aumentare la propria capacità produttiva), nel 2010, hanno registrato tassi di crescita
positivi – a meno della Spagna. Nel 2012, però, a causa della crisi del debito sovrano, i principali Paesi - a meno della
Francia - hanno fatto registrare tassi di crescita negativi. Nel 2014, le imprese sono tornate a investire in Germania e in
Spagna e continuano, invece, a fare registrare tassi negativi le aziende francesi e quelle del nostro Paese, anche se con
un trend meno negativo del passato
Tasso di variazione degli investimenti fissi
lordi (% su anno precedente)
•
10
5
Germania
Spagna
Euro Area*
0
Francia
Italia
-5
-10
-15
-20
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE BANCA D’ITALIA, RELAZIONE ANNUALE, MAGGIO 2015
* Il valore include anche l’Italia. Se togliessimo l’Italia il distacco del nostro Paese sarebbe ancor più marcato
44
Il tasso di variazione degli investimenti fissi lordi a confronto con il
peso degli investimenti rispetto al PIL in Italia
4
22
2
21
0
20
-2
Andamento investimenti
-4
19
-6
18
-8
17
Investimenti/PIL
-10
16
-12
-14
2007
15
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Quota degli investimenti rispetto al PIL (%)
Il peso degli investimenti rispetto al PIL del Paese è strettamente correlato all’andamento degli investimenti:
nel 2010, infatti, gli investimenti hanno registrato un tasso di crescita positivo e si è registrata una crescita
della quota degli investimenti sul PIL; negli altri anni, le dinamiche sono state invece negative, segno di come
le «promesse implicite» nella crescita del 2010 non si siano poi realmente realizzate
Andamento investimenti fissi lordi
(% su anno precedente)
•
2014
FONTE BANCA D’ITALIA, RELAZIONE ANNUALE, MAGGIO 2015
45
Indice del Capitolo
 Il contesto macroeconomico
 Le dinamiche dei consumi privati
 La dinamica degli investimenti delle imprese
 Le dinamiche produttive
46
La produzione industriale nei maggiori Paesi Europei*
• La crescita della produzione industriale dell’Euro Area, iniziata nel 2013, è continuata anche nei primi due mesi del
2015, sebbene in misura modesta
• La ripresa dell’attività manifatturiera ha avuto intensità differente nei maggiori Paesi: l’inversione ciclica si è diffusa
rapidamente in Germania, dove all’inizio del 2014 circa il 60% dei settori compresi nell’indice generale della produzione
industriale si collocava in una fase espansiva, contro una quota pari a circa il 40% in Italia e a solo il 20% in Francia
• In Germania e in Italia il miglioramento della fase ciclica ha riguardato tutti i principali raggruppamenti di beni ad
eccezione dell’energia, mentre in Francia ha coinvolto solo quelli intermedi e strumentali
130
Produzione industriale
(dati mensili - 2010=100)
125
120
115
110
Germania
105
Euro Area
100
Francia
Regno Unito
Spagna
Italia
95
90
85
80
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
FONTE EUROSTAT, 2015
* Indici: 2010=100
47
Il fatturato nel settore dei servizi*
• La crescita del fatturato nel settore dei servizi dell’Euro Area è continuata anche nel 2014
• Analizzando l’andamento storico dell’indice di fatturato per le cinque principali economie dell’Unione Europea è
possibile osservare differenti situazioni: Regno Unito e Germania hanno mostrato una crescita sostenuta del fatturato
rispetto al 2010; la Francia è caratterizzata da una sostanziale stabilità nel periodo 2012 – 2014; in Italia si registra una
costante riduzione del fatturato del settore e non si osserva alcuna inversione di tendenza. Al contrario, a partire dal
quarto trimestre 2012, la Spagna mostra importanti segnali di ripresa
Regno Unito
125
120
115
Germania
110
Francia
Euro Area
105
100
Italia
95
Spagna
90
2014Q4
2014Q3
2014Q2
2014Q1
2013Q4
2013Q3
2013Q2
2013Q1
2012Q4
2012Q3
2012Q2
2012Q1
2011Q4
2011Q3
2011Q2
2011Q1
2010Q4
2010Q3
2010Q2
85
2010Q1
Fatturato nel setter dei servizi
(2010=100)
130
FONTE ISTAT, MAGGIO 2015
* Dal settore dei servizi sono esclusi il commercio al dettaglio e all’ingrosso e le riparazioni
48
La produttività reale del lavoro per addetto*
•
•
Una delle cause principali delle difficoltà dell’Italia nell’uscire dalla crisi è la bassa produttività del lavoro rispetto alla
maggiori economie europee. La scarsa produttività riduce la competitività di merci e servizi di produzione nazionale e
ostacola la ripresa economica
Due delle principali cause alla base della scarsa produttività dell’Italia sono individuabili nell’andamento dello stock
di capitale fisso (cioè degli investimenti) e nella bassa spesa in Ricerca e Sviluppo, inferiore rispetto agli altri Paesi
Europei ad alto reddito pro-capite
La produttività del lavoro per
addetto (2010=100)
106
Spagna
Francia
Euro Area
104
Regno Unito
Germania
102
100
98
Italia
96
94
92
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE EUROSTAT, MAGGIO 2015
* La produttività reale del lavoro è calcolata come rapporto tra il PIL e il numero di addetti
49
Lo stock di capitale fisso
6%
5%
4%
3%
2%
1%
Capitale Netto
Ammortamenti
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
0%
1981
Variazione % annua, valori concatenate
(anno di riferimento 2000)
• Nel periodo 1981 – 2009, lo stock di capitale netto dell’Italia è cresciuto ad un tasso sempre più basso, in
particolare a partire dall’inizio degli anni novanta, periodo di sviluppo dell’informatica e delle nuove
tecnologie di comunicazione. Il rallentamento della crescita degli investimenti e la mancata adozione
diffusa dei nuovi strumenti tecnologici hanno influenzato negativamente la competitività delle imprese
italiane, che si sono trovate impreparate di fronte alle sfide della globalizzazione
Capitale Lordo
FONTE ISTAT, MAGGIO 2015
50
La spesa in Ricerca e Sviluppo
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
Spesa totale
Finlandia
Svezia*
Danimarca
Svizzera
Germania
Austria
Slovenia
Belgio*
Francia
Estonia
EU28
Paesi Bassi
Repubblica Ceca
Regno Unito
Norvegia*
Irlanda
Portogallo
Ungheria
Italia
Spagna
Lituania
Polonia
Malta
Slovacchia
Croazia
Grecia
Lettonia
Bulgaria
Romania
0,0
Cipro
Spesa in Ricerca e Sviluppo
(% del PIL)
• Anche guardando alla spesa in Ricerca e Sviluppo e, quindi, alla capacità del paese di sviluppare nuove
tecnologie, nuovi prodotti e nuovi processi, si può osservare come, tra i paesi dell’Unione Europea, l’Italia sia
uno dei Paesi che spende di meno. Questo posizionamento è riscontrabile sia a livello complessivo che a
livello delle sole imprese
Spesa delle imprese
FONTE EUROSTAT, MAGGIO 2015
* Il dato è riferito al 2011
51
La correlazione tra produttività del lavoro e fatturato ICT
•
•
•
La correlazione tra indice di produttività e mercato dell’ICT mostra come il nostro Paese sia quello con un fatturato
derivante dall’ICT rispetto al PIL più basso dell’EU5, e una produttività del lavoro tra le minori nei Paesi considerati
Poco migliore la situazione della Spagna, mentre UK, con una produttività simile all’Italia, ha però un rapporto ICT/PIL
maggiore tra tutti i Paesi EU5
Situazione ben diversa per Francia e Germania, che registrano valori interessanti per entrambi gli indicatori
FONTE ELABORAZIONE SU DATI OCSE E ASSINFORM, 2014 CON RIFERIMENTO ALL’ANNO 2013
52
2. L’infrastruttura broadband in
Europa
Indice del Capitolo
 La copertura e l'utilizzo della banda larga fissa in Italia: un confronto
internazionale
 La copertura e l'utilizzo della banda larga mobile in Italia: un confronto
internazionale
 I piani di copertura della banda ultra broadband nei prossimi anni
54
La copertura e l'utilizzo della banda larga fissa in Italia: un
confronto con l’Europa
•
•
•
L’Italia continua a essere in posizione arretrata sulla copertura e sull'utilizzo della banda larga >30 Mbps
Gli investimenti messi in gioco dagli Operatori italiani stanno comunque portando ad una crescita importante
della copertura della banda larga >30 Mbps, che è infatti passata dal 21% delle abitazioni di dicembre 2013 al
32% di maggio 2015 (come evidenziato nei comunicati ufficiali degli Operatori italiani)
Secondo i piani dichiarati dagli Operatori, per il 2017 si arriverebbe ad una copertura pari al 75% delle
abitazioni con la banda larga >30 Mbps
Copertura banda
larga base
>2 Mbps (sulle
abitazioni)*
Utilizzo banda
larga base
>2 Mbps (sulla
popolazione)**
Copertura banda
larga >30 Mbps
(sulle
abitazioni)*
Utilizzo banda
larga
>30 Mbps (sulla
popolazione)**
Italia
99%
23,4% (+0,4pp)
21%
0,5% (+0,4pp)
Media europea
97%
30,9% (+0,9pp)
62%
6,9% (+0,9pp)
Francia
100%
38,5% (+0,5pp)
41%
3,6% (+0,6pp)
Regno Unito
100%
36,8% (+2,8pp)
82%
10,3% (+1,3pp)
Germania
97%
36,0% (+1pp)
75%
6,5% (+0,5pp)
Spagna
97%
26,9% (+0,9pp)
65%
5,1% (+1,1pp)
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2014, COMMISSIONE EUROPEA
* Aggiornamento dicembre 2013
** Aggiornamento luglio 2014
Il trend di crescita è calcolato da dicembre 2013 a luglio 2014
55
Il tasso di utilizzo della banda larga fissa base in Europa
Fixed broadband use at EU level,
January 2004 – July 2014
In Italia l'utilizzo della banda larga fissa base (stimata
come numero di sottoscrizioni sul totale popolazione) a
metà 2014 è pari al 23,4%, contro una media europea del
30,9% (che corrisponde a circa il 78% delle abitazioni)
•
Gli altri Paesi EU5 hanno i seguenti tassi di utilizzo:
26,9% in Spagna, 36% in Germania, 36,8% in UK e 38,5%
in Francia
Jul-14
Jan-14
Jul-13
Jan-13
Jul-12
Jan-12
Jul-11
Jan-11
Jul-10
Jan-10
Jul-09
Jan-09
Jul-08
Jan-08
Jul-07
Jan-07
Jul-06
Jan-06
Jul-05
Jan-05
Jul-04
Jan-04
•
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
Fixed broadband penetration (subscriptions as a % of population), July 2014
27,5%
41,4%
38,5%
36,8%
34,9%
FI
34,5%
LT EU
34,4%
31,4%
27,3%
30,9%
27,3%
EL CZ EE
30,0%
26,9%
SI
25,1%
23,4%
29,9%
26,9%
CY
26,9%
IE
24,8%
22,7%
20,3%
22,1%
IT
21,4%
RO BG SK HR PL
19,5%
15%
25,9%
LV HU PT AT ES
25%
20%
28,2%
30%
33,3%
35%
36,0%
40%
41,2%
45%
10%
5%
0%
SE BE LU MT DE UK FR NL DK
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
56
Il tasso di crescita annuo nell’utilizzo della banda larga fissa base in
Europa
Nonostante l’Italia abbia un utilizzo della banda larga fissa base al di sotto della media europea, il tasso di
crescita annuo risulta il più basso di tutta Europa ed è persino inferiore a quello registrato tra gennaio 2013 a
gennaio 2014
•
Fixed broadband use July 2014
Fixed broadband penetration (subscriptions as a % of population) and speed of progress, July 2013 July 2014
45%
DE
35%
SE
IT
FR
UK
MT
BE
FI
30%
25%
DK
NL
40%
LU
EU
CY
SI AT
LV
HR
BG
20%
EE
IE
CZ
LT
EL
PT
ES
HU
SK
RO
15%
10%
-0,2
0,1
0,4
0,7
1,0
1,3
1,6
1,9
2,2
2,5
2,8
3,1
3,4
3,7
4,0
Increase in use rate between July 2013 and July 2014 in percentage points
Source: Communications Committee
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
57
Il tasso di utilizzo della banda larga fissa base in Europa a confronto
con il tasso di copertura
•
In Italia, nonostante una copertura delle abitazioni con la banda larga fissa vicina al 99%, il tasso di utilizzo
sulla popolazione si ferma al 23,4%
•
Germania, Francia e UK sono posizionati nel quadrante in alto a destra, sopra la media europea sia per
copertura che per utilizzo; la Spagna risulta, invece, al di sotto della media europea sia per copertura che per
utilizzo
Fixed broadband coverage and fixed broadband use (subscriptions as a % of population)
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
58
Il tasso di utilizzo della banda larga fissa ultraveloce >30 Mbps in
Europa
Tre anni fa la media europea era pari al 2,5% della
popolazione
4%
In UK l'utilizzo è superiore al 10%, in Germania è pari al
6,5%, in Spagna è superiore al 5% e in Francia è pari al 3,6%
2%
7%
At least 30 Mbps
6%
At least 100Mbps
5%
3%
1%
0%
Jul-10 Jan-11 Jul-11 Jan-12 Jul-12 Jan-13 Jul-13 Jan-14 Jul-14
25,3%
Fast broadband (at least 30Mbps) use (subscriptions as a % of population), July 2014
30%
BG
HU
UK
IE
RO
LU
LV
DK
LT
18,3%
SE
16,7%
PT
14,5%
FI
13,1%
EU
12,7%
EE
12,6%
CZ
11,6%
DE
11,5%
SK
10,8%
7,6%
ES
9,2%
6,9%
AT
8,9%
6,8%
PL
6,8%
FR
6,5%
SI
5,9%
CY
5,1%
EL
3,8%
IT
3,6%
5%
1,8%
10%
4,8%
15%
10,3%
20%
13,8%
25%
1,2%
•
8%
0,7%
•
A metà 2014, in Italia l'utilizzo delle linee fisse ultraveloci
(ovvero sopra i 30 Mbps) sul totale popolazione è ancora
inferiore all’1%, contro una media europea del 6,9% (che
equivale a circa il 15% delle abitazioni)
0,5%
•
Fast and ultrafast broadband use (subscriptions as a % of population)
at EU level, July 10 - July 14
0%
MT
NL
BE
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
59
Il tasso di utilizzo della banda larga fissa ultraveloce >100 Mbps in
Europa
•
L’Italia si posiziona agli ultimi posti della classifica europea per utilizzo della banda larga fissa ultraveloce
superiore a 100 Mbps, con un tasso prossimo allo 0%
•
La media europea è pari all’ 2% della popolazione e al 3,75% delle abitazioni
•
Il Paese più avanzato in tal senso è la Svezia, dove la percentuale sul totale popolazione raggiunge l’11,2%
•
La Francia che è penultima nell’EU5 per utilizzo della broadband fissa >30 Mbps è però prima per utilizzo di
quella >100 Mbps (2,4% vs 2,2% Spagna, 1,3% Germania, 1% UK, 0,1% Italia)
11,2%
Ultrafast broadband (at least 100Mbps) penetration (subscriptions as a % of population), July 2014
9,4%
12%
10%
DE
LU
SK
EU
ES
FR
5,9%
EE
5,6%
CZ
5,4%
HU
5,4%
SI
2,4%
UK
2,2%
BG
2,0%
DK
1,9%
0,8%
AT
1,9%
0,7%
PL
1,3%
0,6%
MT
1,3%
0,5%
IT
1,3%
0,3%
CY
1,2%
0,1%
HR
1,2%
0,0%
EL
1,0%
0,0%
2%
0,0%
4%
IE
NL
RO
FI
PT
3,1%
6%
5,2%
4,6%
8%
0%
LT
BE
LV
SE
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
60
La dinamica di diffusione delle diverse tipologie di sottoscrizioni di
servizi a banda larga fissa in Europa
•
Nel corso degli ultimi due anni in Europa sta emergendo la tecnologia FTTH/FTTB. A luglio 2014 l'utilizzo in
termini di sottoscrizioni a livello europeo è pari al 6,9% (in aumento rispetto al 6% di gennaio 2014)
Fixed broadband subscriptions - technology market shares at EU level, January 2006 - July 2014
100%
80%
60%
40%
20%
0%
Jan-06 Jul-06 Jan-07 Jul-07 Jan-08 Jul-08 Jan-09 Jul-09 Jan-10 Jul-10 Jan-11 Jul-11 Jan-12 Jul-12 Jan-13 Jul-13 Jan-14 Jul-14
DSL (VDSL included)
Cable (DOCSIS 3.0 included)
FTTH/B
Other *
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
* Reti Wireless, Satellitari e Power Line
61
La quota di mercato delle diverse tipologie di sottoscrizioni di
servizi a banda larga fissa in Europa
•
In Italia, il 94% delle sottoscrizioni di servizi a banda larga sono basate su xDSL, contro una media europea
del 71%. Solo il 3% sfrutta tecnologie FTTH/B
•
Una differenza che appare dal confronto europeo è l’assenza solo in Italia e in Grecia della tecnologia Cable
•
I Paesi con il maggior utilizzo di tecnologie FTTH/B sono i Paesi dell’Est Europa e la Svezia
Fixed broadband subscriptions - technology market shares, July 2014
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
BE BG CZ
DK DE
EE
EL
ES
DSL lines % (VDSL included)
FR HR
IE
IT
CY
LV
LT
LU
HU MT
NL
AT
Cable modem % (DOCSIS 3.0 included)
PL
PT RO
FTTH/B %
SI
SK
FI
SE
UK EU
Other % *
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
* Reti Wireless, Satellitari e Power Line
62
L’incidenza delle connessioni FTTx nei diversi Paesi del Mondo
Guardando ai dati dell’OECD che isolano il contributo delle connessioni FTTx emerge come l’Italia (con il 3%
del totale sottoscrizioni a banda larga in fibra) sia sopra ai valori di Germania e Francia e di qualche altro
Paese Europeo
•
80%
Percentage of fibre connections* in total broadband subscriptions, June 2014
72%
66%
70%
60%
50%
41%
40%
33% 34%
28%
30%
20%
10%
0%
3% 3% 3% 3% 4% 4% 4% 4%
0% 0% 0% 1% 1% 1%
8% 9% 9% 9%
11%
16%16%
20% 21% 21% 22%
23%
FONTE OECD, GIUGNO 2014
* Include connessioni fibre-to-the-home (FTTH) e fibre-to-the-building (FTTB or apartment LAN).
Si evidenzia che i dati di alcuni paesi differiscono in maniera significativa rispetto a quelli della commissione europea, in particolare Finlandia,
Repubblica Ceca, Slovacchia.
63
L’incidenza delle diverse tecnologie sulle sottoscrizioni broadband
fisse (per 100 abitanti) nei diversi Paesi del Mondo
•
I dati dell’OECD consentono di confrontare le dinamiche europee con quelle di altri Paesi nel Mondo. Emerge
che il Giappone e la Corea sono i Paesi con l'utilizzo maggiore di fibra (72% e 66% del totale rispettivamente),
mentre USA e Canada quelli con l'utilizzo maggiore di connessioni via cavo (58% e 56% del totale
rispettivamente)
OECD Fixed (wired) broadband subscriptions per 100 inhabitants, by technology, June 2014
55
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
DSL
Cable
Fibre/LAN (1)
Other
FONTE OECD, GIUGNO 2014
* Le sottoscrizioni in Fibre/LAN includono FTTH, FTTP e FTTB e escludono FTTC.
Si evidenzia che i dati di alcuni paesi differiscono in maniera significativa rispetto a quelli della commissione europea, in particolare Finlandia,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia.
64
La dinamica in dettaglio delle diverse tipologie di linee broadband
in Italia
•
•
Guardando ai dati AGCOM relativamente alle tecnologie utilizzate per gli accessi broadband, emerge come la
gran parte delle linee (91%) nel 2014 sfruttino ancora la tecnologie DSL
In generale si è registrata una crescita complessiva di 360 linee in un anno, con un calo pari a 200 mila
accessi in DSL, e una crescita di 413 mila linee in NGA e 104 mila in FWA (Fixed Wireless Access)
FONTE AGCOM, OSSERVATORIO SULLE COMUNICAZIONI DICEMBRE 2014, APRILE 2015
65
La tipologia di sottoscrizioni NGA in Europa
•
Il 52% delle sottoscrizioni NGA in Europa è legata al cavo; seguono VDSL (22%), FTTB (13%) e FTTH (11%). Il
restante 2% sono sottoscrizioni ad altri tipi di NGA
NGA subscriptions by technology at EU level, July 2014
2%
22%
vDSL
FTTH
11%
52%
FTTB
Cable
Other NGA
13%
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
66
La quota di mercato delle sottoscrizioni NGA sul totale
sottoscrizioni a banda larga fissa in Europa
NGA (FTTH, FTTB, VDSL, Cable Docsis 3.0 and other NGA) subscriptions as a % of total fixed
broadband subscriptions, July 2014
52%
50%
FI
62%
NL
62%
PT
61%
60%
22%
20%
18%
12%
EE CZ
41%
IE
34%
SI
45%
IT
32%
40%
EL
31%
39%
10%
4%
20%
10%
30%
28%
PL EU ES SK UK LU HU
40%
27%
37%
50%
44%
60%
49%
70%
59%
80%
68%
77%
90%
4%
•
In Italia solo il 4% delle sottoscrizioni di banda larga fissa sono per collegamenti NGA contro una media
europea del 27%
Anche Francia e Germania sono sotto la media europea (rispettivamente 10% e 20%). La Spagna si colloca
leggermente sopra la media europea al 28% e il Regno Unito al 32%
3%
•
0%
CY FR HR AT DE
MT DK
LT
SE BG LV RO BE
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
67
L'utilizzo delle reti NGA in Italia
•
•
•
Gli accessi broadband su reti di nuova generazione (NGA) sfiorano a fine 2014 le 800mila linee
A dicembre 2014 gli accessi NGA rappresentano il 3,8% delle linee complessive ed il 5,5% di quelle broadband
Rimane tuttavia consistente il ritardo rispetto agli altri principali paesi europei (accessi NGA pari al 10% del
totale sottoscrizioni broadband in Francia, al 20% in Germania, 28% in Spagna, 32% nel Regno Unito)
FONTE AGCOM, OSSERVATORIO SULLE COMUNICAZIONI DICEMBRE 2014, APRILE 2015
68
La quota di mercato delle diverse velocità di banda in Europa
(1 di 2)
Fixed broadband subscriptions by speed at EU level, Jan 2008 – Jul 2014
80%
•
•
In Italia la percentuale di sottoscrizioni a banda larga
fissa che superano i 10 Mbps è pari al 20%, valore che
posiziona il nostro Paese al terzultimo posto in tutta
Europa
70%
La media europea è, infatti, pari al 70% del totale
sottoscrizioni
20%
60%
50%
40%
30%
10%
0%
Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul08
08
09
09
10
10
11
11
12
12
13
13
14
14
144 Kbps - 2 Mbps
2-10Mbps
>=10 Mbps
Fixed broadband subscriptions by speed, July 2014
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
BG FR UK MT PT
BE DK RO NL HU SE
Above 144 Kbps and below 2 Mbps
LV
EU
FI
EL
LT
PL
IE
DE ES
2 Mbps and above and below 10 Mbps
CZ
EE
LU
AT
SI
SK
IT
HR CY
10 Mbps and above
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
69
La quota di mercato delle diverse velocità di banda in Europa
(2 di 2)
Fast and ultrafast broadband penetration (subscriptions as a
% of population) at EU level,
January 2008 - July 2014
8%
•
•
In Italia sono marginali (2%) le sottoscrizioni >30 Mbps,
rispetto alla media europea del 23% (16% tra 30 Mbps
e 100 Mbps e 7% >100 Mbps)
7%
5%
At least 30
Mbps
Sono Belgio, Lettonia e Romania gli unici Paesi europei
dove le sottoscrizioni >30 Mbps sono già superiori al
50% del totale sottoscrizioni
4%
At least
100Mbps
6%
3%
2%
1%
0%
Jul-10 Jan-11 Jul-11 Jan-12 Jul-12 Jan-13 Jul-13 Jan-14 Jul-14
Fixed broadband subscriptions by speed (Digital Agenda categories), July 2014
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
BE
BG
CZ
DK
DE
EE
EL
ES
FR
IE
Above 144 Kbps and below 30 Mbps
IT
CY
LV
LT
LU
HU MT
NL
AT
PL
30 Mbps and above and below 100 Mbps
PT
RO
SI
SK
FI
SE
UK
EU
100 Mbps and above
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2014, COMMISSIONE EUROPEA
70
La dinamica in dettaglio delle diverse velocità di banda in Italia
•
•
I dati inerenti le diverse velocità di accesso alla banda larga fissa in Italia, mostrano come dal 2010 ad oggi ci
sia stato un incremento nelle velocità di navigazione; se nel 2010 infatti solo il 5,5% navigava con velocità
superiori ai 10 Mbps, e quasi un quinto navigava ancora sotto ai 2 Mbps, nel 2014 oltre il 20% navigava sopra i
10 Mbps, mentre meno del 10% sotto ai 2 Mpbs
Solo nel 2014 gli accessi con velocità superiore ai 10 Mbps sono cresciuti di 800 mila linee, sfiorando i 3,2
milioni
FONTE AGCOM, OSSERVATORIO SULLE COMUNICAZIONI DICEMBRE 2014, APRILE 2015
71
Indice del Capitolo
 La copertura e l'utilizzo della banda larga fissa in Italia: un confronto
internazionale
 La copertura e l'utilizzo della banda larga mobile in Italia: un confronto
internazionale
 I piani di copertura della banda ultra broadband nei prossimi anni
72
Il tasso di copertura delle reti LTE
•
•
•
La copertura della popolazione con reti LTE è arrivata a fine 2014 a circa l’80% del territorio e a metà 2015 ha
già superato l’85%
Facendo un confronto con i principali Paesi europei sui risultati del 1Q2015, emerge che l’Italia ha un tasso di
copertura al di sopra della media europea, e di poco inferiore solo a UK all’interno dell’EU5
Interessante evidenziare che l’Italia ha avuto il tasso di crescita maggiore nel corso del 2014, a dimostrazione
dei significativi investimenti messi in campo dagli Operatori
Copertura
(sulla popolazione)
Copertura
(sulla popolazione)
Marzo 2014
Marzo 2015
Italia
55%
84%
Media europea
63%
80%
Francia
67%
76%
Regno Unito
72%
87%
Germania
74%
82%
Spagna
50%
75%
FONTE GSMA INTELLIGENCE 2015
73
Il tasso di utilizzo della banda larga mobile
Mobile broadband useat EU level, Jan 2009 - Jul 2014
•
•
•
80%
In termini di utilizzo della Mobile broadband, l’Italia mostra
un dato leggermente inferiore alla media europea: 66,3% vs
66,7% della popolazione. Si noti che in 6 mesi l’Italia ha
guadagnato solo uno 0,3% rispetto ai 4 punti guadagnati
dall’Europa. Rispetto agli EU5, l’Italia si posiziona a metà.
Nei Paesi nordici il tasso di utilizzo è già superiore al 100%
La maggior parte delle sottoscrizioni di Mobile broadband è
riferita agli Smartphone piuttosto che a Tablet e Notebook
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
80,6%
PL
78,2%
71,3%
ES UK LU
72,2%
67,8%
IE
67,1%
66,3%
EU NL HR
66,7%
65,2%
IT
64,1%
SK MT BG FR CZ DE AT
62,3%
LV
58,8%
LT
58,1%
56,9%
44,7%
SI
45,8%
42,6%
EL RO
38,5%
37,5%
40%
31,7%
60%
57,3%
55,2%
CY BE
80%
57,2%
53,7%
100%
79,0%
112,6%
120%
97,1%
140%
111,0%
Mobile Broadband penetration - all active users, July 2014
131,2%
Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul- Jan- Jul09 09 10 10 11 11 12 12 13 13 14 14
20%
0%
HU PT
EE DK SE
FI
FONTE DIGITAL AGENDA SCOREBOARD 2015, COMMISSIONE EUROPEA
Nota: per Mobile broadband si intendono le SIM card attive basate su tecnologie superiori al 3G (compreso)
74
L'utilizzo del 4G tra gli utenti Mobile a fine 2014
•
•
Secondo un recente rapporto di Credit Suisse, solo il 6% delle SIM italiane ha attivo un contratto 4G, contro il
12% degli utenti in Spagna, il 18% in UK, il 20% in Francia, il 21% in Germania e addirittura il 62% in Sud
Corea
E’ rilevante ricordare che oltre l’80% degli Smartphone venduti attualmente in West Europe sono 4G
FONTE RIELABORAZIONE CREDIT SUISSE SU DATI OVUM, CS RESEARCH, VODAFONE, TELECOM ITALIA
Nota: *of contract users; of active SIMs for Italy
Il dato sull’Italia è sostanzialmente in linea con quanto emerso dalle dichiarazioni dei principali Operatori
75
Indice del Capitolo
 La copertura e l'utilizzo della banda larga fissa in Italia: un confronto
internazionale
 La copertura e l'utilizzo della banda larga mobile in Italia: un confronto
internazionale
 I piani di copertura della banda ultra broadband nei prossimi anni
76
La copertura raggiunta e i piani di investimento previsti dagli
Operatori di telefonia italiani
Copertura attuale (maggio 2015)
Target di copertura
32% delle abitazioni con le reti NGAN (circa 8
milioni di abitazioni) e 85% della popolazione
con le reti LTE
75% delle abitazioni con reti NGAN e 95% della
popolazione con reti LTE (80% per la copertura
indoor) entro il 2017
Si prevede anche che almeno le prime 40 città
siano coperte con FTTH/FTTB
•
Agli investimenti dei singoli Operatori è importante che si aggiungano fondi pubblici per la copertura delle
aree bianche e una semplificazione del contesto regolatorio. L'intervento regolatorio deve, infatti, essere
caratterizzato da rapidità di azione nella finalizzazione di regolamenti attuativi atti ad abilitare la
realizzazione delle nuove infrastrutture: i processi di finalizzazione del regolamento scavi e di definizione
delle linee guida per l’adeguamento dei limiti per la misurazione delle emissioni elettromagnetiche
rappresentano in modo emblematico la rilevanza di questa esigenza agli effetti dell'attuazione dei programmi
di dispiegamento delle nuove infrastrutture fisse e mobili
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU COMUNICATI DEGLI OPERATORI
77
Gli Obiettivi della Digital Agenda Europea e lo stato dell’arte in
Italia
Obiettivi Digital
Agenda Europea
Target
Stato dell’arte in Italia
Copertura della
banda larga fissa
base (2 Mbps)
Copertura totale
entro il 2013
Sostanzialmente raggiunta (98,4% delle unità abitative coperte)
Copertura della
banda larga ultraveloce >30 Mbps
Copertura totale
entro il 2020
Previsti piani di investimento da parte degli Operatori per coprire il 75% delle
abitazioni con reti NGAN e il 95% della popolazione con reti LTE (80% per la
copertura indoor) entro il 2017
Penetrazione della
banda larga ultraveloce a 100 Mbps
Almeno il 50%
delle abitazioni
entro il 2020
Gli accessi broadband su reti di nuova generazione (NGA) sfiorano a fine 2014
800mila linee sottoscritte, ovvero il 5,5% del totale linee broadband e il 3,8%
delle linee totali (dati Osservatorio AGCOM)
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU COMUNICATI DEGLI OPERATORI
78
3. Le dinamiche di mercato della
filiera nel suo complesso
Indice del Capitolo

Le dinamiche dei ricavi totali della filiera delle TLC in Italia

Le dinamiche di mercato dei fornitori di terminali e di apparati
80
Le dinamiche dei ricavi totali della filiera delle TLC in Italia (1 di 2)
•
•
•
La filiera complessiva delle TLC in Italia nel 2014 perde circa 2,5 miliardi di euro, pari al -5%; complessivamente dal
2008 sono stati bruciati circa 11,5 miliardi di euro
Il comparto che cala maggiormente è quello degli Operatori di TLC, che dal 2008 perde complessivamente quasi 13 mld
€
In leggero calo nel 2014 il comparto dei Contact Center in outsourcing e dei fornitori di IT, mentre crescono i ricavi da
fornitori di apparati e terminali
60
Ricavi (miliardi €)
50
53,6
-3%
2,8
2,8
40
30
23,2
51,8
2,8
2,5
22,3
-3%
50,3
-2%
2,7
2,7
21,7
49,4
3,1
2,9
-2%
48,2
4,0
2,9
21,1
20,2
-7%
44,7
4,5
2,8
42,3
4,7
2,8
17,4
15,7
20
10
-5%
21,6
20,9
20,2
19,3
18,2
17,1
16,2
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
0,9
1,1
0,8
0
Operatori TLC fissi
Fornitori di terminali
Operatori TLC mobili
Infrastruttura
Contact Center
IT
Fornitori di apparati
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI E BILANCI AZIENDALI
Nota: i dati di fatturato rappresentati fanno riferimento ai ricavi direttamente riconducibili alla filiera italiana delle TLC, per tutti gli attori in gioco.
Nel comparto «Infrastruttura» sono incluse aziende che si occupano di scavi e opere civili.
Il comparto IT comprende aziende che si occupano di sistemi informativi, sistemi di billing, ecc.
81
Le dinamiche dei ricavi totali della filiera delle TLC in Italia (2 di 2)
•
•
Guardando alle dinamiche in termini di peso tra i diversi comparti, è rilevante notare come dal 2008 gli Operatori di TLC
siano calati dall’83% al 75%
Cresce, invece, il peso di fornitori di apparati, ma soprattutto quello dei fornitori di terminali che raddoppiano la loro
incidenza
2014
2008
2%
5% 3%
Totale Operatori
83%
11%
5%
2%
40%
Totale Operatori
3%
2%
75%
7%
38%
2%
43%
37%
Totale: 53,6 Mld €
Totale: 42,3 Mld €
Operatori TLC fissi
Operatori TLC mobili
Call center
Contact
Center
Fornitori di terminali
Infrastruttura
IT
Fornitori di apparati
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI E BILANCI AZIENDALI
Nota: i dati di fatturato rappresentati fanno riferimento ai ricavi direttamente riconducibili alla filiera italiana delle TLC, per tutti gli attori in gioco.
Nel comparto «Infrastruttura» sono incluse aziende che si occupano di scavi e opere civili.
Il comparto IT comprende aziende che si occupano di sistemi informativi, sistemi di billing, ecc.
82
Indice del Capitolo

Le dinamiche dei ricavi totali della filiera delle TLC in Italia

Le dinamiche di mercato dei fornitori di terminali e di apparati
83
I ricavi dei fornitori di terminali per tipologia di device in Italia
•
•
In 6 anni il mercato dei fornitori di terminali cresce complessivamente di quasi 2 miliardi di euro, pari a oltre il
66%
Anche nel 2014 il mercato è trainato dalla vendita di Smartphone (+13%), mentre rallentano rispetto al 2013 le
vendite di Tablet (-13%)
Il peso degli Smartphone è passato dal 12% del 2008 al 77% del 2014
+12%
5.000
4.500
Ricavi (milioni €)
•
+29%
4.000
3.500
3.000
-2%
2.818
2.751
2.500
2.677
95
2.000
1.500
+15%
-3%
2.360
1.908
1.292
0
338
2008
666
2009
Smartphone
365
770
1.137
2010
Mobile Phone
4.500
972
304
4.690
846
184
550
927
2.586
1.000
500
3.100
4.008
+4%
3.180
3.589
1.683
2011
Tablet
2012
2013
2014
Internet key + Router mobili
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU FONTI VARIE (GFK, IDC, GARTNER, ECC.)
84
Le vendite totali dei fornitori di apparati presenti in Italia (incluse le
esportazioni): la dinamica complessiva
•
•
Guardando ai ricavi dei fornitori di apparati - includendo sia ricavi generati sul mercato italiano sia quelli su
mercato estero -, nel 2014 il trend torna positivo, pari al +3%
Dal 2008 al 2014 sono stati persi complessivamente 700 milioni di euro
5,0
-11%
4,5
+4%
0%
-5%
Ricavi (miliardi €)
+3%
-7%
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
4,4
3,9
3,9
4,1
3,9
3,6
3,7
2009
2010
2011
2012
2013
2014
1,5
1,0
0,5
0,0
2008
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI E BILANCI AZIENDALI
A differenza dei dati indicati nella dinamica dei ricavi totali della filiera TLC, i dati qui mostrati includono anche i ricavi provenienti
dall’estero e dai clienti differenti dagli Operatori TLC
85
Le vendite totali dei fornitori di apparati presenti in Italia (incluse le
esportazioni): Italia vs Estero
•
•
Tornano a crescere per i fornitori di Apparati i ricavi sia da mercati esteri sia dal mercato italiano (dopo un 2014
con segno negativo per entrambi)
La componente derivante dal mercato italiano rimane comunque preponderante (tre quarti del mercato)
5
Ricavi (miliardi €)
5
4,4
-11%
3,9
4
4
1,6
3
-12%
+4%
0%
1,4
3,9
-13%
1,2
+1%
4,1
1,2
-5%
3,9
-22%
1,0
+3%
-7%
3,7
3,6
-15%
0,8
+6%
0,8
3
2
2
1
2,8
-10%
2,5
+7%
2,7
+5%
+2%
2,9
2,9
2011
2012
-4%
2,8
+3%
2,9
1
0
2008
2009
2010
Italia
2013
2014
Estero
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI E BILANCI AZIENDALI I
A differenza dei dati indicati nella dinamica dei ricavi totali della filiera TLC, i dati qui mostrati includono anche i ricavi provenienti
dall’estero e dai clienti differenti dagli Operatori TLC
86
Le vendite totali dei fornitori di apparati presenti in Italia (incluse le
esportazioni): la nazionalità delle imprese
•
•
Poco meno di due terzi dei ricavi proviene ancora da filiali italiane di multinazionali, nonostante anche
quest’anno si sia ridotto il loro peso (dal 78% del 2008 al 63% del 2014)
Nel 2014 aumenta di 5 punti percentuali il peso delle filiali italiane di società asiatiche, che arriva al 18% dal
5% del 2008
Infine nel 2014 rimane costante il peso delle società italiane (pari al 19%)
100%
Ricavi per tipologia di fornitore
(incidenza %)
•
90%
80%
5%
5%
5%
18%
18%
19%
10%
12%
13%
17%
16%
19%
70%
18%
19%
60%
50%
40%
77%
77%
76%
73%
72%
68%
63%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
30%
20%
10%
0%
Filiali italiane di multinazionali
Società italiane
Filiali italiane di società asiatiche
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI E BILANCI AZIENDALI
87
4. Le dinamiche di mercato degli
Operatori TLC in Italia
Indice del Capitolo

Le dinamiche dei ricavi e dei margini degli Operatori TLC italiani

Le dinamiche degli Operatori TLC: un confronto internazionale

Il grado di adozione dei servizi TLC in Italia

Le dinamiche del traffico voce e dati in Italia

Il ruolo delle Telco nella Digital Economy
89
I ricavi degli Operatori TLC in Italia: fisso vs mobile
70
52%
60
50
45,8
-3%
44,8
-2%
23,6
20
10
52%
-2%
40
30
52%
43,2
23,2
22,2
-3%
-4%
-3%
52%
41,9
22,3
21,6
-3%
-3%
-3%
40,4
21,7
20,2
53%
38,4
-4%
21,1
-4%
19,3
50%
49%
50%
40%
-5%
-3%
-3%
20,9
52%
20,2
-10%
-7%
34,5
31,9
30%
-14%
-10%
17,4
15,7
20%
-6%
10%
-6%
18,2
17,1
-5%
Ricavi da rete mobile (%)
•
Il mercato degli Operatori TLC continua a calare: nel 2014 scende del 7%, perdendo oltre 2,5 miliardi di euro
Il calo maggiore è imputabile al mercato mobile (-1,7 mld €), mentre il mercato del fisso perde poco meno di 1 miliardo
di euro. Il peso del mercato mobile scende così sotto la soglia del 50%
Complessivamente in 7 anni sono stati persi quasi 14 miliardi di euro, pari al 30% del valore iniziale. Il mobile ha perso il
33% pari a quasi 8 miliardi di euro; il fisso il 27% pari a 6 miliardi di euro
Ricavi Operatori (miliardi €)
•
•
16,2
0
0%
2007
2008
2009
Fisso
2010
Mobile
2011
2012
2013
2014
Mobile in % totale
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
90
I ricavi degli Operatori TLC in Italia: retail vs wholesale
•
•
•
Nel 2014 la perdita maggiore in valore assoluto rimane legata alla componente retail (oltre 2 miliardi di euro, principalmente
legati alle telecomunicazioni mobili), mentre la componente wholesale cala di 500 milioni di euro, di cui 400 legati al mercato
fisso
In 7 anni sono stati persi 4,5 miliardi nella componente wholesale (46% del valore iniziale) e quasi 10 miliardi nella componente
retail (26% del valore iniziale)
La componente retail è calata principalmente a causa del calo nei ricavi di fonia sia fissa sia mobile; quella wholesale per effetto
della continua riduzione delle tariffe di interconnessione, terminazione e transito dovuti agli interventi del Regolatore (AGCOM)
Ricavi Operatori (miliardi €)
60
-2%
50
40
45,8
-3%
44,8
-5%
9,8
-3%
9,3
-3%
43,2
41,9
+2%
9,0
-3%
9,2
-9%
-5%
40,4
8,4
-12%
-1%
36,0
-4%
35,5
-4%
38,4
7,4
30
20
-10%
-2%
-3%
-22%
-7%
34,5
-8%
5,8
-7%
5,3
-7%
34,2
32,7
32,0
31,0
28,7
2009
2010
2011
2012
2013
10
31,9
26,6
0
2007
2008
Retail
2014
Wholesale
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
Nota: per «Wholesale» si intendono i Servizi intermedi forniti ad Operatori TLC
91
La dinamica dei ricavi degli Operatori TLC di rete fissa in Italia
•
•
•
•
Ricavi da rete fissa (miliardi €)
•
Come visto precedentemente, i ricavi da rete fissa sono calati del 5% nel 2014, perdendo complessivamente poco meno di 1
miliardo di euro; il calo in 7 anni è stato pari al 27%, 6 miliardi di euro in valore assoluto
Ancora più pesante degli anni passati il calo della spesa in fonia (-12%) pari a 700 milioni di euro; dal 2007 la fonia ha quasi
dimezzato il suo valore
Continua, invece, la crescita della componente legata alla banda larga (+2% nel 2014); in 7 anni ha guadagnato 1,3 miliardi di
euro (39% del valore iniziale)
Il wholesale perde il 10% nel 2014 (pari a 400 milioni di euro); in 7 anni ha perso il 25% del suo valore ovvero circa 1,2 miliardi di
euro
Nel 2014 crescono del 5% gli altri ricavi (ovvero quelli legati a servizi non regolamentati come i numeri verdi, alla vendita di
terminali, apparati, modem ecc., a proventi vari); in 7 anni sono però calati anch’essi del 33%
25
20
15
10
5
22,2
4,3
-3%
21,6
+2%
4,4
-3%
-11%
20,9
3,9
-3%
-5%
20,2
-4%
-8%
-6%
19,3
18,2
-6%
-5%
-10% 17,1 +5% 16,2
-2%
2,8
4,8
-4%
4,7
2,9
4,7
4,6
-7%
4,5
-10%
4,3
+9%
4,0
+11%
+8%
3,6
3,3
+2%
3,6
0%
4,0
+2%
4,3
4,4
+2%
4,4
4,5
4,6
-9%
-7%
-8%
-8%
-9%
9,8
8,9
-9%
8,3
7,6
7,0
6,4
5,8 -12% 5,1
-2%
0%
-2%
3,7
3,4
-9%
3,1
0
2007
2008
Voce retail
2009
2010
Banda larga
2011
2012
2013
Wholesale
Altri ricavi
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
•
•
•
•
La componente «Voce retail» include anche l’«accesso (affitto della linea)» e la telefonia pubblica
La voce «Banda larga» include Servizi finali su reti a larga banda a clienti finali e Servizi commutati di trasmissione dati e circuiti affittati ad utenza finale
Per «Wholesale» si intendono i Servizi intermedi forniti ad Operatori TLC
La voce «Altri ricavi» include la vendita di apparati, terminali, accessori, ricavi da servizi non fonia e dati (es. vas) e altri ricavi da rete fissa
92
I ricavi degli Operatori TLC di rete fissa in Italia: il peso delle
diverse componenti
•
•
In 7 anni è sensibilmente cambiato il peso reciproco tra le diverse componenti dei ricavi, soprattutto voce e
banda larga
In particolare la componente di fonia è passata dal valere il 44% a poco meno di un terzo, mentre la
componente legata agli accessi in banda larga dal 15% è passata al 28%
2007
2014
18%
19%
32%
44%
22%
22%
28%
15%
Voce retail
Banda larga
Wholesale
Altri ricavi
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
93
La dinamica dei ricavi degli Operatori TLC di rete mobile in Italia
•
•
•
•
•
•
Il mercato mobile nel 2014 cala del 10% perdendo 1,7 miliardi di euro; complessivamente in 7 anni ha perso quasi 8 miliardi di euro, pari a un
terzo del valore iniziale
Anche in questo caso la perdita maggiore è imputabile alla componente relativa alla fonia, che in un solo anno ha perso 1,3 miliardi di euro e
in 7 anni ha addirittura perso più della metà del valore iniziale
Stabile nel 2014 la componente relativa ai dati, per effetto netto della crescita della spesa in connettività e del calo della spesa in
messaggistica. In 7 anni questa componente ha generato 1,6 miliardi di euro (42% del valore iniziale)
I principali responsabili delle dinamiche sulla spesa del consumatore sono la competizione sui prezzi – come dimostra la slide successiva - e
l’incremento delle offerte “aggressive” volte ad attrarre i clienti degli altri operatori attraverso attività di telemarketing outbound
Nel 2014 calano anche gli “altri ricavi”, per effetto di un calo delle vendite di terminali attraverso i canali Telco (che, al contrario, sono
cresciute nella loro componente di open market dell'8%) e della riduzione dei servizi VAS. Nel corso dei 7 anni tale componente ha subito
dinamiche alterne legate in particolare alla vendita di Mobile Content e al sussidio di terminali
Meno forte, invece, il calo del wholesale rispetto al passato: -4% nel 2014; in 7 anni ha perso però 3,3 miliardi di euro (due terzi del valore
iniziale) per via del taglio delle tariffe di terminazione
Ricavi da rete mobile (miliardi €)
25
20
15
10
5
-2%
23,6
23,2
-4%
-3%
-3%
-4%
22,3
-14%
21,7
-15%
21,1
3,4
20,2
2,9 -24% 2,2 -14%
1,9 +21% 2,3 +30%
-8%
-7%
3,0 +13% 17,4
4,6
4,3 +7% 4,6 -15%
5,0
-21%
3,9
3,4
3,1
+4%
+21%
-42%
+2%
+10%
4,6
4,8
3,8
+4%
1,8
4,9
5,4
5,6 -4%
5,4
-3%
11,4
-1%
11,1
11,0
-6%
10,3
-8%
9,5
-11%
8,5
-20%
6,8
-10%
-11%
-4%
0%
-19%
15,7
3,0
1,7
5,4
5,5
0
2007
2008
Voce retail
2009
2010
Dati retail
2011
2012
Wholesale
2013
Altri ricavi
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
• La voce «Dati retail» include i ricavi da messaggistica e navigazione sia da Smartphone, sia da Tablet e Internet Key
• La voce «Altri ricavi» include la vendita di apparati, terminali, accessori, ricavi da servizi non fonia e dati (ad esempio i VAS) e altri
ricavi da rete mobile
94
La dinamica dei prezzi di telefonia mobile
120
100
80
60
40
0
120
100
80
60
40
20
0
gen-11
feb-11
mar-11
apr-11
mag-11
giu-11
lug-11
ago-11
set-11
ott-11
nov-11
dic-11
gen-12
feb-12
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
lug-12
ago-12
set-12
ott-12
nov-12
dic-12
gen-13
feb-13
mar-13
apr-13
mag-13
giu-13
lug-13
ago-13
set-13
ott-13
nov-13
dic-13
gen-14
feb-14
mar-14
apr-14
mag-14
giu-14
lug-14
ago-14
set-14
ott-14
nov-14
dic-14
20
FONIA+MESSAGGI
GLOBALE
INTERNET
gen-11
feb-11
mar-11
apr-11
mag-11
giu-11
lug-11
ago-11
set-11
ott-11
nov-11
dic-11
gen-12
feb-12
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
lug-12
ago-12
set-12
ott-12
nov-12
dic-12
gen-13
feb-13
mar-13
apr-13
mag-13
giu-13
lug-13
ago-13
set-13
ott-13
nov-13
dic-13
gen-14
feb-14
mar-14
apr-14
mag-14
giu-14
lug-14
ago-14
set-14
ott-14
nov-14
dic-14
•
Dinamica dei prezzi di
telefonia mobile
(gennaio 2011=100)
•
•
Un’analisi condotta da Asstel con il Centro V. Volterra dell’Università di Roma Tor Vergata ha permesso di ricostruire la serie
storica per il periodo 2011-14 della dinamica dei prezzi al consumo della telefonia mobile
E’ emersa diminuzione dei prezzi complessiva del -49% in 4 anni
Nell’arco dei 48 mesi un cliente con un profilo di consumo contenuto (entry level) ha visto diminuire la spesa mensile di 8-10
euro, per un risparmio su base annuale di circa 100-120 euro
Nell’arco dei 48 mesi un cliente con un profilo di consumo medio ha visto diminuire la spesa mensile di circa 20 euro, per un
risparmio su base annuale di circa 240 euro
Dinamica dei prezzi di
telefonia mobile
(gennaio 2011=100)
•
FONTE STUDIO ASSTEL-CENTRO V. VOLTERRA DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA TOR VERGATA
95
I ricavi degli Operatori TLC di rete mobile in Italia: il peso delle
diverse componenti
•
•
Anche i ricavi da rete mobile hanno registrato in 7 anni un forte cambiamento dei pesi delle diverse componenti di
ricavo
In particolare la componente di fonia è passata dal valere quasi la metà del mercato a poco più di un terzo; la
componente legata ai dati retail dal 16% è passata a valere il 35%, pareggiando quindi per la prima volta il peso
della voce; il peso dei ricavi da wholesale si è dimezzato in 7 anni (dal 21% all’11%)
2014
2007
15%
19%
35%
48%
21%
11%
16%
Voce retail
35%
Dati retail
Wholesale
Altri ricavi
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
96
I costi operativi degli Operatori TLC in Italia
•
Parallelamente al calo dei ricavi, continua anche il calo dei costi operativi per gli Operatori TLC italiani (-4% nel
2014)
Complessivamente i costi sono calati del 30% in 7 anni, pari a quasi 9 milioni di euro
35
Costi operativi (miliardi €)
•
0%
30
-7%
-6%
25
-6%
-4%
-8%
-4%
20
15
29,0
29,0
26,9
25,3
10
23,8
22,9
21,1
20,3
2011
2012
2013
2014
5
0
2007
2008
2009
2010
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
97
L’EBITDA per gli Operatori TLC in Italia
•
Il 2014 registra un calo consistente anche per l’EBITDA: -13%; il calo dei ricavi è, infatti, stato più significativo
della riduzione di costi che gli Operatori sono riusciti a raggiungere
L’incidenza dell’EBITDA sui ricavi è così scesa ai minimi storici: 36%. Solo nel 2008, infatti, tale indicatore era
stato inferiore, ma in quell’anno un Operatore aveva registrato un EBITDA negativo
25
37%
35%
38%
40%
39%
36%
40%
35%
20
EBITDA (miliardi €)
41%
40%
-6%
+3%
+2%
0%
-7%
30%
-14%
15
-13%
25%
20%
10
16,8
15,8
16,3
16,6
5
16,6
15,5
15%
13,4
11,6
10%
Margine EBITDA (% ricavi)
•
5%
0%
0
2007
2008
2009
EBITDA
2010
2011
2012
2013
EBITDA % su ricavi
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
Nota: per ragioni di continuità dei dati presentati nelle precedenti edizioni del rapporto Asstel, l’EBITDA è stato calcolato come
differenza tra ricavi e costi operativi. Fino al 2009 il dato è condizionato dall’EBITDA negativo di un Operatore
98
Gli investimenti (CAPEX) degli Operatori TLC in Italia
•
•
14
16%
12
15%
14%
16%
15%
15%
16%
17%
15%
10
8
-11%
0%
6
4
2
7,2
6,4
-5%
6,4
-3%
6,1
3,9
5,9
-11%
+7%
6,2
5,5
10%
+7%
5,9
5%
0%
0
2007
2008
2009
2010
CAPEX escluse licenze
Licenze
Incidenza CAPEX (% ricavi)
•
Nonostante il trend molto negativo di ricavi e margini, gli investimenti degli Operatori TLC registrano un segno
positivo nel 2014, pari al 7% (400 milioni in più del 2013)
Cresce quindi anche l’incidenza dei CAPEX sui ricavi, arrivando nel 2014 al 17% (il valore più alto raggiunto da 7
anni a questa parte)
La crescita degli investimenti è un evidente segnale degli sforzi messi in campo dagli Operatori per innovare e
migliorare le infrastrutture di rete
L’incremento degli investimenti degli Operatori è ancora più rilevante se letto nello scenario macroeconomico
presentato nel Capitolo 1, in cui si evince che gli investimenti complessivi delle imprese calano di oltre il 3%
nel 2014 (cfr. Capitolo 1 - La dinamica degli investimenti delle imprese)
Investimenti (miliardi €)
•
2011
2012
2013
2014
CAPEX % su ricavi (escluse licenze)
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
99
(EBITDA – CAPEX)/SALES degli Operatori TLC in Italia
•
•
Il calo dell’EBITDA e l’aumento dell’incidenza degli investimenti sul fatturato porta inevitabilmente al calo
dell’indicatore [(EBITDA – CAPEX)/SALES], che rappresenta la capacità degli Operatori di generare cassa a fronte
degli investimenti richiesti
Tale indicatore scende sotto la soglia del 20% mai raggiunta negli anni precedenti
(EBITDA-CAPEX)/SALES
30%
25%
21%
21%
23%
25%
26%
24%
23%
18%
20%
15%
10%
5%
0%
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
Nota: i valori rappresentati nel grafico non includono gli investimenti per l’acquisizione di licenze
100
Indice del Capitolo

Le dinamiche dei ricavi e dei margini degli Operatori TLC italiani

Le dinamiche degli Operatori TLC: un confronto internazionale

Il grado di adozione dei servizi TLC in Italia

Le dinamiche del traffico voce e dati in Italia

Il ruolo delle Telco nella Digital Economy
101
Il mercato delle Telecomunicazioni: un confronto internazionale
•
L’Italia in 5 anni ha perso più di un quarto del suo valore iniziale sul totale mercato delle Telecomunicazioni. Solo la Spagna ha perso quanto
noi in percentuale, ma meno in valore assoluto (segno di un mercato che non ha raggiunto i valori assoluti dell’Italia). La Francia ha perso il
17%, mentre Germania e UK l’8,5% circa (meno di un terzo dell’Italia) e addirittura gli USA hanno guadagnato il 16%
persi
persi
guadagnati
4,6 mld
3,4 mld
46 mld
-8,5%
+16%
9,2 mld
9 mld
di € in 5 anni
di £ in 5 anni
di $ in 5 anni
persi
persi
di € in 5 anni
di € in 5 anni
-8,2%
-17%
-26%
persi
oltre 11 mld
di € in 5 anni
Mld €
50
40
-26%
30
20
10
0
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ARCEP, BNETZA, CMT, OFCOM, CNMC, BUNDESNETZAGENTUR, FCC, MARKETLINE E DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI ITALIANI
102
Il mercato della spesa in servizi di Telecomunicazioni: un confronto
internazionale
•
Anche guardando solo alla componente di spesa, in 5 anni l’Italia ha perso più di un quarto del suo valore iniziale. Solo la Spagna ha perso più
di noi sia in percentuale (oltre il 30%) sia in valore assoluto (quasi 8 miliardi €). La Francia ha perso il 18%, la Germania il 7% e UK è rimasta
pressoché stabile (segno che la perdita sui ricavi totali è imputabile in particolare al wholesale). L’unico Paese a crescere sono ancora gli USA
(+8,5%, con un guadagno di oltre 20 miliardi di $)
persi
persi
guadagnati
2,9 mld
0,2 mld
22,3 mld
-0,8%
+8,5%
7,9 mld
6,4 mld
di € in 5 anni
di £ in 5 anni
di $ in 5 anni
persi
persi
di € in 5 anni
di € in 5 anni
-7,1%
-18,2%
-30,2%
persi
7,5 mld
Mld €
30
di € in 5 anni
20
-27%
10
0
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ARCEP, BNETZA, CMT, OFCOM, CNMC, BUNDESNETZAGENTUR, FCC, MARKETLINE E DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI ITALIANI
Nota: i dati degli USA includono anche il wholesale (quindi non rappresentano la spesa ma i ricavi da servizi degli Operatori)
103
Il mercato della spesa in servizi di Telecomunicazioni fisse in Italia:
il confronto internazionale
•
La dinamica dei Paesi analizzati è molto differente tra rete fissa e mobile. Sulla rete fissa, infatti, emerge un crollo significativo in 5 anni
anche per Germania (-15,5%) e Stati Uniti (-16,1%). La Francia, invece, cala “solo” del 9,1%
persi
persi
persi
3,4 mld
0,5 mld
17,6 mld
-3,7%
-16,1%
3,2 mld
1,5 mld
di € in 5 anni
di £ in 5 anni
di $ in 5 anni
persi
persi
di € in 5 anni
di € in 5 anni
-15,5%
-9,1%
-27,4%
persi
oltre 2,5 mld
di € in 5 anni
Mld €
14
12
-21%
10
8
6
4
2
0
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ARCEP, BNETZA, CMT, OFCOM, CNMC, BUNDESNETZAGENTUR, FCC, MARKETLINE E DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI ITALIANI
Nota: i dati degli USA includono anche il wholesale (quindi non rappresentano la spesa ma i ricavi da servizi degli Operatori)
104
Il mercato della spesa in servizi di Telecomunicazioni mobili in
Italia: il confronto internazionale
•
Mentre Italia, Francia e Spagna perdono all’incirca 5 miliardi di euro in 5 anni sulla telefonia mobile, gli USA guadagnano 40 miliardi di euro e
UK e Germania riescono a crescere del 2% circa
guadagnati
guadagnati
guadagnati
di $ in 5 anni
di £ in 5 anni
di € in 5 anni
39,9 mld
+1,7%
+25,8%
persi
persi
0,5 mld
0,3 mld
4,9 mld
di € in 5 anni
+2,4%
4,7 mld
di € in 5 anni
-25,9%
-32,5%
persi
quasi 5 mld
di € in 5 anni
Mld €
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
-31%
2009
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ARCEP, BNETZA, CMT, OFCOM, CNMC, BUNDESNETZAGENTUR, FCC, MARKETLINE E DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI ITALIANI
Nota: i dati degli USA includono anche il wholesale (quindi non rappresentano la spesa ma i ricavi da servizi degli Operatori)
105
Il mercato delle Telecomunicazioni in USA
•
Il mercato delle Telecomunicazioni
in USA (miliardi $)
•
I ricavi da telefonia mobile in USA in 5 anni crescono del 26%, grazie a un significativo aumento dei ricavi, che si può ricondurre
all’aumento del numero di sottoscrizioni, all’incremento dei ricavi da traffico dati e alla stabilità dell’ARPU (che rimane costante
per tutto il periodo analizzato attorno ai 50$)
I ricavi da telefonia fissa calano invece del 16% in 5 anni, a causa della riduzione dei volumi di chiamate voce, dei minori ricavi da
connessione fissa e dell’aumento della competizione nel mercato. In tale contesto, il successo dei servizi mobile è una delle cause
del trend negativo dei ricavi da rete fissa
350
300
250
200
+2%
279,3
15,2
154,7
+2%
+5%
+4%
285,2
15,5
161,7
+44%
+6%
295,5
22,3
+5%
+13%
+8%
171,3
309
25,2
+1%
+15%
312,8
28,9
326
+37%
39,6
+3%
+2%
185,0
+4%
189,0
194,6
150
100
50
109,4
-1%
108,0
-6%
101,9
-3%
98,8
-4%
-3%
94,9
91,8
0
2009
2010
Servizi Telefonia Fissa
2011
2012
Servizi Telefonia Mobile
2013
2014
Device e Apparecchiature
FONTE FCC, MARKETLINE, DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI USA
Nota: i dati dei servizi di telefonia fissa e mobile includono anche il wholesale
106
Il mercato delle Telecomunicazioni in UK
•
•
Il mercato delle Telecomunicazioni
in UK (miliardi £)
•
La spesa di telefonia mobile in UK aumenta in 5 anni del 2%, con un trend positivo fino al 2012, e un leggero calo negli ultimi 2
anni. L’Arpu medio è calato nel 2014 solo dell’1%. Interessante i tassi di crescita dei ricavi out of bundle, frutto di strategie di
pricing che, mediamente, includono nel pacchetto base un tetto massimo di 1 GB/mese e del forte utilizzo di traffico 4G da parte
degli utenti
La spesa in telefonia fissa è calata del 4% in 5 anni, con una leggera ripresa negli ultimi 2 anni; continuano a crescere i ricavi da
connessione broadband, grazie all’upgrade dei consumatori a connessioni super-veloci, mentre si registrano minori volumi di
chiamate da fisso
I ricavi da wholesale perdono il 30% in 5 anni
45
40
35
30
-2%
41,1
2,7
10,5
25
20
15,0
0%
-4%
+1%
-3%
40,4
2,7
10,1
15,1
0%
-12%
+2%
-1%
39,3
2,7
8,9
15,4
0%
-7%
+3%
-1%
39,1
2,7
8,3
15,9
-2%
0%
38,6
-5%
-2%
0%
37,7
7,9
-8%
7,3
15,6
-2%
2,7
2,7
15,3
15
10
5
-3%
12,9
12,5
-2%
12,3
-1%
+2%
12,2
12,4
0%
12,4
0
2009
2010
Retail Fisso
2011
Retail Mobile
2012
Wholesale
2013
2014
Altri Ricavi
FONTE OFCOM, MARKETLINE, DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI UK
Nota: i dati 2014 relativi a Wholesale e Altri Ricavi sono stime degli Osservatori Digital Innovation Politecnico di Milano
107
Il mercato delle Telecomunicazioni in Germania
•
•
Il mercato delle Telecomunicazioni
in Germania (miliardi €)
•
•
La spesa per telefonia mobile in Germania negli ultimi 5 anni è cresciuta del 2%, dove la competizione sui prezzi si è fatta sentire
molto meno che in Italia
La spesa in telefonia fissa cala invece del 15,5% in 5 anni, per una sempre più crescente sostituzione del fisso con il mobile e un
aumento nel numero di pacchetti bundle
I ricavi wholesale calano del 14%, per via di un forte calo registrato nel 2011
Il mercato tedesco è stato caratterizzato anche da fenomeni di M&A, che hanno aumentato la concentrazione del mercato
60
50
56,9
3,7
-3%
-13%
1,7
+41%
10,3
-2%
40
30
19,2
-1%
-3%
55,4
0%
-7%
53,9
2,4
+3%
10,1
-16%
3,2
19,1
+4%
-2%
-6%
53,9
2,5
+13%
8,6
+2%
3,0
19,9
+1%
-1%
-8%
52,9
-7%
52,2
2,8
-2%
2,7
2,7
8,7
-1%
+1%
8,8
+1%
8,9
20,1
-1%
20,0
-2%
19,6
19,5
-4%
18,8
-1%
18,6
2,8
2,6
2,4
20
10
22,0
-7%
20,6
-3%
19,9
-2%
0
2009
Retail Fisso
2010
Retail Mobile
2011
Wholesale
2012
2013
Device e Apparecchiature
2014
Altri Ricavi
FONTE BUNDESNETZAGENTUR, MARKETLINE, BUDDE, DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI DE
Nota: i dati 2014 relativi a Retail Fisso, Retail Mobile, Wholesale, Device e Apparecchiature e Altri Ricavi sono stime degli Osservatori
Digital Innovation Politecnico di Milano
108
Il mercato delle Telecomunicazioni in Francia
•
•
La spesa in telefonia mobile in Francia, a differenza di Spagna e Italia, ha iniziato il proprio calo nel 2011, – perdendo però
complessivamente quasi 5 miliardi di euro in 5 anni (26% del valore iniziale) -, e ha registrato un calo pari al -7% nell’ultimo anno.
La principale causa di tale dinamica è la battaglia sui prezzi avviata dopo l’ingresso sul mercato (a partire dal 2012) di un nuovo
operatore (Free Mobile). Nonostante tutto, i volumi di fonia e messaggistica crescono anche nel 2014
La spesa in telefonia fissa è calata del 9% in 5 anni, a causa di minori ricavi da chiamate voce, dovuti all’aumento di offerte
bundle e alla riduzione nei volumi consumati. I ricavi da connessioni super-veloci rappresentano l’unico segmento del settore in
aumento, nonostante il tasso di crescita stia rallentando negli ultimi anni
Il wholesale cala del 20% in 5 anni
Il mercato delle Telecomunicazioni
in Francia (miliardi €)
•
60
50
40
30
53,3
6,8
2,1
9,2
1%
-6%
53,6
-2%
0%
+6%
6,4
2,2
+5%
0%
9,2
-3%
18,9
+3%
16,3
0%
19,5
-3%
16,3
-3%
52,4
6,4
2,3
8,9
-5%
-10%
+5%
-1%
-7%
5,7
2,4
-2%
8,8
-6%
46,6
-8%
17,5
-14%
15,8
-2%
15,4
-2%
-5%
-3%
44,3
5,6
2,4
8,3
-11%
5,5
2,6
7,4
15,1
-7%
14,0
15,2
-2%
14,8
0%
19,0
20
10
49,8
+5%
0
2009
Retail Fisso
2010
Retail Mobile
2011
Wholesale
2012
2013
Device e Apparecchiature
2014
Altri Ricavi
FONTE ARCEP, MARKETLINE, DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI FR
109
Il mercato delle Telecomunicazioni in Spagna
•
•
La Spagna registra tassi di calo della spesa in telefonia mobile simili al nostro Paese, che hanno portato ad una perdita
complessiva di poco meno di 5 miliardi di euro in 5 anni; nel corso dell’ultimo anno, la spesa del consumatore è calata del 10%.
Una delle principali ragioni delle dinamiche spagnole è il calo dei prezzi, avvenuto in particolare nel 2013 quando gli Operatori
principali si sono uniformati a quelli minori nella scelta del pricing delle offerte bundle; a differenza dell’Italia, i volumi di Sms
hanno iniziato a calare fin dal 2008, anche se il crollo forte è avvenuto nel 2013 per via dell’impatto di servizi di instant
messaging come WhatsApp e per la crescente diffusione di offerte bundle che non includono gli Sms
La spesa in telefonia fissa ha perso il 27% in 5 anni, a causa di un calo dei ricavi sia da fonia sia da connessione fissa
La Spagna ha subito nel corso degli anni un calo drastico anche dei ricavi wholesale per via degli interventi dell’authority
Il mercato delle Telecomunicazioni
in Spagna (miliardi €)
•
40
35
30
35,3
1,5
1,7
6,0
25
20
14,5
-3%
-2%
+6%
-3%
-3%
15
10
5
11,6
-4%
34,2
1,4
1,8
5,8
14,0
11,2
-4%
-10%
+8%
32,9
-3%
5,6
-4%
-5%
1,3
1,9
13,5
10,6
-8%
-25%
0%
-6%
-9%
-7%
30,4
1,0
1,9
5,3
-8%
28
15%
1,1
2,1
4,8
-8%
10,9
-10%
9,1
-7%
+11%
-9%
12,3
-11%
9,9
-8%
-7%
0%
-4%
25,9
1,0
2,1
4,6
9,8
8,4
0
2009
Retail Fisso
2010
Retail Mobile
2011
Wholesale
2012
2013
Device e Apparecchiature
2014
Altri Ricavi
FONTE CNMC, MARKETLINE, DATI AZIENDALI DEGLI OPERATORI ES
110
Indice del Capitolo

Le dinamiche dei ricavi e dei margini degli Operatori TLC italiani

Le dinamiche degli Operatori TLC: un confronto internazionale

Il grado di adozione dei servizi TLC in Italia

Le dinamiche del traffico voce e dati in Italia

Il ruolo delle Telco nella Digital Economy
111
La dinamica delle linee fisse in Italia
•
Sono calate di circa 2 milioni le linee fisse in Italia negli ultimi 7 anni, con un calo pressoché costante dal 2010
al 2014
In particolare nel 2014 sono state perse 500 mila linee
25
0%
+2%
-2%
-2%
-2%
-3%
-3%
20
Linee (milioni)
•
15
10
22,4
22,0
22,5
22,5
22,1
21,7
21,1
20,6
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
5
0
FONTE RELAZIONI ANNUALI AGCOM
112
La dinamica delle linee mobili in Italia
•
Anche nel 2014 le linee mobili (intese come somma di Sim) sono calate (-3%) con un perdita di oltre 2,5 milioni
di linee
Complessivamente dal 2007 le linee sono, comunque, cresciute di circa 4,5 milioni
120
100
Linee (milioni)
•
+2%
+4%
-1%
-0,3%
+1%
+3%
-3%
80
60
40
89,8
91,7
90,4
93,6
96,0
97,2
96,9
94,2
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
20
0
FONTE RELAZIONI ANNUALI AGCOM
113
Gli accessi in banda larga da rete fissa in Italia
•
•
Continua la crescita degli accessi in banda larga da rete fissa in Italia, +3% nel 2014 con un incremento
assoluto pari a 400 mila linee
Complessivamente dal 2007 la crescita è stata pari al 44%, con un crescita di circa 4,5 milioni di linee
Accessi in banda larga fissa (milioni)
16,0
14,0
12,0
+7%
+3%
+2%
+1%
+3%
+10%
+11%
10,0
8,0
6,0
4,0
10,0
11,1
12,2
13,1
13,5
13,7
14,0
14,4
2010
2011
2012
2013
2014
2,0
0,0
2007
2008
2009
FONTE RELAZIONI ANNUALI AGCOM
Nota: i dati sono calcolati a fine anno
114
Indice del Capitolo

Le dinamiche dei ricavi e dei margini degli Operatori TLC italiani

Le dinamiche degli Operatori TLC: un confronto internazionale

Il grado di adozione dei servizi TLC in Italia

Le dinamiche del traffico voce e dati in Italia

Il ruolo delle Telco nella Digital Economy
115
Il traffico voce originato in Italia su rete commutata fissa e mobile
350,0
300,0
250,0
200,0
150,0
57%
210
62%
211
63%
221
67%
224
71%
70%
224
60%
50%
40%
120,1
131,4
138,6
150,5
158,5
100,0
50,0
80%
30%
20%
90,1
79,9
82,6
73,8
65,1
10%
Proporzione traffico mobile (%)
•
•
Stabili nel 2014 i volumi di traffico voce in Italia, per effetto di un andamento opposto delle due componenti: se, infatti, crescono i
minuti di traffico voce effettuati su mobile (+5%), diminuiscono quelli su rete fissa (-12%)
Per questo aumenta ulteriormente l’incidenza dei minuti da mobile, che hanno così superato il 70% del totale
Il traffico voce non ha ancora subito un impatto determinante da parte delle Mobile App: sarà interessante monitorare l’effetto
dell’introduzione del servizio di chiamate da parte di WhatsApp nel 2015
Traffico voce (miliardi di minuti)
•
0%
0,0
2010
2011
Fisso
2012
Mobile
2013
2014
Mobile in % totale
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
116
Il traffico Sms originato in Italia
Nel 2014 cala vertiginosamente il numero di Sms inviati da dispositivi mobili (-40%); questo forte calo è imputabile
al sempre maggior utilizzo di servizi di messaggistica come WhatsApp (ad aprile ha registrato quota 800 milioni di
utenti attivi al mese nel mondo)
120
100
Traffico Sms (miliardi di Sms)
•
+12%
+3%
-19%
80
-40%
60
40
84
86
97
79
47
20
0
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
117
Il traffico dati fisso in Italia
Continua la crescita per quanto riguarda i volumi di traffico dati da fisso – anche se con tassi inferiori alla rete
mobile, come mostrato in slide successiva –, pari a +27% nel 2014. Dal 2010 ad oggi il traffico dati fisso è più
che raddoppiato
7.000
6.000
Traffico dati fisso (Petabyte)
•
+27%
5.000
+17%
+19%
4.000
+18%
3.000
2.000
3.030
6.290
3.562
4.228
4.951
1.000
0
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
118
Il traffico dati mobili in Italia
•
Continua la crescita anche nell’utilizzo di traffico dati da mobile, che nel 2015 supera quota 500 Petabyte
(+47%). Dal 2010 ad oggi il traffico dati mobile è cresciuto di oltre il 300%
La crescita nell’ultimo anno è imputabile anche alla crescente diffusione del 4G, che, come dimostrato da
ricerche internazionali, porta ad un consumo doppio di traffico rispetto agli utenti che navigano in 3G
600
Traffico dati mobili (Petabyte)
•
500
+47%
400
+34%
300
+34%
200
100
515
+52%
128
350
195
262
0
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
119
Il confronto tra volumi di traffico voce e ricavi degli operatori per la
fonia fissa
Confrontando i minuti di traffico voce in uscita da fisso negli ultimi 4 anni con la spesa per fonia fissa, emerge
come il costo per minuto sia calato, anche se in maniera non sostanziale, negli ultimi 4 anni; nel 2010, infatti, un
minuto di chiamata costava all’incirca 8,44 cent €/min (7,6 miliardi di euro per 90 miliardi di minuti), mentre nel
2014 7,85 cent €/min (5,1 miliardi di euro per 65 miliardi di minuti)
10
Spesa per minuto di traffico voce da
rete fissa (€cent)
•
9
8
7
8,44
8,75
7,71
7,84
7,85
2012
2013
2014
6
5
4
3
2
1
0
2010
2011
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
120
Il confronto tra volumi di traffico voce e ricavi degli operatori per la
fonia mobile
Al contrario, il confronto tra minuti di traffico voce in uscita da mobile e la spesa da fonia mobile mostra come
in 4 anni il prezzo per minuto sia nettamente calato: nel 2010 un minuto di chiamata costava all’incirca 8,60
cent €/min – valore molto simile alle chiamate da rete fissa - , mentre nel 2014 circa 3,50 cent €/min (60% in
meno del costo del 2010). Nel 2010 infatti i ricavi da fonia mobile valevano 10,3 miliardi di euro per un totale di
120 miliardi di minuti di traffico voce in uscita; nel 2014 si è passati a 5,5 miliardi di euro e 158 miliardi di
minuti
Spesa per minuto di traffico voce da
rete mobile (€cent)
•
10
9
8,58
7,25
8
7
6,12
6
4,53
5
3,48
4
3
2
1
0
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
121
Il confronto tra volumi di traffico dati e ricavi degli operatori per
connettività mobile
Confrontando la dinamica del consumo di traffico dati da Mobile negli ultimi 5 anni con i ricavi da connettività
Mobile (inclusi Smartphone, Tablet e Internet Key), balza subito all’occhio come il costo per GB di traffico si sia
più che dimezzato in soli 4 anni: se, infatti, nel 2010 per ogni GB di traffico si pagavano all’incirca 15 euro (circa
2 miliardi di euro per 128 petabyte di traffico), nel 2014 tale valore era pari a poco più di 6 euro (oltre 3,1
miliardi di euro per 515 petabyte di traffico)
18
Spesa per GB di traffico dati da
rete mobile (€)
•
16
14
15,30
12
11,60
10
9,62
8
7,82
6
6,05
4
2
0
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
122
Indice del Capitolo

Le dinamiche dei ricavi e dei margini degli Operatori TLC italiani

Le dinamiche degli Operatori TLC: un confronto internazionale

Il grado di adozione dei servizi TLC in Italia

Le dinamiche del traffico voce e dati in Italia

Il ruolo delle Telco nella Digital Economy
123
La Digital Economy in Italia (1 di 2)
•
•
•
•
Le reti degli Operatori di telefonia abilitano lo sviluppo di molteplici mercati, che nel complesso definiamo “Digital
Economy”. E’ quindi interessante confrontare le dinamiche di mercato della Digital Economy con quelle degli Operatori di
telefonia
La Digital Economy (ossia la somma di Digital Content Pay & Adv, Digital Commerce e Digital Payment, investimenti in
hardware, software e servizi) nel 2014 vale 35 miliardi di euro circa
Dal 2006 al 2014 ha guadagnato oltre 10 miliardi di euro, e ci si aspetta che entro il 2017 arrivi a sfiorare i 50 miliardi di
euro
Oltre ai mercati direttamente abilitati – che chiamiamo Digital Economy – il digitale sta trasformando in maniera
radicale molteplici settori (banking, assicurazioni, retail, pubblica amministrazione, utility, automotive, ecc.)
Mld €
60
≈50
50
35
40
30
25
27
20
10
0
2006
2009
2014
FONTE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO
2017
Per Digital Content Pay si intende la spesa dei consumatori per contenuti digitali, come giochi, musica, video, app, ecc. Per Digital Advertising si
intendono gli investimenti pubblicitari sul canale Internet. Per Digital Commerce si intende l’acquisto di beni e servizi tramite il canale internet. Per
Digital Payment si intendono i pagamenti effettuati tramite il cellulare (sia da remoto sia in prossimità) e le transazioni effettuate tramite Mobile POS.
124
La Digital Economy in Italia (2 di 2)
•
•
•
La Digital Economy nel 2014 è legata per oltre il 50% alla componente strettamente IT (hardware, software e servizi), ma
il peso di questa componente si sta riducendo in maniera significativa negli anni, per effetto della crescita di tutte le
altre voci. All’interno di questa componente, ampie prospettive di mercato sono legate al mondo dell’Internet of Things
Nel 2014 il Digital Commerce & Payment pesa circa un terzo del totale, mentre i Digital Content (intesi come somma
della spesa dell’utente e dei ricavi derivanti da Digital Advertising) valgono l’11%
Nel 2017 ci si aspetta in particolare una crescita notevole della componente legata al Digital Commerce e Digital
Payment che arriverà a pesare per più del 50% del mercato, soprattutto guidata dai dispositivi mobili
Mld €
60
Tot. ≈ 50
50
9%
40
Tot. 35
30
11%
Tot. 25
Tot. 27
Digital Content
(Pay e Adv)
52%
Digital
Commerce &
Digital Payment
Hardware,
Software e
Servizi IT
20
6%
14%
9%
20%
34%
10
80%
71%
55%
39%
2006
2009
2014
2017
0
FONTE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO
125
La Digital Economy in Italia: il confronto con le Telco
•
•
•
A fronte della continua crescita della Digital Economy, come precedentemente visto, il mercato delle TLC ha perso, dal 2006 al
2014, 15 miliardi di euro, e ci si aspetta che il calo continui anche nei prossimi 2/3 anni, anche se con tassi meno negativi di
quelli registrati nel 2013 e 2014
L’effetto di tali opposte dinamiche è che, mentre nel 2006 il mercato Telco era quasi il doppio di quello generato dalla Digital
Economy, nel 2014 i due valori si equivalgono e nel 2017 ci si attende che la Digital Economy sia 1,7 volte i ricavi delle Telco
Per la sostenibilità degli investimenti richiesti alle Telco sul costante incremento delle potenzialità della rete, diventa dunque
chiave la capacità degli Operatori di ritagliarsi un ruolo importante all’interno di questi nuovi mercati – e più in generale per la
Digital transformation che sta impattando tutti i principali settori – e non lasciarli appannaggio esclusivo degli Over the Top.
D’altro canto è importante che si crei un contesto normativo che preveda regole del gioco uniformi per Telco e OTT, ad esempio
con riferimento a tematiche di privacy, profilazione dei clienti, ecc.
Mld €
60
50
47
≈50
43
40
30
25
27
32
35
<30
20
Economia Diretta
Economia Abilitata
10
0
2006
2009
2014
2017
FONTE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO
126
5. Le dinamiche di mercato dei
Contact Center in outsourcing in
Italia
Indice del Capitolo
 La dinamica dei ricavi dei Contact Center in outsourcing in Italia
 Le dinamiche di mercato di alcuni dei principali Top Contact Center in
outsourcing in Italia
 Le dinamiche del mercato dei Contact Center in outsourcing: un confronto
internazionale
 I principali trend in atto: la digitalizzazione di canali di contatto e processi
128
Il mercato dei Contact Center in outsourcing in Italia: l’approccio
metodologico
•
L’analisi si è concentrata sulle sole aziende che realizzano attività di Contact Center in outsourcing (circa 200),
ponendo poi un focus particolare su alcuni dei principali Contact Center per fatturato (che rappresentano il
48% del fatturato complessivo) e che hanno fornito direttamente i dati
Oltre 2.000 aziende registrate con codice
ATECO 82.20.00 – Attività dei call center
•
•
•
•
•
•
•
•
Abramo
Almaviva Contact
Call & Call
Comdata
Sky-Sins
Telecontact
Transcom
Visiant
Circa 200 aziende che
svolgono realmente attività
di Contact Center
Esclusi, ad esempio, i
phone center
8 aziende
rappresentano il 48%
del fatturato
Campione che ha fornito
direttamente i dati
129
La dinamica dei ricavi dei Contact Center in outsourcing in
Italia
•
•
•
Il mercato dei Contact Center in Outsourcing nel 2014 cala leggermente, tra l’1 e il 2%. Non è possibile stimare la
dinamica in maniera più puntuale, per la mancanza di dati sul consuntivo 2014 di circa un terzo dei player
Tale valore include le attività di inbound, outbound, back office, altri servizi (soluzioni ICT, attività di logistica, ricerche
di mercato, ecc.), ricavi provenienti dall’estero e ricavi da subappalto
Nel 2014, le attività in outbound hanno rappresentato poco meno di un quinto del totale fatturato
Il comparto degli Operatori TLC nel 2014 pesa poco più del 40% del totale mercato
2.500
Fatturato Contact Center in Italia
(milioni €)
•
+1%
2.000
-1/2%
1.500
1.000
1.927
1.951
1.910 /
1.930
2012
2013
2014
500
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI, BILANCI AZIENDALI E RICERCA DATABANK
130
La curva di Pareto dei Ricavi dei Contact Center nel 2014 in Italia
•
Si tratta di un mercato altamente frammentato, dove i primi 13 player generano circa il 60% del fatturato e
l’80% del fatturato viene raggiunto con circa 30 aziende, ovvero il 15% circa del campione totale
Date le dinamiche di mercato e i cambiamenti delle esigenze dei consumatori (che richiedono nuovi canali di
interazione), ci si attende una naturale evoluzione del settore verso una maggiore concentrazione
100%
90%
80%
Cumulata del fatturato
•
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
13
30
Numero di Contact Center ordinati per fatturato
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI E BILANCI AZIENDALI
131
Indice del Capitolo
 La dinamica dei ricavi dei Contact Center in outsourcing in Italia
 Le dinamiche di mercato di alcuni dei principali Top Contact Center in
outsourcing in Italia
 Le dinamiche del mercato dei Contact Center in outsourcing: un confronto
internazionale
 I principali trend in atto: la digitalizzazione di canali di contatto e processi
132
La dinamica dei ricavi di 8 tra i Top 10 Contact Center in
outsourcing sul mercato italiano
I principali Contact Center in outsourcing in Italia per fatturato (che coprono quasi il 50% del mercato
complessivo) registrano una perdita pari al -3,5% nel 2014, quindi superiore a quella stimata per il mercato
totale, dopo anni in cui crescevano con un tasso attorno al +3%
+2,8%
+3,7%
+3,5%
1.000
Ricavi 8/10 Top 10 Contact Center in
outsourcing (milioni €)
•
-3,5%
900
800
700
600
500
400
856
886
919
945
912
2010
2011
2012
2013
2014
300
200
100
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI (Base: 8 dei primi 10 Operatori del settore)
133
La dinamica delle diverse fonti di ricavo di 8 tra i Top 10 Contact
Center in outsourcing sul mercato italiano
•
Ricavi 8/10 Top 10 Contact Center
(milioni €)
•
•
Oltre il 70% dei ricavi degli operatori analizzati fa riferimento ad attività gestite da lavoratori inbound
(customer care, vendite, back-office) ed è la componente che cala di meno
Il peso dell’outbound è solo dell’8%, a differenza della media di mercato in cui è pari a poco meno di un quinto
Fatto 100 il fatturato del 2014, l’incidenza dei ricavi provenienti da off-shoring è pari a meno del 5%, ossia poco
più di 40 milioni di euro
+2,8%
+3,7%
-3,5%
+3,5%
1.000
945
919
912
856
886
900
800
700
600
174
67
+2,5%
146
+35%
198
83
+7%
89
-6%
84
660
+3,5%
683
-3%
663
-18%
143
+24%
+7%
-5%
189
-11%
74
-2%
649
500
400
300
615
200
100
0
2010
2011
Inbound
2012
Outbound
2013
2014
Altro
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI (Base: 8 dei primi 10 Operatori del settore)
Le attività svolte da personale in off-shoring per il mercato italiano sono incluse nelle voci inbound/outbound/altro in Italia
134
La dinamica dei costi di 8 tra i Top 10 Contact Center in outsourcing
Anche i costi si riducono, di poco più del 3%
L’incidenza dei costi sul totale ricavi è pari al 93%
1.000
Costi 8/10 Top 10 Contact Center in
outsourcing (milioni €)
•
•
900
+3,8%
+7,4%
-3,2%
+5,4%
800
700
600
500
400
300
750
805
835
880
852
2010
2011
2012
2013
2014
200
100
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI (Base: 8 dei primi 10 Operatori del settore)
135
La dinamica delle diverse voci di costo di 8 tra i Top 10 Contact
Center in outsourcing
•
•
•
•
•
Nel 2014 l’incidenza del costo del personale Italia sul totale costi è pari al 72% e sul totale ricavi è pari al 67% (con realtà che
arrivano anche a più dell’80% dei ricavi)
Se al costo del personale Italia si aggiunge anche una stima dei costi di near-shoring e subappalto, l’incidenza sfiora l’80% del
totale costi e si avvicina a tre quarti dei ricavi
Nel 2014 il costo del personale Italia cala del 4% grazie allo sfruttamento, da parte di alcune grandi realtà, di ammortizzatori
sociali, incentivi regionali e sgravi contributivi; infatti, la dinamica del costo del personale è molto diversa da azienda a azienda,
con alcune realtà che calano di svariati punti percentuali e altre che crescono di pochi punti percentuali
L’incidenza dei costi di subappalto e near-shoring sul totale costi è limitata (7%) anche se è in crescita di anno in anno
Se si considerano i ricavi al netto dell’outbound e dell’off-shoring, l’incidenza del costo del personale Italia (dipendenti +
somministrati) è pari 75%
Focalizzando l’attenzione solo sui lavoratori italiani, l’85% del costo del lavoro è legato ai dipendenti
1.000
Costi 8/10 Top 10 Contact
Center (milioni €)
•
+7,4%
800
750
600
154
8
10
-5%
+63%
+170%
578
+7%
400
200
805
+3,8%
835
146
13
27
-3%
+38%
+22%
142
18
33
619
+4%
642
+5,4%
+17%
880
-3,2%
852
+17%
+70%
166
21
56
-4%
0%
+2%
160
21
57
-1%
637
-4%
614
0
2010
Costi Personale Italia
2011
2012
Costi subappalto + near-shoring
2013
2014
Costi Altro Outsourcing
Altri Costi
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI (Base: 8 dei primi 10 Operatori del settore)
136
Il costo medio del personale Italia (solo dipendenti e somministrati)
per FTE di 8 tra i Top 10 Contact Center in outsourcing in Italia
Il costo medio del personale Italia per FTE è praticamente stabile nel 2014, nell’intorno di 30k euro
Cala, invece, del 2,8% il numero di FTE (dipendenti + somministrati)
Costo del personale medio per FTE di 8/10
Top 10 Contact Center (migliaia €)
•
•
35
30
-0,3%
+5%
-2%
+4%
25
20
15
28,3
29,4
28,7
30,0
29,9
2010
2011
2012
2013
2014
10
5
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI (Base: 8 dei primi 10 Operatori del settore)
Nota: i dati rappresentano dipendenti e somministrati, sono esclusi i LAP. I costi fanno riferimento al solo personale residente in Italia
137
Indice del Capitolo
 La dinamica dei ricavi dei Contact Center in outsourcing in Italia
 Le dinamiche di mercato di alcuni dei principali Top Contact Center in
outsourcing in Italia
 Le dinamiche del mercato dei Contact Center in outsourcing: un confronto
internazionale
 I principali trend in atto: la digitalizzazione di canali di contatto e processi
138
Il mercato dei Contact Center in outsourcing a livello mondiale
Il mercato dei Contact Center in Outsourcing a livello mondiale vale, secondo IDC, 54 miliardi $ nel 2014
Il tasso di crescita atteso del mercato dei Contact Center in Outsourcing è del +5/6% all’anno fino al 2018
Il tasso di outsourcing è in aumento, in particolare grazie alla crescita dell'utilizzo in nuovi mercati
verticali, quali ad esempio quello dell’Healthcare e dell’Insurance
80
70
60
US$, miliardi
•
•
•
50
48
51
54
57
61
64
67
40
30
20
10
0
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
FONTE IDC, MAGGIO 2014
139
Le dinamiche di mercato negli altri Paesi europei
•
•
•
•
•
Secondo una ricerca di Frost & Sullivan il mercato dei Contact Center in outsourcing (con esclusione dei ricavi
da back-office) vale nel 2014 in Europa circa 14 mld €, di cui il 25% proveniente da UK, il 17% dalla Germania,
il 16% dalla Francia, il 9% dalla Spagna e solo il 7% dall’Italia
L’Italia mostra, quindi, i minori ricavi medi per abitante, come mostra il grafico seguente
Il tasso medio annuo di crescita dal 2014 al 2019 a livello europeo è del 3,3%
Secondo diverse fonti, nei principali paesi dell’EU5 il mercato dei Contact Center in outsourcing continua a
crescere di qualche punto percentuale
Il mercato dei Contact Center in outsourcing cresce grazie alla collaborazione con molteplici industry (Telco,
Finance, Retail, PA, ecc.)
Outsourced Contact Services Revenue/Inhabitant
UK
€ 54,33
DE
€ 28,74
FR
SP
IT
Subtotal EU
€ 32,29
€ 26,23
€ 16,99
€ 32,06
Nord America
€ 61,91
FONTE ELABORAZIONE SU DATI FROST&SULLIVAN, MAGGIO 2015
140
Il peso dei settori in Italia a confronto con la media europea e nordamericana
•
L’Italia mostra uno spaccato dei settori che generano ricavi per il settore dei Contact Center in outsourcing
molto diverso da quello della media europea. In particolare, si nota l’assenza o il peso molto ridotto di settori
quali il Retail, Consumer Goods e High Tech, la Sanità, la PA
12,4%
7,6%
12,3%
9,8%
10,4%
5,5%
11,2%
22,8%
8,8%
18,7%
4,7%
6,3%
1,6%
Others***
Energy & Utility
Travel & Hospitality**
PA
16,3%
17,6%
Healthcare
24,0%
18,2%
43,6%
22,1%
26,1%
Retail, Consumer Goods
and High Tech
BFSI (Banking, Financial
Services & Insurance)
Telecom*
EU
Nord America
Italia
FONTE ELABORAZIONE SU DATI FROST&SULLIVAN, MAGGIO 2015 E DATABANK 2014
* Italia: include Media & Entertainment
** Italia: include Transportation
*** Nord America include Government & Education, Manufacturing, Media & Entertainment, Utilities; EU include Manufacturing, Media & Entertainment, Utilities
141
Indice del Capitolo
 La dinamica dei ricavi dei Contact Center in outsourcing in Italia
 Le dinamiche di mercato di alcuni dei principali Top Contact Center in
outsourcing in Italia
 Le dinamiche del mercato dei Contact Center in outsourcing: un confronto
internazionale
 I principali trend in atto: la digitalizzazione di canali di contatto e processi
142
L’importanza della digitalizzazione
•
Secondo l’ultima edizione della Ricerca di Dimension Data sui Contact Center (in house e in outsourcing) le
interazioni basate su canali digitali sono già più di un terzo del totale e, di questo passo, si prevede
arriveranno a superare quelle vocali nel giro di due anni. E’ fondamentale, dunque, definire una strategia di
contatto omnicanale
•
Più del 40% dei Contact Center intervistati dichiara che i propri sistemi IT non sono soddisfacenti per
rispondere alle attuali esigenze del mercato; la percentuale sale all’80% se si pensa ai bisogni futuri
Da un punto di vista strategico si assisterà, ma è già in atto in alcune realtà, ad un «paradigm shift» da un
modello di mass service a uno di mass personalization
•
FONTE DIMENSION DATA, 2015, GLOBAL CONTACT CENTER BENCHMARKING REPORT
143
L’attuale stato di adozione dei canali digitali a livello internazionale
•
•
Nonostante una buona consapevolezza dell’importanza della digitalizzazione, l’utilizzo di canali alternativi alla
voce (fatta eccezione per la mail) è ancora ridotto (meno della metà dei Contact Center intervistati ha adottato
i diversi strumenti). Si riscontano però piani di investimenti nel giro di un anno, in particolare su web chat,
mobile app e social media, da parte di molte realtà
Fondamentale sarà l’integrazione tra i diversi canali, per offrire agli utenti un’esperienza realmente seamless
(omnichannel)
What channels are managed by the contact centre? Percentage of contact centres | n = 875
Telephone
99%
Email
90%
IVR touchtone
4%
54%
Internet website (incl. Peer-to-peer systems)
10%
46%
Social media (Facebook, Twitter, etc.)
Web chat
26%
IVR speech
24%
9%
16%
32%
23%
34%
Smartphone application
38%
25%
38%
39%
37%
29%
29%
17%
6%
36%
16%
43%
SMS text/instant messaging
Video chat
<1% 1%
Available now
Available within 12
months
No plans
45%
59%
75%
FONTE DIMENSION DATA, 2015, GLOBAL CONTACT CENTER BENCHMARKING REPORT
144
L’utilizzo dei diversi canali di contatto per fasce d’età a livello
internazionale
•
I Social Media sono, in particolare, la porta di accesso al dialogo con le imprese preferita dalla generazione Y
(ovvero chi ha meno di 34 anni), ma 6 Contact Center su 10 non sono attrezzati a riguardo. Per questa fascia di
utenza, il telefono è all’ultimo posto tra i canali di contatto.
FONTE DIMENSION DATA, 2015, GLOBAL CONTACT CENTER BENCHMARKING REPORT
145
I benefici riscontrabili con l’utilizzo di Mobile App di Self-care
•
Un’analisi di McKinsey su un Telco Operator europeo dimostra che la creazione di Mobile App di Self-care
consente di ridurre le chiamate al Contact Center, generando così risparmi di costi per l’azienda
FONTE MCKINSEY
146
L’attuale stato di adozione di strumenti di gestione delle
informazioni a livello internazionale
•
•
Il 40% dei Contact Center intervistati non ha tool di analisi dei dati per il monitoraggio delle performance, l’analisi dei
trend, lo studio delle cause legate ai contatti dei clienti, ecc. I Contact Center che svolgono attività di outbound sono
mediamente più attrezzati di quelli inbound sotto questo punto di vista. Eppure i big data e i tool di analytics sono
considerati i principali trend che trasformeranno i Contact Center nei prossimi 5 anni
Stupisce anche l’ancora limitata adozione di tool di analytics sulla voce (22,8%)
What business information tools are available within your contact centre? Percentage of contact centres | n=775
Agent performance and capability scorecards
78,7%
Data presentation - real-time/historic
dashboards
Data analysis (i.e. business performance, Big
Data, root cause analysis, trending
69,9%
60,1%
Post-contact survey capability
52,1%
Data sourcing (i.e. user profile, social media,
quality mgt.)
43,5%
Speech/customer voice/text analytics
Automated lesson assignment based on agent
QA scores?
None of these
22,8%
13,7%
5,7%
FONTE DIMENSION DATA, 2015, GLOBAL CONTACT CENTER BENCHMARKING REPORT
147
L’attuale stato di adozione di Workforce management system a
livello internazionale
•
L’utilizzo di sistemi di gestione della forza lavoro (workforce management system) per la pianificazione delle
attività, la gestione dei carichi e il monitoraggio delle prestazioni è ancora molto carente sui canali digitali; si
tratta però di investimenti chiave per aumentare l’efficacia, l’efficienza e la produttività della forza lavoro
Which channels are covered by automated workforce management systems? Percentage of contact centres | n = 658
FONTE DIMENSION DATA, 2015, GLOBAL CONTACT CENTER BENCHMARKING REPORT
148
Sintesi: il ruolo chiave della digitalizzazione
•
La crescita della Digital Economy amplierà la necessità di contatto a distanza con le imprese
•
In questo scenario, il servizio di assistenza alla clientela può diventare un nuovo fattore competitivo per i committenti
•
Al contempo si osservano trasformazioni significative nei comportamenti dei consumatori e, conseguentemente, nelle
modalità di erogazione di servizi di customer care
•
I consumatori dimostrano di gradire strumenti di contatto alternativi alla voce (Social Media, Mobile App, Web Chat, ecc.)
che consentono anche di ridurre i tempi per effettuare una segnalazione o ottenere una risposta ad una propria esigenza
•
Uno dei driver di sviluppo per le aziende di Contact Center è, dunque, l’innovazione in termini di customer experience che
presuppone investimenti, volti ad offrire servizi più qualificati, ad esempio in:
nuovi canali di comunicazione ed interazione con i clienti finali che consentano all’utente di interagire con l’azienda
attraverso il canale preferito – la così detta omnicanalità (Applicazione Mobile, Web Chat, Social Media, ecc.)
− soluzioni volte a ridurre i tempi di risposta e aumentare la qualità del servizio (ad esempio, tramite sistemi di
collaborazione in real-time tra operatori dei Contact Center; sistemi di gestione e ottimizzazione intelligente del
traffico; sistemi di speech analytics per il miglioramento continuo sia del servizio al cliente sia dei feedback ai
committenti sulle offerte)
− nuovi strumenti a supporto dei processi aziendali interni (in particolare, sistemi di segnalazione opportunità
commerciali a Operatori inbound per generare approccio proattivo; repository di informazioni condivise tra sales,
customer care, marketing)
Per garantire la qualità del servizio, diventa necessario investire sulla formazione del personale, in quanto i consumatori
sono sempre più esigenti e preparati quando entrano in contatto con un Contact Center
−
•
•
Il nuovo scenario competitivo richiede al contempo maggiore flessibilità negli orari, nelle modalità di lavoro, nelle politiche
retributive
FONTE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO
149
6. Le dinamiche del mercato del
lavoro nella filiera delle TLC in
Italia
Indice del Capitolo

Gli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti degli Operatori TLC italiani

Le caratteristiche degli addetti degli Contact Center in Outsourcing
in Italia

Approfondimento: lo Smart Working
151
Gli addetti della filiera delle TLC in Italia (dipendenti e
somministrati)
•
Addetti della filiera TLC (dipendenti e
somministrati in migliaia di teste)
•
Il numero di addetti della filiera delle TLC in Italia (dipendenti e somministrati) cala dell’11% dal 2010 al
2014: tale dinamica è l’effetto di una riduzione del 15% all’interno degli Operatori di rete e di un aumento
della componente dei Contact Center in outsourcing, la quale tuttavia risulta in calo nel 2014
In ogni caso il peso degli Operatori TLC rimane nel 2014 dominante (53% del totale)
160
140
135,0
-2%
132,8
-5%
126,7
120
29,0
-7%
27,0
-11%
100
11,5
+2%
11,8
80
20,0
+11%
74,5
-4%
-2%
-3%
124,1
24,0
-1%
+1%
11,9
22,2
+3%
71,8
-5%
119,8
23,7
+0,4%
-5%
11,3
-8%
10,4
22,8
+0,2%
22,8
-2%
22,3
68,0
-2%
66,3
-5%
63,2
23,8
60
40
20
0
2010
2011
2012
Operatori di rete
Contact Center
2013
Fornitori di apparati
2014
Altri
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
Nota: i dati relativamente ai Contact Center non si riferiscono al totale addetti dei Contact Center, ma ad una stima degli addetti
che operano direttamente in outsourcing per gli Operatori TLC
152
Il ricavo medio per FTE nella filiera TLC
•
Il ricavo medio per FTE ha perso dal 2010 al 2014 ben 16 p.p.; calo che continua anche nel 2014 (-4,1%)
-0,1%
Ricavo medio per FTE (migliaia €)
450
-9,3%
-3,6%
400
-4,1%
350
300
250
200
415
415
2010
2011
150
376
363
348
2012
2013
2014
100
50
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
Nota: i dati rappresentano dipendenti e somministrati, sono esclusi i LAP. Per quanto riguarda i Contact Center sono considerati tutti
gli addetti e non solamente quelli univocamente legati alla filiera TLC
153
Il costo del personale medio per FTE nella filiera TLC
•
Negli ultimi anni il costo del personale per FTE è sostanzialmente stabile, intorno a 50 K€ annui
Costo del personale medio per FTE
(migliaia €)
60
+0,7%
-6,7%
-0,3%
50
+0,8%
40
30
52,9
53,3
49,7
49,5
50,0
2010
2011
2012
2013
2014
20
10
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
Nota: i dati rappresentano dipendenti e somministrati, sono esclusi i LAP. Per quanto riguarda i Contact Center sono considerati tutti
gli addetti e non solamente quelli univocamente legati alla filiera TLC
154
Indice del Capitolo

Gli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti degli Operatori TLC italiani

Le caratteristiche degli addetti degli Contact Center in Outsourcing
in Italia

Approfondimento: lo Smart Working
155
I dipendenti della filiera TLC per sesso
•
•
Dal 2010 è cresciuta la presenza di donne all’interno della filiera, arrivando a pesare il 43% del totale
stabilmente dal 2012 al 2014
Oltre il 40% della componente femminile complessiva lavora nei Contact Center in outsourcing
% dei dipendenti su totale teste
100%
90%
80%
41%
41%
43%
43%
43%
59%
59%
57%
57%
57%
2010
2011
2012
2013
2014
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Uomini
Donne
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
Nota: in questa sezione sono considerati tutti i dipendenti delle diverse aziende della filiera che hanno risposto al questionario
e non solamente quelli univocamente legati alla filiera TLC
156
L’età anagrafica dei dipendenti della filiera TLC
•
Cresce l’età anagrafica dei dipendenti della filiera TLC: più del 60% ha oltre 40 anni (contro il 49% del
2010). Di contro si riduce la quota degli under 30: da 13% a 7% in 4 anni
Tale situazione richiede una riflessione considerando la necessità della filiera di generare innovazione in
un contesto sempre più competitivo (anche in relazione alle dinamiche degli Over The Top)
100%
% dei dipendenti su totale teste
•
90%
12%
9%
8%
7%
37%
34%
32%
38%
37%
49%
51%
54%
58%
61%
2010
2011
2012
2013
2014
13%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Oltre i 40 anni
Compreso tra i 30 e i 40 anni
Inferiore ai 30 anni
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
157
L’anzianità aziendale dei dipendenti della filiera TLC
Cresce anche l’anzianità media: nel 2014 il 64% ha più di di 10 anni di anzianità in azienda (contro il 53%
del 2010)
100%
% dei dipendenti su totale teste
•
90%
21%
19%
22%
14%
17%
80%
70%
60%
22%
22%
22%
20%
53%
59%
58%
61%
64%
2010
2011
2012
2013
2014
26%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Maggiore di 10 anni
Compresa tra 5 e 10 anni
Minore di 5 anni
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
158
L’incidenza dei contratti a tempo parziale sui dipendenti
E’ in aumento la componente di contratti a tempo parziale sul totale dipendenti, passata da 25% del 2010
al 29% del 2014. Il trend, tuttavia, risulta in rallentamento nell’ultimo anno (-0,4 p.p.)
35%
% dei dipendenti su totale teste
•
30%
25%
24,8%
26,6%
28,0%
29,6%
29,2%
2013
2014
20%
15%
10%
5%
0%
2010
2011
2012
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
159
Indice del Capitolo

Gli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti degli Operatori TLC italiani

Le caratteristiche degli addetti dei Contact Center in Outsourcing in Italia

Approfondimento: lo Smart Working
160
I dipendenti degli Operatori TLC per sesso
Dal 2010 la presenza di donne all’interno degli Operatori TLC si attesta attorno al 35% del totale
L’incidenza femminile all’interno degli Operatori TLC è inferiore rispetto alla media della filiera
100%
% dei dipendenti su totale teste
•
•
90%
80%
35%
34%
36%
36%
35%
65%
66%
64%
64%
65%
2010
2011
Uomini
2012
2013
Donne
2014
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
161
L’età anagrafica dei dipendenti degli Operatori TLC
Anche per gli Operatori TLC è in continua crescita l’età anagrafica dei dipendenti: il 73% ha più di 40 anni
(contro il 59% del 2010). Di contro si è praticamente dimezzata la quota degli under 30: dal 7% al 4% in 4
anni
100%
% dei dipendenti su totale teste
•
90%
80%
70%
6%
5%
34%
32%
31%
59%
62%
64%
2010
2011
2012
7%
4%
4%
26%
23%
70%
73%
2013
2014
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Oltre i 40 anni
Compreso tra i 30 e i 40 anni
Inferiore ai 30 anni
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
162
L’anzianità aziendale dei dipendenti degli Operatori TLC
Cresce anche l’anzianità media: nel 2014 l’84% ha più di 10 anni di anzianità in azienda (nel 2010 era il
70%) e solo il 5% ha meno di 5 anni
100%
% dei dipendenti su totale teste
•
90%
80%
8%
22%
14%
5%
12%
5%
11%
79%
83%
84%
8%
7%
14%
78%
70%
60%
50%
40%
30%
70%
20%
10%
0%
2010
2011
Maggiore di 10 anni
2012
2013
2014
Compresa tra 5 e 10 anni
Minore di 5 anni
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
163
L’incidenza dei contratti a tempo parziale sui dipendenti degli
Operatori TLC
E’ in aumento la componente di contratti a tempo parziale sul totale dipendenti, passata dal 12,6% del
2010 al 13,5% del 2014
16%
% dei dipendenti su totale teste
•
14%
12,6%
13,1%
13,3%
13,4%
13,5%
2011
2012
2013
2014
12%
10%
8%
6%
4%
2%
0%
2010
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
164
Indice del Capitolo

Gli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti degli Operatori TLC italiani

Le caratteristiche degli addetti dei Contact Center in Outsourcing in Italia

Approfondimento: lo Smart Working
165
La dinamica degli addetti nei Contact Center in outsourcing in Italia
Il totale dipendenti nei Contact Center in outsourcing che hanno risposto ai questionari nel 2014 si
attesta attorno a 26 mila persone, in calo del 2% rispetto al 2013. Nonostante il trend osservato
nell’ultimo anno, dal 2010 al 2014 il numero di dipendenti è aumentato di circa 17%
Numero di dipendenti nei Contact Center
in outsourcing (teste)
•
30.000
+4%
+6%
+7%
-2%
25.000
20.000
15.000
10.000
22.400
23.989
25.420
26.558
26.139
2010
2011
2012
2013
2014
5.000
0
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
166
I dipendenti nei Contact Center in outsourcing in Italia per sesso
L’incidenza femminile all’interno dei Contact Center è stabile intorno al 70% del totale per tutto il
periodo analizzato
% dei dipendenti totali nei Contact
Center in outsourcing
•
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
71%
71%
71%
70%
70%
29%
29%
29%
30%
30%
2010
2011
Uomini
2012
2013
Donne
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
Nota: i dati rappresentano solo i dipendenti, sono esclusi somministrati e LAP
167
L’età anagrafica dei dipendenti nei Contact Center in outsourcing in
Italia
•
% dei dipendenti totali nei Contact
Center in outsourcing
•
Il settore dei Contact Center in outsourcing presenta una composizione di età anagrafica molto più
giovane della media della filiera TLC: il 15% dei dipendenti ha meno di 30 anni contro il 7% nella filiera
complessiva e il 56% ha tra 30 e 40 anni contro il 37% della filiera totale
Ciò nonostante nel periodo analizzato è aumentata l’età media: la componente over 40 è passata dal 17
al 29% in 4 anni, mentre i profili under 30 si sono dimezzati dal 30 al 15%
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
30%
30%
53%
54%
17%
16%
2010
Oltre i 40 anni
22%
19%
56%
57%
22%
24%
15%
56%
29%
2011
2012
2013
2014
Compreso tra i 30 e i 40 anni
Inferiore ai 30 anni
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
Nota: i dati rappresentano solo i dipendenti, sono esclusi somministrati e LAP
168
L’incidenza dei contratti a tempo parziale per i dipendenti nei
Contact Center in outsourcing in Italia
•
•
Incidenza contratti a tempo parziale nei
Contact Center in outsourcing
(% dei dipendenti totali)
•
E’ molto elevata l’incidenza dei contratti a tempo parziale: riguarda più dell’80% dei dipendenti, contro una media
della filiera complessiva pari a circa 29%. Il numero di contratti a tempo parziale nel periodo analizzato risulta in
aumento, con una leggera flessione del trend solo nel 2014
Nel 2014 nei Contact Center in outsourcing è diminuito il numero di contratti a tempo determinato (-18,3%
rispetto l’anno precedente) mentre aumentano i contratti di apprendistato (+17%)
I contratti a tempo determinato tra i dipendenti dei Contact Center in outsourcing analizzati sono pari al 3,9% del
totale, mentre i contratti di apprendistato sono il 3,2%. Nella filiera TLC, l’incidenza del tempo determinato è pari
al 1,6% e l’apprendistato a circa l’1%
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
77%
79%
82%
2010
2011
2012
85%
83%
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
Nota: i dati rappresentano solo i dipendenti, sono esclusi somministrati e LAP
169
Il tasso di turnover (dipendenti) nei Contact Center in outsourcing in
Italia
Il tasso di turnover all’interno dei Contact Center in outsourcing risulta in calo nel periodo analizzato,
perdendo più di 5 p.p. dal 2010 al 2014
Tasso di turnover nei Contact Center in
outsourcing (dipendenti in uscita)
•
9%
8%
7,88%
6,43%
7%
6%
5%
4,07%
4,56%
4%
2,72%
3%
2%
1%
0%
2010
2011
2012
2013
2014
FONTE ELABORAZIONE OSSERVATORI DIGITAL INNOVATION POLITECNICO DI MILANO SU DATI AZIENDALI
DATI RIFERITI AL CAMPIONE CHE HA RISPOSTO AI QUESTIONARI
170
Indice del Capitolo

Gli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti della filiera delle TLC in Italia

Le caratteristiche degli addetti degli Operatori TLC italiani

Le caratteristiche degli addetti dei Contact Center in Outsourcing in Italia

Approfondimento: lo Smart Working
171
Che cos’è lo Smart Working? Un framework di riferimento (1 di 2)
L'evoluzione dei modelli organizzativi e delle logiche di gestione del "capitale umano” rappresentano leve strategiche
su cui puntare per migliorare le performance e accrescere la competitività delle nostre imprese. Oggi più che mai,
infatti, le aziende italiane si trovano, per affrontare la congiuntura economica, a dover valorizzare al massimo le
proprie persone.
L’esempio di molte aziende eccellenti dimostra come l’adozione di nuovi approcci organizzativi possa contribuire in
modo significativo a creare un ambiente di lavoro efficace per le aziende e al tempo stesso per i lavoratori e la società
nel suo insieme. In questo contesto si inquadra la crescente attenzione per il fenomeno dello Smart Working definito
come una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli
spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.
L’introduzione dello Smart Working è il risultato di un ripensamento congiunto e coerente di quattro leve:
• policy organizzative, ovvero le linee guida relative alla flessibilità di orario (inizio, fine e durata complessiva) e di
luogo di lavoro e alla possibilità di scegliere e personalizzare i propri strumenti di lavoro;
• comportamenti e stili di leadership, legati sia alla cultura dei lavoratori e al loro modo di “vivere” il lavoro, sia
all’approccio da parte dei capi all’esercizio dell’autorità e del controllo;
• layout fisico degli spazi di lavoro, che condiziona efficienza, flessibilità e benessere delle persone e ne può orientare
e facilitare, o meno, la collaborazione;
• tecnologie digitali che, in funzione della loro qualità e diffusione, possono ampliare e rendere virtuale lo spazio di
lavoro, abilitare e supportare nuovi modi di lavorare, facilitare la comunicazione, la collaborazione e la creazione di
network di relazioni professionali tra colleghi e con figure esterne all’organizzazione.
Per poter abilitare la creazione di un modello di Smart Working efficace e sostenibile, la progettazione di queste leve
deve superare stereotipi tradizionali relativi a subordinazione, gerarchia e standardizzazione di compiti e mansioni,
orientandosi invece a principi quali la responsabilizzazione diffusa, la collaborazione emergente, la flessibilità adattativa e
la valorizzazione dei talenti individuali.
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
172
Che cos’è lo Smart Working? Un framework di riferimento (2 di 2)
L’adozione di pratiche di Smart Working permette di ottenere benefici che riguardano:
•
le aziende (miglioramento della produttività, riduzione dell’assenteismo, riduzione dei costi per gli spazi fisici, …)
•
le persone (miglioramento del work-life balance, aumento della soddisfazione, …)
•
l’ambiente (riduzione delle emissioni di CO2, di traffico e inquinamento, …).
IL FRAMEWORK DELLO SMART WORKING
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
173
Le tecnologie digitali abilitanti (1 di 2)
Le tecnologie digitali rappresentano una leva tecnologica molto rilevante nei progetti di Smart Working poiché, se le
persone hanno un certo grado di autonomia sulla scelta del luogo di lavoro, è importante che abbiano a disposizione
gli strumenti che permettano loro di farlo al meglio e senza che la scelta del luogo penalizzi l’efficacia nello
svolgere le attività.
Le tecnologie ICT attuali grazie alle loro caratteristiche di portabilità, accessibilità e adattabilità permettono di
rispondere alle nuove esigenze delle persone, abilitando sempre più modelli di lavoro orientati allo Smart Working.
Le tecnologie più efficaci da questo punto di vista sono Social e Unified Communication & Collaboration e le iniziative
Mobile e Cloud.
Le tecnologie Social e Unified Communication & Collaboration cambiano i flussi di comunicazione tradizionali creando
nuove opportunità di relazione e collaborazione emergente e creando nuove modalità di gestione della conoscenza.
Ad esempio l’utilizzo di chat, web conference, strumenti per la condivisione di documenti e con la possibilità di fare
delle modifiche in tempo reale, sono delle nuove modalità di comunicazione e collaborazione che affiancano e in
parte sostituiscono quelle più tradizionali, come l’uso della mail oppure le riunioni di presenza rendendo più rapidi i
processi e rendendo efficace anche il lavoro da remoto. L’utilizzo di community e social network aziendali permette
anche di associare ai colleghi competenze e progetti che facilitano l’identificazione delle persone competenti su un
certo tema. L’utilizzo di forum, blog e servizi di microblogging rappresenta poi un potente strumento per richiedere
supporto a colleghi anche non vicini fisicamente (ma dislocati in altre sedi aziendali o all’estero) che però hanno
affrontato e risolto criticità o problemi simili.
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
174
Le tecnologie digitali abilitanti (2 di 2)
Le tecnologie Mobile e Cloud Computing contribuiscono alla flessibilità e all'accessibilità nell’uso di applicazioni e
servizi, permettendo ai lavoratori di accedere alle applicazioni professionali in qualunque momento, luogo e
attraverso qualsiasi dispositivo, liberando le persone dalla necessità di una "postazione fissa”. Nel concetto di Mobile
rientrano tutti e tre gli aspetti legati al trinomio della Mobility: device, Mobile app e Enterprise Application Store. Se
a questo si aggiunge anche la possibilità di fruire delle proprie applicazioni/dati e documenti indipendentemente dal
device attraverso la fruizione in Cloud di fatto si limita la necessità di doversi obbligatoriamente recare in ufficio per
lavorare, lasciano alle persone autonomia nella scelta di farlo.
Insieme a queste tecnologie vanno poi considerate tutte quelle tecnologie più legate agli spazi fisici e agli ambienti
di lavoro. In questa categoria rientrano sia le applicazioni/servizi che favoriscono la mobilità all’interno dell’ufficio,
permettendo alle persone di spostarsi all’interno dello spazio di volta in volta nell’ambiente più consono allo
svolgimento della specifica attività (es. WiFi, sistemi di Smart Printing, …).
Infine, un’altra categoria di tecnologie riguarda quelle che permettono una gestione più ottimizzata ed efficace degli
spazi (es. schermi touch per la prenotazione di spazi condivisi o delle postazioni, tecnologie di noise reduction, …).
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
175
La diffusione dello Smart Working in Italia
Concentrandosi sulla diffusione dello Smart Working nel nostro Paese, dall’ultima rilevazione condotta nel corso del
2014 dall’Osservatorio Smart Working, su un campione significativo di 211 aziende multisettoriali di medio grandi
dimensioni operanti in Italia, è emerso che:
• il 67% delle organizzazioni intervistate ha già attivato qualche iniziativa in tal senso;
• ma solo l'8% del totale ad oggi adotta realmente un modello di Smart Working ovvero sta sviluppando un piano
sistemico che preveda azioni su tutte le 4 leve di progettazione precedentemente descritte.
Sono comunque buone le prospettive future: l’11% delle aziende intervistate prevede di attivare iniziative rilevanti di
Smart Working nei prossimi due anni; valore che porterebbe all’incirca una su 5 delle aziende medio grandi italiane ad
avere strategie di Smart Working.
Guardando il comportamento del campione nel suo complesso, il punto di partenza delle iniziative è stato spesso
l’introduzione di nuove tecnologie e strumenti abilitanti su cui il 59% del campione ha già attivato iniziative. Nei
prossimi anni, invece, pur non fermandosi l’investimento tecnologico, crescerà l’attenzione su altri interventi e in
particolare sull’attivazione di iniziative di formazione sui nuovi stili di management (55% delle aziende avrà delle
iniziative in questo ambito) e sull’introduzione di policy di flessibilità di luogo/orario di lavoro (45%). Per quanto
riguarda, invece, la riprogettazione degli spazi fisici, la diffusione di iniziative finalizzate allo Smart Working è ancora
limitata (19%), con il 21% delle aziende del campione che attiverà iniziative nel breve periodo.
59%
Tecnologie Digitali
Policy Organizzative
Layout Fisico
Comportamenti e Stili di Leadership
32%
19%
32%
13%
Intervento già effettuato
Intervento pianificato
21%
36%
19%
Campione: 142 CIO/IT Executive
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING – BASE 211 AZIENDE MEDIO-GRANDI ITALIANE
176
La diffusione delle tecnologie digitali abilitanti in Italia
Concentrandoci sulle tecnologie digitali che permettono una più efficace comunicazione e collaborazione, le
iniziative più diffuse in Italia riguardano la Unified Communication & Collaboration, presente nel 70% delle aziende
del campione; tra le iniziative più diffuse vi sono quelle infrastrutturali (VoIP), web conferencing e instant messaging.
Le Mobile Business App sono invece presenti solo nella metà del campione e molto spesso il numero di applicazioni
accessibili da Mobile è limitato.
Le iniziative Social, invece, scontano ancora un po’ di diffidenza e faticano ad essere viste concretamente come parte
integrante degli strumenti di lavoro, anche se qualcosa sembra stia cambiando in un numero crescente di imprese.
70%
UCC
Mobile BizApp
Social
Computing
51%
25%
10% 13% 7%
12%
20%
35%
28%
9%
20%
Intervento già effettuato
Interesse potenziale ma ancora in fase di
valutazione
Intervento pianificato
Non di interesse
Campione: 142 CIO/IT Executive
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
177
I benefici dello Smart Working riscontrati in Italia
Dall’analisi dei casi di successo, l’Osservatorio è riuscito ad identificare i benefici ottenibili dall’introduzione dello Smart
Working e in alcuni casi anche a calcolare un intervallo di riferimento del beneficio economico raggiungibile. Tali
benefici riguardano: aziende, persone e società.
Per le aziende i benefici sono particolarmente rilevanti, sebbene l’entità dei benefici dipenda dalla situazione di partenza
e dalle caratteristiche proprie del settore in cui l’azienda opera (es. la percentuale di attività operative/ su macchinari
che richiedono una presenza fisica, la percentuale di profili mobili/commerciali che già hanno qualche forma di
flessibilità oraria/di luogo, il livello di digitalizzazione dei processi, …). In generale si possono misurare in termini di:
• Miglioramento della produttività (intorno al 20%*)
• Riduzione dell’assenteismo (tra il 50-70%*)
• Riduzione dei costi per gli spazi fisici (tra il 20-30%**)
Per le persone in termini di:
• Riduzione dei tempi e dei costi di trasferimento;
• Miglioramento del work-life balance;
• Aumento della motivazione e della soddisfazione.
Per l’ambiente in termini di
• Riduzione delle emissioni di CO2;
• Riduzione dei traffico;
• Maggiore ottimizzazione dell’utilizzo dei trasporti pubblici.
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
* La stima deriva in parte da un confronto su specifici KPI pre-post introduzione dello Smart Working in alcune organizzazioni e in parte da una
rilevazione fatta sugli utenti business
** La stima deriva sia dall’analisi media del tasso di occupazione delle postazioni nelle organizzazioni, sia dal confronto con aziende che hanno
effettuato il cambiamento e misurato puntualmente la riduzione dei costi
178
Il ruolo degli Operatori TLC nelle iniziative di Smart Working
(1 di 2)
Il legame tra Operatori TLC e Smart Working può essere visto da due diverse prospettive: la prima vede il
coinvolgimento delle Telco in quanto provider di servizi tecnologici che abilitano lo Smart Working, la seconda è quella
dell’Operatore come azienda che intraprende progetti di Smart Working.
PROVIDER DI SERVIZI E TECNOLOGIE ABILITANTI
Gli Operatori TLC italiani svolgono un ruolo rilevante nell’ambito della diffusione dello Smart Working in quanto
propongono i principali servizi e tecnologie abilitanti lo Smart Working e in particolare i servizi di Unified
Communication & Collaboration e di supporto alla Mobility. In alcuni casi hanno strutturato delle offerte ad hoc che
includano servizi utili a supportare lo Smart Working.
Per alcune tecnologie che rappresentano il loro core business, come ad esempio i servizi di connettività o di fonia,
l’offerta commerciale è proposta direttamente dall’Operatore stesso. Invece per altre tecnologie, e in particolare per
quanto riguarda i servizi di collaboration, spesso l’Operatore si avvale di una partnership con una terza parte.
Le offerte proposte nell’ambito dello Smart Working si rivolgono a profili di clienti molto eterogenei tra loro: infatti
l’ampia gamma di servizi disponibili sul mercato soddisfa le esigenze sia delle piccole o medie che delle grandi
imprese.
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
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Il ruolo degli Operatori TLC nelle iniziative di Smart Working
(2 di 2)
LO SMART WORKING ALL’INTERNO DEGLI OPERATORI DI TLC ITALIANI
Lo Smart Working non rappresenta solo un opportunità di business per gli Operatori TLC. Di diversa natura sono gli
elementi che avvicinano gli Operatori TLC al tema dello Smart Working applicato al loro interno:
• da un lato vi sono le caratteristiche dell’azienda (la disponibilità di tecnologie digitali e strumenti smart, un buon
grado di mobilità delle persone, l’esigenza di ottimizzare l’utilizzo degli spazi);
• dall’altro una più matura consapevolezza dei benefici derivanti dall’implementazione di questo nuovo modo di
approcciare il lavoro.
Questo sono i driver principali che stanno spingendo sempre più gli Operatori Telco ad attivare iniziative di Smart
Working.
Lo stato di avanzamento dei progetti in atto nei diversi Operatori è eterogeneo ma è fattore comune un profondo e
serio interesse ad affrontare il tema. All’interno di questo settore si trovano anche i progetti più estesi, in termini di
persone coinvolte, di Smart Working.
Altro elemento comune a tutte le iniziative è stato l’aver approcciato i progetti in maniera sistemica, affiancando la
definizione delle policy ad un programma di formazione e change management che ha riguardato gli stili di leadership.
Molto spesso è stata la direzione HR, di concerto con altre direzioni aziendali come il Facility o IT a guidare il progetto,
ma con alle spalle un forte livello di sponsorship da parte del Top Management.
FONTE OSSERVATORIO SMART WORKING
180
Nota metodologica
L’ambito di analisi e gli obiettivi della Ricerca
•
Il Rapporto analizza le dinamiche dell’intera filiera delle Telecomunicazioni in Italia, che include
gli attori di seguito rappresentati:
Infrastrutture
di rete
•
Fornitori di
apparati e
servizi di rete
Fornitori di
terminali
Fornitori di
software
Operatori TLC
Aziende di
Contact Center
in outsourcing
Gli obiettivi del Rapporto sono stati:
− Analizzare le principali dinamiche di mercato in atto nella filiera italiana delle
Telecomunicazioni, inquadrandole nel contesto macroeconomico italiano e leggendole in
relazione a ciò che accade a livello internazionale
− Analizzare le dinamiche del mercato del lavoro nella filiera italiana delle
Telecomunicazioni, con un approfondimento specifico sul comparto dei call center
− Approfondire alcuni trend rilevanti per la filiera delle Telecomunicazioni
…. con l’intento ultimo di fornire dati a supporto della discussione del Forum Nazionale
organizzato da Asstel
182
Le metodologie di Ricerca
•
Le principali tematiche oggetto della Ricerca sono state affrontate con metodologie e fonti
composite ed eterogenee. Più precisamente:
− Raccolta diretta di dati quantitativi e qualitativi da parte delle principali aziende della
filiera TLC operanti in Italia, associate e non
− Analisi diretta di bilanci pubblici aziendali (di tutte le principali imprese della filiera TLC
operanti in Italia che non hanno fornito direttamente i dati)
− Case study sui principali player del mercato
− Analisi della letteratura accademica e scientifica internazionale
− Analisi delle principali fonti secondarie internazionali e italiane (report di società di ricerca
e analisti finanziari; fonti istituzionali; comunicati stampa; stampa generalista e
specializzata; ecc.)
− Dati e analisi provenienti dalle Ricerche degli Osservatori Digital Innovation
183
Gruppo di Lavoro
Il Gruppo di Lavoro
Gli Osservatori Digital Innovation
La Ricerca è stata condotta dal Gruppo di Ricerca degli
Osservatori Digital Innovation della School of Management
del Politecnico di Milano
Gli Osservatori Digital Innovation della School of
Management del Politecnico di Milano nati nel 1999 sono
oggi il punto di riferimento sull’Innovazione Digitale in Italia
attraverso attività di Ricerca, Comunicazione e Formazione.
Gli Osservatori svolgono Ricerche scientifiche finalizzate a
creare e diffondere cultura nel nostro Paese su opportunità e
impatti di soluzioni, servizi e tecnologie digitali, grazie anche
al confronto e all’aggregazione delle aziende della domanda
e dell’offerta, coinvolte in un Network neutrale e
precompetitivo
L’attività di Ricerca del 2014
• 30 Osservatori attivi
• 80 tra analisti, ricercatori e professori
• Oltre 100 Research Report prodotti
• Oltre 150 convegni e workshop organizzati, con oltre
15.000 partecipanti
• Oltre 1.000 casi analizzati all’anno
• Circa 50 articoli pubblicati sulle principali riviste
scientifiche all’anno
Digital Transformation
• Agenda Digitale
• Digital Business-Innovation Academy
• eGovernment
• HR Innovation Practice
• ICT & PMI
• ICT & Professionisti
• Innovazione Digitale in Sanità,
• Innovazione Digitale nel Retail
• Innovazione Digitale nel Turismo
• Innovazione Digitale nelle Utility
• Export
• M&A
Enterprise Solutions
• Big Data Analytics & Business Intelligence
• Cloud & ICT as a Service
• Information Security &Privacy
• Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione
• Collaborative Business Applications
• Internet of Things
• Mobile Enterprise
• Smart Intranet e Workspace Innovation (Intranet e Banche)
• Smart Manufacturing
• Smart Working
• Supply Chain Finance
Digital Markets
• eCommerce B2c
• Gioco Online
• Mobile Economy
• Mobile Banking
• Mobile B2c Strategy
• Mobile Payment & Commerce
• Multicanalità
• New Media & New Internet
• Startup hi-tech
185
Il Gruppo di Lavoro
I membri del team
Il Gruppo di Lavoro che ha lavorato sul Rapporto è costituito da:
•
Andrea Rangone, Professore Ordinario di Business Strategy e Digital Business al Politecnico di
Milano; Coordinatore degli Osservatori Digital Innovation
•
Marta Valsecchi, Responsabile delle Ricerche Mobile e New Media, Osservatori Digital Innovation
•
Angela Malanchini, Ricercatore, Osservatori Digital Innovation
•
Vittorio Ravano, Analista, Osservatori Digital Innovation
•
Mario Alessandra, Analista, Osservatori Digital Innovation
Hanno, inoltre, contribuito alla stesura del Rapporto:
•
Fabio Sdogati, Professore Ordinario di Economia Internazionale al Politecnico di Milano
•
Vittorio Trecordi, Docente a contratto in Communication Networks for electricity systems al
Politecnico di Milano e CEO di ICT Consulting
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Rapporto sulla filiera delle
Telecomunicazioni in Italia
Edizione 2015
Documento di lavoro per il Forum Nazionale TLC
ASSTEL, SLC/CGIL, FISTEL/CISL, UILCOM/UIL