Centro INMP - Sezione Sicilia - Società Italiana di Medicina Tropicale
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Centro INMP - Sezione Sicilia - Società Italiana di Medicina Tropicale
ARNAS - Azienda di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione P.O. Civico e Benfratelli Centro INMP - Sezione Sicilia Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della povertà PALERMO tel. 0916664603 – 0916664554 Oggetto: Report attività sanitaria svolta a Lampedusa come medico INMP dal 22 Agosto al 28 Agosto 2011. Durante l’attività sanitaria svolta a Lampedusa come Medico Internista (specialista in Medicina delle Migrazioni, Medicina tropicale e Salute internazionale ) ho avuto modo di visitare i migranti ospiti presso i due centri di accoglienza gestiti da Lampedusa Accoglienza e di assistere a diversi sbarchi di migranti provenienti dalla costa tunisina. Ho avuto modo di constatare le precarie e indecenti condizioni igienico sanitarie in cui vivono i minori non accompagnati ospitati nella Ex base Loran: nei giorni in cui ho visitato il centro erano presenti 176 ragazzi di cui 16 ragazze, molte provenienti dalla Nigeria, alcune solo tredicenni. Le ospiti di sesso femminile vengono alloggiate al piano inferiore vicino agli ambulatori, nel tentativo, quasi sempre fallimentare, di evitare situazioni di promiscuità con i coetanei ospitati al piano superiore. Non vengono forniti preservativi per non incentivare una eventuale possibile attività sessuale tra i giovanissimi ospiti del centro La struttura della ex base Loran è fatiscente, assolutamente non idonea ad assicurare un’accoglienza dignitosa per ragazzi minorenni che necessitano di tutela socio-sanitaria e giuridica. Nelle stanze al piano inferiore, adibite all’ospitalità delle ragazze, i materassi di gomma piuma luridi e malconci, sono buttati sul pavimento senza coprimaterasso o lenzuola se non quelle di carta, che però non vengono cambiate e rifornite quotidianamente ma periodicamente. Le ospiti lamentano carenza di acqua corrente. Durante un’intervista fatta da una nostra mediatrice culturale, un ragazzo togolese parla della sua pregressa recentissima storia di tbc polmonare malcurata in Libia a causa delle rivolte. Grazie ad una immediata e fattiva collaborazione con il medico e l’infermiere del centro il paziente viene trasferito prontamente al Poliambulatorio per eseguire indagini diagnostico strumentali adeguate al caso. Nel centro in atto risulta difficile, se non impossibile, mettere in isolamento casi sospetti di patologie trasmissibili per via aerea. Il paziente dopo avere eseguito le prime indagini in pronto soccorso è stato immediatamente trasferito presso un reparto di malattie infettive palermitano per proseguire un appropriato iter diagnostico terapeutico Ho eseguito intradermo reazioni secondo Mantoux a tutto il personale venuto in contatto con il sospetto caso tbc, in attesa di avere riscontro microbiologico dell’espettorato. Nessuno dei test è risultato positivo. In atto risulta impossibile per i sanitari di Lampedusa Accoglienza e per quelli delle varie ONG, avere una tracciabilità dei migranti già trasferiti in altri centri per minori non accompagnati della Sicilia. Nonostante l'ufficio immigrazione abbia creato un badge per ogni migrante con generalità ed eventuali problematiche cliniche, il personale sanitario di Lampedusa accoglienza (e tantomeno il personale delle ONG) non è mai al corrente della destinazione dei vari gruppi di migranti trasferiti in Sicilia; tutto ciò naturalmente assume enorme importanza in caso ci sia la necessità di effettuare uno screening o una profilassi. Presso il CPSA in contrada Imbriacola vengono ospitati tutti i migranti provenienti dalla costa tunisina, indipendentemente dall’età e dalla propria storia personale. I minori non accompagnati provenienti dalla costa tunisina vengono ospitati in un’ala del centro, separati dagli adulti e vicini ai gruppi familiari. Molti minori camminano scalzi per il centro sia dentro i dormitori che fuori all’aperto. Alle domande fatte sul motivo per cui erano scalzi, tutti hanno risposto di aver perduto le proprie calzature durante il viaggio per mare e che nessuno aveva fornito loro altre scarpe, una volta sbarcati sull’isola. Anche presso questo centro le condizioni igienico sanitarie sono molto scadenti: i minorenni sono ospitati in camerate con letti a castello, anche in questo caso privi di lenzuola di stoffa e frequentemente anche di lenzuola monouso. Anche in questo centro risulta impossibile effettuare un isolamento sanitario efficace in caso di sospette patologie infettive a trasmissione aerea. La collaborazione con i medici del centro è stata ottima e fattiva: per ogni caso segnalato puntualmente gli operatori sanitari hanno fornito una adeguata risposta terapeutica o hanno programmato un iter diagnostico presso il poliambulatorio. E’ stata accolta bene la proposta fatta da un operatore di Save the children, di raccogliere almeno due volte al giorno le singole richieste di coloro che vengono ospitati nell’area adibita all’accoglienza dei migranti di sesso maschile di maggiore età. In quest’area del centro la tensione emotiva e lo stress degli ospiti è sempre altissima a causa delle scadenti condizioni igienico sanitarie e del frequente sovraffollamento. Durante gli sbarchi al molo Favarolo ho potuto constatare, e mi sembra importante sottolineare, l’ottimo spirito collaborazione con il personale sanitario dell’ASP, dell’ente gestore dei centri e delle altre ONG presenti sull’isola. Nonostante il modello di percorso socio-sanitario comprenda Un primo intervento di accoglienza e triage , collocato direttamente all’arrivo delle imbarcazioni, realizzate sul molo da personale medico e paramedico (CRI, Protezione Civile, GdF, PS, ASL, INMP Sicilia, Medici senza Frontiere) il TRIAGE clinico per selezionare le persone da inviare direttamente alla Struttura di Accoglienza (Centri di Primo Soccorso e Assistenza-CPSA, Centri di AccoglienzaCDA; Centri Accoglienza per Richiedenti Asilo-CARA; Centri Identificazione Espulsione-CIE) L’assistenza di II livello avviene per coloro che necessitano di un intervento sanitario urgente con ricovero in idonea struttura di cura Il successivo lavoro di assistenza sanitaria svolto presso l’ambulatorio INMP funzionalmente collegato alle Strutture Sanitarie dell’ASP di Palermo. Risulta effettivamente impossibile eseguire un buon triage clinico da parte dei sanitari delle varie ONG presenti al molo Favarolo per diversi motivi : I migranti appena sbarcati vengono messi in fila per uno a fare una passerella veloce dando agli operatori sanitari e ai mediatori culturali appena il tempo di domandare, al passaggio, come stanno, di vedere se hanno difficoltà a camminare, se presentano ferite, di chiedere quanti anni hanno a quelli che sembrano più giovani. Man mano che le nostre domande incalzano le forze dell’ordine li fanno accelerare, li accompagnano velocemente al pullman che li porterà al Centro d’accoglienza. In atto non è possibile visitare i pazienti in nessun luogo: l'INMP non ha a disposizione sul molo né una sedia, né una barella, né un luogo appartato dove poter fare una fugace visita o una medicazione. Le forze dell’ordine assumono frequentemente un atteggiamento intimidatorio nei confronti degli operatori sanitari presenti sul molo non permettendo di fatto di eseguire il triage. Il giorno 24 agosto 2011, alle ore 21 circa, si è svolto uno sbarco di migranti presso il Molo Favarolo di Lampedusa. Si trattava di un gruppo di 57 migranti magrebini di sesso maschile e di giovane e giovanissima età tra i quali anche minori non accompagnati, tutti in apparenti buone condizioni di salute. Durante l’attività di triage e di prima assistenza sul molo come medico dell’INMP, sono stata aggredita verbalmente e fisicamente da un agente di polizia in borghese che ha fatto vedere il proprio distintivo solo in un secondo momento e su mia esplicita richiesta. Il poliziotto mi ha strattonata allontanandomi dal paziente che stavo visitando insieme ai colleghi di Medici senza Frontiere, non permettendo di svolgere le normali attività di triage clinico sul molo. Il paziente, che presentava un importane traumatismo all’articolazione del ginocchio sinistro e una ferita lacero contusa all’arto superiore destro, necessitava di essere trasportato presso il Pronto Soccorso per ulteriori accertamenti diagnostico strumentali, ma è stato costretto con la forza a seguire il poliziotto fino al pullman che lo avrebbe trasportato al CPSA. Il poliziotto ha continuato ad inveire verbalmente contro gli operatori INMP e MSF dicendo che non aveva tempo da perdere. Questo gravissimo episodio , non motivato da una particolare tensione dovuta allo sbarco che si stava svolgendo in modo sereno e rapido, viste le buone condizioni di salute in cui sono giunti i migranti, potrebbe compromettere l’importante lavoro svolto da Istituzioni Nazionali come l’INMP durante gli sbarchi. Il coordinatore sanitario INMP a Lampedusa, dott. Giustino Strano, ha prontamente denunciato l’episodio durante una riunione con le altre ONG e con le forze dell’ordine, in presenza del Capo della Polizia, dott.ssa Acca. Proposte per migliorare la sperimentazione di modelli gestionali nell’accoglienza di migranti giunti sulle nostre coste tramite sbarchi: allestimento di una struttura presente al molo Favarolo dove poter effettuare il triage clinico. Tale struttura dovrebbe essere a disposizione di tutti gli operatori sanitari presenti sul molo indipendentemente dall'ente di appartenenza e interdetto alle forze dell'ordine e agli operatori non sanitari di Lampedusa accoglienza adottare delle procedure di triage scritte e condivise da tutti gli operatori sanitari in modo da ridurre la possibilità di ingerenza da parte degli operatori di Lampedusa accoglienza; adottare procedure specifiche per migranti vulnerabili: vittime di tortura, vittime di violenza sessuale, vittime di tratta. Non esiste in atto, nei questionari INMP, un item che metta in evidenza un eventuale pregresso periodo di detenzione in patria o durante il percorso migratorio né una domanda esplicita su eventuali maltrattamenti subiti prima durante o dopo il viaggio . Grazie al lavoro e alla dedizione dei bravissimi mediatori culturali dell’INMP il questionario diventa spesso uno strumento che mette in evidenza storie di violenze o di patologie a forte impatto sociale, ma troppo spesso le notizie raccolte dalle interviste rimangono solo delle note scritte ai margini del questionario senza che vengano trasmesse ai centri clinici INMP dedicati alla presa in carico delle vittime di tortura e dei minori non accompagnati. migranti vulnerabili: segnalazione immediata dagli operatori sull'isola alle strutture dedicate a vittime di tortura e minori non accompagnati con particolari vulnerabilità di INMP Sicilia al fine di permettere una presa in carico nel momento in cui i migranti vengono trasferiti in Italia. tracciabilità degli ospiti dei centri lampedusani: tutto ciò naturalmente assume enorme importanza sia per rintracciare i migranti vulnerabili segnalati sia in caso ci sia necessità di effettuare uno screening o una profilassi. Invitare tutti gli operatori presenti sul molo e nei centri d’accoglienza , comprese le forze dell'ordine, ad una alfabetizzazione antropologica culturale e comunicativa per un approccio alla popolazione migrante che non offenda la loro dignità di esseri umani . l'INMP si potrebbe fare promotore di tale alfabetizzazione transculturale attraverso corsi di formazione di breve durata sulla relazione e la comunicazione transculturale e sulle procedure e i protocolli operativi da adoperare al momento degli sbarchi e dei trasferimenti. programmare Briefing ogni 2 settimane con tutte le ONG presenti a Lampedusa e con i medici di Lampedusa Accoglienza e del Poliambulatorio con una supervisione esterna al fine di governare il livello di allerta e di stress tra gli operatori presenti sull'isola da mesi e di ridurre il rischio di burn out. Palermo 30 Agosto 2011 In fede Dott.ssa Giuseppina Cassarà Responsabile dell’ambulatorio per le vittime di tortura e tratta INMP Sicilia