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Anno XXXIV, n. 2
RIVISTA DI STUDI ITALIANI
Agosto 2016
NOTE E RASSEGNE
INTERVISTA A ENCARNA ESTEBAN BERNABÉ
SULLA MONOGRAFIA IN SPAGNOLO SU MARIO LUZI
EMILIANO VENTURA
Fondazione Mario Luzi, Roma
L
a casa editrice Aracne ha da poco pubblicato una monografia sul poeta
Mario Luzi dal titolo Viaje terrestre y celeste de Mario Luzi. Análisis de
la espiritualidad luziana, di Encarna Esteban Bernabé1. L’autrice del
testo, Encarna Esteban Bernabé, è professoressa di lingua italiana presso il
dipartimento di Filologia della facoltà di lettere dell’Universidad de Murcia,
Spagna. Dalla nota personale del libro si apprende che la tesi di dottorato
riguardava proprio La espiritualidad de Mario Luzi en su obra poética.
L’abbiamo incontrata per parlare del suo testo e del suo lavoro sulla poesia di
Mario Luzi; non capita spesso che una casa editrice italiana pubblichi una
monografia in spagnolo su un poeta italiano.
D) Mario Luzi è un poeta internazionale molto apprezzato in Europa, c’è forse
una preferenza nell’ambito francese e in inglese, anche in virtù delle traduzioni
fatte da Luzi stesso. Anche la lingua spagnola rientra nelle grandi passioni di
Luzi, ha tradotto La fuente di Jorge Guillèn, per i tipi All’Insegna del Pesce
d’Oro. Tuttavia vorrei chiederle lo stato di conoscenza e di fruizione in Spagna
di un poeta come Mario Luzi.
R) Credo sia proprio questo il punto di partenza del mio lavoro. Mi stupiva
tantissimo che un poeta della misura di Mario Luzi non fosse tanto conosciuto
nel mio paese. Non sono stata la prima ad avvicinare l’opera di Luzi al
pubblico spagnolo. Ad esempio nel 2006 Coral García tradusse Primizie del
deserto e Dal fondo delle campagne nel 2010. Luzi visitò diverse città spagnole
negli anni novanta e apparve qualche traduzione in spagnolo, ma non si era
mai fatto un’analisi approfondita della sua opera. Quando scoprii la bellezza
dei versi luziani mi innamorai e mi dedicai in pieno al suo studio. Volevo in
qualche modo avvicinare l’opera del toscano al pubblico spagnolo.
D) Come nasce l’interesse per la poesia di Mario Luzi, lei ha sostenuto la tesi
di dottorato su questo poeta e ora ha pubblicato una bella monografia.
1
Encarna Esteban Bernabé,Viaje terrestre y celeste de Mario Luzi. Análisis
de la espiritualidad luziana, Roma: Aracne Editrice, 2016.
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EMILIANO VENTURA
R) Ebbi la fortuna di avere come professore di letteratura italiana uno dei pochi
studiosi spagnoli dell’opera luziana, il professore Pedro Luis Ladrón de
Guevara. Fu lui il primo a farmi scoprire la qualità di questo poeta.
L’antologia L’alta, la cupa fiamma, a cura di Maurizio Cucchi e Giovanni
Raboni fu il mio primo approccio ai versi luziani. Da lì, piano piano arrivarono
tutte le raccolte, Dal fondo delle campagne, Su fondamenti invisibili, Frasi e
incisi di un canto salutare... Una vera passione si svegliò in me. Quando arrivò
il momento, anni più tardi, di scegliere il tema di studio per la mia tesi di
dottorato, non c’erano dubbi: Luzi ne sarebbe stato l’oggetto. Da allora, il mio
lavoro è unito a lui. Insegno italiano all’Università di Murcia e nel 2014
pubblicai nella Rivista di Letteratura Italiana l’articolo “La città di Dio di
Sant’Agostino in Opus Florentinum di Mario Luzi” e attualmente, a parte la
monografia pubblicata da Aracne, sto lavorando ad un articolo sul concetto di
italianità in Luzi.
D) La prima considerazione che mi colpisce nel suo lavoro è la fondamentale
differenza e distanza dalla storiografia italiana che tende a separare gli ambiti
all’interno dell’opera di un poeta. Ad esempio, in Luzi la poesia e la
drammaturgia, sono state per anni oggetto di studio separato. Nel suo testo
questo non accade, faccio un solo esempio, parlando dell’influenza di
sant’Agostino lei passa a parlare anche del testo drammatico Opus Florentinum,
un dialogo di Santa Maria del Fiore con i credenti e cittadini. Evidentemente la
sua impostazione del lavoro è più unitaria.
R) Anche se è vero che il centro principale d’attenzione è stata l’opera poetica,
il mio primo interesse era l’analisi della spiritualità luziana e quindi non
potevo ignorare i testi in prosa o il teatro. Tutta l’opera mi dava la chiave per
capire o almeno cercare di avvicinarmi all’anima dell’uomo. La sensibilità di
Mario Luzi è così travolgente che non esiste una sola pagina scritta da lui, che
debba essere messa da parte. E in fondo, penso che il suo poetare, come diceva
lui, lo impregni tutto; il teatro luziano e anche i testi in prosa sono in fondo dei
testi poetici.
D) Lei parla a lungo dell’importanza della carità (caritas) in Luzi, cita
giustamente il ruolo della madre Margherita come fonte originaria di questa
adesione alla caritas cristiana. Ugualmente collega questo principio cristiano
all’opera del pontefice Benedetto XVI e al testo teatrale Corale della città di
Palermo per Santa Rosalia. Anche qui le chiedo di tornare sul tema della carità
e rintraccio lo stesso modus operandi che volge all’unità e all’uniformità del
pensiero luziano.
R) Secondo me la carità è uno dei motori principali dell’intera attività del
poeta. La prima riflessione venne con l’esempio della madre, ma durante tutta
la sua vita s’interrogò sul concetto di carità nell’umanità. Malgrado la
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SULLA MONOGRAFIA IN SPAGNOLO SU MARIO LUZI
cattiveria umana, Cristo ha mostrato che una carità autentica è possibile. Luzi
lo crede e fa di questa certezza la sua creazione poetica. Ma il primo passo per
incontrarsi con Dio è l’incontro con se stesso. Sant’Agostino insiste
nell’importanza dell’autoanalisi poiché solo dopo esser arrivato alla piena
accettazione di se stesso si può intraprendere l’avventura spirituale della
conoscenza del Creatore. La teologia degli ultimi tempi cammina in questa
direzione, specialmente grazie al contributo di Benedetto XVI. Si insiste nella
necessità dell’analisi personale. La Chiesa finalmente ha capito che se si vuole
facilitare l’esperienza divina nell’uomo si dovrà favorire un totale rispetto
della psicologia di ogni individuo.
Luzi riprende l’idea altruista dell’amore come dono. L’essere umano può
trovare il vero senso della vita e la vera felicità nel darsi agli altri. In Opus
florentinum Luzi fa esultare gli abitanti della Firenze del Duecento, e mette al
primo piano l’unione di un popolo armonioso, costruttore di una delle massime
bellezze architettoniche della cristianità, Santa Maria del Fiore. La carità è la
vera protagonista dell’intera opera luziana a mio avviso.
D) Lei ha curato particolarmente bene gli aspetti del pensiero di Teilhard de
Chardin che hanno influenzato il pensiero e la poesia di Luzi; in Italia ci sono
stati tanti autori che hanno scritto ed evidenziato gli stessi aspetti, tuttavia con
un po’ di ritardo e non in maniera così accurata come la sua. Forse per via di
una certa ‘diffidenza’ accademica verso il pensatore de Chardin. Non sembra
che sia così per lei.
R) Luzi rimase colpito dalla filosofia di Teilhard de Chardin. Confessa che
provò una vera esaltazione vedendo scritto il suo proprio pensiero teologico.
Personalmente successe un po’ così anche a me, sia con Luzi che con Chardin.
Io sono arrivata ai suoi scritti grazie a Mario Luzi e lo studio dei testi del
gesuita francese mi ha conquistata con forza. Ho dedicato un intero capitolo
alla sua influenza perché in un certo modo ho voluto contribuire nel mio
piccolo a ristabilire un po’ di autorità a questo grande pensatore cristiano, che
ha sofferto così ingiustamente l’incomprensione della Chiesa del suo tempo.
D) Lei ha dedicato un intero paragrafo alle ultime opere di Luzi dal 1995 al
2005, un periodo molto prolifico che vede sia opere drammaturgiche, Felicità
turbate, Ceneri Ardori, Opus florentinum, Il fiore del dolore, e opere poetiche;
La passione, Sotto specie umana, Dottrina dell’estremo principiante, Lasciami
non trattenermi. Difficile racchiudere in poche battute una complessità poetica
e metafisica che si attesta particolarmente in queste ultime prove, forse si può
riassumere con ‘la conquista della luce’ di un uomo molto anziano. Posso
chiederle una considerazione generale su questi anni e questi testi?
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EMILIANO VENTURA
R) Nelle opere raccolte col nome Frasi nella luce nascente troviamo un poeta
rinnovato. Paradossalmente, negli anni della vecchiaia, i suoi versi sono più
giovanili che mai. La luce che sempre rincorse nella speranza cristiana di
incontrare Cristo vivo nella sua vita, si fa adesso finalmente, ʻluce nascenteʼ e
tutto comincia ad avere senso. La produzione poetica a partire dal 1985, con
Per il battesimo dei nostri frammenti, è un canto all’allegria profonda nel quale
la speranza di tutta la sua vita si è fatta presente in modo clamoroso. Ma arriva
soprattutto con Frasi e incisi di un canto salutare e poi con Sotto specie umana
la vera poesia spirituale di Mario Luzi. Ci sono poesie dove è difficile separare
la preghiera personale del poeta dalla sua creazione. Sto pensando ai versi
della Passione al Colosseo o a quelli di “Ospite clandestino” di Sotto specie
umana. Ma non parlo tanto di una preghiera personale ma di una universale.
Luzi si fa voce dell’umanità. Il suo ego rimane nascosto in favore dell’alterità
lungo tutta la sua opera ma in modo speciale nella tappa finale. Luzi trova negli
ultimi anni di vita un’energia rinnovata. Non ha paura della morte poiché crede
fermamente nella luce della Resurrezione. Ci sono tanti interrogativi nei suoi
versi. Non presume di essere in possesso della Verità, la sua umiltà glielo
impedisce, ma è certo di stare per scoprire una vita nuova dove tutto è luce e
la sua poesia se ne fa eco. Una vita di luce sta per arrivare, non tanto per lui
come per l’umanità al completo.
D) Posso chiederle del Recital del 2014 su Gesù e la terra degli uomini di Mario
Luzi.
R) Nel 2014 abbiamo organizzato all’Università di Murcia insieme al Comitato
locale della Società Dante Alighieri un Recital di poesia italiana. Io vi ho
partecipato con la declamazione di “Gesù e la terra degli uomini”. Questo
testo mi è specialmente caro. Di solito la lettura della Passione di Cristo e dei
diversi Via Crucis che ci sono è piuttosto di tono funebre e cupo. Invece Luzi
dà voce a un Gesù così umano che rimpiange il fatto di dover abbandonare la
terra con i suoi colori e i suoi odori. Luzi sembra dimenticare la divinità di
Gesù per mostrare innanzitutto la sua umanità. Trovo che sia un testo di una
bellezza sublime. Il Recital ha avuto un grande successo e tanti assistenti si
sono interessati in seguito all’opera di Mario Luzi.
La ringrazio molto per il tempo che ci ha concesso.
Grazie a Lei. È stato un vero piacere. È sempre bello poter parlare del nostro
caro Mario Luzi.
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