La Carta di Lampedusa

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La Carta di Lampedusa
La comunità lampedusana è da circa 20 anni che accoglie in modo esemplare i
migranti che giungono sul suolo della propria isola, dimostrando all’Italia e al mondo
intero cosa vuol dire accoglienza, sopperendo molte volte alle lacune e mancanze
delle istituzioni pubbliche, a volte andando anche contro alle politiche anti
immigrazione del politico di turno, e alle scellerate decisioni di qualche governo che,
pur di ottenere dei compensi economici europei e per opportunismo politico, non
ha esitato a far sopportare tutto il peso dell’immigrazione del Nord Africa, a questa
comunità, distruggendo quell’economia che a costo di grandi sacrifici e nel corso del
tempo, gli imprenditori lampedusani erano riusciti a costruire, per il bene proprio,
dei propri familiari, e della società tutta, senza l’aiuto di chicchessia, ma soltanto con
il proprio sacrificio e abnegazione al lavoro.
E nulla o quasi hanno avuto in cambio, anche se la molla che ha spinto i lampedusani
ad aiutare, accudire, prestare soccorso ai migranti non è stato il miraggio di una
ricompensa, ma il loro senso civico, l’innata accoglienza, l’immedesimarsi con chi sta
come o peggio di noi, tante volte sono state aperte le porte di casa per invitarli a
tavola , tante volte è partita la gara di solidarietà per raccogliere indumenti e
coperte, tante volte si è scesi in piazza a manifestare per e con loro, per la difesa dei
loro diritti, per far avere loro un trattamento umano, degno di una nazione civile.
Il centro di accoglienza di Lampedusa è un CSPA (Centro Soccorso e Prima
Accoglienza) e non può e non deve accogliere i migranti per periodi di lunga
permanenza; non può perché non attrezzato, non dotato delle strutture minime atte
a garantire un lungo soggiorno in condizioni umane dignitose, non deve perché per
regolamento i migranti possono essere ospitati in detti centri per massimo 96 ore,
non deve perché inadatto.
Nell’ultimo anno sembrava che la macchina della gestione del flusso dei migranti
funzionasse, che finalmente si fossero adottate, da parte delle istituzioni competenti
tutti i meccanismi per la gestione ordinaria del fenomeno, ma è bastato l’arrivo di
un centinaio di migranti in più del normale, perché tutto si inceppi, perché si torni
all’emergenza; è inammissibile e non più sopportabile che si faccia ricadere sulla
società lampedusana, le incompetenze, gli errori, i ritardi delle istituzioni preposte
alla gestione dell’immigrazione.
Ancora una volta, l’impressione che noi riceviamo, è che cambiano gli uomini
preposti ma non le metodologie, cambiare tutto perché nulla cambi, ancora una
volta si impone alla nostra comunità di sopperire al mancato trasferimento in
idonee strutture dei migranti e a tutto ciò che esso comporta;
Per il rispetto delle esigenze della nostra comunità, che non devono e non vogliono
entrare in conflitto con quelle dei migranti, per la salvaguardia della economia
dell’Isola, non vogliamo una guerra tra poveri, cogliamo l’occasione per far presente
alcune criticità dell’isola di Lampedusa.
Come è ben noto la principale risorsa di questa piccola comunità, oltre alla pesca, è
il turismo, settore in crisi, oltre che per la crisi economica nazionale e internazionale,
nel nostro caso per i fatti legati all’immigrazione avvenuti nel 2011 i cui effetti si
sono protratti anche negli anni successivi, con gravi perdite economiche.
La cattiva gestione del centro di accoglienza, per il continuo soprannumero, le
ultime immagini relative alla disinfestazione, che hanno fatto il giro del mondo,
hanno gettato discredito sulla gestione dei migranti e reso vani i messaggi positivi di
salvataggio e accoglienza lanciati in questi ultimi tempi dall’attuale
amministrazione.
L’operazione MARE NOSTRUM, ha dimostrato che quanto richiesto da anni, dalla
nostra comunità, se si vuole, è possibile realizzare, e mi riferisco all’immediato
soccorso in mare, data la presenza costante di varie unità navali, e al loro
trasferimento direttamente in Sicilia, evitando così sia il disagio di lunghe ed
estenuanti permanenze in un centro inadeguato e il ripercuotersi della cattiva
informazione sull’isola di Lampedusa.
Per un accoglienza dei migranti degna di questo nome, per il rispetto che questa
gente merita dopo una traversata in cui ha rischiato la vita, chiediamo il loro
immediato trasferimento nei centri CARA, appositamente creati ed idonei a
permanenze di più lungo periodo.
A tutt’oggi l’unico aiuto che la comunità lampedusana ha ricevuto è stato la
sospensione dei tributi per gli 2011 e 2012, ma che alla fine si è rivelato un
boomerang per le aziende, infatti non prevedendo il decreto, la rateizzazione dei
tributi alla scadenza, le aziende sono state intimate a regolarizzare l’arretrato in
un'unica soluzione.
Il sistema sanitario dell’Isola:
per prima cosa ci permettiamo di segnalare che a causa della riduzione delle ore di visita
degli specialisti che settimanalmente vengono da Palermo, le code di attesa per una visita
specialistica si sono notevolmente allungate, e tenuto conto delle specificità di
Lampedusa, un isola molto distante dalla terraferma, non possiamo neanche rivolgerci al
privato, a meno di non sostenere dei costi altissimi, legati al trasferimento e
pernottamento, costi che non tutti gli isolani sono in grado di sostenere.
Il potenziamento della Guardia Medica, che al momento deve servire sia per le persone
residenti che per l’eventuale arrivo dei migranti, nel cui caso ci ritroviamo scoperti dal
servizio, dato che l’unico medico deve provvedere all’emergenza.
La mancanza di personale medico ed infermieristico per poter fare l’assistenza domiciliare
integrata ai malati oncologici.
La mancanza di apparecchiatura per la TAC, obbliga a recarsi a Palermo, sarebbe
opportuno la creazione di un fondo ad hoc, per contribuire alle spese che si sostengono e
l’esenzione dai ticket.
La mancanza di una sala parto, che costringe le partorienti e i suoi familiari a recarsi fuori
dall’isola per poter partorire, con costi esorbitanti di albergo e ristoranti.
Continuita’ territoriale
In considerazione che molte delle nostre trasferte a Palermo sono per motivi medici
(analisi, interventi chirurgici e ricoveri, visite specialistiche, TAC, etc. etc.) già costose di
per sé, a cui negli anni, abbiamo sempre dovuto sommare il costo non indifferente del
trasferimento aereo, questo ulteriore aggravio di spesa e di disagio ci penalizza
ulteriormente nella fruizione di servizi nei confronti della totalità degli italiani.
Se deve essere garantita la continuità territoriale, deve esserla ad un costo ragionevole.
L’incertezza dei collegamenti dovuti alla mancanza di un contratto di appalto, per almeno 3
anni, infatti sono anni che viene dato il servizio in proroga, non consente una
programmazione turistica, e ciò causa la mancanza di prenotazioni.
Collegamenti navali
Ancora oggi assicurate da navi vetuste, che una volta per maltempo, una volta per
guasto, una volta per motivi contrattuali, non garantiscono i collegamenti e le scorte di
materiali di cui abbiamo necessità, e non ultimo i costi alti dei trasporti che incidono sui
pezzi finali delle merci, un esempio è il costo delle bombole i gas.
Viabilità
Le nostre strade sono ridotte in una continua alternanza di buche, con grave rischio
per l’incolumità pubblica.
Istruzione
È da 2 anni che i nostri ragazzi sono costretti ad effettuare i corsi pomeridiani, in
“aule” di fortuna, e dislocate in giro per l’isola.
Angelo Mandracchia
Presidente dell’Associazione Imprenditori Lampedusa _____________________________