Scheda film

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Scheda film
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
25 febbraio 2014
Calendario 07.01.14 - 11.03.14:
07-01-2014
BOMBER di Paul Co er
Versione originale in inglese con so o toli
14-01-2014
ARRUGAS di Ignacio Ferreras
Versione originale in spagnolo con so o toli
21-01-2014
FRANÇAISE di Souad El-Bouha
Versione originale in francese con so o toli
Evento organizzato in collaborazione
con Alliance Française di Torino.
28-01-2014
IN DARKNESS di Agnieszka Holland
Evento per la celebrazione del Giorno della Memoria
in collaborazione con l’Archivio Nazionale Cinematografico
della Resistenza e il Consolato Onorario della Repubblica di
Polonia in Torino.
04-02-2014
FROZEN RIVER di Courtney Hunt
11-02-2014
THE SESSIONS di Ben Lewin
18-02-2014
LICHTER (Luci) di Hans-Chris an Schmid
Versione originale in tedesco con so o toli
Evento organizzato in collaborazione con il Goethe-Ins tut
di Torino.
25-02-2014
LA GUERRA È DICHIARATA di Valérie Donzelli
04-03-2014
IL FIGLIO DELL’ALTRA di Lorraine Lévy
11-03-2013
KOKTEBEL’ di Aleksej Popogrebskij e Boris Chlebnikov
Versione originale in russo con so o toli
Evento organizzato in collaborazione con
l’Associazione Culturale Russkij Mir di Torino
PORTOFRANCO è realizzato:
Con il contributo di:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir |
Wic.it - Web Image CommunicaƟons | Libreria Therese Profumi per la mente |
Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza | Rossorubino
LA GUERRA E’ DICHIARATA
un film di Valérie Donzelli
Con:
Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gabriel Elkaïm,
Brigi e Sy, Elina Lowensohn
Durata:
100 minu
Genere:
Dramma co
Nazionalità: Francia, 2011
Sceneggiatura: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm
Fotografia:
Sébas en Buchmann
Musiche:
Pascal Mayer
Montaggio: Pauline Gaillard
Scenografia: Gaëlle Usandivaras
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Julie e e Romeo vivono la loro
grande storia d’amore, si amano
come se fosse ancora il primo
giorno e la loro favola è diventata
ancora più bella nel momento in
cui hanno avuto il primo figlio,
Adam. Ma il risveglio dal sogno sarà
trauma co, tu o si trasformerà in
incubo e caos, in una guerra impari
contro la mala a che affliggerà il
bambino. I due giovani dovranno
imparare a sostenersi, con tu a la
forza e il coraggio di cui sono capaci.
Diventeranno adul in fre a, nei
loro corpi di giovinezza devastata.
Valérie Donzelli me e in scena un
caleidoscopio filmico stupefacente.
Il film trascolora con una leggerezza
indicibile a raverso soluzioni
narra ve e visive
picamente
Nouvelle Vague. La regista,
a raverso questo ver ginoso
delirio truffau ano che è La guerra
è dichiarata,
dichiarata, dichiara, in forme
spericolate e liberissime, che il
gesto del fare cinema è già in sé un
pensare il mondo come possibilità
di libertà.
Per scrivere la sceneggiatura di
questo film, Valérie Donzelli non
ha avuto bisogno di ricorrere alla
fantasia o di volare lontano con
la mente. La storia portata sullo
schermo appar ene infa
alla
vita privata della regista/a rice
che, per la prima volta, insieme
al compagno Jérémie Elkaïm si
è messa a nudo, raccontando le
vicissitudini del loro amore giovane,
quello di due moderni Romeo e
Giulie a che, lacera dal dolore,
sfidano la morte, con la peggiore
delle prove richieste a una coppia
di genitori, uscendone distru ma
solidi.
Me endo da parte la felicità
spensierata pica della loro età,
i due protagonis
sono sta
infa costre a confrontarsi con
l’inaspe ata e terribile mala a
del figlio Adam, divenendo in
tu a fre a adul responsabili e in
grado di scoprire il loro nascosto
eroismo. Riportando la loro
esperienza personale al cinema,
ne hanno subito anche dei benefici
psicologici: trasmigrando la realtà
nello schermo, hanno avuto
l’opportunità di scrollarsi di dosso
tu a la sofferenza vissuta, come se
fossero divenu spe atori di una
situazione che ormai sembrava non
appartener più loro.
Nonostante il tema sia
tragico e l’argomento
da tra are molto
difficile da tener so o
controllo,
hanno
cercato di mantenere
il film - che ricorda
spesso le opere di François Truffaut
per l’uso della voce fuori campo,
il desiderio di raccontare i giovani
contemporanei e le musiche di
Vivaldi - in bilico tra la commedia
e il dramma co, una scelta de ata
dal fa o che la regista considera
il suo lavoro come qualcosa di
vivo, capace di far evolvere le
situazioni come accade nella
vita di tu i giorni, tanto che le
prime intenzioni erano quelle di
fare un film western o d’azione
(di questa volontà, poi cassata,
è rimasto come indice proprio il
tolo), in cui una giovane coppia
si ritrovava improvvisamente ad
affrontare insieme una pericolosa
avventura, evitando di correre il
rischio di passare per qualcuno
vuole necessariamente intenerire
lo spe atore.
lugubri. Per dare maggiore risalto
alla realtà della vicenda, le riprese
sono state effe uate nell’ospedale
in cui è stato realmente curato il
figlio della regista ma, a smorzare
i toni prevedibilmente dispera ,
interviene spesso la figura di
una pediatra che, nonostante
sia portatrice di ca ve no zie,
ha sempre qualcosa di comico
che la contraddis ngue, a par re
dagli occhiali con spesse len che
indossa o la disordinata scrivania in
cui si trova di tu o.
In quest’o ca, un ruolo importante
all’interno della storia è riservato a
quanto avviene dentro stru ure
mediche e ospedaliere, di solito poi
domina da atmosfere sofferen e
IL FIGLIO
DELL’ALTRA
Prossimo appuntamento:
martedì 4 marzo
un film di Lorraine Lévy

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