Morea News febbraio 2006

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Morea News febbraio 2006
ANNO XX - FEBBRAIO 2006
ORGANO QUASI UFFICIALE DELL'ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE, PER GEOMETRI E PER IL TURISMO “ALFREDO MOREA” DI FABRIANO
ITC News nasce il 25 dicembre dell'anno 0 (AC o DC?) in Palestina. Trova la sua prima diffusione nell'ambiente dei falegnami e per primo riporta la notizia della moltiplicazione dei
pani e dei pesci. Per la strana coincidenza con la vita di un famoso personaggio storico entra nel mito e diviene, nel 1990, la Bibbia dei giornalisti di tutto il mondo, ma continua a
mantenere la sua tiratura limitata per evitare di attirare l'interesse di Berlusconi. Abbonato semplice: 1 euro a copia. Sostenitore: 1 euro più IVA a copia. Tifoso: 1 euro più IVA
più IRPEG a copia. Ultras: 1 euro più IVA più IRPEG più ICI. I versamenti vanno effettuati sul C/C che potete trovare su ogni enciclopedia con la causale "Pro Redazione".
La parola
al nostro
Dirigente
Accolgo con rinnovata soddisfazione
la notizia che il primo numero del giornalino è andato in
stampa.
Tale soddisfazione nasce dalla consapevolezza della
presenza di studenti
e docenti che, con
tenacia, determinazione e grande competenza, sistematicamente lavorano per
tenere vivo il senso
di appartenenza di
ognuno alla realtà
scolastica attraverso
la ricerca e l’elaborazione di notizie,
cronache ecc…
Quest’anno scolastico, oramai giunto
al secondo quadrimestre, è denso di
iniziative e attività
che la capacità e
l’impegno di molti
permettono di svolgere al meglio.
Augurando a tutti un buon proseguimento, invio saluti di
tutto cuore.
Prof. Oliviero
Strona
“Ultimo Metrò”
va in scena al Gentile
PIANETA
ADOLESCENZA:
Chi
siamo noi?
di Giulia Ramadoro
Non
vogliamo noie
di M. Chiara Montemaggiori
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Addio,
Monti...
Danilo
Grande successo per gli studenti del laboratorio teatrale “Morea” che
hanno rappresentato la loro opera insieme con i ragazzi del Centro Sociale
il 26 novembre 2005, al Teatro Gentile di Fabriano.
Articolo pag 5
I “prediletti” 2005-2006
Sono stati eletti rappresentanti d’istituto
per l’anno
scolastico in
corso: Borri
David IV AG,
Ramadoro
Giulia III AR,
Regini Ruggero V AG. A
loro il compito di portare
avanti le istanze degli studenti.
Servizio
pag 3
Il professor Monti
sorride contento per
la decisione presa:
da settembre è in
pensione, completamente libero di dedicarsi ai suoi hobbies:
la fotografia, la musica, la lettura…
Intervista a pag 9
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Passato e futuro si incontrano al “Morea”
“E’ stata proprio una bella
idea far incontrare nella stessa
circostanza neo-diplomati e neoiscritti, come a voler simboleggiare il passaggio del testimone
da chi ha appena concluso un
percorso a chi si appresta ad iniziarlo”. Questo il commento di
alcuni genitori presenti alla cerimonia per la consegna dei diplomi dell’esame di Stato 2004/
05, che si è tenuta nell’Auditorium del “Morea” sabato 17 settembre. I ragazzi che hanno ricevuto il diploma hanno avuto
come spettatori non solo i propri
genitori, ma anche le matricole
dei corsi Ragionieri, Geometri e
Operatori Turistici insieme ai loro
genitori. Questi ultimi erano stati invitati in Istituto, nella stessa
mattinata, a conclusione della
settimana di Accoglienza dei figli nelle prime classi.
Dopo aver illustrato le linee
generali dell’Offerta Formativa
e aver sintetizzato le iniziative e
i progetti che si intendono portare avanti nell’anno scolastico
appena iniziato, il Dirigente Scolastico Prof. Strona ha invitato
Valentina Papi, un’alunna neodiplomata, a rivolgere un saluto
ai “piccoli”. I ragazzi e le ragazze delle prime classi si sono dimostrati molto attenti alle esperienze di studentessa raccontate
da Valentina, che ha anche ricoperto il ruolo di rappresentante
Gli studenti diplomati con 100/100
Filippo Erasti (V BG)
Lucia Leprini (V AR)
Massimiliano Arteconi (V BG)
Michela Paparelli (V BR)
Eleonora Durante (V BR)
Simone Avellini (V BG)
di Istituto. Si è dato poi inizio
alla cerimonia di consegna dei
diplomi che quest’anno sono stati
consegnati anche ai primi Ragionieri e Geometri del corso
serale Sirio per studenti
lavoratori.La cerimonia si è conclusa, in un’atmosfera informale
e festosa, con un rinfresco offerto dall’Istituto agli studenti e ai
genitori intervenuti.
M. Mogioni e M.Gioia
Andrea Agostini (V AR)
Luana Comodini (V AR)
Le “spine” in visita al Museo del Balì
Su un colle di cipressi sorge la
villa del Balì, oggi sede del secondo Museo della Scienza più grande
d’Italia; si deve il nome Balì o
Balivo al vecchio proprietario della villa, che era un cavaliere.
All’ingresso del museo un pendolo di Foucault indica la rotazione della terra, anche se, purtroppo,
non funzionava bene, perché il
motore che ne azionava il movimento era rotto. A visitare il museo
eravamo noi alunni delle prime
classi. In mattinata abbiamo ammiPrime
classi
insieme
rato, in un’apposita sala, il planetario che contiene cinquanta posti,
sotto una cupola di otto metri.
Grazie a un telescopio riflettore
collocato in un padiglione a cupola
nel parco, si possono osservare in
diretta i movimenti della volta celeste. Attraverso illusioni ottiche
abbiamo capito i diversi meccanismi delle stelle e dei pianeti: pareva proprio di stare sotto il cielo di
notte, senza luce. “Tutto l’universo
- diceva la guida - è formato da
miliardi di stelle che, a loro volta,
formano miliardi di costellazioni di
cui fanno parte i segni zodiacali”.
Questi non son dodici, come tutti
pensano, bensì ne esiste un tredicesimo, chiamato Ofìuco. Tutti e tredici appartengono al sistema ellittico e le date variano a seconda dell’entrata del sole in ognuno di essi.
Come sappiamo, il nostro universo
è formato da nove pianeti e da
milioni di galassie. La guida, inoltre, ci ha detto che, se guardiamo il
cielo di notte, possiamo osservare
che le stelle, a volte, compongono
delle figure ad esempio l’orsa maggiore, minore, la regina sul trono,
l'addomesticatore di serpenti ovvero l’ofiuco. I professori ci hanno
concesso venti minuti di pausa per
il pranzo e noi alunni, in questo
tempo limitato, ci siamo un po’
scatenati, divertendoci insieme sul
prato circostante.
Quando abbiamo ripreso il percorso di visita al resto del museo,
ci siamo cimentati a utilizzare strumenti con i quali era possibile compiere esperimenti di fisica e di ottica. Ognuno di questi è stato interessante e molto coinvolgente. Tutti i ragazzi presenti hanno dimostrato attenzione e rispetto per le
guide, che sono state costrette a
ripetere per ben quattro volte, una
per classe, le stesse cose.
Per finire in bellezza, i due animatori ci hanno condotto in una
sala dove abbiamo fatto una specie
di tombola che si è rivelato un
gioco piuttosto elementare, ma anche simpatico e piacevole. Alla fine
della visita, i pullman ci hanno ricondotto a Fabriano dove ci attendevano i nostri genitori.
Vanessa Vitaletti e Giada Farinelli
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Ecco a voi i nuovi rappresentanti
Ti senti solo? Abbandonato?
Non sei soddisfatto della tua tracheotomia? Trovi soddisfazione solo
nell’alcool e nell’isola dei famosi?
Non temere giovane drogato….non
disperare leggiadra pulzella….Da
oggi avrai un posto dove andare e
qualcuno con cui parlare quando
hai le tue cose, che ti consiglierà e
ti farà strada lungo le impervie vie
scolastiche.
Orsù dunque, prendete le misure ai vostri dilemmi e riferitele al
cassamortaro perché stanno per fare
la fine del jolly (che casca e se
spegne ndf) grazie alle personificazioni dei 3 (tre) motivi per cui Pupo
è alla conduzione di “Affari Tuoi”
e le gomme che non si attaccano ai
denti si attaccano ai denti, ovvero i
3 nuovi rappresentanti d’istituto!
Essi sono i prediletti….
Anche quest’anno la folla ha
deciso i nomi dei tre “poveretti”
che andranno a rappresentare il
Morea ed il suo fido monumento
(vedi Topolino n. 2137) dopo un
acceso dibattito in trincea che ha
offerto l’imbarazzo della scelta per
i primi 10(dieci) secondi ai circa
52482 spettatori paganti, tempo ot-
timo, temperatura al suolo 37°f.
Molte sono state le idee esposte
da ambo le parti, poi apprezzate o
meno dagli elettori che si sono dimostrati un pubblico caloroso che
sa anche fischiare, quando ce n’è
bisogno (e ce n’è tanto bisogno).
Ora, per tutti quelli che fossero
stati assenti negli ultimi 2 mesi per
motivi vari ed eventuali di cui a noi
non importa assolutamente nulla,
riportiamo qui di seguito i nomi dei
tre(che sono in 3 almeno lo sapevate?) prediletti: Borri David 4°A/Gvoti 97; Regini Ruggero 5°A/Gvoti 92; Ramadoro Giulia 3 A/Rvoti14… Siamo quasi alla fine, ma
per chi non è mai sazio c’è anche la
consulta (di cui un giorno qualcuno
ci spiegherà l’utilità) composta da
Marino Tiziano 5°A/G e Carmenati
Luca 3°A/G, che ad ogni plenilunio
si riuniranno sulla spiaggia di Paperopoli con altri milioni di “consultieri” della regione (Marche) per
macellare insieme le idee di ognuno e scambiarsi vitali e segretissime informazioni come la marca del
caffè delle macchinette automatiche, se esiste vita nel cesto dei
panni sporchi e a chi tocca usare il
trasfonditore del continuum. E ora
che siete stati sufficientemente informati andate...andate e riproducetevi in massa, e i vostri figli
diffonderanno il verbo, e i figli dei
vostri figli il complemento oggetto,
e i figli dei vostri nipoti apriranno
fabbriche e imprenderanno, e i nipoti dei figli dei nonni di Luca il
figlio di Ada quella che s’è sposata
co cosolì come se chiama che staceva a Rucce che poi è annato a
Catobagli e si è ammogliato con
Umberto apriranno aziende agricole
adibite a fattorie e agricoleggeranno
e così via.Una volta che tutto sarà
stato inventato e la natura sarà stata
domata, la vita potrà continuare perché alla fine tanto va la gatta a
seminare il vento che a gennaio
riempe il granaio di aghi rotti nel
paniere di chi nulla stringe ma che
pensa, ergo non sente bene perché
chi non risica fa per tre.
Giorgio Ninno
Matteo Carovana
La settimana bianca nella tradizione del Morea
La nostra “allegra brigata” al completo
Il tempo passa, ma le tradizioni per il 17 dicembre 2005 alle ore 6 e
restano, come la settimana bianca 30 è avvenuta con mezz’ora di riche, almeno da quando frequento tardo, poiché molti studenti fabriaquesta scuola, si è svolta ogni anno, nesi, a differenza dei pendolari, non
anche se in località diverse. Anno sono abituati a queste alzatacce,
nuovo, studenti nuovi, che vanno a perciò sono arrivati più tardi del
sostituire i veterani del quinto anno, previsto. Viaggio lungo, ammettiai quali hanno contribuito alla cre- molo, e soprattutto più noioso delscita di questo istituto; non mi sor- lo scorso anno, infatti si è svolto su
prende affatto, peraltro, che anche due pullman separati, anziché su
nuovi ragazzi per la prima volta si uno a due piani; due soste previste
siano uniti alla nostra allegra bri- dal diario di bordo, sempre le stesgata in partenza verso la meta scii- se negli autogrill dell’anno precestica. Sicuramente non hanno avu- dente, probabilmente perché offrito problemi ad ambientarsi nemme- vano più confort rispetto agli altri
no quelli più restii a fare amicizie, disseminati lungo il percorso autoinfatti alla fine, dopo una “settima- stradale. Stesse fermate, stesso temna di fuoco” credo che si siano ri- po, infatti abbiamo impiegato circa
creduti. La partenza programmata otto ore; per chi si annoiava, duran-
te il tragitto, la cura era sempre la
stessa: partite a carte (poker e bestia, soprattutto) e musica a volontà. Quest’anno la novità è stata il
megafono, che il celeberrimo Bianchetti ha provveduto a portare con
sé, per chi avesse voluto comunicare con maggiore chiarezza con i
professori. In fondo, però, dormire
si è rivelato ancora il miglior modo
per trascorrere tante ore in pullman.
Arrivo alla meta: hotel Marilleva
1400, si ripete la stessa “solfa”, tutti
tremendamente scossi dal viaggio
fanno fatica a scaricare le valigie e
portarle nei rispettivi alloggi. Sicuramente avvantaggiati quelli che
hanno ricevuto per primi le chiavi,
infatti gli unici due ascensori (abnormemente lenti, ci tengo a precisarlo) venivano subito prenotati e
per i poveracci che seguivano toccavano due fatidiche scelte: aspetto l’ascensore, sperando che per
cena ci sia dentro o farmi le “migliaia” di scale che mi separano dal
quarto piano. I deboli di cuore hanno scelto la prima. Il resto del lavoro consisteva nell’ottenere la
card per i pagamenti in albergo,
dove non si accettavano monete, e
per lo ski-pass, ma rispetto al viaggio erano ben poca cosa.
Ore 20,00: cena, il ristorante
non è cambiato di una virgola e i
piatti erano sempre gli stessi.
Ore 20,30 più o meno: si va nel-
le camere, da dove proveniva una
musica assordante, emessa dalle
casse, che alcuni studenti si sono con
cura preoccupati di portarsi dietro;
la stessa musica, volenti o nolenti,
sarebbe diventata la colonna sonora
della settimana.Nella mattinata la
colazione precedeva l’ingresso sulle piste dove avveniva l’incontro con
i maestri di sci e snow; le piste erano sicuramente molto divertenti per
tutti noi. Breve pausa per il pranzo,
circa a mezzogiorno e mezzo e poi
si riprendeva il via con un vento gelido che ci accoglieva sugli impianti di risalita: qualche ruzzolone qua
e là, persino qualche ferito lieve e si
tornava all’hotel. La giornata non finiva alle ore 17 , ma continuava con
piscina, sauna, lampade, palestra e
animazione, ce n’era proprio per tutti i gusti! Dopo cena bisognava vederci, tutti abbigliati da discoteca,
pronti a divertirci, completamente
dimentichi della stanchezza accumulata durante la giornata. Potete
immaginare gli zombi che circolavano la mattina per i corridoi del piano a noi dedicato! Insomma una settimana appassionante per tutti, immagino, ma per chi non lo sarebbe?
In fondo sei giorni in montagna con
gli amici non possono essere paragonati a sei giorni trascorsi a scuola! Eh, già, ma che fatica, che fatica
la bella vita!!!
Fabio Pellegrini
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A ruota libera: corsi convegni e tempo libero
siglio Regionale, dove i ragazzi hanvisto il mio
no “giocato ai parlamentari” sedenimpegno,
do sugli scranni abitualmente occuaccompapati dagli ammignato
a
nistratori regioquello del
nali.
personale di
Nel pomerigsegreteria,
gio ci siamo reATA e tecnicati al centro
co.
operativo della
L’incoProtezione Civignita della
le della Regione
neve e la
Marche, dove in
specificità
pochi minuti è
dell’argostata montata
mento hanuna tenda da
no limitato
… la tenda è ormai montata.
campo.
la partecipaSono stati
zione ad un centinaio di persone, che ne che coinvolge l’ambiente profesm
o
v
i
m
e
n
t
a
t
i
tuttavia ha visto la presenza di tecni- sionale.
Gli studenti del Morea al corso Scuola Sicura
grossi container,
ci da tutte e cinque le Province della
Regione Marche, con la partecipazioDi fatto le varie attività avrebbe- con un “mega muletto”…
***
ne di Enti Locali (Comuni, Parchi,
ro dovuto essere relazionate dagli stuAdesso ci ho preso gusto e non
Comunità Montane e Collegi dei Ge- smetto più… forse è meglio fermarsi,
denti che si sono offerti, di fare i
ometri), a dimostrazione dell’interes- però prima voglio raccontarvi una
“giornalisti”, avendo preso parte alse verso il “rilievo satellitare”.
l’evento; se è vero, com’è vero, che
cosa. Un pomeriggio di gennaio staI relatori di prima qualità prove- vo in una cittadina emiliana con mia
hanno più volte chiesto ed ottenuto
nienti da tre Università (Ancona, Pe- figlia in un locale in cui un famoso
di allontanarsi dall’aula durante l’orarugia e Urbino), hanno illustrato le ri- cantante incontrava i suoi fans.
rio di lezione per “scrivere”, “corregspettive relazioni, mentre il D.S. prof.
gere” e/o “montare” l’articolo. Ma al
Ad un certo punto mi si è avviciO. Strona faceva gli onori di casa ed nata una ragazza che mi ha chiesto:
momento di andare in stampa nessuil sottoscritto descriveva le caratteri- “Scusi, lei è di Fabriano?” “Sì” rina traccia dello scritto……
stiche della stazione fissa del Morea. spondo incuriosito. Lei prosegue “InAllora relaziono sulle diverse atVeniva presentato, con l’occasio- segna al Morea?” Rispondo “Sì, al
tività che ho seguito in questo perioazionato con grande soddisfazione, un corso di formazione GPS d’al- Corso Geometri”. Replica “Io fredo, mettetevi comodi perché non
to contenuto professionale per tecni- quento la terza classe del corso Turisono poche… e sì che mi hanno de- ne da Hasim.
Al Centro, dove abbiamo assistici Pubblici e privati del territorio, di- stico”.
finito “tuttologo”, ma come dico semretto in particolare ai diplomati del
pre… se qualcuno fa tanto… qual- to al monitoraggio dei fiumi marchiQuant’è piccolo il mondo!
giani, ci ha raggiunto la notizia di una
Morea, che così possono mantenere
cun altro non fa nulla!!!
Ma che ci faceva un insegnante
il rapporto formativo con l’Istituto, (serioso!) al raduno di un cantante
Non vi preoccupate scelgo le più scossa di terremoto di una certa intra l’altro già attivo con il corso FSE pop-rock?… Accompagnava la figlia
significative, le altre alle prossime tensità in Umbria, osservata in diretta sui sismografi.
“tecnico direttore di cantiere”.
puntate. (scherzo!)
e si è appiattito il “fondo schiena”
Dopo l’esperienza del corso, gli
Certo alcune relazioni, forse, sono contro il pavimento in cemento, non
studenti hanno osservato la “nostra”
apparse fuori portata, ma l’importan- essendo più abituato a concerti e raCorso Scuola Sicura
prova d’evacuazione, segnalandone
te era gettare il seme ed attendere che duni.
Protezione Civile
parecchie mancanze.
la curiosità e le capacità dei nostri stuTuttavia ho vissuto un pomeriggio
Speriamo che questo sparuto
denti facciano il resto.
Nel mese di ottobre con un grupdiverso, scoprendo oltre all’emozioDevo ringraziare in maniera par- ne di ragazzine e “mature signore”
po di studenti abbiamo frequentato gruppo possa costituire l’embrione
ticolare:
il corso Scuola Sicura organizzato dal del gruppo di protezione civile interl’umanità, la semplicità, la sensibilità
– La prof. Cartoni, che con le ra- e l’attenzione di una persona famosa
CSA di Ancona e dalla Protezione no del Morea.
A tutti è stato rilasciato un attegazze del “Turistico” ha accolto gli verso i più sfortunati.
Civile presso l’ITIS “Merloni” di Fastato di partecipazione, utilizzabile
ospiti curando la “reception”;
briano.
– I colleghi che hanno partecipaLe lezioni sono state seguite dai come credito scolastico.
***
Un personale ringraziamento a
to, mostrando interesse per il lavoro
Infine voglio lanciare una proponostri con particolare attenzione ed
svolto;
sta: non sarebbe il caso che i docenti
assiduità nonostante i problemi di tra- tutti gli studenti partecipanti per la serietà, la correttezza, l’impegno dimo– Gli studenti del Corso Geome- insieme agli studenti raccontassero
sporto.
tri, Sirio e FSE che hanno partecipato sulle pagine del Moreanews le loro
Gli argomenti: organizzazione strato nell’occasione.
al convegno, nella speranza che pos- esperienze, didattiche e non?
della protezione civile, elementi di
Convegno di presentazione
sano cogliere lo spirito d’innovazioSenza invadere uno spazio che è
pronto soccorso, gestione del panidegli studenti, (ma chi l’ha detto?),
co, prevenzione incendi e prova pra- della stazione
condividendone una parte.
tica di spegnimento di un incendio fissa e presentazione corso
Penso che così si potrebbe ridare
con estintore.
nuova linfa ad un’attività che fatica
La prova pratica con l’uso dell’at- di formazione
ad andare avanti e sopravvive soprattrezzatura propria dei vigili del fuo- sul GPS.
Il 27 gennatutto sull’impegno di colleghe “stoico (giaccone, guanti, estintore) ha coche”, mentre vede le “furbate“ di qualstituito un momento di grande parte- io il nostro Istiche studente, che pur di non stare in
cipazione tra gli studenti, molto più tuto ha ospitato
classe inventa… l’articolo fantasma.
pronti degli insegnanti e delle colla- il convegno di
presentazione
Scusate se vi ho tediato, speriamo
boratrici scolastiche.
che la redazione non tagli o censuri
L’ultimo giorno del corso abbia- della nuova staquesto mio primo articolo.
mo assistito, da osservatori, alla pro- zione permaDimenticavo…ai tempi della
va d’evacuazione dell’ITIS segnalan- nente GNSS
(Global Naviscuola non ero un grande scrittore, …
done le mancanze.
e si vede, dirà Regina!!!
Il corso si è concluso il 15 dicem- gation Satellite I “Consiglieri del Morea” in riunione alla sala
consiliare della Regione Marche
Prof. Fabio Anderlini
bre con una visita alla sala del Con- System), che ha
Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sulle attività svolte in Istituto in
questi mesi.
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Grande successo per gli “attori” del Morea
A tener alto il nome della scuola ci
hanno pensato i ragazzi del laboratorio
teatrale che hanno calcato la scena,
udite udite, del
a e Fernando
Sara, Caterin
Te a t r o
Gentile!!(è gradito l’applauso). Quindi, tutti al Gentile!L’affluenza di spettatori è stata proporzionale alla bravura
degli attori e al numero di fratelli,
nonni, zii, cugini… ovviamente il botteghino ha registrato il pienone! Beh,
veramente qualche posticino vuoto
c’era, forse più di uno, ma è stata
colpa dei parenti malati che non sono
potuti venire!
Lo spettacolo, andato in scena ben
due volte, in prima serata venerdì e poi
sabato mattina riservato alle scuole, è
la conclusione di un laboratorio, durato
un anno, tenuto da noi ragazzi del
Morea con gli ospiti del centro Sociale “A. Moro”.
L’idea di questo “particolare incontro” nasce dall’esigenza di aprire sempre più le finestre di una casa, che si
vorrebbe chiusa, promuovendo nuove
occasioni di integrazione e socializzazione per i soggetti portatori di handicap e contribuendo a far maturare la
consapevolezza che la diversità non è
emarginazione, ma ricchezza. Liberamente ispirato al romanzo “Ambaraba” di G. Culicchia,
“L’ultimo melia e
Federico, Giu
trò” mette in
scena la solitudine e la paura
che ognuno ha
dell’altro e del diverso, nel tempo
sospeso dell’attesa in un posto
chiuso qual è la
fermata di una metropolitana.
Ognuno di noi
rappresentava un individuo chiuso in
se stesso che non si fidava dell’altro.
Personaggi, quindi, come autoritratti
della solitudine. Tutto potrebbe continuare così fino all’arrivo del metrò,
ma il metrò non
Giacomo
arriva perché è prevista
un’esercitazione antiterrorismo che costringe tutti a rimanere chiusi a lungo
nella fermata. Così ha inizio la presa
di coscienza che solo la solidarietà, la
paura condivisa possono rompere il
muro di silenzio che ci impedisce di
vedere in ogni persona un amico, un
fratello.
La regia è stata curata dal Teatro
Pirata di Jesi, cioè da Francesco, Silvano e Grazia, che
con grande maeSara
stria hanno saputo unire realtà diverse, facendo
crescere gli attori non solo
tecnicamente,
ma anche moralmente.
I ragazzi
di
questa
scuola che
hanno partecipato al
laboratorio possono testimoniare personalmente la straordinarietà di questa
esperienza; non ci sono parole per descrivere l’emozione che si prova quando si supera quel muro di quella che la
sociètà ci abitua a considerare “diversità”. Tutti noi ci siamo impegnati al
massimo,formando una vera e propria
squadra. Ecco i nostri nomi: Andrea,
Caterina, Chiara, Elisa, Elisabetta, Federico, Giacomo, Giulia, Irma, Marianna, Martina, Sara, Teodora.
Il nostro grazie ai ragazzi del Centro Sociale: Bruno, Dario, Eloisa, Fabio, Fernando,Francesca, Francesco,
Maria Teresa, Paola, Sergio, perché ci
hanno impartito una grande lezione di
vita, facendoci conoscere momenti di
gioia, quella vera che nasce dalle piccole cose condivise, un sorriso, una
carezza, un abbraccio, una stretta di
mano, così importanti per chi le sa
apprezzare. Arrivederci al prossimo
spettacolo!
Teodora Gavioli
Martina
La scena finale
Gli studenti fanno e vanno a teatro!
Il nostro istituto quest’anno ha aderito all’interessante iniziativa
“Poltronissima studente” lanciata dal
Teatro Gentile di
Fabriano, vale a
dire sono stati
acquistati dalla
scuola quattro
abbonamenti per la stagione di
prosa 2005/2006 a prezzi di promozione.
I nostri studenti, perciò, su richiesta, di volta in volta hanno
avuto e avranno ancora (mancano
quattro spettacoli alla fine della
stagione) l’opportunità di conoscere opere e attori che appartengono
sia all’ambito classico che a quello contemporaneo.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla disponibilità del nostro Dirigente Scolastico, che mostra di
tenere in grande considerazione
l’elevata valenza educativa sia del
fare teatro, promuovendone l’attività a scuola, che dell’assistere a
spettacoli teatrali dove si fanno
vivere fatti e personaggi, ma soprattutto si comunicano emozioni.
D’altra parte il Morea ha ormai
una tradizione, possiamo ben dire
decennale, di laboratori teatrali,
che ogni anno coinvolgono i nostri studenti con grandi soddisfazioni nei risultati finali, in particolar modo in occasione dell’ultima
molto applaudita rappresentazione
proprio al Teatro Gentile. A conferma di ciò, annunciamo in anteprima che lo spettacolo “L’ultimo
metrò” verrà replicato il 13 maggio a Serra S. Quirico per partecipare alla rassegna nazionale del
teatro per ragazzi, mentre il 14
sempre di maggio la nostra compagnia sarà a Jesi.
Certamente, per tornare alla stagione di prosa, alcuni spettacoli
sono stati più interessanti e divertenti per i nostri ragazzi, soprattutto quando sono andati in scena
personaggi noti come Antonio Albanese o Paola Cortellesi, che hanno confermato la loro bravura nel
portare avanti da soli uno spettacolo di circa due ore; tuttavia è da
sottolineare e apprezzare il fatto
che gli abbonamenti sono stati
sempre utilizzati dai nostri studenti anche quando si trattava di
opere difficili e, diciamolo pure,
pesanti come l’”Anfitrione” di
Plauto o “Così è se vi pare” di
Pirandello. Anzi un apprezzamento particolare va a qualcuno o meglio qualcuna che ha partecipato
anche all’incontro con gli
attori, a mezzogiorno della
domenica, nel
foyer del teatro (vero, Teodora?), dove
gli spettacoli
vengono presentati dagli
stessi interpreti e registi.
Abbonamenti al teatro Gentile
Se siete stanchi di passare le vostre serate in pace sulla poltrona a guardare
le repliche di Art Attack in compagnia del signor Joint, niente paura perché,
grazie al clima mite e alla florida economia del Paese, potrete spesso godervi
ciò che avete sempre sognato (soprattutto dopo una bella cena a base di
peperoni, ripieni di fegatelli, ripieni di coppa fatta col burro), ma non avete
mai avuto il coraggio di chiedere: una serata al teatro!
Grazie al nostro preside e a chissà quale diavoleria, quest’anno abbiamo a
disposizione ben 4 abbonamenti alla stagione di prosa del Gentile, che, come
sempre, vanta grandi nomi come Antonio Albanese e Paola Cortellesi.
Ognuno potrà utilizzarli prenotandosi con un po’ di anticipo, a differenza
degli anni scorsi, quando, chi voleva, poteva avere il suo abbonamento dei
sogni a sue spese.
Giorgio Ninno
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Università o mondo del lavoro?
Università o
mondo del
l a -
poter arrivare ad una risposta
certa. Fortunatamente la nostra
scuola ci sta
voro?
E se università, quale
facoltà tra le
tante potrà
darci opportunità per il mondo del lavoro e
per la piena soddisfazione personale?
Queste sono
le domande che
più frequentemente
i ragazzi della mia età, io compresa, ci poniamo, spesso senza
dando un aiuto attraverso le varie attività di orientamento,
tra cui l’incontro
con gli esperti dell’Informagiovani,
un agenzia, situata
a Fabriano, che offre gratuitamente
informazioni sulle
possibilità di studio
e di lavoro attuali,
aperta indistintamente a tutti, ma
rivolta principalmente ai giova-
Piccoli lavoratori crescono
Lavoro o divertimento: questo è il problema!
Da qualche anno l’Assindustria di
Ancona in collaborazione con la
Camera di Commercio di Ancona,
la Provincia di Ancona, l’Ufficio
Scolastico Regionale e con alcune
industrie della zona hanno promosso un progetto di orientamento per studenti delle scuole medie
di I e II grado della Provincia,
chiamato progetto Cicogna.
Gli obiettivi principali di questa
esperienza sono aggiornare l’immagine e aumentare la conoscenza del “sistema impresa” presso
giovani, famiglie, istituzioni scolastiche e del “sistema scuola”
presso imprenditori e collaboratori.
È necessario, inoltre, orientare lo
studente verso percorsi scolastici/
professionali coerenti con i bisogni del tessuto economico locale e
diffondere la cultura d’impresa.
Per l’attuazione di questo progetto è fondamentale un coordinamento costante tra i vari soggetti
istituzionali.
Per gli studenti del 3°- 4° anno
delle scuole superiori sono previsti stages estivi della durata di 4
settimane, il premio ipotizzato è
di 260 euro.
In questi ultimi anni c’è stato un
incremento notevole della disponibilità offerta agli alunni per questi stages. Queste le cifre:
anno
studenti
2001
13
2002
39
2003
58
2004
66
Il progetto Cicogna viene premia-
to il 30 ottobre 2002 come miglior progetto nazionale sull’orientamento.
La giuria era composta da MIUR,
Università LUISS, Confindustria.
In questa scuola hanno avuto la
possibilità di fare questa esperienza i due alunni più meritevoli rispettivamente delle classi III ragioneria e geometri (attuali IV):
Teodora Gavioli, Matteo Micheletti, Gianluca Mattioli e Hasim
Imeri.
Il docente referente del progetto
Cicogna di questo istituto è stata
la prof. Luisa Covanti.
Le testimonianze degli studenti
sono tutte positive.
Al termine di questa esperienza,
tutti gli alunni, che hanno aderito
a questo progetto, hanno preso
parte ad una conferenza, tenutasi
nella sede provinciale dell’Assindustria ad Ancona, in cui dopo
vari interventi dei promotori di
questo progetto, hanno finalmente
ritirato il tanto guadagnato ed atteso premio in denaro. Dopo il
duro lavoro eseguito, un lungo
mese di divertimento estivo sottratto alla gioventù e la grande
pazienza messa a prova dalla conferenza, un ulteriore “rimborsospese” è stato conferito agli studenti-lavoratori con un lauto rinfresco.
Peccato che parenti e genitori hanno provveduto a ritirarlo anche da
parte nostra mentre eravamo impegnati in una foto di gruppo.
Teodora Gavioli
e Matteo Micheletti
ni.
E’ appunto presso l’Informagiovani che ci siamo recati noi
delle classi quarte del nostro
istituto.
La cosa più sorprendente è
stata che, invece di parlare solo
ed esclusivamente del nostro futuro, ci siamo ritrovati a discutere del nostro “sogno nel cassetto”, quello che ognuno di noi
accarezza a volte fin dalla più
tenera età. Molti di noi, in verità,
coltivano una grande aspirazione,
ma la custodiscono gelosamente
come un tesoro, abbandonandola
nel momento in cui vengono a
contatto con la realtà della vita.
Purtroppo più si diventa adulti e
più si abbandonano quei sogni
che ci sembrano banali o irraggiungibili, ma che, allo stesso tempo fanno parte di noi.
E’ lecito, a pensarci bene, porsi la domanda se possiamo scegliere cosa fare da adulti, senza
considerare ciò che ci piace, appassiona o per cui siamo portati.
Tramite test e schemi ideati con
la nostra partecipazione, abbiamo valutato le opportunità che
offre oggi il mondo del lavoro e
delle professioni mettendole a
confronto con le nostre aspirazioni, i nostri desideri e le nostre
capacità.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento straordinario di mestieri grazie allo sviluppo della società, delle tecnologie
e delle comunicazioni. E in questo mondo dove ognuno che ha
tanto vorrebbe sempre di più, non
è facile sapere ciò che è più
giusto fare o come comportarsi.
Per fortuna le ragazze dell’Informagiovani ci hanno dato un’
“infarinata” su ciò che ci si prospetta e su come possiamo informarci adeguatamente per compiere la scelta più giusta.
Melania Bini
Missione giovani
Nella settimana tra l’8 e il 16
ottobre ’05, nell’ora di religione,
oltre al prof. Don Alberto Rossolini, hanno partecipato alla lezione anche dei seminaristi, per parlarci della loro vita nella sede
scolastica che frequentano, ma
specialmente abbiamo discusso
molto sulla religione cattolica e
sulla sua origine.
Questi giovani, venuti dal Seminario Regionale di Ancona,
hanno ricevuto la chiamata del
Signore e hanno capito il compito che il Signore ha affidato loro;
infatti nella maggior parte diventeranno sacerdoti.
Sono stati invitati dal nostro
vescovo Don Giancarlo per gui-
dare noi giovani a riflettere sul
problema della fede, argomento
che spesso trascuriamo o affrontiamo con superficialità.
Alcuni ragazzi durante gli incontri avvenuti a scuola hanno
partecipato attivamente al dibattito, ma molti di noi non hanno
ascoltato, comportandosi male
nei confronti di persone che hanno lavorato tanto per organizzare tutto questo.
Quei pochi che hanno partecipato con molto interesse sono
rimasti soddisfatti e hanno capito l’importanza di aiutare il
prossimo, anche senza diventare
preti. Questa missione è iniziata
nella nostra città con una festa
di benvenuto (sabato 8), ed è
proseguita con un concerto rock
nel chiostro di San Venanzio (domenica 9). Lunedì, martedì e
mercoledì sono stati 3 giorni di
ricerca ed ascolto per i giovani.
Giovedì, venerdì e sabato
sono state 3 giornate di proposta, incontro e condivisione. Inoltre il sabato sera al Teatro Gentile è stato messo in scena il
coinvolgente musical “Jesus
Christ Superstar”.
I ragazzi che hanno partecipato a questa attività si sono resi
conto che per incontrare Dio non
c’è bisogno di fare miracoli ma
bastano le semplice cose che facciamo ogni giorno. Lo scopo di
questa missione era quello di
condividere delle scelte e di proporre un nuovo modo di vedere
la vita. Sono riusciti a cambiare
qualcosa dentro di noi?
Sara Silvestrini
FEBBRAIO 2006
PAG. 7
Non vogliamo NOIE...!
Luca: “Oh, come te butta? ’I visto? Me so comprato l’ultimo modello de
scarpe della Nike, è ‘na figata? Oh quella che sfigata, ma che porta il vestito
da sora! E beh… ah, li vista l’ultima puntata dei
Simpson?”
Paolo: “Si, me sò spaccato dalle risate! Ma piuttosto, sabato allora Coco?!”
Luca: “Magari, ma i
sordi do li trovo?”
Paolo: “Dai li freghi a
tu madre, come sempre!”
Luca: “Sci, sci, va be’.
Oh, guarda chi c’è, che
grande che è quello, Dio
mio, se fa ’na canna dietro
’n’altra, è proprio un fico!”
Massimo: “Ciao raga,
oh…. avete sentito il
Tg…che macello che sta a
succede in Francia, per non
parlà de quella matta della
Moratti?!”
Luca e Paolo: “Ma levate sfigato, che ce frega a
noi della Francia e della
Moratti, tra “2” anni c’avemo il DIPLOMA !”
Massimo: “C’avete ragione, ma dopo il diploma
che pensate de fa?”
Luca e Paolo: “C’è tempo!... oh, chi l’ha vinto il
fantacalcio sta settimana,
Stefano?”...
Tranquilli raga, non ho
bevuto e non sono sotto
effetto di stupefacenti, è
solo che non riesco a capire come la maggior di noi
giovani possa ignorare tutti i problemi e tutte le ingiustizie di questo mondo
pensando solo a divertirsi,
alla sbornia del sabato sera,
alla serata in discoteca, ad
andare vestito sempre alla
moda, a spendere i soldi
per qualsiasi sfizio….
Nel mondo ci sono
bambini che muoiono di
fame, bambini sfruttati (anche sessualmente); i “padroni” della società pensano solo ai loro interessi; la
natura ci si sta scatenando
contro come per ribellarsi
(giustamente!); molte nostre famiglie arrivano alla
fine del mese senza alcuna
moneta in tasca; siamo vittime della società; la scuola sta diventando una “fabbrica” e noi ne usciremo
tutti uguali come dei cloni;
i media hanno il solo scopo di “addormentarci” per
non farci pensare e reagire
contro questa società che
ci ha tolto “il ben dell’intelletto”. Ci stanno sottraendo quanto è naturale in
un giovane di venti anni, il
diritto di pensare e sognare
un futuro, e noi siamo qui
a litigare per una maxi-assemblea, per allungare la
ricreazione e per la settimana bianca! Perché invece non ci svegliamo e cominciamo a dedicarci, non
dico tanto, ma anche mezz’ora al giorno, alla realtà
che ci circonda! Riflettete
sulle parole dei politici, dei
giornalisti, leggete giorna-
li, guardate le
immagini
al telegiornale,
ascoltate
canzoni di
Guccini,
di De André, di Lucio Battisti se siete
veri amanti
della
musica….
Non capisco se
questo
modo di ignorare il nostro
mondo nasca dalla paura di
affrontare la realtà, dal menefreghismo o dalle persone che vi sono più vicine,
che fanno di tutto per non
farvi rendere conto di come
siamo messi, ma in ogni
modo dobbiamo sapere che
non si può sempre aspettare che siano gli altri a compiere il primo passo.
Maria Chiara
Montemaggiori
Brevi di cronaca
Chi siamo noi?
In V AG è arrivata la cicogna! Infatti il 16 gennaio è nata la piccola Marzia,
una bellissima bimba di kg. 3,575! Congratulazioni alla mamma studentessa
Caterina Sparvoli e a papà Marco Marani, nostro ex alunno della V BG.
Immaginiamo di darci un nome. Immaginiamo di poter plasmare a nostro piacimento un’immagine, un carattere. Immaginiamo la persona che vorremmo essere, che è totalmente diversa da
quello che siamo. Ma forse, ad uno sguardo più attento, siamo lì,
dentro quel corpo perfetto, dietro a quel carattere speciale, in quell’
illusione di puro desiderio. Eccoci, così piccoli a confronto, eppure, siamo veri.
Chi siamo noi? O per lo meno, chi crediamo di essere?
Una professoressa in classe, un giorno avanzò questo discorso:
diceva che terminare la frase “Io sono…” con il nome proprio di
persona, non è corretto, perché non si è un nome. Un nome non è
altro che un concetto d’identificazione, quindi a questo punto,
sarebbe più corretto dire “Io mi chiamo…”. Ma allora, che cosa si
è? Io credo lo si possa trovare dietro un’analisi accurata di quello
che vorremmo essere, nascosto da qualche parte in un’immagine
idilliaca.Siamo il difetto, il punto debole, il tallone d’Achille?
Allora forse si è l’insieme delle cose che si sanno fare o il lavoro
che si esercita?
Come si riesce a trovare se stessi?
Non crediate che abbia le risposte alle domande che ora vi
sono sorte in testa, perché ognuno ha il suo modo di trovarle.
Ognuno nasconde in sé la capacità di riuscirci, di sapere se è sulla
strada giusta, o su quella sbagliata, si è sempre in tempo per
cambiare e per decidere di voler crescere.Siamo forse il risultato
genetico delle antiche esperienze e tradizioni che hanno avuto i
nostri antenati prima di noi? O siamo solo noi stessi che, attraverso
le nostre scelte e comportamenti con gli altri, scopriamo di poterci
arricchire sempre di più, per arrivare a formare il nostro Io,
nascosto da qualche parte in quell’immagine perfetta di quello che
vorremmo diventare… C’è chi crede fermamente di aver trovato se
stesso, la sua strada: chiedetelo ad un uomo di fede. C’è chi è
profondamente confuso e si nasconde dietro un mondo semplice ed
ovvio, chiedetelo ad un filosofo. C’è invece chi spera di aver scelto
la strada giusta, ma non ne è mai profondamente convinto, chiedetelo a chi di porte sbattute in faccia dalla vita, ne ha viste tante.
E… C’è chi non ci pensa, perché è più facile, perché non serve o
perché gli piace il detto: “Se pensi, fai solo casini”. Chiedetelo ad
un ragazzo.
Chi siamo noi? Ragazzi con le idee confuse, che si trovano
davanti a scelte e decisioni che non si sanno affrontare, siamo in
quella parte transitoria che non sembra finire mai, siamo la conseguenza dei nostri errori, delle nostre esperienze. Siamo nascosti
dietro alle nostre speranze, noi adolescenti.
Giulia Ramadoro
***
Il 19 dicembre 2005 presso l’università degli studi di Ancona alla facoltà di
ingegneria - edil architettura si è laureata Federica Farinelli con il massimo
del punteggio, 110 e lode, battendo sul tempo tutti gli altri geometri usciti dal
Morea. Speciali auguri dalla redazione del giornalino che l’ha vista operare al
suo interno, anche come responsabile, negli anni trascorsi nella nostra scuola.
Giornale a scopo didattico a diffusione
interna all'Istituto Tecnico Statale Commerciale, per Geometri e Turismo "Alfredo Morea"
Ragni, Giulia Ramadoro, Ruggero Regini, Sara Silvestrini.
Stampa:
Arti Grafiche "Gentile" Fabriano
COLLABORATORI:
Prof. Oliviero Strona, Prof. Fabio Anderlini,
Prof.ssa Serenella Boldrini, Prof. Mauro Gioia, Prof.ssa Maria Mogioni, Melania
Bini, Giada Farinelli, Maria Chiara Montemaggiori, Fabio Pellegrini, Vanessa Vitaletti.
COMITATO DI REDAZIONE:
Matteo Carovana, Teodora Gavioli, Matteo Micheletti, Giorgio Ninno, Stefano
VIGNETTISTE:
Silvia Grassi
e Martina Lattanzi.
Responsabili
Prof.ssa Regina Merloni
Prof.ssa Lucia Sentinelli
FEBBRAIO 2006
PAG. 8
A Londra, cinque giorni dopo...
Ormai la scuola era finita e le vacanze erano
iniziate, ma il telegiornale
con le sue notizie di cronaca nera turbava l’atmosfera estiva… “Attentato a
Sharm El Sheik”; “Londra: esplosi autobus e fermate della metropolitana”.
Tutti seguivamo i notiziari, alcuni pensavano che
in Italia non sarebbe mai
successo, quindi, la cosa
non li interessava molto;
altri invece continuavano
a chiedersi: “E se succedesse a noi?”.
Ma la paura attentato in
Italia era poco diffusa, me
ne sono accorta solo nel
mio viaggio a Londra.
Dopo una lunga indecisione, sono partita per la
capitale inglese solo cinque giorni dopo gli attentati. Non era la prima volta
che effettuavo un viaggio
studio all’estero, ma la bella sensazione di libertà prima della partenza, che ave-
vo sempre avuto, questa
volta era sostituita da tristezza; non avevo paura
del pericolo attentati, ma
ero consapevole che stavo andando in una città
distrutta e addolorata.
Sono partita dall’aeroporto di Falconara con altri ragazzi: eravamo tutti
felici ed eccitati, ma celavamo una sensazione di
disagio. Abbiamo fatto
scalo a Milano dove abbiamo incontrato altri ragazzi e abbiamo capito
che avevano tutti il nostro stato d’animo.
Siamo arrivati a Londra che ormai era notte e
la città vuota sembrava
senza vita.
Dovevo restare lì quindici giorni e l’idea non
mi esaltava come le altre
volte. Il giorno dopo è
iniziata la mia vita in college. Alloggiavo ad Uxbridge, nella periferia di
Londra, in uno dei più
grandi college della cintura londinese, infatti eravamo 400 italiani, 200
spagnoli, 200 cinesi e in
più c’erano i regolari studenti inglesi.
La mia giornata si svolgeva come quella di un
qualsiasi altro studente
inglese:si faceva colazione, poi si andava a lezione
fino all’ora di pranzo.
Dopo pranzo si organizzavano gite per visitare città
come Oxford, Cambridge… ma ovviamente la
Farnesina (unità di crisi per
italiana all’estero) non ci
ha permesso di visitare il
centro di Londra. Dovevamo muoverci sempre con
autobus privati e non eravamo autorizzati a prendere qualsiasi mezzo pubblico.
Gli attentati avevano
colpito nell’animo le persone, si leggeva la paura
nei loro occhi. La vita continuava come sempre, ma
si notava la differenza. Erano diffidenti dell’altro, si
scrutavano per cercare
qualche indizio che li identificasse come attentatori.
Un giorno eravamo tut-
ti pronti sul pullman per
partire verso Brighton, la
radio era sintonizzata su
un notiziario, ad un certo
momento i nostri accompagnatori inglesi si sono
bloccati, leggevamo il dolore nei loro occhi. Quando ho capito cosa era successo, ho provato dolore
anche io per persone che
nemmeno avevo mai visto.
C’era stato un altro attentato... per fortuna più tardi
si è scoperto che era stato
un brutto scherzo fatto con
fumogeni in metropolitana. Ma al momento avevo
il sangue gelato.
A parte l’ambiente un
po’ pesante, dovuto agli attentati, è stata una bella
esperienza che consiglio a
tutti. È stupendo visitare
luoghi mai visti e conoscere mentalità e abitudini diverse dalle tue. Si fanno
pure un sacco di amicizie
sparse per l’Italia, anche
se è un po’ triste non poterle più rivedere a causa
della lontananza.
Teodora Gavioli
Foreign exchange program
Avete mai provato la sensazione di essere su un aereo da soli, senza catene,
senza limiti, senza pensieri
per la testa, diretti il più lontano possibile dalla monotona quotidianità? Vi consiglio
proprio di provare.
Quest’estate, carica di
armi e bagagli ho vissuto la
mia prima esperienza all’estero da sola negli Stati
Uniti. Sono stata ospitata da
una famiglia per un mese e
allo stesso modo una ragazza di quella stessa è venuta
per un mese a casa mia. Ho
provato per la prima volta
che cosa significhi davvero
essere liberi. Il Rotary Club
mi ha offerto quest’occasione su un piatto d’argento.
All’inizio ovviamente ero un
po’ insicura se accettare o
no, ma alla fine, mi sentivo
proprio un’idiota a rinunciare! Come il Rotary Club, ci
sono anche altre associazioni senza scopo di lucro che
organizzano questo genere di
scambi interculturali. La permanenza si adegua alla volontà del viaggiatore: 3 settimane, 1 mese, 6 mesi, 9
mesi, 1 anno; ed il costo è a
questo proporzionato, ma
mai troppo eccessivo rispetto a quello a cui si va incontro. Ho avuto modo di
conoscere persone totalmente diverse da me, dalla mia
cultura, dal mio modo di
pensare, dal mio modo di
vedere le cose. Ho visto altri orizzonti, vissuto esperienze che rimarranno dentro di me come piacevoli
ricordi, per non dire che è
stata un’ottima occasione
per migliorare la lingua. Capisco che necessiti molta
forza di volontà e spirito
d’intraprendenza per affrontare un viaggio da soli ignari
di qualsiasi cosa possa accadere, anche perché non si sa
mai dove e con che genere
di persone si avrà a che fare.
Ma è soltanto un momento.
Se avete la possibilità di
partire, io non posso fare
altro che consigliarvelo.
Giulia Ramadoro
Gli allievi del corso FSE “Tecnico Direzione
Cantieri Edili” in visita alla Fatma s.p.a.
A fine novembre dello
scorso anno presso
l’I.T.C.G.T. “Morea” di
Fabriano è partito un corso FSE (Fondo Sociale Europeo) in “Tecnico direzione dei cantieri edili”,
con la collaborazione del
collegio dei geometri e il
collegio dei costruttori della provincia di Ancona.
Diciotto sono stati gli
allievi ammessi al corso,
tutti in possesso o di maturità tecnica oppure di
laurea in ingegneria o architettura.
Mercoledì 1 febbraio,
il Prof. Castellani ha orga-
nizzato una visita guidata
presso una delle cave in
località Gola della Rossa,
accompagnati dal Direttore
Tecnico della Fatma S.p.a.
Sig. Trillini.
I ragazzi hanno così potuto conoscere di persona le
fasi di produzione e tutte le
modalità di organizzazione
di un grosso cantiere specializzato nell’estrazione di
inerti con riguardo anche all’impatto ambientale. L’istituzione di questo corso ha
infatti l’obiettivo di dare una
formazione specifica ad una
figura professionale, tecnico di cantiere, che ha avuto
negli ultimi anni una forte
innovazione e questa visita,
ma altre sono in programma , mira proprio a coniu-
gare, rendendo sempre
più stretto, il rapporto tra
formazione e lavoro.
Prof.ssa Rosa Screnci
FEBBRAIO 2006
PAG. 9
Come sta, zio Monti?
Intervista al prof. Danilo Monti, ex docente del Morea
1) Che materia insegnava?
- Scienze della natura e della materia
2) Si considerava bravo?
- Non spetta a me dirlo. Penso dovrebbero
dirlo i miei alunni!
3) Era un insegnante del tipo: “oggi
spiego, domani interrogo” o uno del tipo
“oggi c’ho da fa non fate casino, domani vi
faccio vedere una cassetta”?
- Tra l’uno e l’altro. Non sono mai stato
un tipo programmato. Dopo 30 anni di insegnamento uno sa quello che deve fare: laboratorio, classe, svago… dipende molto dalla
giornata, e soprattutto dalla classe.
4) Per quanti anni ha insegnato?
- 30 effettivi
5) Vorrebbe dire qualcosa a quelli che
sono stati i suoi alunni?
- L’ultimo anno ho avuto tre classi BUONE, la 2A/R OTTIMA!
Cosa che non è stata per tutti gli anni.
Quello che voglio dire ai ragazzi è che devono studiare per stessi, non per il professore o
per prendere 100 all’esame, perché così non
conta niente
6) È orgoglioso dei suoi anni di insegnamento?
- Ho insegnato per 3 anni al liceo scientifico, dal ’75 di preciso. I ragazzi erano molto
bravi, ma, se posso dirlo, anche antipatici.
Vabbè, non si può chiedere tutto. Poi sono
venuto a ragioneria dove il livello di rendimento era più basso, però i ragazzi molto più
simpatici, solari. Per 27 anni in questa scuola
ho avuto alunni molto educati e simpatici, i
casi di maleducazione sono stati rarissimi.
Purtroppo però poi il rendimento ha cominciato a calare ogni anno, perché la scuola,
sempre se mi è lecito dirlo, si sta trasformando in un’area di parcheggio. Si inizia sempre
con tanto entusiasmo e poi… comunque sono
molto contento del mio lavoro.
7) Lo organizza quest’anno il corso di
fotografia?
- Se mi chiamate, io sono pronto, è sempre un piacere.
8) È consapevole di aver lasciato un
vuoto in tutti noi?
- Questo mi fa molto piacere, significa
che qualcosa ho contribuito a dare.
9) Le manca insegnare?
- I primi tempi uno assapora “il dolce far
niente”, forse mi mancherà in futuro, magari
avrò qualche rimpianto.
10) Però sembra che non sia tanto capace a stare lontano da noi, viene spesso a
trovarci!
- Avevo promesso di tornare a salutare, mi
sembra giusto mantenerlo, le ultime classi
poi, mi hanno dato molta soddisfazione!
Bene, con quest’intervista professore
avremmo finito, quindi, mi rimane solo da
augurarle da parte di tutto l’istituto buona
quiescenza!
- Buone feste anche a voi ragazzi, e per
quelli che vanno, buona settimana bianca!
Giulia Ramadoro
Il più giovane acquisto del Morea...
Dopo un’intervista ad un ex professore non
ne poteva mancare una al nuovo acquisto della
scuola. E che acquisto!!! Questo è il modesto
modo con cui noi studenti gli vogliamo dare il
benvenuto. L’avrete sicuramente notato tutti in
giro per i corridoi, è quel professore che vuole
sembrare uno di noi studenti. Gli è concesso perché è giovane. Leggete l’intervista e capirete sicuramente a chi mi riferisco.
1. Nome?
Nicola.
2. Cognome?
“’o sai”.
3. Sesso?
(ride) non basta mai.
4. Vasco o Ligabue?
Vasco.
5. Avellino o Napoli?
Tutte e due.
6. Meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Un uovo oggi.
7. C’è una sua foto, sente che la sua bellezza è stata ben rappresentata?
Non è certo una foto che rappresenta la bellezza.
8. Che cosa rappresenta la bellezza?
Viene rappresentata dalla possibilità di poter parlare con una persona, quindi non sto parlando della bellezza esteriore ma di quella interiore e c’è bisogno di tempo e dialogo per capirla.
9. Come si trova in quest’istituto?
“Tanto ve’ (cerca di imitare un accento fabrianese, apprezziamo l’impegno).
10. Dipende dal fatto che è al suo primo
incarico di insegnamento o dagli studenti e dall’istituto?
Non lo so di preciso perché non ho avuto altre importanti esperienze di insegnamento, ma,
se devo contare quella dell’anno scorso ad Aversa, qui mi trovo meglio.
11. È “favrianese”?
No.
12. È di ruolo?
No.
13. Sta continuando la stirpe di qualche altro professore?
Nessuno, anzi, inizio una nuova stirpe.
14. Preferirebbe insegnare al serale o al
mattino?
Tutte e due.
15. Momentaneamente insegna in quale
corso?
Sono docente di economia aziendale al Serale.
16. Com’è il suo rapporto con gli altri insegnanti?
Ottimo.
17. Come si trova con le sue classi di studenti?
(pensa) bene.
18. Avrebbe preferito insegnare in un altro istituto?
No, solo in questo.
19. Cosa ne pensa del preside (sinceramente)?
È una bravissima persona, si è comportato
molto bene con me, mi ha accolto come un figlio
(sarà stato sincero??).
20. Notiamo alcuni capelli bianchi, sinto-
mo di vecchiaia o stress da ragazzo?
Beh, credo sia stress, visto che ho solo 28 anni,
no?!? E poi meglio bianchi che non averli proprio.
21. È colpa di noi studenti?
No, non è colpa vostra.
22. Desidera dire qualcosa ai nostri lettori?
Ai ragazzi del quinto: ci divertiremo in gita a
Barcellona. Ai ragazzi del primo anno dico: studiate e comportatevi bene.
23. L’intervista è finita, voto generale?
Otto e mezzo.
Solo per chi non ha capito chi è l’intervistato:
Nicola Pagliuca.
Teodora Gavioli
FEBBRAIO 2006
PAG. 10
“Il ritratto di Dorian Gray” secondo Giulia
Una recensione con l’utopica speranza di suscitare interesse verso il romanzo di Oscar Wilde
La bruttezza, uno dei sette
peccati mortali. È la bruttezza,
in realtà, che rende questo romanzo molto interessante: la
bruttezza di ciò che nel romanzo
è estetica e nei personaggi dello
stesso è l’anima, la corruzione,
l’ipocrisia, la vanità, l’illusione
del sentimento che ancor oggi
chiamiamo amore.
Essere giovani per sempre?
Per sempre ingenui, immacolati,
affascinanti?!
A chi non piacerebbe; essere
per sempre, come nelle fiabe, il
bel giovane e unico “Principe
Azzurro”? Ah sì, facile a dirlo,
ma anche a costo di scendere a
patti col Diavolo?
Il ritratto di Dorian Gray, da
ingenuo a infame, da vacuo a
traboccante di peccati scaturiti
da una mancanza di coscienza.
Dorian Gray amato e odiato,
stimato e allontanato. Chi a causa
sua muore, come Alan, Sybil,
Basil e questo per paura, amore
rifiutato, consiglio allontanato.
Chi a causa sua perde il lavoro, la
moglie, il denaro, la considerazione.
Chi a causa sua arriva alla
corruzione, al cinismo, all’ipocrisia, alla superbia.
Lord Henry, è lui il Diavolo, è
lui il corrotto o è lui la persona
più giusta del mondo?
Un uomo dalle mille teorie,
dalle mille filosofie, ricercato nei
pareri e nelle compagnie; Lord
Henry, figura di contorno nella
situazione, trascina Dorian Gray
nel vero mondo dell’epoca e lo
lascia lì, con l’acqua alla gola per
l’intera durata del suo autoriconoscimento come vile corrotto
dalla droga che è la sua vacua
bellezza.
Che cos’è la bellezza? Apparenza, e all’apparenza appartiene
la buona parte d’un giudizio.
Come rispose Hatty a Dorian
quand’egli ammise d’esser malvagio?
Disse che i malvagi portano
addosso i segni delle loro infamie, di conseguenza possono
essere solo brutti e vecchi.
Questo romanzo lascia riflettere sull’umana ipocrisia. Come
ci giudichiamo? Accumuli di pregi e difetti, senz’anima oltretutto, come la penserebbe Lord
Henry. Infatti, secondo lui, solo
l’arte ha un’anima, l’uomo no.
Ma come si riscopre poi nel
libro, un’anima c’è e, come nel
caso di Dorian Gray, può prendere anche forma e porta i segni
delle nostre esperienze.
Nel libro si parla anche di
religione, e lascia il lettore a
riflettere anche su questo: Lord
Henry esclama che: “La religione è un surrogato moderno della
fede” ed in questo Dorian Gray
si ritrova però nella sua forma
umana: un surrogato umano del
mondo, scettico alle forme dell’anima.
Ed è così che su di lui questo
principio si avvera: morendo da
putrido essere per sua stessa
mano con la quale, da scettico,
voleva uccidere ciò che rimaneva della sua ormai decomposta
anima.
Giulia Ramadoro
They are the pulls of the maggots
Maschere, tute da operai e atmosfere selvagge per una denuncia sociale
C’è chi perde la testa, e c’è
chi in testa invece si mette le
maschere, questi sono 9 simpatici ragazzotti di Des Moines
(Iowa) che si fanno chiamare SlipKnot, ovviamente i primi sono
i maggotts o meglio i loro fans.
Come tanti ragazzi, anche i componenti della band erano annoiati e soprattutto delusi dal nulla
che offriva la loro città; allora si
sono rimboccati le maniche e,
imbracciati strumenti e bacchette, hanno deciso di fare della
musica, dell’ottima musica, ma
non normale, loro hanno deciso
di cantare il mondo che ci gira
intorno con tutto quello che di
piu’ brutto succede, quello di cui
la gente non vuole sapere e che
ignora completamente: emarginazione sociale e indifferenza.
Proprio per questo, nella loro
musica sono presenti oltre a profondi e superdistorti riff di chitarre e basso (che richiamano alla
memoria i giri punk hard core),
anche 2 percussionisti oltre al
batterista; entrambi suonano su 5
timpani e un fusto della birra,
rendendo le atmosfere delle loro
canzoni ancora più selvagge e
violente, poi c’è il dj che crea
una sensazione di svarione metropolitano. Anche le inquietanti
maschere e le tute da operai che
indossano ai concerti servono per
poter esprimere meglio quello
che pensano. Infatti chi li capisce perde la testa per loro, invece chi non li capisce dice che
sono solo dei folli mascherati
che suonano a caso (e vi assicuro che chi l’ha detto ha fatto una brutta fine n.d.f.).
Un altro obiettivo di questi artisti
è quello di combattere la musica di
“plastica” ovvero
quella musica che
serve solo a fare
soldi e non ad
esprimere emozioni (ed è proprio
quella che annebbia la mente delle
nuove generazioni n.d.f.).
Proprio per questo hanno fondato la Maggot Record che vuole aiutare i giovani gruppi ad
emergere per poter finalmente
dare voce a chi non se lo puo’
permettere. Spero di essere stato
abbastanza chiaro e poco
noioso,per maggiori informazioni www.slipknot1.com, stay (sic).
Matteo Carovana
Line-up:
0Sid Wilson: dj
1Joey Jordison: batteria
2Paul Grey: basso
3Chris Fehn: percussioni e cori
4James Root: chitarra
5“Clown” Shawn Crahan: percussioni e cori
6“133” Graig Jones: sampler media
7Mick Thompson: chitarra
8Corey Taylor: voce
FEBBRAIO 2006
PAG. 11
Leopardi: forse non tutti sanno che...
Il padre, conte Monaldo, aveva investito gran parte dei suoi
capitali per l’acquisto di libri,
approfittando del fatto che i
monasteri li avevano messi in
vendita a privati, per impedirne
il saccheggio da parte delle armate francesi. Egli era convinto
che, attraverso la sua biblioteca
avrebbe potuto contribuire alla
diffusione della cultura a Recanati, per lo meno rendendola accessibile ai nobili; in realtà chi
se ne giovò soprattutto fu Giacomo, che in sette anni lesse e
studiò tutti i volumi. Per chi ha
qualche dubbio in merito, ci sono
le sue note personali nelle varie
pagine.
Tra i dodicimila volumi presenti compare anche una Bibbia
poliglotta da cui, per comparazione con il latino, Giacomo imparò il greco
e
l’ebraico
all’età di
otto, dieci
anni. Si capisce chiaramente
che stiamo
parlando di
un genio.
E g l i
potè leggere anche
un’edizione
economica
dell’Enciclopedia di
Diderot e
altri libri
degli illuministi, a quel tempo
proibiti, in quanto il padre, da
gonfaloniere di Recanati, aveva
ottenuto il permesso per i figli.
Tutto sommato, quindi, Monaldo
non appare più il padre dalla
mentalità chiusa autoritario come
spesso viene dipinto nei manuali
di letteratura, ma una persona
amante della cultura che ha saputo trasmettere al figlio la passione per il sapere e in tal modo
gli ha permesso di oltrepassare i
confini angusti del suo “natio
borgo selvaggio”. D’altra parte
la madre, tutta dedita all’amministrazione dei vigneti e degli
oliveti di famiglia, in verità si
tratta di proprietà ridotte, non
aveva mai dato a Giacomo nemmeno una carezza.
Il giovane Leopardi metteva
il suo tavolo nei pressi di una
finestra dalla quale poteva dominare la piazza, su cui si affacciavano le botteghe artigiane e la
casa di Teresa Fattorini, la fanciulla che ha ispirato il nostro
poeta, ma che, essendo un’umile
popolana, non poteva essere amata da un nobile come lui.
La novità nella sua poesia sta
nel fatto che abbandona la classicità con i suoi
miti di dei ed
eroi, per dare
spazio alla gente
del popolo: l’artigiano, lo zappatore, la vecchierella, la fanciulletta, il garzoncello che appartengono alla
realtà.
Nel 1919 fallì il tentativo del
ventunenne Giacomo di scappare di casa per recarsi a Roma: lo
sapete perché?
Perseguitato da
una “sfiga cosmica”, il suo
passaporto venne recapitato
nelle mani del
padre, che scoprì le sue intenzioni e gli impedì, per il momento,
di coronare il suo sogno di conoscere la capitale.
Queste informazioni derivano
dagli appunti degli studenti delle
quinte classi in visita a Recanati,
dove hanno avuto la fortuna di
incontrare una guida veramente
in gamba, che ha saputo catturare l’attenzione di tutti, anche dei
più refrattari. Tra le affermazioni
più interessanti c’è stata quella
che Leopardi non può essere considerato un pessimista, perché
non è stato mai abbandonato dal-
le speranze, per lo meno fino al
suo ultimo soggiorno a Napoli.
Gazzetta sportiva by Serenella
I campionati sportivi studenteschi fra le scuole di Fabriano sono
cominciati alla grande per le squadre del Morea.
Un primo posto nel calcio a 5
sia con la squadra maschile sia
con quella femminile.
Entrambe hanno stravinto a
Jesi nella fase distrettuale. Questo
è stato solo l’inizio di una promettente carriera calcistica, poiché nella finale provinciale ad
Osimo contro il Corridoni-Campana il 25/01/06 la squadra femminile (Palazzi Eleonora IV AT,
Bianchi Federica IV AR, Mazzoli
Vanessa IV AT, Belardinelli Martina IV AR, Maldoni Serena IV
AR, Lacchè Giulia IV AT, Lattanzi Martina IV AR, Schiavone Irma
III AG) ha conquistato il secondo
posto;il 1/02/06 a Senigallia la
squadra maschile (Cucchi Lorenzo V AT, Mezzanotte Federico V
AT, Baroni Valentino V BR, Alessandrini Danilo IV AG, Altarocca
Gabriele IV AG, Cofani Gianluca
IV AG, Lucernoni Gianmarco IV
AG, Lampa Paolo IV AG) ha
vinto in maniera schiacciante per
7 a 2 sulla squadra del liceo classico “Perticari” di Senigallia, conquistando il titolo di campioni
provinciali. La squadra di pallacanestro juniores maschi ha ottenuto il secondo posto. I ragazzi
(Guerci Marco VAT, Ragni Stefano VAG, Jachetta Andrea IIIAG,
Tiberini Luca IIBG, Carnevali
Francesco IVAG, Imeri Hasim
IVAG) hanno giocato in maniera
eccellente, senza risparmiarsi un
attimo. Complimenti! La Corsa
Campestre Comunale, disputata
il 19/12/05, ha visto la vittoria di
Buttà Marco IIIAR nella categoria juniores e un secondo posto
per Aghetoni Mirco IIAR nella
categoria allievi. La squadra maschile juniores ha partecipato alla
finale provinciale di Campestre
ad Osimo il 18/01/06 su un percorso ideale per una gara di questo tipo. La squadra di calcio a
undici, finita in parità 1-1, ha
visto la vittoria dell’ITIS ai rigori
per 12 a 11. La squadra allievi di
pallacanestro ha vinto con grande distacco sulla squadra dell’ITIS
(81-69). I ragazzi hanno giocato
con grande competenza, serietà,
collaborazione e distensione sotto
la guida del capitano Mearelli
Matteo I AG e sono stati in netto
vantaggio, evidenziando la superiorità del gioco. Numerose e favolose le “bombe” di Mearelli,
Taruschio, Mazzolini.
Arrivederci al prossimo appuntamento!
La squadra femminile di calcio a cinque simpaticamente ritratta da
una di loro, Martina Lattanzi.
FEBBRAIO 2006
PAG. 12
UN FILO INVISIBILE
Incontro della comunità scolastica per celebrare il Natale
Venerdì 16 dicembre c’erano
tutti nell’auditorium e (lo dico
da prof.) c’era anche una bella
partecipazione, silenzio, curiosità e gioia (… niente di
personale!).
C’è un filo invisibile
che passa attraverso i
cuori delle persone e,
quando ci passa, non
guarda se è uomo o donna, bello o brutto, di Fabriano o di Sasso, italiano o “straniero”.
Quel filo, se vede un
cuore che batte, ci passa attraverso e lascia
dentro un profumo di pace, amicizia, rispetto e di sostegno reciproco. E’ stato un bel lavoro a
tante mani e tutto è cresciuto in
pochi giorni: il Preside che pensa di fare il saluto di Natale
prima della partenza della settimana bianca; due parole a Mogioni e Gioia; se ne parla (2
secondi!) con Don Alberto, Tobaldi, Merloni e Panniello e poi
Massimo e Luciano; ecco spun-
tare 40 alunni e, via! In tre giorni
erano pronti 6 pezzi musicali, 10
poesie in 5 lingue, un racconto,
tante immagini e un programma
“quasi svizzero” dell’incontro.
Dimenticavo: ad un tratto, come
un funghetto, spunta fuori Nicholas; ricordate? Quello che finisce di declamare la sua poesia
mangiando letteralmente il gelato (il microfono a forma di gelato!). Sembra che quel filo ci sia
stato ed era proprio invisibile,
fatto del piacere di trovarsi insieme a pensare e fare un programma che non è matematica o diritto, ma una miscela dal profumo
di pace, amicizia, rispetto e sostegno reciproco: per celebrare il
Natale.
Prof. Mauro Gioia
Progetto solidarietà: “Aiutiamo un bambino a sorridere”
Le prof.sse Carla Cherubini e Tiziana Ratini con la IV AR
Martina e Teodora
Serena e Federica
La prof.ssa Carla Cherubini, con la spontanea
collaborazione della IV A/R e di qualche collega,
ha realizzato il progetto di solidarietà: “Aiutiamo
un bambino a sorridere”. Il ricavato della vendita
di oggetti provenienti dalla Colombia tramite
un’operatrice volontaria fabrianese, sarà destinato
a sostenere il funzionamento di una scuola basica
per bambini poveri a Cartago.
Nel nostro Istituto sono stati raccolti circa 1.300
euro.
Grazie per la generosità mostrata dalle varie
componenti scolastiche.

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