Novembre 2015 - Pontificia Università della Santa Croce

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Novembre 2015 - Pontificia Università della Santa Croce
PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE
Uf#icio Comunicazione
***
Rassegna Stampa
NOVEMBRE 2015
© Ponti(icia Università della Santa Croce Elaborazione: Uf#icio Comunicazione
[email protected] -­‐ +39 06 68164399
* Bollettino ad uso interno *
Rassegna Stampa – NOVEMBRE 2015
ZE
Scheda sintetica
Tra le Attività interne segnalate sulla stampa nel mese di novembre, ha avuto risalto il Convegno organizzato
in collaborazione con il Pontificio Consiglio per i laici su "Vocazione e missione dei laici. A cinquant'anni dal
decreto 'Apostolicam Actuositatem'" (AGENZIA SIR, RADIO VATICANA, IL SISMOGRAFO, GAUDIUM
PRESS), e in particolare il saluto che il Santo Padre ha inviato per l'occasione a tutti i partecipanti
(ACIPRENSA, ALETEIA, SAN FRANCESCO, RADIO VATICANA, TOSCANA OGGI, VATICAN INSIDER,
ZENIT, REVISTA ECCLESIA, INFOVATICANA).
Riferimenti sono apparsi anche in merito alla Consegna del Premio giornalistico "Giuseppe De Carli"
organizzato dall'omonima Associazione in collaborazione con la Facoltà di Comunicazione (FISC, FIDEST,
UCSI, ZENIT, LA DISCUSSIONE); e alla presentazione del volume Teologia fondamentale in contesto
scientifico del rev. prof. Giuseppe Tanzella-Nitti (CITTÀ NUOVA, ZENIT, ROMA SETTE).
AICA E INFO CATÓLICA hanno invece anticipato il prossimo Seminario internazionale in lingua spagnola
rivolto a quanti informano sulla Chiesa, che avrà luogo dal 28 al 31 gennaio 2016.
Come professori citati sulla stampa, risultano:
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-­‐
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Norberto González Gaitano (ANSPI)
Rev. Luis Romera (VALLE SABBIA)
Enrique Fuster (MATCHMAN)
Rev. José María Galván (MATCHMAN)
Rev. Bernardo Estrada (ZENIT)
Rev. Antonio Porras (GONEWS)
-­‐
-­‐
-­‐
-­‐
Rev. John Wauck
(THE WASHINGTON POST)
Daniel Arasa (RELIGIÓN CONFIDENCIAL)
Rev. Pablo Requena (TELE COSENZA)
Rev. Martin Rhonheimer
(NOTRE DAME NEWS)
Hanno rilasciato interviste il rev. prof. Giulio Maspero (RADIO VATICANA), il rev. prof. Giuseppe TanzellaNitti (AVVENIRE), il rev. prof. Stefan Mükl (CATHOLIC NEWS AGENCY), il prof. Yago de la Cierva (EL
COMERCIO, GESTIÓN) e il prof. Giovanni Tridente (ZENIT, CANÇAO NOVA NOTÍCIAS).
Sulla rivista PALABRA è apparso un contributo del rev. prof. Paul O'Callaghan sul tema de El juicio final.
© Uf&icio Comunicazione
Indice
NOVEMBRE 2015
Attività interne
1. 06/11/2015 Pontificio Consiglio laici: Università S. Croce,
pag.
Agenzia SIR
1
Archidiocesis
Burgos
2
3. 11/11/2015 Parlare di Dio nella società secolare
Città Nuova online
3
4. 12/11/2015 Anunciar el Evangelio es tarea de todos y no solo
ACIPRENSA
4
5. 12/11/2015 Premio De Carli: il 3 dicembre la cerimonia di consegna
FISC Settimanali
Cattolici
5
6. 12/11/2015 Il Papa: i laici non sono membri di second’ordine della Chiesa
San Francesco
6
7. 17/11/2015 Informar sobre la Iglesia
AICA
7
Roma Sette
8
convegno 50° dell’“Apostolicam Actuositatem”
2. 10/11/2015 Francisco Gil Hellín presenta en Roma
sus últimas publicaciones sobre el Vaticano II
de “profesionales”, dice Papa Francisco
en el pontificado del papa Francisco
8. 29/11/2015 Alla Santa Croce incontro su Teologia e scienza
Citazioni Università e/o professori
9. 01/11/2015 L'avvenire dei nostri oratori
pag.
ANSPI
9
possiamo scriverlo insieme
10. 01/11/2015 In ricordo della Contesa di Monte Melino
Valle Sabbia
10
12. 02/11/2015 Ángel Vallejo, 'monseñor transparencia'
Cadena Ser
12
13. 02/11/2015 Narratori inconsapevoli sulla strada di Dio
Matchman news
13
14. 03/11/2015 Concluye en Madrid el V Congreso
Agenzia ZENIT
14
15. 05/11/2015 Cardinal Turkson: The Earth Is at Risk
America Magazine
15
16. 06/11/2015 ‘Economia positiva’, sostenibilità sociale ed
Gonews
16
The Washington
Post
17
18. 09/11/2015 Intifada dei coltelli: la rabbia di una generazione
Aleteia
18
19. 10/11/2015 Renovar el lenguaje de la Iglesia: sinónimos y
Religion
Confidencial
19
Tele Cosenza
20
21. 16/11/2015 Cremona e Pavia, due parroci guidano le diocesi
Avvenire
21
22. 16/11/2015 Oltre il Giardino
Repubblica.it
22
23. 17/11/2015 Center for Ethics and Culture fall conference to explore religious freedom
University of Notre
Dame
23
24. 23/11/2015 Pfr. Tobias Schwaderlapp
Domradio
24
25. 26/11/2015 In Dialogue With Laudato Si’: Can Free Markets
Acton
25
de la Fundación Ratzinger
economica come virtù d’impresa
17. 06/11/2015 Why juicy Vatican secrets are getting harder to keep,
even under Pope Francis
ejemplos creativos sin “aguar” la doctrina
20. 10/11/2015 Cosenza: a Villa Rendano si discute
dell'ideologia del gender
Help Us Care For Our Common Home?
Interviste
26. 01/11/2015 Giornata santificazione universale. Don Maspero: solo Dio ci fa santi
pag.
Radio Vaticana
26
Indice
NOVEMBRE 2015
27. 05/11/2015 A verdade dos supostos vazamentos de denúncias no Vaticano
Cançao Nova
Notícias
27
28. 06/11/2015 Il peccato non è un mito
Avvenire
28
29. 07/11/2015 “En crisis uno reacciona tal como es, sin fachadas”
El Comercio.es
29
30. 08/11/2015 L’informazione ai tempi di Vatileaks
Agenzia ZENIT
30
31. 17/11/2015 "Verlangen nach Kommunion sollte zuallererst Sehnsucht
Catholic News
Agency
31
nach Begegnung mit dem Herrn sein"
Professori come autori
32. 01/11/2015 El juicio final
pag.
Palabra
32
AGENZIA SIR
www.agensir.it
06/11/2015
argomento
Attività interne
http://agensir.it/quotidiano/2015/11/6/pontificio-consiglio-laici-universita-s-croce-convegno-nel-50-dell-apostolicamactuositatem/
Pontificio Consiglio laici: Università S. Croce,
convegno 50° dell’“Apostolicam Actuositatem”
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- RADIO VATICANA:
http://it.radiovaticana.va/news/2015/11/04/convegno_a_50_anni_dal_decreto_conciliare_sui_laici/1184271
- IL SISMOGRAFO:
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/11/vaticano-vocazione-e-missione-dei-laici.html
- GAUDIUM PRESS: http://es.gaudiumpress.org/content/74413-Realizan-en-Roma-jornada-de-estudio-sobre-lavocacion-y-mision-de-los-laicos
- 1/32 -
11/11/2015
Pontificio Consiglio laici: Università S. Croce, convegno nel 50° dell’ “Apostolicam actuositatem” –
Direttore Domenico Delle Foglie
ervizio Informazione Religioa
OCITÀ
Pontificio Coniglio laici:
Univerità . Croce, convegno nel
50° dell’ “Apotolicam
actuoitatem”
6 novemre 2015 @ 18:27
30 2 0 50 40
Si terrà il 10 novembre a Roma, presso la Pontificia Università della Santa
Croce, la Giornata di studio “Vocazione e missione dei laici. A cinquant’anni
dal decreto ‘Apostolicam actuositatem’”, promossa dal Pontificio Consiglio
per i laici (Pcl) in occasione dell’importante anniversario della
promulgazione del decreto conciliare (18 novembre 1965) che, nel contesto
del Concilio Vaticano II, ha inteso analizzare e rilanciare l’importanza della
vocazione e della missione dei laici nella Chiesa e nel mondo. Obiettivo
dell’iniziativa, si legge in una nota, “proporre una riflessione sullo stato
attuale del pensiero teologico e della prassi pastorale in relazione al laicato”
e “confrontarsi con le grandi sfide che interpellano i fedeli laici nel contesto
sociale e culturale odierno”, anche alla luce delle sollecitazioni di Papa
Francesco, in particolare nell’”Evangelii gaudium”. Tra i relatori il cardinale
Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina
dei sacramenti; monsignor Francisco Gil Hellin, arcivescovo metropolita di
Burgos, in Spagna; Guzmán M. Carriquiry Lecour, segretario incaricato
della vicepresidenza della Pontificia Commissione per l’America Latina.
Atteso un messaggio del Papa.
http://agensir.it/quotidiano/2015/11/6/pontificio-consiglio-laici-universita-s-croce-convegno-nel-50-dell-apostolicam-actuositatem/
1/2
ARCHIDIOCESIS BURGOS
http://www.archiburgos.es/
10/11/2015
argomento
Attività interne
http://www.archiburgos.es/2015/11/10/francisco-gil-hellin-presenta-en-roma-sus-ultimas-publicaciones-sobre-elvaticano-ii/#
Francisco Gil Hellín presenta en Roma
sus últimas publicaciones sobre el Vaticano II
*Segue il testo in originale
- 2/32 -
11/11/2015
Francisco Gil Hellín presenta en Roma sus últimas publicaciones sobre el Vaticano II - archiburgos.es | archiburgos.es
é grande es Dios! ¡Qué bien ordena los
ntecimientos siempre para su gloria!"
Rafael Arnáiz Barón
La diócesis
El arzobispo
Curia
Organismos
Arciprestazgos
Parroquias
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Noticias
Inicio>Noticias>Gil Hellín>Ver entrada
Francisco Gil Hellín
presenta en Roma sus
últimas publicaciones
sobre el Vaticano II
10 noviembre 2015, 21:56
por Redacción
Comentarios recientes
Delegación de pastoral vocacio
en Escribe tu frase de
agradecimiento al arzobispo
Seminarista en El Seminario
celebra su tradicional fiesta
del Reservado
0 Comentarios
El arzobispo emérito participa estos días en
ju en «De don Francisco he
aprendido la capacidad de
comprensión»
Roma en varios actos académicos en los que
presenta sus investigaciones sobre el
desarrollo y evolución de los textos del
último concilio.
MSM en El proyecto «La
Historia Interminable»
acercará a los niños a las
http://www.archiburgos.es/2015/11/10/francisco-gil-hellin-presenta-en-roma-sus-ultimas-publicaciones-sobre-el-vaticano-ii/#
1/6
11/11/2015
Francisco Gil Hellín presenta en Roma sus últimas publicaciones sobre el Vaticano II - archiburgos.es | archiburgos.es
grandes figuras de la Biblia
8
3
Hortensia en Escribe tu frase
de agradecimiento al
arzobispo
0
Últimas noticias
Francisco Gil Hellín
presenta en Roma sus
últimas publicaciones
sobre el Vaticano II
Fotos: Pontificia Università
della Santa Croce.
<
>
por Redacción en Gil Hellín
Noticias
10 noviembre 2015, 21:56
El arzobispo emérito participa
estos días en Roma en varios
El administrador apostólico de la diócesis,
Francisco Gil Hellín, ha participado en la tarde
de hoy en una jornada de estudio con motivo
del 50 aniversario de la promulgación del
decreto del Vaticano II sobre la vida y misión de
los
laicos
en
la
Iglesia,
actos académicos en los que
presenta sus investigaciones
sobre el desarrollo y evolución
de los textos del último
concilio.
«Apostolicam
Actuositatem». Organizado por el Pontificio
Consejo para los laicos, la jornada se ha
desarrollado en la Pontificia Universidad de la
Santa Cruz de Roma y ha tenido como objetivo
descubrir la importancia de este documento
conciliar, que trató de «analizar y aumentar la
importancia de la vocación y misión de los fieles
laicos en la Iglesia y en el mundo», tal como
detallan desde el organismo vaticano.
La jornada de estudio ha querido así reflexionar
sobre
el
estado
actual
del
pensamiento
teológico y pastoral en relación con los laicos y
de confrontar los grandes retos de los laicos en
contexto social y cultural de hoy, en vista de los
constantes estímulos en el magisterio del papa
Continúa la celebración
de la Semana Social 2015
organizada por los
jesuitas
por Redacción en Noticias
10 noviembre 2015, 12:19
El Centro de Pastoral de La
Merced CIE, en colaboración
con el Comité de Óscar
Romero de Burgos, celebra un
año más la Semana Social, y
que contará con conferencias
y una Eucaristía de la
Solidaridad en la que se
http://www.archiburgos.es/2015/11/10/francisco-gil-hellin-presenta-en-roma-sus-ultimas-publicaciones-sobre-el-vaticano-ii/#
2/6
11/11/2015
Francisco Gil Hellín presenta en Roma sus últimas publicaciones sobre el Vaticano II - archiburgos.es | archiburgos.es
Francisco y particularmente en la exhortación
recordará a los jesuitas
apostólica
asesinados en El Salvador
«Evangelii
Gaudium».
En
este
sentido, Gil Hellín ha presentado la sinopsis que
hace ahora ya 26 años.
explica el itinerario histórico que siguió el texto
conciliar desde su primera redacción hasta su
última configuración.
Ponentes internacionales
La jornada de trabajo se ha abierto esta
mañana con el informe del profesor de
eclesiología Philip Goyret, quien ha trazado las
novedades del magisterio del Concilio Vaticano
II sobre los fieles laicos. Le ha seguido una
intervención a dos voces en la que el profesor
Arturo Cattaneo, de la Facultad de Teología de
Lugano, y el profesor Guzmán Carriquiry
Lecour
M.,
secretario
a
cargo
de
la
Vicepresidencia de la Pontificia Comisión para
América Latina, se han encargado de analizar
los
aspectos
teológicos
y
eclesiológicos
inherentes a la identidad y misión de los laicos
en la Iglesia y en el mundo, desde el concilio
Vaticano II hasta hoy.
La diócesis recuerda a los
inmigrantes fallecidos con
una eucaristía y un gesto
público
por Redacción en Noticias
Pastoral inmigrantes
09 noviembre 2015, 10:41
Son miles los inmigrantes que
han muerto a los largo del año
tratando de alcanzar las
fronteras occidentales,
huyendo de la pobreza o de
las guerras. Por todos ellos, y
por los familiares de los
inmigrantes residentes en la
provincia que han fallecido, el
equipo de pastoral de
latinoamericanos celebró ayer
Por la tarde, el cardenal Robert Sarah, prefecto
una eucaristía.
de la Congregación para el Culto Divino y la
Disciplina de los Sacramentos, ha hablado
sobre el papel de los laicos frente a los desafíos
antropológicos contemporáneos. Acto seguido,
ha tenido lugar una mesa redonda en la que
diferentes expertos (la periodista Constanza
Miriano,
el
de
literatura
italiana Franco
Nembrini, el secretario General de Caritas
Internationalis, Michel Roy, y la psiquiatra y
diputada del Parlamento italiano Paola Binetti)
han
discutido
actualidad
en
sobre
diversos
consonancia
con
temas
los
de
retos
relacionados con la misión de los fieles laicos de
hoy: la familia, la educación, la pobreza y el bien
común.
El Seminario celebra su
tradicional fiesta del
Reservado
por Redacción en Noticias
Vocaciones
08 noviembre 2015, 23:04
El Seminario de San José se ha
vestido de fiesta para celebrar
en la tarde de hoy su
tradicional fiesta eucarística
del «Reservado». Una fiesta
que los seminaristas llevan
preparando desde semanas
http://www.archiburgos.es/2015/11/10/francisco-gil-hellin-presenta-en-roma-sus-ultimas-publicaciones-sobre-el-vaticano-ii/#
3/6
11/11/2015
Francisco Gil Hellín presenta en Roma sus últimas publicaciones sobre el Vaticano II - archiburgos.es | archiburgos.es
«Nostra Aetate»
atrás y cuyo trabajo ha
quedado plasmado en un
Tras participar en esta jornada de estudio,
cuidado monumento
Francisco Gil Hellín, presentará mañana –
eucarístico que reflejaba que
también en la Universidad de la Santa Cruz– la
Jesús sacramentado es el
última de sus publicaciones sobre el Vaticano II,
centro de toda la creación.
en esta ocasión sobre el decreto «Nostra
Aetate» sobre la relación de la Iglesia católica
con otras religiones no cristianas. Lo hará en un
acto en el que participarán el embajador de
Israel ante la Santa Sede, Zion Evrony, el oficial
del Archivo Secreto Vaticano, Piero Doria, y el
rector
magnífico
de
la
Universidad, Luis
Romera.
Los curas de don
Francisco
por Redacción en Gil Hellín
Noticias
08 noviembre 2015, 08:03
Noticias Relacionadas:
A lo largo de sus trece años
como arzobispo de Burgos,
don Francisco ha ordenado 22
sacerdotes diocesanos. Ellos
también hablan de él,
agradeciéndole su confianza a
la hora de imponer sobre ellos
Francisco Gil
Hellín: «La de
Burgos es una
diócesis buena y
noble»
«De don
Francisco he
aprendido la
capacidad de
comprensión»
Don Fidel
Herráez: «Llego a
Burgos para
amar y servir a
los demás»
Los curas de don
Francisco
sus manos para consagrarlos
sacerdotes. Conocemos lo que
ha supuesto don Francisco en
las vidas de algunos de ellos.
Publicado en Gil Hellín,Noticias
http://www.archiburgos.es/2015/11/10/francisco-gil-hellin-presenta-en-roma-sus-ultimas-publicaciones-sobre-el-vaticano-ii/#
4/6
CITTÀ NUOVA ONLINE
www.cittanuova.it
argomento
Attività interne
http://www.cittanuova.it/c_print/450579/stampa_articolo.html
Parlare di Dio nella società secolare
*Segue il testo in originale
----------------ANCHE IN:
http://www.cittanuova.it/c/450843/Dare_ragione_della_nostra_fede.html#
- 3/32 -
11/11/2015
13/11/2015
Parlare di Dio nella socità secolare. Roma, 2 dicembre 2015
Parlare di Dio nella socità secolare. Roma, 2 dicembre 2015
a cura di Elena Cardinali
fonte: Città Nuova editrice
In occasione della presentazione del progetto editoriale "Teologia fondamentale in contesto scientificio" di
Giuseppe Tanzella Nitti (opera in quattro volumi, i primi due appena pubblicati) edito da Città Nuova, un dialogo
tra Marcello Pera e Lluis Oviedo su scienza e fede
La Pontificia Università della Santa Croce e l’Editore Città Nuova sono lieti di invitare la S.V.
alla tavola rotonda
PARLARE DI DIO NELLA SOCIETA’ SECOLARE
Riflessioni a partire dall’opera di
G. Tanzella-Nitti, Teologia fondamentale in contesto scientifico (Città Nuova, 2015)
Roma, mercoledì 2 dicembre 2015 - ore 17.30
Pontificia Università della Santa Croce – Aula Alvaro del Portillo
Piazza sant’Apollinare, 49
Intervengono: Lluís Oviedo
ordinario di antropologia teologica e teologia fondamentale, Pontificia Università Antonianum
Marcello Pera
già presidente del Senato della Repubblica, filosofo della scienza
Modera: Robert Cheaib
docente di teologia fondamentale, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
Sarà presente l’Editore
seguirà cocktail e incontro con l’Autore
R.S.V.P.
[email protected]
http://www.cittanuova.it/c_print/450579/stampa_articolo.html
1/2
ACIPRENSA
www.aciprensa.com
12/11/2015
argomento
Attività interne
!
https://www.aciprensa.com/noticias/el-papa-recuerda-que-anunciar-el-evangelio-es-tarea-de-todos-y-no-solo-deprofesionales-70767/
Anunciar el Evangelio es tarea de todos y no solo
de “profesionales”, dice Papa Francisco
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- ALETEIA: http://es.aleteia.org/2015/11/12/francisco-no-los-laicos-no-son-catolicos-de-segunda-clase/
- 4/32 -
13/11/2015
Anunciar el Evangelio es tarea de todos y no solo de “profesionales”, dice Papa Francisco
Inicio » Noticias » Vaticano
Anunciar el Evangelio es tarea de todos y no solo
de “profesionales”, dice Papa Francisco
3K
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El Papa entre fieles en la Plaza de San Pedro. Foto: Bohumil Petrik / ACI Prensa
VATICANO, 12 Nov. 15 / 09:13 am (ACI).- El anuncio del Evangelio no está
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reservado a unos pocos “profesionales de la misión”, sino que “debe ser el
anhelo profundo de todos los fieles laicos”.
Es lo que afirma el Papa Francisco en un mensaje enviado al Presidente del
Pontificio Consejo para los Laicos, el Cardenal Stanislaw Rylko, por los
cincuenta años del Decreto Apostolicam Actuositatem, que trata de cerca la
naturaleza y los ámbitos del apostolado de los laicos.
Este organismo vaticano, junto a la Universidad de la Santa Cruz de Roma,
celebra hoy una jornada de estudio dedicada a la “Vocación y misión de los
laicos”.
“El Concilio, no considera a los
laicos como si fueran
miembros de ‘segundo orden’,
al servicio de la jerarquía y
simples ejecutores de las
órdenes superiores sino como
discípulos de Cristo, que, en
virtud de su bautismo y de su
inclusión natural en ‘el mundo’,
están llamados a animar
cualquier entorno, cualquier
actividad y relación humana
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Actividad reciente:
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¿Niño con 4 padres? Dos parejas
homosexual es inician insólito juicio
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el sentido y los efectos del rezo d…
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con el espíritu del Evangelio”, llevando “la luz, la esperanza, la caridad recibida
de Cristo” afirma el Papa en el mensaje.
El mensaje asegura que se trata de un “extraordinario acontecimiento de
gracia, que cuenta, entre sus muchos frutos, con una nueva forma de
considerar la vocación y la misión de los laicos en la Iglesia y en el mundo, y
https://www.aciprensa.com/noticias/el-papa-recuerda-que-anunciar-el-evangelio-es-tarea-de-todos-y-no-solo-de-profesionales-70767/
1/3
13/11/2015
Anunciar el Evangelio es tarea de todos y no solo de “profesionales”, dice Papa Francisco
que ha encontrado una expresión magnífica principalmente en dos grandes
Constituciones conciliares Lumen Gentium y Gaudium et Spes”.
“Estos documentos básicos del Concilio considera a los fieles laicos dentro de
una visión del conjunto del Pueblo de Dios, al cual pertenecen junto a los
miembros de las órdenes sagradas y a los religiosos, en el cual participan, a su
manera, de la función sacerdotal, profética y real del mismo Cristo”.
El Santo Padre manifiesta también que “nadie mejor que ellos puede
desarrollar la tarea esencial de inscribir la ley divina en la vida de la ciudad
terrena”.
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Francisco también destaca que el Concilio Vaticano II “interpela a cada
generación de pastores y de laicos, porque es un don inestimable del Espíritu
Santo que es acogido con agradecimiento y sentido de responsabilidad: todo
aquello que se nos ha donado del Espíritu y transmitido de la santa Madre
Iglesia va siempre entendido de nuevo, asimilado y bajado a la realidad”.
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2/3
FISC SETTIMANALI CATTOLICI
http://www.fisc.it/
12/11/2015
argomento
Attività interne
http://www.fisc.it/pls/fisc/v3_s2ew_consultazione.mostra_paginawap?id_pagina=2531&attiva_menu=0&nohtml=0
Premio De Carli: il 3 dicembre la cerimonia di consegna
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- FIDEST: https://fidest.wordpress.com/2015/11/13/premio-giornalistico-giuseppe-de-carli/
- UCSI: http://www.ucsi.it/index.php/ucsi-news/7117-premio-de-carli-il-3-dicembre-la-cerimonia-di-consegna.html?
tmpl=component&print=1&layout=default&page=
- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/il-3-dicembre-la-cerimonia-di-consegna-del-premio-de-carli
- LA DISCUSSIONE: http://www.ladiscussione.com/vaticano/item/96300-il-3-dicembre-la-consegna-del-premio-%E2%
80%9Cgiuseppe-de-carli%E2%80%9D.html?tmpl=component%E2%80%A6
- 5/32 -
13/11/2015
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PREMIO DE CARLI:IL 3 DICEMBRE LA CERIMONIA DI CONSEGNA
PREMIO GIORNALISTICO “GIUSEPPE DE CARLI” – EDIZIONE 2015
***
Sarà anche presentato il libro Informazione religiosa oggi. L’esempio di Giuseppe
De Carli
IL 3 DICEMBRE LA CERIMONIA DI CONSEGNA DEL PREMIO GIUSEPPE DE
CARLI
INTRODOTTA DA UNA TAVOLA ROTONDA SUL GIUBILEO DELLA
MISERICORDIA
L’evento consente di ottenere crediti per la formazione professionale dei
giornalisti
ROMA, 12.11.2015- Il prossimo 3 dicembre 2015, a partire dalle ore 16,
presso l’Aula Álvaro del Portillo della Pontificia Università della Santa Croce
(Piazza Sant’Apollinare, 49), avrà luogo la Cerimonia di consegna della 3ª
edizione del Premio giornalistico “Giuseppe De Carli”, introdotta da una
tavola rotonda sul Giubileo della Misericordia.
L’evento è promosso dall’Associazione culturale “Giuseppe De Carli - Per
l'informazione religiosa”, con il patrocinio accademico della Facoltà di
Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce e della Pontificia
Facoltà teologica “San Bonaventura” – Seraphicum.
Alla tavola rotonda, dedicata al tema Comunicare la carità nel Giubileo della
Misericordia, parteciperanno fra Raffaele Di Muro, OFMConv, docente di
Teologia Spirituale al Seraphicum e assistente spirituale nel Carcere di Rebibbia;
il Rev. Giacomo Pavanello, responsabile a Roma dell’Associazione “Nuovi
Orizzonti” e Missionario della Misericordia; il Rev. John Wauck, docente di
Letteratura e Comunicazione della Fede all'Università della Santa Croce; il dott.
Andrés Beltramo, Vaticanista di Notimex e Vatican Insider.
I lavori saranno moderati dalla giornalista Michela Nicolais, redattrice
dell’Agenzia SIR, che introdurrà anche la testimonianza di un volontario della
Caritas di Roma.
A seguire, si svolgerà la consegna dei premi nelle categorie “testi”, “filmati”,
“radio” e “giovani”, e il riconoscimento “menzione speciale” assegnato
dall’Associazione.
I vincitori, i cui nomi saranno resi noti solo al momento della premiazione, sono
stati selezionati da una giuria composta da Gigliola Alfaro, giornalista del SIR;
Luca Collodi, caporedattore di Radio Vaticana; Alessandra Ferraro, vice
caporedattore del TGR Rai della Valle d’Aosta; Santino Franchina, vice
presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti; Antonio Gaspari, direttore di
Zenit; Franca Giansoldati, vaticanista de Il Messaggero; Domenico Paoletti,
OFMConv, Preside della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum; Carla Rossi Espagnet, docente della Pontificia Università della
Santa Croce; Francesco Zanotti, presidente della Federazione italiana dei
settimanali cattolici.
Nell'occasione sarà presentato anche il libro Informazione religiosa oggi.
L’esempio di Giuseppe De Carli, a cura di Elisabetta Lo Iacono e Giovanni
http://www.fisc.it/pls/fisc/v3_s2ew_consultazione.mostra_paginawap?id_pagina=2531&attiva_menu=0&nohtml=0
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13/11/2015
FISC Home Page - PREMIO DE CARLI:<BR>IL 3 DICEMBRE LA CERIMONIA DI CONSEGNA
Tridente, che raccoglie gli atti della precedente edizione del Premio, oltre a
riflessioni di colleghi giornalisti e a testimonianze su Giuseppe De Carli.
L’evento è riconosciuto dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti come attività di
formazione e dà diritto all’ottenimento di tre crediti per la Formazione
professionale continua, previa iscrizione - da lunedì 9 novembre - dalla
piattaforma S.I.Ge.F.
Per ulteriori informazioni:
[email protected]
[STAMPA]
http://www.fisc.it/pls/fisc/v3_s2ew_consultazione.mostra_paginawap?id_pagina=2531&attiva_menu=0&nohtml=0
2/2
SAN FRANCESCO
http://www.
sanfrancescopatronoditalia.
12/11/2015
argomento
Attività interne
http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/religione/il-papa-i-laici-non-sono-membri-di-second-ordine-dellachiesa-35956#.VknZl7w35aE
Il Papa: i laici non sono membri di second’ordine della Chiesa
*Segue il testo in originale
----------------ANCHE IN:
- RADIO VATICANA:
http://it.radiovaticana.va/news/2015/11/12/papa_francesco_fedeli_laici_non_sono_semplici_esecutori_/1186220
(Spagnolo): http://es.radiovaticana.va/news/2015/11/12/el_papa_recuerda_que_el_anuncio_del_evangelio_no_est%
C3%A1_reserv/1186395
- TOSCANA OGGI: http://www.toscanaoggi.it/Vita-Chiesa/Papa-Francesco-i-laici-non-sono-membri-di-second-ordineal-servizio-della-gerarchia
- VATICAN INSIDER: http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francisco-francislaici-laicos-laity-44630/
- ZENIT:
http://www.zenit.org/it/articles/laici-subalterni-alla-gerarchia-o-protagonisti-nella-missione-e-nellevangelizzazione
- REVISTA ECCLESIA: http://www.revistaecclesia.com/el-papa-francisco-recuerda-en-un-mensaje-al-cardenal-rylkola-base-conciliar-de-la-vocacion-y-mision-de-los-laicos/
- INFOVATICANA:
segunda-orden/
http://www.infovaticana.com/2015/11/13/el-papa-recuerda-que-los-laicos-no-son-miembros-de-
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16/11/2015
Il Papa: i laici non sono membri di second’ordine della Chiesa | San Francesco - Rivista del Sacro Convento di San Francesco di Assisi
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Il Papa: i laici non sono membri di
second’ordine della Chiesa
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una bestemmia
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non è umano. Non ci sono [...]
Frati Assisi pray for Paris, invocano il dono
della Pace
Credit Foto - Ansa
Il Concilio Vaticano II «non guarda ai laici come se fossero membri di “second'ordine”, al servizio
della gerarchia e semplici esecutori di “ordini dall’alto”», ma come «discepoli di Cristo» capaci di
portare lo spirito evangelico nel mondo nel quale sono inseriti. Lo sottolinea papa Francesco in
un messaggio inviato al cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici,
in occasione della giornata di studio organizzata dal dicastero vaticano, in collaborazione con la
Pontificia Università della Santa Croce, sul tema «Vocazione e missione dei laici. A cinquant’anni
dal Decreto Apostolicam actuositatem».
«Il vostro convegno – scrive Jorge Mario Bergoglio – si colloca nel quadro del 50esimo
anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, evento straordinario di grazia, che, come
affermò il beato Paolo VI, ha avuto “il carattere d'un atto d'amore; d'un grande e triplice atto
d'amore: verso Dio, verso la Chiesa, verso l'umanità”. Questo rinnovato atteggiamento di amore
che ispirava i Padri conciliari ha portato anche, tra i suoi molteplici frutti, a un modo nuovo di
guardare alla vocazione e alla missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, che ha trovato
magnifica espressione anzitutto nelle due grandi Costituzioni conciliari Lumen gentium e
Gaudium et spes. Questi documenti basilari del Concilio considerano i fedeli laici entro una
visione d'insieme del Popolo di Dio, a cui essi appartengono assieme ai membri dell’ordine sacro
e ai religiosi, e nel quale partecipano, nel modo loro proprio, della funzione sacerdotale, profetica
e regale di Cristo stesso. Il Concilio, dunque, non guarda ai laici come se fossero membri di
“second'ordine”, al servizio della gerarchia e semplici esecutori di “ordini dall’alto”, ma come
discepoli di Cristo, che in forza del loro Battesimo e del loro naturale inserimento “nel mondo”
sono chiamati ad animare ogni ambiente, ogni attività, ogni relazione umana secondo lo spirito
evangelico, portando la luce, la speranza, la carità ricevuta da Cristo in quei luoghi che,
altrimenti, resterebbero estranei all’azione di Dio e abbandonati alla miseria della condizione
umana. Nessuno meglio di loro può svolgere il compito essenziale di “iscrivere la legge divina
nella vita della città terrena”».
In questo senso, il decreto Apostolicam Actuositatem sull’apostolato dei laici ricorda che
«l’annuncio del Vangelo non è riservato ad alcuni “professionisti della missione”, ma dovrebbe
essere l’anelito profondo di tutti i fedeli laici, chiamati – sottolinea il Papa – in virtù del loro
Battesimo, non solo all’animazione cristiana delle realtà temporali, ma anche alle opere di
esplicita evangelizzazione, di annuncio e di santificazione degli uomini».
Il Concilio Vaticano II, «come ogni Concilio», «interpella ogni generazione di pastori e di laici,
perché è un dono inestimabile dello Spirito Santo che va accolto con gratitudine e senso di
responsabilità: tutto ciò che ci è stato donato dallo Spirito e trasmesso dalla santa Madre Chiesa
va sempre di nuovo capito, assimilato e calato nella realtà!», scrive il Papa nel messaggio
firmato lo scorso 22 ottobre, memoria di San Giovanni Paolo II, e diffuso oggi dalla Sala stampa
vaticana. «Applicare il Concilio, portarlo nella vita quotidiana di ogni comunità cristiana: era
questa l’ansia pastorale che ha sempre animato san Giovanni Paolo II, da vescovo e da Papa.
Durante il Grande Giubileo del 2000, egli disse: “Una nuova stagione si apre davanti ai nostri
occhi: è il tempo dell'approfondimento degli insegnamenti conciliari, il tempo della raccolta di
quanto i Padri conciliari seminarono e la generazione di questi anni ha custodito e atteso. Il
Concilio Ecumenico Vaticano II è stato una vera profezia per la vita della Chiesa; continuerà a
esserlo per molti anni del terzo millennio appena iniziato”», conclude Francesco, che auspica
che il convegno a cui ha inviato il messaggio «sia di stimolo a tutti - pastori e fedeli laici - ad
avere nel cuore la stessa ansia di vivere e attuare il Concilio per portare al mondo la luce di
Cristo». (Vatican Insider)
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1/3
AICA
www.aica.org
argomento
Attività interne
http://www.aica.org/20714-informar-sobre-la-iglesia-en-el-pontificado-del-papa-francisco.html
Informar sobre la Iglesia
en el pontificado del papa Francisco
* Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- INFO CATÓLICA: http://infocatolica.com/?t=noticia&cod=25344
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17/11/2015
20/11/2015
AICA: Informar sobre la Iglesia en el pontificado del papa Francisco
Viernes 20 Nov 2015 | 13:44 Buscar...
Agencia Informativa Católica Argentina
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Informar sobre la Iglesia en el pontificado del papa
Francisco
Martes 17 Nov 2015 | 09:33 am
« Volver
Roma (Italia) (AICA): Del 28 al 31 de enero de 2016 en la
Facultad de Comunicación Institucional, de la Pontificia
Universidad de la Santa Cruz de Roma, se llevará a cabo
la segunda edición del Seminario Internacional, dirigido a
periodistas de lengua española, “Informar sobre la Iglesia
en el pontificado del papa Francisco”. El encuentro busca
ofrecer algunas claves de comprensión sobre la
organización y funcionamiento de la Santa Sede y sobre
ver más
cuestiones de actualidad de la agenda informativa
religiosa, especialmente durante el Año Jubilar de la Misericordia, convocado por el Santo
Padre.
Imprimir Enviar por mail | Comparte: » Actividades recomendadas
Del 28 al 31 de enero de 2016 en la Facultad de Comunicación Institucional, de la Pontificia
Universidad de la Santa Cruz de Roma, se llevará a cabo la segunda edición del Seminario
Internacional, dirigido a periodistas de lengua española, “Informar sobre la Iglesia en el
pontificado del papa Francisco”. El encuentro busca ofrecer algunas claves de comprensión
sobre la organización y funcionamiento de la Santa Sede y sobre cuestiones de actualidad
de la agenda informativa religiosa, especialmente durante el Año Jubilar de la Misericordia,
convocado por el Santo Padre. Entre los temas que se abordarán en este seminario se destacan: Estructura y
funcionamiento de la Iglesia y de la Santa Sede. La reforma de la Curia; La transparencia
económica y financiera de la Santa Sede; Informar sobre la Iglesia Católica y la Santa Sede.
Algunas experiencias de corresponsales; El futuro de los Cristianos en medio Oriente; Los
actuales desafíos culturales de la Iglesia; La importancia y la presencia de América Latina en
la Iglesia Católica; El año jubilar de la Misericordia; Tras el Sínodo de la familia; La evolución
del Derecho Penal de la Iglesia; La comunicación de la Santa Sede; La opinión pública, el
Vaticano y el Papa: análisis de la evolución en el último año, entre otros. Últimos videos
Entre los conferencistas que participarán se destacan: el padre Federico Lombardi SJ,
director de la Oficina de prensa de la Santa Sede; Javier Martínez Brocal, director de la
Agencia TV Rome Reports; Rev. Prof. Pablo Requena, representante de la Santa Sede en la
World Medical Association; Dra. Flaminia Giovanelli, subsecretaria del Pontificio Consejo
Justicia y Paz; Prof. Diego Contreras. Además disertarán el R.P. José María La Porte, decano de la Facultad de Comunicación
Institucional, Santa Cruz; Paloma García Ovejero, COPE; Andrés Beltramo, Notimex;
Valentina Alazraki, TELEVISA; Pablo Ordaz, El País; P. Miguel Ángel Ayuso, secretario del
Pontificio Consejo para el Diálogo Interreligioso; Mons. Melchor Sánchez de Toca,
subsecretario del Pontificio Consejo para la Cultura, entre otros. El número de participantes es limitado, por lo que se recomienda a los interesados en
participar solicitar con antelación la inscripción. Más información en el sitio web del II Seminario “Informar sobre la Iglesia en el pontificado
del papa Francisco”.+ Noticias relacionadas:
« Volver
Un abeto rojo de Baviera adornará la Plaza de San Pedro esta Navidad 20.11.2015
http://www.aica.org/20714-informar-sobre-la-iglesia-en-el-pontificado-del-papa-francisco.html
1/2
ROMA SETTE
www.romasette.it
29/11/2015
argomento
Attività interne
Alla Santa Croce incontro su Teologia e scienza
* Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- ZENIT: http://www.zenit.org/it/articles/parlare-di-dio-nella-societa-secolare-tavola-rotonda-alla-santa-croce
- 8/32 -
ANSPI
www.anspi.it
argomento
Citazioni Università
e/o professori
L'avvenire dei nostri oratori
possiamo scriverlo insieme
* Segue il testo in italiano
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01/11/2015
Durante l'incontro fra il responsabile nazionale della pastorale giovanile e i delegati
18
ANSPI
'Fruizione dei nuovi e vecchi media dai giovani:
formazione e famiglia' è il nome del progetto
messo a punto da Anspi con un'équipe di ricerca
che fa capo alla Pontificia università della Santa
Croce di Roma. L'obiettivo è di «mappare le
abitudini di fruizione e consumo negli oratori
attraverso focus group su una selezione di
contenuti di forte impatto negli stili di vita e nei
modelli di riferimento dei ragazzi: una serie tivù di
target giovanile, una scelta mirata di videogiochi
e una selezione di applicazioni formative, insieme
alla creazione d'un gruppo WhatsApp».
Se n'è parlato il 23 ottobre a Sassone con
Norberto González Gaitano, docente
dell'ateneo, e Fabrizio Piciarelli, referente di
Family & media, il gruppo che produrrà la ricerca,
stabilendo l'avvio dell'iniziativa nel 2016 nello
zonale di Siena, per poi estenderlo a quelli di
Piacenza, Mantova e Bari. Si tratta d'una proposta
di carattere pratico, in linea con quanto espresso
dal vice presidente vicario, Giuseppe Dessì (a
sinistra nella foto, accanto al presidente, don Vito
Campanelli), a parere del quale il grande lavoro
di formazione svolto dal 2010 in seno ad Anspi
deve aprire nuove piste di riflessione, capaci non
solo di soddisfare i bisogni dei ragazzi e delle
famiglie, ma pure di offrire risposte alle sfide della
società odierna. In sostanza, lo stimolo di Dessì va
nella direzione indicata dal Convegno ecclesiale
nazionale di Firenze: saper dialogare col mondo
anche sui temi più scottanti in forza dei valori
cristiani, ma senza scendere a compromessi o a
svendite dei propri convincimenti.
Nel fitto calendario di appuntamenti della tre
giorni romana, da segnalare la presentazione,
che per alcuni è al tramonto, per altri alba d’un nuovo mondo. In mezzo i nostalgici, quelli che sognano il
ritorno d’un mezzogiorno luminoso
Dalle serie televisive a WhatsApp
una ricerca sulla loro fruizione
che è parsa mettere un po’ in ombra
il ruolo delle associazioni nell’oratorio. A destare attenzione è stata l’idea
di «rileggere il tema della comunità,
numero 6 novembre/dicembre 2015
Ripensare la comunità. Quello con don
Falabretti, responsabile del Servizio
nazionale di pastorale giovanile, è stato un incontro molto partecipato nella tre giorni di Sassone. Un momento
in cui vari delegati hanno espresso le
loro posizioni rispetto a una lettura
ino agli anni Sessanta l’oratorio era l’unico riferimento dei
ragazzi: nel loro limitato raggio
d’azione, non disponevano di altre
possibilità per socializzare. Il decennio successivo però, porta nuove
priorità fra i preti, che si emancipano dalla cura degli adolescenti. Una
fase di crescita ancora piuttosto breve,
questa: a 18 anni scattava il servizio
di leva, al cui termine si entrava nella
vita lavorativa e matrimoniale. Negli
anni Ottanta e Novanta ci si comincia a chiedere cosa debba essere l’oratorio: se da un lato sussistono gli strascichi del Sessantotto, la febbre del
sabato sera, per citare il film che lanciò John Travolta, raccoglie migliaia
di ragazzi nel rito della discoteca. «In
quel trapasso - ha spiegato don Michele Falabretti - sull’oratorio si riversano
problematiche inattese: chi ci va, lo
fa restando sullo scooter, al cancello.
Non è più il luogo d’un percorso inclusivo, con la catechesi, il teatro, la
riflessione, ma il palcoscenico su cui
dimostrare di essere qualcuno, magari con atti di bullismo. Il tema diventa
l’informalità e inizia a prendere quota la figura dell’educatore, capace di
tenere assieme mondi che si vanno
separando. Ma con la sfera giovanile,
anche la società è cambiata: il territorio, i ritmi di scuola e famiglia, il
modo di concepire il tempo libero. E
pure la Chiesa, che si domanda: cosa
fare? Chi dobbiamo essere?».
F
Conferenza organizzativa: don Michele Falabretti
invita le associazioni a una riflessione sul loro ruolo
L'avvenire dei nostri oratori
possiamo scriverlo insieme
Sassone
da parte del segretario della Congregazione per
l'educazione cattolica, Angelo Vincenzo Zani,
della raccolta degli atti del convegno 'Oratorio e
catechesi, la scuola di Brescia', quindi l'illustrazione
dei sussidi invernali, condotta dal responsabile
nazionale della formazione, Mauro Bignami.
Territori e vocazioni. La questione identitaria, tema sempre molto sensibile
in Anspi, è stata al centro del dibattito
successivo all’intervento di don Falabretti, al quale alcuni delegati hanno
chiesto delucidazioni su certi passaggi. In particolare, è stato espresso il timore che l’associazione possa trasfor-
che, semmai sia esistito, non c’è più.
Credo quindi non si possa pensare la
pastorale giovanile senza ripensare
l’oratorio, che probabilmente è divenuto uno strumento insufficiente per
le esigenze degli adolescenti. Per formarsi, un ragazzo ha bisogno anche
di pellegrinaggi, esperienze caritative, ingresso nel mondo del lavoro e,
magari, in quello della politica».
Ciò dovrebbe condurre a una nuova centralità della vita parrocchiale,
dove «le associazioni devono mettersi
a disposizione, accettando di perdere
una parte della loro identità».
Insieme ai salesiani
I ragazzi del Servizio
civile che a Sassone
hanno condotto
la formazione.
Nei tondi dell'altra
pagina, monsignor
Angelo Vincenzo
Zani (sopra) e don
Michele Falabretti.
Nella foto accanto
sono riconoscibili
Giovanni Gallo
(a sinistra, con
la barba) e
suor Francesca
Barbanera,
rispettivamente
presidente
e referente
nazionale delle
Pgs (Polisportive
giovanili
salesiane). Prima
di sottoscrivere
un accordo di
collaborazione
con Anspi, hanno
illustrato la figura
e l'opera di don
Gino Borgogno
(1922-2002), che
nel 1945 fu tra i
fondatori del Centro
sportivo italiano e
nel 1963 partecipò
all'assemblea
fondativa di Anspi
perché, ha detto
Gallo «già allora i
mondi dell’oratorio
si confrontavano,
in un comune
progetto che mette
al centro i ragazzi»
ANSPI
19
Vescovi e docenti
La Conferenza
organizzativa 2015,
che si è svolta a
Sassone (Ciampino,
Roma) il 22-24
ottobre, ha visto
la partecipazione
di due vescovi:
monsignor Angelo
Vincenzo Zani, che
ha celebrato la
messa di apertura,
e l'ausiliare di
Perugia Città
della Pieve,
Paolo Giulietti.
Quest'ultimo
ha preso parte
al convegno
'Generazioni e
comunicazione' del
23 ottobre insieme
a Marco Moschini,
direttore del corso
di perfezionamento
dell'Università di
Perugia, Norberto
González Gaitano,
docente alla
Pontificia università
della Santa Croce,
e a Raffaele De
Cicco, coordinatore
dell'Ufficio per
il servizio civile
nazionale.
i
numero 6 novembre/dicembre 2015
marsi in mero facilitatore di servizi
(erano stati citati l’assicurazione e il
fisco), mettendo così in ombra la sua
natura più articolata. Dai carismi di
ogni realtà, si è fatto notare, derivano
quei contenuti educativi e quegli specifici indirizzi capaci di rispondere
alle singole realtà e alle vocazioni dei
territori. È poi un fatto che l’oratorio
abbia una dimensione comunitaria
ed esista solo laddove la comunità
sottostante decide di impegnarsi per
le nuove generazioni, ma la necessità
di prevedere idonei strumenti organizzativi nella gestione quotidiana
non può far capo ad altri, se non alle
associazioni. Quanto alle parrocchie,
hanno convenienza a instaurare rapporti con queste ultime, perché è in
tale dinamica che vengono tutelate le
attività che non sono né di culto, né
religiose in senso stretto. Ed è quindi grazie alla specifica esperienza di
Anspi che è stato possibile avviare
centinaia di nuovi progetti, evitando
alle parrocchie di ritrovarsi impegolate in regimi di carattere commerciale
che, non sapendo poi come gestire, le
avrebbero esposte al rischio d’un naufragio delle iniziative stesse.
Un dibattito che don Falabretti ha
giudicato arricchente e che ha vissuto
come «un nuovo rapporto da scrivere,
non perché la storia cominci oggi, ma
perché tante condizioni stanno cambiando», e che al termine ha salutato
come «apertura d’un dialogo, che certamente necessita di ulteriori sviluppi
e di tavoli di riflessione, insieme alle
altre realtà associative», che devono
pure esse tenere conto come, per una
Chiesa in cammino e attenta alle
istanze del mondo «un’identità così
forte può essere utile, ma può anche
diventare un ostacolo verso il futuro».
VALLE SABBIA
www.vallesabbianews.it
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.vallesabbianews.it/index.php?l=it&idn=1&art=34628&mag=visualizzaperlastampa
In ricordo della Contesa di Monte Melino
*Segue il testo in originale
- 10/32 -
01/11/2015
4/11/2015
In ricordo della Contesa di Monte Melino
In ricordo della Contesa di Monte Melino
di Aldo Pasquazzo Si sono concluse con una conferenza di mons. Luis Romera, rettore dell’Università della Santa
Croce di Roma, le celebrazioni a Castel Condino in ricordo del centenario della Grande Guerra Castel Condino ha chiuso con successo la “Contesa di Monte Melino”. Lo ha fatto ieri l’altro
venerdì in occasione della conferenza conclusiva alla quale era presente monsignor Luis Romera,
rettore della Università Santa Croce di Roma e presidente della conferenza dei rettori delle
Università Pontificie nel mondo.
Ma prima del rappresentante della Chiesa spagnola avevano parlato Stefano Bagozzi, sindaco di
Castel Condino, e il senatore Ivo Tarolli, presidente del Comitato organizzatore, mentre Luca
Mezzi, vicepresidente dell’Ente BIM del Chiese, con il monsignore si era intrattenuto da Gemma
a Boniprati all’ora di pranzo. Argomento della conferenza di monsignor Romera “Condizioni e strumenti per una cultura della
pace”.
Spaziando dall’umanesimo giudaico cristiano ad Habermas, dalla parabola del Buon Samaritano a
Norberto Bobbio, il monsignore ha sottolineato “che elemento importante per la pace è il
concetto di prossimo. Il prossimo non come un alter ego in competizione con noi, ma il prossimo,
l’altro, al quale siamo chiamati ad avvicinarci con un atteggiamento di comprensione, di aiuto e condivisione”.
“La pace interiore di ciascuno di noi – ha proseguito monsignor Romera – e la pace in famiglia
sono condizione perché si riescano a promuovere condizioni di pace fra gli stati e fra le civiltà che
oggi entrano spesso in conflitto fra loro”. L’uomo di chiesa, affiancato dal reverendo arciprete don Vincenzo Lupoli, ha poi fatto riferimento ai molti studenti dell’Università originari di paesi in difficili condizioni economiche se
non addirittura in stato di guerra civile. Prima ancora, santa messa e spaghettata alla staffa.
Pubblicato il: 01/11/2015 08:00:00 - 2008 © Tutti i diritti sono riservati - Autogestione contenuti di Edizioni Valle Sabbia Srl C.F. e P.Iva:
02794810982 - Sistema GLACOM®
http://www.vallesabbianews.it/index.php?l=it&idn=1&art=34628&mag=visualizzaperlastampa
1/1
CADENA SER
http://cadenaser.com/
argomento
Citazioni Università
e/o professori
!
http://cadenaser.com/ser/2015/11/02/internacional/1446492417_807366.html
Ángel Vallejo, 'monseñor transparencia'
*Segue il testo in originale
- 12/32 -
02/11/2015
16/11/2015
Ángel Vallejo, 'monseñor transparencia' | Actualidad | Cadena SER
DETENCIÓN EN EL VATICANO
Ángel Vallejo, 'monseñor transparencia'
El español fue el máximo responsable económico de la Jornada Mundial de la Juventud en Madrid
JOAN SOLÉS
ROMA
02/11/2015 - 20:26 CET
Desde que el papa Pablo VI suspendió la censura eclesiástica en la edición de libros en 1966, el Vaticano tiene
terror a la publicación de libros en Italia sobre sus embrollos ocultos. Especialmente si son de investigación
sobre intrigas internas, sus agentes de información –a menudo los mismos periodistas- o sus finanzas y banca,
esta última conocida con el ‘eufemismo’ Instituto para la Obras de Religión’ (IOR).
Para la Gendarmería Vaticana no es difícil conseguir de sus agentes de información las galeradas de nuevos
libros sobre el estado Pontificio que se preanuncian, cuanto menos, polémicos o ‘generan confusión e
interpretaciones parciales y tendenciosas’, según Federico Lombardi, portavoz de la Santa Sede.
En efecto, en vísperas de la presentación de dos polémicos libros sobre nuevos escándalos en la Santa Sede
(‘Via Crucis’ de Gianluigi Nuzzi y ‘Avarizia’ di Emiliano Fittipaldi), la Gendarmería Vaticana ha procedido al arresto
del ex secretario de la Prefectura para Asuntos Económicos y de la Comisión de Estudio económicoadministrativo, monseñor Ángel Vallejo, riojano, ex directivo de la Cadena COPE, máximo responsable económico
de la Jornada Mundial de la Juventud 2011 del Papa Benedicto XVI en Madrid
(http://cadenaser.com/tag/benedicto_xvi/a/). Precisamente la transparencia de su gestión entonces, tras las
oscuras maquinaciones financieras en la visita papal a Valencia en el 2006, le valió el estrellato a la máxima
instancia económica del estado del Vaticano.
En un encuentro reservado con periodistas a principios de 2014 en la Universidad Santa Cruz de Roma, Ángel
Vallejo habló con inusual claridad de la reforma económica y contable que impulsaba en el Vaticano por
encargo de Joseph Ratzinger. Destacó principalmente su intento de transparencia financiera y administrativa de
acorde con los nuevos tiempos y modernos sistemas informáticos. Sin duda suponía una novedad, sin
precedentes, en el pequeño Estado sin contribuyentes fiscales ni déficit público, cuya jerarquía mantenía sus
cuentas en secreto. Este corresponsal mantuvo con Ángel Vallejo el siguiente diálogo, en síntesis:
¿Quién es hoy el máximo responsable del control económico del Vaticano? –le pregunté.
Yo –respondió.
Hombre, haber empezado por ahí. ¿Y quién es el máximo responsable de la gestión económica?
Yo.
¿Es usted el controlador y, a la vez, el controlado?
De momento. Estamos trabajando en la reforma del sistema.
Un mes después de esta conversación Ángel Vallejo no fue ratificado en el cargo de la recién creada Secretaría
de Economía del Vaticano porque “un directivo de un órgano de control –reconoció- no puede pertenecer a un
órgano controlado”.
16/11/2015
Ángel Vallejo, 'monseñor transparencia' | Actualidad | Cadena SER
Reacción de la Santa Sede
La información que disponía ‘monseñor transparencia’ habría llegado a determinados periodistas. La
Gendarmería Vaticana no ha dudado en proceder a su detención
(http://cadenaser.com/ser/2015/11/02/internacional/1446469780_303167.html) y el Procurador de Justicia (fiscalía
vaticana) ha ordenado su ingreso en una de las dos celdas de la prisión del microestado. Los libros de próxima
aparición en Italia sobre nuevos embrollos de la Curia Romana “son fruto de una grave traición de confianza al
Papa”, según la Oficina de Prensa de la Santa Sede. “Los autores –se añade- obtienen ventajas de un acto ilícito
grave de entrega de documentación reservada. Hay que evitar el equívoco de pensar que este sea un modo de
ayudar a la misión del Papa”.
MATCHMAN NEWS
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e/o professori
http://www.matchman-news.com/narratori-inconsapevoli-sulla-strada-di-dio/
Narratori inconsapevoli sulla strada di Dio
* Segue il testo in originale
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02/11/2015
4/11/2015
Narratori inconsapevoli sulla strada di Dio - Matchman News
Narratori
inconsapevoli sulla
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 (https://twitter.com/matchman_news)
strada
di Dio
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Intrigante come i film di cui parla e profondo come la teologia
cui rinvia, “Verso Dio nel cinema. Viaggio in dieci tappe,” un
prezioso libro scritto da Daniela Delfini, Enrique Fuster, José
Maria Galván (San Paolo, Cinisello Balsamo 2013, pp. 184, euro
15). Non si tratta di un centone, una collezione o, come
potrebbe sembrare al […]
di Matchman (Http://Www.Matchman-News.Com/Author/Matchman/) 02/11/2015
Intrigante come i film di cui parla e
profondo come la teologia cui rinvia,
“Verso Dio nel cinema. Viaggio in dieci
tappe,” un prezioso libro scritto da
Daniela Delfini, Enrique Fuster, José Maria
Galván (San Paolo, Cinisello Balsamo 2013,
pp. 184, euro 15). Non si tratta di un
centone, una collezione o, come potrebbe
sembrare al lettore disattento che si
limitasse a sfogliarlo, una semplice
Intrigante come i film di cui
parla e profondo come la
teologia cui rinvia, “Verso
Dio nel cinema. Viaggio in
dieci tappe,” un prezioso
libro scritto da Daniela
Delfini, Enrique Fuster, José
Maria Galván (San Paolo,
Cinisello Balsamo 2013, pp.
184, euro 15). Non si tratta di
un centone, una collezione
o, come potrebbe
sembrare al […]
raccolta di recensioni unite dal motivo
tematico della fede. A srotolarsi, pagina
dopo pagina, è un vero e proprio
percorso, perfettamente logico, in cui ogni
tappa serve a progredire sulla strada
impervia ma gratificante della scoperta di
Dio attraverso il cinema.
I tre autori – due docenti della Pontificia
Università della Santa Croce e un’autrice
(http://www.matchman- televisiva – sono guidati da una
news.com/narratoriconvinzione: che sia possibile individuare
inconsapevoli-sullapercorsi religiosi nelle storie proposte dal
strada-di-dio/)
grande schermo, anche attraverso quei
film apparentemente estranei alle
traiettorie della fede. La scelta è caduta su alcuni titoli di opere che
rilevassero «i diversi aspetti della religiosità insita in ogni circostanza
della vita degli uomini e che non fossero necessariamente ascrivibili
al cinema religioso in senso stretto». Spesso, infatti, se sono leali
nella descrizione della natura umana, i cineasti sono «narratori
inconsapevoli» di pulsioni e aneliti che documentano la tendenza
innata dell’essere umano a cercare una relazione con un oltre
trascendente. In moltissimi casi queste narrazioni si fermano sulla
http://www.matchman-news.com/narratori-inconsapevoli-sulla-strada-di-dio/
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Narratori inconsapevoli sulla strada di Dio - Matchman News
soglia, con il pudore di non violare il mistero che avvolge la vita; in
altri, si aprono coraggiosamente al riconoscimento di una presenza
divina attiva nell’esistenza.
Non sono solo i film stessi, articolandosi in strutture drammaturgiche
che seguono spesso il viaggio di un protagonista verso un obiettivo
(soprattutto nei modelli hollywoodiani), a rivelare precise visioni del
mondo sui grandi temi dell’esistenza (e quindi, presi singolarmente,
possono costituire dei brevi viaggi nella coscienza). È il cinema in
generale, come arte di «scolpire il tempo» (per usare l’efficacissima
espressione di Andrej Tarkovskij) a essere testimone, a volte
inconscio, di dinamiche storiche, mutamenti culturali e moti della
coscienza legati alle domande, comuni a ogni epoca e latitudine, sul
dolore, la colpa, il male, la morte, la giustizia. In particolare, poi, il
cinema è stato espressione di un secolo, il Ventesimo, che ha visto
«sia il dramma dell’uomo senza religione, sia l’apertura
postmoderna al fenomeno religioso». Come arte tipica della
modernità, pertanto, il cinema rappresenta secondo gli autori un
osservatorio migliore di altri per capire il recente passato quanto il
presente.
I dieci capitoli che formano il libro, attraverso le analisi delle trame e
dei personaggi dei film, seguono quattro momenti di un percorso di
antropologia cristiana: nei primi cinque capitoli si esaminano i
desideri dell’uomo, quindi i motivi che possono spingerlo ad
abbandonare la terra di penombra per ricercare la luce («L’idea
stessa di essersi persi richiama la necessità di dirigersi da qualche
parte, di avere una destinazione»). Nel sesto capitolo si affronta la
possibilità dell’uomo di rifiutare il viaggio, di usare la propria libertà
per silenziare i fremiti innati del suo senso religioso, negando
soluzioni che vadano al di là della propria condizione nella storia. Nei
capitoli dal settimo al nono si analizzano invece gli elementi
fondamentali comuni a ogni esperienza religiosa quando, con
coscienza, si decide di orientare verso Dio le proprie scelte («Nel
momento in cui s’intravede la pienezza, che valica i limiti
spaziotemporali, ci si rende conto che vale la pena mettersi in
cammino»). Il decimo capitolo, infine, segue le storie e i personaggi
che testimoniano un pieno raggiungimento della comunione
definitiva con Dio («L’arte, pur non potendo arrivare a questa
sublime materializzazione nella storia dell’Eternità, predispone lo
spirito umano a scorgere nella materia, divenuta trasparente, le
verità ultime delle cose»).
Venendo ai titoli, avvertono gli autori, «non tutti i film possono
considerarsi opere moralmente raccomandabili o adeguate a
persone senza un minimo di capacità critica, ma in tutte riteniamo sia
http://www.matchman-news.com/narratori-inconsapevoli-sulla-strada-di-dio/
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Narratori inconsapevoli sulla strada di Dio - Matchman News
presente una tensione verso l’alto che testimonia la natura religiosa
dell’arte». A introdurre il libro e a concluderlo, sono le analisi
rispettivamente di 2001 – Odissea nello spazio di Stanley Kubrick e
The Tree of Life di Terrence Malick (diremmo, dalla penombra
dell’uno alla luce dell’altro). Ci sembra una scelta coerente che a
fare da cornice all’intera galleria siano i due film forse più ambiziosi
della storia del cinema, che hanno cercato di essere
onnicomprensivi e di dare una spiegazione del tutto. Per il resto,
trovano posto, accanto a classici intramontabili (La vita è
meravigliosa, Casablanca, Tempi moderni, Ordet…), film più recenti
(Non è un paese per vecchi, Million Dollar Baby, Lo scafandro e la
farfalla, Departures…) qualche gioiello della Pixar (Toy Story,
Ratatouille…), diversi esempi di fantascienza (Blade Runner, Solaris,
Stalker, Gattaca…) e, soprattutto, felici riscoperte di titoli forse cari ai
cinefili ma tendenzialmente scomparsi – anche presso alcune
meritorie e motivate cerchie di addetti ai lavori – a causa della
memoria culturale miope che affligge la contemporaneità (tra gli
altri, La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen, Arrivederci ragazzi
di Louis Malle, Pietà per i giusti di William Wyler, La bellezza del
diavolo di René Clair). Non manca Il pranzo di Babette, ritornato agli
onori della ribalta in quanto pellicola preferita di Papa Francesco.
Un vademecum utilissimo per organizzatori di cineforum e di
rassegne, che potrebbe diventare uno strumento anche per
sacerdoti e catechisti, facile da usare e piacevole da leggere. «Il
cinema» – concordiamo quindi con quanto disse Paolo VI, come si
legge in una citazione nelle ultime pagine del volume – «ha una
magica abilità di far intravedere il campo di luce che sta dietro il
mistero della vita umana».
di Raffaele Chiarulli
Già pubblicata su “Studi cattolici”, anno 57°, n. 632, ottobre 2013, pp.
730-731.
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Concluye en Madrid el V Congreso
de la Fundación Ratzinger
*Segue il testo in originale
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Concluye en Madrid el V Congreso de la Fundación Ratzinger | ZENIT - El mundo visto desde Roma
El mundo visto desde Roma
http://www.zenit.org/es/articles/concluye-en-madrid-el-v-congreso-de-la-fundacion-ratzinger
Concluye en Madrid el V Congreso de la Fundación
Ratzinger
Se ha celebrado en el contexto del V Centenario del nacimiento de
santa Teresa de Jesús, con el título “La oración, fuerza que cambia el mundo”
Madrid, 03 de noviembre de 2015 (ZENIT.org) Redacción | 936 hits
La Fundación Vaticana Joseph RatzingerBenedicto XVI clausuró su V Congreso Internacional, celebrado por primera vez en España, en la Universidad Francisco de Vitoria de Madrid. Durante
dos días, los participantes profundizaron sobre el tema “La oración, fuerza que cambia el mundo”. En esta
ocasión, el encuentro fue organizado por la Fundación Ratzinger de la Santa Sede, la Universidad
Francisco de Vitoria y la Fundación para el V Centenario del Nacimiento de Santa Teresa de Jesús.
La reunión tuvo como protagonista a la oración, una cuestión íntimamente ligada a la espiritualidad
teresiana y muy presente también en el pensamiento y magisterio de Joseph Ratzinger-Benedicto XVI.
El miércoles, los participantes escucharon el saludo del papa Francisco desde Roma, sus buenos deseos y
su llamada a orar juntos. Al día siguiente, Mons. Giuseppe Scotti, presidente de la Fundación Ratzinger,
presentó las conclusiones del encuentro.
Citando la ponencia del profesor de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz, Bernardo Estrada, el
sacerdote italiano recordó cómo Benedicto XVI “hace ver que la humanidad auténtica, el llegar a ser
plenamente hombre, solo se puede comprender a partir de Dios y en relación con Dios. Y esa relación
incluye el hablar con Dios y escucharlo”.
Mons. Scotti prosiguió afirmando que “estamos aquí porque nuestra inteligencia está abierta a la fe. De
esto estamos plenamente convencidos y estamos felices”. “Estamos aquí porque la enseñanza y el
testimonio de Teresa, mujer sorprendida totalmente por Dios, nos fascina”, insistió, al tiempo que explicó
que, como indicó Mons. Luis Francisco Ladaria, secretario de la Congregación para la Doctrina de la Fe y
profesor en la Pontificia Universidad Gregoriana, “la oración cristiana es una dimensión de la respuesta
en la fe del hombre que se sabe interpelado por Dios, que quiere establecer con él un diálogo amoroso”.
Durante su intervención, el presidente de la Fundación Ratzinger señaló que el Pontífice argentino,
durante el Ángelus de hace unos domingos, invitó a un grupo de personas sin hogar a distribuir unos
libros de oración a los asistentes en la Plaza de San Pedro. “Nos ha recordado que los pobres de hoy son
similares a los pastores del Evangelio, enviados por los ángeles para llevar el mensaje de alegría y paz”,
destacó.
Por último, Mons. Scotti preguntó a los asistentes “¿cuál es el lugar de la fe en el futuro?”, animándoles a
“ser los constructores del futuro, mirando el estilo, la pasión y la iniciativa de Teresa”.
A continuación, el rector de la UFV, Daniel Sada, agradeció a la Fundación Vaticana el haber confiado
en su universidad: “Para la UFV ha supuesto un orgullo y un honor formar parte de este importante
Congreso científico que se celebra por primera vez en España y que nos permite, como universidad
católica que somos, colaborar estrechamente con la Santa Sede y con la Fundación para el V Centenario
del Nacimiento de Santa Teresa de Jesús. Primero, porque viene de la Iglesia. Y segundo, porque
Benedicto XVI es muy importante para nuestra universidad ahora que nos preguntamos qué significa ser
universidad y qué significa ser católica. Hemos buscado referencias y en él hemos encontrado una gran
abundancia de textos para avanzar en la respuesta de esta pregunta y nos ha dado mucha luz para estudiar
qué es “ensanchar los horizontes de la razón” que tiene mucho que ver con nuestra misión en la
universidad”, apuntó.
“También quiero dar las gracias a la Fundación para el V Centenario del Nacimiento de Santa Teresa de
Jesús, a los más de 300 asistentes al Congreso y a los más de 200 que nos han seguido online a través de
Evangelización Digital de muchos países de Estados Unidos, Méjico, Colombia y España, entre otros”,
añadió el rector.
Por último, Sada aseguró que “este congreso nos lleva a comprometernos y a que tenga frutos. Por eso,
daremos continuidad a este congreso con diferentes actividades en colaboración con la Fundación Joseph
Ratzinger y publicaremos las memorias de este Congreso, en colaboración con la Biblioteca de Autores
Cristianos (BAC)”.
En el encuentro participaron, entre otros, el nuncio apostólico en España, Mons. Renzo Fratrini; el
arzobispo de Valladolid y presidente de la Conferencia Episcopal Española (CEE), cardenal Ricardo
Blázquez; el arzobispo de Madrid y presidente del Comité Científico del Congreso, Mons. Carlos Osoro;
http://www.zenit.org/es/articles/concluye-en-madrid-el-v-congreso-de-la-fundacion-ratzinger
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Concluye en Madrid el V Congreso de la Fundación Ratzinger | ZENIT - El mundo visto desde Roma
Mons. Luis F. Ladaria, secretario de la Congregación para la Doctrina de la Fe; el P. Agustí Borrell,
vicario general de la Orden del Carmelo Descalzo; y diversos profesores de universidades tanto españolas
como internacionales.
Asimismo, tuvieron lugar mesas redondas sobre cómo la oración transforma a la persona, a la familia, a la
Universidad, al corazón del joven y su compromiso social, o al compromiso político.
Durante los días previos, y también durante la celebración del Congreso, se organizó una intensa
programación cultural, de alta calidad, en diferentes lugares de Madrid, incluyendo la propia UFV. De la
mano de la Fundación V Centenario, se estrenaron mundialmente varios espectáculos de música y danza
contemporánea sobre la oración y santa Teresa. La semana de actividades concluyó con una peregrinación
de los participantes a Ávila, el viernes día 30.
(03 de noviembre de 2015) © Innovative Media Inc.
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AMERICA MAGAZINE
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Cardinal Turkson: The Earth Is at Risk
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05/11/2015
9/11/2015
Cardinal Peter Turkson: The earth is at risk, something must be done | America Magazine
TH E N A TI ON A L C A T H O LIC R E V IE W
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Cardinal Turkson: The Earth Is at Risk
NEWS
Nov 5 2015 ­ 12:28pm | Luke Hansen, S.J.
As the Vatican makes a concerted
effort to influence the outcome of the
U.N. Climate Change Conference in
Paris later this month, one of the
leading Vatican authorities on Pope
Francis’ encyclical, “Laudato Si,’”
told America in an exclusive
interview on Nov. 3 that the success
of the meeting of world leaders is not
solely in the hands of the politicians.
“I would look way beyond politicians
and political leaders,” said Cardinal
A banner calling attention to climate change is seen in St. Peter's
Square at the Vatican June 28. Some 1,500 people marched to the Peter Turkson, president of the
Vatican in support of Pope Francis' recent encyclical on the
Pontifical Council for Justice and
environment. (CNS photo/Paul Haring)
Peace. “I would look at civil society
groups and look at business groups for the success of this upcoming summit.”
The popular cardinal from Ghana delivered the keynote address, “Laudato si’ from Silicon
Valley to Paris,” at a two­day conference at Santa Clara University that brought together
leaders in religion, politics, business and science to engage in dialogue about the ecological
vision of Pope Francis.
Cardinal Turkson said the measure of success for the Paris summit, which begins Nov. 30, is
“the extent to which people and groups are coming on board.” He noted there is substantial
public awareness about “what is at stake.”
http://americamagazine.org/issue/cardinal-turkson-earth-risk
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Cardinal Peter Turkson: The earth is at risk, something must be done | America Magazine
“It is not just now a matter of politicians and political leaders and policy makers meeting to
decide anything,” he explained. “But the awareness is now very well shared that the earth is at
risk, and there is something that needs to be done to ensure that life on this earth is
sustainable.”
On Oct. 26, the presidents of several regional conferences of Catholic bishops from across the
world made an appeal to the political leaders who will meet in Paris for “courageous and
imaginative political leadership” that will result in a “fair, legally binding and truly
transformational climate agreement.”
Asked whether he believes these political leaders have the requisite courage and imagination to
come to an agreement, Cardinal Turkson shifted attention to the important role of businesses
in addressing climate change.
“The politicians make the decision, but the implementation comes to business and how they
evaluate the outcome of decisions,” he explained. “How is that going to affect their business? Is
it going to promote it positively or no?”
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The appeal from church leaders offered 10 specific policy proposals, including putting “an end
to the fossil fuel era, phasing out fossil fuel emissions, including emissions from military,
aviation and shipping.”
Asked about U.S. responsibility for military emissions, Cardinal Turkson said the concern is
basically about pollution from explosions and what is released into the atmosphere. He added
that the factories that produce military hardware “may also contribute to the problem.”
He acknowledged that the United States has helped broker peace in many places, and he
wishes the country would “strengthen that.”
“Every now and then, your politics and balance of power and influence around the world come
into play,” the cardinal said. “But if all of these efforts will be balanced by a concern for peace,
http://americamagazine.org/issue/cardinal-turkson-earth-risk
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9/11/2015
Cardinal Peter Turkson: The earth is at risk, something must be done | America Magazine
by a concern for promoting coexistence, harmony and the well­being of people, it would be a
great thing.”
In advance of his talk on Tuesday, Cardinal Turkson also offered brief comments and took
questions at a press conference at the Jesuit university located 40 miles south of San Francisco.
At the briefing, America asked Cardinal Turkson about Catholic institutions that have
investments in fossil fuel companies and whether—in light of the urgency of the situation—
traditional shareholder advocacy is still an effective strategy for change, or whether he would
favor divestment.
Cardinal Turkson said the Vatican has no official stance on divestment, but he has read about
religious congregations in the United States that have divested from the fossil fuel industry.
“That probably explains one of the tensions, one of the difficulties we had, even before the
encyclical was published,” he said. “We got a lot of communication mail from businesses over
here [in the United States], knowing that the publication of the encyclical was certainly going to
have a negative impact on coal mining.”
He mentioned Peabody Energy, the world’s largest private­sector coal company, as one of
several groups who communicated their concerns to the Vatican.
Initially, the shift to renewable sources “appears to be something that will bring a lot of losses
to business,” the cardinal said. “But in fact those who have tried already talk about better
investments, better proceeds in their shift to renewable energies.”
Cardinal Turkson acknowledged diverse reactions to the encyclical, and he emphasized that
Pope Francis has called for dialogue and several times used the image of a polyhedron “to
simply say when we are dealing with an issue that involves all of us.”
We need people coming from “different points of view,” he said. He expects religion, science,
business and others to contribute.
“It is a question of inviting all stakeholders to the table to see we are having a problem” with
the sustainability of the earth, he said. “Let’s think together.”
He said the Pope Francis’ invitation to dialogue has been “well received.”
“Cardinal Dolan from New York tells me about 12 businessmen who want to take the pope on
his word and come to Rome to engage the pope in dialogue about what he has suggested,” said
Cardinal Turkson. He added that the Pontifical University of the Holy Cross in Rome will host
an event in February that will bring business persons from around the world “to come together
to see if we can find a solution to a very common problem about our earth, our common home.”
In writing the encyclical, Pope Francis “inserted himself in a whole long tradition of social
concern” about the environment and the poor, explained Cardinal Turkson.
http://americamagazine.org/issue/cardinal-turkson-earth-risk
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Cardinal Peter Turkson: The earth is at risk, something must be done | America Magazine
At the same time, he said, Pope Francis has admitted that one of the “difficulties” of the
encyclical was about “how to evaluate” the scientific evidence related to climate change. For the
encyclical, according to Cardinal Turkson, the Holy Father relied on U.N. reports produced by
over 800 scientists.
Pope Francis “does appeal to science but he appeals to science essentially as a pastor, not as a
scientist,” the cardinal explained. “It is not to say the last word or to become an arbiter of the
fruit of scientific research, but to demonstrate the fact that the earth is suffering some kind of
abusive treatment and needs to be paid attention to.”
Asked about the role of Silicon Valley in the global conversation about climate change, Cardinal
Turkson said that area has become “an icon for technological growth and development.” His
presence here for the talk, he said, is based on the belief that “there is a lot that Silicon Valley
can do to help the world leaders as they go to Paris.”
On the question of whether the tech industry has thought enough about the environmental
costs of its goods, the cardinal said it is difficult to know what is adequate.
“What I can say, however, is that there is the awareness being created in several business
schools and several business centers that concern should not be so much about how much
people make but what impact they make,” he said.
At several occasions during the press conference, Cardinal Turkson returned to this particular
line from “Laudato Si’”: “What kind of world do we want to leave to those who come after us, to
children who are now growing up?”
“And with that passionate appeal,” he said, Pope Francis invites us to seriously look at what he
calls integral ecology, “the inseparability between the concern for the earth and concern for the
poor.”
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23, 2015)
Bishop George Murry Discusses Synod Process, Supports More Lay Involvement (October 20, 2015)
California Bishop Voices Support for the Ordination of Women (September 18, 2015)
‘We Have a Lot of Work to Do’ (February 4, 2015)
RECENTLY IN NEWS
Kennedy Calls Funding for Mental Health, Addiction Treatment a 'Moral Imperative' (November 6,
http://americamagazine.org/issue/cardinal-turkson-earth-risk
4/5
GONEWS
http://www.gonews.it
06/11/2015
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e/o professori
http://www.gonews.it/2015/11/06/economia-positiva-sostenibilita-sociale-ed-economica-come-virtu-dimpresa/
‘Economia positiva’, sostenibilità sociale ed
economica come virtù d’impresa
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10/11/2015
[ Carmignano ] ‘Economia positiva’, sostenibilità sociale ed economica come virtù d’impresa | gonews.it
martedì 10 novembre 2015 ­ 13:02
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PRATO ­ PISTOIA
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‘Economia positiva’, sostenibilità sociale ed economica come virtù d’impresa
06 novembre 2015 16:37
Economia e Lavoro
Carmignano
Economia positiva, ossia un nuovo modello economico nel lungo periodo fondato sulla sostenibilità sociale ed ecologica quale parte integrante dell’etica di
impresa: può un Paese misurarsi, al di là del PIL, sul benessere della sua società e delle sue stesse imprese?
Su questo tema si interrogano giovani imprenditori, dirigenti e professionisti che domani saranno impegnati alla Villa Medicea di Artimino nella giornata di
studi dell’ottava edizione di Artes et Ethica.
Il tema, ispirato dall’ultima Enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì”, vedrà tra i protagonisti Giorgio Merletti (presidente nazionale di Confartigianato).
Saranno presenti anche Antonio Porras (teologo della Pontificia Università della Santa Croce), Paolo Pugni (consulente aziendale milanese) e Paolo Ermini
(giornalista, direttore del Corriere Fiorentino) con Massimo Marianeschi, presidente di Artes.
Modera Giorgio Fozzati, direttore di Artes.
Nel pomeriggio la parola passerà a Lorenzo Petretto (Direttore dell’Incubatore Tecnologico di Firenze) e Mauro Zoppini (Presidente di MPF Group e
creatore del marchio Zoppini) con la presentazione di casi aziendali e best practises.
Saranno presenti anche i giovani di AssoMABA (Associazione Master MABA Alumni).
“Abbiamo pagato duramente gli effetti delle bolle speculative, dell’economia ‘di carta’, di una finanza frenetica e troppo disinvolta – commenta il Presidente
di Confartigianato Giorgio Merletti ­. Dobbiamo tornare agli elementi costitutivi dell’uomo artigiano, dobbiamo tornare all’economia reale, ritrovare l’etica, il
gusto, l’orgoglio, la fatica, la soddisfazione di costruire cose ben fatte. Serve un’iniezione di valori artigiani nel mondo del lavoro. In questo senso l’Italia,
paese di antica e preziosa tradizione artigiana, può dare una grande lezione. La migliore risposta alla crisi che sta attraversando le economie di tutto il
mondo viene dunque proprio dalla riscoperta dell’’essere artigiani’’.
‘Artes et Ethica’ è un percorso di formazione per studiare nuovi strumenti con cui interpretare e approfondire l’impatto etico delle decisioni e delle azioni
intraprese nella professione. È organizzato e promosso dall’associazione Artes.
Associazione Artes
L’Associazione Toscana Ricerca e Studio ARTES nasce nel 1993 da un gruppo di professionisti, docenti universitari e imprenditori fiorentini e toscani per
“contribuire all’aggiornamento e alla promozione dell’uomo nell’ambito dei rapporti tra cultura e lavoro intesi quali componenti attivi del progresso civile”.
ARTES non ha fini lucro ed è un’associazione riconosciuta dalla Regione Toscana con decreto 2434 del 10 aprile 1996.
Fonte: Ufficio Stampa
http://www.gonews.it/2015/11/06/economia-positiva-sostenibilita-sociale-ed-economica-come-virtu-dimpresa/
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THE WASHINGTON POST
www.washingtonpost.com
06/11/2015
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Citazioni Università
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https://www.washingtonpost.com/news/acts-of-faith/wp/2015/11/06/why-juicy-vatican-secrets-are-getting-harder-tokeep-even-under-pope-francis/
Why juicy Vatican secrets are getting harder to keep,
even under Pope Francis
*Segue il testo in originale
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Acts of Faith
Why juicy Vatican secrets are getting harder to keep,
even under Pope Francis
By Michelle Boorstein and Paul Farhi November 6
Gossip and internal politicking are so much a part of Vatican life that an old Rome joke goes: “In the Church, a
secret is something you only tell one person at a time.”
But this week the definition of secret­spilling got blown up.
Two Italian journalists — an economics reporter for a prominent newsweekly and a muckraking TV figure
— published books that used extensive leaked Vatican data to show in detail the kind of financial irregularities
that in the past have come out in dribbles and rumors. And the alleged findings are dramatic, from the top
Vatican official whose swanky Rome penthouse was refurbished by a church charity to the Vatican pension
fund’s $800 million hole, to a report that Vatican real estate is worth about seven times as much as is reported
on balance sheets.
Even for a place accustomed to leaks, this week produced a torrent, including surreptitiously made recordings of
Pope Francis — a barrier Vatican­watchers said had never been crossed before. For an institution long
accustomed to some standard of deference, one thing is becoming clear: The Catholic Church is in a new era.
“Cardinals living in fat apartments for free — we’ve known that since the dawn of time. But this is a new level of
stuff spilling out. It’s the Catholic version of people­have­the­right­to­know,” said John Allen, a longtime
reporter on the Vatican and Catholicism who is associate editor of Crux, a Catholic site owned by the Boston
Globe. Of the Vatican, Allen said: “I think they’re living in a world that doesn’t exist anymore.”
Vatican officials obviously want to deter the kind of extensive leaks that fueled Emiliano Fittipaldi’s “Avarizia”
(“Avarice”) and Gianluigi Nuzzi’s “Merchants in the Temple,” and Monday announced they’d arrested two
insiders on suspicion of leaking. One was a Vatican bureaucrat and monsignor; the other an Italian PR maven
called “the pope’s lobbyist.”
The Vatican’s Secretariat for the Economy Thursday issued a statement about the books, saying they “appear to
have included false and misleading claims” about the spending of Cardinal George Pell, the secretariat’s
chair. Finally and for the avoidance of doubt about the commitment of Cardinal Pell to cost management and
control, the Secretariat completed the year well below its 2014 budget and was one of the very few entities to
propose a reduction in spending in 2015, the statement read.
[Here’s how the Vatican state handles crime]
Neither reporter, interestingly, is part of the Vatican’s extensive press corps, dozens of journalists called
“Vaticanisti.” But recent years have been unusual at the Vatican, with Pope Benedict launching and then Pope
Francis continuing a major effort to reform the bureaucracy — in particular the Vatican’s finances. These
partnerships have brought in an unprecedented number of secular consultants from firms like McKinsey & Co.,
the KPMG international accounting firm and the Promontory Financial Group into the orbit of the Vatican,
meaning dozens more outsiders have access to internal files, and many on the inside are stirred up in ways that
might make them want public attention.
Francis also created a new high­level cardinal advisory board nicknamed C9 for the nine cardinals who are
members.
“There is definitely more coming out, because there are more documents to be leaked. We’ve never before had a
C9 and KPMG and Promontory and mountains of studies,” said Philip Pullella, a senior Reuters correspondent
in Rome for more than three decades. Leaking goes in cycles, he said. “We were in a bear market and now we’re
in a bull market. Now things will get a bit more difficult [for journalists.] But things will come around again. You
have to remember this is the Vatican, and Italy; we’re in the land of Machiavelli.”
Despite the arrests, it’s not clear who Nuzzi and Fittipaldi relied upon, though both said their sources included
clergy and lay people.
Fittipaldi, who writes for the newsweekly L’Espresso, suggested that his book was made possible by the desire
for more expansive reforms.
“For 2,000 years the church has always tried to wash its dirty laundry behind its holy walls. And even in recent
years, regardless of the announced new transparency that was supposed to wipe out economic and financial
scandals, corruption and personal enrichment, the Vatican tried to keep the skeletons hidden in the closet,” he
told The Post. “There are sources, especially for what concerns my book, who decided that transparency
shouldn’t remain a promise. Too many scandals to uncover, even in the age of Francis, too many enemies
aspiring to boycott Francis’s difficult reforms. Too many fake reforms.”
There were many references in the books to COSEA, a commission Francis established a few months after his
March 2013 election in order to suggest economic reforms.
This is the third book on the Vatican by Nuzzi, a TV journalist who has a sensational style of writing but whose
work has had a massive impact. He was a central figure in a 2012 scandal called Vatileaks, reporting from leaked
documents about financial improprieties and infighting. Many Vatican watchers believe Nuzzi’s reporting on the
out­of­control bureaucracy may have in part led to Pope Benedict’s historic resignation, and the prominence at
Pope Francis’s election of the topic of economic reform. Everyone knew there were power struggles, but he
added concrete detail.
Problems were well­known. “These are the reasons Francis was instituting the reforms,” said John Thavis,
recently retired after covering the Vatican for many years for the Catholic News Service.
What’s new, Thavis and others agreed, is Francis.
“He’s a high­profile newsmaker of great interest to many people because he’s doing things differently,” Thavis
said.
Francis said when he was elected that the Vatican’s inner­workings needed far more transparency, and he was
secretly quoted — according to Nuzzi’s book — as demanding more openness after finding “unofficial budgets”
that itemized money allegedly misused by Vatican officials.
[Francis prepared to battle for reform, aide says]
But others don’t see a dramatic change in openness.
“The very positive tone of coverage [of Francis] gives an impression of openness because there’s more coverage,
but there’s more coverage because there’s more interest,” said the Rev. John Wauck, a former political
speechwriter who has taught communications at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome. “The only
really noticeable change is the heightened [media] interest in the Vatican.”
There have been some dramatic leaks in the modern church. In the 1960s a commission created by Pope John
XXIII to study birth control created a report in which a majority of members recommended accepting the
practice. It leaked out and was published. A year later Pope Paul VI issued the encyclical Humanae Vitae,
affirming the church’s official ban on all forms of artificial
contraception.
Fittipaldi’s publication, L’Espresso, has published so many leaks in recent years that it’s become almost a tattle
sheet for Vatican followers. L’Espresso got an early copy of a major papal document this spring, in which Francis
argued about the dangers of climate change and overconsumption. It also ran a leaked letter from several
cardinals complaining to Pope Francis of liberal interference in the pope’s meeting last month on family issues.
Allen said the sentiment about whistle­blowing is a bit different at the Vatican than for reporters covering, say, a
major corporation or the White House.
“From their point of view it’s not principally a matter of policy but of spiritual loyalty,” Allen said. For such
leakers, “you inject a degree of moral agony or something.”
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09/11/2015
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Intifada dei coltelli: la rabbia di una generazione
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11/11/2015
Intifada dei coltelli: la rabbia di una generazione | Aleteia.org – Italiano
DAL MONDO
Intifada dei coltelli: la rabbia di
una generazione
La nuova escalation di violenza tra israeliani e palestinesi all'ombra dei muri
di separazione. P. Halaweh: "Senza giustizia non c'è sicurezza"
CHIARA SANTOMIERO/ALETEIA
9 NOVEMBRE 2015
E’ la rabbia impotente contro la politica degli insediamenti dei coloni israeliani e la segregazione ad
armare la mano dei giovani protagonisti di quella che i media occidentali chiamano l’Intifada “dei
coltelli”. “Sarebbe ingiusto – afferma p. Aziz Halaweh, sacerdote palestinese in Italia per studiare
liturgia alla Pontificia Università della Santa Croce – leggere ciò accade solo alla luce dell’attualità.
Bisogna andare all’origine del problema. La gente è esasperata dalle continue provocazioni del
governo israeliano e dei coloni che occupano le terre dei palestinesi“.
L'Intifada è frutto dell'occupazione israeliana
Anche stamattina una ragazza palestinese di 23 anni è stata uccisa dopo aver tentato di assaltare con
un coltello dei soldati ad un posto di controllo nei pressi dell’insediamento ebraico di Alfei Menashe in
Cisgiordania. Nella borsa di Rasha Muhammed Ahmed Ryian è stato trovato un biglietto che spiega
le sue motivazioni: “Faccio questo con mente lucida, in difesa della Nazione, dei giovani e
delle giovani. Non posso più sopportare quello che vedo”. Poco prima di lei era morto in un
ospedale di Gerusalemme Benyamin Yaakubovic, la guardia di frontiera israeliana di 19 anni travolta
da un’auto palestinese nei giorni scorsi. Dagli inizi di ottobre la nuova escalation di violenza nel
conflitto che oppone da decenni israliani e palestinesi sta provocando vittime da una parte e dall’altra.
Gli esperti sono cauti nel definirla “Terza Intifada”, dopo le due rivolte palestinesi avvenute
http://it.aleteia.org/2015/11/09/intifada-dei-coltelli-la-rabbia-di-una-generazione/
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11/11/2015
Intifada dei coltelli: la rabbia di una generazione | Aleteia.org – Italiano
nei territori occupati a partire dagli anni Ottanta. Lo slanciarsi disperato e spesso suicida verso gli
obiettivi umani armati di coltello, sembrerebbe suggerire una mancanza di coordinamento degli
attacchi e un carattere più spontaneo. Secondo l’intelligence israeliana, invece, una strategia esiste e fa
capo agli elementi più radicali di Hamas, sfuggiti al controllo del presidente palestinese Mahmud
Abbas.
In ogni caso è vero che esiste una “generazione Oslo”, dal nome degli accordi di pace del 1993,
che soffoca nella frustrazione di non aver conosciuto altro nella sua giovane vita che Intifada, check
point, misure discriminatorie e muri di separazione. Muri che continuano a moltiplicarsi (di
recente un muro è stato costruito a Gerusalemme est tra il rione palestinese di Jabal Mukaber e quello
ebraico di Armon HaNatziv) e ad allungarsi, come dimostra la vicenda della valle di Cremisan,
alle porte di Betlemme.
Dopo nove anni di contesa giudiziaria il governo israeliano ha avuto la meglio e ha iniziato la
costruzione del muro di separazione tra Israele e Palestina attraverso la valle dove sono le case e i
terreni di 58 famiglie cristiane di Beit Jala, sradicando olivi secolari da cui traggono
sostentamento le stesse famiglie e coinvolgendo anche un monastero e un convento salesiano.
La disperazione dei cristiani di Cremisan
http://it.aleteia.org/2015/11/09/intifada-dei-coltelli-la-rabbia-di-una-generazione/
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Intifada dei coltelli: la rabbia di una generazione | Aleteia.org – Italiano
La decisione della Corte suprema di Israele che ha dato il via alle ruspe è arrivata a sorpresa qualche
mese dopo una precedente decisione che invece aveva dato ragione alle famiglie palestinesi e forse non
vi è estranea, secondo il Patriarcato latino di Gerusalemme, la decisione del Vaticano di
riconoscere lo Stato palestinese. “Si può capire, senza giustificare” ha detto il patriarca di
Gerusalemme Fouad Twal a proposito dell’Intifada dei coltelli: “è la logica conseguenza dello
scontento generale e della strategia di Israele che alimenta la tensione con l’ingiustizia e i
muri”.
“La violenza non dà frutti – concorda p. Halaweh – e non porta pace. Ma anche l’ingiustizia non
porta alla sicurezza: quando finirà l’occupazione, la violenza non avrà più scuse“.
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3/3
RELIGION CONFIDENCIAL
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10/11/2015
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http://www.religionconfidencial.com/catolicos/Renovar-Iglesia-sinonimos-creativos-doctrina_0_2597740204.html
Renovar el lenguaje de la Iglesia: sinónimos y
ejemplos creativos sin “aguar” la doctrina
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Renovar el lenguaje de la Iglesia: sinónimos y
ejemplos creativos sin “aguar” la doctrina
www.religionconfidencial.com /catolicos/Renovar-Iglesia-sinonimos-creativosdoctrina_0_2597740204.html
ReligionConfidencial
Expertos en comunicación de la Universidad Pontificia de la Santa Cruz subrayan que utilizar sinónimos y
ejemplos sencillos y creativos, pueden ayudar a entender la terminología doctrinal.
Daniel Arasa, vicedecano de la Facultad de Comunicación Social e Institucional de la Universidad
Pontificia de la Santa Cruz revela algunos de estos sinónimos que se pueden emplear de manera
creativa: “La gracia de Dios es la ayuda que Dios nos da; los sacramentos son los instrumentos o canales
con los que recibimos la gracia (ayuda) de Dios; la providencia es la desvelo constante de Dios por sus
criaturas; la castidad es el don de sí según el propio estado de vida (casado o soltero); la expiación es la
reparación por los propios errores; la mortificación es el sacrificio por un bien mayor; el pecado es la
desobediencia a un Dios que nos ama, etc.”
No es fácil encontrar palabras que, sin vaciar de contenido los conceptos y sin aguar la doctrina católica,
expliquen términos como gracia de Dios, sacramentos, castidad, paternidad responsable, etc. “Esto
implica esfuerzo y creatividad. Creo que muchas veces basta usar esas mismas palabras junto con
ejemplos. Otras veces, será cuestión de usar sinónimos”, señala el profesor Arasa. Otro ejemplo:
indisolubilidad del matrimonio es el amor fiel para toda la vida.
Los “social media” y los medios digitales en general, nos obligan a usar un lenguaje breve y a veces
simplificador. Pero buscar un lenguaje adecuado no puede implicar bajar la exigencia de la fe, sino salir al
encuentro de las personas, también de no pocos cristianos, que desconocen o no entienden los términos
y los conceptos de la fe cristiana. “Para ello, hay, sí, que estudiar y esforzarse por hablar con palabras
sencillas, pero sobre todo hay que acudir al Espíritu Santo para pedir el don de lenguas”, matiza el
vicedecano de Comunicación de la Santa Cruz.
Arasa recuerda que la necesidad de adaptar el lenguaje de la fe a las personas, no es una invención del
reciente Sínodo de la familia. Desde siempre la Iglesia ha querido llegar a todos con un lenguaje
adecuado. Por ejemplo, la “biblia de los pobres”, fue la catequesis que los artistas cristianos de la época
medieval realizaron a través de la pintura, sin omitir ninguna verdad de fe.
“Creo que el Jubileo de la Misericordia, convocado por el Papa, es una gran oportunidad para mostrar con
hechos la bondad y la caridad que el Señor y su Iglesia tienen con los hombres. Para ello, más que
hablar, hay que predicar con la propia vida. El testimonio personal es siempre lo que más atrae y el Papa
Francisco nos da un gran ejemplo”, afirma Daniel Arasa.
"
TELE COSENZA
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https://www.youtube.com/watch?v=xSQrcpGz_q4
Cosenza: a Villa Rendano si discute
dell'ideologia del gender
*Segue il testo in originale
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10/11/2015
11/11/2015
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Catanzaro: Movimento 5 Stelle,
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Cosenza: a Villa Rendano si discute dell'ideologia del
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Cosenza: polizia, due vicende
incredibili, due arresti nella notte
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Pubblicato il 10 nov 2015
Il prof. Pablo Requena, docente di Bioetica alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma, ha
partecipato ad un interessante incontro, svoltosi a Villa Rendano, centrato sull'ideologia del gender. La
tematica, molto delicata, è di grande attualità, alla luce dei recenti dibattiti sulla lotta all'omofobia e per il
riconoscimento dei diritti alle coppie gay. Il cattolicesimo non è e non può essere omofobo, è stato
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Cosenza: il Movimento 5 Stelle si
prepara per le amministrative
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prima”
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Brancaleone: maltempo, la
Locride è in ginocchio
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Cosenza: la Festa delle Forze
Armate e dell'Unità Nazionale
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Cosenza: assegnati i premi
cultura “Dante Alighieri”
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1/2
AVVENIRE
www.avvenire.it
16/11/2015
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http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-nomina-due-nuovi-vescovi.aspx
Cremona e Pavia, due parroci guidano le diocesi
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
- RADIO VATICANA:
http://it.radiovaticana.
va/news/2015/11/16/il_papa_nomina_due_parroci_come_vescovi_di_cremona_e_pavia/1187162
- INTELLIGO NEWS: http://www.intelligonews.it/articoli/16-novembre-2015/33171/amo-fare-il-papa-come-un-parrocoe-francesco-nomina-due-parroci-vescovi-di-cremona-e-pavia
- ITALIA OGGI:
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?
preview=false&accessMode=FA&id=2036246&codiciTestate=1&sez=giornali
- ABRUZZO TV: http://abruzzo.tv/news/2015/11/17/camerino-un-sacerdote-camerte-nominato-vescovo-di-cremona/
- 21/32 -
16/11/2015
Cremona e Pavia, due parroci guidano le diocesi | Chiesa | www.avvenire.it
Chiesa
Le nomine
Cremona e Pavia, due
parroci guidano le
diocesi 16 novembre 2015
Papa Francesco nomina altri
due parroci alla guida delle
diocesi di Cremona e Pavia.
Vanno infatti in pensione, a
75 anni, Dante Lanfranconi e
Giovanni Giudici. Diventa
vescovo di Cremona Antonio
Napolioni, sinora parroco della
parrocchia di San Severino
Vescovo in San Severino
Marche, mentre diventa
vescovo di Pavia Corrado
Sanguineti, sinora parroco delle parrocchie di San Colombano in
Vignale e di San Martino del monte in San Colombano Certenoli. Monsignor Sanguineti è nato a Milano il 7 novembre 1964. Nel
1983 è entrato nel Seminario vescovile seguendo i corsi alla
Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale – Sezione parallela di
Genova, dove ha conseguito il baccellierato in teologia. Ha
ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 30 ottobre 1988 per la diocesi
di Chiavari. Da sacerdote ha frequentato il Pontificio Istituto
Biblico di Roma, conseguendo la licenza in scienze bibliche e
laureandosi in teologia alla Pontificia Università della Santa
Croce. Ha svolto diversi incarichi pastorali nella diocesi di
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-nomina-due-nuovi-vescovi.aspx
1/3
16/11/2015
Cremona e Pavia, due parroci guidano le diocesi | Chiesa | www.avvenire.it
Chiavari. Dal 2013 ad oggi è parroco delle parrocchie di san
Colombano in Vignale e di san Martino del Monte in San
Colombano Certenoli, e prevosto della cattedrale di N.S. dell’Orto;
dal 2005 ad oggi è direttore e docente dell’Istituto di scienze
religiose “Mater Ecclesiae” di Chiavari, pro­vicario generale,
membro del Consiglio presbiterale diocesano, del Collegio dei
consultori e del Consiglio pastorale diocesano. Inoltre, è docente
di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia
Settentrionale – Sezione di Genova; incaricato diocesano per la
formazione del clero; presidente della consulta per la cultura;
referente diocesano del “Progetto Culturale” della Cei e prefetto
degli studi del Seminario diocesano. Monsignor Napolioni è nato a Camerino, provincia di Macerata e
arcidiocesi di Camerino­San Severino Marche, l’11 dicembre
1957. Dopo la maturità classica e due anni di giurisprudenza
all’Università Statale di Camerino, è entrato nel Seminario
regionale di Fano, dove ha compiuto gli studi ecclesiastici. Ha
proseguito la formazione accademica a Roma, presso la Pontificia
Università Salesiana, conseguendo il dottorato in teologia, con
specializzazione in pastorale giovanile e catechetica. È stato
ordinato sacerdote il 25 giugno 1983 per l’arcidiocesi di Camerino­
San Severino Marche. È stato direttore dell’Ufficio catechistico
diocesano dal 1983 al 1993; assistente ecclesiastico regionle
Agesci dal 1986 al 1992; assistente ecclesiastico regionle Agesci
dal 1986 al 1992; assistente nazionale Agesci dal 1992 al 1998;
vicario episcopale per la pastorale dal 1991 ad oggi; vice­rettore
del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI”, in
Ancona, dal 1993 al 1998; rettore del Seminario Regionale
Marchigiano dal 1998 al 2010; direttore del Centro regionale
vocazioni delle Marche dal 2006 al 2010; dal 1993 ad oggi è
docente di teologia pastorale e catechetica nell’Istituto
marchigiano di Ancona; docente di teologia pastorale e
catechetica nel Pontificio Istituto di pastorale della Pontificia
Università Lateranense dal 1993 al 2001.
© riproduzione riservata
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-nomina-due-nuovi-vescovi.aspx
2/3
REPUBBLICA.IT
parma.repubblica.it
16/11/2015
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http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2015/11/16/news/oltre_il_giardino-127538851/
Oltre il Giardino
*Segue il testo in originale
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17/11/2015
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Era già chiaro che Papa Francesco, se vuole vincere la guerra per bande delle porpore
nei suoi palazzi, deve seguire soprattutto l’olezzo dello sterco del diavolo. I libri di
Fittipaldi e Nuzzi ne sono l’ennesima documentata conferma: lo Ior, le risorse
finanziarie del Vaticano (e i relativi privilegi) sono l’epicentro dello scontro che giorno
dopo giorno cambia fronti anche tra i nuovi dignitari scelti da lui. Ma c’è anche dell’altro
a rendere il cammino verso la Chiesa povera invocato da Francesco una parete
verticale che sembra impossibile da scalare: le chiese nella Chiesa, cioè i movimenti
laicali, che si configurano spesso come una sorta di massonerie settarie, integraliste,
affamate di potere e denaro. Le più importanti e attive nella politica e nell’economia
sono l’Opus Dei, Comunione e Liberazione con l’annessa Compagnia delle Opere, i
Legionari di Cristo, i Focolari, Rinnovamento nello Spirito Santo, Comunità di
sant’Egidio e Neocatumenali. Queste chiese nella Chiesa sono composte di prelati e
laici, cresciute con la valorizzazione del laicato stabilita dal Concilio Vaticano II e
diventate potentissime lobby, come le definisce Carlotta Zavattiero in una sua recente
inchiesta. Sono laici, ad esempio, il 98 per cento degli aderenti all’Opus Dei, alcuni di
loro protagonisti di grandi scandali finanziari. Comunione e Liberazione, con il suo
braccio economico della Compagnia delle Opere, si distingue per l’aggressività
economica e politica, anch’essa
produttrice di scandali e di opache e disastrose sponsorizzazioni politiche, come quella
dell’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Nei giorni del Conclave
Cl dava per scontato che il successore di Benedetto XVI sarebbe stato l’arcivescovo di
Milano, vicino al movimento. Tanto che nel comunicato inviato pochi minuti dopo
l’elezione di Bergoglio la Cei salutava Scola come erede di Pietro. Più che ai cattolici di
base questi movimenti sono interessati al potere, agli affari e all’insano intreccio tra
religione e politica. O alla carriera e alle fortune dei propri “fedeli”. L’Opus Dei opera in
68 paesi e ha 85 mila membri. In tutti i paesi è penetrata nella vita economica e
finanziaria. La Zavattiero mette in fila alcune delle attività: dalle residenze universitarie
della Fondazione Rui, le case editrici come la Ares, le grandi banche come il
Santander, i potenti network di professionisti, gli atenei come la pontificia università
della Santa Croce o il Campus biomedico di Roma. La Business School dell’università
di Navarra, con sedi a Madrid e Barcellona, è al secondo posto nel mondo fra le scuole
di specializzazione in amministrazione d’impresa. Sullo Ior si sono combattuti e
continuano a combattersi l’Opus Dei e i Cavalieri di Colombo, la più grande
organizzazione americana di mutuo soccorso, con quasi due milioni di soci e, tra l’altro,
la proprietà di una grande compagnia di assicurazioni, che si definisce il braccio destro
della Chiesa. Promotrice di campagne conservatrici, ha un ruolo più che attivo nella
mischia vaticana. Tempo fa Papa Francesco ha riconosciuto ufficialmente gli esorcisti, i
250 antagonisti del demonio riuniti nell’associazione internazionale di padre Gabriele
Amorth. Forse già prevedeva di avere bisogno urgente del suo esorcista personale
argentino, Carlos Alberto Mancuso, per sconfiggere il demonio del Vaticano.
[email protected] Sopra, Javier Echevarría Rodríguez attuale Prelato dell’Opus
Dei
(16 novembre 2015)
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Center for Ethics and Culture fall conference to explore
religious freedom
Notre Dame News [link: /news/authors/notre­dame­news/]
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November 17, 2015
2
The University of Notre Dame Center for Ethics and
Culture [link: http://ethicscenter.nd.edu/] will host a debate
on Dignitatis Humanae and Church doctrine in
commemoration of the 50th anniversary of the
Second Vatican Council’s Declaration on Religious
Freedom. The event is part of the center’s 16th
annual fall conference Nov. 19­21, titled “For
Freedom Set Free [link: http://ethicscenter.nd.edu/programs/fall­
conference/2015­fall­conference/] ,” and the 2015­16 Notre
Dame Forum [link: http://forum.nd.edu] .
Keynote speakers at the conference will include
French philosopher and Ratzinger Prize winner
Remi Brague, and Alasdair MacIntyre [link:
http://philosophy.nd.edu/people/alasdair­macintyre/] , senior fellow
of the Center for Ethics and Culture.
This year’s de Nicola Family Colloquy will take up
the question, “Vatican II’s Declaration on Religious
Liberty: Revision, Reform, or Continuity?” Thomas
Pink, professor of philosophy at King’s College London, and Rev. Martin Rhonheimer, professor of
philosophy at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome, will discuss the proper
interpretation of Dignitatis Humanae and whether the document represents a change in Church
policy, practice or doctrine. The event, which is open to the public, will take place at 8 p.m. Friday
(Nov. 20) in the McKenna Hall Auditorium at the University of Notre Dame.
“We are honored to be joined by such eminent scholars for this important conversation,” said O.
Carter Snead [link: http://law.nd.edu/directory/o­carter­snead/] , center director and professor of law at the Notre
Dame Law School [link: http://law.nd.edu] . “The de Nicola Family Colloquy is one of the signature events of
the center’s annual fall conference, where leading scholars from around the world — both Catholic
and those from other faith traditions — come together to grapple with vexed and pressing questions
of ethics, culture and public policy today.”
Other presentations during the fall conference will engage questions of religious freedom, including
a panel discussion on the freedom of religious institutions with Rev. Thomas Joseph White, O.P.,
Dominican House of Studies; Michael Moreland, Villanova Law School; and Richard Garnett, Notre
Dame Law School. Rev. Pierbattista Pizzaballa, O.F.M., Custos of the Holy Land, will talk on the
state of religious freedom in the Middle East; and the schedule includes panels on the theory and
jurisprudence of religious liberty in America today. Rev. Julián Carrón, president of the worldwide
Catholic lay movement Communion and Liberation, will deliver the closing keynote address. A full
conference schedule is available at the Center for Ethics and Culture’s website [link:
http://ethicscenter.nd.edu/programs/fall­conference/2015­fall­conference/] . All lectures are free and open to the public,
and are located in McKenna Hall.
This year’s fall conference is part of the 2015­16 Notre Dame Forum, “Faith, Freedom and the
Modern World: 50 Years After Vatican II,” which commemorates the 50th anniversary of the
publication of pivotal documents of the Second Vatican Council that have particular significance
today. Established in 2005 by University President Rev. John I. Jenkins, C.S.C. [link: http://president.nd.edu]
, the Notre Dame Forum has featured major talks by leading authorities on complex issues related to
immigration, sustainability, global health, the global marketplace, K­12 education and the role of
faith in a pluralistic society.
Contact: Ryan Madison, CEC associate director, [email protected] [link: mailto:[email protected]] ;
Laura Nash, CEC event planning program manager, [email protected] [link: mailto:[email protected]]
Posted In: Campus [link: /news/category/campus-and-community/] and Faith & Service [link:
/news/category/faith-and-service/]
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DOMRADIO
http://www.domradio.de/
23/11/2015
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://www.domradio.de/radio/sendungen/evangelium/pfr-tobias-schwaderlapp-stadt-und-kreisjugendseelsorger
Pfr. Tobias Schwaderlapp
*Segue il testo in originale
- 24/32 -
23/11/2015
Pfr. Tobias Schwaderlapp | domradio.de
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Tageskalender
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Pfr. Tobias Schwaderlapp
© privat
Stadt­ und Kreisjugendseelsorger
Pfr. Tobias Schwaderlapp
Die Freude an der Liturgie, das Interesse für Philosophie und Theologie sowie gute Vorbilder
haben Tobias Schwaderlapp dazu bewogen, Priester zu werden. Heute ist er Stadt­ und
Kreisjugendseelsorger für Köln und den Rhein­Erft­Kreis und BDKJ­Präses im Stadtverband
Köln.
In New York City (USA) geboren, begann Tobias Schwaderlapp nach seinem Abitur mit der
Priesterausbildung im Bonner Collegium Albertinum. Sein Theologiestudium verbrachte er in Bonn,
Berkeley (California, USA) und zuletzt in Rom an der Pontificia Università della Santa Croce.
Seelsorgliche Station vor und nach Diakonen­ bzw. Priesterweihe war Düsseldorf­Flehe, ­Hamm und ­
Volmerswerth, bevor Tobias Schwaderlapp ein Lizentiatsstudium an der Pontificia Università Gregoriana
in Rom begann und ein Doktoratsstudium über John Henry Newman anschloss. Gleichzeitig war er
Kaplan in Köln­Neubrück, ­Rath/Heumar und ­Ostheim. Seit Juni diesen Jahres ist Pfarrer Schwaderlapp
Präses des BDKJ­Stadtverbands Köln und seit September als Nachfolger von Dominik Meiering
Stadtjugendseelsorger von Köln, Kreisjugendseelsorger für den Rhein­Erft­Kreis, Subsidiar in Köln­
Weiden, Widdersdorf und Lövenich sowie Rector Ecclesiae der Elendskirche St. Gregorius im Elend.
Privat spielt er Geige, geht joggen und liebt Filme. Sein Traum ist, einmal in der Produktion eines großen
http://www.domradio.de/radio/sendungen/evangelium/pfr-tobias-schwaderlapp-stadt-und-kreisjugendseelsorger
1/2
ACTON
www.acton.org
26/11/2015
argomento
Citazioni Università
e/o professori
http://blog.acton.org/archives/83665-in-dialogue-with-laudato-si-can-free-markets-help-us-care-for-our-common-home.
html
In Dialogue With Laudato Si’: Can Free Markets
Help Us Care For Our Common Home?
* Segue il testo in originale
- 25/32 -
30/11/2015
In Dialogue With Laudato Si': Can Free Markets Help Us Care For Our Common Home? | Acton PowerBlog
New to Acton? Visit DiscoverActon.org
In Dialogue With Laudato Si’: Can Free Markets
Help Us Care For Our Common Home?
Thursday, November 26, 2015
By Marc Vander Maas
In his encyclical Laudato Si’, Pope Francis appeals for “a new dialogue about how we are
shaping the future of our planet. We need a conversation which includes everyone, since
the environmental challenge we are undergoing, and its human roots, concern and affect
us all.” (n. 14) The encyclical also calls for “broader proposals” (n. 15), “a variety of
proposals” (n.60), greater engagement between religion and science (n. 62) and among
the sciences (n. 201), and bringing together scientific­technological language with that of
the people (n. 143).
In this spirit of dialogue and engagement, the Acton Institute is organizing a half­day
conference1 around the question, “Can free markets help us care for our common
home?” The first session will examine the theological and philosophical foundations of
Laudato Si’ while the second will look at specific economic, social and environmental
issues from various perspectives, such as finance, agriculture and natural resource
management. The conference will attempt to carry out the encyclical’s call for open and
honest discussion of these and related areas, taking into account the principles of
Catholic social teaching, Christian anthropology and stewardship, and the insights of
natural and social sciences.
Below, Acton President Rev. Robert A. Sirico offers his personal invitation to the
conference, which takes place in Rome at the Pontifical University of the Holy Cross on
December 3, 2015.
2
In Acton's Book Shop: Catholicism, Ecology, and the Environment: A
Bishop's Reflection2
Is modern environmentalism compatible with Christianity? Bishop Dominique Rey
provides answers to this critical question in this theological reflection on the
relationships among God, man, and nature. More than a critique of secular
environmentalism’s idolatry of nature, Rey’s primary purpose is to show Catholics and
other Christians how they can view the environment in a way consistent with sacred
Scripture, tradition, and magisterial teaching. Drawing on Scripture, the insights of
Church Fathers, and recent magisterial teaching on ecological issues, Rey stresses that if
http://blog.acton.org/archives/83665-in-dialogue-with-laudato-si-can-free-markets-help-us-care-for-our-common-home.html
1/2
30/11/2015
In Dialogue With Laudato Si': Can Free Markets Help Us Care For Our Common Home? | Acton PowerBlog
we lose a correct understanding of man’s relationship to God
and how that relationship shapes man’s self­understanding,
then our capacity to think coherently about ecological
subjects corrodes.
Visit the official website at www.catholicenvironment.com3
Links
1. http://www.acton.org/event/2015/dialogue­laudato­s%C3%AC­can­free­
markets­help­us­care
2. http://shop.acton.org/catholicism­ecology­and­the­environment­a­bishop­s­
reflection.html?SID=7p7vjrgl02343i8p2beidt9sr2
3. http://www.catholicenvironment.com
http://blog.acton.org/archives/83665-in-dialogue-with-laudato-si-can-free-markets-help-us-care-for-our-common-home.html
2/2
RADIO VATICANA
www.radiovaticana.org
01/11/2015
argomento
Interviste
!
http://www.news.va/it/news/papa-messa-al-verano-per-tutti-i-santi-don-maspero
Giornata santificazione universale. Don Maspero: solo Dio ci fa santi
*Segue il testo in originale
- 26/32 -
Giornata santificazione universale. Don Maspero: solo Dio ci fa santi
Nella solennità odierna di Tutti i Santi, ricorre anche anche la Giornata della santificazione universale.
L’evento, ideato dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta fondatore del Movimento Pro-Sanctitate, ha
l’obiettivo di far comprendere come la vera santità sia alla portata di tutti e non invece un ideale
astratto impossibile da raggiungere. Federico Piana ne ha parlato con don Giulio Maspero, teologo,
docente alla Pontificia Università della Santa Croce:
0:00
R. – La santità è opera di Dio quindi non è una cosa che facciamo noi. Quando pensiamo che la santità
sia qualcosa di inarrivabile è perché identifichiamo la santità col fare alcune cose molto difficili, un
po’ come se i santi fossero dei “Rambo”, dei supereroi dei film… E invece non è così, nella santità è
Dio che agisce. Solo Dio è santo. E’ un’osservazione biblica molto molto chiara: la santità è un
attributo che è solo di Dio in un certo senso. In ebraico il senso dell’espressione che è “kadosh” è
proprio “separato”, quindi solo Dio è santo, noi non siamo santi. Un po’ come quando il giovane ricco
incontra Gesù e lo chiama “maestro buono” e Gesù gli dice: “Perché mi chiami buono? Solo Dio è
buono”. Il punto è partire da Dio. Dio ci fa santi ed è opera sua. Quindi è facile proprio perché è
qualcosa che Dio ci dona e allora il santo non è una persona perfetta, è una persona che ha scoperto la
via della felicità perché ha scoperto che là dove lui ha i limiti Dio entra.
D. – E’ possibile che luogo per la nostra santificazione sia il nostro quotidiano, le nostre cose piccole,
il nostro lavoro?
R. – Assolutamente sì. Proprio perché è opera di Dio, anche quando si parla di virtù eroiche, tuttora i
processi di canonizzazione e identificazione devono riconoscere questo: riconoscono un’azione che è
superiore alle forze umane, che solo Dio può compiere in qualche modo, quindi riconoscono la
presenza di Dio. Allora, la santità è amicizia con Dio, è la presenza di Dio nella nostra vita e quindi
nella nostra vita intera. Noi possiamo lavorare, alzarci domani mattina, lunedì - è sempre un po’
difficile alzarsi lunedì mattina! - e andare a lavorare da soli o andare a lavorare con Dio, con Gesù,
con la Madonna. E possiamo cucinare, preparare le cose di cui abbiamo bisogno da soli, oppure con
Gesù. Possiamo farlo perché ci sentiamo obbligati, possiamo farlo sbuffando, possiamo guidare la
macchina andando al lavoro dicendo, così, qualche insulto ogni tanto a chi ci taglia la strada, oppure
possiamo cercare di fare queste cose in compagnia di Dio, farle bene, per le persone che amiamo, farle
con amore, trasformando veramente tutto. Ci sono tante strade che portano alla santità. A Joseph
Ratzinger una volta chiesero quante strade esistevano per incontrare Dio e quindi per diventare santi e
lui rispose: “Tante quanti sono gli uomini”. Quindi c’è chi si sente chiamato ad andare missionario, ad
andare in monastero e c’è chi si sente chiamato al matrimonio… Papa Francesco sta insistendo molto
su questo punto: c’è una vocazione al matrimonio, il matrimonio è un cammino di santità. La vita
quotidiana, la vita qui è una vita eroica. Quante madri sono altroché sante d’altare, quanti papà
sopportano, si sacrificano, lottano, sono altroché santi d’altare. Non hanno fatto cose che risuonano,
non sono andati in Africa, non hanno fatto grandi viaggi però hanno saputo voler bene ai loro figli,
vivere per loro, hanno saputo tacere, hanno saputo parlare… Quante storie di un eroismo quotidiano
bellissimo che scoprono la presenza dell’amore di Dio nella nostra vita e quindi trasformano, come
diceva san José Maria, la prosa quotidiana in endecasillabi eroici: cioè, la nostra vita quotidiana può
diventare da prosa una poesia d’amore magnifica.
CANÇAO NOVA NOTÍCIAS
http://noticias.cancaonova.
com
05/11/2015
argomento
Interviste
https://www.youtube.com/watch?v=0I_JUapGjVY
A verdade dos supostos vazamentos de denúncias no Vaticano
* Segue il testo in originale
- 27/32 -
TV CANÇAO NOVA
5 novembre 2015
https://www.youtube.com/watch?v=0I_JUapGjVY
AVVENIRE
www.avvenire.it
argomento
Interviste
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/teologo-tanzella-nitti-il-peccato-non-e-un-mito-.aspx
Il peccato non è un mito
* Segue il testo in originale
- 28/32 -
06/11/2015
30/11/2015
Il peccato non è un mito | Cultura | www.avvenire.it
Cultura
INTERVISTA
Il peccato non è un mito
Andrea Galli
6 novembre 2013
«Certi nuovi teologi mettono in dubbio il peccato originale, che è
la sola parte del cristianesimo che può essere veramente
provata». Così scriveva più di un secolo fa, con il suo gusto del
paradosso, Gilbert Keith Chesterton. E così la pensa don
Giuseppe Tanzella­Nitti, ordinario di teologia fondamentale alla
Pontificia Università della Santa Croce., anche sulla scorta del
dibattito fra Vito Mancuso e Pierangelo Sequeri che «Avvenire»
ha ospitato lo scorso 27 ottobre.
Professor Tanzella­Nitti, il peccato originale è da considerarsi
un accadimento misterioso avvenuto nella storia o un mito
pedagogico che la Chiesa ha elaborato per spiegare
l’inclinazione al male dell’uomo e non è da riferirsi a un fatto
reale?
«L’esistenza di un peccato all’origine del genere umano si
accorda con quanto l’uomo può verificare empiricamente, nella
storia dei popoli e nella sua esistenza personale. È paradossale
che un essere intelligente, capace di pensiero filosofico e di
progresso tecnico­scientifico, che se volesse potrebbe impiegare
le proprie risorse e la propria intelligenza per aumentare la qualità
di vita dei popoli, eliminando tante sofferenze e cooperando come
in una sola famiglia, applichi invece il suo genio e la sua
razionalità per combattere, distruggere, umiliare e uccidere. Non
si tratta di un retaggio della nostra biologia animale: ad essere
onesti è molto di peggio. Non è pura bestialità, ma intelligenza
che concepisce il male e lo persegue razionalmente. Qualcosa
non funziona in noi. Mentre gli altri animali suonano sempre con lo
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/teologo-tanzella-nitti-il-peccato-non-e-un-mito-.aspx
1/4
30/11/2015
Il peccato non è un mito | Cultura | www.avvenire.it
stesso registro, noi siamo capaci di interpretare le note più sublimi
e quelle più ignobili. Qualcosa è misteriosamente avvenuto alle
origini e qualcosa continua ad avvenire in ognuno di noi: siamo
depositari di una promessa maggiore di quanto siamo capaci di
mettere in pratica. Il testo sacro può essersi servito anche del
linguaggio del mito per trasmettere questa verità originaria, ma
essa rimane tanto reale quanto l’esperienza quotidiana di
ciascuno, come già osservava il poeta pagano Ovidio: video
meliora proboque, deteriora sequor».
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma però che «la
dottrina della Chiesa sulla trasmissione del peccato originale
è andata precisandosi soprattutto nel V secolo, in particolare
sotto la spinta della riflessione di sant’Agostino contro il
pelagianesimo». Uno potrebbe dire che la fondazione biblica
di questa verità è debole e la Chiesa ci abbia ricamato sopra.
È normale che in alcune epoche possa esserci sproporzione fra lo
sviluppo teologico di una dottrina e la sua controparte biblica,
perché la prima dipende dal contesto storico in cui ci si muove. Ed
è normale che la riflessione sul peccato e sulla redenzione sia
maggiore nel cristianesimo che non nell’ebraismo, perché è Cristo
ad aver vinto il peccato sulla croce. Oltre a Genesi 3, l’idea che “il
peccato è entrato nel mondo” è nota ai libri sapienziali, alla
Lettera ai Romani, ma soprattutto Gesù ci fa capire che "in
principio non era così". Nel parlare del peccato originale, la
Scrittura parla anche, in modo paradigmatico, del peccato in
genere, indicando il mistero di chi, rifiutando Dio, vuol mettersi al
Suo posto. La dottrina sul peccato originale va vista entro l’intera
realtà, drammatica, del peccato, non qualcosa che possiamo
estrarre e misurare con le pinzette da laboratorio. Il Magistero va
considerato nel suo insieme, con la dovuta ermeneutica. La
presentazione autorevole oggi più fruibile circa l’esistenza di un
peccato di origine è quella offertaci dalla Gaudium et spes al
numero 13, che invito a rileggere con attenzione.
È giusto dire che con il peccato originale nasciamo tutti
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/teologo-tanzella-nitti-il-peccato-non-e-un-mito-.aspx
2/4
30/11/2015
Il peccato non è un mito | Cultura | www.avvenire.it
“peccatori” e che ogni bimbo nasce in uno stato di
“inimicizia con Dio”?
Si tratta di capirsi sul significato dei termini. Il termine inimicizia
pone l’enfasi sulla gravità del peccato, in genere, e non intende
umiliare nessuno, tanto meno i bambini che sono sempre creature
predilette da Dio. L’inimicizia fa riferimento alla colpa (che non c’è
nel peccato originale storicamente trasmesso) piuttosto che alla
pena. Se la colpa (rifiuto di Dio) può causare inimicizia, la pena
(beni perduti) causa piuttosto misericordia come lo stesso
linguaggio comune ci ricorda. La storia dei nostri peccati, e
dunque anche del peccato originale, più che rivelare l’ira di Dio,
rivela la sua misericordia».
Qual è il grado di assenso che è richiesto a un cattolico
riguardo al peccato originale? Detto altrimenti, si può essere
cattolici e non credere al peccato originale nei termini in cui è
definito dal Magistero?
«Il peccato originale non compare nei Simboli della fede, ma
viene considerato fra gli insegnamenti contenuti esplicitamente
nella Rivelazione, al pari dei dogmi cristologici: così lo ha inteso la
Chiesa nei secoli e così lo intende ancora il documento del 1998
della Congregazione per la dottrina della fede Inde ab ipsis
primordiis. A questo tipo di insegnamenti (il primo e più importante
dei tre tipi indicati da quel documento) ogni fedele deve assentire
con fede teologale. Il nucleo della verità da credere è ben
espresso dal citato passo della Gaudium et spes, il numero 13: il
peccato ha fatto ingresso storicamente nel mondo a motivo di una
libertà male esercitata da parte dell’uomo e ciò ha recato con sé
delle conseguenze. L’esegesi biblica e le nostre conoscenze
paleoantropologiche ci aiuteranno, se possibile, ad esplicitare
meglio il contesto di quanto crediamo, ma non rimuoveranno la
sua necessità per comprendere quale sia la nostra condizione
storica di fronte a Dio. Dove ciò sia avvenuto, quando e come; o
quali precise conseguenze abbia determinato sulla nostra natura,
se facendoci perdere qualcosa che già avevamo o impedendoci di
ottenere ciò a cui eravamo chiamati, il Magistero solenne della
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/teologo-tanzella-nitti-il-peccato-non-e-un-mito-.aspx
3/4
30/11/2015
Il peccato non è un mito | Cultura | www.avvenire.it
Chiesa non lo definisce e la teologia può esplorarlo solo fino ad
un certo punto. Appartiene al mistero delle origini, come il mistero
della stessa creazione. Un mistero che può esserci solo narrato».
© riproduzione riservata
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4/4
EL COMERCIO.ES
www.elcomercio.es
07/11/2015
argomento
Interviste
!
“En crisis uno reacciona tal como es, sin fachadas”
*Segue il testo in originale
---------------ANCHE IN:
GESTIÓN: http://gestion.pe/empleo-management/antes-se-tenia-cuatro-horas-responder-ahora-estrategia-va-desdeprimer-minuto-2148358
- 29/32 -
PORTAFOLIO /6 /
finanzas personales & management
el comercio / sábado 7 de noviembre del 2015
La en t re v is t a
SANTIAGO DE LA CIERVA. El especialista en comunicación corporativa, invitado por la Universidad de Piura, analiza
el comportamiento que deben tener las empresas para salir bien libradas de una crisis y no generar una más grande.
“en crisis uno reacciona
tal como es, sin fachadas”
JULIO ESCALANTE
texto julio escalante rojas
Así como las acciones de
prevención pueden amortiguar el impacto de un terremoto, las estrategias de las
compañías deben apuntar a
que las posibilidades de que
surjan crisis se reduzcan y si
suceden se sepa cómo responder. El español Santiago de la Cierva, especialista en gestión de crisis, dice
que la solución parte del liderazgo en la organización.
¿Cómo pueden estar preparadas las empresas y
adelantarse a las crisis?
Algunas no aprenden de
sus errores y los repiten, pero hay un grupo de empresas muy inteligentes que
son las que aprenden de los
errores de otros. Son capaces de estar muy atentas al
entorno y preguntarse: ¿y
si esto nos pasa, que haríamos? En el fondo la gestión de crisis se nutre de casos pasados de compañías
grandes o pequeñas.
¿Superar una crisis en la
empresa depende de un
área específica, del gerente general o de una consultora externa?
Para superar una crisis lo
fundamental es que los líderes sean capaces de entender cuál ha sido el problema y cuál es su deber
ante los perjudicados. La
solución de la crisis pasa
por un liderazgo firme que
tome las decisiones según
criterios de largo plazo y
criterios éticos. Los consultores externos de crisis
pueden ayudar en lo puramente mecánico: hay que
Cuando se habla de que la
crisis entre una minera y
una comunidad ha surgido
por falta de comunicación,
¿está fallando la gestión o
hay asuntos que escapan
al control de las empresas?
En general, con las grandes
empresas que explotan recursos naturales se dice que
ha faltado relación y comunicación con las comunidades, pero en el fondo es un
Las crisis no
son problemas
de comunicación,
son problemas de
gobierno”.
Sin un
liderazgo fuerte
no se podrán
encontrar las
causas reales ni las
soluciones”.
problema de dirección. Es
decir, de saber cuál es la estrategia de mi negocio para
buscar el beneficio social,
porque ninguna empresa
puede trabajar en un entorno hostil. Son las empresas
las que tienen que transformar los entornos, pero eso
requiere tiempo, esfuerzo,
inteligencia y recursos.
¿Cuánta distancia hay entre las soluciones a crisis
en el sector privado y en el
público? El Gobierno parece tenerlas a diario.
Ambos tienen que aprender
experiencias del otro. En el
sector público suceden más
crisis por falta de rigurosidad y de una visión de lar-
En las empresas existen
diferentes grados de sanción. No se juzga igual a un
empleado que al gerente
general.
El gerente tiene más responsabilidades y es pagado
de acuerdo con ello, y eso es
algo que todos aceptamos.
Pero si se aparta a alguien
de ese rango es porque su tarea es también el control y la
supervisión. Aunque no haya tenido parte directa en el
problema, si ha fallado en la
supervisión es tan responsable como el que se equivocó.
go plazo, que sí puede estar
en las empresas. Pero sería
bueno también que las empresas trataran de entender el estado de la opinión
pública y con eso intervengan más en el entorno, como hacen los políticos. Hay
empresas que funcionan
dentro de una burbuja.
¿Pedir perdón a clientes o
colaboradores es un síntoma de debilidad?
El único modo de superar
una crisis que ha causado
un daño moral o económico es dirigirse a los afectados y pedir perdón. En el
menor tiempo y de la forma
más sincera. Es importante
que los directivos entiendan que los públicos están
dispuestos a perdonar, pero nunca antes de que se les
haya pedido perdón. Es un
requisito para recuperar la
confianza, y esta relación
a partir de allí puede ser
más fuerte que antes. Es un
comportamiento humano
que también se aplica a las
organizaciones.
Cuando surge una crisis a
partir de una mala decisión,
por ejemplo financiera, que
le hace perder dinero a la
compañía, ¿cómo recuperar la confianza de los mercados hacia esta empresa?
Hay que aplicar las medidas justas, que no son las
que piden los públicos airados. Gestionar crisis es
La autenticidad de una disculpa se nota, no se puede
ocultar en un discurso ambiguo.
En las crisis uno reacciona
tal como es. Uno se queda
sin fachadas, y si las disculpas no son auténticas, las
crisis empeoran. Perdemos
credibilidad, y sin eso no
podemos gestionar nada.
funciones. “Cuando se produce una crisis a partir del delito de uno de sus miembros, la empresa tiene que investigar. Su
función no es el castigo. Su actitud debe ser de colaboración con la ley”, apunta De la Cierva.
hacer esto y luego lo otro.
Pero sin un liderazgo fuerte
no se podrán encontrar las
causas reales ni las soluciones. Solo será un maquillaje. Las crisis no son problemas de comunicación, son
problemas de gobierno.
tener en cuenta las percepciones, pero ser justos.
Un castigo ejemplar a un
colaborador para solucionar un problema genera un
problema más grande. No
hay que buscar la simpatía
del mercado tomando decisiones drásticas.
AGENZIA ZENIT
www.zenit.org
argomento
Interviste
http://www.zenit.org/it/articles/l-informazione-ai-tempi-di-vatileaks
L’informazione ai tempi di Vatileaks
*Segue il testo in originale
----------------ANCHE IN:
(Spagnolo): http://www.zenit.org/es/articles/la-informacion-en-tiempos-de-vatileaks
(Portoghese): http://www.zenit.org/pt/articles/a-informacao-em-tempos-de-vatileaks
- 30/32 -
08/11/2015
9/11/2015
L’informazione ai tempi di Vatileaks | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Il mondo visto da Roma
http://www.zenit.org/it/articles/l-informazione-ai-tempi-di-vatileaks
L’informazione ai tempi di Vatileaks
Il prof. Giovanni Tridente, docente di etica dell’informazione alla
Santa Croce, analizza il modo con cui i giornalisti stanno riportando le
notizie riguardanti le attività della Santa Sede
Roma, 08 Novembre 2015 (ZENIT.org) Antonio Gaspari | 781 hits
Rubare documenti riservati. Registrare in maniera truffaldina commenti e reazioni del Pontefice.
Trafugare e pubblicare senza autorizzazione comunicazioni e documenti segreti. Non è solo una
violazione della privacy, ma si tratta di un vero e proprio reato, come ha sottolineato oggi lo stesso
Francesco durante l'Angelus. Un reato che viola tutte le regole della professionalità giornalistica, sia nei
metodi disonesti in cui le informazioni vengono carpite, che nella intenzione malevola dalla
pubblicazione. Eppure sono veramente pochi i giornalisti che si sarebbero rifiutati di utilizzare il
materiale informativo che alcune persone all’interno del Vaticano hanno trafugato e passato
all’esterno. Ma veramente il giornalismo deve essere svolto oggi con gli stessi criteri di iene che non
hanno scrupoli nel violare le regole professionali pur di scovare scandali e cattive notizie? Come si stanno
comportando i giornalisti nei confronti di libri appena pubblicati, scritti grazie a informazioni riservate
trafugate da “corvi” all’interno delle mura vaticane? ZENIT lo ha chiesto al professor Giovanni Tridente,
docente di Etica dell'Informazione e Position Papers nella Facoltà di Comunicazione Istituzionale della
Pontificia Università della Santa Croce.
***
Prof. Tridente, come giudica il modo in cui i giornalisti stanno affrontando il cosiddetto caso
Vatileaks?
Purtroppo bisogna riconoscere, nostro malgrado, che nell’odierno contesto culturale, il fine ultimo del
lavoro giornalistico e del compito informativo in generale, si è un po’ sbiadito; molto spesso manca la
consapevolezza che il nostro lavoro è indirizzato a delle persone, che si aspettano da noi un servizio, dal
quale sperano di ricevere qualcosa di positivo. Informare è in un certo senso formare, dare alle persone
dei “contenuti” - certamente nuovi - che accrescono il loro bagaglio di conoscenze rispetto a determinate
questioni che li riguardano o quantomeno li interessano. Ed è proprio di questo “pubblico” così bistrattato
che ci dovremmo piuttosto occupare... Per esempio, in tutto quello che sta accadendo in questi giorni, la
mia preoccupazione e il mio pensiero vanno alle anime semplici dei fedeli, sparsi ovunque, che
disconoscono i meccanismi della Curia Romana, del cosiddetto “Vaticano”, e possono essere indotti allo
scoraggiamento e alla delusione. Certamente, le cose - anche quelle che fanno male - bisogna raccontarle,
ma con professionalità, puntando a fare in modo che il mio pubblico “vada via” dalle storie che
raccontiamo con un quadro chiaro e non piuttosto confuso. Secondo me, guardare soltanto ad aspetti
sensazionali o scandalistici, dimenticandosi del grande bene che la Chiesa fa nel mondo e a tante persone,
oltre che facile da fare rappresenta anche un disservizio informativo.
http://www.zenit.org/it/articles/l-informazione-ai-tempi-di-vatileaks
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9/11/2015
L’informazione ai tempi di Vatileaks | ZENIT - Il mondo visto da Roma
Quale sarebbe uno dei modi migliori per affrontare queste tematiche?
Raccontare le cose complicate può avere una doppia prospettiva: farlo in superficie, guardando a ciò che
di per sé è visibile ad occhio nudo, oppure farlo in profondità. Le vicende di questi giorni, viste in
profondità, ci dicono almeno tre cose. La prima è che la Chiesa ha il coraggio di correggere gli errori e lo
fa a viso aperto, senza tentennamenti e in maniera irreversibile: lo abbiamo visto con la pedofilia, lo
stiamo vedendo con il denaro. Aggiungerei che questo coraggio manca a tante altre istituzioni civili; la
cosa buona è che possono sempre prendere esempio. L’altra cosa è che il tema di come la Chiesa usa il
denaro è tanto gettonato perché in fondo, anche le persone distanti dalla fede, nutrono grandi aspettative
sulla Chiesa, e non possiamo deludere queste aspettative. Dopotutto, il Vangelo si vive nella concretezza
della quotidianità e non soltanto a parola, diffondendolo. Terza cosa: essere trasparenti non basta, bisogna
vivere la trasparenza, e questo a maggior ragione nell’uso del denaro. Questo non è impossibile,
nonostante le miserie umane che ci sono e sempre ci saranno... Infatti vorrei capire e verificare quanti
servizi giornalistici si sono focalizzati in questi giorni sulle innumerevoli persone virtuose, sacerdoti
eroici, religiosi che lasciano ogni cosa per amore del prossimo, semplici impiegati della Curia che
evangelizzano il mondo con la loro vita... ecco, io guarderei anche a loro!
Come mai si è propensi, da giornalisti, a pubblicare materiale confidenziale e riservato?
Che si sia perso il fine ultimo del lavoro giornalistico - servire il lettore e la sua persona - ha comportato
con sé anche l'avanzamento di altri “idoli” professionali: a volte si tratta di una semplice questione di
interessi economici - un vero paradosso in questi casi -, altre volte è pura vanità o vanagloria... e ciò che
si serve non sono più, o non sono mai stati gli altri, ma se stessi. Eppure non dobbiamo perdere la
speranza: con un po’ di pazienza e voglia di voler approfondire, ciascuno di noi è in grado di capire dove
si nasconde il tranello, e tornare a sognare e vivere un mondo più corretto, e sicuramente più giusto.
Quale deve essere l’atteggiamento di un cristiano di fronte ad avvenimenti come questi?
C’è un cristiano coinvolto direttamente - penso ad esempio ai comunicatori istituzionali - e un cristiano
“spettatore”. Ai primi urge la consapevolezza che i giornalisti hanno fame e sete di notizie, o contenuti
informativi, e se lasciamo vuoto lo spazio che potremmo occupare - ad esempio in maniera pro-attiva, con
intelligenza professionale - ci penserà qualcun altro a riempirlo, anche a volte parlando “a nome nostro” e
quantomeno con contenuti poco salubri. Al cristiano “spettatore” voglio dare un incoraggiamento: Cristo
ha già vinto il mondo, per cui possiamo sentirci al sicuro. Tuttavia, non possiamo abdicare ad altri la
nostra capacità di pensare, riflettere, maturare e anche credere. Allora in questi casi bisogna animarsi di
santa pazienza, valutare l’attendibilità delle circostanze, puntare alla luce seppur fioca in fondo al tunnel,
piuttosto che guardare a terra o addirittura indietro. Poi è vero, come dice Papa Francesco, che il nostro
cammino di santità non deve temere il conflitto, ma nutrire il desiderio di superarlo, forse eluderlo, con
costanza e molta pazienza, che poi sono la stessa faccia del coraggio: il coraggio di voler essere santi, pur
nei limiti delle nostre miserie.
(08 Novembre 2015) © Innovative Media Inc.
http://www.zenit.org/it/articles/l-informazione-ai-tempi-di-vatileaks
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CATHOLIC NEWS AGENCY
www.catholicnewsagency.
com
17/11/2015
argomento
Interviste
http://de.catholicnewsagency.com/story/nicht-gedeckte-interpretationen-kirchenrechtler-stefan-muckl-0193
"Verlangen nach Kommunion sollte zuallererst Sehnsucht
nach Begegnung mit dem Herrn sein"
*Segue il testo in originale
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"Verlangen nach Kommunion sollte zuallererst
Sehnsucht nach Begegnung mit dem Herrn sein"
de.catholicnewsagency.com /story/nicht-gedeckte-interpretationen-kirchenrechtler-stefan-muckl-0193
Von Anian Christoph Wimmer Follow
Professor Dr. Stefan Mückl (45) ist Rechtswissenschaftler und Priester der katholischen Personalprälatur
Opus Dei.
Foto: privat
Von Anian Christoph Wimmer
VATIKAN , 17 November, 2015 / 1:11 PM (CNA Deutsch).War es eine Ermutigung zur Interkommunion? Mit seinen Aussagen am Sonntagabend in
der evangelisch-lutherischen Kirche Roms hat Papst Franziskus für Aufsehen gesorgt. Im
Interview mit CNA Deutsche Ausgabe erklärt der Kirchenrechtler und Priester Stefan Mückl unter anderem,
worum es geht und welche Möglichkeiten ein gemischt konfessionelles Paar hat, dass sich nach einer
gemeinsamen Kommunion sehnt.
CNA: Herr Professor Mückl, in der evangelisch-lutherischen Kirche Roms hat Papst Franziskus
angedeutet, es gebe eventuell einen Weg, wie gemischt konfessionelle Ehepaare gemeinsam zur
Kommunion gelangen könnten; unter anderem durch Gebet und Prüfung des eigenen Gewissens.
Wie bewerten Sie die Aussagen, bzw. die Reaktionen darauf?
MÜCKL: In der Tat lehrt die Kirche, daß die Gläubigen ihr Gewissen prüfen sollen, bevor sie zur
Kommunion gehen. Damit folgt sie dem dringenden Aufruf des Apostels Paulus im 1. Korintherbrief: "Jeder
soll sich selbst prüfen; erst dann soll er von dem Brot essen und aus dem Kelch trinken. Denn wer davon
ißt und trinkt, ohne zu bedenken, daß es der Leib des Herrn ist, der zieht sich das Gericht zu, indem er ißt
und trinkt." (1 Kor 11,28-29). Denn "Kommunion“ bedeutet das Eintreten in die innigste Gemeinschaft mit
dem gestorbenen und auferstandenen Herrn, und daher muß jeder Gläubige sorgsam sein Gewissen
erforschen, ob dieser Gemeinschaft etwas im Wege steht.
"Kommunion" bedeutet neben der Gemeinschaft mit dem Herrn noch etwas weiteres: Das Eintreten in die
Gemeinschaft der Kirche, der die Verwaltung dieses Geheimnisses aufgetragen ist: "Tut dies zu meinem
Gedächtnis." – Wer die Kommunion empfängt, drückt damit seinen Glauben an die Lehre zum Geheimnis
der Eucharistie aus: Er bekennt das "Geheimnis des Glaubens" und sagt "Amen" zu den Worten "Der Leib
Christi". Dieser Glaube ist untrennbar von der eigenen Zugehörigkeit zu dieser Kirche als der
Gemeinschaft der Gläubigen.
Die Aussagen des Papstes lassen wenig Spielraum für Interpretationen. Zunächst: Das Wort "Gewissen“
hat der Papst überhaupt nicht verwendet – was nur folgerichtig ist, denn ob jemand zur Kirche gehört,
steht nach objektiven Kriterien fest und ist keine Frage des Gewissens. Liest man die Antwort des Papstes
genau, gibt er gerade keine Antwort auf die ihm gestellte Frage nach dem "Ob" und "Wann" eines
gemeinsamen Kommuniongangs, vielmehr sagt er deutlich, er würde nie wagen, dazu die Erlaubnis zu
geben, da dies nicht in seiner Kompetenz liege. Alles weitere sind – von den Aussagen des Papstes –
nicht gedeckte Interpretationen.
CNA: Was sagt denn das Kirchenrecht zu dieser Frage? Gibt es da nicht eine klare Regelung?
So ist es: Im Grundsatz können nur katholische Gläubige bei katholischen Spendern die Sakramente
empfangen (c. 844 § 1 CIC). Davon gibt es unter bestimmten Bedingungen Ausnahmen für die
Angehörigen der getrennten orientalischen Kirchen (c. 844 § 3 CIC). Und schließlich besteht unter engen
Voraussetzungen auch für andere, nicht in der vollen Gemeinschaft mit der katholischen Kirche stehenden
Christen die Möglichkeit, von katholischen Spendern die Sakramente der Buße, der Eucharistie und der
Krankensalbung zu erlangen (c. 844 § 4 CIC): ein Spender der eigenen Gemeinschaft steht nicht zur
Verfügung, hinsichtlich dieser Sakramente wird der katholische Glaube bekundet und die allgemeine
Voraussetzung der rechten Disposition ist gewahrt. Alle diese Kautelen greifen nur ein, wenn sich der
nichtkatholische Christ in Todesgefahr befindet oder eine andere schwere Notlage vorliegt. Damit ist
eindeutig, daß es sich um Extremsituationen handelt, nicht aber um Konstellationen des gewöhnlichen
Lebens wie eine konfessionsverschiedene Ehe.
Das Kirchenrecht bildet freilich nur den rechtlichen Rahmen dessen, was in der Substanz die Theologie
vorgibt. So hat sich der heilige Papst Johannes Paul II. in seiner letzten Enzyklika Ecclesia de Eucharistia
im Jahr 2003 auch eingehend zu dieser Frage geäußert, in Nummer 45 und 46. Demnach ist “die getreue
Einhaltung aller in dieser Materie festgelegten Normen ... Ausdruck und zugleich Garantie der Liebe zu
Jesus Christus im heiligsten Sakrament, zu den Brüdern und Schwestern anderer christlicher
Konfessionen, denen wir das Zeugnis der Wahrheit schulden, wie auch zum Auftrag, die Einheit zu
fördern.”
CNA: Was würden Sie gemischt konfessionellen Ehepaaren raten, die sich danach sehnen,
gemeinsam zur Kommunion zu gehen?
MÜCKL: Der Papst selbst hat auf zwei wesentliche Aspekte aufmerksam gemacht: Zum einen die immer
tiefere Besinnung auf die Taufe als gemeinsame Basis, zum zweiten auf die Teilnahme der Ehepaare an
der heiligen Messe. Diese besitzt – für Katholiken wie für Nicht-Katholiken – auch dann ihren Wert und
bringt reiche geistliche Früchte, wenn man nicht kommuniziert.
Vor allem wird es diesen Ehepaaren helfen, ihre Sehnsucht recht zu verstehen, sich gemeinsam immer
tiefer auf den Glauben der Kirche an die Eucharistie zu besinnen – was die Eucharistie in vollem Sinn ist,
was sie ausmacht. Es geht um weit mehr als, wie in einigen Stellungnahmen zu lesen war, um eine bloße
"Mahlgemeinschaft“. So sollte das Verlangen nach der Kommunion zuallererst Sehnsucht nach der
Begegnung mit dem eucharistischen Herrn sein, nicht aber ein Bedürfnis nach menschlicher
Gemeinsamkeit. Die Einheit aller Gläubigen, welche Auftrag des Herrn (Joh 17) wie Ziel der Kirche ist,
kann allein Geschenk des Herrn sein, nicht aber Produkt menschlichen Handelns.
"
PALABRA
www.revistapalabra.com
argomento
Professori come
autori
El juicio final
*Segue il testo in originale
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01/11/2015