Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
Prossimi appuntamenƟ:
12 febbraio 2013
05.02.2013 LA SICUREZZA INTERNA di Chris an Petzold [2000]
Versione originale in tedesco con so o toli
12.02.2013 LA VITA SEGRETA DELLE PAROLE di Isabel Coixet [2005]
19.02.2013 UN TOCCO DI ZENZERO di Tassos Boulme s [2003]
26.02.2013 POLISSE di Maïwenn [2011]
05.03.2013 COSE SEMPLICI (Prostye vešči) di Aleksej Popogrebskij [2007]
Versione originale in russo con so o toli
12.03.2013 TI DO I MIEI OCCHI di Icíar Bollaín [2004]
LA VITA SEGRETA DELLE PAROLE
PORTOFRANCO è realizzato:
Con il contributo di:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir |
Wic.it - Web Image CommunicaƟons | Libreria Therese Profumi per la mente |
Koktebel Film Company | Neon Video
Rossorubino | Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
di Isabel Coixet
Con:
Durata:
Genere:
Nazionalità:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Musiche:
Montaggio:
Scenografia:
Sarah Polley, Tim Robbins
115 minu
Dramma co
Spagna, 2005
Isabel Coixet
Jean-Claude Larrieu
Aitor Berenguer
Irene Blecua
Pierre-François Limbosch
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Un uomo e una donna, entrambi
feriƟ, su una piaƩaforma isolata.
Ci sono mol mo vi per rintanarsi
su una pia aforma petrolifera: c’è
chi lo fa per studiare l’ecosistema,
come Mar n, oceanografo. Chi
per dimen care di aver tradito
un amico, come Josef. Chi, come
Simon, cuoco sopraffino, per paura
di affrontare la terra. Chi con la
scusa di prendersi cura di un malato,
come Hanna, per dimen care se
stessa e le violenze subite durante
una guerra di cui più nessuno si
ricorda, quella dei Balcani (il film
è dedicato alla fondatrice dell’Irct,
organizzazione per la riabilitazione
delle vi me della tortura).
Ci sono cose che il cinema sembra
incapace di mostrare, perché
si corre il rischio di renderle
irrimediabilmente generiche (se
non addiri ura di «abbellirle»).
Il dolore, la morte e, peggio, i
massacri della guerra possono
rientrare in questa categoria. Ma
ci sono anche cose che il cinema
non può fingere di dimen care. E
la violenza dell’uomo sull’uomo
è una di queste. Il problema è
come raccontare certe cose senza
rischiare la banalizzazione. O la
spe acolarizzazione.
È allora che possono venire in aiuto
le parole. Come ha scelto di fare
la regista catalana Isabel Coixet,
so olineandolo fin dal tolo: La
vita segreta delle parole. Le parole
sono quelle che non vuole dire la
malinconica Hanna (interpretata
da Sarah Polley), finita su una
pia aforma petrolifera a curare un
operaio us onato in un incendio e
momentaneamente cieco, Joseph
(è Tim Robbins). Lui cerca di
comunicare almeno con la parola, lei
solo con i freddi ges professionali
dell’infermiera, inventandosi anche
uno nome falso, Cora, che sembra
un omaggio a Cortazar.
Fino a quando l’atmosfera che si
costruisce a orno a loro (e a cui
non sono estranei anche gli altri
abitan della pia aforma) finisce
per infrangere la barriera che teneva
nascosto il passato della ragazza, e
lasciare che le parole raccon no la
sua dramma ca esperienza. Così
quello che sembrava fino ad allora
un film su un mondo di solitudini
private diventa un film su una storia
pubblica di sofferenze e di crudeltà,
dove le persone portano sulla pelle
i segni della brutalità umana.
Con una delicatezza che non diventa
mai compassione ma nemmeno
censura (quando Hanna ricorda che
i solda , mentre la stupravano, le
sussurravano scusa all’orecchio, si
riesce a intuire che cosa dev’essere
stata davvero la ferocia messa in
campo nella ex Jugoslavia), Isabel
Coixet ci aiuta a non dimen care
una guerra che tu più o meno
cercano di cancellare. A cominciare
da chi ne ha pagato le conseguenze
e che si porta dentro un dolore
tanto grande da non riuscire
nemmeno a parlarne.
Persino spaventato dal fa o di
potere, un giorno, “piangere
talmente tanto che le lacrime
diven no un mare in cui tu
finirebbero per annegare”. Così,
come fa Joseph, che per ritrovare
Hanna finisce per scoprire il
suo passato ma che si rifiuta
(per pudore) di guardare una
videocasse a sulla sua odissea,
anche lo spe atore alla fine non
ha “visto” nessun orrore (se non
le cicatrici sul pe o della ragazza),
ma a raverso le parole e i silenzi
di Hanna ha smesso – almeno per
un momento – di cancellare dalla
propria memoria uno dei misfa
più atroci del nostro cosidde o
mondo civilizzato.
Un miracoloso film di recitazione
– impressionante la fermezza
della Polley – impreziosito da una
colonna sonora che me e insieme
Paolo Conte, Tom Waits e Antony
and the Johnsons.
Prossimo appuntamento: 19 febbraio 2013
UN TOCCO DI ZENZERO
Regia di Tassos Boulme s [ Grecia, Turchia • 2003 • 108’ ]