ITC dicembre 2008 okok 2009 ok

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ANNO XXIII - DICEMBRE 2008
ORGANO QUASI UFFICIALE DELL'ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE, PER GEOMETRI E PER IL TURISMO “ALFREDO MOREA” DI FABRIANO
ITC News nasce il 25 dicembre dell'anno 0 (AC o DC?) in Palestina. Trova la sua prima diffusione nell'ambiente dei falegnami e per primo riporta la notizia della moltiplicazione dei
pani e dei pesci. Per la strana coincidenza con la vita di un famoso personaggio storico entra nel mito e diviene, nel 1990, la Bibbia dei giornalisti di tutto il mondo, ma continua a
mantenere la sua tiratura limitata per evitare di attirare l'interesse di Berlusconi. Abbonato semplice: 1 euro a copia. Sostenitore: 1 euro più IVA a copia. Tifoso: 1 euro più IVA
più IRPEG a copia. Ultras: 1 euro più IVA più IRPEG più ICI. I versamenti vanno effettuati sul C/C che potete trovare su ogni enciclopedia con la causale "Pro Redazione".
Riforma della scuola:
Ultime
novità
a cura del Dirigente Scolastico
Prof. Oliviero Strona
Cari lettori, è come
sempre un piacere rivolgersi ad un pubblico attento e partecipe come
quello del Morea News.
Che dire riguardo alle
tante informazioni che
ogni giorno arrivano sul
mondo della scuola che
si appresta a vivere una
nuova stagione con la ormai imminente approvazione dei Decreti attuativi della riforma degli Istituti tecnici?
Nel nostro paese, alle
profonde trasformazioni
intervenute nella vita individuale e negli assetti
sociali, ai nuovi scenari
disegnati dalla scienza e
dalla tecnologia, alle nuove logiche della produzione e del mercato del
lavoro, non è corrisposta
una politica dell’istruzione capace di realizzare un
disegno organico ed un
intervento riformatore
unitario, condiviso e, comunque, tale da adeguare
alla mutevole realtà gli ordinamenti scolastici, i percorsi formativi, i modelli
organizzativi e didattico
pedagogici, i profili professionali degli insegnanti, i sistemi di valutazione.
Le riforme e le innovazioni introdotte negli
ultimi decenni hanno conosciuto vicende alterne
e spesso tormentate, spinte in avanti, ritorni al passato e rifacimenti che ne
hanno impedito la completa attuazione, generando confusione e sensibili
(segue a pag. 12)
Una redazione sempre più numerosa
Ad ogni inizio di anno
scolastico assistiamo a molte
novità che, in qualche modo,
animano il nostro ambiente:
insegnanti che si avvicendano, nuovo personale tra i non
docenti, avvio di progetti, si
spera, sempre più interessanti e coinvolgenti.Tutto ciò si
riflette inevitabilmente sul
contenuto del Morea News,
la cui redazione non si fa
sfuggire niente di ciò che
merita di essere menzionato
e, perciò, ricordato. Quest’anno l’esperienza del giornale
scolastico vede la partecipazione di tanti alunni che, con
serietà, impegno e motivazione, si incontrano per ideare, produrre e leggere articoli che ci auguriamo possano suscitare l’attenzione dei
lettori.
Tra i numerosi studenti
partecipanti, alcuni, che già
collaboravano, sono pronti a
riprendere le fila del discorso interrotto con l’ultimo
numero di giugno, altri, nuovi, mostrano tanta voglia di
fare.
La foto testimonia l’eterogeneità del gruppo, formato da alunni dei tre indirizzi,
dove predomina l’elemento
femminile, ma che si avvale
anche di “baldi giovanotti” pronti ad accettare la
sfida di un’attività che li
considera veri protagonisti. Tutto sotto la supervisione di insegnanti ormai
collaudati come Sentinelli,
Merloni e Delle Cese, con
le novità rappresentate da
Bizzarri L. e Ciculi, con-
Donatori saremo
anche noi!
di Sara Crialesi
3 dicembre 2008, la classe
terza A geometri si è recata
presso l’ospedale di Fabriano
accompagnata dalle professoresse Patassi di Scienze e
Merloni di Italiano per visitare il reparto specializzato per
la donazione del sangue (Centro trasfusionale dell’AVIS).
Si è voluta fare questa uscita
didattica per far capire ai ragazzi l’importanza del volon-
tariato e metterli a conoscenza di una delle più importanti associazioni di volontari italiana, con la speranza che un giorno, quando diventeranno maggiorenni, anche loro ne vogliano fare parte.
Appena arrivati il Dottor Scotto, responsabile del
Centro, e un suo assistente
hanno presentato i vari reparti: un laboratorio in cui
il sangue del volontario viene esaminato tramite appo-
vinti della valenza educativa
e formativa del giornale. Il
Morea news dovrebbe, infatti, fungere da raccoglitore nel
quale far convergere, insieme alle esperienze didattiche
più significative, i temi che
maggiormente affascinano
l’universo giovanile.
La redazione è convinta
site macchine, un altro
dove il sangue viene
suddiviso nei vari
gruppi sanguigni (AB-0-AB) e un terzo nel
quale avviene la donazione. I dottori hanno
spiegato con molta accuratezza ai ragazzi
quanto sia importante
donare.
Donare significa
aiutare, tramite una trasfusione di sangue,
molte vite spesso a rischio; donando sangue
si tutela, però, anche la
propria salute: infatti
prima di ogni donazio(segue a pag. 2)
che il giornale scolastico sia
uno strumento aperto alla
collaborazione di tutti coloro che vogliono far sentire
la propria voce per migliorarne la qualità.
Auguriamo, per finire un
sereno Anno Nuovo a tutti i
nostri lettori.
La Redazione
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GENNAIO 2009
(segue dalla prima)
ne il volontario dialoga con il medico sul proprio stato di salute, esegue
una visita di idoneità nella quale
vengono controllati l’emoglobina, la
pressione del sangue e altri parametri come l’AIDS. Il sangue è indispensabile per ogni vita umana, non
si può riprodurre in laboratorio e
l’unico modo per farlo arrivare all’ospedale è quello di donarlo; basti
pensare che persino per la più piccola
operazione chirurgica c’è bisogno di
sangue.
Fare questo piccolo, ma nobile ge-
sto due o tre volte l’anno non è per
niente faticoso, anzi rende orgogliosi perchè si è consapevoli di aiutare
la società.
Gli alunni hanno espresso il loro
parere su tutto ciò.
Le testimonianze degli studenti di 3AG
Sono poche le persone che pensano che la soddisfazione di una
buona azione sia migliore di una
somma di denaro e sono queste
persone che, unendosi, hanno formato delle associazioni umanitarie,
che conferiscono alla nostra società
un volto più solidale.
Un esempio può essere l’AVIS,
grazie alla quale molte persone possono continuare a vivere. (Leopoldo Fioranelli)
La funzione sociale dell’AVIS,
come associazione di volontariato,
è molto importante, al contrario richiede un sacrificio esiguo, ripagato abbondantemente se si pensa per
un istante al bene che si è appena
fatto con la donazione; fra l’altro il
midollo osseo provvederà a ricreare
il sangue e per il corpo, volgarmente, è come cambiare l’olio a un
motore. (Marco Belardinelli)
Credo che, alla fine di una giornata, sia più bello essere riusciti a
far sorridere una persona o averla
aiutata che indossare una nuova
maglia firmata.
Secondo me, da parte delle persone esiste una certa ignoranza rispetto al mondo del sociale: è per
questo che è più giusto che le strutture pubbliche, come ad esempio la
mia scuola, aderiscano a progetti
come quello promosso dall’AVIS.
Un progetto che ci ha visto protagonisti di incontri, in cui si è
parlato dell’importanza delle donazioni, e di una visita al centro trasfusionale di Fabriano, dove abbiamo potuto toccare con mano quello
che realmente significhi la donazione di sangue, dove abbiamo
potuto comprendere l’importanza e
la nobiltà di questo gesto. (Sacha
Ilari)
La vita oramai è basata sul materialismo, la generosità appartiene
a un altro mondo.
Non c’è più voglia di aiutare
Le magnifiche sette della IBT
gli altri. Ognuno
pensa per sè e i
problemi altrui
non lo toccano
minimamente.(…) Tutto sarebbe migliore se
ci aiutassimo a
vicenda, basterebbero piccoli
gesti per risolvere alcuni problemi anche gravi.
Fortunatamente
esistono delle associazioni di volontariato, come
l’AVIS, in cui
gente di sani
principi soccorre gli altri, senza ricevere alcuna somma di denaro in cambio. (Sara Crialesi)
Nella visita al centro AVIS abbiamo assistito alla donazione da parte
di diverse persone di ogni età, mentre
il dottor Scotto, responsabile del centro, ci ha spiegato il significato e il
valore di questo atto. Devo dire che
mi ha incuriosito ed è probabile che
in futuro io diventerò donatrice.
(Imen Boumijel)
tato come se ci conoscessero da una
vita. Nelle prime settimane ci siamo
concentrate a squadrare i nostri professori.
Ad una prima impressione alcuni di loro sembravano molto severi.
Poi, però, alla fine, si sono rivelati
più simpatici e creativi del previsto.
Fare nuove amicizie in mezzo a tan-
ta gente non è stata la cosa più
semplice del mondo.
Fortunatamente la scintilla dell’amicizia è esplosa in poco tempo
e ora, più unite che mai, siamo
pronte a portare a termine l’impegnativo percorso scolastico che ci
aspetta tutte insieme.
Le ragazze della IBT
Potere e splendore:
i Piceni a Matelica
Innanzitutto ci presentiamo. Siamo le sette ragazze della IBT e da
pochi mesi frequentiamo il Morea.
Rispetto alla scuola media, dalla
quale tutte proveniamo, il cambiamento è stato enorme. Alle superiori abbiamo incontrato sicuramente un’atmosfera diversa.
Mentre prima eravamo circondate da ragazzini la cui preoccupazione maggiore era “correre dietro
una palla” e “giocare a chiapparella” ora è tutto diverso.
Dove ti giri si vedono facce
nuove e, soprattutto, anche qualche
bel ragazzo. Il nostro primo giorno
di scuola al Morea è stato davvero
emozionante. Alcune di noi si sono
addirittura perse in mezzo a tanta
confusione! Poi siamo rimaste colpite dal buon profumo dei cornetti
proveniente dal bar, dalla presenza
di tante macchinette automatiche
e, soprattutto, dai tanti piani e dalla vastità dell’edificio scolastico.
Rispetto alla maxi-palestra del
Morea quelle che avevamo prima
alle medie erano poco più che degli sgabuzzini alte poco più del
Much!! (A buon intenditore poche
parole!) Per fortuna qualcuna di
noi aveva già delle conoscenze che
sono state di fondamentale importanza per orientarci all’interno di
questa scuola. Senza l’aiuto di alcune nostre amiche ci saremmo
sicuramente perse! Anche i bidelli,
sin dal primo giorno, ci hanno trat-
Sabato 8 novembre
2008, accompagnati dalle
professoresse Ciculi e Senigalliesi, noi alunni della I A
e della I B geometri, abbiamo visitato a Matelica
un’interessante mostra dedicata alla Civiltà Picena.
La mostra, collocata nello storico Palazzo Ottoni,
espone al pubblico reperti
archeologici dell’età del ferro e del periodo cosiddetto
orientalizzante, emersi dagli scavi condotti nel territorio di Matelica.
La visita ha permesso a
noi ragazzi di ripercorrere
la storia di questo popolo,
stabilitosi lungo la costa
Adriatica, tra i fiumi Foglia
e Pescara e di rivivere, attraverso la documentazione
archeologica (resti di carri,
armi, scudi, oggetti da cucina, corredi funerari), le ricostruzioni
illustrative e i plastici, tutto il fascino
della scoperta.
E’ stata una lezione di storia alternativa ai libri di testo, basata sulla
visione e la conoscenza diretta dei
resti del passato, un’occasione importante attraverso la quale ci siamo
appropriati delle nostre radici culturali.
Alessio Santini
Francesco Olivieri
GENNAIO 2009
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Intervista ai rappresentanti d’Istituto eletti
a cura di Chiara Cofani e Martina Paparelli
Alle elezioni degli studenti di ottobre 2008 sono stati nominati rappresentanti di istituto Nicolò Massaccesi con 125 voti(un vero plebiscito!),
eletto per la seconda volta consecutiva,Francesco Arteconi con 58 voti e Francesca Carletti con 46 voti. I primi due appartenevano alla stessa
lista, mentre Francesca era nella lista 1.Li abbiamo intervistati per conoscere meglio le loro opinioni.
Nome & Cognome
Francesca Carletti
Nicolò Massaccesi
Francesco Arteconi
Di quale lista facevi parte?
Lista 1
Lista 2
Lista 2
Per una buona
esperienza di vita!
Per continuare il percorso
dell’anno scorso…
Perché me ne andava…
Cercherò di seguire i punti
della lista, il più possibile!
Mi darò da fare,
per prima cosa, affinché
vengano riparati i bagni,
anche perché qualcuno persiste
a fare i suoi bisogni solidi
in quello dove non funziona
lo scarico…
Mi impegnerò per la riuscita
della Maxi Assemblea, perché
penso che sia un’esperienza
coinvolgente per tutti gli studenti.
Perché ero l’unica in lista
che faceva parte del
corso turistico
Perché gli studenti hanno
apprezzato il lavoro che ho
svolto lo scorso anno.
Perché sono bello…e tanto serio!!!
Come ti senti ora
che sei fra i vincitori?
Mica mi è cambiata
la vita… sto bene!!
Uguale a prima…
Idem...
Hai più stima di te?
Sì, sicuramente!
No…
Non cambia niente…
Pensi di meritare questo incarico e
di riuscire a soddisfare le aspettative?
Lo spero vivamente…
Sì, cercherò di rispettare le aspettative
degli studenti, però non lo so se
merito di ricoprire questo ruolo
Forse... sì!!
La parte migliore del tuo carattere?
E del tuo corpo??
Sono parecchio estroversa…
Gli occhi…
Sono abbastanza disponibile ad ascoltare
gli altri…Gli occhi…
Dicci un pregio e un difetto
dei tuoi colleghi…
Difetti non li so, li conosco poco!
…ma posso dire che si stanno
impegnando molto
Francesca è molto convinta di sè,
anche se le sue opinioni sono contrarie
alle mie, invece di Francesco
niente da dire… amici da sempre!!
Come mai hai deciso di candidarti
per la nomina di rappr. d’istituto?
Quali cambiamenti vorresti
attuare nella scuola?
Per te quali motivazioni
hanno spinto gli studenti a votarti?
NO ROBBY, NO PARTY!
di Alessia Scarafoni
Sveglia con il gallo la mattina
del 2 dicembre per le classi 5°BT,
5°AT, 4°AT accompagnate dai prof.
Delle Cese e Grisanti per partire alle
prime luci dell’alba, anzi piena notte, alla volta della splendida Roma.
Entrati nel pullman quasi ad occhi chiusi, il viaggio è trascorso in
maniera tranquilla e stranamente silenziosa, finché il prof Delle Cese
non ha messo uno dei suoi cd di
cantanti sconosciuti, provocando una
baraonda di lamentele e versi indescrivibili da parte di noi ragazzi.
Dopo essere rimasti imbottigliati nel
solito traffico romano per circa
un’ora, siamo giunti alla prima tappa della giornata: la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, in cui abbiamo ammirato opere di grandi artisti
come De Chirico, Canova e Picasso
tra i più noti. Robby, da vero esperto dell’arte, ci ha fatto da guida
ripetendo continuamente quanto questa galleria fosse utile per gli alunni
delle classi quinte, dato che contiene gran parte del programma di storia dell’arte.
Sotto una pioggia battente e incessante ci siamo poi spostati verso
il centro storico. Riempiendo le tasche dei venditori d’ombrelli ambulanti (saranno contenti almeno loro!)
siamo arrivati nella Chiesa di Santa
Maria del Popolo per vedere dal
vivo “La conversione di San Paolo”
da noi conosciuta solo nelle pagine
del libro d’arte. Anche in questa
occasione il prof si è trasformato
nella versione Piero Angela della
situazione, spiegandoci l’opera in
maniera esauriente e divertente catturando così la nostra attenzione.
Giunti al Pantheon ci siamo liberati per un’ora dei prof per andare a pranzo liberamente. Quasi tutti
hanno optato per un pranzo sano e
genuino… al Mc Donald’s per poi
proseguire nella visita della città
presso Sant’Ivo alla Sapienza pas-
Non saprei, dovranno dire gli altri…
No comment…
sando per Palazzo Madama e il
Quirinale. Infine siamo arrivati a
Piazza Navona, ultima tappa della
giornata, animata dai mille colori
dei mercatini natalizi.
Da qui in poi è giunto il tanto
sospirato momento da noi preferito:
il tempo libero!! Shopping, shopping e ancora shopping, abbiamo
invaso i numerosi negozi della capitale comprando di tutto.
Stanchi morti ci siamo avviati
verso il pullman per ritornare in
patria. Roma, si sa, è bella sempre,
anche sotto una pioggia a catinelle.
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UNA GIORNATA DAVVERO SPECIALE
Non toglieteci il futuro!
di Azzurra Maggiori
& Alessia Scarafoni
Martedì 28 ottobre si è svolta
un’assemblea molto speciale all’anfiteatro della scuola per informare
gli studenti della riforma dell’Istruzione del ministro Maria Stella Gelmini, decreto che fa parte della
Nuova Finanziaria del ministro Tremonti.
Voluta fortemente dagli studenti
delle classi quinte, è stata organizzata in tempi record: sono stati stampati volantini, realizzati striscioni,
ma, soprattutto, sono state raccolte
informazioni, attraverso lo studio e
l’analisi del decreto.
Armati di megafoni, abbiamo
cercato di spiegare il motivo che ha
scatenato questa ondata di manifestazioni, cortei, scioperi e occupazioni da parte di studenti, professori
e personale ATA in tutta Italia.
Onestamente, abbiamo notato
una grande disinformazione da parte degli studenti che poco o nulla
sapevano della riforma.
Pian piano si è acceso un dibattito tra i sostenitori e i contrari. È
stato un momento di confronto costruttivo e pacifico, sicuramente una
delle poche iniziative ben riuscite,
organizzate autonomamente da noi
ragazzi (con la sola autorizzazione
del Dirigente Scolastico).
Si sono toccati tutti i punti della
riforma Gelmini: il maestro unico,
l’accorpamento delle scuole con
numero di studenti inferiori a 500,
la probabile chiusura delle scuole di
montagna con meno di 50 alunni, e
degli indirizzi sperimentali nelle
scuole superiori, l’incertezza lavorativa per i professori precari e per
il personale ATA in esubero, il blocco del turn over e i tagli alle università e alla ricerca. Ma l’argomento
principale è stato quello riguardante
le università, che è anche quello che
ci sta più a cuore come studenti del
quinto anno.
La legge 133 sull’università, infatti, prevede tagli al Fondo di funzionamento ordinario (quello riguardante la didattica, i servizi vari agli
studenti, oltre che gli stipendi dei
dipendenti). Le università pubbliche, inoltre, potranno trasformarsi
in fondazioni, il che comporterà
aumenti delle rette che andranno a
gravare sulle famiglie meno abbienti. In questo modo molti ragazzi
vedranno infranti i loro sogni, e saranno pervasi da un senso di fru-
strazione e di insicurezza per il futuro, a causa di questo periodo di
crisi generale, sia italiana che mondiale. Ci sono stati anche interventi
da parte di due nostre professoresse
che hanno commentato la riforma
sotto il loro punto di vista, ricevendo gli applausi spontanei di tutta la
platea. Bisogna ricordare che il discorso è stato apolitico. Non si stava contestando né la destra né la
sinistra, ma solo ed esclusivamente
la 133 che non è una legge organica, ma una norma facente parte della Finanziaria con l’unico scopo d
tagliare la spesa.
In ultima analisi, l’assemblea è
stata un momento formativo davvero importante. Parlare della scuola
è, per noi giovani, fondamentale
perché quest’ultima ha in mano la
società della conoscenza, cioè il primo fattore di inclusione o esclusione sociale. Concludiamo affermando che: Nessuno ha il diritto di
rubarci il futuro!
Un’occasione
di confronto
di Laura Torbidoni
Il 28 ottobre 2008, il nostro Istituto ha organizzato un’assemblea per
discutere sulla riforma della scuola
avviata dal Ministro dell’Istruzione
Maria Stella Gelmini.
La manifestazione è avvenuta
spontaneamente, senza che nessuno sia
stato obbligato a parteciparvi. E’ stata
un’occasione importante per noi studenti, un momento in cui abbiamo
messo a confronto le nostre idee, in
modo civile e democratico, invitando
esplicitamente tutti (sostenitori e avversari) a dichiarare il personale punto
di vista sull’argomento.
Se è vero che i giovani sono accusati molto spesso di superficialità, di
leggerezza rispetto a tutto ciò che accade nella società, è altrettanto vero
che momenti come quelli vissuti durante la manifestazione hanno rappresentato un piccolo passo in avanti, una
reale occasione di confronto, di formazione e maturazione dello spirito
critico, di crescita condivisa, nella
convinzione che i giovani, soprattutto
in questo momento di crisi generalizzata, devono far sentire le loro ragioni, partecipando attivamente alla costruzione del loro futuro.
Scioperiamo, ma informati...
di Andrea Visconti
Scioperi, occupazioni, manifestazioni, sit-in; dalla fine degli anni ’60 sono
ormai all’ordine del giorno. I primi casi
di manifestazioni studentesche sono avvenuti nella seconda metà degli anni ’60
quando, in tutto il paese, si era creato un
clima di malcontento a causa dell’autoritarismo mostrato da parte dello stato anche nell’ambito scolastico. La prima occupazione universitaria fu interrotta dall’alluvione che colpì gran parte dell’Italia settentrionale e centrale nel 1966. In
seguito a questo evento, molti studenti si
mossero volontari per prestare aiuto alle
zone più colpite; questo clima contribuì a
creare uno spirito di appartenenza ad una
classe studentesca prima sconosciuta.
L’unione di migliaia di studenti per la
protesta sessantottina è stata rafforzata
dall’atteggiamento repressivo mostrato
dalle forze della polizia; infatti, nel maggio del ’68 tutte le università milanesi
esclusa la Bocconi erano occupate. Al
giorno d’oggi, questo clima di unione tra
studenti durante manifestazioni e scioperi non è più presente; forse perché non
c’è quella motivazione che negli anni ’60
e ’70 portò migliaia di studenti a scendere nelle piazze e occupare le scuole, o
forse perché la maggior parte degli studenti di oggi vedono nello sciopero un
pretesto per saltare giorni di scuola o,
secondo me, per entrambi i motivi. Ad
ogni manifestazione a cui sono stato, mi
sono sempre chiesto se gli studenti sapessero il motivo per il quale stavano
partecipando e, nella maggior parte dei
casi, quando facevo loro questa doman-
da, nessuno mi sapeva rispondere. Ho
riscontrato questo fatto anche nella protesta per le riforme del Ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, protesta che si è svolta alla fine di ottobre
nella nostra scuola. In quel contesto, alcuni studenti si erano preparati ad esporre le motivazioni per le quali la gente
sarebbe dovuta scendere in piazza a manifestare. I discorsi affrontati in quel “dibattito” sembravano aver fomentato la
folla presente che fischiava ad ogni intervento di ragazzi che avevano qualcosa
da obiettare, dimostrando di non essere
capaci di accettare idee diverse dalle loro.
Quanto accaduto è la dimostrazione della
semplicità con cui si possono condizionare le menti di giovani, a mio parere
talora “vuote”, che seguono la prima
persona che riesce ad imporre loro i
propri punti di vista, parlando con sicurezza e determinazione e non sono aperte
a confrontarsi con nuove idee. Alla base
di tutto questo c’è sicuramente la disinformazione perché, se le persone - o in
questo caso studenti - fossero informate,
anche un minimo, sui punti, argomenti
delle manifestazioni alle quali intendono
partecipare, sarebbero in grado di controbattere, o almeno essere partecipi, ad
un eventuale dibattito. La cosa che meno
sopporto, è il fatto che molti studenti
colgano ogni occasione per saltare giorni
di scuola, poi scendono in piazza a lamentarsi che, ad esempio, con le attuali
riforme, lo stato non garantisce l’istruzione universitaria a tutti e, di conseguenza, un posto nella società; ma non
capiscono che la cultura è alla base di
tutto e che, se continueranno a “marcire”
nella loro ignoranza, di sicuro nel loro
futuro non ci sarà nessun ruolo importante nella nostra società. Le manifestazioni attuali si sono distinte anche per la
collaborazione tra studenti e professori,
che precedentemente lottavano su fronti
opposti. Invece la caratteristica che accomuna queste manifestazioni con le precedenti, è la strumentalizzazione da parte
di qualche gruppo - spesso di carattere
politico - che le usa solo per attaccare il
governo attuale. A mio parere, la manifestazione studentesca è una cosa molto
positiva per uno studente, ma soltanto se
egli crede veramente negli ideali per i
quali combattere, giusti o sbagliati che
siano.
Il parere della prof.ssa Grilli
E’ stata una strana e piacevole impressione quella
che ho provato il giorno dell’assemblea generale degli
studenti del Morea. Strana perché non sono abituata a
vedere degli alunni capaci di organizzarsi così con serietà e responsabilità; piacevole perché è piacevole assistere
a persone che riflettono su questioni importanti, esprimono il loro pensiero, si fanno domande, si confrontano e
il tutto in maniera accalorata, ma serena.
Ho assistito per breve tempo e sentendomi un po’
inopportuna, ma poi, visto che il clima era così tollerante
(tanto da sopportare anche la presenza degli insegnanti),
ho detto la mia, che è poi la stessa opinione espressa dai
tanti che si sono riversati nelle strade.
In un’epoca in cui la comunicazione è oltremodo importante e possiede strumenti
avanzatissimi, la cosiddetta “riforma della scuola” è passata in una confusione voluta
e abilmente orchestrata. Non può essere sempre vero tutto e il contrario di tutto, la
realtà non può essere tranquillamente mistificata. E poi ci stupiamo se i nostri figli
crescono con le idee confuse o peggio con idee prese in prestito da altri?
In questo caos di comunicazione totale è quasi un rifugio l’assenza di idee.
Ma, tornando all’assemblea, mi è sembrato che questi nostri alunni insofferenti,
spesso intolleranti, sospesi a mezz’aria, per un attimo siano scesi a terra e, con gli
strumenti che hanno, abbiano cercato di contare qualcosa e, comunque, di esserci.
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Al Morea assemblea-dibattito tra studenti e politici
di Francesca Carletti
…13 dicembre 2008. La campanella dell’ITCG Morea suona la fine
della prima ora e tutti gli studenti,
molto numerosi, con gli insegnanti
si recano in auditorium per l’assemblea d’istituto organizzata dai rappresentanti degli studenti: Francesca
Carletti, Nicolò Massaccesi e Francesco Arteconi. Quest’anno è stata
realizzata una settimana prima del
solito per dare la possibilità a tutti i
ragazzi di partecipare, in quanto il
giorno successivo molti sarebbero
partiti per la settimana bianca. E’
stata una mattinata densa di avvenimenti con la presenza delle principali autorità fabrianesi: il sindaco
ing. Roberto Sorci, il deputato alla
Camera dott.ssa Maria Paola Merloni e l’onorevole senatore dott. Francesco Casoli. Molto interessante è
stato il dibattito che si è venuto a
creare con i nostri politici e parlamentari che hanno risposto con piacere alle domande degli studenti e ai
quesiti posti dalle persone presenti.
Si è parlato soprattutto delle prospettive dei giovani in un momento
come questo che stiamo vivendo,
del possibile sviluppo del turismo
nel territorio, della delocalizzazione, dell’importanza della ricerca e
dei tagli alla scuola. Il sindaco ha
sottolineato che il momento è molto
particolare dopo anni di benessere.
Ha esortato, tuttavia, a non avere
paura, pur essendo realisti ed ha
proposto, come strumenti per uscire dalla crisi, l’utilizzo dei beni
culturali e artistici, la ricerca in
tutti i campi, richiamando al protocollo di Lisbona e al senso del fare
e del lavorare tutti insieme. Ammette che, in effetti, in Italia si
investe poco nella ricerca, ma cita
gruppi di ricercatori, tra cui giovani fabrianesi, che si stanno distinguendo per capacità e competenze,
occupando posizioni sempre più
importanti.
Anche la dott.ssa Merloni ha
ribadito che dobbiamo aver fiducia
nel futuro, anche se oggi dobbiamo
conquistarci tutto con preparazione, conoscenza, capacità ed esperienza; proprio per questo la funzione della scuola diventa determinante. Due, secondo l’onorevole,
possono essere i motori trainanti:
l’attrattiva del territorio e, quindi, il
turismo come risorsa e il fattore
umano che con le sue capacità sfrutta le occasioni, progetta nuove idee.
L’onorevole Casoli ha sostenuto che
le aziende stanno cambiando faccia, ma non in peggio; i posti di
lavoro ci saranno, ma richiederanno sempre più conoscenze diverse
e diversificate. Il turismo è certamente una risorsa che esige, però,
preparazione culturale, clima d’accoglienza e capacità di impresa. Infine ha affermato che la delocalizzazione non ha influito sulla crisi
di Fabriano, anzi la non delocalizzazione di qualche azienda ha por-
tato conseguenze anche più negative.
La maggior parte degli studenti
sembrava interessata alle questioni
discusse, anche se non sono mancati
momenti in cui si è dovuto intervenire per far tornare il silenzio in
auditorium. “Sono stati carini a venire - ho detto qualche giorno dopo
alla prof.ssa Luisa Bizzarri che in
classe ci ha chiesto le nostre impressioni sull’evento - non ci aspettavamo questa doppia presenza deputato/senatore.” Mi sono ulteriormente
stupita nel sentire che entrambi han-
no espresso il desiderio di ritornare
fra noi in occasione di prossime assemblee di istituto. Finito il dibattito, sono stati consegnati i diplomi e
le borse di studio: è stata un’ottima
opportunità per salutare i nostri vecchi compagni di scuola. Per motivi
di tempo non si sono svolti i canti
natalizi, ma abbiamo eletto, tramite
un “applausometro”, miss matricola,
Eleonora Silvestrini, e mister matricola, Leopoldo Cartoni. E’ stata
un’assemblea interessante e spero
che la domanda dei nostri politici di
tornare venga accolta al più presto.
Grazie, grazie, grazie!!! Un premio agli studenti migliori
Vorrei ringraziare a nome del Dirigente Scolastico prof. Oliviero Strona e di
tutta la comunità scolastica gli Enti pubblici che, nonostante la difficile situazione economica, hanno finanziato i nostri progetti:
− Fondazione Cassa di Risparmio nella persona del dott. Abramo
Galassi e del dott. Roberto Malpiedi
− CARIFAC
− AVIS
− Credito Cooperativo di Pergola nella persona del direttore dott.
Gianluca Merloni, al quale va un mio personale e caloroso saluto
come ex-studente del Liceo Scientifico
− Banca di Roma nella persona del direttore Annalisa Capesciotti,
Presidente del Consiglio d’Istituto al Morea.
Prof.ssa Luisa Bizzarri
Nel corso dell’Assemblea d’Istituto tenutasi il 13 dicembre 2008 è avvenuta la consegna di 22 borse di studio
agli alunni che si sono distinti per particolare profitto nello scorso anno scolastico. La Fondazione Armando Signori, istituita in memoria dell’omonimo Preside, testimone e attento sostenitore degli altissimi valori formativi della scuola, ha premiato i seguenti
studenti:
Mecella Jacopo (IAR); Gentili
Chiara (IIAR); Latini Roberta (IIIAR); Agostini Marco (IVAR); Buttà
Marco (VAR).
A Porcarelli Maria Rosa (IIAR) è
andata la borsa di studio in memoria di
don Franco Polidori, insigne prelato
di grande levatura morale.
La Ditta Procacci Edilizia, che
collabora con l’Istituto anche per supportare alcuni laboratori attrezzati del
corso Geometri, ha premiato: Tassi
Monica (IAG); Belardinelli Marco
(IIAG); Raffaeli Giulia (IIIBG); Capitanelli Giacomo (IVAG); Marini
Alessandro (VAG).
Tomassacci Silvia (IAT), Cicconcelli Giorgia (IIBT), Stazi Giada (IIIAT), Maggiori Azzurra (IVBT),
Mollari Gloria (VAT) hanno ricevuto
il riconoscimento da parte della famiglia Balducci Hotel Gentile, che partecipa alle attività del corso del Turismo e assicura una preziosa collaborazione al percorso triennale Operatore
Sala-Bar.
L’Immobiliare Monticelli, che as-
sicura collaborazioni al corso serale
Sirio, ha, infine, premiato: Kapiti Ardita (IIIRS); Guglielmi Simonetta
(IIIGP); Barbarossa Claudia (IVRS);
Rosa Paolo (IVGP); Pedica Milena
(VRS); Bruciatelli Michele (VGP).
Particolarmente significativa è stata la presenza di alcuni ex-studenti del
Morea: Pina Di Pasqua, per il corso
Ragionieri; Giulia Del Frate per il Turismo; le sorelle Barbara e Federica
Farinelli, per il corso Geometri e un
diplomato del corso serale, che hanno
confermato quanto la preparazione
scolastica conseguita sia stata fondamentale per il proseguimento degli studi o l’inserimento nel mondo del lavoro.
Il Dirigente Scolastico consegna
i 1.000 euro a Daniele Patrignani
per aver conseguito il diploma
di geometra con 100 e lode.
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GENNAIO 2009
Essere giovani con la forza di non mollare mai
di Sara Cimarra
Essere piccoli e allo stesso tempo
grandi. Essere ingenui e allo stesso
tempo maturi. Guardare gli sbagli del
passato nel presente, per promettere un
futuro migliore.
Avere sogni, speranze, desideri, ma
anche delusioni, fregature, incertezze.
Tutto questo è essere giovane!
Giovani, coloro che si trovano nell’età intermedia tra l’adolescenza e la
definitiva maturità, non ancora maturi
e tanto meno bambini.
I giovani di oggi saranno il futuro
di domani, quel futuro già tanto contestato e maledetto; avranno la responsabilità e il privilegio di poter far rina-
scere questa società, questa Italia e questo mondo.
Noi avremo questo diritto e dovere,
noi, che oggi veniamo così facilmente
ignorati, che abbiamo così pochi diritti,
che veniamo mal giudicati, che “siamo
tutti drogati e sballati”.
Noi, che, invece, siamo responsabili, che ci interessiamo all’attualità, alla
politica e all’economia. Noi che già
sappiamo ciò cui andremo incontro, che
sappiamo i nostri limiti e le nostre possibilità, che non ci arrendiamo davanti
alla prima difficoltà, che continuiamo
per la nostra strada a testa alta, che
abbiamo ideali e voglia di combattere,
che, se veniamo sconfitti, non rinunciamo mai. Noi che “abbiamo il potere per
fare, di questa, la migliore generazione
del creato, della storia, del mondo”
(Kennedy). Perché noi abbiamo la speranza riposta nel primo cassetto del comodino vicino al letto, e questo è costantemente aperto. Perché senza quella
prospettiva favorevole e positiva, quella
convinzione ottimistica, quella consumante fiducia, quello stato d’animo incoraggiante non si può niente, perché,
senza speranza, non si è niente.
È molto complicato non rinunciare
mai alla speranza, avere sempre la forza per andare avanti, la grinta per non
abbandonare i propri sogni e progetti,
la volontà per non abbattersi alle difficoltà, la voglia per vivere. Riuscire a
superare questi ostacoli è come vincere
la sfida che ci ha lanciato la vita. Se si
ha speranza, interiormente non si muore mai.
Ma la situazione si complica maggiormente quando si è da soli contro
tutti e tutto, “quando il mondo, che
credevi migliore, ti sorride con il suo
ghigno peggiore” (Articolo 31), quando
non si ha più la forza per
andare avanti, tutto sembra inutile, anche vivere,
quando sembra non esserci
più possibilità, non c’è ottimismo e fiducia in se
stessi, non si hanno più
speranze.
È qui che si riconosce
il giovane, colui che, anche se ha contro tutto, ha
speranza, voglia, grinta,
volontà, forza per non
mollare mai.
La vita è fatta di difficoltà, è il suo gioco e biso-
gna avere il coraggio di mettere da
parte i compromessi e le paure e iniziare a giocare, anche con il rischio di
perdere, ma la speranza di vincere.
Essere giovane non significa unicamente essere nel periodo della giovinezza; chiunque può essere giovane!
Tutto questo un grande artista come
Bob Dylan è riuscito ad esprimerlo con
una semplice frase, molto significativa:
“Giovane vuol dire non chiudere mai
l’oblò della speranza anche quando
l’oceano è brutto e il cielo si è stancato di essere azzurro”.
Il mito dei Subsonica
di Angelica Marinelli
Il successo dei Subsonica è
cresciuto a dismisura di anno in
anno e, attraverso un’ottima gestione della loro musica e della
loro immagine, il gruppo si è conquistato uno spazio di primo piano nel panorama musicale italiano.
Ma da dove saltano fuori i
Subsonica?
Tutto comincia nell’estate del
1996, quando si uniscono alcuni
fra i migliori esponenti della scena musicale alternativa torinese.
Negli ambienti di Casasonica
prende vita un progetto musicale
destinato a lasciare un’impronta
durevole negli anni a venire. I
personaggi coinvolti in questo
progetto sono: Samuel, una voce
“importante”, con una forte presenza scenica; Max, un chitarrista ricercato e abile manipolatore
di suoni nonché, per certi versi,
l’ideatore del progetto Subsonica;
Boosta, tastierista e dj cresciuto a
dosi massicce di telefilm anni Settanta e videogame; Ninja, batterista preciso e intelligente, laureato
a pieni voti in ingegneria informatica e Pier-funk, bassista che, poco
dopo, abbandonerà il progetto lasciando spazio a Vicio, un ex-metallaro.
Il gruppo, alla fine dell’estate
1996, produce un demotape con
cinque brani che gli garantiranno
un contratto con un’etichetta discografica. Nei negozi di dischi in
tutta Italia, di lì a poco, esplode la
mania dei Subsonica!
Nel corso della seconda metà
degli anni Novanta i Subsonica
producono una serie di dischi con
i quali conquistano, di volta in volta, un pubblico sempre più numeroso.
Grazie ad apparizioni strategiche sulla mitica MTV, l’emittente
televisiva capace di influenzare,
come poche altre televisioni, il pensiero e i gusti musicali dei giovani,
i Subsonica diventano sempre più
popolari.
Alla radio e sui giornali il loro
nome comincia ad apparire sempre
più spesso fino a diventare una
vera e propria “Nuova Ossessione” (a buon intenditore poche parole!). Ci si riferisce, naturalmente, al titolo di un loro grandissimo
successo che ha spopolato sulle
più importanti emittenti radiofoniche per mesi e mesi.
Tra i loro dischi più riusciti,
oltre all’omonimo Subsonica, si devono ricordare Amorematico, L’er-
rore, Terrestre e La glaciazione.
Nel corso della loro ormai decennale carriera i Subsonica hanno
collaborato anche con una serie di
artisti famosi del calibro di Morgan, i Linea77 e Antonella Ruggero.
Che altro aggiungere? Dopo
aver scalato le vette delle classifiche musicali italiane, possiamo dire
che il nostro gruppo sta spopolando come non mai negli stadi grazie ai loro concerti memorabili in
cui, nella dimensione live, emerge
tutto il loro talento, la loro energia
e la loro bravura.
I problemi degli adolescenti
di Eriona Gunga
& Ester Zamparini
A volte i problemi che caratterizzano la nostra età finiscono per
coinvolgere anche il mondo della
scuola, perché tante tensioni che si
accumulano a casa, in famiglia e
con gli amici si riversano, poi, tra
le pareti delle nostre aule.
Dato che fuori non è possibile
esprimere le nostre emozioni, la
nostra rabbia e le nostre paure in
quanto i genitori - spesso presi dai
loro problemi - sono tutti concen-
trati su loro stessi, e poco aperti al
dialogo, si creano come dei muri.
Questi muri impediscono di tirar fuori il coraggio necessario per
guardare avanti e per fare il primo
passo in modo da confrontarsi con
altre persone. Non tutti gli adolescenti, tuttavia, sono uguali e non
tutti la pensano alla stessa maniera.
I primi amori, le discussioni tra
compagni, l’insicurezza dovuta al
fatto di sentirsi esclusi dal gruppo
o inferiori rispetto a qualcosa creano comportamenti tendenti a imitare altri modelli che, ai nostri occhi,
appaiono perfetti.
Ci troviamo in una fase della
vita in cui l’ottimismo dovrebbe
essere un obbligo perché dobbiamo
ancora crescere, imparare e, soprattutto, vivere la vita che ci aspetta,
ma, alla nostra età, abbiamo molte
insicurezze, perciò, a volte, l’ottimismo non si manifesta chiaramente.
Attraverso le esperienze quotidiane che ci fanno maturare, però,
tanti problemi si ridimensionano,
diventano meno pesanti e si riescono a controllare con maggior equilibrio.
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È ora di cambiare aria...
di Benedetta Palmioli
Non saprei come iniziare questo articolo se non con un caloroso “Buongiorno”, ma, a dirla tutta, questo periodo sa di tutto fuorché di Buongiorno! Vi è mai capitato di avere la sensazione che il
mondo sia in “standby” e voi lo
seguite senza motivo o viceversa?
Di questi tempi sta capitando
proprio questo, basta guardarsi
intorno e sentire il proprio compagno di banco, che pensa la tua
identica cosa, cioè: “Ma chi me
l’ha fatto fa, oggi, de venì a scola? N’era mejo se armanevo a
casa a dormì?” oppure la fatidica
frase: “Oggi non è proprio giornata, lasciateme perde!”. Già, è proprio così, sembra che il mondo
intero si senta come te, che non
abbia voglia di fare niente, che si
sia stufato di tutto e di tutti. Un
esempio lampante può essere la
nostra città: Fabriano, che a mio
giudizio, se qualcuno non si sveglia a fare qualcosa, diventerà
peggio di un albergo, ovvero, adatto solamente per dormire e mangiare.
Si è stanchi di questa cappa
addormentata e maleodorante che
ci sta sopra, dove nessuno si attrezza ad attivare il ricambio e a
rinvigorire quest’aria consumata.
Che si sia rotto il meccanismo? O
forse non si ritrova più il libretto
delle giuste istruzioni? Allora basterebbe comprarne uno nuovo al
più presto, altrimenti si rischia di
soffocare! La responsabilità, forse
noi, in prima persona, non ce la
sentiamo, ma, al contrario, dovremmo essere proprio noi a richiedere quell’aria, poiché è un
nostro diritto! Intanto potremmo
pensare ad attivarci come giovani
propositori d’incontri di vario genere. Abbiamo, nella nostra Fabriano, strutture di ogni epoca ed
importanza, piazze e locali più o
meno grandi da poter “valorizzare” e utilizzare con la nostra presenza in ogni ambito artistico, culturale e sportivo o magari con
attività di nostra invenzione, per
l’interesse di grandi e piccoli, di
giovani e meno giovani, compresi
i nostri genitori. Suggerimenti per
attività mai viste nella nostra città, originali, fantasiose, franchising, ma soprattutto semplici, accessibili e spiritose, nonché utili.
Dimostreremmo così le nostre risorse, la fantasia e i nostri valori,
che, messi da parte, SONO NIENTE! Per arricchire quest’aria bisognerebbe “chiedere” anche un aiuto a chi di dovere. L’esempio della multisala, che non esiste anco-
ra, dà segno del degrado in cui è
piombata la nostra città. Per il
prossimo periodo occorrerebbe
qualche valida e caratteristica iniziativa che incuriosisca e attiri
gente ovunque, anche nei negozi.
Perché no? Nel nostro corso
sarebbero belle ed innovative delle manifestazioni periodiche a
tema: per eventi particolari, per
associazioni sportive (ne esistono
tante), per spettacoli (che neanche
si conoscono: teatro, poesie, recite, rassegne, etc. etc.), per mestieri (di vecchio e nuovo genere,
chissà quanti), per moda e benessere. Non so a voi, ma a me non
basta una piazza mezza vuota o
spoglia di negozi e dove non si
intravede nemmeno l’ombra dei
turisti, per pensare che vada tutto
bene, anzi è proprio il contrario.
Allora, che dite voi di ricominciare a respirare aria piena di voglia
di fare, di stimoli e più inebriante
di prima? Io sarei d’accordo e per
il XXI secolo Ctrl-Alt-Canc e…
Riavvia il Sistema!
Informazione: cane da guardia o cane da salotto?
di Giuseppina Tobaldi
Nella nostra scuola le classi
aderiscono al progetto “Quotidiano in classe”: copie del Corriere
della Sera e del Resto del Carlino
vengono distribuite allo scopo di
avvincere i giovani all’informazione e alla lettura del quotidiano.
Alcuni recenti fatti, uno in particolare, mi spingono a prendere
come docente una decisione che
ho già comunicato ai miei alunni:
non intendo più utilizzare neanche 5 minuti del mio orario per
leggere in classe Il Corriere della
Sera”; vado a spiegarne il motivo.
In data 3 dicembre un giornalista
del Corriere, Carlo Vulpio, incaricato di seguire le inchieste giudiziarie Poseidone, Why not, Toghe
lucane (3 inchieste tolte al magistrato De Magistris) pubblica un
articolo in cui racconta la vicenda
della perquisizione della procura
di Catanzaro da parte della procura di Salerno; quella che i giornali
hanno definito erroneamente come
guerra tra procure e che qualche
politico ha addirittura definito
guerra tra bande. Al di là dei fatti
narrati nella cronaca giudiziaria di
Vulpio, sui quali ognuno si può
fare l’idea che crede, la cosa inquietante e preoccupante è che, la
sera stessa della pubblicazione dell’articolo, il direttore del quotidiano, Paolo Mieli, ha telefonato a
Vulpio per “sollevarlo dall’incarico” di seguire da cronista l’inchiesta giudiziaria iniziata circa 2 anni
fa. Se è stata iniziativa del direttore o se quest’ultimo è stato sollecitato da qualcuno più in alto, non
ha importanza; resta comunque il
fatto che un giornalista è stato
fermato, imbavagliato, impedito
nello svolgimento del suo lavoro,
il cui scopo è la ricerca della verità e la divulgazione della stessa.
Forse l’errore di Vulpio è stato
quello di aver fatto nomi e cognomi delle persone coinvolte (politici, giudici, membri del csm, imprenditori) evidenziando collusioni con la criminalità organizzata
calabrese.
La considerazione che mi viene da fare è che mentre nelle dittature la politica controlla l’informazione (non esiste infatti libertà
di espressione e di dissenso), ciò
che caratterizza la democrazia è
che l’informazione controlla la
politica.
Se il cane da guardia si trasforma in cane da riporto o da salotto
non c’è più niente che distingue
un regime da una democrazia di
forma ma sostanzialmente svuotata dall’interno come la nostra.
Quando i giornalisti che fanno il
loro mestiere coscienziosamente
vengono licenziati o trasferiti o
zittiti, senza tra l’altro che questo
susciti particolari reazioni, mentre
quelli che fanno le interviste in
ginocchio o ci narcotizzano con
fatti insulsi continuano a lavorare
e fanno persino carriera, c’è qualcosa che non torna. Concludendo,
un giornale che non rispetta l’etica
del giornalismo (etica che impone
il rispetto della verità senza guardare in faccia a nessuno, avendo il
coraggio di toccare il potere) non
è sicuramente un modello di informazione da proporre nelle scuole.
Ovviamente i miei alunni sono
liberissimi di continuare a leggere
il quotidiano fornito dall’Istituto,
ma lo faranno comodamente a casa
loro. Non nel mio nome, quindi,
perché preferisco insegnare la let-
teratura.
Per chi volesse informazioni
sulla vicenda posso indicare alcune “chicche” da cercare in rete:
1) video Passaparola Marco Travaglio scontro finale tra politica e magistratura;
2) il blog di Carlo Vulpio;
3) il sito della rivista Micromega;
4) sito dell’associazione dei giovani calabresi ammazzatecitutti.org;
5) video facilmente rintracciabili
su youtube delle interviste a
Luigi De Magistris.
E poi navigando chissà quante
cose potreste scoprire (fatelo finché siete in tempo perché è in
preparazione una proposta di legge molto bipartisan sulla limitazione dell’informatica in rete).
I miei migliori e più sinceri
auguri per il vostro futuro.
di Giulia Penotti
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È tutto oro quello che luccica?
di Flaviana Caporali,
Ilenia Popolizio
& Valentina Tinti
Il processo di globalizzazione
dell’economia sembra inarrestabile
ed ha trasformato il mondo in un
unico immenso mercato, dove non
ci sono più barriere al libero commercio internazionale. La libertà
degli scambi ha enormemente influenzato il nostro modo di vivere:
idee, culture, tecnologia e progresso
economico hanno sempre viaggiato
insieme con il commercio di beni e
servizi, in quanto gli uomini, da
sempre, insieme alle merci, hanno
scambiato anche idee e costumi. Il
progresso è sempre nato dallo scambio: si pensi allo sviluppo più rapido conosciuto dalle società più aperte, cioè da quelle comunità di uomini maggiormente disposti allo scambio o per propria intraprendenza o
perché insediate in località marittime o in luoghi di intersezione di
vie commerciali. Lo sviluppo dei
trasporti e delle comunicazioni ha
storicamente favorito gli scambi e
proprio negli ultimi anni ha conosciuto un’accelerazione straordinaria, tanto che oggi si parla comunemente di villaggio globale per indicare un unico ambito di circolazione delle informazioni in tempo reale. Tutto questo ha ulteriormente
accelerato l’attuale processo di globalizzazione dell’economia mondiale: oggi tutto ciò di cui ci serviamo,
tutte le merci che utilizziamo, i servizi a cui ricorriamo, spesso sono il
risultato di un’integrazione economica che fa sì che, per esempio, un
vestito che indossiamo sia fatto con
una lana australiana e disegnato,
però, da uno stilista francese o italiano, mentre il caffè che beviamo è
presumibilmente brasiliano o colombiano. Oggi tanti cittadini lavorano
in un’impresa multinazionale il cui
centro direzionale si trova in un
altro continente e che magari ricorre per finanziarsi a prestiti di un
istituto di credito di un altro paese.
Tutto questo fa sì che ogni stato del
mondo non sia più una cosa a sé nel
contesto internazionale, ma parte di
un unico organismo integrato nel
quale oggi ogni parte dipende dall’insieme. È diventato ormai inconcepibile uno sviluppo economico
che prescinda dalle condizioni mondiali complessive: l’andamento dell’economia mondiale, l’oscillazione
dei prezzi del petrolio e delle altre
materie prime, così come dei manufatti, gli spostamenti di masse sempre più ingenti di capitali, il sistema
dei tassi, sono tutti fattori con cui
oggi ogni piano di sviluppo si deve
concretamente misurare.
“Solo quando l’ultimo fiume sarà
prosciugato,
quando l’ultimo albero
sarà abbattuto,
quando l’ultimo animale
sarà ucciso, solo allora capirete
che il denaro non si mangia”
(proverbio Creek)
La globalizzazione coinvolge
anche una nuova dimensione della
solidarietà. Infatti protezionismi e
sovvenzioni di attività non competitive rendono difficile promuovere
quelle attività sane, capaci di creare
posti di lavoro stabili e impediscono ai paesi in via di sviluppo di
esportare nei mercati dei paesi più
avanzati. Il protezionismo è, quindi,
un pericoloso atto di egoismo che
anche in passato ha portato conflitti. In India, ad esempio, le grandi
multinazionali obbligano i contadini ad acquistare solo da loro i prodotti per l’agricoltura dal costo sempre più elevato; il che sta portando
alla rovina i piccoli agricoltori
strozzati dai debiti a causa dell’aumento dei prezzi.
Le multinazionali decentrate nei
paesi asiatici per ragioni economiche, come la manodopera a basso
costo, si arricchiscono sempre di
più senza considerare i danni che
causano all’ambiente e le pessime
condizioni dei lavoratori pagati
molto poco, a cui si aggiunge lo
sfruttamento dei minori, senza dare
reali benefici alle popolazioni del
posto, distruggendone buona parte
dell’economia locale.
Il nostro pianeta è in grave pericolo perché la grande produzione
di inquinamento da parte delle attività industriali e dei trasporti sta
mettendo in crisi gli ecosistemi e
gli equilibri della natura. L’attuale
modello di sviluppo porta con sé
un infinito sfruttamento delle risorse, un enorme consumo di energia, una sovrapproduzione di rifiuti
e di inquinamento tale da rendere il
bilancio degli effetti ambientali
della globalizzazione economica in
perdita, come dimostra il continuo
aggravarsi dei disastri ambientali:
il clima impazzito, la deforestazione selvaggia, la desertificazione, la
crisi agricola e l’emergenza idrica.
Il divario esistente tra ricchi e
poveri nel pianeta sta crescendo
sempre di più e in maniera letteralmente vergognosa. Buona parte
della popolazione (anche occidentale) conduce una vita sempre più
precaria a causa della variabilità
del mercato. In queste condizioni si
impedisce alla gente di sperare, di
progettare un buon futuro per sé e
per i propri figli . L’insicurezza che
ne deriva comporta una disgregazione individuale, familiare e sociale, fino alla migrazione di milioni di disperati alla ricerca di un’opportunità per sopravvivere.
La globalizzazione non è sinonimo di ordine mondiale, perché i
conflitti per la supremazia economica e per l’accaparramento delle
risorse energetiche, destabilizzano
Obama for President
di Sara Crialesi
& Benedetta Pocognoli
Ecco il nuovo presidente americano: Barack Obama, candidato democratico eletto da pochissimo (e
abbronzato, secondo la spiritosa affermazione del nostro capo del governo). Ai seggi dalle 4 di mattina si
sono messi in fila tantissimi cittadini
per essere i primi a votare. L’affluenza è stata da record. Cifre mai viste
con sistemi di votazione molto tecno-
logici come il “touch screen”. Ora
tutti si augurano che Obama sia il
presidente che risolleverà l’America
e in particolare gli Stati Uniti da una
crisi che si sta espandendo in tutto il
mondo.“Vi chiedo di credere non soltanto in me, nelle mie capacità di
cambiare Washington, ma anche in
voi stessi. Insieme noi cambieremo
l’America e il mondo”. Questo è ciò
che ha affermato il nuovo presidente
nel suo ultimo comizio in Virginia. E
ce la farà? E’ quello che speriamo
tutti. La sua elezione avvenuta il 4
novembre scorso ha reso la giornata
memorabile: infatti è il primo presidente di colore degli Stati Uniti ed
ha segnato la fine di un’era politica
ed economica e di una generazione
caratterizzata dalla supremazia dei
baby boomer cioè quel fenomeno che
ha aumentato la popolazione americana negli anni ’50 e ’60, dovuta ad
una buona condizione economica favorevole alla crescita demografica.
E’ un presidente giovane che rappresenterà la generazione di internet
e della globalizzazione, eletto a soli
47anni. Questa elezione è stata seguita con grande interesse in tutto il
mondo, quasi che si stentasse a credere che gli americani fossero capaci
di un cambiamento così sostanziale.
Per capire, infatti, la portata rivoluzionaria della nomina a Presidente
degli USA di un afro-americano, basta ricordare che tutta la storia del
Paese che ha scelto un uomo di colore è stata segnata da poco meno di
4mila linciaggi di neri documentati
tra il 1862 e il 1968. L’America, fino
a pochi decenni fa, era un paese dove
gran parte del pianeta interessato
infatti da guerre, rivoluzioni e terrorismo.
RIFLESSIONI FINALI
La globalizzazione è ancora un
fenomeno in divenire, non è un fatto storico ben analizzato. Viviamo
la globalizzazione, ma non la stiamo ancora comprendendo appieno.
Coloro che la criticano, la vedono
come un concetto inventato dal potere economico, propagandato e venduto per incrementare un nuovo,
duro e feroce colonialismo che si
concretizza nel dominio delle multinazionali.
È giusto rinunciare a vivere nella nostra splendida terra per l’egoismo di pochi uomini potenti, che
non hanno il minimo riguardo per
la salute del nostro pianeta?
I grandi economisti pensano davvero che con i soldi si possa ricostruire e risanare tutto ciò che, per
arricchirci, stiamo distruggendo,
considerando che la natura, per essere così bella ed accogliente per il
genere umano, ci ha messo migliaia
di anni?
È giusto arrivare ad un’uguaglianza culturale che distrugga le
particolarità che identificano e rendono unico ogni popolo?
Lo sviluppo, il benessere, la crescita e lo scambio delle nostre conoscenze e la tecnologia di per sé
sono cose positive, però è necessario, per la nostra sopravvivenza, porre dei limiti e trovare degli equilibri. L’economia deve essere un
mezzo per raggiungere il benessere
e sono l’uomo e la sua felicità il
fine e il vero obiettivo. Bisogna
evitare assolutamente che la nuova
ideologia del progresso a tutti i costi si trasformi nell’ennesimo inferno sulla terra. Se non invertiamo la
rotta, in un futuro vicino a noi tutto
ciò che ci circonda sarà distrutto e
non ci rimarrà che una montagna di
denaro inutile, perché non ci saranno più cibo, né acqua, né altri beni
da comprare.
un bambino nero
di 13 anni poteva
essere
assassinato nel
Mississippi solo perché
aveva fischiettato al passaggio di
una donna bianca.
Dove una timida ragazza di Little
Rock nell’Arkansas veniva cacciata a
spintoni e sputi dalla sua scuola, nonostante la Corte Suprema avesse stabilito che non dovevano più esistere
scuole separate, e poteva tornare in
classe solo grazie alla scorta dei soldati. Dove la formidabile Rosa Parks,
per essersi rifiutata di cedere il posto
a un bianco su un autobus, veniva
portata via in manette.
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La parola alla prof. Carlucci, nuova
responsabile del laboratorio teatrale
di Mara Galdelli
L’inizio dell’attività teatrale ha
visto quest’anno un cambiamento
nella conduzione del gruppo del laboratorio, che rappresenta da sempre un punto di riferimento significativo per il nostro Istituto.
“Il Teatro Pirata”, nelle persone
di Francesco e Silvano, che tanto di
sé hanno lasciato nei cuori dei “vecchi attori”, è stato sostituito dalla
professoressa Carla Carlucci, la quale, con abilità e competenza, ha preso in mano la situazione, tanto che
a maggio verranno rappresentati ben
due spettacoli: “Roumors” con il
gruppo misto dei vecchi e dei nuovi
attori e “Conversazione Sinfonietta” con alcuni attori/alunni del quinto anno, che hanno tenuto particolarmente a vivere ancora l’esperienza del calcare le scene.
Curiosi su tutto quello che avviene nel nostro Istituto, andiamo a
intervistare la Prof.
- Come le è venuta la passione
per il teatro?
La mia prima esperienza è stata
a scuola, quando avevo diciotto anni.
Insieme al nostro professore di filosofia, Renzo Armezzani, abbiamo
messo in scena uno spettacolo:
“CHIACRILOMU. Chiacchiere,
critiche, lodi e musiche” sulla musica di Beethoven.
Grazie a questa esperienza, ho
capito la valenza del teatro che ho
continuato a praticare durante il periodo universitario a Perugia.
Il teatro è diventato, quindi, una
delle più grandi passioni della mia
vita.
- Da quanti anni svolge quest’
attività?
Da circa quaranta anni sono interessata al teatro. Nel passato ho
lavorato per apprendere tecniche teatrali, con corsi e seminari, tenuti da
uomini di spettacolo quali il regista
Gianfranco De Bosio, gli attori/registi Ferruccio Soleri, Titino Carrara,
Marco Paolini, ect e “artigiani” di
scuole teatrali da cui ho appreso
rudimenti di scenografia e costumistica, uno per tutti Donato Sartori,
abile plasmatore di maschere, secondo la pura tradizione della commedia d’arte.
Nei primi spettacoli mi sono avvalsa dell’aiuto di registi, ma, da
dieci anni, in seguito alla restrizione
dei fondi erogati dal Ministero, ho
dovuto buttarmi e gestire tutta l’attività.
- Mi può anticipare qualcosa
sugli spettacoli?
“Roumors”, liberamente tratto da
Rumori Fuori Scena di Michael
Frayd, narra le vicende di un comico e della sua compagnia scalcinata,
che tentano di mettere in scena lo
spettacolo Nothing On. Il testo è
intessuto di miseria della vita quotidiana del mondo dello spettacolo e
di complessi rapporti umani: innamoramenti e tradimenti, apparizioni
e scomparse, spogliarelli e svenimenti a ritmo incalzante; mentre
“Conversazione Sinfonietta” è il tentativo da parte di Tardieu, nella buona tradizione del teatro dell’assurdo, di rendere con la parola i tempi
e i modi di una sinfonia.
- E’ stata lei a scrivere i copioni?
Li ho adattati alle esigenze dei
due gruppi costituitisi nella nostra
scuola.
- Quanti sono i ragazzi?
Sono ventitrè.
- Quando andranno in scena?
Dove?
“Conversazione sinfonietta” prima delle vacanze pasquali, “Roumors” a fine maggio, probabilmente
al Teatro Gentile di Fabriano.
Pamoja Kwa Amani: insieme per la pace
Sapete il significato della parola AMANI? Credo di no…quindi
ve lo spiegherò io, facendovi conoscere a quale idea essa rimanda.
Questo termine vuol dire:
“pace” ed intorno ad esso ruotano
molti significati, ma un gruppo di
ragazzi, provenienti dal Kenya, ha
deciso di allestire uno spettacolo
(svoltosi il 4 dicembre al Pala Guerrieri di Fabriano) che prende il
titolo proprio da questa parola:
Pamoja kwa Amani – Insieme per
la pace. Sono ex bambini di strada,
di tutte le età, a cui è stata data
l’opportunità di entrare in centri
comunitari dove poter riacquisire
fiducia in se stessi, ma soprattutto
autostima; questi ragazzi hanno creato un gruppo, chiamato “Koinonia Children Team” ed hanno avuto la possibilità di imparare a danzare, fare acrobazie, proiettare fotografie e cantare, grazie alle co-
munità che li hanno
ospitati. Il fondatore
dell’associazione
Amani è Padre Renato Kizito Sesana, un
sacerdote italiano, ma
molto legato all’Africa.
È stato proprio lui
a promuovere le iniziative sopra descritte per queste piccole
di Giulia Penotti
vittime della comunità, partendo
come redattore di una rivista chiamata “New people”.
Cosa significa essere missionario? In qualche modo è essere ciò
che ha realizzato padre Kizito, ovvero, portare le proprie testimonianze affinché servano a migliorare le condizioni di chi sta soffrendo di più; ecco perché, per
questi bambini, una semplice recita, un semplice canto, un applauso
o una risata avanti a tanti altri
giovani può voler dire ritrovare la
gioia di essere apprezzati e ritornare a sorridere.
Benedetta Palmioli
PAG. 10
GENNAIO 2009
Sos pianeta terra
di Azzurra Maggiori
Il pianeta Terra è in pericolo. Le
innumerevoli conseguenze di uno stile
di vita sbagliato si stanno ritorcendo
contro l’uomo.
Secondo il “Living Planet Report
2008”, «entro il 2030 avremo bisogno di
due pianeti per soddisfare il fabbisogno
dell’umanità di beni e servizi». La domanda globale sulle risorse della Terra
supera infatti del 30% la capacità rigenerativa di quest’ultima. Più di tre quarti
degli abitanti del pianeta vivono in nazioni che sono debitrici ecologiche, dove
cioè i consumi nazionali hanno superato
la capacità di risorse naturali del paese,
che non è più in grado di reggere questo
peso. La continua emissione di CO2
nell’aria sta letteralmente alterando
l’equilibrio termico tra la Terra e il Sole,
determinando il surriscaldamento globale del pianeta con conseguenze gravissime:
- evaporazione dell’acqua più intensa, con più energia nell’atmosfera che
causa tempeste, tornadi, uragani più violenti e frequenti.
- scioglimento dei ghiacciai
- innalzamento del livello dei mari
con erosione delle spiagge di sabbia ed
inondazioni di popolose aree costiere
(delta del Nilo, Bangladesh) e piccole
isole (in particolare sono minacciati gli
atolli del sud Pacifico).
In Alaska, per esempio, in 35 anni lo
spessore dei ghiacciai è diminuito del
42%; intere foreste si sono trasformate
in acquitrini e l’ecosistema è in forte
pericolo. Si prevede che la corrente del
Messico cambierà le sue rotte, diventando ininfluente sia sul clima delle terre
che si affacciano sul golfo come la Florida, sia sull’Europa, la quale con il
passare degli anni vedrà il formarsi di
iceberg lungo le coste del Portogallo e il
persistere di un clima polare in Gran
Bretagna. E’ evidente, perciò, che la
situazione è alquanto complessa, anche
se numerosi studiosi e scienziati vedono
questo periodo come un’opportunità straordinaria per dare il via ad una transizione verso le energie rinnovabili che
potrebbero risollevare la situazione.
Numerose nazioni, infatti, tra le quali la
Gran Bretagna, la Germania e la Cina,
hanno già iniziato a progettare ecoquartieri ed ecocittà ad impatto zero, studiate
appositamente per limitare le emissioni
di CO2 attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili per gli edifici e i
trasporti locali. Un
esempio di costruzione
“ecologically-correct”, è
il piccolo quartiere di
BedZED (Beddington
zero energy development) a sud di Londra,
realizzato tra il 2000 e
il 2002, uno dei primi
insediamenti in cui ogni
edificio è dotato di pannelli fotovoltaici e con-
dizionato con un sistema di ventilazione
aperto, mentre l’acqua piovana e quella
di scarico vengono raccolte, depurate e
riutilizzate. Oltre a questo, si stanno
sperimentando i cosiddetti “materiali
ecoattivi” (pitture, rivestimenti e tipi di
asfalto), a base di biossido di azoto, che,
sfruttando il processo della fotocatalisi,
sarebbero in grado di eliminare le sostanze aeree più dannose per l’ambiente
e la salute.
Il problema è oggi trovare una soluzione che non sia solo tecnica, ma anche
etica, che ribadisca la consapevolezza
che il mondo è patrimonio comune dell’umanità e che il suo degrado minaccia
direttamente la sua sopravvivenza e quella delle generazioni future.
Un video per il Parco
a cura della classe II AT
Dopo tanti rinvii il 9 dicembre
2008 le classi IBT e IIAT del Morea
si sono finalmente recate a visitare
l’abbazia di ValdiCastro, uno dei più
interessanti e curiosi monumenti di
età romanica che si trovano nel parco della Gola della Rossa e di Frasassi.
Nonostante fosse dicembre, il
tempo era splendido e ci ha permesso di trascorrere una mattinata di-
Giornale a scopo didattico a diffusione interna all'Istituto Tecnico
Statale Commerciale, per Geometri e Turismo "Alfredo Morea"
Responsabili
Prof.ssa Regina Merloni
Prof.ssa Maria Lucia Sentinelli
Stampa:
Arti Grafiche "Gentile" Fabriano
COMITATO DI REDAZIONE:
Sara Cimarra, Hajar Charkaoui, Chiara
Cofani, Sara Crialesi, Mara Galdelli,
Giacomo Grossi, Angelica Marinelli, Elisabetta Migliaccio Tessitore, Laura Migliorelli, Benedetta Palmioli, Martina Paparelli, Benedetta Pocognoli, Cristina
versa dal solito. La partenza prevista per le 8.30 è stata rigorosamente
rispettata.
Il viaggio, breve e tortuoso, è
stato un’occasione per ammirare il
meraviglioso paesaggio coperto di
brina, scandito da curve mozzafiato.
Abbiamo anche sfiorato il pericolo
di “fare il botto”, perché una macchina ha tagliato una curva, rischiando di farci precipitare in un burrone! Roba da pazzi!
Dopo tante peripezie, siamo giunti sani e salvi alla nostra meta. Una
volta scesi dal pullman, siamo stati
Romei, Alessia Scarafoni, Ylenia
Serpicelli, Tobia Tommasini, Andrea
Visconti.
FOTOGRAFIA:
Mara Galdelli e Benedetta Palmioli
VIGNETTISTI:
Hajar Charkaoui, Giulia Penotti
COLLABORATORI:
Prof.ssa Luisa Bizzarri, Flaviana Caporali, Francesca Carletti, Classe IIAT,
Classe IBT, Prof.ssa Marta Grilli, Eriona
Gunga, Azzurra Maggiori, Francesco Olivieri, Ilenia Popolizio, Alessio Santini,
Prof. Oliviero Strona, Valentina Tinti,
Prof.ssa Giuseppina Tobaldi, Laura Torbidoni, Ester Zamparini.
SUPERVISORI:
Prof.ssa Luisa Bizzarri, Prof.ssa Maria
Teresa Ciculi, Prof. Roberto Delle Cese.
accolti da
due simpatici cani scodinzolanti
che hanno
contribuito
ad animare la
mattinata. A
parte qualche
mucca
e
qualche pecora che pascolavano
tranquillamente sulle
colline circostanti il bel
complesso
monastico,
tutto attorno
non si vedeva un’anima viva.
Una volta entrati nella chiesa
dell’abbazia, i professori ci hanno
illustrato le caratteristiche architettoniche dell’edificio di età medioevale.
Siamo rimasti molto colpiti dagli affreschi antichi e rovinati, dalla
presenza di sarcofagi utilizzati come
altari e poi, soprattutto, dalle minuscole finestre della cripta che permettevano di far entrare nello spazio buio solo pochi fasci di luce.
Ma, a dir la verità, ci ha colpito
soprattutto il gran freddo! Gli aspetti più interessanti di questa uscita
sul territorio sono stati filmati e tutte le scene riprese dovranno essere
montate in vista della realizzazione
di un documentario che parteciperà
ad un concorso intitolato “Un video
per il parco”.
Si tratta di un concorso, indetto
dalla Comunità montana, al quale
aderiranno quasi tutte le scuole di
Fabriano.
Nell’insieme questa gita è stata
una bella iniziativa che ci ha permesso di conoscere meglio alcuni
aspetti molto interessanti del nostro
territorio, spesso non valorizzato
come si dovrebbe.
GENNAIO 2009
PAG. 11
Amici, divertimento e... tanta, tanta neve!
di Ylenia Serpicelli
& Laura Migliorelli
…Amici,divertimento e tanta, tanta
neve!!! Che altro si poteva chiedere di
più!!? Dobbiamo dire che la settimana
bianca di quest’anno è stata particolarmente sentita da noi del 4BG, forse
perché per noi probabilmente sarà l’ultima col Morea in previsione del quinto
anno, forse perché si respirava un’aria
di pura allegria, dato che le piste erano
stracolme di gente quest’anno, o semplicemente perché, quando si è con la compagnia giusta, tutto ci sembra più bello.
Come ogni anno l’avventura non è iniziata al massimo, chi ha avuto la fortuna
di aggirarsi nel parcheggio del Palaguerrieri il 14.12.08 alle ore 6.45 ha potuto
scrutare le facce imbambolate degli sciatori ancora carichi di sonno.. moooolto
sonno che si preparavano alla partenza;
bagagli caricati, genitori salutati… si
parteeeee!!
Appena arrivati a Marilleva, ci siamo apprestati a fare le cose più noiose...
Ma, facendo delle previsioni sull’intera
settimana, non ci hanno pesato più di
tanto. Quindi in fila per ritirare scarponi
e sci o snowboard, Skipass e Carta Valtur. Gli sciatori e gli snowboardisti del
nostro Morea sono stati, come tutti gli
anni, affidati ai loro maestri e abbiamo
fatto in tempo malapena a riposarci dal
lungo viaggio, che, il giorno dopo, eravamo già sulle piste a sfrecciare più o
meno spericolatamente.
Come tutti gli anni è stata un’esperienza fantastica e il posto, a noi non
misterioso, ma familiare, sembra ogni
anno più bello...
Lo staff Valtur non ha paragoni, le
rappresentazioni nel piccolo teatro dell’hotel erano coinvolgenti e comiche...
Non dimenticheremo mai le risate del
Professor Passarini durante lo spettacolo dei “Fichi d’India”.
Parlando proprio del signor Vin-
cenzo.... è stato l’intrattenimento della
settimana bianca... grazie ai suoi balletti,
alcuni di loro anche documentati con il
cellulare.
A parte gli scherzi...i professori a
Marilleva si sono trasformati, il distacco
alunno-professore ogni giorno era più
sottile...
Quest’anno si è creato proprio un bel
gruppo... Dovrebbe essere Settimana
Bianca tutti i giorni!
Erika Buratti in azzurro
di Alessia Scarafoni
Nome: Erika
Cognome: Buratti
Data di nascita: 07/07/1992
Non tutti sanno che, da qualche mese,
Erika si è ormai trasferita definitivamente nel Centro Tecnico Federale di Desio
(Milano), per allenarsi con la squadra
Nazionale di ginnastica ritmica. Erika è,
quindi, entrata a far parte delle famose
“farfalline”, sei splendide ragazze che
hanno portato la bandiera italiana su tutti
i podi più importanti del mondo. Solo
per citarne alcuni: nel 2004 2ª alle Olimpiadi di Atene, nel 2007 1ª ai Campionati del Mondo, sfiorando per pochissimo
il podio alle Olimpiadi di Pechino di
questa estate.
Ebbene, dopo vari collegiali, stages,
selezioni e controlli da circa 2 anni a
questa parte, ha finalmente ricevuto, con
grande sorpresa, la telefonata della vita
in cui le chiedevano, senza possibilità di
scelta, di trovarsi il giorno successivo a
Desio. In fretta e furia ha dovuto preparare la sua valigia piena di speranze e
sogni da portare in questa nuova avventura.
Da ex ginnasta e compagna di squadra ho voluto far partecipe di questa
notizia l’intera scuola, informandola del
successo di una nostra compagna (ormai
ex).
Ciao Erika! Descrivici una tua giornata tipo.
La mia giornata inizia abbastanza
presto con sveglia alle 7 e primo allenamento dalle 8 alle 13, pausa pranzo e poi
secondo allenamento dalle 14.30 alle
17,30. L’allenamento si suddivide in diverse fasi: corsa, danza, riscaldamento,
potenziamento ed esecuzioni degli esercizi di squadra. Ora anche degli esercizi
individuali, poiché continuo comunque a
far parte della mia società (Ginnastica
Fabriano) per il Campionato di Serie A1.
Seguo questo iter dal lunedì al sabato.
Che tipo di scuola frequenti?
Purtroppo ho dovuto lasciare la mia
scuola, le mie compagne di classe del
3AT e i professori, che approfitto per
salutare.
A Desio frequento una scuola privata
sempre di indirizzo turistico (ma non c’è
la matematica!!!), in cui i professori vengono in albergo a farci lezione, precisamente il martedì e il giovedì dalle 14.30
alle 19.30, mentre gli altri giorni, tranne
il sabato, dalle 17.30 alle 19.30.
Dopo la delusione per le appena
trascorse Olimpiadi, che clima si respira in palestra?
Di questo argomento se ne parla poco,
anzi si cerca di evitarlo. Di sicuro sono
arrabbiate e deluse allo stesso tempo per
la valutazione assegnata loro dalle giudici, ma sono comunque soddisfatte per le
loro esecuzioni che hanno strappato gli
applausi dell’intero palazzetto, anche più
delle prime classificate. Ormai hanno
voltato pagina e ora pensiamo al futuro e
alle prossime gare, ma di sicuro un po’ di
amaro in bocca rimane.
Tu come ti sei trovata con le nuove
compagne di squadra?
Molto bene, si ride, si scherza, sono
tutte gentilissime e simpaticissime. Mi
hanno subito integrata nel loro gruppo,
anche se sono l’ultima arrivata e anche
la più piccola (insieme ad un’altra nuova ragazza con cui condivido la camera
in hotel). Mi trovo molto bene anche
con le nuove cinque insegnanti che mi
aiutano molto a migliorare.
Devi seguire una dieta specifica
per rimanere sempre in forma?
No, non c’è una dieta ben precisa,
l’importante è sapermi regolare da sola,
essere responsabile stando attenta a non
esagerare con le porzioni. Possiamo mangiare tutto, anche la pizza qualche sabato
sera, tutto tranne i dolci che sono vietati:
lo zucchero nel caffè è più che sufficiente!
Oltre agli allenamenti e alla scuola
cosa fai nel tempo libero e nei fine
settimana?
La sera si sta in albergo girando per
le camere, stando insieme, guardando un
film, giocando o parlando, ma si può
anche uscire. Non c’è un vero e proprio
coprifuoco, l’importante è che la mattina
alle 7 sei sveglia e pimpante per una
giornata d’allenamento. Il sabato sera si
può anche andare a ballare, di solito all’Hollywood di Milano, oppure ti possono venire a trovare i genitori.
Cosa ti manca di Fabriano?
Parecchie cose. È stato un cambiamento radicale e veloce, perciò un po’ di
nostalgia si fa sentire. Mi manca la famiglia che sento ogni sera per telefono o su
msn, le compagne della mia società che
sento spesso e che mi hanno vista crescere per molti anni al palazzetto vecchio di
Fabriano e con cui ho condiviso gran
parte delle mie vittorie, e anche le mie ex
compagne di classe che sentono molto la
mia mancanza. Direi che mi manca un po’
tutto, ma per fortuna non ho ancora avuto
momenti di crisi e di nostalgia acuta!
Finita la mia intervista, non mi resta
altro che salutarla e farle un enorme IN
BOCCA AL LUPO da parte di tutta la
scuola per il suo futuro in maglia azzurra!!!
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GENNAIO 2009
(segue dalla prima)
ritardi nel processo di modernizzazione. Si rende, perciò, necessario un profondo e sereno ripensamento dell’impianto complessivo
del nostro sistema scolastico, l’avvio e la gestione di una fase di
revisione, di riordino ed “essenzializzazione” dell’intero quadro
normativo, ordinamentale, organizzativo e operativo. Non tanto si
tratta di aggiungere a quelle esistenti altre soluzioni innovative,
ma di razionalizzare, semplificare
l’esistente e rendere pienamente
efficienti i servizi scolastici al fine
di raggiungere risultati qualitativi
migliori e di più alto profilo.
Il sistema dell’istruzione Tecnico-Professionale è disciplinato
dalla Legge n. 40/2007 (legge Fioroni), secondo la quale la riforma
dovrà decorrere dall’anno scolastico 2009-2010.
Lo schema del regolamento
attuativo dell’articolo 64 si pone
pertanto in stretta sequenza con la
Legge 40/2007.
Il suddetto schema di regolamento disciplina solo aspetti essenziali dell’Istruzione tecnica:
– nuovo profilo educativo, culturale e professionale degli Istituti
Tecnici;
– impianto dei singoli indirizzi
e relativi quadri orari;
– criteri essenziali per l’organizzazione;
– confluenza tra gli attuali e i
nuovi ordinamenti.
Tutti gli altri aspetti saranno
disciplinati in modo più flessibile
– nell’ottica di un coinvolgimento
diretto delle scuole, delle parti
sociali, dei collegi e degli ordini
professionali – con successivi provvedimenti ministeriali, aventi carattere non regolamentare.
Obiettivi:
formare i giovani alle professioni tecniche molto richieste nel
mondo del lavoro nei settori strategici per l’economia del Paese.
Gli indirizzi del settore tecnologico puntano, in particolare, a sostenere il rilancio della competitività
delle imprese manifatturiere.
Identità
Superamento della licealizzazione degli Istituti tecnici attraverso il rafforzamento degli insegnamenti scientifici e tecnologici e la
centralità della didattica in laboratorio.
Rafforzamento dello studio
della Lingua Inglese anche nelle
discipline tecniche.
Descrizione dei risultati di apprendimento in termini di competenze, abilità e conoscenze secondo il quadro europeo dei titoli e
delle qualifiche (EQF), anche per
favorirne la spendibilità in ambito
UE.
Chiudo con l’augurio per noi
tutti di un nuovo anno foriero di
pace e gioia nell’ottica del bene
comune, ottenuto tramite l’impegno personale e quotidiano.
13/12/2008: reportage fotografico
Eleonora Silvestrini:
miss matricola
Il Dirigente Scolastico, i politici e i rappresentanti d’Istituto
La collaboratrice signora IRENE SEBASTIANELLI (foto), da quest’anno in quiescenza, riceve un omaggio dal Dirigente Scolastico. Tanti
auguri di un futuro sereno da parte di tutta la comunità scolastica.
Riteniamo doveroso porgere un affettuoso pensiero augurale alla
Prof.ssa CARLA CHERUBINI, docente di Economia Aziendale, tanto
apprezzata e amata in particolare dagli studenti, anche lei in pensione
dallo scorso settembre.
Leopoldo Cartoni:
mister matricola
Al momento della sottoscrizione di E-JO’ 0-11
riceverai in omaggio un computer Kid Duel CLEMENTONI
Il Dirigente Scolastico
Prof. Oliviero Strona
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.
Per tutte le informazioni si rimanda ai fogli informativi a disposizione della clientela presso le filiali Carifac S.p.A.
E aprendo un c/c E-JO’ 11-18, 18-25 o 25-35
riceverai in omaggio un lettore MP4 VIDEO

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