idrofobia - Non Un Solo Spettacolo

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idrofobia - Non Un Solo Spettacolo
IDROFOBIA
Massimo Stella
25 Aprile 2008
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- Questa città ormai sta cadendo a pezzi, James. . . - Cerchiamo solo di. . . uscire di qui - Come va la gamba? - Riesco a muoverla a fatica e mi fa un male tremendo. Non avrei. . . - E' già un miracolo che siamo ancora vivi. Lo senti questo rombo sordo?
Presto l'acqua invaderà tutto. I meccanismi di drenaggio raggiungeranno il
collasso in qualche ora - Quanta aria abbiamo a disposizione? - Non lo so Jamie. . . nella migliore delle ipotesi un qualche centinaio di
minuti. . . forse. . . vedi quelle spaccature laggiù? La cupola protettiva interna sta
lentamente cedendo. Si riescono a vedere persino i lamenti azzurrognoli. . . - L'acqua è trasparente, Robin. Quel blu elettrico surreale è solo eetto
dell'illuminazione articiale - Ovviamente - Ovviamente Una lunga pausa di silenzio.
I due arrancano per alcuni vicoli di una immensa cittadina in rovina.
Grattacieli pericolanti e ammeggianti.
Cascate d'acqua che rovinano dalla cupola sovrastante.
La terra è spaccata in due.
- Dobbiamo cercare di raggiungere la stazione sottomarina - Credi che ci sia qualcuno lì, Robin? - Io. . . non lo so. . . - Passiamo dai vicoli inferiori - Attento! Vieni! Un cumulo di polveri, frammenti di cemento e acqua piovono dal cielo.
Robin strattona James trascinandolo nel portone di un alto grattacielo.
- Siamo intrappolati! - Io non. . . la gamba! - Ti fa molto male? - E' tutto inutile. . . - Finchè saremo vivi. . . - Cosa faremo? - Continueremo a sperare - E' per la speranza che abbiamo costruito questo immenso mausoleo sottomarino. . . la volontà perentoria di costruire un mondo perfetto e giusto. . . è
così che veniamo ripagati dei nostri sforzi? Il portone è in realtà un lungo corridoio illuminato da lampade uorescenti
verdine.
Le porte degli appartamenti del piano terra sono tutte sfasciate.
- La gente è uscita da qui in grande fretta. . . - Devono essere scappati alla seconda sirena - Io ne ho contate otto nora - Noi demmo la prima, al laboratorio - Che cosa è accaduto precisamente? -
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- Io. . . non c'ero. . . onestamente non lo so bene ma credo sia stata una elettrolisi andata male - E un processo del genere avrebbe sprigionato così tanta energia da indebolire la corazza? Da alcune fenditure nella moquette sgorgavano piccole fontanelle d'acqua.
- Io. . . non so come abbia potuto. . . - Tieniti! Una scossa di terremoto fa vibrare l'intero palazzo.
- Sarà meglio uscire di qui al più presto! - Raggiungiamo il primo piano, ci caleremo dalle scale antincendio. Aggrappati a me, per la gamba. . . - Grazie. . . Una lunga pausa.
Poche scale bagnate da risalire.
- Tu James sei sposato? - Lo ero - Scusami, mi spiace - Non preoccuparti Un altro silenzio.
- Mia moglie morì annegata in una gita in barca con alcuni amici - Quanti anni fa è successo? - Dieci. Esattamente gli anni di questa vecchia bagnarola. . . - Aderisti al progetto della città sottomarina in seguito a. . . - Non riuscivo più a bere un bicchiere d'acqua in tranquillità. Io. . . mia
moglie. . . morì proprio davanti ai miei occhi. . . raramente aprivo i rubinetti a
casa mia. In breve pensai che sarebbe stato meglio. . . - Esorcizzare la tua paura? - Esatto. E quale luogo migliore se non questo? Un timido sorriso atto a nascondere qualcosa.
- Io invece. . . beh io ci credevo veramente - Siamo arrivati, ecco le scale antincendio - Sono abbastanza piccole. . . - Dobbiamo passare uno per volta. Riesci ad aggrapparti al corrimano? - Credo di sì - Sali prima tu allora, io ti seguo da dietro. Ti prometto che non cadremo - Voglio ben sperare Una immensa colonna d'acqua precipita dall'alto poco a nord rispetto ai
due.
- Ecco - Ci sei? - Sì. . . - Metti un piede qui. . . Ecco. . . Una dicile discesa.
- Sai. . . io ci credevo veramente. Sì insomma. . . a questo progetto. . . - Volevi anche tu vivere in un mondo perfetto? -
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- Ero un povero sciocco, vero? Cosa ho ottenuto? Una barca che fa acqua
da tutte le parti! - L'importante è non aondare. . . - Eppure io ci speravo. . . - In cosa speravi? - Nell'utopia - Nell'utopia? - Sì insomma qualcosa che non è in nessun luogo. . . qualcosa di impossibile
e inenarrabile come. . . una cittadina vera interamente sommersa - Già. . . una sorta di mito onirico. . . - L'unico topos adatto ad essere un mondo perfetto I due discendono nuovamente sulla strada.
- La folla inferocita e spaventata deve aver abbattuto e rovesciato tutte
queste macchine.. - Tra poco dovrebbe scattare la nona sirena. . . - Se solo non fossi stato travolto dalla folla. . . non avrei perso i sensi e forse
ora sarei in salvo! - Pensi possa esserci salvezza? Una pausa.
- Pensi possa esserci salvezza? Ho visto i progetti delle scialuppe di salvataggio, avevano un'autonomia appena suciente a raggiungere la supercie
ed erano state realizzate per trenta persone. Inutile dire che su ogni scialuppa
ne avrò viste salire almeno cinquanta. . . - Che cosa orribile. . . - Sembri inespressivo. . . - Penso a me stesso - Anche io avrei dovuto farlo. . . pensare a me stesso. . . ma. . . - Perché non sei salito anche tu su una scialuppa? - Non voglio seguire mia moglie - Mi. . . - Guarda. . . non è una bicicletta questa? Sali, coraggio - Ma io non posso pedalare. . . - Arriveremo prima alla stazione. Il sellino è completamente fradicio ma la
catena sembra intatta. . . Muraglia idriche disegnano straordinari tendaggi cascanti.
- Sai quello che ti stavo dicendo prima. . . io ci speravo - Beh. . . un mondo nuovo. . . costruito in un luogo ideale per un'utopia. . . una
città fondata da un centinaio di valenti scienziati. . . credo ci siano tutti gli ingredienti. . . e in fondo non trovi strano tutto questo? - Cosa ? Un segnale rumoroso e periodico inonda la città.
- Ecco. . . la. . . sirena. . . ! - Cosa ? Il silenzio piomba nuovamente nell'oscurità dell'abisso marino.
- Dicevo. . . la città è deserta. . . eppure ci siamo trovati. . . in mezzo alla desolazione più nera. . . -
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- Io avrei preferito conoscerti ad un tè delle cinque, onestamente - Tu. . . tu non hai paura? - Paura di morire? - Esatto. . . - Sì. C'è solo una cosa che mi fa più paura. . . - E di cosa si tratta? - Veramente sono molte cose. Ma riguardano tutte un'unica cosa in particolare. Io. . . - Tu ? - Io ho paura di colmare un bicchiere. Ho paura dello scrosciare della pioggia.
Tremo al solo pensiero di un arcobaleno e non riesco a cucinare per paura di
aprire il rubinetto. Ti chiederai come faccia a sopravvivere - Non è dicile immaginare l'alternativa. Quante volte ti buchi? - Quattro ebo al giorno. Costituiscono tutto ciò di cui ho veramente bisogno
- Mi dispiace, Robin - Ogni tanto sento un piccolo brivido ma non è nulla riguardo a quello che
provo quando devo fare necessariamente il bucato - Eppure sono solo piccole cose. . . - Piccole cose. . . hai ragione. . . Una tremenda colonna d'acqua dirompe da sotto terra e fa sbandare bicicletta e passeggeri.
Robin cade e scivola per terra, no a nire in una grande apertura del
pavimento ricolma di fango e acqua.
- Aiut-ami! Aiutami ti prego! - Arrivo, arrivo! - Dammi-la-man-dammi la mano! - Eccomi, sono qui! Aggrappati alla sporgenza del marciapiede! - Dam-mi la man-mano! James raggiunge Robin ma non protende la mano verso di lui.
Robin annaspa aannosamente cercando di non ingurgitare troppa acqua.
Egli guarda con occhi disperati James.
- T-ti prego! Ancora silenzio.
Schizzi d'acqua ovunque.
Fango e sporcizia dappertutto.
Il rumore di sguazzate permea l'aria circostante.
James ssa il nuovo amico con aria compiaciuta.
Il buio.
Per un attimo.
Un improvviso calo di tensione della illuminazione articiale.
Robin sbatte le palpebre per un istante e si rialza dalla pozzanghera in cui
era caduto.
A malapena quattro centimetri di acqua e fango.
- Ehm-ehm. . . Robin si sente piuttosto imbarazzato.
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La sua idrofobia non è nulla rispetto alla guraccia che ha fatto di fronte
all'amico.
- E' tutto a posto, James. . . stavo solo. . . io. . . ehm. . . ma. . . perché non mi hai
aiutato a rialzarmi? Non dirmi che ti eri accorto che si trattava di una semplice
pozzanghera e ne hai approttato per farmi arontare e superare la mia paura?
- Beh. . . io ci speravo. Veramente