Ho incontrato il tumore a otto anni. E ho vinto io
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Ho incontrato il tumore a otto anni. E ho vinto io
NEWS IL GIORNALE DI CHI CREDE NELLA RICERCA Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI - NUMERO 6 - DICEMBRE 2015 Quell’insostenibile male nei bambini. Lottiamo insieme «Ho incontrato il tumore a otto anni. E ho vinto io» Gaia oggi ha 11 anni e sta bene. Matteo si è ammalato più tardi, ma per ben due volte e dice: «La mia storia deve dare speranza». Entrambi sostengono “Gold for Kids” per l’oncologia pediatrica Il giovane paziente è l'unico a non cercare la causa del suo male. «Che senso ha?», dice Matteo Davide Bonvicini, 24 anni, un ambizioso designer che a metà del suo percorso di vita aveva già incrociato un medulloblastoma al cervelletto, il più insidioso dei tumori maligni dell'età infantile, riaffacciatosi pure nel 2012: con una recidiva più dura da digerire. «Pensavo di aver pagato il conto della malattia»; commenta, «invece un tumore può sempre abbracciarti di nuovo. Ma oggi le possibilità di cura sono aumentate e un cancro si può sconfiggere, anche quando a esserne colpito è un bambino. La mia esperienza deve essere un'iniezione di coraggio per chi incontra questo calvario lungo la propria strada». È stata tutta in salita la vita di questo ragazzo di Legnano che ha visto infrangersi a 12 anni i sogni dell'adolescenza contro una diagnosi impietosa. La massa che lo aveva portato a cadere dalle scale a chiocciola del suo appartamento aveva delle generalità prima sconosciute. Il "duello", però, ha visto vincitore Matteo, nonostante l'imboscata giunta tre anni fa: «La risonanza magnetica di controllo tolse i veli alla malattia: il tumore era tornato. Ancora un intervento, poi altri sei mesi di chemioterapia. Se la prima volta ero ignaro di tutto, nel 2012 ho preso la malattia di petto. E forse l'ho sconfitta, di nuovo. Anche se contro il cancro non è mai il caso di cantare vittoria». Raccontando la sua storia, il giovane "guerriero" ha acceso i riflettori sui tumori pediatrici, che ogni anno colpiscono 2.600 ragazzi in Italia, tra bambini (fino a 14 anni) e adolescenti (15- Due guide gratuite: per le donne malate al seno e per mangiare bene anche se si ha la celiachia A PAGINA 2 19 anni). È a loro che guarda la Fondazione Umberto Veronesi con "Gold for Kids" (goldforkids.it), il progetto lanciato - in collaborazione con l'Aieop (Associazione italiana Ematologia e Oncologia pediatrica) e Siamo (Società italiana adolescenti con Malattie oncoematologiche) - per sostenere le cure e promuovere l'informazione sull'oncologia pediatrica. «Credere di poter battere la malattia è fondamentale, sia che la si viva in prima persona sia che riguardi un figlio», dichiarano Andrea Dal Prato e Alessandra Terenzi, genitori dell'undicenne Gaia (nella foto in alto mentre era in cura per la malattia), colpita a otto anni da un rabdomiosarcoma tra testa e collo. «Nostra figlia, adesso, fa una vita normale. E il merito è soprattutto dei progressi registrati dalla ricerca oncologica». Grazie a "Gold for Kids", con i fondi raccolti nel 2015 è stato possibile avviare l’arruolamento di due protocolli di cure: per il neuroblastoma e per la leucemia mieloide acuta. Sono stati inoltre stanziati i fondi per avviare altri protocolli per i linfomi non Hodgkin, i sarcomi e i tumori renali. Con quanto verrà raccolto nel 2016 ci si concentrerà sui tumori cerebrali infantili: in particolare sul medulloblastoma, lo stesso che ha colpito due volte Matteo. L'attenzione è rivolta in particolar modo agli adolescenti. «Sono pazienti speciali, che spesso scoprono con ritardo la malattia, necessitano di cure specifiche e di un supporto psicosociale», ricorda Andrea Ferrari, oncologo pediatra coordinatore del Progetto Giovani dell'Istituto nazionale dei Tumori di Milano. Alimentazione: il cibo più adatto e più “goloso” per bimbi e ragazzi in terapia per un tumore A PAGINA 5 Avete mai visto un reparto di oncologia pediatrica? È un posto che fa male al cuore. Faceva male tanti anni fa all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano quando passavo in prossimità del reparto dedicato ai piccoli malati di tumore. Evitavamo un po’ tutti di passare di lì. Quei bambini troppo silenziosi, dolorosamente immobili nei loro lettini, i genitori con gli occhi rossi. Ci sentivamo impotenti di fronte alle speranze stroncate, a un ordine naturale che crediamo inviolabile, quello per cui i nostri figli sono protetti per il solo fatto di essere bambini, staranno meglio di noi e ci sopravviveranno. C’era invece una donna sottile e fortissima, dai grandi occhi chiari, fra i più determinati che abbia mai visto. Franca Fossati Bellani era andata a Parigi a visitare il primo reparto di oncologia pediatrica in Europa e si era detta: perché a Milano no? Così, in via Venezian è nato il reparto dedicato ai bambini malati di tumore, che da esperienza pioneristica è diventato un centro di eccellenza. Nel frattempo la ricerca internazionale ha lavorato a testa bassa, molte forme di leucemia che solo trent’anni fa erano una condanna senza appello oggi offrono oltre l’80 per cento di guarigioni. Ogni anno sono circa 1.600 i bimbi italiani che si ammalano, e non esistono reali opportunità di prevenzione. La loro speranza è la ricerca e a ciascuno di loro dobbiamo l’impegno massimo per sostenerla. Abbiamo fatto tanta strada, la meta è ancora lontana, ma insieme è possibile. La miopia è un’epidemia inarrestabile, dichiara l’Oms Quali i controlli da fare e quali segnali non trascurare A PAGINA 6