Morea News giugno 2007

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Morea News giugno 2007
ANNO XXI - GIUGNO 2007
ORGANO QUASI UFFICIALE DELL'ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE, PER GEOMETRI E PER IL TURISMO “ALFREDO MOREA” DI FABRIANO
ITC News nasce il 25 dicembre dell'anno 0 (AC o DC?) in Palestina. Trova la sua prima diffusione nell'ambiente dei falegnami e per primo riporta la notizia della moltiplicazione dei
pani e dei pesci. Per la strana coincidenza con la vita di un famoso personaggio storico entra nel mito e diviene, nel 1990, la Bibbia dei giornalisti di tutto il mondo, ma continua a
mantenere la sua tiratura limitata per evitare di attirare l'interesse di Berlusconi. Abbonato semplice: 1 euro a copia. Sostenitore: 1 euro più IVA a copia. Tifoso: 1 euro più IVA
più IRPEG a copia. Ultras: 1 euro più IVA più IRPEG più ICI. I versamenti vanno effettuati sul C/C che potete trovare su ogni enciclopedia con la causale "Pro Redazione".
Paura e delirio a Llorett de mar
di Matteo Carovana
15 aprile ’07 ore 5:15,
finalmente le classi quinte
si sono riunite al parcheggio del Palaguerrieri, dove,
di lì a poco, sarebbero partite per la tanto bramata
gita a Barcellona; la maggior parte di loro ancora
porta i segni di un sabato
sera passato all’insegna del
divertimento. Appena il
pullman “dalle preziose
gemme” è partito, quasi
nessuno dava evidenti segni di vita; la quiete e la
tranquillità regnavano sovrane, fino a che la prof
Leoni non ebbe la geniale
idea di fotografare i presenti che, data l’ora e le
condizioni ancora pessime,
accompagnavano gli scatti
bisbigliando frasi del tipo:
“Ma porco…” oppure, “Ma
che…”. E così fino in Francia abbiamo praticamente
vegetato. Appena arrivati ad
Arles, in un albergo situato
in una landa sperduta tra
una natica e l’altra del mondo, ci siamo resi conto che
il paese transalpino è estremamente difficile, a causa
della carenza di bidet e di
uova non volanti, e, secondo Biocco, la pasta è
addirittura no!! Dopo una
notte trascorsa invano, siamo partiti alla volta di Llo-
rett de mar, località dove
abbiamo soggiornato. Rifocillati in albergo, siamo andati a visitare la ridente città di Tossa de mar che, ad
Gli attori del Morea hanno
finalmente sfondato...
La replica dello spettacolo “Nemico di classe”,
svoltasi al teatro Gentile lunedì 2 aprile, è stata ripresa dalla telecamera di RAITRE, i cui giornalisti hanno, alla fine, intervistato noi
giovani attori per conoscere le nostre emozioni.
Possiamo affermare di
essere diventati veramente
famosi, se è vero, come
dice Vasco Rossi, che basta poco, basta andare in
televisione… infatti siamo
andati in onda proprio su
RAITRE che ci ha dedica-
to più di dieci minuti di
trasmissione.
A parte tutto, ancora
una volta ci siamo convinti
che l’attività di laboratorio
teatrale è un valido strumento di formazione culturale e, perché no, professionale per chi intende proseguire questo percorso, ma
soprattutto umana, visto il
legame che si è stabilito
tra i componenti del gruppo, senza escludere i nostri
amici disabili, in questo
(segue a pag. 8)
essere sinceri, ricorda molto la costiera amalfitana
(non solo per la massiccia
(segue a pag. 16)
SOMMARIO
MAXI
ASSEMBLEA
2-3
STAGES
E GITE
SCOLASTICHE
4-8
I NOSTRI
PROGETTI
9-11
ATTUALITÀ
12-13
CINEMA
E MUSICA
14
SPORT
15
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GIUGNO 2007
MAXI A CONFRONTO
Un confronto tra maxi-assemblea I.T.C.G.T.” A. Morea” e maxi-assemblea I.T.I.S.”A.Merloni”;
a seguire un po’ di parole sull’autogestione 2006/07.
Ogni anno la maxi-assemblea si
fa strada nella cultura degli studenti del Morea. Non so con quale
strana e stravagante idea venga vista, ma il risultato è solo uno:
“caos”. Come tori imbufaliti, le
matricole si rincorrono per i corridoi dell’istituto, dando sfogo ai loro
istinti più reconditi; i corsi, una
volta progettati, non vengono frequentati oppure mandati alla rovi-
na più totale. Possiamo fermare
questa corrida?
Beh!?!.. Quest’anno volevamo
una maxi frequentata, una maxi,
come da compromesso tra studenti e prof., didattica, sicura e
rispettosa.
E così sembra che si sia compiuta; dai complimenti dei professori possiamo capire che l’autogestione continuerà ad esistere.
Diversi studenti mi hanno fatto
intendere che questa maxi aveva
molti difetti:«troppo corta», «pochi
corsi», «corsi non interessanti».
Bene, sono andato alla maxi dell’I.T.I.S. e, detto sinceramente, se vi
lamentate della nostra maxi, è perché non ne avete viste altre.
Ora vi rappresenterò, in questo
schema di confronto essenziale, le
differenze:
Maxi I.T.G.C.T. “A.Morea”
Maxi I.T.I.S.
-
- di due giorni
- nessun ultimo giorno di festa finale
- due, tre corsi (non ne ho visti di più nel mio
giro turistico)
- caos totale (persone che si ammassavano
nei corridoi)
- scarso interesse per alcuni corsi
- simpatico il corso di Pro evolution, che mi è
piaciuto particolarmente
di tre giorni più uno
ultimo giorno di festa finale
dodici corsi ben progettati ora per ora
pochi casi di ribellione contro la security
incontro con le star del Fabriano basket
che hanno spezzato l’andamento dei corsi
- scarso interesse per alcuni corsi
Schema liberamente ispirato alla vista dei fatti constatati.
Bene, io ho dato cibo al vostro
pensiero, ma ora pensate a quale
delle due avreste voluto partecipare
(questo per far capire a chi commenta, che i nostri rappresentanti
d’istituto hanno messo l’anima per
la maxi). Ma basta sparlare dei nostri cari amici dell’I.T.I.S., parliamo
di ciò che ha caratterizzato l’autogestione:
- Corsi vari e per tutti i gusti,
tipo: Musica – cineforum – estetista
– parrucchiere - dj mixing - torneo
di calcetto – Hollywood – brackdance – canto - fotografia…
- L’incontro con le star del Fabriano Basket che hanno portato
gioia nei cuori dei nostri studenti.
- Tre giorni più uno di maxi
spezzati dall’incontro con i giocatori di Basket, così da far riposare le
povere menti degli studenti dal troppo divertimento
- Dopo la festa dell’ultimo giorno della maxi, la scuola è rimasta
chiusa grazie alla festività del martedì grasso, così da dare agli allievi
dell’istituto un altro giorno di riposo, prima di ricominciare a studiare.
- L’ idea della security è piaciuta
a molti professori, dato che era ora
che qualcuno pensasse a mantenere
ordine durante la maxi (anche se
sono stato un po’ scettico sul funzionamento e l’efficacia dei gorilla
addestrati alla sorveglianza).
Con molta soddisfazione posso
dire che gli studenti si sono prodigati in modo esemplare, quindi agli
amanti di questo evento affermiamo
con sicurezza, che la maxi è prevista ancora per i prossimi decenni.
Andrea Pesce
(il vostro rappresentante d’istituto)
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It’s my job to keep punk rock “élite”
Di solito delle ricette migliori
vengono svelati tutti gli ingredienti
tranne uno, il classico ingrediente
segreto che va scoperto con una
adeguata nonché accurata degustazione. Io non vi dirò qual è l’ingrediente segreto della torta di nonna
MARIA, ma svelerò gli ingredienti
per un buffet di accordi in la minore. Necessari: due pedali, ottime distorsioni, cinque corde accuratamente scordate e un pizzico di sleppata;
ed ecco a voi servito il risultato di
due giorni di intenso lavoro.
Ovviamente non sto parlando del
corso di cucina della Maxi ’06/’07
(anche perché non c’era), bensì del
corso di musica, che, contro ogni
aspettativa, si è trovato un repertorio completamente inesistente.
Una volta giunti in un’aula si-
tuata nei meandri sperduti nella scuola, abbiamo dato vita agli strumenti,
credendo che saremmo riusciti a preparare tutte le canzoni decise in precedenza, ma a causa di un sovraffollamento dell’ “aula prove” e di una
reiterata carenza di chitarristi, ci sia-
mo dovuti arrangiare... arrangiando una canzone tutta nostra, anche perché ci siamo
ritrovati, il secondo giorno,
senza nulla di pronto. Allora
si è dato libero sfogo al folle
che è in noi. Direi che, con
solo cinque accordi, ce la siamo cavata e così, provando e
riprovando, accorciando e allungando, mettendo un assolo qua e là, si è raggiunto un
ottimo risultato (spero che voi
siate dello stesso avviso). Purtroppo, per fare tutto ciò, abbiamo
perso molto tempo; allora, per non
presentarci con un pezzo solo, abbiamo ripiegato su una canzone
punk già bella e pronta (Linoleum
dei Nofx), semplice ma, comunque,
molto energica. Anche se voi spet-
tatori non lo avete dato a vedere,
spero che vi siate divertiti.
Matteo Carovana
Una giornata con il Fabriano Basket
di Mara Galdelli
& Andrea Jachetta
16 febbraio: i rappresentanti d’istituto e tutti gli appassionati di basket
della nostra scuola erano in fibrillazione per la visita al nostro istituto
della squadra di pallacanestro del Fabriano Basket.
Alcuni degli organizzatori dell’assemblea, oltre ad essere eccitati, erano nevrotici e isterici per la massa di
studenti che, invece di attendere i
giocatori in auditorium, girovagavano per i corridoi.
Al loro arrivo, i giocatori ci hanno sovrastato subito con la loro altezza, riducendo psicologicamente i giganti della nostra scuola a dei semplici nanetti.
L’entrata in auditorium della squadra è stata caratterizzata dalla musica
che l’accompagna anche all’inizio di
ogni partita e da una standing ovation
di tutti gli studenti, un momento entusiasmante.
Una volta sul palco è avvenuta la
presentazione di ogni singolo giocatore, e in seguito il coach Cavina e il
dirigente Bartocci hanno rispettivamente spiegato il difficile ruolo di un
allenatore e la gestione complessa di
una società sportiva, quale il Fabriano
Basket.
Successivamente noi studenti ci
siamo suddivisi in tre gruppi, per avere l’occasione di avvicinare meglio i
giocatori, che, alternandosi, si sono
sottoposti alle nostre domande.
Infine il team, i ragazzi e alcuni
professori si sono recati in palestra
per una sessione di tiri ed una esibizione di schiacciate, alla quale hanno
partecipato alcuni alunni del MOREA
che praticano questo sport.
“Mi sono sentito osservato – ci
racconta Matteo Mearelli – avevo la
maggior parte della scuola che mi
guardava e ho avuto la soddisfazione
di riuscire a battere la giovane guardia Simone De Angelis nei tiri da tre
punti.”
La giornata si è conclusa con la
foto a centro campo del MOREA con la squadra. Grazie a questo incontro,
molti ragazzi si sono appassionati ancora di più a questo fantastico sport,
soprattutto la parte femminile della scuola è rimasta incantata da alcuni
elementi della
squadra, come il
giovane italo-argentino Federico
Mallon e il fisioterapista Gabriel.
Speriamo vivamente che i
nostri cari giocatori possano tornare a trovarci
anche
l’anno
prossimo. Ciao
guagliò!!!
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La classe 4at in stage a Rimini
Rimini: città dell’animazione turistica, città del
divertimento e delle vacanze, delle discoteche e
delle notti lunghe.
Sorge spontanea una domanda: ma che stage è
mai questo???
I nostri ragazzi del turistico sono convocati qui
per un durissimo orario (8.00/24) e, per una settimana, impegnati a studiare come si diventa animatori di villaggi turistici.
Il programma di lavoro ambizioso e ricco:
aerobica, baby-dance, balli di gruppo, tornei sportivi, teatro, cabaret e altro ancora.
I ragazzi si sono misurati proprio sul luogo
perché si sono improvvisati attori, organizzatori di
gioco e provetti ballerini.
Questo gruppo di lavoro comprendeva anche
una classe quarta di un tecnico commerciale di
Roma.
Tra tutti i ragazzi e i professori si è stabilita
un’immediata e reciproca amicizia, che ha permesso momenti di vera allegria, bravura nelle improvvisazioni, spontaneità nelle scenette organizzate
per divertire, come se fossimo in un vero villaggio
turistico.
Gli animatori, giovani e preparati, hanno saputo coinvolgere i ragazzi, hanno trasmesso loro
competenze e li hanno fatti divertire.
Nella mattinata di riposo abbiamo partecipato ad una lezione all’università dell’”Economia del turismo” di Rimini e siamo stati ricevuti dal
gentilissimo Preside di facoltà.
Siamo tornati a casa con un’altra nuova e grande esperienza professionale ed umana, infatti la bella amicizia nata con i giovani di Roma ancora
continua.
Firmato: Amara Maroua, Antoneac Mirela Adriana, Di Viesti Maria, Gordes Maria Alexandra, Micheletti Sabrina, Shkodra Xhoana,
Spadini Giorgia, Spitoni Sara, Paris Mara, Teodori Lucilla, Vici Camilla, Zingaretti Laura, Agostinelli Giacomo, Bucarelli Andrea, Kraiche
Achraf, accompagnati dalla fantasticissima Serenella Boldrini.
Oh, Venezia! Venezia...
Rieccoci di nuovo qua, tornati
dopo due giorni di “vacanza”; vi state
chiedendo dove siamo andati? (naturalmente la risposta è SI!!)…
Vi accontento subito: a Venezia.
Oh Venezia,Venezia…la città degli
innamorati…ma anche degli scalmanati come noi! I veneziani, infatti, hanno avuto l’ onore di ospitare le seconde classi dei geometri
il 27 e 28 aprile. In questi due giorni ci siamo goduti la città fra bat-
telli, gondole,monumenti e alcuni
hanno anche ricevuto un ricordino
dai veri abitanti di Venezia…i piccioni!!! Ma, dopo il giorno, viene
la notte, dove ogni scusa è buona
per far baldoria! Noi l’abbiamo vissuta tra salagiochi, risciò, e quant’altro sempre sotto la supervisione del centrocampista più forte del
centro Italia, noto come prof. Bedini e della nostra insegnante di
Inglese, prof. Janni.
Dopo questa avventura, ora arriva lo sprint finale, che speriamo
ci permetterà di ritrovarci l’anno
prossimo tutti in terza per un’altra
gita all’insegna del divertimento!
Laura Migliorelli
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“…la cabra, la cabra, la puta de la cabra, la madre
que la parió, yo tenía una cabra y la puta se murió…”
… E’ iniziato tutto una notte
fredda e buia di febbraio al PalaGuerrierieri di Fabriano, quando
un gruppo di allegre donzelle, dodici del terzo A e quattro del terzo
B Turistico, erano pronte ad affrontare quel lungo viaggio, che le
avrebbe portate alla scoperta di Salamanca.
Dopo quattro infinite ore di
pullman, sono arrivate all’aeroporto di Ciampino. Ah… prima di
continuare con il nostro racconto,
ci siamo dimenticate di nominare
le “care” accompagnatrici dell’avventura, la prof. Micozzi Patrizia e
la lettrice Lilia de León Silva…
come dicevamo, giunte all’aeroporto, dopo aver fatto il chek-in,
sono salite ansiose e timorose sull’aereo, dove alcune hanno subito
familiarizzato con “chicos espanoles” che hanno insegnato loro una
canzoncina dal tono goliardico, che
i giovani spagnoli cantano spesso
e che fa così:
“…la cabra, la cabra, la puta de
la cabra, la madre que la parió, yo
tenía una cabra y la puta se
murió…”.
Il volo è andato alla grande, ma
alla prima turbolenza, una ragazza
che vuole rimanere anonima,
Ylenia, ha seminato il “panico” tra
i passeggeri… emettendo un grido
liberatorio di paura!!!
Fortunatamente tutto si è risolto
con l’atterraggio all’aeroporto di
Madrid.
Dopo aver atteso l’arrivo delle
valigie, sporche e bagnate, sono
partite alla volta di Salamanca, con
al volante un simpatico autista,
Santiago. Arrivate in città, i loro
occhi si sono illuminati alla vista
del loro “facchino” personale,
Javier, immediatamente bersagliato
da battutine alquanto spinte…
Il soggiorno è proseguito nel
migliore dei modi: alle nove del
mattino iniziavano le lezioni di lingua spagnola presso il “colegio don
Quijote”, durante le quali hanno
appreso nuove strutture morfologiche, lessicali e approfondito moltissimi aspetti culturali relativi alla
vita quotidiana degli spagnoli.
Nella prima metà della settimana le giornate sono proseguite con
visite guidate della città, mentre
negli ultimi tre giorni si sono dedicate maggiormente all’assalto dei
negozi locali, per poi concludere le
serate nei migliori pub della città.
Il punto di ritrovo di tutti i ragazzi
era l’enorme “Plaza Mayor”, dove
era concentrata la maggior parte
della gioventù.
Non crediate, però, che sia stato tutto rose e fiori, la delusione
più grande è stata l’escursione alla
città di Avila, dove, dopo aver pagato una cifra piuttosto consistente, non sono riuscite a vedere niente poiché ogni luogo di interesse
era “cerrado” (chiuso)… le ragazze
deluse, stanche per la lunga camminata, e infreddolite (perché tra
l’altro la giornata non era delle
migliori), sono tornate al pullman
per far rientro nelle proprie case.
La tristezza collettiva è arrivata
il sabato mattina, quando hanno
preparato i bagagli carichi di souvenir e hanno dato un ultimo saluto
alle rispettive famiglie.
Il rientro è stato abbastanza tranquillo (forse perché la stanchezza
ha cominciato a farsi sentire…) e
tutto è andato liscio come l’olio…
dopo questa bellissima esperienza…
è dura tornare alla realtà di tutti i
giorni!!!
Le classi 3^AT e 3^BT
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Let’s go… to Florence!
“Ciuff Ciuff!! Il treno regionale proveniente da Ancona per Firenze delle ore 08.57 è in partenza dal binario 3”.
Noi ragazzi del 3°BT, insieme al prof. Nicola
Pagliuca, siamo partiti alla volta di Firenze l’8 maggio 2007. Inizialmente questa gita non sarebbe dovuta
essere una delle meglio organizzate, in quanto eravamo solo una parte della classe e soprattutto perché il
soggiorno sarebbe durato solo due giorni!! Nonostante tutto, grazie allo spiccato umorismo del prof. e alla
nostra voglia di divertirci, siamo riusciti a rendere la
gita entusiasmante!
Dopo cinque lunghe ore di treno siamo arrivati
nella città fiorentina. Depositati i bagagli in hotel (e
qui vi risparmiamo i dettagli!) ci siamo incontrati con
Domenique, colei che ci avrebbe fatto innamorare di
Firenze. Visitati ed ammirati i più bei monumenti del
centro storico della città, ci siamo dedicati allo shopping!! Tutti soddisfatti (a parte una nostra compagna
che non ha trovato le “Converse” bianche n. 37…) ci
siamo ritirati in hotel.
La serata è trascorsa alla grande, tra battute e Irish
Coffee, facendoci fortunatamente dimenticare una cena
indescrivibile!!! Dopo un risveglio devastante, ci siamo diretti al Museo del Bargello e dell’Opera del
Duomo. Purtroppo non vi possiamo raccontare niente
di più, per non farla troppo lunga... Il nostro viaggio
si è concluso con il rientro a Fabriano alle ore 21.45.
Azzurra Maggiori
Maruska Manuelli
Tre giornate tra storia, arte e paesaggi ameni
Giovedì 19 aprile, ore 5.08, partenza per una tre giorni in compagnia
degli alunni delle classi 2°,3°,4° A ragioneria per visitare, verificare, meravigliarsi di posti, di luoghi studiati sui libri.
L’Abbazia di Montecassino, la città di Pompei, le famose isole e la
costiera Amalfitana ci aspettano.
Siamo saliti fino a quota 520 m attraverso paurosi tornanti a picco sulla
pianura.
Bianca e maestosa ci attende l’Abbazia di Montecassino, distrutta diverse volte, ma sempre ricostruita.
La visione evoca subito i misteri descritti da Umberto Eco ne “Il nome
della Rosa”.
A Pompei, accompagnati da una guida dal linguaggio moderno e comprensibilissimo, ci aggiriamo tra cardi e decumani, anfiteatro e palestre,
case dei ricchi e strade piene di negozi: tintorie, bar, mc-donald, fast foods.
Ammiriamo il rosso, il nero e l’oro pompeiani.
Attraversiamo più volte sulle strisce pedonali!!!???....cercando di non
cadere, fino a visitare la parte più fallica??!! di Pompei…
Finalmente mettiamo
piede nella meta più ambita
degli studenti: l’albergo.
Albergo bello, nel centro di Castellamare di Stabia, piscina, discoteca, ristorante sontuosamente arredato, cibo ottimo, notti tranquille….
Zaino in spalla, costume
e infradito, traghetto veloce: Capri.
Siamo inebriati dai profumi dei gelsomini, dei pitosfori e di mille altri fiori
di cui l’isola è ricca.
Vegetazione lussureggiante, palme, ficus,
euphorbie, ginestre, rocce
dolomitiche a picco sul
mare.
Acqua splendida, tur-
chese, azzurra e c’è chi ha osato bagnarsi ai piedi dei famosi “faraglioni”.
Abbiamo visitato Anacapri, in
alto, ai piedi del monte Solaro.
Viuzze affascinanti, negozi pieni di profumi, dolcezze e liquori a
base di limoni.
Il giallo dei limoni è il colore che
ci cattura per tutto il periodo.
Finalmente attraversiamo la famosa “Piazzetta di Capri”, ma nessuno osa sorbire un caffè seduto ai
vari locali, lì affacciati.
Belle gigantografie dei personaggi illustri, che hanno vissuto alcuni momenti delle loro vite a Ca-
pri, campeggiano lungo le vie.
Capri era già stata l’isola preferita da alcuni imperatori romani, che
lì vissero a lungo.
Ultima tappa: Amalfi, (anch’essa città della carta), con la Costiera
Amalfitana ammirata dalla barca.
La tre giorni è stata animata dal
“GRUPPO ALCOLICO” che, in verità, non regge nemmeno l’acqua
minerale gassata.
Il viaggio di ritorno è stato delizioso e romantico, rapiti dalla visione del film:”C’è posta per te” con
Meg Ryan e Tom Hunks.
By Serenella
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“A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti”
di Ambra Traballoni
& Fabio Pellegrini
Dopo lunghe ed estenuanti
trattative con il buon Oliviero
Strona, la classe 4^AG è riuscita ad ottenere una gita.
Il viaggio d’istruzione era
previsto per il 7 e 8 maggio a
Firenze, capitale italiana della
cultura.
Tre ragazze e sette ragazzi,
al contrario del “Decameron”
di Boccaccio, siamo saliti sul
treno per sfuggire alla noiosa
vita scolastica.
Partiti all’insolita ora delle
8.57, il viaggio per il capoluogo toscano dura fino alle 13 e
qualche minuto.
Diretti ad incontrare la guida turistica, ci riposiamo qualche minuto in piazza del duomo, davanti al Battistero, chiamato così dai fiorentini poiché era l’unico luogo dove era
possibile battezzarsi.
La guida ci raggiunge poco
dopo, spiegando a noi tutti e
anche a chi non voleva saper-
Giornale a scopo didattico a diffusione interna all'Istituto Tecnico Statale Commerciale, per Geometri e Turismo "Alfredo Morea"
Charkaoui, Chiara Cofani,
Mara Galdelli, Matteo Micheletti, Elisabetta Migliaccio Tessitore, Laura Migliorelli, Martina Paparelli, Fabio Pellegrini,
Andrea Pesce, Sara Silvestrini.
Responsabili
Prof.ssa Regina Merloni
Prof.ssa Lucia Sentinelli
VIGNETTISTA:
Hajar Charkaoui
Stampa:
Arti Grafiche "Gentile" Fabriano
COMITATO DI REDAZIONE:
Eleonora Bartolucci, Francesca
Carletti, Matteo Carovana, Hajar
COLLABORATORI:
Prof. Serenella Boldrini, Prof.
Alberto Rossolini, Classi IIIAT,
IIIABT, IVAT, Silvia Ciccolini,
Giulia Fantini, Alice Fiorentini,
Andrea Jachetta, Azzurra Maggiori, Maruska Manuelli, Laura
Torbidoni.
lo, l’importanza del duomo e
del battistero stesso con diffusi accenni alla storia fiorentina, in particolare, riguardo all’importanza della famiglia
Medici, signori fiorentini dal
1434 al 1700 pur con varie
interruzioni. Analizziamo poi
il Duomo chiamato S. Maria
del Fiore, con particolare attenzione al maestoso campanile di Giotto.
La facciata esterna della
chiesa è in stile gotico, ci spiega la guida, ed è molto ornata,
cosa che poi non verrà ripetuta all’interno della stessa tranne che nella cupola del Brunelleschi.
Con passo svelto, ma poco
felpato, ci siamo diretti verso
la basilica di S. Croce, con
pit- stop rapido di fronte alla
casa di Dante Alighieri. La
basilica di Santa Croce ospita
le tombe dei più grandi protagonisti della storia italiana, ma
anche della letteratura e scienza come ad esempio: Dante,
Foscolo, Machiavelli, Galileo,
Alfieri e Michelangelo.
Successivamente ci siamo
recati in Piazza della Signoria
per ammirare il noto Biancone, che altri non è che la statua del dio Nettuno, le statue
di Ercole e Caco, la copia del
David di Michelangelo, ma
soprattutto la statua del SEOXSEO (36): ovvero la statua
del Perseo che, secondo la
mitologia greca, taglia la testa
al leggendario mostro Medusa.
Abbandonati alla nostra
sorte dalla guida che peli sulla lingua non aveva (difatti
era una persona molto diretta), ci siamo dati all’auto gestione della gita, dapprima
visitando il fiume Arno, quello della famosa inondazione,
poi inevitabilmente il ponte
Vecchio e tutte le sue oreficerie. La serata fiorentina prosegue di libero svago per i nostri dieci amici.
Il brusco risveglio mattutino, dopo una notte passata in
bianco, ha scosso tutta la compagnia.
Assonnati e poco vogliosi
di movimento, abbiamo visitato Palazzo Pitti e la sua Galleria Palatina, infinitamente
lunga e piena di affreschi e
quadri, ci costringeva ad una
mattinata in piedi o passata a
camminare.
Immediatamente dopo la
galleria, l’accompagnatrice
Miss Regina Merloni (voglio
il 7 solo per questo), che fremeva dalla voglia di vedere il
giardino di Boboli, è stata accontentata.
Pieno di vialetti e anfratti,
il giardino di Boboli è stato
descritto da “esperti del luogo” (alias Burattini) come similare ai giardini fabrianesi
(specifichiamo: quelli nuovi)
“due o tre prati e qualche pianta”!
Dopo cotale visita, strisciando poichè le gambe non
reggevano più, ci siamo affrettati a “intrenarci” di nuovo per la via del ritorno.
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GIUGNO 2007
DIVERTIMENTO SENZA FINE
di Chiara Cofani
& Martina Paparelli
Anche se svegliati con difficoltà
dai nostri genitori, ci siamo ritrovati
quasi tutti puntuali (persino Chiara
Carnevali), davanti al Palaguerrieri
alle 6.30, dove ci aspettava “un bellissimo pullman dotato di ogni
confort”…beh questo è quello che
diceva l’agenzia viaggi!
Anche se è durato poche ore, il
viaggio è sembrato un’eternità, dato
che l’autista andava peggio di una
lumaca. Finalmente arrivati alla meta
tanto attesa, cioè Bologna, e finalmente finite le due ore di visita con
la guida che ci ha mostrato il Palazzo Comunale, la fontana del Nettuno con le sue prosperose statue e le
torri pendenti, abbiamo incominciato a sentirci dei veri e propri bolognesi.
Mentre alcuni di noi sentivano
un forte buco allo stomaco, dei coraggiosi eroi hanno voluto sfidare i
500 scalini della torre degli Asinelli;
raggiunto l’obiettivo hanno ripreso
le forze e sono ritornati giù…anzi
no! per colpa di un “eroe senza
testa”, si sono dovuti fermare su
quelle ripide scale, per aspettare il
super Tiberini che doveva recuperare il suo super giacchetto aggrappato alle sbarre in cima alla torre.Gli
altri si sono recati in fretta e in
furia, sgomitando, al primo McDonald e ordinando tutto ciò che possedeva più di 2000kcal, poi sono
stati raggiunti dagli eroi. Nel pomeriggio ci siamo tuffati di nuovo in
quella bellissima e grande città piena di negozi, che tanto attendevamo
di ammirare.
Ma la parte più bella doveva
ancora venire, giunti davanti l’hotel
a Cervia siamo rimasti scioccati per
la maestosa bellezza di quell’edificio… che, se qualcuno non l’avesse
capito, faceva veramente schifo, ma,
con il nostro entusiasmo siamo riusciti a trasformare quella baracca in
castello dei divertimenti aiutati in
gran parte dal nostro compagno Visconti.
L’indomani mattina, svegliati ed
affamati, ci siamo recati di sotto con
l’acquolina in bocca, ma abbiamo
trovato solamente delle misere fette
di pane scongelate e delle scatolette
di marmellata di soli 0.2g. Il giorno
è stato dedicato alla visita di Sant’Apollinare in Classe, dei monumenti della cultura artistica bizantina e della tomba di Dante a Ravenna. Ma ci aspettava una serata piena
di emozioni, dato che dovevamo
andare in discoteca. Arrivati lì con il
pullman che lo stesso locale ha
messo a nostra disposizione, abbiamo incominciato a scatenarci in una
danza folle che ha coinvolto anche
le prof. Merloni e Carmenati, difficile da dimenticare! La notte per noi
era ancora giovane e, con il disappunto delle prof., abbiamo continuato a ridere, correre sui corridoi e
sbattere le porte, vero prof. Merloni?
Per concludere, possiamo dire
che Mirabilandia è una vera “figata”
e “toh!” a tutti quelli che non hanno
voluto partecipare!
Un finale tra gli applausi del pubblico
(segue dalla prima)
caso Maria Teresa, una ragazza dolcissima che ha collaborato con noi
per tutto il tempo della preparazione
del lavoro. Penso che l’emozione,
che si prova alla fine di uno spettacolo, costato anche tanto sacrificio,
oltre all’inevitabile divertimento,
quando il pubblico applaude calorosamente, non sia descrivibile a pa-
role, ma si possa solo capire provandola sulla propria pelle.
Per finire, un affettuoso e doveroso ringraziamento al Teatro Pirata
(Francesco, Grazia e Silvano), al
Dirigente Scolastico Prof. Oliviero
Strona, alla prof.ssa Merloni, che
hanno reso possibile il progetto, ma
non vogliamo dimenticare il tecnico
di laboratorio Luciano Maccari, che
ci ha assistito costantemente per tutta
l’attività fin dagli esordi.
Gli attori…
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Una classe senza limiti... la terza Z
cio Tessitore, Giulia Lazzari e Sara
Silvestrini la deridevano, ma che a
loro volta sono state chiamate “sfigate”, perché pensavano solo a cose
futili. In questa classe non manca
proprio nessuno, tipo Marianna
Rizzo che non è stata molto attenta
a prendere certe precauzioni e fra
poco si ritroverà immersa nei pan-
ni della 3°Z, perché sempre impegnata con i suoi beniamini della
3°A.
Ma chi è proprio fuori dalle
regole è Irma Schiavone, un tipo
tutta uomini e moto che, dopo aver
scritto il suo nome sul muro dell’aula, ha avuto la faccia di chiedere scusa alla prof.. Maria Teresa,
sferita a Rovigo; Giacomo si è
sposato con la sua compagna di
classe Chiara ed è proprietario di
una ferramenta; Chiara è a sua
volta proprietaria di un sexy shop,
ma si aspettava molto di più dal
leader della 3°Z; Federico si è sposato con una donna molto ricca;
Elisa è uscita dal tunnel della dro-
nolini. Sicuramente Caterina Spedaletti non ha fatto proprio lo stesso, tenendosi distante da tutti, mostrando i suoi guantoni rossi da
kick-boxing, per non parlare di
Andrea Ricci che, pur mostrandosi
un vero razzista, ha finito per sposare e avere figli da una donna di
colore. Chi veramente manca è la
prof. Martina Paparelli che, acidella che non c’è male, non è riuscita
a mettere in riga i suoi “cari” alun-
giudicata diversa ed evitata da tutti, in fin dei conti era l’unica sana,
che, grazie alla sua bontà, ha salvato l’intera classe, facendo così
continuare la vita di ognuno.
Dopo vent’anni: Elisabetta è
stata rinchiusa in una clinica psichiatrica; Irma è diventata un famoso avvocato; Giulia ha realizzato il suo sogno di diventare proprietaria di un centro benessere;
Sara, più volte divorziata, si è tra-
ga, ma per tirare avanti spaccia
ancora; Caterina, laureata con il
massimo dei voti, ha adottato una
bambina e gira il mondo con un
caravan; Andrea è partito per la
guerra e mai ritornato; Marianna
ha avuto cinque figli; Maria Teresa
è diventata un’attrice che gira il
mondo; la prof. Martina è andata
in pensione anticipata e se la spassa con un mulatto venticinquenne
ai Caraibi.
di Chiara Cofani
& Martina Paparelli
Sicuramente vi aspetterete un
articolo petulante che descrive quei
45 minuti durante i quali certi ragazzi fuori di testa hanno affrontato sopra un palcoscenico, più precisamente quello del teatro Gentile
un’impegnativa rappresentazione.
Invece vi sbagliate di grosso: siamo noi che dettiamo le regole, non
è più il solito giornalista con i suoi
“bla bla”… ora anche gli attori
scrivono e noi siamo l’eccezione
che conferma la regola. Sicuramente siamo di parte, ma possiamo
dire che è stata un’esperienza
unica…anche perché…nessuno di
noi voleva provare i pantaloni a
vita alta! Infatti, lo spettacolo, per
nostra sfortuna, era tratto da un
libro intitolato “Nemico di Classe”
ambientato negli anni ’80.
Lo spettacolo racconta della
3°Z, una classe “un po’ fuori dalle
righe”, basta solo vedere i suoi
comportamenti iniziando da Giacomo Agostinelli un vero e proprio
leader che, con il suo carattere prepotente è riuscito a organizzare
un’autogestione con i fiocchi aiutato dall’unico coraggioso, Federico
Tiz, che, con il suo concetto di
libertà, ha intrattenuto la classe per
pochi istanti, seguito da Elisa Puma,
che ha fatto riflettere sulle bellezze
della natura ormai perdute.
Poco dopo l’attenzione si è rivolta su Chiara Cofani che, innamorata persa di Giacomo, lo continuava a salutare non accorgendosi
che le compagne Elisabetta Migliac-
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SU LA GUARDIA
di Elisabetta Migliaccio Tessitore
“Su la guardia” è un progetto
teatrale, che la fondazione Exodus
di Jesi di don Mazzi ha proposto a
circa 4500 studenti delle classi terze e quarte superiori della provin-
cia di Ancona. Questo spettacolo
parlava della timidezza che è vissuta come un difetto, a differenza della prepotenza che spinge ognuno di
noi ad affrontare indirettamente un
continuo duello con gli altri.
Con la rappresentazione questi
giovani ci hanno voluto dire che
l’aggressività personale, la maggior
parte delle volte,si manifesta perché
ci si vuol difendere, pensando che la
difesa sia il miglior attacco.
Il titolo è un messaggio di provocazione ed è un invito a tenere la
guardia abbassata, lasciando che gli
altri ci aiutino, quando abbiamo qualche problema, anziché rifugiarsi nel-
SOLIDARIETÀ
AL MOREA
Grazie all’entusiasmo sempre
giovane della prof.ssa Carla Cherubini, quest’anno il nostro Istituto
ha pensato ad una iniziativa di solidarietà bella ed importante: l’adozione a distanza e il sostegno economico a bambini del Guatemala.
Don Victorio Sandoval Oscar, un
sacerdote guatemalteco che opera
nella nostra diocesi, è venuto a
trovarci per presentare la sua iniziativa, NINOS DE MAIS, una
onlus da lui fondata che vuole aiutare in modo particolare una cittadina del Guatemala, Santa Cruz
Naranjo. E’ un paese di circa 13.000
abitanti, con deficienze igieniche e
mancanza di scuole e insegnanti.
L’aiuto che possiamo dare dall’Italia consiste prima di tutto nell’adozione a distanza di bambini
per assicurare loro il necessario per
vivere e avere il materiale necessario per la scuola (quaderni, penne,
libri di testo ecc.). Il contributo
mensile è di 25 euro. Fino ad oggi
solo il IIIAG e il IIIBT hanno
accolto e inviato una somma per
assicurare un semestre di adozione.
(L’impegno è per almeno un anno).
A loro va tutta la nostra ammirazione.
Le necessità di Santa Cruz sono
tante, manca un ambulatorio medico, mancano la scuola e i maestri
che possano insegnare, mancano le
strutture sanitarie e quelle igieniche, pubbliche e private.
L’invito è ancora valido per tutte le classi e per tutti gli alunni. Se
sappiamo dare continuità a questa
iniziativa, credo che potremo presto vedere anche i risultati e capire
quanto sia importante privarsi di
un caffè al giorno per dare il necessario a bambini che hanno tutto il
diritto di vivere una vita degna di
essere chiamata umana.
Don Victorio e i suoi amici ci
aspettano in Guatemala per vedere
e fare amicizia con questi bambini.
Don Alberto
l’alcool o nella droga, come spesso
avviene.
Tutti i ragazzi, che hanno realizzato lo spettacolo, hanno avuto
problemi di questo genere e le loro
testimonianze facevano accapponare la pelle, soprattutto quando parlavano della sofferenza che hanno
provocato ai propri familiari; tutto
questo mi ha fatto riflettere tantissimo…
Un altro appuntamento con questi ragazzi è avvenuto il 27 aprile
ad Ancona a cui hanno partecipato
delle rappresentanze di studenti delle scuole della provincia di Ancona, tra cui anche la 3AR.
Stando alle loro testimonianze
si sono divertiti, anche se affermano che è stato più emozionante e
costruttivo lo spettacolo e il dibattito che si sono tenuti precedentemente nella sala Ubaldi di Fabriano.
Un’altra esperienza che la nostra scuola ha organizzato per sensibilizzare gli studenti al problema
della tossicodipendenza, è stata la
visita alla comunità di don Gelmini
ad Amelia.
In questa comunità ha suscitato
particolare interesse la presenza di
uno zoo, con animali di ogni specie
tra cui anche un canguro, dove gli
ospiti della comunità prestano il
loro servizio, che rappresenta una
delle tante attività che loro svolgono.
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I PROGETTI DEL IVAG MINUTO PER MINUTO
di Sara Silvestrini
Quest’anno i ragazzi della
IV^AG sono stati molto impegnati,
anzi, che dico, iperimpegnati con
vari progetti multidisciplinari. Alcuni li definiscono: “i più impegnati” altri “gli sgobboni”, infatti sì!
Non si fermano mai… Già dall’anno scorso abbiamo visto questa clas-
se all’opera e quest’anno la rivediamo con altri progetti, come ANMIL,
API e UNIFABRIANO e per concludere il corso di topografia e fotogrammetria… In cosa consistono?
Beh, presto detto! Il progetto ANMIL ha reso questa classe la prima,
nel nostro territorio, a entrare in un
cantiere, precisamente in quello della nuova piscina di Fabriano, per
vedere come deve essere tutelata la
sicurezza…Certo la sicurezza, al
momento, era tutto ok! wow! I nostri ragazzi si sono stupiti! Ma dopo
5 minuti che erano andati via l’ingegnere, i due signori dell’ASL (che
periodicamente fa dei controlli) e
tutte quelle persone che la facevano
rispettare, i nostri mitici ragazzi hanno trovato i lavoratori senza caschi
né protezioni…ahahah!!! Comunque
avete capito che questo progetto è
stato fatto perché, prima o poi, i
nostri ragazzi, partendo da quelli
del primo al quinto geometri passati, presenti e futuri, che proseguiranno nel loro campo, dovranno far
rispettare le leggi come la 626 e la
494… E uno è fatto!!! Il progetto
API, che la IV^AG porta avanti con
la II^AG, è sul risparmio energetico. Quindi hanno partecipato a un
concorso: si è trattato di calcolare i
consumi energetici nel nostro istituto, per mettere in atto un sistema
che consenta di risparmiare energia.
Dall’analisi è emerso che consumiamo molta corrente vista l’innumerevole quantità di computer, quindi,
per favore, quando non serve, spegniamoli e non lasciamoli in standby!!! A questo punto hanno iniziato a pensare alle fonti rinnovabili
che li potessero aiutare per realizzare il progetto dentro il budget prestabilito di 25˙000 euro che se, e
solo se, vincessero il concorso, potrebbero realizzare realmente…in
bocca al lupo raga!!! Allora che
c’entra il progetto UNIFABRIANO??? Questo progetto è denominato “I giovani talenti” ed è servito
a progettare un impianto fotovoltaico per accedere al “conto energia”,
vale a dire a dei fondi erogati dallo
Stato per promuovere l’uso delle
fonti rinnovabili. Dai, un ultimo
sforzo, siamo arrivati alla fine con
il corso del prof. Anderlini Fabio.
Sono stati realizzati 3 progetti: il
primo per la costruzione di un marciapiede che parte dal semaforo vicino ai vigili del fuoco e arriva allo
stop di lato alla scuola; il secondo è
quello desiderato dalla professoressa Boldrini cioè quello di un campetto di atletica leggera vicino a
quelli di calcio e basket; il terzo e
non il meno importante è di dare la
“quota” alla stazione GPS (cioè a
quel triangolino bianco posizionato
sopra il nostro tetto!)… Il IV^AG
merita sicuramente un ringraziamento insieme con il II^AG e i professori Anderlini, Rosati e Tognoli che
hanno lavorato tanto alla formazione
dei ragazzi e a favore del nostro
istituto.
Ravazzini batte Pagliuca 10 a 1
Dopo il noto professore Nicola Pagliuca (ultimo acquisto del
nostro Istituto), anche se solo per
tre settimane, un altro giovane,
anzi giovanissimo “ruba cuori” si
è aggirato nei nostri corridoi nel
mese di marzo. Stiamo parlando
del bel professore
Claudio Ravazzini!
Dieci ragazze su undici
hanno risposto Ravazzini al test
“l’uno…o
l’altro?”.
Ma noi, il
bel professore, l’abbiamo intervistato…
Nome?
Claudio
Cognome?
Ravazzini
Età?
24 anni (25 l’8 maggio)
Sesso?
Vedi m’po’ te…
Fidanzata o… fidanzato?
Sa in questo periodo…(ride)
libero!
Quale professore sta sostituendo?
Tomassini
Cosa insegna?
Disegno tecnico… o almeno
ci si prova!
Come si trova in questo Istituto?
Con quali classi?!
No, scherzo, abbastanza bene
con tutte, mi dispiace molto di
non poter portare il quinto geometri in gita
Cosa pensa del nostro preside? Risponda sinceramente
…diciamo molto attento alle
richieste degli alunni!
E’ “favrianese”?
Si!
Favorevole o contrario…
Ai dico:
Favorevole
Alla guerra in Afghanistan:
Contrario
Al bullismo nelle scuole:
Contrario
Alla corruzione in parlamento:
Contrario.
Alla liberalizzazione delle
droghe leggere: …
E di quelle pesanti:
No, queste no!
Vasco, Ligabue o…la “giovane” Milva?
Vasco!
Acqua santa o fuoco e fiamme?
Fuoco e fiamme! Ti sembro
uno da acqua santa io???
Com’è andata la laurea?
Abbastanza bene…110 e lode!
E come ha festeggiato?
…non mi ricordo!!!
Un voto a questa intervista?
Ottimo, anche se abbiamo
avuto poco tempo.
Noi abbiamo finito, grazie
per la sua attenzione.
Fatemi correre in quinto se no
si scannano!
Francesca Carletti
& Sara Silvestrini
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GIUGNO 2007
IO, GIOVANE E LA FAMIGLIA
di Giulia Fantini
Uno dei più importanti valori morali, la famiglia, ha subito nel corso
del XX secolo profonde trasformazioni. Agli inizi del Novecento si parlava
di famiglia patriarcale, dove i ruoli
erano esplicitamente distinti:il capofamiglia era l’uomo, che pensava a lavorare e a mantenere la famiglia economicamente, mentre la donna si preoccupava delle faccende di casa e della crescita e dell’educazione dei figli.
I rapporti con tutta la parentela erano
ben saldi e fortemente uniti dalla morale cristiana.
A partire dagli anni Cinquanta la
famiglia tradizionale ha cominciato a
conoscere notevoli mutamenti, dovuti
soprattutto ai cambiamenti della società e all’emancipazione femminile.
Proprio la donna, negli ultimi decenni
con il riconoscimento dei diritti fondamentali si è sempre più inserita nella società, ma al di fuori dell’ambito
familiare. Infatti partecipa all’attività
lavorativa, alla vita politica, insomma
alla vita sociale.
Oggi giorno l’istituzione familiare
è argomento di vivaci discussioni. Ne
parla l’uomo di strada, ne parlano gli
esperti di diritto, ne parlano i religiosi
Eccoci. Siamo tutti così toccati
moralmente dai problemi delle persone
del mondo che hanno meno di noi e ci
diciamo che noi non possiamo farci
nulla perché siamo distanti, e non ci
accorgiamo che potremmo comunque
fare molto per chi non è poi così lontano, che vediamo ogni giorno, e invece
di avvicinarci, passiamo loro davanti
senza neanche guardarli: i disabili, coloro che non hanno scelto di essere
così, ma la vita lo ha imposto loro e
non possono fare niente per cambiare.
Eppure sono persone come noi: respirano, mangiano, hanno dei bisogni come
tutte le persone normali, ma soprattutto
sentono, avvertono se intorno hanno chi
li ama o no. Cercano il nostro sguardo,
mentre passiamo per la strada, e noi lo
neghiamo perché non riusciamo a vedere al di là di noi stessi…
Una persona con dei problemi fisici, spastica, handicappata, down, vorrebbe essere come noi, ma noi spesso ci
mostriamo insensibili… Evitiamo qualsiasi tipo di contatto con loro, non vogliamo il peso di un disabile sulle spalle, ci rovinerebbe la vita… Ma ci sono
persone che questo peso lo sostengono
e non si rovinano la vita. Non lo hanno
deciso loro, è stato il destino, ma ora
non possono proprio tirarsi indietro. I
genitori dei disabili non hanno chiesto
di avere un figlio così, con dei problemi, eppure esiste, e loro hanno tutti i
giorni il dovere di prendersi cura di
lui… C’è chi scappa, chi abbandona
addirittura suo figlio da piccolo, sapen-
e ne parliamo noi giovani. La famiglia
è l’istituto, la società più piccola che
esista, ma anche la più importante.
Purtroppo, molte persone, affrontano
il matrimonio in modo sbagliato, intendendo la famiglia non come dovrebbe essere.
Molte persone arrivano al matrimonio impreparate, convinte che
l’esperienza, derivata dagli anni, possa
loro permettere di superare i vari problemi che via via si presenteranno.
Molte persone si trovano a sposarsi
per motivi indipendenti dalla loro volontà, altre si sposano solo per motivi
d’interesse, pensando che si possa condividere la vita con una persona che
non si ama, che non si stima, ma che
è in grado di permettere un alto tenore
di vita. Questo ed altre cause portano
poi al fallimento del matrimonio, o al
formarsi di famiglie senza amore, senza stima reciproca. Oggi si parla di
divorzio, di limitazione delle nascite.
Io sono favorevole al divorzio. Non
vorrei essere fraintesa, sono favorevole al divorzio perché comprendo che,
a volte, è necessario, che bisogna dare
la possibilità ad una persona di rifarsi
una vita. Quando un nucleo familiare
si scioglie, non sempre la colpa è di
entrambi, ed allora non si può condannare una persona a restare sola tutta la
vita perché il coniuge ha sbagliato. Da
credente considero la famiglia qualcosa di sacro, ma, nonostante ciò, quando l’amore, la stima, la collaborazione
vengono a mancare, io mi domando
perché due persone devono restare insieme. Molti dicono che se i genitori
si separano, i figli soffrono. Non sono
del tutto d’accordo con questa affermazione, poiché credo che quei figli
che vedono i loro genitori discutere
tutto il giorno, che vedono condurre
una vita indipendente l’uno dall’altro,
che vedono i loro genitori avere relazioni extra-familiari, risentano di questa situazione. Forse sbaglio, sono giovane, senza esperienza, vissuta sempre in una famiglia in cui regna la
tranquillità, in cui il pericolo della
separazione non si è mai mostrato e
forse non posso capire a fondo questo
problema, però penso che il divorzio
sia a volte necessario, anche se comporta numerosi pericoli. Il divorzio
potrebbe contribuire, in effetti, a formare la concezione sbagliata secondo
cui il valore della famiglia non è poi
tanto importante. Se si dovesse sbagliare, c’è sempre il divorzio.
lo non so se mi sposerò, ma se
dovesse giungere il giorno in cui mi
vorrò sposare, vi giungerò preparata,
dopo aver valutato tutti i problemi. Sì,
anch’io commetterò errori, nessuno è
infallibile, ma farò il possibile perché
questi siano pochi.
Vi sono istituzioni che preparano
al matrimonio, alla vita in comune,
all’importanza della famiglia, alle responsabilità verso i figli, ma pochi
sono coloro che le frequentano, convinti di poter fare da soli. Bisognerebbe svegliare nella mente umana quella
parte di coscienza che, a volte, resta
assopita, bisognerebbe far capire alle
persone che la vita è una cosa importante, che la famiglia è qualcosa di
meraviglioso, ma che richiede tanti
sacrifici, tante rinunce e pure in cambio dà doni impagabili. Se si riuscirà
a far capire ciò, il divorzio non farà
più paura, sarà solo il mezzo che potrà permettere ad una persona di rifar-
UN FILM PER IMPARARE
do che non avrà mai un futuro, fregandosene di tutto quello che sarà di lui,
“tanto non avrà mai una vita normale…”. E forse è vero che loro non
avranno mai una vita normale, ma ci
sono persone che non si tirano indietro
e crescono i propri figli anche se hanno
dei problemi, con tanto amore, forse di
più che se fossero sani e liberi. Sono
persone, genitori da ammirare, che
non si sono fermati all’apparenza
di un figlio che non sarà mai come
gli altri, e lo crescono, gli danno la
forza di lottare e vivere! Perché la
loro vita non è sprecata; è comunque inevitabilmente diversa… Hanno sempre bisogno di qualcuno che
stia loro vicino, perché da soli non
possono vivere, dipendono in qualche modo da qualcuno. Purtroppo
la maggior parte dei disabili non
ha la capacità di vivere da sola,
hanno bisogno continuamente di
aiuto. E oltre ai genitori che si
prendono cura di loro, ci sono molte
altre persone disposte a dar loro
una mano. La scuola cerca di sensibilizzare i ragazzi, anche con la
visione di film, come nel mio caso,
quando ho assistito alla proiezione
di “Mai più come prima”, in cui tra
i personaggi c’era un ragazzo disabile che non voleva la pietà della
gente, voleva la loro amicizia, essere trattato normalmente e divertirsi
come tutti i ragazzi della sua età. I suoi
genitori lo trattenevano, a volte si vergognavano di lui, avevano paura di
lasciarlo da solo e lui continuava a
cercare la sua indipendenza.
Certi genitori di disabili tendono a
proteggere i loro figli in modo sbagliato, tenendoli in casa, avendo paura di
si una vita se, per disgrazia, si accorgerà di essersi sbagliata. L’altro grave
problema riguarda la tendenza a fare
sempre meno figli, problema grave,
problema urgente.
Viene spontaneo dire: se si mette
al mondo un figlio, bisogna accettarne
le conseguenze. D’accordo, ma spesso
il bambino giunge indesiderato non
per paura dei sacrifici, ma perché si
comprende che non potrà essere allevato o per difficoltà finanziarie o per
età avanzata, o per altri gravi motivi.
Anche la limitazione delle nascite
presenta dei pericoli, si rischia di allontanarci da quello che è il fine primo del matrimonio, la procreazione.
Pure per questo problema penso
che bisogna prima cercare di far capire ciò che ho detto riguardo al divorzio ed allora anche la limitazione delle
nascite non rappresenterà un grave problema, non servirà per permettere ad
una persona di sfuggire alle proprie
responsabilità. La famiglia vuole dire
tante cose: amore, bambini, collaborazione. A volte i bambini mancano, ma
l’istituzione familiare può essere ugualmente bella, e poi ci sono tanti bambini abbandonati, vittime innocenti di
famiglie mal formate, vittime che ancora esistono.
Io vorrei dire a tutti i giovani e
non giovani che la soluzione a questa
crisi è in noi. Siamo noi che dobbiamo riscoprire l’importanza di questo
valore, del ruolo della famiglia nella
società, che un tempo era fondamentale per la crescita.
Bisogna coinvolgere le coppie del
terzo millennio a far sì che la famiglia
sia il punto di partenza per lo sviluppo
e l’evoluzione della società futura.
ciò che potrebbe fare la gente nei loro
confronti, come evitarli, e allora ci starebbero male. “Se è il corpo quello che
conta, allora io valgo a metà…”. Questa frase detta da lui, ragazzo spastico,
nel film colpisce molto. Anche se il
loro corpo non permette di fare ciò che
vorrebbero, hanno un loro cervello, capiscono ciò che è la realtà e, quando un
compagno di scuola non vuole star loro
vicino, non vuole condividere nulla con
loro, lo capiscono e stanno male. I
ragazzi non vogliono avere a che fare
con i disabili e si trovano a disagio in
loro presenza o li prendono in giro. Si
sentono notizie sui giornali di persone
che picchiano i down, ma com’è possibile? Quello che importa oggi ai ragazzi è non avere problemi e stare vicino
ad un disabile, ne può dare molti.
Ma non capiamo che basterebbe un
gesto, una parola, per farli sentire parte
di noi, per renderli felici! E’ tanto chiedere così poco?! Si spera che molti
ragazzi capiscano tutto questo, e aiutino volentieri le persone che possono
averne bisogno. Intanto io auguro a
tutte le persone del mondo di avere il
coraggio di andare avanti, di crescere
un figlio disabile in modo dignitoso,
insegnandogli le stesse cose che si insegnerebbero a un bambino normale, di
non avere pena per loro, ma rispetto,
che è la cosa più importante. Impariamo ad ammirare i disabili, perché anche con tutti i problemi, hanno la forza
e la volontà di VIVERE!
Alice Fiorentini
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EUTANASIA: la vita è un diritto o un obbligo?
di Laura Torbidoni
Ci sono realtà ad alcuni sconosciute che altri, invece, conoscono
fin troppo bene, situazioni di forte
disagio e sofferenze che portano a
scelte estreme, forse discutibili, ma
che meritano comunque tutta la nostra attenzione.
Sono scelte difficili da prendere, soprattutto quando si tratta di
dover fare una legge che disciplini
la materia in questione : l’eutanasia.
È stata la lettera al Presidente
Napolitano di Piergiorgio Welby ad
accendere il dibattito; in quella lettera raccontò: “la giornata inizia
con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il
filtro umidificatore e il catheter
mouth; trascorre con il sottofondo
della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri assimetrici,
pulizie personali, medicazioni, bevute pulmocare”. Termini medici a
noi incomprensibili, ma che sicuramente ci danno l’idea
che di vita ce n’era davvero poca.
A Piergiorgio Welby
è stato staccato il respiratore artificiale dal medico anestesista Mario
Riccio il 20 dicembre
2006. La domanda che ci
si pone è se sia giusto
prolungare ad oltranza la
vita delle persone, ritardando solamente il momento della morte. Welby era affetto da distrofia muscolare, da
trent’anni non camminava, da venti non poteva
più scrivere, da dieci gli
era possibile mangiare
solo grazie ad un alimentatore; in
totale stato vegetativo, dunque e
perfettamente consapevole della
ODE ALLA VITA
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine
ripetendo ogni giorno gli stessi
percorsi
chi non cambia la marca
chi non rischia e cambia colore
dei vestiti
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente
chi evita una passione
chi preferisce
il nero sul bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto
che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno
battere il cuore davanti
all’errore e al sentimento
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia
la certezza per l’incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta la musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli si chiede
qualcosa che non conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre
che essere VIVO
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.
Pablo Neruda
sua situazione.
È giusto far sopportare un tale
calvario o è necessario che una legge permetta loro di poter scegliere
della propria vita?
Il 67% degli italiani sostiene di
essere favorevole all’eutanasia e il
4% dei rianimatori interpellati ha
che continuare a rimandare la morte, perdendo giorno dopo giorno la
dignità umana.
La Chiesa è contraria, comprensibilmente, ma l’Italia è uno stato
laico e non tutti gli Italiani sono
cattolici. Sulla base di questa affermazione si può facilmente dedurre
dichiarato di praticarla illegalmente.
Le opinioni espresse dal mondo
politico e religioso sono tante e discordanti così come innumerevoli
sono i problemi etici.
La Chiesa è ovviamente contraria all’eutanasia in quanto la vita è
sacra, è un dono di Dio e solo lui
può riprendersela; con questa pratica si infrange il naturale desiderio
di vivere.
Alcuni uomini di Chiesa, sempre contrari all’eutanasia, si sono
espressi tuttavia contro l’accanimento terapeutico: è il caso di Paolo VI che a suo tempo affermò:
“In tanti casi non sarebbe una tortura inutile imporre la rianimazione vegetativa, nell’ultima fase di
una malattia incurabile?
Il dovere del medico consiste
piuttosto nell’adoperarsi a calmare
la sofferenza, invece di prolungare
più a lungo possibile, con qualunque mezzo e a qualunque condizione, una vita che va naturalmente
verso la sua conclusione”.
In Italia lo stato giuridico di chi
pratica l’eutanasia è pari a quello di
chi commette un omicidio volontario, ma con attenuanti; per quanto
riguarda il suicidio assistito il reato equivale ad istigazione al suicidio punibile dai 5 ai 12 anni di carcere. L’argomento è quindi molto
complesso, soprattutto per un medico che riceve richieste di aiuto
contrarie al giuramento di Ippocrate (V sec. A.C.) : “non somministrerò mai ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale né suggerirò un tale consiglio”.
Ma non si possono ignorare richieste di tal genere, richieste di uomini e di donne che non hanno più
una vita degna di questo nome e
che preferiscono morire piuttosto
che lo stato deve dare la possibilità ai suoi cittadini di poter compiere delle scelte sulla propria vita.
Sarà poi discrezione dei singoli
individui decidere sulla base della
propria coscienza, dei propri ideali e credenze.
Tuttavia c’è da porsi il problema che il paziente potrebbe non essere in grado di esprimere la sua
volontà e la decisione potrebbe essere presa dai suoi familiari; cosa
succederebbe se ciò che viene deciso per lui non è conforme alla sua
volontà?
E se alcune persone approfittassero dell’eutanasia solo per potersi
liberare di quel “peso” che tutti i
giorni devono accudire, come si fa
con un bambino non ancora autosufficiente? Sarebbe come celare
dietro la maschera che l’eutanasia
offre l’occasione di commettere
impunemente un vero e proprio
omicidio.
Di qui l’esigenza del cosiddetto testamento biologico con cui la
persona, capace di intendere e di
volere, nel pieno delle sue facoltà,
dichiari ciò che vorrebbe fosse fatto
nel caso in cui sia impossibilitato
ad esprimere le sue volontà. Il potere di decidere sulla vita deve essere solo del malato e nessun altro
può intervenire in merito.
Se scegliere di morire sia giusto eticamente non si può dire, in
quanto la visione delle cose cambia da persona a persona, sulla base
di ciò che ciascuno ritiene più opportuno.
La vita è un diritto sempre e in
ogni caso, purchè non si trasformi
in un obbligo imposto da uno stato
che non prende decisioni in merito, costringendo a vivere il malato
nella consapevolezza di non avere
più speranza di guarigione.
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GIUGNO 2007
Spider-man 3, un film che delude
Detta semplice, il film non è dei
migliori tra quelli della famosa casa
di fumetti MARVEL. La complessità del film si intuisce subito dai
titoli introduttivi molto “pieni”, mi
verrebbe da dire, di effetti speciali.
La trama logica dura fino a circa mezz’ora, per poi far sopraggiungere almeno tre linee narrative
che, in ordine, si diramano da quello che era un filo del film interessante. Il fuggitivo Sand Man cerca
la cura per la sua figliola ammalata
e , dopo aver acquisito dei super
poteri , si dà alla pazza criminalità.
Harry Osborn invece si diverte a
volare sull’aliante della “Oscorp
Industries” nel vano tentativo di
vendicare il suo malvagio padre.
Spiderman si trova sull’orlo del
tracollo, abbandonato dalla sua dolce metà e, soppiantato nel lavoro,
cede alla massa informe che ha
preso il controllo della sua mente,
massa informe che altri non è che
Venom, il famosissimo cattivo della saga a fumetti.
Intrecci poco saggi e poco elaborati fanno del film,che doveva
essere a mio avviso “ UN SEQUEL
DI ALTRI TEMPi”,una vera e propria bufala,che cerca di ammassare
in un terzo film tutto l’eroismo che
Spiderman “DEVE”, secondo i registi, dimostrare, mentre già nel
primo e secondo si era apprezzata
l’umanità in un super eroe diverso
ma soprattutto in un super eroe
adolescente. Poco spazio in due ore
e venti minuti di film per il perso-
naggio noire che è Dark
Spiderman,toglie tutto il fascino di
un personaggio che “TRASCINA”,
nel vero senso della parola tutto il
pubblico, che si chiede in continua-
zione la prossima mossa dell’eroe
cattivo e senza risentimenti,cosi
come NESSUNO era stato abituato
a vedere nel primo e nel secondo
episodio.
Peter Parker/Spider-Man
Tobey Maguire
Anno:
2007
Mary Jane Watson
Kirsten Dunst
Nazione:
Stati Uniti d’America
Harry Osborn James Franco
Gwen Stacy
Bryce Dallas Howard
Distribuzione:
Columbia Tristar
Durata: 156'
Flint Marko/Sandman
Thomas Haden Church
Eddie Brock/Venom
Topher Grace
Data uscita in Italia:
01 maggio 2007
Genere:
avventura
Regia:
Sam Raimi
Sceneggiatura:
Ivan Raimi
Alvin Sargent
Sam Raimi
Fotografia:
Bill Pope
Musiche:
Christopher Young
Montaggio:
Bob Murawski
VOTO DELLA CRITCA: 3/5
VOTO PERSONALE: 2
IL MONDO STA CAMBIANDO!!!
di Andrea Pesce
Il mondo sta cambiando !!!
Oppure è rimasto sempre
come da divine molecole creato?
Non credo!!!
Oggi ogni persona che si
rispetti in società ascolta musica. Ma quale tipo di musica?
Di certo musica composta
da computer e remixaggi di
altre strofe create da cantautori che hanno fatto la storia
della nostra Italia.
Le famose Garage-Band
(piccoli gruppi musicali ispirati alla realizzazione di musica punk o trash, si riunivano
genericamente in dei sudici
garage, così da prendere que-
Vasco:
“Voglio le
Marche!”
sto aggettivo piuttosto cittadino), che si formarono per imitare i più grandi musicisti, oramai sono scomparse , sostituite da singole persone che, grazie ad un PC ben dotato, possono creare canzoni di successo (se così possono essere chiamate) ripetendo ottave in successione. Diventa anche tu famoso; basta
un click ed avrai soldi con una massa di
ammiratori zombie
(corpi vuoti senza alcun pensiero, dato
che il cervello se lo
sono giocato all’ ultima botta di cocaina)!!!
Vorresti essere
così ?...
Detto sinceramente i molti soldi allettano, come la moltitudine di fans, ma
preferisco di gran
lunga a chi si scopre
musicista dal giorno
alla notte, chi grazie
al sudore , calli sulle
dita ed interi pomeriggi “sprecati” alla
realizzazione di can-
zoni originali, sogna di essere
acclamato dai successori di Ozy
Osborn.
E’ ora che il mondo musicale cambi (come tutto il resto)…
Ritornino i veri musicisti a
cambiare il pianeta!!!
(W gli Slipknot)
di Eleonora Bartolucci
La rock-star italiana più
seguita dai giovani, aveva pronunciato proprio, queste parole in un’intervista, rilasciata a “Speciale tg1”, dove aveva manifestato il desiderio di
poter fare delle prove per il
suo prossimo tour proprio a
Fabriano, città che era già
stata protagonista, nel 2003,
di un precedente concerto e
delle emozioni che il Blasco ci
fa condividere quando canta
le sue canzoni più belle…
Quest’anno non verrà a
Fabriano, ma nel nostro capoluogo, Ancona.
I biglietti sono già andati
tutti venduti, anche se il concerto ci sarà a luglio.
Infatti è proprio il concerto di Vasco che ha lasciato
tutti senza parole perché a distanza di 10 giorni dall’apertura delle prevendite c’è stato
subito il tutto esaurito. Molti
sono stati i delusi che in questi giorni sono andati alle prevendite e si sono sentiti dire:
“I biglietti sono terminati!”…
Allora via, notte e giorno su
internet per cercare di rimediarne uno.
Molti ragazzi si sono fatti
prendere dal panico, dalla
paura di non essere presenti
in quell’occasione speciale.
In conclusione, possiamo
dire che non c’è rimasto altro
che cominciare a fare il conto
alla rovescia, ripassare tutte
le canzoni e sperare solo che,
arrivato il giorno del concerto, non ci prenda il mal di
gola…
Altrimenti resteremo SENZA PAROLE…
GIUGNO 2007
PAG. 15
That’s amore for sports...
di Mara Galdelli
& Serenella
That’s amore for football…
Quattro salti in palestra: palla al
centro campo, le squadre si fronteggiano per decidere chi batte la
palla… “Petto o coscia?” ops…
Scusate “Testa o croce?”
Scherzi a parte, con molta serietà e professionalità i nostri ragazzi hanno partecipato ai Campionati Sportivi Studenteschi con
notevoli risultati. Per la prima volta abbiamo avuto una rappresentativa maschile Juniores d’atletica
leggera alla fase invernale Indoor,
svoltasi in Ancona nel nuovo palazzetto Indoor. Le difficili prove
di Corsa Campestre della fase co-
munale hanno visto cimentarsi
molti coraggiosi alunni, pronti ad
affrontare percorsi lunghi e accidentati.
Ecco i partecipanti in ordine
d’arrivo:
- per le allieve (1° e 2° classe):
Buratti, Domi e Cicconcelli.
- per gli allievi: Regini, Franco
e Signorelli.
- per le juniores (3°,4° e 5°
classe): Pedica, Palazzi e Caporali.
- per gli juniores: Altarocca,
Ruiu e Lampa.
Gli alunni che si sono posizionati 1°, 2° e 3° hanno partecipato
alla fase Comunale.
- per le allieve: Buratti Erica
- per gli juniores: si sono classificati 3° come gruppo (Barocci,
Ramos, Mearelli e Petti)
Si sono svolte anche le fasi
comunali e provinciali dei giochi
di squadra sia femminili che maschili (pallavolo e calcio A4/A5).
- per la pallavolo allieve: si
sono classificate 2° alla fase Comunale. (Moretti, Poeta, Latini,
Galdelli, Cimarra, Ciccolini e Cicconcelli)
- per la pallavolo allievi: si
sono classificati 1° alla fase comunali e 2° alla fase provinciale. (Marani, Marcucci, Sepe, Florentin e
Coicchia)
- per la pallavolo juniores femminile: si sono classificate 2° alla
fase comunale. (Palazzi, Bianchi,
Setaro, Maldoni e Belardinelli)
- per la pallavolo juniores maschile: si sono classificati 3° alla
fase comunale. (Patrignani, Ricci,
Pellegrini, Jachetta e Marini tutti
componenti del 4AG)
- per il calcio A5 allievi: si
sono classificati 1° comunali e 2°
provinciali (Regini, Signorelli,
Sepe, Paolini, Martinelli, Cola,
Adorisio, Tritarelli e Costarelli)
- per il calcio A4 juniores femminile: si sono classificate 1° alla
fase comunale, 1° alla semifinale
Provinciale a Jesi e 3° alle provinciali di Ancona. (Bianchi, Palazzi,
Merravi, Belardinelli, Maldoni e
Sacchè)
- per il calcio A4 juniores maschile: si sono classificati 3° comunali (Alessandrini, Altarocca,
Lampa, Lucernoni, Cofani, Agostinelli e Mattioli)
Abbiamo avuto dei partecipanti
anche alle gare d’atletica leggera di
Furio sempre in sfida!
Come ogni anno il prof Furio
Bedini è stato sfidato da una classe
del corso geometri per una partita a
calcetto; il 10 maggio è stato il 1AG
a tentare la fortuna contro il campione del Morea che proprio in quella data ha compiuto gli anni (non
dichiarabili!).
Il 2°BG naturalmente non poteva mancare a questo evento quindi
alla terza ora ci siamo recati al campetto della scuola per accogliere il
nostro prof; appena uscito dallo spogliatoio (con tanto di divisa da vero
professionista), è stato accolto da
vero macho. Guidati dalla più accanita fan di Bedini, la prof Leoni, c’
La squadra
“…ed ora fa parte delle colonne
dell’istituto…”
“era il miglior attaccante
del centro Italia…”
è stata una vera e propria standing
ovation con tanto di canzoncina di
auguri per caricarlo ancor di più.
……………………….. PHIPHIPHI.
Ecco il fischio che dà inizio a
questo imperdibile match. “La palla è a Bedini, ecco ora passa ad un
suo compagno, ritorna a Furio che
con un abile mossa schiva un suo
avversario…… Eccolo, è lui, è davanti alla porta…… Tira…….. (momento di suspence)………. Ed è
GOOOOOOOOOOOO OAAAA
AAAA ALL LLLLL…. Portiere
spiazzato, pubblico in delirio e l’eugubino vince ancora!
Con questa schiacciante vittoria
di 15 a 7, Furio Bedini conferma la
sua fama di centrocampista più forte
del centro Italia; logicamente la sua
scalata al successo non è finita qui,
ma continuerà ad anno nuovo e con
sfidanti nuovi. Ce la faranno i prossimi a batterlo? Questo ancora non
lo sappiamo, ma la cosa certa è che
noi saremo lì a fare tifo per lui.
Laura Migliorelli
& Silvia Ciccolini 2°BG
“…ma il condor colpisce ancora,
portando a casa 17 gol,
contro i 5 degli avversari!”
Fabriano.
- per le allieve:
Bartolucci Eleonora classificata
3° ai 100 m
Buratti Erika classificata 2° ai
1000 m
Pedica Michela classificata 3°
ai 1000 m
Porcarelli Jessica classificata 2°
al salto in alto
Galdelli Mara classificata 1° al
lancio del peso
- per gli allievi: Regini Francesco classificato 1° ai 300 m, Marani Lorenzo classificato 2° al lancio
del disco
- per le juniores: Spedaletti
Caterina classificata 2° ai 110 m ad
ostacoli, Bianchi classificata 3° ai
100 m
- per gli juniores: Trottini Marco classificato 3° ai 100 m
Si sono classificati alla fase
provinciale tutti quegli studenti che
si sono piazzati al 1° e 2° posto.
- per gli/le allievi: Galdelli
Mara classificata 5°, Buratti Erika
classificata 5°, Marani Lorenzo
classificato 13°, Regini Francesco
classificato 6°
- per gli juniores: Trottini Marco classificato 5°.
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GIUGNO 2007
Reportage da Barcellona
presenza di provenienti dal mezzogiorno italiano). E così i giorni sono trascorsi in fretta tra le
opere d’arte del suolo iberico,
tra cui quelle più rappresentative
di Gaudì, tipo la Sagrada familia
e il parco Guell, opere architettoniche di elevatissima caratura
che fanno venire la pelle d’oca,
anche il camp Nou (stadio del
Barça) non è da meno, viste le
sue imponenti dimensioni, che
lo fanno sembrare un moderno
colosseo, e la storia che ha vissuto. Se i giorni passavano in
fretta, le notti volavano inesorabili, tra luci psichedeliche e fiumi di sangria, sì, perché la notte
a Llorett de mar ti costringe a
uno stato di paura e delirio difficile da spiegare, con una concentrazione di vibrazioni estremamente positive dove anche la
persona più timida perde ogni sorta di freno inibitore, almeno esteriormente… anche i professori se
la so fatta pià, beh, seguendoci quasi discretamente nei locali più disparati.
Ancora prima che ce ne rendessimo conto, eravamo già in viag-
La Redazione
del “MoreaNews” augura
un “in bocca al
lupo” a tutti i
maturandi, in
particolare a
Matteo Carovana e Matteo
Micheletti che
hanno collaborato per il giornalino fin dal
primo anno.
“Ad maiora”,
ragazzi!!!
gio per Sanremo, dove abbiamo
passato gli ultimi momenti della
fatidica gita. Appena arrivati a Fabriano, visto che era sabato sera,
molti sono usciti direttamente tentando di riprovare quella paura e
quel delirio che hanno reso questa
esperienza indimenticabile.
Matteo Carovana

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