Il Sole 24 Ore - Comune di Savignano sul Rubicone

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Il Sole 24 Ore - Comune di Savignano sul Rubicone
COMUNE DI SAVIGNANO SUL RUBICONE
Mercoledì, 09 luglio 2014
Mercoledì, 09 luglio 2014
Prime Pagine
09/07/2014 Prima Pagina
1
Il Resto del Carlino (ed. Forli)
09/07/2014 Prima Pagina
2
La Voce di Romagna (ed. Forli)
Comune di Savignano
08/07/2014 Cesena Today
3
Edilizia scolastica: per Forlì­Cesena in arrivo 2,5 milioni dallo...
09/07/2014 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 10
5
Fondi per le scuole: 2,5 milioni in zona
09/07/2014 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 17
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PIN­UP DJ IN STILE RETRÒ
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 5
7
Scontro auto moto, ragazza di 27 anni trasportata al Bufalini in gravi...
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 9
PASOLINI ERMANNO
Un gol per ricordare Cali e fondi raccolti per beneficenza
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 17
9
Le storie animate di Lionni per i bambini.
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 9
CAPPELLI QUINTO
«A cavallo di Nobile percorro la montagna: la sua bellezza si rivela...
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 15
MASCELLANI GIACOMO
L' ex Nuit diventerà un parcheggio
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 15
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Stignani confermato alla guida dell' Adice
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 23
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PASOLINI ERMANNO
Archeologia, un tema da mettere a 'fuoco'
09/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 33
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15
L' incidente Investita e sbalzata dalla scooter, ferita ma salva
09/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 33
16
Via Rio Salto Nuova viabilità Partita la sperimentazione
09/07/2014 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 33
17
La sexy pin­up del nuovo millennio arriva al Retrogusto Questa sera in...
Comune di Gatteo
09/07/2014 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 10
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Il 'Giro' in rosa saluta Pantani
Comune di San Mauro Pascoli
09/07/2014 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 17
19
La musica anni Ottanta vale il record per San Mauro
Pubblica Amministrazione
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2
PAOLA FICCO
Dalle emissioni all' Aia alla Via: regole in continua evoluzione
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3
DAVIDE COLOMBO
«Solo con lo sviluppo pensioni sostenibili»
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3
PAOLO BRICCO
Consumi ai minimi da 10 anni
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3
PAOLA FICCO
Il sistema «chiede» maggiore razionalità
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 4
FRANCESCO PETRUCCI
Autorizzazione integrata con validità per dieci anni
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
ROSSELLA BOCCIARELLI
Ecofin all' Italia: priorità alle riforme
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
BEDA ROMANO
Ma sull' applicazione del Patto il negoziato è partito in salita
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
NICOLETTA PICCHIO
«Attuare subito l' Agenda, in gioco un punto di Pil»
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
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Mercato unico e regole certe la richiesta delle imprese
PAOLA FICCO
Un «permesso» unico per recupero e smaltimento
«Superare il Sistri con un nuovo sistema»
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Il Registro fotografa le caratteristiche delle scorie
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7
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«Digitale fuori dal patto Ue»
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6
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Dalla flessibilità margini minimi, resta la carta investimenti
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 5
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JACOPO GILIBERTO
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09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7
GIANNI TROVATI
In 420mila hanno pagato «a vuoto»
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 9
50
Per i telefonini smaltimento senza acquisto
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 11
PAOLA FICCO
Fuori dalla platea del Sistri le imprese...
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 11
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 11
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Possibile trasferire la black box
ALESSANDRO ARONA
Ance: nel 2014 un calo del 2,5%
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13
LUIGI LOVECCHIO
Triplo criterio di calcolo con variazioni comunali
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18
AMEDEO SACRESTANO
Debiti estinguibili da tracciare
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 33
LUCA DE STEFANI
Professionisti, previdenza sempre più cara
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 4
EMILIO GIOVENTÙ
Renzi: riforme in Italia e Europa
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 5
GOFFREDO PISTELLI
Fassina contro Luigi Berlinguer
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 11
GIORGIO PONZIANO
Una Pcd' I forma gli eurogrillini
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 26
SIMONA D' ALESSIO
Ok al credito del 65% a favore della cultura
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 31
ANTONIO G. PALADINO
Centrale unica acquisti senza scappatoie
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 31
MATTEO BARBERO
Pagamenti p.a., sconti Patto da
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 32
Appalti supermonitorati
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 32
Autoriforma del sistema camerale
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 38
Aziende tlc insieme in Europa
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72
75
77
80
81
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Milano lascia Equitalia
09/07/2014 Italia Oggi Pagina 31
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Agli sportelli Cdc il pieno di pratiche
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 34
61
63
No Tax Area più larga e via l' Irap
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 32
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«Speciali» esclusi dal prelievo
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 13
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Per gli esentati nessun contributo
09/07/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 12
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ANDREA MASCOLINI
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9 luglio 2014
Il Resto del Carlino (ed.
Forli)
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La Voce di Romagna
(ed. Forli)
Prima Pagina
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8 luglio 2014
Cesena Today
Comune di Savignano
Edilizia scolastica: per Forlì­Cesena in arrivo 2,5
milioni dallo Stato
Per quando riguarda la Provincia di Forlì­Cesena ­ spiega l' on. Enzo Lattuca ­ il
Governo ha riconosciuto finanziamenti nelle categorie #scuolesicure per un totale di 2,3
milioni di euro"
Nei giorni scorsi il Governo ha dato il via libera
al piano nazionale di edilizia scolastica. Si
tratta di un programma da oltre 1 miliardo di
euro (1.094.000.000) che vedrà coinvolte una
scuola su due nel biennio 2014­2015. Tre sono
i filoni di intervento previsti dal piano: il primo
#scuolenuove ( 244.000.000 ) prevede lo
sblocco di risorse dai vincoli del patto di
stabilità per la costruzione di nuovi edifici
scolastici e per interventi di manutenzione di
grande importanza. Il secondo chiamato
#scuolesicure ( 400.000.000) destinato ad
interventi di messa in sicurezza ed agibilità
per interventi già approvati e presenti in
graduatorie, la terza area di intervento è
chiamata #scuolebelle ( 450.000.000) e
riguarda i finanziamenti per interventi di
piccola manutenzione e decoro. "Per quando
riguarda la Provincia di Forlì­Cesena ­ spiega
l' on. Enzo Lattuca ­ il Governo ha riconosciuto
finanziamenti nelle categorie #scuolesicure per
un totale 2.332.547,30 e nella categoria
#scuolebelle per un ammontare di 121.923,43". "Per quanto riguarda il territorio
cesenate, il Comune di Cesena ha visto
finanziato un intervento per la messa in
sicurezza pari a 27.000 euro mentre altri
30.800 euro sono stati destinati a 4 interventi
di decoro. Il Comune di Cesenatico vede 2 finanziamenti per interventi di decoro per un totale di 14.000
euro. A Longiano vanno 180.000 euro per un intervento di messa in sicurezza mentre a San Mauro
Pascoli sono stati assegnati 36,523 euro per un intervento relativo al decoro scolastico. Ai comuni di
Sarsina e Verghereto sono stati finanziati due interventi per la sicurezza pari rispettivamente a 98.000 e
71.000 euro. Infine il Comune di Savignano sul Rubicone vede 3 voci di intervento, una sulla sicurezza
per 95.000 euro e due sulla piccola manutenzione e il decoro pari a 14.000 euro in totale". "Si tratta di
una svolta nelle politiche legate alla scuola pubblica, da troppi anni messe in un angolo dai governi di
centrodestra. Siamo convinti che questa misura da sola non basti, erano infatti molte di più le richieste
inviate dai comuni del cesenate, cito ad esempio la richiesta per la nuova scuola di San Vittore a
Cesena e la richiesta per la nuova scuola materna di Montenovo nel Comune di Montiano". Annuncio
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Continua ­­>
3
8 luglio 2014
<­­ Segue
Cesena Today
Comune di Savignano
promozionale Poi prosegue Lattuca: "L' impegno del Partito Democratico sarà quello di ampliare la
portata di questo intervento con l' approvazione della prossima legge di stabilità". Poi conclude: "Ora le
amministrazioni comunali verifichino la corrispondenza tra quanto richiesto e quanto effettivamente
riconosciuto dal Governo, la mia disponibilità è totale per far sì che questo provvedimento possa dare
risposte al territorio nel più breve tempo possibile".
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Corriere di Romagna
(ed. Forlì­Cesena)
Comune di Savignano
Fondi per le scuole: 2,5 milioni in zona
Stanziamento del governo Renzi per interventi in 7 Comuni del Cesenate.
CESENA. Due milioni e mezzo in arrivo per
ammodernare alcune scuole a Cesena e in
altri sei Comuni del comprensorio, nell' ambito
dell' operazione voluta dal governo Renzi per
dare una scossa benefica in questo settore.
Uno stanziamento totale di 1 miliardo e 94 mila
euro consentirà di intervenire in circa metà
degli edifici scolastici italiani nel biennio 2014­
2015. Una fettina di questa somma arriverà in
zona e ne beneficeranno Cesena, Cesenatico,
Longiano, San Mauro Pascoli, Sarsina,
Savignano e Verghereto.
Sono tre i filoni di intervento previsti. Il primo si
chiama #scuolenuove (244 milioni) e prevede
lo sblocco di risorse dai vincoli del Patto di
stabilità per la costruzione di nuovi edifici
scolastici e per interventi di manutenzione di
grande importanza. Il secondo, chiamato
#scuolesicure (400 milioni), sarà destinato ad
interventi di messa in sicurezza ed agibilità
per interventi già approvati e presenti in
graduatorie. La terza area di intervento è
chiamata #scuolebelle (450 milioni) e si
tradurrà in lavori di piccola manutenzione e
decoro.
«Per quando riguarda la provincia di Forlì ­
Cesena ­ spiega Enzo Lattuca, deputato
cesenate del Pd ­ il Governo ha riconosciuto
finanziamenti nelle categorie #scuolesicure per un totale 2 milioni e 332 mila euro e nella categoria
#scuolebelle per 122 mila euro» Entrando più nel dettaglio, Cesena ha visto finanziato un intervento per
la messa in sicurezza pari a 27 mila euro e altri 31 mila euro sono stati destinati a quattro interventi di
decoro. Cesenatico ha ottenuto due finanziamenti per interventi di decoro per un totale di 14 mila euro.
A Longiano vanno 180 mila euro per un intervento di messa in sicurezza.
A San Mauro Pascoli sono stati assegnati 36 mila euro per un intervento relativo al decoro scolastico.
A Sarsina e Verghereto sono stati finanziati due interventi per la sicurezza, rispettivamente per una
somma di 98 mila e di 71 mila euro. Savignano vede tre voci di intervento: una sulla sicurezza per 95
mila euro e due su piccola manutenzione e decoro, pari a 14 mila euro in totale.
«Si tratta di una svolta nelle politiche legate alla scuola pubblica, da troppi anni messe in un angolo dai
governi di centrodestra ­ sottolinea Lattuca ­ anche se questa misura da sola non basta, perché erano
molte di più le richieste inviate dal Cesenate: ad esempio, per le nuove scuole e San Vittore e a
Montenovo».
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Corriere di Romagna
(ed. Forlì­Cesena)
Comune di Savignano
PIN­UP DJ IN STILE RETRÒ
SAVIGNANO. Questa sera, al "Retrogusto" di
Savignano, in piazza Amati, arriva Miss Roxy
Rose, pin­up deejay in stile retrò. La serata a
tema si intitola "Let' s Twist Again" e partirà
alle 20.30, proseguendo all' insegna della
musica degli anni Venti e Sessanta. Di origini
russe, Roxy Rose viene definita la pin­up del
nuovo millennio: è ballerina, attrice e modella
con alle spalle più di 400 spettacoli, tra glitter e
piume di struzzo. Con un tocco di glamour
delizierà i presenti con le musiche di Frank
Sinatra, Sonny Lester, Julie London, Sam
Butera, Billie Holiday, Dean Martin, David
Rose, Etta James, e molti altri protagonisti
musicali di tempi lontani ma non dimenticati.
Info: 339­1461953.
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9 luglio 2014
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Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
Comune di Savignano
BUDRIO DI LONGIANO.
Scontro auto moto, ragazza di 27 anni trasportata al
Bufalini in gravi condizioni
È RICOVERATA in gravi condizioni all'
ospedale Bufalini di Cesena ma non in
pericolo di vita. Una 27enne in sella ad uno
scooter ieri alle 17 sulla via Emilia, a Budrio di
Longiano, si è scontrata con una Fiat Panda
guidata da un anziano del posto. L' uomo
proveniva da via Longane e imboccando la via
Emilia girando a sinistra in direzione
Savignano, da cui arrivava lo scooter, si è
scontrato con la giovane donna.
La 27enne ha riportato alcuni traumi e
buciature causate dal manto dell' asfalto
appena steso. Illeso l' anziano. I rilevi di legge,
per stabilire l' esatta dinamica dell' incidente,
sono stati fatti dalla Polizia Stradale di
Cesena.
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Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
Comune di Savignano
SAN MAURO PASCOLI TORNEO DI CALCETTO IN MEMORIA DI MATTIA CALISESI,
SCOMPARSO NEL 2008.
Un gol per ricordare Cali e fondi raccolti per
beneficenza
PER IL SESTO torneo di calcio a cinque,
organizzato per ricordare Mattia Calisesi, detto
Cali, il giovane savignanese deceduto in un
incidente stradale nel 2008, le undici squadre
partecipanti hanno usato i nomi di quelle
partecipanti ai mondiali di calcio. La
finalissima è stata vinta dall' Argentina,
formata da un gruppo di giovani di San Mauro
Pascoli che ha sconfitta l' Italia, squadra del
centro giovani Lucio e Marzio Praconi presso il
quale si è svolto il torneo. Una finalissima finita
ai calci di rigore come molte delle partite del
mondiale 2014. Terza classificata la Francia di
Savignano c h e h a s c o n f i t t o l a R u s s i a d i
Longiano. Tutte le partite sono state giocate
sul campo in manto sintetico del centro Lucio e
Marzio Praconi di Savignano.
Capocannoniere con 14 gol è stato Andrea
Brighi dell' Argentina. In palio trofei offerti da
Maurizio, il babbo di Mattia, che li ha
consegnati personalmente.
Al torneo, organizzato dagli amici di Mattia
Calisesi, hanno partecipato undici squadre
suddivise in tre gironi e provenienti da
Savignano, San Mauro Pascoli e Longiano. Parte del ricavato del torneo sarà donato alla ?Emergenza
povertà'.
Mattia quel maledetto venerdì notte stava tornando a casa a bordo del suo scooter e stava percorrendo
la via Emilia quando finì contro un platano secolare a Case Castagnoli. Mattia, 17 anni, era figlio unico
di Rosanna e Maurizio e lavorava con il babbo nella sua impresa di imbianchini. Un ragazzo a posto,
per bene, amante dello sport, grande appassionato di basket, giocava con il Bellaria e tifava per il Forlì.
Tifosissimo del Cesena Calcio andava spesso a vedere le partite dei bianconeri. Amava anche giocare
a calcetto con i suoi tantissimi amici del Centro giovani di Savignano con i quali lui, Cali, come lo
chiamavano, si ritrovava alla sera e proprio con loro aveva vinto un torneo il 1 maggio 2008.
Ermanno Pasolini.
PASOLINI ERMANNO
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Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
Comune di Savignano
ROCCA MALATESTIANA QUESTA SERA LABORATORIO E SPETTACOLO
Le storie animate di Lionni per i bambini.
PROSEGUONO gli appuntamenti alla Rocca
Malatestiana di Cesena di Rocca Gira e Gioca:
Dritto, Storto, Capovolto , la rassegna dedicata
a Leo Lionni, grande scrittore e illustratore di
libri per bambini.
In programma dalle 20 una doppia proposta.
Si comincia con la proiezione del film I 5 Lionni
che raccoglie una serie di storie animate
firmate da Leo Lionni insieme al regista Giulio
Giannini. A seguire, Viola Zangheri
coinvolgerà i più piccoli con una performance
di video­fotografica interattiva dal titolo Intrecci
Opportuni_Esperienza Video . I genitori
saranno invitati a creare, insieme ai bambini,
un libro animato con il supporto di materiali di
recupero e strumenti multimediali. I posti sono
limitati.
SAVIGNANO Questa sera sotto il loggiato del
palazzo comunale in piazza Borghesi,
Ricamando in compagnia torna questa sera
dalle 20 con le ricamatrici dell' associazione
Mani come farfalle. Stasera alle 20.30 all'
enoteca Retrogusto di Savignano, in piazza
Amati, arriverà Miss Roxy Rose pin­up deejay
in stile retrò. La serata Let' s Twist Again sarà all' insegna della musica degli anni Venti e Sessanta. Di
origini russe, Roxy Rose viene definita la pin­up del nuovo millennio. E' ballerina, attrice e modella con
alle spalle più di 400 spettacoli, tra glitter e piume di struzzo.
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Comune di Savignano
PREMILCUORE VALERIO FERRINI RACCONTA LA SUA PASSIONE PER L' EQUITAZIONE.
«A cavallo di Nobile percorro la montagna: la sua
bellezza si rivela a chi non ha fretta»
di QUINTO CAPPELLI «GLI AMBIENTI del
nostro Appennino sono fra i più belli e
affascinanti d' Italia, specialmente se scoperti
insieme al cavallo, l' amico più amico dell'
uomo». Parola di Valerio Ferrini, il cavaliere
che conosce le montagne della Campigna, di
Fiumicello e Castel dell' Alpe, dell' Alpe di San
Benedetto e dell' Acquacheta e del Tramazzo
come le sue tasche.
Nato 62 anni fa a Pian di Visi Nuovo di
Fiumicello, in comune di Premilcuore, Valerio
Ferrini, è approdato da giovane a Forlì, dove
vive, per fare il macellaio per proseguire con lo
stesso mestiere a Cesena, Savignano e
Castrocaro Terme. Ma è sempre tornato al
paese natale e alla passione di sempre, i
cavalli e le escursioni «sui monti amati dei miei
sogni di bambino».
Valerio, come nasce la passione per i
cavalli?
«Fin da bambino in casa mia ci sono sempre
stati i cavalli: a Pian di Visi Nuovo di
Fiumicello, alle Campore di Sotto di Castel
dell' Alpe e al Pantano di Premilcuore. A 15 anni sono salito a cavallo di Rochi e non sono più sceso.
Ora cavalco Nobile, Condor e Creola. Ma ho avuto anche un grande maestro d' equitazione che mi ha
insegnato i segreti del cavallo e dell' andare a cavallo».
Chi è? «Il veterinario forlivese Piero Bettini, morto l' anno scorso. Mi ha fatto scoprire la vita del cavallo e
i suoi segreti col cavaliere».
Ne dica uno.
«Il cavallo va trattato come il più grande amico dell' uomo e gli sarà riconoscente per tutta la vita».
Durante le sue cavalcate in Appennino viaggia spesso in compagnia. Chi sono i suoi compagni
d' avventura?
«Savio Lombini di Terra del Sole,il paese sulle cui colline alloggiano i miei cavalli, Rinaldo Biondi e
Giuseppe Ferrini di Rocca San Casciano, e Vittorio Carlini della Cava».
Quali sono le vostre mete preferite?
«La Campigna, Camaldoli, i monti di Premilcuore (Pian di Grado, Fiumicello, Tre Faggi, passo del
Bucine, la Braccina, passo del Giogo, rifugio Cavallaro), Acquacheta, Alpe di San Benedetto, Tramazzo,
Montepaolo e Montepoggiolo».
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Continua ­­>
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
Comune di Savignano
Quanti chilometri percorrete in una tappa?
«Da 25 a 30 chilometri il giorno.
Ma a cavallo in montagna non bisogna aver fretta. Bisogna godersi il fascino della natura, del silenzio
dei boschi, dei panorami mozzafiato. Il cavallo con la sua docilità, mansuetudine e regalità aiuta l' uomo
in questo. Basta considerare quanto sia importante l' ippoterapia nella moderna società».
Perché ritorna sempre a Premilcuore?
«Non solo perché lì vivono ancora quattro dei miei fratelli, parenti e amici, ma perché gira e rigira c' è un
cavallo intimo nel mio cuore che mi riporta ai panorami che da bambino mi facevano sognare.
Il cavallo è come la culla della vita che nella maturità e nella vecchiaia aiuta a riflettere e sognare a occhi
aperti».
CAPPELLI QUINTO
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Il Resto del Carlino (ed.
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Comune di Savignano
LAVORI SUL LUNGOMARE IL COSTO DELL' OPERA SUPERA I 100MILA EURO.
L' ex Nuit diventerà un parcheggio
Trovato l' accordo, nell' area sorgerà anche lo spazio eventi.
SUL LUNGOMARE di Cesenatico si ricavano
un grande parcheggio pubblico ed uno spazio
eventi nell' area dell' ex discoteca Nuit. A
darne notizia sono Giancarlo Barocci, Simone
Battistoni e Remo Scano, presidenti dell' Adac,
della Cooperativa dei bagnini di Cesenatico e
della Cooperativa sociale Ccils (in foto) .
DOPO MESI di trattativa finalmente il terzetto è
riuscito a trovare un accordo per firmare un
comodato d' uso gratuito del terreno con la
società Fincarducci, proprietaria dell' area.
Questa intesa consentirà agli operatori turistici
di disporre dell' area strategica, nella zona di
Boschetto di Cesenatico centro, sino al 31
dicembre 2017, quindi per tre anni e mezzo.
Quello che da quattro anni è un problema,
diventa finalmente una opportunità ed un
servizio, anche se non tutti i problemi saranno
risolti immediatamente.
Dovrebbero iniziare presto i lavori, affidati alla
d i t t a C e i s a d i Savignano s u l R u b i c o n e .
Inizialmente si prevedeva di spendere 70mila
euro per portare materiale di riempimento
sotto forma di stabilizzato, livellare il terreno,
approntare un sistema fognario per lo smaltimento delle acque piovane. Tuttavia l' esigenza di installare
una seconda recinzione e altri oneri potrebbero fare arrivare il conto a 100mila euro. I più ottimisti
parlano di due settimane di lavori, ma è probabile che occorrano tre settimane per finire tutto.
Albergatori e bagnini pensano di poter coprire le spese facendo pagare i posti auto.
A tal riguardo la Ccils gestirà la maggior parte della superficie, circa 7.500 dei 15.000 metri quadrati
complessivi dell' area, per ricavare 300 parcheggi, che in parte saranno ad uso pubblico ed in parte
verranno affittati dagli albergatori della zona e dai bagnini di Boschetto. Per la restante parte, 3.750
metri saranno destinati a manifestazioni ed eventi e 3.750 metri ad area giochi per bambini e ragazzi.
Oggi pomeriggio alle 17, alla sala convegni del Museo della Marineria si terrà l' incontro pubblico
organizzato da Adac, Cooperativa dei bagnini di Cesenatico, Ccils e Amministrazione comunale per
illustrare ai cittadini ed agli operatori i termini dell' accordo, comunicare le intenzioni sull' utilizzo dell'
area ed accogliere eventuali proposte.
Giacomo Mascellani.
MASCELLANI GIACOMO
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Il Resto del Carlino (ed.
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Comune di Savignano
SALUTE L' ASSOCIAZIONE DIABETICI È ATTIVA DA 14 ANNI.
Stignani confermato alla guida dell' Adice
L' ADICE, l' associazione diabetici Cesenatico
onlus, dopo aver tagliato il traguardo dei 14
anni di vita, si appresta ad affrontare nuovi
impegni nell' ambito del Distretto sanitario
Rubicone­Costa. Fin dai primi anni di vita il
nucleo dei volontari ha contribuito a creare gli
ambulatori di diabetologia negli ospedali di
C e s e n a t i c o e Savignano s u l R u b i c o n e ,
mettendosi a disposizione per collaborare
anche col servizio farmaceutico nella
distribuzione dei presidi per i diabetici.
Via via l' attività è andata potenziandosi con
numerose giornate di prevenzione sanitaria
sulle piazze di Cesenatico, Gambettola a San
M a u r o P a s c o l i , L o n g i a n o , Savignano e
Roncofreddo.
Col passare degli anni l' Adice si è
ulteriormente radicata su tutto il territorio. Su
incarico dell' Ausl e della Regione Emilia­
Romagna, ha organizzato anche l' assistenza
per i campi scuola riservati ai bambini
diabetici, il servizio di assistenza domiciliare
per i diabetici bisognosi, con la consegna dei
presidi e dell' insulina necessari per la cura
della malattia diabetica. La sede dell' associazione è da sempre presso l' ospedale Ginesio Marconi di
Cesenatico e recentemente l' assemblea dei soci ha eletto il nuovo Consiglio direttivo che ha
confermato presidente Gian Pietro Stignani. Antonio Vitali è vice presidente e amministratore, Antonia
Benini è la segretaria, Edvige Maestri e Anna Poggi sono i consiglieri. Il nuovo consiglio rimarrà in
carica per i prossimi tre anni. Durante la stagione estiva l' Adice organizzerà giornate di prevenzione
sanitaria nelle principali piazze del nostro territorio, per sensibilizzare ed informare i cittadini sulla
prevenzione del diabete e i metodi efficaci per contrastarlo.
g.m.
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Il Resto del Carlino (ed.
Forlì)
Comune di Savignano
Archeologia, un tema da mettere a 'fuoco'
Venti fotografi raccontano le meraviglie del Rubicone.
S A B A T O a Savignano, n e l l a s a l a d e l l a
canonica della Pieve millenaria, avrà luogo la
seconda giornata di ?Archeologia a Fuoco'.
Dalle 9.30 alle 12.30 Monica Miari ­ funzionario
archeologo della Soprintendenza per i beni
archeologici dell' Emilia­Romagna ­ tratterà il
tema Musei e territorio: Sarsina, Cesena,
Galeata e Appennino Forlivese. Dalle 14.30
alle 17.30 Annalisa Pozzi ­ funzionario
archeologico della Soprintendenza per i beni
archeologici dell' Emilia­Romagna ­ terrà una
conferenza sul tema Musei del territorio:
Savignano, Borghi, Cesenatico e Forlimpopoli.
Il terzo e ultimo incontro avrà luogo mercoledì
16 e riguarderà il paesaggio contemporaneo in
fotografia. ?Savignano Immagini' è stato scelto
dall' assessorato al turismo provinciale per
dirigere e organizzare un gruppo di venti
fotografi romagnoli che fino a marzo 2015, con
stili e tecniche fotografiche diverse,
interpreteranno in modo artistico le peculiarità,
le caratteristiche e le emergenze delle aree e
dei musei archeologici compresi nei territori
dei comuni di Savignano, Galeata e Valle del
Bidente, Forlì, Sarsina, Forlimpopoli, Cesena, Cesenatico, San Giovanni in Galilea in comune di Borghi.
L' Istituzione Cultura Savignano è in procinto di inaugurare, su incarico della Regione Emilia­Romagna
e dalla Provincia di Forlì­Cesena, un prestigioso progetto per la valorizzazione delle emergenze
archeologiche dell' età romana e tardo antica presenti nel territorio romagnolo. Il progetto è denominato
?Archeologia a fuoco' e all' approvazione e al finanziamento ha contribuito l' attività che Savignano ha
avviato nel settore dell' immagine e della fotografia contemporanea d' autore con il ?SI Fest': il festival
internazionale della fotografia che si tiene ogni anno a metà settembre. Dal progetto saranno tratti e
realizzati una mostra fotografica e un catalogo. La campagna fotografica, coordinata da Paola Binante,
docente di fotografia dei beni culturali presso l' Isia di Urbino, è preceduta dagli incontri informativi e
formativi in corso. I fotografi coinvolti sono Mario Beltrambini (Santarcangelo di Romagna); Emanuele
Benini, Francesca Degli Angeli e Sauro Errichiello (Cesena); Roberto Baroncini, Roberto Gibelli, Pier
Paolo Turci e Vera Lucchini (Rimini); Silvio Canini (Bellaria); Gianluca Colagrossi (Forlì); Manuela
Guarnieri (Cervia); Federico Paganelli, Cesare Ricci e Gabriele Serafin (Savignano); Ettore Perazzini
(Gambettola); Natascia Rocchi (Roncofreddo); Angelo Tumedei (Cesenatico).
Ermanno Pasolini.
PASOLINI ERMANNO
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La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
Comune di Savignano
LONGIANO.
L' incidente Investita e sbalzata dalla scooter, ferita
ma salva
Brutto incidente verso le 18 di ieri sulla via
Emilia a Budrio di Longiano. Una 27enne in
sella ad uno scooter si è scontrata con una
Fiat Panda alla cui guida vi era un anziano del
posto. L' uomo proveniva da via Longane, nel
territorio di Gambettola, e giunto all' incrocio
con la Statale nove, sembra avesse intenzione
d i s v o l t a r e a s i n i s t r a v e r s o Savignano,
direzione dalla quale proveniva lo scooter. L'
impatto, violento, ha fatto sbalzare di sella la
donna; il motorino ha finito la corsa sotto a dei
camion di una rivendita di mezzi pesanti al lato
opposto della strada, mentre la 27enne è
rimasta vicino al muretto di recinzione della
rivendita di mezzi pesanti. Le sue condizioni di
salute sono apparse di media gravità; sul
posto sono arrivati i sanitari del 118 e l' auto
medicalizzata che hanno constatato alcuni
traumi e diverse bruciature causate dall'
asfalto che era appena stato rifatto. Sul luogo
dell' incidente anche la Stradale di Cesena per
i rilievi di legge. (Cf)
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La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
Comune di Savignano
SAVIGNANO.
Via Rio Salto Nuova viabilità Partita la
sperimentazione
Nuova viabilità a Savignano sul Rubicone. Da
ieri, lo scrive il sindaco Filippo Giovanni sulla
sua pagina Facebook, "è cominciata la
sperimentazione della nuova viabilità dell'
incrocio via Rio Salto, via Antolina, via Don
Polazzi; chi proviene da via Rio Salto in
direzione Savignano centro può svoltare a
destra in via Antolina e proseguire dritto ma
non a sinistra in via Don Polazzi. Questo per
evitare, anche su suggerimento di diversi
cittadini ­ questo il post del primo cittadino ­
situazioni di potenziale pericolo che si
venivano a creare con la viabilità fino a ieri in
essere.
Stiamo valutando che come rallentare la
velocità dei veicoli dato che per il Codice della
Strada non è consentito l' utilizzo di dissuasori
a striscia; probabilmente rialzeremo le strisce
pedonali garantendo in tal modo maggiore
sicurezza ai pedoni".
Invece ci sono problematiche su via Palareti e
sul divieto di sosta in essere; è stato chiesto
dai residenti di rimuoverlo, ma a quanto
sempre non ve ne è la possibilità.
"Aggiornamento via Palareti", scrive sempre
Giovannini. "A seguito dei rilievi svolti, vista l'
ampiezza della sezione stradale nell'
immediato non è possibile rimuovere il divieto
sul lato destro. A breve sarà pronto il progetto della segnaletica orizzontale della rotonda/parcheggio in
fondo alla via e in quell' occasione verrà disegnata una differente segnaletica orizzontale che nel
rispetto del Codice della Strada consentirà l' eliminazione di tale divieto di sosta".
Cf.
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Pagina 33
La Voce di Romagna
(ed. Forlì)
Comune di Savignano
La sexy pin­up del nuovo millennio arriva al
Retrogusto Questa sera in programma lo spettacolo
di Miss Roxy Rose
SAVIGNANO Appuntamento dalle 20.30 nel locale di piazza Amati: musiche degli anni
Venti e Sessanta La ballerina, attrice e modella ha alle spalle più di quattrocento
spettacoli, tra glitter e piume di struzzo.
Questa sera al Retrogusto di Savignano, in
piazza Amati, arriva Miss Roxy Rose, pin­up
deejay in stile retrò. La serata a tema s'intitola
Let's Twist Again e partirà alle 20.30,
proseguendo all'insegna della musica degli
anni Venti e Sessanta.
Di origini russe, Roxy Rose viene definita la
pin­up del nuovo millennio: è ballerina, attrice
e modella con alle spalle più di quattrocento
spettacoli, tra glitter e piume di struzzo. Con
un tocco di glamour delizierà i presenti con le
musiche di Frank Sinatra, Sonny Lester, Julie
London, Sam Butera, Billie Holiday, Dean
Martin, David Rose, Etta James, e molti altri
protagonisti musicali di tempi lontani ma non
dimenticati. Per informazioni si può contattare
Sara al 339/1461953.
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Il Resto del Carlino (ed.
Cesena)
Comune di Gatteo
Il 'Giro' in rosa saluta Pantani
Ciclismo A Cesenatico arrivo di tappa davanti al monumento dedicato al Pirata.
Cesenatico GRANDE festa oggi per il ciclismo
cesenaticense per l' arrivo della quinta tappa
del 25° GiroRosa (Giro d' Italia femminile) Jesi
? Cesenatico di 118 chilometri e 300 metri,
tutta pianeggiante, a parte la salitella della
Siligata di Pesaro (Gpm di terza categoria) al
chilometro 75. E' una tappa per velociste ma
nulla si può dare mai per scontato, anche se la
campionessa del mondo e leader della corsa l'
olandese Marianne Vos è da considerare la
principale candidata alla vittoria.
Questa tappa è stata voluta fortemente dall'
amministrazione comunale per onorare la
memoria di Marco Pantani a dieci anni dalla
sua tragica scomparsa e che vedrà poi il 20
settembre ll' undicesima edizione del
Memorial. TORNANDO al GiroDonne, la
carovana è formata da oltre seicento persone:
è l' unica gara a tappe femminile al mondo con
un seguito così imponente. Il gruppo composto
da 147 atlete comprende tutte le più forti del
globo. Qualche nome, partendo dalla 27enne
olandese Marianne Vos, la più grande ciclista
di tutti i tempi (3 mondiali su strada, 6 nel
ciclocross, una olimpiade su strada e una su pista, 2 GiriRosa), poi la vincitrice dello scorso anno, la
statunitense Mara Abbott e la intramontabile toscana Fabiana Luperini che ha collezionato 5 trionfi. Ci
sarà anche la ex tricolore Dalia Muccioli, 21enne cesenaticense dell' Astana BePink.
E' la seconda volta che Cesenatico ospita un arrivo del Giro Donne: la prima fu nel 2003 e vinse la
tedesca Regina Schleicher. Per quanto riguarda la tabella di marcia relativa agli ultimi chilometri, dopo
il transito da Bellaria (al km 111 alle ore 14.46) si prosegue per Gatteo Mare (via Romea) quindi via
Litorale Marina, Sovrapasso Ferrovia, via Dante Alighieri e viale G.Carducci, con arrivo alle 14.57 se la
media sarà, come prevedibile, dei 40km/h, vicino al monumento a Marco Pantani.
Bruno Achilli.
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Corriere di Romagna
(ed. Forlì­Cesena)
Comune di San Mauro Pascoli
La musica anni Ottanta vale il record per San Mauro
SAN MAURO MARE. La passione per gli anni
Ottanta e per la musica che ha scandito quel
periodo è valsa un record per San Mauro
Mare. Circa 5 mila persone, lo scorso venerdì
e sabato, hanno riempito il parco Benelli per
ascoltare i concerti di Fiordaliso ed Ivana
Spagna. Non c' era mai stata così tanta gente
ad un evento organizzato nella località costiera
del paese pascoliano. Oltre alle due noti
cantanti, ha entusiasmato il pubblico il
contorno. La serata di venerdì è stata anche
colorata dalle simpatiche coreografie delle
Santiago Sisters e ha visto la partecipazione di
Riccardo Mazzi, il bimbo di 9 anni che con la
sua voce sta conquistando l' Italia. E sabato
hanno invece riscosso grandi apprezzamenti
anche i Qluedo, una delle migliori cover band
anni Ottanta. Grande la soddisfazione del
vicesindaco Cristina Nicoletti e dell' assessore
Stefania Presti.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Il quadro.
Dalle emissioni all' Aia alla Via: regole in continua
evoluzione
La mappa delle novità che toccano la materia ambientale.
PAGINA A CURA DI Paola Ficco Il dinamismo
della legislazione ambientale rende necessario
fare sempre più spesso il punto della
situazione. Provvedimenti nuovi e conseguenti
nuovi adempimenti si susseguono e assillano
le imprese anche sul fronte ambientale.
Le emissioni industriali Tra le molte novità si
registrano quelle previste dal decreto
legislativo 4 marzo 2014, n. 46, che attua la
direttiva 2010/75/Ue, sulle emissioni industriali
(prevenzione e riduzione integrate dell'
inquinamento) e prevede un approccio più
sistemico alle problematiche ambientali delle
attività economiche coinvolte (energia,
m e t a l l u r g i a , m i n i e r e , c h i m i c a , rifiuti e
allevamento animali). In tal modo, si integrano
nel decreto legislativo 152/2006 (Codice
ambientale) l e n o r m e p e r l ' i n d u s t r i a d e l
biossido di titanio e quelle per l' incenerimento
e il coincenerimento di rifiuti (finora oggetto di
norme speciali).
L' Aia In materia di autorizzazione integrata
ambientale p e r c i r c a 6 m i l a i m p i a n t i
(denominati "installazioni") si aprono nuovi
orizzonti procedurali e sanzionatori con la
riscrittura profonda della parte seconda del
decreto 152/2006. L' articolo 29­sexies
prevede la «relazione di riferimento» da
presentare all' autorità competente prima che un' installazione che usa o scarica sostanze pericolose
entri in esercizio. La Commissione Ue, nelle linee guida, chiarisce quando va elaborata e presta
particolare attenzione alle strategie di campionamento. La relazione fotografa lo stato del sito all' inizio
dell' attività e consente il confronto con la situazione al termine dell' attività per valutare eventuali danni e
obblighi: rappresenta un potente strumento di tutela anche per l' impresa.
La Via Novità importanti anche in materia di valutazione d' impatto ambientale, a seguito della direttiva
2014/52/Ue che modifica la 2011/92/Ue e dovrà essere recepita anche in Italia. All' orizzonte si
affacciano pesanti limiti alle deroghe (esclusi difesa e protezione civile), maggiore coinvolgimento del
pubblico per tutto il procedimento, separazione tra autorità competente e committente (per porre fine ai
conflitti di interesse), sanzioni rispondenti ai criteri della effettività, proporzionalità e dissuasività. La
direttiva 2011/92/Ue non è stata ancora recepita dall' Italia, ma è fin troppo facile prevedere un
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Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica Amministrazione
cambiamento di scenario più che radicale.
I gas fluorurati Sotto il profilo delle restrizioni all' immissione in commercio si registra il regolamento
517/2014/Ue sui gas fluorurati ad effetto serra (Hfc, Pfc e Sf6) che, per combattere i cambiamenti
climatici, istituisce anche un mercato di quote trasferibili per l' immissione in commercio degli
idrofluorocarburi.
Dal primo gennaio 2017 le apparecchiature di refrigerazione e condizionamento e le pompe di calore
caricate con Hfc potranno essere commercializzate solo se tali gas con i quali sono state caricate
rientreranno nel nuovo sistema di quote. Il regolamento, però, dispone anche norme per contenere,
usare, recuperare e distruggere i gas in riforma del regolamento 842/2006. Si aggiungono gli usi
particolari e le condizioni per commercializzare i prodotti e le apparecchiature che li contengono. Gli
Stati membri devono individuare il regime sanzionatorio entro il primo gennaio 2017.
I prodotti fitosanitari Il decreto legislativo 69/2014 ha introdotto le sanzioni per la mancata osservanza
delle regole Ue sull' immissione in commercio e l' etichettatura dei prodotti fitosanitari di cui,
rispettivamente al regolamento 1107/2009/Ce 547/2011/Ce. La violazione può comportare sanzioni
amministrative pecuniarie fino a 150mila euro.
Nuovi codici tributo Con la risoluzione 24 aprile 2014 n.
45/E, l' agenzia delle Entrate ha ridenominato i codici tributo già assegnati nel 2013 per la Tares, e ora
assegnati alla Tari. Inoltre sono stati ridefiniti i codici per il versamento della tariffa corrispettiva che i
Comuni possono prevedere al posto della Tari (con apposito regolamento) se si sono dotati di sistemi
di misurazione puntuale di quanti rifiuti sono conferiti al servizio pubblico.
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PAOLA FICCO
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
La crescita obbligata.
«Solo con lo sviluppo pensioni sostenibili»
Conti (Inps): sistema in equilibrio ma serve più previdenza complementare ­ Pronti per la
«busta arancione»
Davide Colombo ROMA Non basta avere un
sistema previdenziale finanziariamente
sostenibile. Bisogna assicurarsi anche che sia
in grado di garantire assegni adeguati a chi è
in pensione oggi e a chi lo sarà domani.
E l' unica garanzia per centrare questi obiettivi
la possono dare solo una crescita dell'
economia duratura e un mercato del lavoro
che funzioni.
A costo di sfidare l' ovvietà il commissario
straordinario del l' Inps, Vittorio Conti, ieri ha
scelto di affrontare il nodo cruciale del nostro
modello contributivo nella Relazione annuale
presentata a Montecitorio davanti al ministro
del Lavoro, Giuliano Poletti, e la
vicepresidente della Camera, Marina Sereni.
Conti ha offerto esempi lineari, di quelli
destinati a fissarsi nella mente di tutti: «Il
passaggio da una crescita di lungo periodo
dello 0,5% ad un tasso dell' 1,5% potrebbe
comportare, per un neoassunto, un aumento
della pensione attesa mediamente più elevata
del 20%». E ancora: «Cinque anni di
disoccupazione nei primi 10 anni di percorso
lavorativo possono comportare due anni di
lavoro in più, a fine carriera, per recuperare un
tasso di trasformazione (il rapporto tra la pensione e l' ultimo stipendio, ndr) associato ad una vita
lavorativa continua e regolare fin dall' inizio».
Da un modello pensionistico finanziato a ripartizione non si torna indietro, è stato il ragionamento di
Conti. E se le ultime grandi riforme lo hanno messo in sicurezza (la spesa pensionistica sul Pil dell' Italia
scenderà dello 0,9% da qui al 2060 mentre mentre nell' Ue 27 salirà di 2 punti) questo non significa che
il percorso sia stato completato. L' impalcatura va sorretta anno dopo anno: i cittadini che possono
devono preoccuparsi dell' adeguatezza delle loro pensioni future accedendo alla previdenza integrativa,
mentre i policy maker devono attivare tutte le leve indicate nel Libro bianco della Commissione Ue del
2012: politiche per l' invecchiamento attivo, attivazione dei sistemi integrativi, pensioni complementari
compatibili con la mobilità professionale e territoriale, vita lavorativa e rendite correlate alla speranza di
vita.
Conti ha insistito sulla necessità di rafforzare le adesioni alla previdenza complementare e, nel
contempo, ha auspicato una maggiore concentrazione dei fondi, oggi troppo numerosi e frammentati.
Se un lavoratore ­ è stato l' altro esempio proposto ­ destinasse a forme di previdenza complementare il
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Il Sole 24 Ore
<­­ Segue
Pubblica Amministrazione
Tfr integrato fino ad una contribuzione del 10,5% (di cui il 3,6% a carico del lavoratore e del datore di
lavoro), il tasso di trasformazione lordo equivalente, per effetto della rendita aggiuntiva, potrebbe
migliorare dai 14 ai 19 punti, a fronte di rendimenti attesi lordi rispettivamente nell' ordine del 2­4%.
Nessun risultato è scontato ­ ha ammonito il commissario ­ compresi i risparmi che l' ultima riforma
garantisce sulla carta e che potrebbero essere utilizzati all' interno del sistema di welfare. L' anno
scorso le nuove pensioni di anzianità sono calate del 32% e quelle di vecchiaia del 57%, nel settore
privato. E non è andata tanto diversamente per gli impiegati pubblici, con un dimezzamento dei nuovi
assegni. «Solo via via che matureranno le condizioni ­ ha detto Conti ­ sarà possibile verificare gli
ammontari disponibili». Giusto ragionare di maggiori flessibilità in uscita e salvaguardie per gli
"esodati", insomma, ma tenendo conto della sostenibilità complessiva del sistema.
L' Inps, in questo percorso, è a disposizione del Paese come l' infrastruttura del welfare. Pronta a far
decollare la famosa "busta arancione", ovvero quel sistema informativo sulle pensioni future di cui si
parla da oltre un quindicennio. Pronta a metter in campo una "piattaforma nazionale del welfare", in cui l'
Istituto funga da provider che fornisce a tutti gli attori della filiera (Stato, Regioni, Comuni, centri per l'
impiego) piattaforme e servizi in ottica di sussidiarietà.
Dopo la misura varata con la legge di stabilità per sanare le passività ereditate dall' Inpdap, quest' anno
l' Inps prevede un attivo patrimoniale di 21 miliardi a fine 2014; migliora l' equilibrio gestionale, con un
disavanzo che scende dai 12 miliardi del 2012 ai 7,9 del '13; e qui ancora pesa lo squilibrio dell' ex
cassa dei dipendenti degli enti locali «da affrontare in maniera strutturale dal legislatore» ha chiesto il
commissario, che poi ha evocato il nodo governance: va sciolto per definire compiti e responsabilità
degli organi di gestione e di quelli d' indirizzo. Indicazione quanto mai tempestiva, visto che il mandato
di Conti scade a settembre mentre quello del direttore generale, Mauro Nori, a dicembre. Un passaggio
che coinciderà con le verifiche sul piano industriale in pieno corso e che ipotizza, tra l' altro, il
reclutamento di 2.500 nuovi addetti nel prossimo triennio (oggi Inps è sotto i 30mila dipendenti, gli
stessi che aveva nel 2008 prima dell' accorpamento di Inpdap ed Enpals).
Il ministro Poletti ha colto tutte le sollecitazioni, a partire da quella sulla "busta arancione": «Una
sperimentazione corposa deve partire entro l' anno sulla base del l' istruttoria già fatta». I dati Inps sulla
previdenza, ha osservato il ministro, sono «rassicuranti e vanno nella direzione di un positivo
consolidamento futuro». Quello che serve ora, anche in vista del l' attuazione della delega lavoro, è
«una banca dati unica e unita per le politiche sociali, del lavoro, previdenziali e assistenziali» ha detto
Poletti, che sulla governance ha assicurato la massima attenzione del Governo: «Intendiamo procedere
e valutare con le parti sociali una serie di decisioni per dare all' istituto le condizioni di massima
operatività».
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DAVIDE COLOMBO
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9 luglio 2014
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Istat. Nel 2013 in calo a 2.359 euro mensili la spesa media delle famiglie (­2,5%) ­ Gli acquisti
di alimentari tengono solo sotto il profilo quantitativo.
Consumi ai minimi da 10 anni
Paolo Bricco Un Paese sempre più povero.
Disorientato. Quasi all' asfissia, sotto i raggi
dalla recessione.
Ma, anche, pronto a sperimentare nuovi
modelli di comportamento nei consumi: con
meno ossificazione e più "promiscuità" nelle
scelte dei prodotti da parte degli italiani.
I dati sui consumi delle famiglie diramati ieri
dall' Istat, a consolidamento di un 2013
durissimo, sono esattamente quelli che tutti si
aspettavano: un calo secco, rispetto al 2012,
del 2,5%, con una spesa media mensile per
famiglia pari ­ a valori correnti ­ a 2.359 euro.
È il livello di spesa più basso degli ultimi dieci
anni: nel 2004 la spesa media era di 2.381
euro. «Naturalmente ­ chiosa Carlo Milani,
economista del Centro Europa Ricerche ­
dietro questa cifra simbolo, c' è di tutto: il
Paese è segnato da una disomogeneità
strutturale. Di certo, però, si tratta di una
flessione vera, che incide come un' unghia sul
corpo sociale ed economico». Una unghiata
che, quest' anno, non dovrebbe trasformarsi in
una carezza ma che, perlomeno, potrebbe
limitare la sua forza abrasiva.
«Nel 2014 ­ prosegue Milani ­ il reddito
disponibile, con l' effetto del bonus da 80 euro del Governo, aumenterà dell' 1 per cento.
Anche per questo, la nostra previsione è che i consumi salgano di mezzo punto». Questa tendenza si
dovrebbe ripetere nel 2015 (+0,6%) e, poi, fra il 2016 e il 2018 (in media +0,7%). «Si tratta di una ipotesi
di rottura del ciclo negativo ­ aggiunge l' economista del Cer ­ ma sempre con un andamento pari a un
terzo del ritmo ante crisi». Il profilo dei consumi, nella decrittazione di quanto succede nella fisiologia
dell' economia e della società italiana, è assolutamente centrale. I consumi sono importanti per come
appaiono. Ma, anche, per quello che ci dicono. Primo messaggio: il grado di radicale impoverimento
"qualitativo" della vita quotidiana degli italiani. Per il dato secco dell' Istat, la spesa media mensile in
alimentari è pari per ogni famiglia a 461 euro, contro i 468 euro del 2012 e i 477 euro del 2011. «Il
problema è la riconfigurazione interna, di caratura peggiorativa ­ sottolinea la sociologa Monica Fabris,
presidente dell' istituto di ricerca Episteme ­ della scelta degli alimentari. Che tengono sotto il profilo
quantitativo. Ma degradano sotto quello qualitativo. Dagli anni Novanta l' 80% degli italiani ha sempre
cercato la migliore qualità del cibo, a prescindere del prezzo. Si tratta quasi di un elemento identitario
del nostro essere italiani. Ora lo fa soltanto il 57% dei nostri connazionali».
Una tendenza coerente con quella evidenziata dalla Coldiretti, secondo cui l' 81% degli italiani non butta
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9 luglio 2014
Pagina 3
Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
il cibo scaduto (a inizio anno era "solo" il 63%).
Il contesto strutturale è di rallentamento delle attività economiche del Paese: nella relazione annuale del
Gestore dei mercati energetici di ieri si evidenziava un calo del prezzo medio dell' energia, nel 2013, del
16,6%, «anche se nella componente della domanda ­ nota il presidente di Nomisma Energia, Davide
Tabarelli ­ è preponderante il calo dell' attività industriale».
Al di là dell' influenza di questo o di quel fattore, se l' Italia delle fabbriche non sta bene, l' Italia delle
famiglie vacilla. «Ed è un vacillare con una doppia componente ­ continua Fabris ­ : c' è la forza
contundente della crisi, ma c' è anche qualcosa di più profondo». Secondo messaggio portato dalla
drastica riconfigurazione dei consumi: qualcosa sta cambiando l' anima degli italiani. Come cittadini e,
insieme, come consumatori. «Per la prima volta ­ dice la sociologa ­ assistiamo all' influenza diretta dei
messaggi politici sui comportamenti degli individui». L' ossessione della spending review, per esempio,
come nuovo mantra europeo. Nell' analisi di Episteme, il 60% degli intervistati dichiara di sentirsi in
dovere di tagliare i consumi. «Si taglia, o si dice di voler tagliare su tutto, dalle spese statali alla Rai, alla
pubblica amministrazione ­ riflette Fabris ­ dunque il messaggio politico filtra nella psicologia collettiva
degli italiani, assume una strana caratura morale e diventa comportamento». Il paradosso del buon
cittadino che diventa buon (non) consumatore.
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PAOLO BRICCO
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
La situazione. Fra centro e periferia.
Il sistema «chiede» maggiore razionalità
Paola Ficco La semplificazione amministrativa
in materia ambientale fa, da sempre, i conti
con la necessità di tutela delle diverse matrici
(aria, suolo, acqua) che, invece, tende a
obiettivi sempre più ambiziosi. Così, mentre
con fatica il diritto nazionale cerca di adeguarsi
al modello europeo, le ragioni della
semplificazione premono per dare slancio alla
produzione e alla crescita liberandole dal peso
della burocrazia.
La necessità di razionalizzare Ma semplificare
deve significare soprattutto razionalizzare. In
Italia non è semplice. Sempre più spesso
accade che quello che potrebbe essere una
seria opportunità economica e ambientale
diventa, invece, una corsa a ostacoli scandita
dalla burocrazia che, anche a livello
interpretativo locale, f r e n a o g n i s e n s a t a
iniziativa imprenditoriale.
Si pensi alle bonifiche e ai materiali da riciclo
dove le procedure amministrative si arrestano
spessissimo sulla personale visione che delle
norme nazionali hanno le amministrazioni
locali. Il tutto è favorito da un quadro normativo
instabile, non sempre chiaro e dalla
frammentazione di competenze.
Nel concreto, si pensi alle domande per le
autorizzazioni uniche ambientali (Aua)
convogliate al Suap (sportello unico attività produttive) comunale. Ma la limitatezza del parco
informatico della Pa troppo spesso non consente di stampare i ponderosi file inviati dalle imprese e
occorre la trasmissione cartacea.
Poiché la competenza delle amministrazioni procedenti non è venuta meno, di fatto, le imprese hanno
guadagnato di aggiungere una copia cartacea per il Comune. Anche limitare per legge i tempi dei
procedimenti amministrativi non è sufficiente perché le autorità competenti richiedono documenti non
previsti e reperirli allunga i tempi.
Da sempre le imprese aspettano misure a portata di vita quotidiana, da realizzare subito e a costo zero
anche per annullare le disparità interpretative che hanno generato danni enormi per spese di giustizia,
vanificazione di investimenti e ovvia alterazione della concorrenza.
I possibili interventi Si pensa a: ­ introduzione del ravvedimento operoso per la mancata osservanza
delle prescrizioni autorizzatorie, anziché perseverare nell' irrogazione di pesantissime sanzioni
amministrative o penali fini a sé stesse; ­ centralizzazione a livello regionale delle competenze
autorizzatorie per acqua, aria e rifiuti per evitare la disparità di trattamento che segue la diversa
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Il Sole 24 Ore
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interpretazione normativa tra le varie Province nella stessa Regione; ­ maggiore aderenza delle
legislazioni regionali al dato normativo nazionale per evitare ricorsi alla Consulta e più che scontate
condanne e costi.
L' Aia è stata appena "riformata" con il decreto legislativo 46/2014 eppure si è persa l' ennesima buona
occasione per semplificare davvero, riconducendo quella regionale (data da Regione­Provincia e che
insiste su impianti più piccoli e meno complessi) nella Via (valutazione d' impatto ambientale), come
avviene da sempre per quella di competenza statale. Della necessità di uniformità applicative il decreto
46/2014, però, sembra essersi finalmente accorto, quando l' articolo 29­quinquies prevede un
coordinamento presso il ministero dell' Ambiente tra autorità centrali e locali.
I controlli La razionalizzazione va avviata anche per i controlli, non sempre omogenei. Le aziende
soffrono della mancanza di uniformità di lettura del dato normativo e della sovrapposizione degli
accessi, mai concordi tra loro.
Anche per la tutela della concorrenza tra imprese è non più rinviabile la necessità di assicurare il flusso
delle informazioni disponibili presso un sistema centralizzato e stabilire principi comuni per le ispezioni
anche alla luce di un' univoca interpretazione della norma di riferimento.
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PAOLA FICCO
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I permessi.
Autorizzazione integrata con validità per dieci anni
Il «nulla osta» unico sostituisce sette pratiche e scommette sulle Pmi.
PAGINA A CURA DI Francesco Petrucci Più
rigore e controlli e allo stesso tempo
semplificazioni per piccole imprese e
situazioni poco complesse. Queste le linee
direttrici dei sistemi autorizzatori ambientali,
che si muovono tra incertezze normative e
difficoltà applicative e di coordinamento.
L' ultima procedura ad avere subito un
profondo restyling è l' autorizzazione integrata
ambientale riscritta dal decreto legislativo
46/2014 che ha recepito la direttiva Ue sulle
emissioni industriali (2010/75/Ue)
intervenendo a tutto campo sul decreto
legislativo 152/2006 (Codice ambientale).
Tra le novità spicca l' aumento di durata del
titolo da 5 a 10 anni, le migliori tecniche
disponibili (Bat) che costituiscono la base per
tutte le condizioni dell' Aia, l' obbligo di
stabilire nell' autorizzazione la scadenza entro
la quale attuare le prescrizioni, l' aumento dei
progetti da sottoporre ad Aia. Nuova è la
"relazione di riferimento" da elaborare in sede
di richiesta o rinnovo dell' Aia che fornisce
indicazioni sullo stato della qualità del suolo e
delle acque di falda del sito su cui è realizzato
l' impianto. Semplificato l' iter per progetti
infraregionali e aumentata l' informazione e la
partecipazione per il pubblico.
Restano alcune criticità. Gli atti ambientali sostituiti dall' Aia rimangono un "numero chiuso" (allegato IX,
parte II, decreto 152/2006) e desta perplessità il procedimento di revisione: a fronte di un rinnovo
decennale, la revisione può avvenire anche prima per una serie di eventi e condizioni non sempre
prevedibili dall' impresa. Rimane difficile il coordinamento con la Via.
La Via La valutazione di impatto ambientale sconta le novità della direttiva 2011/92/Ue, modificata dalla
direttiva 2014/52/Ue. Se la prima è una mera "ricodificazione", più rilevanti sono le novità dell' ultima:
netta separazione tra Autorità competente e committente (per evitare conflitti di interessi); sanzioni per
la violazione della disciplina "effettive, proporzionate e dissuasive", stop alle deroghe speciali agli Stati
membri per esentare determinati progetti dalla Via, ad eccezione di difesa o protezione civile. Ampliato
il coinvolgimento del pubblico e aumentata la visibilità web del progetto sotto Via. Alcune modifiche alla
Via sono arrivate col Dl 91/2014 in vigore dal 25 giugno, in particolare sulla maggiore pubblicità web dei
progetti.
Impianti a fonti rinnovabili L' autorizzazione unica di impianti a fonti rinnovabili ex decreto legislativo
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387/2003 (e Dm 10/09/2010) è un procedimento consolidato per chi vuole fare impianti Fer. Un unico
procedimento che coinvolge tutti gli enti interessati in conferenza dei servizi e un provvedimento finale
che sostituisce tutti gli atti di assenso necessari per realizzare e gestire l' impianto.
Tempi rapidi (90 giorni) e perentori per il rilascio, semplificazione burocratica ma applicazione regionale
delle norme non omogenea, scarso rispetto dei termini delle Amministrazioni e inevitabili rallentamenti
procedurali quando nel procedimento per impianti di grossa taglia si innesta la Via. La valutazione
ambientale stoppa i tempi dell' autorizzazione unica "congelando" il procedimento fino a conclusione.
Nonostante il nomen, ad essere unico è il procedimento non l' autorizzazione, cioè se è vero che l'
autorizzazione sostituisce tutti gli atti connessi alla realizzazione e gestione dell' impianto (ad esempio,
emissioni, scarichi, gestione rifiuti) tali atti sono disciplinati dalle rispettive norme (vedi ad esempio
obblighi di richiesta di rinnovo).
L' autorizzazione unica Ultima nata tra le procedure autorizzatorie semplificate è l' Aua, autorizzazione
unica ambientale ex Dpr 59/2013. Pensata per le Pmi e gli impianti non soggetti ad Aia obbliga l'
impresa, per il rinnovo o rilascio di una delle 7 autorizzazioni/comunicazioni ambientali previste dal
regolamento, a chiedere un' autorizzazione unica che sostituisce le singole autorizzazioni. La pratica è
gestita dal Suap del Comune e il rilascio compete alla Provincia.
L' Aua dura 15 anni, il rinnovo va chiesto 6 mesi prima. Vista la durata, nel titolo possono essere
previste particolari prescrizioni e oneri di autocontrollo a carico dell' impresa. Tempi certi, unico
interlocutore nella Pa, rapidità giocano a favore dell' Aua.
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FRANCESCO PETRUCCI
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L' ANALISI.
Dalla flessibilità margini minimi, resta la carta
investimenti
Dino Pesole Va bene l' auspicata flessibilità di
bilancio i n c a m b i o d e l l e r i f o r m e , s e n z a
modificare i pilastri della disciplina fiscale
europea, come ha ribadito a Bruxelles il
ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan. A
patto che non ci si illuda che con qualche
decimale di Pil da scorporare dal calcolo del
deficit sul fronte degli investimenti, oppure con
un anno in più per rientrare nella «regola del
debito», avremo risolto i nostri problemi e
quelli dell' eurozona più in generale.
Come mostrano i dati congiunturali diffusi ieri
dall' Istat, all' economia italiana serve una
scossa, un' iniezione potente fatta di dosi
massicce di investimenti produttivi, tagli
selettivi alla spesa corrente, una decisa azione
di riduzione del prelievo fiscale che grava sul
lavoro. Ricetta che, con i dovuti distinguo, può
essere applicata a gran parte dei paesi dell'
eurozona.
Visto in questi termini, il dibattito in corso su
cosa si debba intendere esattamente per
flessibilità, su come declinare al meglior il
«miglior utilizzo» degli spazi a disposizione all'
interno del Patto di stabilità, acquista una
valenza del tutto diversa.
Occorre arrivare a una sintesi tra le due famiglie politiche europee, da trasferire al massimo livello
decisionale, che ponga le basi per una sorta di «New deal» all' insegna non tanto della "flessibilità" (che
pure potrà aprire una prima breccia) quanto di un' azione di politica economica in grado sul serio di
imprimere una svolta all' economia del Vecchio Continente.
Investimenti pubblici e privati, applicando ai primi una versione aggiornata della golden rule magari
limitata a un triennio, un diverso e più incisivo ruolo della Bei, agevolazioni fiscali vigorose e immediate
per favorire nuova occupazione. Le riforme strutturali vanno incoraggiate, in Italia soprattutto, nella
consapevolezza che gli effetti di azioni profonde che modifichino assetti precostituiti e rendite di
posizione consolidatesi nei decenni vanno verificati nel medio periodo. Possono e per certi versi devono
agire da detonatore per incrementare il ritmo della crescita potenziale, ma la loro capacità di imprimere
una vera svolta all' economia va sostenuta con azioni concrete e immediate da concordare in sede
europea. L' auspicata flessibilità, a quel punto, non sarebbe altro che il naturale corollario di un mix di
interventi, con in cima alla lista delle priorità una nuova politica europea degli investimenti. Se si
incrementa il potenziale di crescita dell' economia, la convergenza verso l' obiettivo di medio termine
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può avvenire «in automatico». Le raccomandazioni approvate ieri dall' Ecofin rinnovano l' invito al nostro
paese perché rafforzi le misure di bilancio per il 2014, così da assicurare il progresso verso l' obiettivo
di medio termine. E nel 2015, la strategia di bilancio dovrà essere costruita in modo da «assicurare il
requisito della riduzione del debito». Se questa è la strada, gli spazi negoziali si restringono. Ecco
perchè la parola ora deve passare necessariamente alla politica, l' unica in grado di "reinterpretare"
precetti e regole cogenti, con l' ambizioso obiettivo di voltare pagina.
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La crescita obbligata.
Ecofin all' Italia: priorità alle riforme
Padoan chiede di rafforzare gli incentivi per realizzarle, ma nell' ambito delle regole
esistenti.
Rossella Bocciarelli BRUXELLES. Dal nostro
inviato Il vicepresidente della Commissione
europea, Sim Kallas, ha fatto al ministro dell'
economia italiano i suoi più sinceri auguri di
«in bocca al lupo», per il debutto alla
presidenza dell' Ecofin. Di certo, ci sarà
bisogno di molta perseveranza per sviluppare
un programma economico «ambizioso»: così è
stato definito ieri dal presidente dell'
Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem lo sforzo
italiano di trovare ogni spazio possibile per
rilanciare crescita e investimenti in Europa
nelle pieghe del patto di stabilità e crescita e
nel six pack.
Si tratta infatti di vincere diffidenze verso il
nostro Paese che non attengono solo alle
innovazioni di linguaggio. Pier Carlo Padoan,
tuttavia, è estremamente paziente e ieri, nella
discussione all' Ecofin ha esposto ai colleghi il
modo italiano d' intendere le riforme di
struttura: «In un contesto di stringenti vincoli di
bilancio e di sforzi di riforma prolungati nel
tempo registriamo che le riforme non sono
realizzate con la tempistica ottimale e con il
livello di ambizione adeguato. Infatti ­ ha
aggiunto ­ i governi devono fronteggiare costi
politici sociali ed economici che si manifestano immediatamente, mentre i benefici in termini di
occupazione e crescita sono differiti nel tempo».
Occorre quindi, secondo il ministro, rafforzare gli incentivi a realizzare le riforme: «Non si tratta di
cambiare le regole ­ ha sottolineato ­ ma di usare quelle che già ci sono nel modo migliore e cioè con
lungimiranza, in perfetta coerenza con le decisioni e gli accordi che negli ultimi anni abbiamo preso in
Europa».
E sui tre pilastri del programma di presidenza italiana (più integrazione per il mercato unico, più riforme
strutturali e più finanza per la crescita) l' Italia ha ottenuto una buona accoglienza e una convergenza di
opinioni di larga massima. Il documento finale dell' Ecofin dà un appoggio formale a questa
impostazione, ma non contiene novità sostanziali su una maggior flessibilità delle regole di bilancio,
dove parla del «miglior uso» della flessibilità già esistente nel Patto secondo quanto era stato già scritto
nelle conclusioni del Consiglio europeo di fine giugno.
Per questo, a chi gli chiede se non nutra dubbi sul rischio di possibili, future divergenze con il governo
tedesco, Padoan risponde: «Io non mi preoccupo di identificare il futuro di eventuali divergenze, so che
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oggi c' è una totale coincidenza di vedute sul fatto che le riforme sono essenziali e che riforme e
consolidamento fiscale sono due facce della stessa medaglia». «E dico questo ­ aggiunge ­ non perché
c' é qualche idea che vola, ma perché questo é quello che l' Italia sta facendo. Il consolidamento fiscale
dell' Italia è fuori discussione, la sostenibilità del debito dell' Italia é tra le più forti in Europa, le riforme
strutturali sono al centro dell' agenda del governo. Quindi ­ conclude ­ non c' è problema di
incompatibilita o di diversita di opinioni con la Germania».
Nella conferenza stampa finale dell' Ecofin, il ministro italiano sta anche molto attento ad evitare di
entrare nel merito di qualunque ipotesi tecnica innovativa, che possa suonare in questa fase come una
fuga in avanti dell' Italia, paese al quale ieri le raccomandazioni dell' Unione europea, definitivamente
approvate, hanno ricordato la richiesta di sforzi aggiuntivi di risanamento anche nel 2014, nonché quella
di rafforzare la strategia di bilancio nel 2015, per garantire il rispetto del requisito sul debito pubblico.
Così, a chi chiede come valutare la proposta del premier Matteo Renzi di escludere dal calcolo del
deficit gli investimenti per l' agenda digitale europea, Padoan si limita a rispondere che all' interno del
governo italiano «c' è pieno accordo sul fatto che la crescita in Europa vada perseguita con tutti gli
strumenti disponibili all' interno delle regole esistenti», mentre tocca a Kallas puntualizzare che
«nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit». Invece, a proposito delle politiche di
riduzione del debito e del programma di privatizzazioni, il responsabile di via XX settembre ha
precisato che per quel che riguarda le quote di Eni, Enel e Poste spa, non c' è stato nessun
cambiamento ma solo il tener conto di una strategia «che implica anche una valutazione dei tempi e
della velocità di cessione degli asset, ai fini del rispetto dell' obiettivo di rientro dal debito».
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ROSSELLA BOCCIARELLI
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I partner Ue. Schäuble: le riforme non siano scusa per evitare il consolidamento.
Ma sull' applicazione del Patto il negoziato è partito
in salita
Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro
corrispondente L' Italia ha avviato ieri una
lunga trattativa diplomatica sull' adozione di
una maggiore flessibilità nell' applicazione del
Patto di Stabilità e di Crescita. Si tratta di dare
contenuto alla presa di posizione dei Ventotto,
che alla fine di giugno hanno esortato al
miglior uso del trattato. Gli esiti della partita
sono incerti. La strategia italiana deve fare i
conti con la diffidenza di molti partner europei,
ma anche con una classe politica nazionale
poco costante e molto rumorosa.
I ministri delle Finanze dell' Unione hanno dato
ieri il loro appoggio agli obiettivi della
presidenza italiana dell' Unione, iniziata il 1°
luglio. In un comunicato, l' Ecofin ha sostenuto
la strategia italiana di rilancio dell' economia
che prevede di «completare il mercato unico»,
«promuovere riforme economiche» e
«sostenere gli investimenti». I ministri hanno
quindi ribadito che gli stati membri e le
istituzioni europee devono fare della flessibilità
già contenuta nel Patto «il miglior uso». Il
comunicato è stato oggetto di accesi negoziati,
fosse solo perché la dichiarazione scritta non
era stata negoziata in precedenza dai
diplomatici.
Nel corso delle discussioni, il ministro dell' economia Pier Carlo Padoan ha presentato ai colleghi una
bozza della dichiarazione in cui dettagliava gli obiettivi della discussione dei prossimi mesi e ne
spiegava le ragioni d' essere. Il canovaccio non è piaciuto a molti governi ed è stato quindi rivisto. «La
diffidenza reciproca ha fatto premio su tutto», riassumeva ieri un negoziatore. Aggiungeva un esponente
comunitario: «L' iniziativa italiana non era stata preparata sufficientemente (...
) Molti ministri hanno reagito con cautela all' idea di impegnarsi su un testo scritto». In vari punti, il breve
comunicato riprende quindi le conclusioni del vertice europeo di fine giugno, in particolare, là dove si
parla della necessità di fare il miglior uso della flessibilità nell' applicare le regole di bilancio.
Il problema è che molti Paesi non considerano la dichiarazione di giugno sull' uso del Patto allo stesso
modo. Per alcuni, il testo è la formalizzazione di quanto è già avvenuto finora, con la concessione di più
tempo per ridurre il disavanzo pubblico in cambio di misure economiche. Per altri, invece, alla presa di
posizione bisogna dare ulteriore contenuto. Mentre tutti i ministri si sono detti d' accordo sulla necessità
di rilanciare l' economia, proprio il concetto di flessibilità ha creato nervosismo. Il ministro delle Finanze
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tedesco Wolfgang Schäuble ha spiegato: «Le riforme strutturali non possono essere né un' alternativa
né una scusa al risanamento di bilancio». Parole simili sono state usate da austriaci e olandesi. A
complicare le cose è stato il premier Matteo Renzi che sempre ieri ha spiegato da Venezia come gli
investimenti digitali vadano detratti dal disavanzo. Il commissario agli affari economici Siim Kallas ha
subito reagito: «Nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit». L' uscita controversa del
premier dimostra che la partita europea sarà complicata anche dal dibattito interno italiano.
Nel loro comunicato di ieri, i ministri delle Finanze annunciano che torneranno a discutere di questi temi
in settembre. Il canovaccio italiano lasciava intendere che la discussione avrebbe riguardato proprio la
flessibilità sull' uso del Patto d i Stabilità. Nella versione finale si precisa invece che tra due mesi si
discuterà «in particolare» di «opportunità di investimenti e di riforme strutturali».
Sempre ieri il presidente designato della Commissione europea Jean­Claude Juncker ha incontrato i
gruppi parlamentari socialista e liberale, in vista del voto di fiducia del Parlamento il 15 luglio. «La
flessibilità serve perché il treno europeo non deragli ­ ha detto davanti ai socialisti ­ il Patto di stabilità
non va modificato ma applicato con sensibilità». Ai liberali lo stesso Juncker ha peraltro dichiarato di
voler «mantenere il rigore nei bilanci» pur dicendosi «contrario all' austerità eccessiva». Corre voce che
Juncker vorrebbe dare il portafoglio economico ai socialisti, ma ieri il lussemburghese non ha
confermato.
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BEDA ROMANO
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INTERVISTAElio CataniaConfindustria digitale.
«Attuare subito l' Agenda, in gioco un punto di Pil»
«Si può e si deve creare un ecosistema innovativo coinvolgendo Pmi, start up e
università»
Nicoletta Picchio ROMA Siamo ad uno snodo
che non esita a definire «storico». E cioè
passare dall' Agenda digitale, con l' elenco
delle cose da fare, all' attuazione degli
obiettivi. «Non basta indicare l' elenco di ciò
che serve. Bisogna passare alla fase
operativa, con l' impegno della classe
dirigente, pubblica e privata. C' è in gioco un
punto di Pil all' anno e la competitività di tutto il
sistema paese». L' appuntamento di ieri, the
Digital Venice Initiative, si è appena concluso.
«È un segnale importantissimo che per la
prima volta l' avvio di un semestre di
presidenza europeo sia interamente dedicato
all' innovazione digitale», commenta Elio
Catania, presidente di Confindustria digitale,
che è intervenuto all' appuntamento europeo.
E spiega perché: «Per superare il gap che l'
Europa e l' Italia hanno c' è bisogno di una
forte leadership, sia politica sia dell'
imprenditoria privata. Occorre un impulso
forte, che dia la spinta a realizzare gli obiettivi
dell' Agenda digitale. Questo evento dimostra
che c' è una convinzione della leadership
politica di puntare sulla digitalizzazione per
uscire dalla trappola della non crescita».
Più tlc per crescere? Ormai l' equazione più investimenti in innovazione digitale, più produttività, più
competitività e quindi più crescita è un fatto assodato. Siamo difronte alla sfida di una trasformazione
epocale di modelli amministrativi, istituzionali, politici e di business. Le tecnologie di rete danno il
massimo contributo non se applicate ad un modo vecchio di funzionare, ma ad un modo nuovo di
produrre, di organizzare gli uffici della Pa.
Un nuovo rapporto tra Pa e cittadini, tra aziende, clienti e fornitori?
Serve uno scatto in avanti. Solo il 5% delle aziende italiane vende on line, contro il 14% della media
europea. Nella Pa solo il 21% dei rapporti con i cittadini avviene attraverso la rete, contro il 41%
europeo. Questa è bassa competitività di sistema: vuol dire aziende che crescono di meno e una Pa
non efficiente. I nostri investimenti sono 25 miliardi di euro in meno all' anno rispetto alla media europea,
arriviamo al 4% rispetto al Pil contro il 6% Ue. Potremmo recuperare questa distanza nel giro di qualche
anno, con effetti sul Pil e sull' occupazione.
Ma le risorse? Si possono utilizzare i fondi strutturali europei, ma per questo occorre che la parte di
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cofinanziamento italiana non venga conteggiata nel patto di stabilità.
Inoltre gli investimenti in questo settore hanno un ritorno in termini di risparmi ed efficienza. Nella Sanità
per esempio un milione investito porta 3­5 milioni di risparmi ed efficienza in 24­36 mesi.
Proprio lunedì pomeriggio abbiamo avuto un incontro con il ministro della Sanità, altri responsabili
istituzionali dell' innovazione digitale e capi azienda del settore per confrontarci su nuove forme di
partnership pubblico­privata, come quelle basate sui performance contracting.
Lo ha scritto al ministro della Pa...
Ho mandato una lettera al ministro Madia in cui propongo una nuova governance che renda esecutivi i
progetti digitali, realizzi un progetto di formazione digitale per i dirigenti e di inserimento di nuove
competenze digitali attraverso il ricambio generazionale. Bisogna puntare su una domanda pubblica
impostata su progetti e soluzioni in modo da valorizzare le conoscenze dell' industria Ict.
Anche il privato deve giocare questa partita?
Certo. La competizione internazionale spinge l' innovazione, ma questo è colto per lo più dalle aziende
medie e grandi. Nelle pmi abbiamo casi di eccellenza mondiale, ma c' è una sensibilità ridotta alla
trasformazione digitale. Invece si può e si deve creare un ecosistema innovativo coinvolgendo oltre le
pmi anche le start­up e le università. Sul territorio, un vero e proprio distretto digitale all' italiana.
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NICOLETTA PICCHIO
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La crescita obbligata.
«Digitale fuori dal patto Ue»
Renzi: sui decreti attuativi così non va, troppi ritardi, ne parliamo domani in Cdm.
Emilia Patta ROMA. «Quello tra austerity e
flessibilità è un derby ideologico. Perché se io
investo nelle infrastrutture digitali, io investo
nel futuro e non è un costo. Ogni singolo euro
investito in infrastrutture digitali va escluso dal
Patto d i stabilità Ue». Il primo evento del
semestre di presidenza italiana non è una
kermesse meramente politica ma è incentrato
sul settore tecnologie e innovazioni, e questo è
già di per sé un motivo di soddisfazione per
Matteo Renzi. Digital Venice. La location è
Venezia, una città che «chiede a tutti di non
parlare del passato ma del futuro», dice il
premier. Un futuro che in Europa vuole dire
mettere l' accento sulla crescita piuttosto che
sul rigore, perché la prima riforma «è creare
spazio e posti di lavoro per i nostri giovani».
Nel giorno in cui l' Ecofin dà il via libera agli
obiettivi dell' Italia su crescita e riforme per il
semestre (si veda la pagina a fianco), Renzi
torna dunque sul punto che gli sta più a cuore:
maggiore flessibilità, con la possibilità di
scorporare dal calcolo del deficit/Pil gli
investimenti in infrastrutture materiali e
immateriali. Perché se l' Europa continua ad
essere quella dei vincoli e della burocrazia
muore, ricorda il premier nel suo speach in inglese alla presenza tra gli altri del commissario Ue per l'
Agenda digitale Neelie Kroes: «In questo momento le idee salveranno l' Europa, e non le limitazioni. L'
Europa deve essere lo spazio della libertà, dobbiamo rendere più bella la globalizzazione. Se invece
parliamo solo di limiti, di vincoli e di dossier burocratici che dividono i Paesi perdiamo un' opportunità».
Accento sulla crescita piuttosto che sul rigore, dunque, nel rispetto delle regole.
D' altra parte l' apertura di Jean­Claude Juncker su un socialista agli Affari economici e monetari
(probabilmente il francese Pierre Moscovici, «ma intanto non toccherà agli Olli Rehn di turno»), così
come le conclusioni dell' Ecofin sul piano italiano per il semestre rimbalzano a Palazzo Chigi come una
piena conferma dell' impianto europeo di Renzi. La sua idea della flessibilità non è certo una «mancia
per l' Italia» ma una «strategia di crescita per l' Europa», come appunto ventilato a Venezia chiedendo
gli investimenti in infrastrutture digitali fuori dal Patto. In una giornata tutta col segno positivo in campo
europeo Renzi non ha tuttavia gradito il segnale di chiusura arrivato dal commissario ad interim Siim
Kallas («nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit»). Il premier giudica «miope» un
atteggiamento che non vuole fare i conti con una realtà che sta cambiando l' Europa, «e non nel senso
di avere meno rigore, ma di coniugarlo con una idea intelligente e responsabile di crescita».
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Tornato a Palazzo Chigi, Renzi ha fatto sapere via twitter di essersi subito messo al lavoro «su terzo
settore, Ilva, semplificazione amministrativa». In mattinata, parlando al Digital Venice, il premier aveva
d' altra parte ricordato i mille giorni per cambiare volto al Paese: «L' Italia ha una grande occasione ed è
fare l' Italia, bisogna smettere di piangersi addosso e provare in mille giorni a cambiare faccia e
interfaccia». E ancora: «Noi le riforme le facciamo.
Piaccia o no a chi vuole frenarci.
Su legge elettorale, riforme costituzionali, lavoro, burocrazia, giustizia civile». Rispondendo a un
follower Renzi ha poi affrontato l' annoso problema dei ritardi dei decreti attuativi dei provvedimenti
approvati: «Così non va bene, ne parliamo giovedì (domani, ndr) al Consiglio dei ministri».
Val la pena ricordare che nel decreto Pa la norma che stabiliva tempi definiti e silenzio­assenso per
pareri e concerti nei provvedimenti interministeriali è stata alla fine stralciata. Con l' idea di recuperarla
nel prossimo decreto sblocca­Italia... © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Carico e scarico. Le informazioni sono necessarie per la compilazione del Mud.
Il Registro fotografa le caratteristiche delle scorie
Il registro di carico e scarico è il documento
cartaceo con fogli numerati e vidimati dalle
Camere di commercio territorialmente
competenti. Sul registro, conforme al modello
di cui al Dm 148/1998 occorre annotare le
informazioni sulle caratteristiche quali­
quantitative dei rifiuti prodotti e gestiti. L'
articolo 11, comma 3­bis, Dl 101/2013 (legge
125/2013) stabilisce che "fino al 31 dicembre
2014 continuano ad applicarsi gli adempimenti
e gli obblighi di cui agli articoli 188, 189, 190 e
193 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.
152, nel testo previgente alle modifiche
apportate dal decreto legislativo 3 dicembre
2010, n. 205, nonché le relative sanzioni.".
Quindi, fino alla fine dell' anno gli obbligati al
registro sono quelli di cui al combinato
disposto degli articoli 189, comma 3 e 190,
comma 1, decreto legislativo 152/2006 "old
style". I piccoli produttori di rifiuti non pericolosi
(non più di 10 tonnellate/anno) possono
adempiere alla tenuta anche tramite le
associazioni di categoria o loro società di
servizi ( a r t i c o l o 1 9 0 , c o m m a 4 , d e c r e t o
152/2006).
Tuttavia, il Dm 24 aprile 2014 ha sottratto dal
Sistri i piccoli produttori di rifiuti pericolosi fino
a 10 dipendenti e per costoro l' agevolazione
della tenuta dei registri per produzioni non superiori a 2 tonnellate l' anno, tramite le associazioni di
categoria inspiegabilmente dal 2015 non sarà più prevista. È auspicabile una sua reintroduzione. Il
registro va integrato con il formulario, tenuto presso l' impianto di produzione e la sede del trasportatore
e conservato per 5 anni dall' ultima registrazione. Invece, per le discariche va conservato a tempo
indeterminato.
Al termine dell' attività i registri devono essere consegnati all' autorità che ha rilasciato l' autorizzazione.
Le informazioni del registro sono necessarie per compilare e inviare il Mud entro il 30 aprile di ogni
anno e per capire la legittimità temporale delle giacenze in deposito temporaneo presso il produttore
dei rifiuti.
L' articolo 190, comma 1, "Codice ambientale" stabilisce i tempi di annotazione (10 oppure 2 giorni
lavorativi che decorrono da momenti diversi in base a produzione e gestione). Chiarimenti importanti
per la sua tenuta sono presenti nella circolare Ambiente/Industria 4 agosto 1998, utilissima anche per la
compilazione del formulario di identificazione dei rifiuti: il documento che deve accompagnare il
trasporto di rifiuti.
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Il formulario è escluso per il trasporto dei rifiuti urbani effettuato dal soggetto che gestisce il servizio
pubblico. Le altre esclusioni sono previste dall' articolo 193, commi 4 e 4­bis, Dlgs 152/2006.
Va redatto su apposito bollettario a ricalco conforme al modello di cui al Dm 145/1998; numerato
progressivamente (anche con prefisso alfabetico di serie) e vidimato (gratuitamente e senza bolli) dall'
agenzia delle Entrate o dalle Cciaa o dagli Uffici regionali o provinciali competenti per i rifiuti. La fattura
di acquisto del formulario va annotata sul registro Iva­acquisti con gli estremi seriali e numerici del
formulario.
Va redatto in 4 esemplari, compilato, datato e firmato dal produttore (se non è individuabile, dal
detentore) su tutte e 4 le copie che sono controfirmate dal trasportatore. La prima resta al produttore e
le altre 3 sono tenute dal trasportatore che le sottopone alla controfirma e alla data in arrivo del
destinatario.
Di queste, una resta al destinatario e 2 al trasportatore che ne trasmette una al produttore, entro i 3 mesi
successivi al conferimento. Quindi, il produttore avrà due copie dello stesso formulario ma sulla
seconda appare l' accettazione del carico da parte dell' impianto di destino.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Digital Venice. Ridisegnare il ruolo della formazione e facilitare le fusioni.
Mercato unico e regole certe la richiesta delle
imprese
Luca Salvioli VENEZIA. Dal nostro inviato Si
diceva che il Digital Venice sarebbe stato il
palcoscenico per la nomina del direttore dell'
agenzia per l' Italia digitale, invece il nome non
è uscito. Da settimane girano liste di papabili,
ma qui a Venezia le indiscrezioni dicono che in
corsa, dopo le dimissioni di Agostino Ragosa,
siano rimasti in due: Alessandra Poggiani, ceo
di Venice City Ict e dunque padrona di casa, e
Stefano Quintarelli, deputato di Scelta Civica
ed esperto di lungo corso di tlc.
La risposta dovrebbe uscire dal prossimo
Consiglio dei ministri. Renzi era molto atteso
dai protagonisti dell' industria digitale. Lui li ha
ascoltati e la cosa non è passata inosservata.
Ora si aspettano le risposte. Il premier ha
indicato alcuni punti: investimenti in economia
digitale fuori dai vincoli di bilancio, l' open
government e gli open data. Gli altri sono
scritti sul documento che arriverà al prossimo
Consiglio europeo a ottobre. Si chiama Venice
declaration e il testo provvisorio parte dal
riconoscimento del digitale (che oggi vale il
7% dell' economia europea) come fulcro di
una nuova politica industriale. C' è poi il
mercato unico: regole uniformi (anche fiscali) e
semplificazione per la circolazione di merci, servizi e lavoratori. Il documento continua con l' obiettivo di
portare la banda larga a tutti i cittadini europei entro il 2020, la cyber­sicurezza (Renzi ha detto che può
essere un' occasione di collaborazione tra governi e aziende), il cloud computing, le smart cities, la
formazione delle giuste competenze già nelle scuole, la creazione di condizioni che rendano l' Europa il
migliore posto per creare imprese innovative, la modernizzazione della Pa.
L' intervento più accorato è del numero uno di Telefonica, Cesar Alierta: «Per creare un' Europa digitale
servono 300 miliardi e noi, come settore, ne abbiamo investiti 15 nel 2013 mentre gli OTT (giganti di
internet, ndr) solo 50 milioni».
Marco Patuano, ad di Telecom Italia, lancia il documento delle telco: «È la prima volta che ci
presentiamo con una posizione unitaria». Le priorità sono 4: infrastrutture, cittadinanza digitale, stimolo
per nuovi posti di lavoro, governare le sfide del web (si veda il documento sul Sole24ore.com).
Il ceo di Vodafone, Vittorio Colao, si rivolge alla Kroes: «L' attuale proposta di net neutrality rischia di
essere un ostacolo per l' innovazione, meglio quella americana» e lancia il tema delle sicurezza dei
cittadini «che va garantita dai governi».
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Pubblica Amministrazione
Secondo Maximo Ibarra, ad di Wind, «bisogna ridisegnare il ruolo formativo della scuola affinché nei
prossimi 5 o 6 anni l' Europa possa essere il miglior posto come produttività ed efficienza». Vincenzo
Novari, ad di Tre Italia, ha chiesto all' Europa di facilitare la fusione tra operatori «incentivando la nascita
di 5­6 grandi attori europei».
Per la responsabile di Uber in Italia, Benedetta Arese Lucini: «La Ue deve creare le condizioni per
spingere le innovazioni, anche a costo di cambiare le regole». L' app che tanto fa arrabbiare i tassisti è
forse il miglior esempio della difficoltà di adattare diverse regole di diversi Paesi all' innovazione.
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I rifiuti/1.
Un «permesso» unico per recupero e smaltimento
La domanda di rinnovo va fatta almeno 180 giorni prima della scadenza.
PAGINA A CURA DI Paola Ficco Il decreto
legislativo 152/2006 (Codice ambientale)
definisce la gestione dei rifiuti c o m e « l a
r a c c o l t a , i l trasporto, i l r e c u p e r o e l o
smaltimento dei rifiuti, compresi il controllo di
tali operazioni e gli interventi successivi alla
chiusura dei siti di smaltimento, nonché le
operazioni effettuate in qualità di
commerciante o intermediario» (articolo 183,
comma 1, lettera n ).
Gli allegati B e C alla Parte IV del decreto
legislativo 152/2006 riportano, rispettivamente,
un elenco non esaustivo delle operazioni di
smaltimento e di recupero. Tutte le attività di
gestione dei rifiuti devono essere autorizzate
secondo le diverse procedure previste.
Anche la preparazione per il riutilizzo va
autorizzata poiché è una operazione di
recupero di rifiuti.
Da questo principio sfugge unicamente il
deposito temporaneo, cioè il raggruppamento
dei rifiuti effettuato dal loro produttore prima
della raccolta, che non è un' operazione di
gestione, purché avvenga nel rispetto delle
regole temporali e quantitative di cui all'
articolo 183, comma 1, lettera bb), decreto
legislativo 152/2006.
L' autorizzazione La raccolta e il trasporto sono
autorizzati dall' Albo nazionale gestori ambientali ai sensi dell' articolo 212, Codice ambientale; invece ci
sono vari strumenti per autorizzare un impianto di recupero o di smaltimento d i rifiuti. Il principale
risiede nell' autorizzazione unica alla realizzazione e alla gestione come disciplinata dall' articolo 208,
decreto legislativo 152/2006 (agli impianti mobili si applica il comma 15). Va richiesta alla Regione o
alla Provincia competente per territorio e al riguardo delegata dalla Regione.
Il termine per la conclusione del procedimento è di 150 giorni (salve le integrazioni documentali e ove
necessarie le procedure di Via, valutazione impatto ambientale). È efficace per 10 anni ed è rinnovabile.
Il rinnovo Almeno 180 giorni prima della scadenza dell' autorizzazione, va presentata domanda di
rinnovo alla Regione/Provincia. In caso di ritardo nel rinnovo da parte della Pa, l' attività può essere
proseguita nel rispetto dell' autorizzazione scaduta, previa estensione delle fideiussioni prestate. Se il
progetto riguarda aree vincolate ai sensi del decreto legislativo 42/2004, si applica l' articolo 146 di tale
decreto. Tuttavia, in sede di rinnovo le imprese registrate Emas o certificate Iso 14000 possono
accedere al regime dettato dall' articolo 209, decreto legislativo 152/2006.
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Cioè possono sostituire l' autorizzazione con un' autocertificazione resa all' autorità competente,
completa dei documenti previsti. Gli impianti di ricerca e sperimentazione sono autorizzati per due anni
ai sensi dell' articolo 211, decreto legislativo 152/2006 e rispondono a due condizioni: la gestione degli
impianti non comporta utile economico; la potenzialità dell' impianto non supera le 5 tonnellate al giorno
(salvo deroghe giustificate).
La forma semplificata Il recupero, oltre che in forma ordinaria, può anche essere autorizzato in forma
semplificata con l' accesso alle procedure di cui agli articoli 214 e 216, decreto 152/2006. In tal caso,
però, possono essere recuperati solo ed esclusivamente i rifiuti di cui al Dm 5 febbraio 1998, al Dm
161/2002 e al Dm 269/2005 e nei modi ivi previsti, nel rispetto di specifiche quantità. L' impresa invia
una comunicazione di inizio attività alla Provincia ed è iscritta in uno specifico registro provinciale.
La Provincia entro 90 giorni, verifica d' ufficio la sussistenza dei presupposti e dei requisiti richiesti dalla
legge; però, decorsi 90 giorni dalla comunicazione di inizio di attività, in caso di mancato accesso
provinciale l' impresa può iniziare a lavorare.
Il caso dei Raee Invece, in caso di Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), di veicoli
fuori uso e di impianti di coincenerimento, l' avvio dell' attività è subordinato alla visita preventiva, della
Provincia da effettuarsi entro 60 giorni dalla presentazione della predetta comunicazione.
L' iscrizione nel registro provinciale dura 5 anni, non è soggetta a fideiussione ma al pagamento di un
diritto annuale da versare entro il 30 aprile di ogni anno (Dm 350/1998). Il rinnovo va chiesto almeno 90
giorni prima della scadenza. Gli impianti di particolare dimensione sono soggetti e all' Aia
(Autorizzazione integrata ambientale) di cui alla parte seconda del decreto 152/2006.
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INTERVISTAGaetano MaccaferriVicepresidente di Confindustria alle Politiche regionali e alla
semplificazione.
«Superare il Sistri con un nuovo sistema»
Tracciare i rifiuti pericolosi è necessario, ma ci sono troppi oneri per le imprese.
Jacopo Giliberto Il tema non è mettere in
discussione la tracciabilità dei rifiuti. L '
obiettivo è sacrosanto. Il problema non è il
"che cosa" bensì il "come". Il Sistri è nato
viziato fin dall' inizio: inefficace, costoso,
difficile da usare, inquisitorio. Con tutte le
tecnologie di oggi ­ non c' è bisogno del Rfid e
dei lettori a barre: perfino un banale telefonino
contiene il tracker Gps ­ sarebbe facilissimo
seguire i movimenti dei rifiuti. «Allora tanto
varrebbe azzerare il vecchio Sistri, bandire
una sana gara europea e rapidamente
costruire un Sistri nuovo, efficace, che possa
essere utilizzato da tutte le imprese, senza
u l t e r i o r i oneri» , s u g g e r i s c e G a e t a n o
Maccaferri, imprenditore bolognese,
vicepresidente della Confindustria con delega
alla semplificazione e all' ambiente.
Maccaferri, pensa davvero che valga la
pena di azzerare il Sistri?
L a n o s t r a i d e a è s u p e r a r e i l Sistri.
Bisognerebbe ripartire da zero ed elaborare
un sistema davvero fruibile per le imprese e,
soprattutto, funzionale all' obiettivo, cioè
seguire i movimenti dei rifiuti pericolosi.
Certo, mi rendo conto che non sarà facile,
sebbene l' Autorità per la Vigilanza dei Contratti Pubblici abbia emesso una delibera nella quale viene
affermato che le procedure di affidamento del vecchio contratto alla Selex non sono valide.
La nascita del Sistri è indebolita anche dalle indagini della magistratura, Maccaferri.
Però se non potesse essere azzerato e rifatto, come migliorare il Sistri?
Nelle settimane scorse Confindustria ha sottoposto al ministro dell' Ambiente, Gianluca Galletti, un
documento che contiene le nostre proposte di modifica al sistema.
È un documento semplice, spero.
Sono servite circa cento pagine per potere spiegare gli interventi che servirebbero al sistema
informatico e le semplificazioni normative e regolamentari senza le quali il sistema non può funzionare.
La lunghezza del nostro documento purtroppo è indicativa della complessità della "macchina­Sistri":
sulla parte informatica sono necessarie cinque modifiche e la parte normativa deve essere resa
coerente.
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Da anni avete una collaborazione stretta con l' Ambiente per semplificare il sistema.
Una collaborazione ottima. I tavoli di confronto fra ministero e imprese hanno senza dubbio portato
risultati, senza però cambiare l' impianto iniziale.
Noi abbiamo rilevato la necessità di modifiche sostanziali al sistema, e finora ci sono stati rinvii,
riduzioni nel numero delle imprese obbligate, ritocchi utili ma non certo risolutivi. Confindustria chiede
che, in attesa di una modifica sostanziale del Sistri o, meglio ancora, in attesa che venga realizzato un
nuovo sistema, vengano sospesi l' obbligatorietà del Sistri e il versamento dei contributi relativi.
Non si tratta di sottrarsi al dovere di contribuire al finanziamento del servizio di tracciabilità, ma soltanto
pretendere la funzionalità di un servizio pubblico da parte degli utenti che ne sostengono i costi. Non mi
sembra una richiesta irragionevole.
Le sanzioni però non si applicano. Sì, ma scatteranno dal 1° gennaio. Noi chiediamo che continuino a
non essere applicate finché il sistema non sarà riscritto.
Il ministro Galletti e la sua squadra dimostrano qualità molto costruttive, quindi il ministero dovrebbe
eliminare l' obbligo per le imprese e, al tempo stesso, cancellare nuovi pagamenti, già in fase di
conversione del decreto 91 su ambiente e competitività. E poi pensiamo che possa servire una delega
al governo per riscrivere un quadro normativo coerente. I tempi sono molto stretti e bisogna agire.
Però non si può rinunciare a un sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi.
Certamente. Bisogna però avere ben presente che i controlli su strada restano indispensabili e che
nessun sistema può sostituirli. La tracciabilità oggi si basa sui documenti cartacei e l' informatica, se
ben utilizzata, può essere d' aiuto. Ma il Sistri, così com' è congegnato, è tecnologicamente inefficace, è
nato vecchio, con difetti strutturali che lo rendono inapplicabile e che si combinano con un quadro
normativo e regolamentare che ha visto solo sommarsi provvedimenti disarmonici.
Quanti? Ecco alcuni numeri, per rendere l' idea: quattro leggi, undici decreti ministeriali, una circolare,
un quadro sinottico, un comunicato dirigenziale. E sette rinvii. Sono normative spesso in contraddizione
fra loro. Impraticabili. Ricorda il tragicomico clic day del 2011? Fu la prima prova completa di
funzionamento del Sistri e quasi 20mila aziende non riuscirono neanche ad accedere al sistema
informatico. Finora le imprese hanno versato 100 milioni di euro per qualcosa che ancora non funziona.
Abbiamo calcolato che solo il 10% delle imprese riuscirebbe a far girare il Sistri. Inutile perseverare nell'
errore, perché alla fine chi ci rimette saranno come sempre gli italiani e, quel che è peggio, senza alcun
vantaggio per l' ambiente.
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Gli esclusi. Hanno versato le quote del 2010 e 2011: sono stati esentati ma mai rimborsati.
In 420mila hanno pagato «a vuoto»
Gianni Trovati MILANO. È come l' iscrizione
obbligatoria a un club che comincia subito a
raccogliere le quote di adesione ma poi si
rende conto di non riuscire ad aprire i battenti,
rimanda di anno in anno il proprio avvio e poi
ci rinuncia del tutto, ma senza restituire i costi
della "tessera".
Mentre le imprese, soprattutto quelle medie e
grandi continuano la loro battaglia contro il
Sistri, le aziende più piccole e quelle che non
hanno a che fare con rifiuti pericolosi hanno
ottenuto dopo un lungo braccio di ferro la loro
esclusione: nel frattempo, però, hanno pagato
le quote del 2010 e del 2011, hanno vissuto
una lunga sospensione per quelle degli anni
successivi e alla fine hanno scoperto di aver
pagato per nulla. Il Sistri non lo utilizzeranno
mai, ma della restituzione di quanto versato
per ora non parla nessuno: le quote dipendono
dalle dimensioni e dall' attività dei diversi
soggetti, passano dai 240 euro chiesti nel
2010­2011 alle aziende con meno di 10
dipendenti ai 2.400 euro chiesti agli impianti
più grandi, e tutte insieme fanno parecchie
decine di milioni versati "nel nulla".
Secondo i calcoli della Cna, infatti, il
paradosso riguarda circa 420mila imprese, cioè quelle interessate dalla doppia esclusione dal Sistri
arrivata tra l' ottobre del 2013 e l' aprile del 2014. La prima tappa è scritta nella legge di conversione del
decreto 101/2013, che nell' autunno dell' anno scorso ha escluso dal Sistri chi produce o trasporta rifiuti
non pericolosi. La seconda è arrivata con il decreto ministeriale del 27 aprile scorso, che ha fatto
scendere dal treno del Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti tagliando fuori dagli obblighi altre
150mila aziende. Un successo, ovviamente, per gli interessati, reso però amaro dall' obolo pagato e
mai restituito. Alcuni imprenditori hanno avviato il contenzioso per riavere indietro le quote, ma la
procedura è costosa e le prime esperienze mostrano che l' esito cambia a seconda del collegio
giudicante.
I paradossi, del resto, non vengono mai soli, e per settimane le imprese escluse dal Sistri hanno provato
a cancellarsi dagli elenchi, per evitare di dover pagare il contributo 2014: un' altra procedura
complicata, evitata grazie ai chiarimenti del ministero dell' Ambiente che a fine giugno ha sospeso
espressamente ogni obbligo e ha spiegato di aver avviato un lavoro congiunto con le associazioni di
categoria per definire una procedura concordata di cancellazione. Il problema rimane per le circa
220mila ancora coinvolte nel Sistri: dovrebbero aver pagato la quota entro il 30 giugno, ma le sanzioni
partiranno solo dal 1° gennaio prossimo.
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9 luglio 2014
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9 luglio 2014
Pagina 9
Il Sole 24 Ore
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Il ritiro. L'«uno contro zero» è obbligatorio per piccoli dispositivi da parte di distributori con
superficie di almeno 400 metri quadrati.
Per i telefonini smaltimento senza acquisto
L'«uno contro zero» è la nuova modalità di
ritiro dei Raee da parte del distributore di Aee.
Si distingue dal più consolidato «uno contro
uno» e riguarda i Raee domestici con
dimensioni esterne inferiori a 25 cm.
(piccolissimi Raee, come ad esempio, un
telefonino).
L' articolo 11, comma 3, decreto legislativo
49/2014 prevede l' obbligatorietà di questo
ritiro solo per i distributori con superficie di
vendita di Aee al dettaglio di almeno 400 mq.
Per minori dimensioni, dunque è facoltativa.
In negozio, il Raee va messo in appositi punti
di raccolta che non devono essere autorizzati.
Un Dm disciplinerà le semplificazioni.
Già da ora, però, i distributori devono
raccogliere separatamente le lampadine a
basso consumo.
Questi punti di raccolta sono intesi dal decreto
49/2014 come «depositi preliminari alla
raccolta»; pertanto, si sostanziano nel deposito
temporaneo del detentore. Le relative regole
saranno dettate con futuro Dm poiché non si
tratta di attività di gestione dei rifiuti.
Fino ad allora, però, non si applica né il Dm
65/2010 (applicabile solo al ritiro «uno contro
uno»), né le regole sul deposito temporaneo
del produttore, poiché il deposito preliminare
alla raccolta è figura nuova e non assimilabile. Nell' attesa, il distributore deve osservare gli obblighi
generali relativi al divieto di miscelazione tra rifiuti pericolosi e non pericolosi e tra rifiuti pericolosi dotati
di differenti caratteristiche di pericolosità (ex articolo 187, comma 1, decreto legislativo 152/2006); sul
punto, sembra che, se privati della pila o batteria portatile, i Raee siano non pericolosi. Il problema
appare allora risolto ove il consumatore tolga la pila o la batteria portatile dal suo Raee. Se il
distributore si dota di apposito contenitore per depositare pile e batterie portatili, è bene ricordare che ai
sensi del' articolo 6, comma 2, decreto 188/2008, tale contenitore è esente da obblighi autorizzatori.
Inoltre, se i Raee sono non pericolosi non è necessario fare ricorso al Sistri. I distributori non sono i
produttori dei Raee ne sono solo i detentori; pertanto, non sono soggetti ai registri di carico e scarico. Lo
stesso dicasi per il Mud. Se il trasporto verso impianti o ecopiazzole è effettuato da terzi autorizzati (ad
esempio sistemi collettivi) il distributore compila, data e firma il formulario e conserva le sue due copie
per cinque anni. Quindi, le scritture ambientali sono quasi inesistenti.
«Uno contro uno» è disciplinato dal Dm 65/2010 e dalle novità del nuovo articolo 11, commi 1 e 2. Il
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Il Sole 24 Ore
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Raee consegnato dal cittadino deve essere di tipo equivalente al "nuovo" destinato a un nucleo
domestico. Il cittadino deve fornire al distributore il proprio nome, cognome e indirizzo affinché costui lo
annoti in un apposito schedario di carico e scarico presente nel Dm 65/2010 e sostitutivo del registro
carico/scarico. Il distributore pone il Raee in raccolta separata (raggruppamento) presso il punto vendita
o un luogo risultante dalla comunicazione effettuata all' Albo gestori ambientali. Il commerciante può
avviare i Raee ai centri comunali o a quelli privati autorizzati ogni tre mesi o quando raggiungono 3.500
chili. In ogni caso, il deposito non deve superare un anno.
La quantità arriva fino a 3.500 chili per ciascuno dei raggruppamenti 1, 2 e 3 dell' allegato 1 al Dm
185/2007 e a 3.500 chili complessivi per i raggruppamenti 4 e 5 solo se i Raee sono ritirati da
trasportatori in conto terzi. Il raggruppamento va fatto in luogo idoneo e i Raee vanno tenuti integri e
separati da quelli pericolosi.
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La tracciabilità.
Fuori dalla platea del Sistri le imprese fino a 10
dipendenti
Produttori e gestori chiedono cambi immediati su trasmissione e chiavette Usb.
PAGINA A CURA DI Paola Ficco Il Sistri,
sistema informatico di controllo della
tracciabilità dei rifiuti, dal 14 gennaio 2010
(data di entrata in vigore del primo decreto 17
dicembre 2009), costituisce il principale punto
di attenzione dello scenario sulla gestione dei
rifiuti.
Le categorie imprenditoriali interessate ai suoi
effetti con il tempo e i nuovi provvedimenti che
si susseguono, si sono andate assottigliando.
Le preoccupazioni sono state e sono
giustificate dal fatto che il sistema, nato per
sostituire, gradualmente, la gestione cartacea
delle scritture ambientali (formulari, registri e
Mud) per i rifiuti speciali (e gli urbani della
Campania) per seguirne il percorso in tempo
reale, non si è rivelato capace di assolvere a
tale scopo. Nato per adempiere la tracciabilità
voluta dalla direttiva 2008/98/Ce, il Sistri h a
sempre sorvolato sul fatto che la direttiva non
si è mai espressa per la tracciabilità
informatica e meno che mai per quella dei
rifiuti non pericolosi.
Le criticità Nonostante i rinvii e le modifiche
che hanno costellato il travagliato percorso del
Sistri, le imprese non hanno ancora ricevuto le
semplificazioni che richiedono fin dal 2010 a
sostegno dell' operatività quotidiana sia dei
produttori di rifiuti sia dei loro gestori. Ancora oggi per poter usare il Sistri occorre studiare Manuali
operativi e Guide utente: una documentazione quasi monumentale, non sempre chiara né completa. Il
tutto è farcito dai numerosi disallineamenti della manualistica Sistri rispetto alle norme sui rifiuti.
La tracciabilità dei rifiuti è un nodo fondamentale e qualificante anche per le imprese che chiedono solo
un sistema che funzioni e le aiuti. Il modo confuso e pasticciato con cui questa tracciabilità è stata ed è
perseguita, invece, non è più tollerabile. Sempre a metà strada tra il tutto vero e il tutto finto tra annunci
e rinvii, dalla platea dei soggetti obbligati al Sistri (Dm 24 aprile 2014) oggi sono esclusi enti e imprese
con non più di 10 dipendenti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi da scavo, costruzione e
demolizione; da lavorazioni industriali e artigianali; da attività commerciali, di servizio e sanitarie.
Interventi strutturali Ma alleggerire la platea degli obbligati non basta: occorrono interventi più strutturali
perché il Sistri si allinei alle esigenze degli obbligati. Interventi chiesti da anni e non più rinviabili, da
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attuare subito, prima che si giunga alla soglia della partenza delle sanzioni, il 1° gennaio 2015. Basta
modificare il software e i manuali operativi, dalla trasmissione asincrona dei dati all' eliminazione delle
chiavette Usb, alla sostituzione delle black box con i sistemi Gps. Si aggiunge: la necessità che le
schede cronologiche e di movimentazione abbiano un "format" uguale al registro di carico e scarico e al
formulario e che la registrazione delle attività svolte nell' unità locale sia unificata. Senza dimenticare i
numerosi nodi normativi che abbisognano di correzioni a norme contraddittorie o che spesso prevedono
condotte non più esigibili.
Le cose da fare La trasmissione asincrona dei dati è la più richiesta dalle imprese perché, a oggi,
occorre connettersi al Sistri e inviare i dati nel momento in cui "si pone mano" ai rifiuti.
Quindi, collegamenti plurimi con plurime attese di linea (carente) o complicate procedure alternative. L'
impresa va posta in grado di memorizzare tutti i dati di una giornata per controllarli e inviarli tutti
insieme in un unico momento. Resta un mistero la necessità delle chiavette Usb quando, da anni, si
usano credenziali elettroniche. Lo stesso per le black box: una duplicazione dei sistemi Gps già usati
dalle imprese di trasporto. Questa sostituzione dovrebbe arrivare entro il 24 agosto poiché citata nell'
articolo 14, comma 2, Dl 91/2014 con un altro nodo gordiano: l' applicazione dell' interoperabilità.
Restano irrisolti molti interrogativi a cui il ministero non risponde.
I produttori iniziali fino a dieci dipendenti che trasportano i rifiuti da loro stessi prodotti: ci si chiede se
devono essere iscritti al Sistri.
Nel preambolo al Dm 24 aprile 2014 è citato un ordine del giorno della Camera che impegna il Governo
a esentarli. Ma dopo il preambolo, il Dm nulla dispone.
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PAOLA FICCO
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Le semplificazioni. Non sono tenuti al pagamento 2014.
Per gli esentati nessun contributo
Nell' ultimo periodo sono intervenute alcune
semplificazioni e chiarimenti: con nota del 25
giugno la Direzione generale del territorio e
delle risorse idriche del ministero dell'
Ambiente ha chiarito che i soggetti già iscritti
a l Sistri m a c h e , c o n l e u l t i m e n o v e l l e
normative, non sono più tenuti ad aderire, non
dovevano versare il contributo annuale
scaduto il 30 giugno 2014, anche se a tale
data la procedura di cancellazione dell'
iscrizione non era stata avviata o conclusa.
Con tale nota il ministero rinvia a una futura
comunicazione c h e d e f i n i r à p r o c e d u r e e
modalità semplificate per la cancellazione dal
Sistri e la riconsegna dei dispositivi (chiavetta
Usb e black box).
Lo scorso 23 giugno, sul portale www.sistri.it è
stata pubblicata la nuova Guida gestione
azienda che consentirà all' impresa di
utilizzate l' applicativo "Gestione Azienda"
disponibile nell' area riservata del sito. Le
imprese potranno così effettuare da sole una
serie di operazioni come la visualizzazione e
variazione dell' anagrafica; la visualizzazione
del report iscrizione e calcolo del contributo; la
richiesta di trasferimento/chiusura dell' unità
locale e di cancellazione dell' azienda e
geolocalizzazione sede e unità locale.
Ci sono poi una serie di operazioni relative alla chiavetta Usb e alle black box che però dovrebbero
essere eliminate a breve, come previsto dall' articolo 14 Dl 91/2014.
Figura anche un'"Area pagamenti" divisa nelle sezioni "contributi annuali" e "lista pagamenti".
Nella prima sezione viene visualizza la lista dei contributi annuali già richiesti e di quelli da richiedere;
per i primi occorre posizionarsi sul tasto "report" per visualizzare/salvare il documento Pdf con il
dettaglio della pratica; per i secondi il tasto d' interesse è "inserisci pagamento". In tal modo sarà
avviata la pratica che determina il contributo dovuto.
Nella sezione "lista pagamenti", invece, sono presenti tutte le comunicazioni di avvenuto pagamento
registrate sul Sistri. Contengono i dettagli relativi a: importo; modalità di pagamento (conto corrente
postale); data e pratiche associate.
La geolocalizzazione dell' unità locale non incide sull' indirizzo della sede, che rimane quello iscritto nel
Registro imprese. L' operazione consente di verificare su mappa la posizione della propria unità locale
e, se del caso, modificarla. La modifica ha effetto solo sulle coordinate geografiche associate per il
calcolo dei percorsi. Per modificare la posizione è possibile trascinare la bandierina sul punto
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9 luglio 2014
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
desiderato oppure inserire il nuovo indirizzo compilando gli appositi campi del riquadro presente sulla
destra della schermata e cliccando su "Cerca". Il tutto si salva cliccando su "Salva Posizione".
Con riferimento alla regione Campania, l' articolo 5, comma 1 del Dm 24 aprile 2014 dispone che se l'
impianto di destino dei rifiuti urbani prodotti in Campania è ubicato in un' altra regione, il suo gestore,
non essendo obbligato al Sistri per questa tipologia di rifiuti, controfirma la scheda Sistri all' atto dell'
accettazione presso l' impianto. La relativa applicazione tecnologica è stata resa disponibile dal 12
giugno.
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9 luglio 2014
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
La cessione del veicolo. Tra imprese iscritte all' Albo e al sistema.
Possibile trasferire la black box
Con la circolare 5 novembre 2013, protocollo
1192/Albo/Pres, l' albo nazionale gestori
ambientali ha dettato le procedure da seguire
per la cessione (compravendita, usufrutto,
locazione senza conducente, comodato senza
conducente) della disponibilità degli
autoveicoli tra imprese iscritte all' albo e al
Sistri, quando le parti sono concordi nel
mantenere la black box già installata.
L' impresa che cede la disponibilità degli
autoveicoli deve dichiarare all' albo, all' atto
della richiesta di cancellazione del mezzo e di
riconsegna della chiavetta Usb, di mantenere
la responsabilità della black box installata.
Questa sarà detenuta in comodato sino alla
presentazione all' albo della domanda di
incremento dell' autoveicolo effettuata dall'
acquirente entro 60 giorni dalla domanda di
cancellazione. Dopo questo termine l' impresa
cedente deve disinstallare la black box. Sistri
modifica il numero dei veicoli iscritti e
personalizza il dispositivo aggiuntivo.
Accertato il pagamento del contributo
spedisce i dispositivi Usb alla Sezione
regionale dell' albo, dove l' impresa li ritirerà.
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9 luglio 2014
Pagina 12
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Osservatorio congiunturale. Gelate le previsioni ottimistiche del Cresme ­ Nel 2015 nuova
perdita del 2,4%
Ance: nel 2014 un calo del 2,5%
Buzzetti: «Servono subito progetti cantierabili per almeno 5 miliardi»
Alessandro Arona ROMA Nessuna ripresa nel
2014 per il settore delle costruzioni.
L' Osservatorio congiunturale Ance, presentato
ieri a Roma, gela le ottimistiche previsioni del
Cresme delle settimane scorse (+0,2% a fine
anno sul 2013): secondo il Centro studi dei
costruttori, infatti, nel 2014 gli investimenti in
costruzioni in valori reali scenderanno di un
altro 2,5%, dopo il 6,9% perso nel 2013.
L' Ance conferma numero per numero le
previsioni della congiunturale di dicembre: ­
9,2% degli investimenti in nuove case nel
2014, +3,0% nel recupero residenziale, ­4,3%
nel non residenziale privato, ­5,1% nelle opere
pubbliche.
Il settore torna così, a parità di potere di
acquisto, ai valori reali del 1967, con una
perdita dal 2008 al 2014 del 31,7% (­58% le
nuove abitazioni, +20% il recupero
residenziale, ­36% il non residenziale privato, ­
48% le opere pubbliche).
Per il prossimo anno (il 2015) l' Ance prevede
inoltre investimenti giù di un altro ­2,4% reale
«a legislazione vigente»: si sottolinea infatti
che nel Bilancio dello Stato 2014 c' è ancora
una volta un taglio sul fronte delle infrastrutture
(­10,9%), mentre aumentano le spese correnti (+2,8%). Dal 1990 a oggi +34% per le spese correnti e ­
47,5% per spese in conto capitale (di cui in particolare ­66% nelle risorse per le infrastrutture).
Secondo l' Ance ci sono miliardi di euro di risorse statali per le infrastrutture inutilizzate o bloccate: 3,8
miliardi per le scuole, 1,6 miliardi per il rischio idrogeologico, 1­2 miliardi di opere "incompiute", 50
miliardi in ritardo su piani Ue e Fsc 2007­2013 da spendere entro il 2015. «Se ci sono questi fondi ­ dice
il presidente Ance Paolo Buzzetti ­ vanno spesi subito.
Questo settore ha pagato la crisi con 14mila fallimenti e 522mila occupati in meno (­26%)».
L' Ance propone allora di trovare progetti subito cantierabili su cui spendere almeno 5 miliardi di euro
entro il 2015. Con questa spesa certa, l' Ance stima che gli investimenti effettivi in costruzione nel 2015
possano schizzare al +18,6% reale, trainando tutta l' edilizia verso una ripresa del 2,3%.
L' Ance riconosce lo sforzo di «un governo ­ dice Buzzetti ­ che finalmente vede l' importanza dell'
edilizia per la ripresa» (nei giorni scorsi l' esecutivo Renzi ha annunciato il finanziamento di 20.845
progetti per le scuole, per un miliardo di euro, e oggi presenterà la task force per sbloccare gli interventi
contro il dissesto idrogeologico). «Purtroppo però ­ dice Buzzetti ­ la situazione è ancora di profonda
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9 luglio 2014
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
crisi, e bisogna che gli investimenti pubblici siano messi fuori dai vincoli del Patto di stabilità e, ora, con
la presidenza italiana della Ue, abbiamo un' occasione assolutamente favorevole».
Il nodo è anche il Patto di stabilità interna di Regioni ed enti locali. L' Ance ha spiegato che in alcune
Regioni del Sud (Molise, Puglia, Calabria, Basilicata, Campania) la spesa prevista nel 2015 per i fondi
europei 2007­13 (ultimo anno utile) e fondi coesione (ex Fas) coprono già tra il 62 e il 99% del tetto del
Patto interno, dunque di fatto è impossibile spenderli, perché significherebbe rinunciare a spese
essenziali come stipendi o trasporto locale.
Il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, presente all' Ance, ha confermato che «il governo sta
lavorando affinché gli investimenti in alcuni settori come l' edilizia scolastica e la difesa del suolo
possano essere esclusi dal Patto di stabilità interno». Lupi ha detto di condividere l' approccio dell' Ance
di utilizzare meglio le risorse che ci sono, e anzi ha spiegato che il suo Ministero, già con il Dl 69/2013,
opera in questa direzione. Il Ministro ha poi confermato che si va verso il decreto legge Sblocca­Italia a
fine luglio, che avrà circa 1,9 miliardi di euro e dove oltre alle grandi opere si tornerà a dare attenzione
ai programmi Anas e Rfi per manutenzioni e piccole opere.
L' Ance ha poi ricordato che su 19 miliardi di euro di debiti arretrati della Pa verso le imprese di
costruzione, 7,5 miliardi sono stati pagati, 0,5 lo saranno a breve, ma 11 miliardi restano senza
soluzione.
Allarme dell' Ance anche sulla tassazione sulla casa: dopo i 22 miliardi dell' Imu nel 2012, scesi a 18 nel
2013, quest' anno con Imu­Tasi si stima di risalire al record di quasi 25 miliardi di euro.
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ALESSANDRO ARONA
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9 luglio 2014
Pagina 13
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Il caso. Gli enti locali devono individuare le aree di formazione e i magazzini.
«Speciali» esclusi dal prelievo
Le problematiche che più frequentemente
investono gli operatori economici, in materia di
prelievo sui rifiuti, riguardano la produzione di
rifiuti speciali e il recupero dei rifiuti assimilati
agli urbani.
Sotto il primo profilo, si segnala la novità
introdotta con il decreto legge 16/2014 nella
disciplina della Tari. Si dispone, in particolare,
c h e i Comuni, con regolamento, debbano
individuare le aree di formazione dei rifiuti
speciali e i magazzini di materie prime e
prodotti finiti ad esse «esclusivamente e
funzionalmente collegati», ai quali la tassa non
s i a p p l i c a . S i t r a t t a d i u n a previsione
chiaramente innovativa, considerato che,
secondo la consolidata giurisprudenza della
Corte di cassazione (tra le molte, sentenza
19720/2010), nelle aree adibite a deposito non
si formano di regola rifiuti speciali ma solo i
rifiuti derivanti dalla presenza dell' uomo.
Quanto ai criteri di individuazione delle aree di
formazione dei rifiuti speciali, si ritiene che il
regolamento comunale non possa aggiungere
nulla ai principi stabiliti dalla legge. Ne deriva
che, una volta adottato il regolamento di
assimilazione qualitativa e quantitativa dei
rifiuti speciali ai rifiuti urbani, tutte le superfici
dove si producono prevalentemente rifiuti
speciali sono ope legis esclusi dalla tassa.
Il regolamento comunale ha invece spazio per intervenire sulla delimitazione dei magazzini esclusi dalla
Tari. Si potrebbe ad esempio prevedere che l' esonero competa solo alle aree fisicamente contigue alle
aree di produzione dei rifiuti speciali, destinate esclusivamente allo stoccaggio temporaneo delle
materie prime o dei prodotti finiti derivanti dalle suddette aree di lavorazione. Occorrerà quindi
esaminare con attenzione le delibere comunali. Si è peraltro dell' avviso che anche in assenza di una
previsione regolamentare la norma trovi comunque applicazione, poiché si è di fronte ad un obbligo del
Comune. In tale eventualità, la conseguenza più probabile sarà la domanda di disapplicazione del
regolamento illegittimo, in sede di contenzioso tributario, con richiesta al giudice di decidere in ordine
alla effettiva estensione delle superfici esenti.
Sempre in tema di rifiuti speciali, la normativa della Tari conferma che l' esonero delle superfici
compete a condizione che il contribuente dimostri l' avvenuta gestione degli stessi in conformità alla
normativa vigente. Ne consegue che il Comune ha diritto di richiedere, a consuntivo di ogni anno, entro
un termine stabilito in regolamento, la documentazione comprovante l' effettivo conferimento dei rifiuti
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9 luglio 2014
Pagina 13
Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
speciali a soggetti abilitati.
Anche il recupero dei rifiuti assimilati richiede l' esame del regolamento comunale. La riduzione della
parte variabile è un diritto del contribuente, sebbene la relativa disciplina sia rimessa alle deliberazioni
comunali. La ragione è da ricercare nel fatto che il recupero esula dalla privativa comunale, che
costituisce il fondamento del prelievo sui rifiuti.
Di solito, il regolamento comunale prevede l' attribuzione dello sconto a consuntivo dell' anno, previa
presentazione della documentazione comprovante l' avvenuto recupero (contratti, fatture, Mud,
eccetera).
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9 luglio 2014
Pagina 13
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
La Tari.
Triplo criterio di calcolo con variazioni comunali
L' amministrazione può rivedere gli indici di produttività dei rifiuti.
PAGINA A CURA DI Luigi Lovecchio A partire
da quest' anno le imprese devono fare i conti
con la Tari, il nuovo prelievo sui rifiuti che ha
preso il posto della Tares. La Tari è stata
istituita con la legge 147/2013 (legge di
stabilità 2014) e ripropone nei tratti essenziali
la disciplina della Tares.
Chi deve pagare Sotto il profilo dei soggetti
passivi non è cambiato nulla. È tenuto al
pagamento chi occupa o detiene gli immobili,
a prescindere dal titolo al quale ciò avviene. In
caso di utilizzo non superiore a sei mesi, la
tassazione avviene solo in capo al possessore,
sulla base della destinazione d' uso posta in
essere dall' utilizzatore. Le scadenze sono
definite dai Comuni.
La superficie di riferimento resta quella
calpestabile. Il passaggio al criterio dell' 80%
della superficie catastale per le unità
immobiliari a destinazione ordinaria avverrà
solo a partire dal primo gennaio dell' anno
successivo a quello di avvenuto allineamento
delle banche dati catastali con le banche dati
comunali. A tale scopo, l' agenzia delle Entrate
emanerà un apposito decreto.
L a tariffa Alcune novità sono previste per i
criteri di determinazione delle tariffe. Il criterio
classico continua ad essere rappresentato dal
Dpr 158/1999, che pure costituiva il metodo di riferimento della Tares. In alternativa, è possibile
determinare le tariffe sulla base di appositi indici qualitativi e quantitativi, in conformità alla metodologia
indicata nell' articolo 65, decreto legislativo 507/1993, ai fini della vecchia Tarsu, in realtà, scarsamente
applicata dai Comuni. Resta infine la possibilità di istituire una tariffazione di tipo corrispettivo, nei
Comuni che hanno attivato sistemi di misurazione puntuale dei rifiuti conferiti.
Con il Dl 16/2014, è stata inoltre introdotta la possibilità di applicare rilevanti correttivi alla metodologia
di cui al Dpr 158, limitatamente alle annualità 2014 e 2015. È infatti consentito modificare gli indici di
produttività dei rifiuti delle categorie economiche, elevando i limiti inferiore e superiore sino al 50%.
Questa innovazione è stata pensata per evitare brusche variazioni nel prelievo nei Comuni che passano
dalla Tarsu al metodo normalizzato. Al fine quindi di rendere graduale il passaggio da un sistema all'
altro, si è legittimata la possibilità di intervenire sui valori degli indici di produttività, senza la necessità
che il Comune si procuri adeguati lavori istruttori.
Con riferimento inoltre alla quota fissa delle utenze domestiche, è possibile, in deroga al Dpr n.158,
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9 luglio 2014
Pagina 13
Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
utilizzare quale criterio di riparto tra i singoli utenti la sola estensione dei locali tassabili, senza tener
conto del numero degli occupanti. Queste metodologie sono destinate ad essere superate dall'
approvazione di un nuovo regolamento tariffario da parte del ministero dell' Ambiente che avrebbe
dovuto essere emanato entro la fine di giugno scorso.
Niente nuove dichiarazioni In linea di principio, non occorre presentare nessuna nuova dichiarazione ai
fini della Tari, poiché in sede di prima applicazione trovano conferma le superfici già definite ai fini dei
precedenti prelievi sui rifiuti. In caso di recupero dei rifiuti assimilati agli urbani da parte degli operatori
economici, spetta una riduzione proporzionale alle quantità recuperate, determinata nel regolamento
comunale. La riduzione opera solo sulla parte variabile della tariffa.
Restano inoltre escluse dalla tassazione le superfici dove si formano in via prevalente rifiuti speciali.
A tale scopo, in mancanza di un nuovo provvedimento dell' Ambiente sui criteri di assimilazione dei
rifiuti, continua ad applicarsi la delibera interministeriale del 1984.
In presenza di produzione promiscua di rifiuti, in parte assimilati e in parte speciali, sulle medesime
superfici è confermata la possibilità per i Comuni di determinare con regolamento le percentuali
forfettarie di abbattimento della superficie imponibile, in funzione delle diverse categorie di attività.
Per le nuove occupazioni oppure per le variazioni di quelle preesistenti verificatesi nel corso di quest'
anno la denuncia dovrebbe essere presentata entro la fine di giugno 2015. È tuttavia possibile che i
Comuni deroghino al termine di legge, stabilendo nel regolamento della Tari una diversa tempistica.
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LUIGI LOVECCHIO
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9 luglio 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
IL LIBRO­PROGRAMMA.
No Tax Area più larga e via l' Irap
Nessun intervento avrà successo senza una decisa riforma fiscale.
Pubblichiamo due stralci del secondo capitolo
«Una scossa per l' economia», tratto dal
volume di Corrado Passera, Io siamo (Rizzoli),
da oggi in libreria.
Corrado Passera Un nuovo fisco per la
crescita Anche un intervento così ambizioso
come quello presentato fin qui non potrà
produrre tutti i risultati previsti se non si
affianca a una decisa riforma fiscale. Prima di
tutto bisogna semplificare, come occorre in
t u t t i i r a p p o r t i f r a c i t t a d i n o e pubblica
amministrazione: c h i u n q u e d e v e p o t e r
compilare la denuncia dei redditi (o conoscere
l' importo delle tasse comunali, l ' u l t i m o
scandalo di un fisco punitivo e inetto) senza
essere costretto a pagare un commercialista.
E poi è necessario ridurre l' imposizione sul
lavoro e premiare comportamenti virtuosi, che
concorrono cioè al benessere collettivo.
Quali sono questi comportamenti?
Da un lato abbiamo bisogno di riequilibrare la
piramide, anzi ormai l' anfora, delle età:
occorrono giovani per compensare l' aumento
degli anziani. Dunque un obiettivo da
raggiungere, come già detto, è sostenere
molto di più le famiglie con figli, e credo che
sia uno degli interventi più utili che si possano proporre. Per agevolare questo, sul versante dei redditi
famigliari, il fisco dovrà aiutare chi fa figli, anche rivedendo l' intreccio a volte incomprensibile delle
detrazioni attuali. Come? Aumentiamo la No Tax Area (cioè la soglia sotto la quale non si pagano
imposte sul reddito) per i nuclei famigliari con reddito inferiore a un certo tetto, in funzione dei membri a
carico: fino a 8000 euro aggiuntivi per ogni figlio minorenne o altro famigliare non autosufficiente a
carico. A regime, si potrebbero far affluire circa 20 miliardi a sostegno delle famiglie italiane.
A quelle che non raggiungono il livello della No Tax Area bisognerebbe dare un vero e proprio
contributo in denaro, anche utilizzando i fondi improvvidamente sparsi a pioggia dal governo Renzi nel
2014 (gli sbandierati 80 euro). Dall' altro lato, le imprese sono la fonte della crescita e dell' occupazione,
e oggi in Italia sono soggette a un fisco soffocante. Servono misure per dare sollievo fiscale alle aziende
che crescono e per rendere più attraente l' Italia agli occhi degli imprenditori italiani e degli investitori
internazionali.
Abbiamo bisogno di aziende che assumano, investano e puntino sull' innovazione: quindi è opportuno,
come abbiamo già visto, che il fisco conceda per esempio crediti di imposta strutturali (cioè permanenti)
su investimenti e spese in ricerca e sviluppo, utilizzando fino a 15 miliardi di euro di fondi strutturali
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9 luglio 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
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europei.
Ma non basta. Dimezziamo l' imposta sul reddito delle società. L' Ires vale circa 32 miliardi l' anno e
pesa per il 27,5 per cento sulle aziende: dimezzarla non vuol dire soltanto mettere a disposizione delle
aziende risorse perché possano patrimonializzarsi e investire, ma renderebbe molto più attraente l' Italia
per chi vuole fare impresa. In questo modo togliamo la scusa principale a chi porta in Inghilterra o in
Olanda la sede delle proprie aziende. E dal punto di vista, fondamentale, delle coperture: per
dimezzare l' Ires non è necessario andare in cerca di altre risorse, ma basta eliminare quella congerie di
incentivi vari e contributi a fondo perduto che le Regioni ancora distribuiscono in tutta Italia.
Poi, naturalmente, c' è la questione dell' Irap, l' imposta regionale sulle attività produttive della quale da
tempo imprese e professionisti chiedono l' abolizione. L' obiettivo finale deve proprio essere quello di
eliminarla, ma intanto abbattiamola del 30 per cento.
Questa misura potrebbe portare ossigeno per 8 miliardi nelle casse delle imprese e dei professionisti.
Anche alle partite Iva precarie, e non solo alle aziende, deve però andare la nostra attenzione: queste
persone hanno retribuzioni normalmente molto minori dei lavoratori dipendenti, ma versano il 28 per
cento di contributi previdenziali alla gestione separata Inps (in prospettiva addirittura il 33), soldi che
servono per pagare oggi le pensioni a lavoratori con più garanzie e sicurezze. Abbattiamo di un quarto
questi contributi, portandoli al 21 per cento. Un milione di persone, con le loro famiglie, avranno
ossigeno per respirare.
Forza d' urto e visione generale A pensarci, mettere subito in campo la bellezza di 500 miliardi non è la
cosa più difficile del programma contenuto in questo libro. Prendiamo per esempio l' ultimo settore
toccato, quello delle privatizzazioni.
Nel novembre 2013, a Genova, i lavoratori dell' azienda dei trasporti hanno paralizzato per cinque giorni
la città per protestare contro l' ipotesi di una futura e parziale privatizzazione dell' azienda, arrivando
allo scontro fisico con il sindaco, tra l' altro di sinistra.
Dunque, sostenere che gli enti locali debbano vendere tutte le aziende a partecipazione pubblica
significa mettere in conto un' opposizione agguerrita, non solo nei dibattiti televisivi o nelle aule
parlamentari, ma nelle strade e nelle piazze. Lo stesso varrà al momento di proporre la chiusura di un
tribunale, di un ospedale, di un' università, per non parlare della riforma dei contratti di lavoro.
D' altra parte, proprio il rifiuto di affrontare i problemi più grossi per la paura di dover fare i conti con l'
impopolarità, o per l' incapacità politica di parlare agli italiani e convincerli di quanto fosse necessario
prendere di petto quei problemi, è la causa principale della crisi in cui siamo finiti. L' immobilismo che ci
sta affondando è dunque una condanna definitiva?
Di certo, da una crisi di sistema come quella italiana non si guarisce con misure tampone, con
programmi dei cento giorni (mai messi in pratica, tra l' altro), con l' appiattimento sull' emergenza
quotidiana, ma solo con interventi di sistema, e con una visione di sistema che compensi il dare con l'
avere.
Per questo, una scossa capace di mobilitare 500 miliardi, cioè risorse mai viste, è il necessario punto di
partenza che, grazie agli indubbi effetti positivi non solo sull' economia ma anche sulla società e sullo
Stato, mostrerà con la forza delle cose che un nuovo modo di vedere la realtà e di intervenire su di essa
è possibile ed efficace.
L' impatto poderoso della spallata iniziale libererà le energie necessarie per superare le inevitabili
resistenze e proseguire sulla strada delle riforme di sistema.
Questo libro offre la visione d' insieme che ispira le riforme economiche appena presentate, ma anche
gli interventi sui vari settori dello Stato e della società senza i quali le riforme economiche non
potrebbero nemmeno essere attuate. Proprio come le riforme che propone, vuole avere un effetto
«liberante»: vuole concretamente liberare le energie che ci sono in Italia, e che adesso sono soffocate
dalla convinzione che, comunque, questo Paese non cambierà mai. Invece l' Italia può cambiare: anche
in quei settori che sembrano i più impermeabili a qualunque scossa, come l' amministrazione pubblica,
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9 luglio 2014
Pagina 18
Il Sole 24 Ore
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le istituzioni, la politica. E se si può cambiare, si deve cambiare.
Corrado Passera, già ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è promotore di Italia Unica ©
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9 luglio 2014
Pagina 32
Il Sole 24 Ore
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Autonomie. Nuovi obblighi con la circolare dell' Economia 22/2014.
Debiti estinguibili da tracciare
Amedeo Sacrestano Il mosaico per
implementare una più efficace e completa
"contabilità" di tutte le Pubbliche
amministrazioni si arricchisce di un nuovo
tassello.
La Ragioneria generale dello Stato ha, infatti,
diramato il 7 luglio la circolare n. 22/2014, con
la quale sono stati, sostanzialmente, introdotti
due nuovi adempimenti per regioni, province
(e province autonome di Trento e Bolzano),
nonché comuni con più di 1.000 abitanti.
Obblighi che potranno trasformarsi in
opportunità o rischi, a seconda della solerzia e
validità con le quali saranno evidentemente
adempiuti. La novità si affianca al varo,
sempre da parte del ministero dell' Economia,
del decreto attuativo per la concessione della
garanzia dello Stato a fronte della cessione dei
crediti vantati dai fornitori della Pa.
Entro il prossimo 21 luglio, enti locali e regioni
dovranno comunicare all' Economia (tramite
una piattaforma elettronica ad hoc) eventuali
"esigenze aggiuntive" di spazi finanziari, nell'
ambito del patto d i stabilità interno 2014, per
estinguere i debiti di parte capitale certi, liquidi
ed esigibili al 31 dicembre 2013 a fronte dell'
acquisto di beni e servizi. La richiesta servirà ad orientare le politiche di bilancio prossime venture
eventualmente volte ad "allentare" i vincoli del patto.
L' operazione riserva, però, anche un pericolo. Gli enti che non forniranno le nuove informazioni alla
scadenza prevista ­ "minaccia" la circolare ­ «potrebbero restare esclusi dai riparti di ulteriori spazi
finanziari messi a disposizione nel corso del 2014 da futuri interventi normativi». Già che c' è, la
Ragioneria chiede che vengano anche comunicati (a fini conoscitivi), l' ammontare dei debiti maturati al
31 dicembre 2013 ma che non rientrano tra quelli certi, liquidi ed esigibili, ovvero quelli per i quali è
stata emessa regolare fattura di pagamento ma non sussistono ancora i presupposti alla liquidazione.
Una comunicazione analoga ­ anche qui distinguendo tra oneri di parte corrente e spese in conto
capitale ­ dovrà riguardare l' ammontare dei debiti che le regioni e le province hanno nei confronti delle
altre pubbliche amministrazioni. Ovviamente, anche tutte queste ulteriori informazioni finiranno in
evidenza sul sito del Ministero.
Con decreto del 27 giugno, già registrato dalla Corte dei Conti e in via di pubblicazione sulla Gazzetta
ufficiale, sono state fornite le regole operative per il funzionamento della garanzia statale a fronte della
cessione (alle banche) dei crediti vantati dai fornitori delle Pa verso le medesime. Questi ­ infatti e se
regolarmente "certificati" ­ potranno essere ceduti secondo la modalità del "pro soluto", liberando da
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
ogni onere il creditore e a fronte di un modesto "sconto" per l' anticipazione. Il costo dell' operazione ­
infatti e per come fissato proprio dal decreto 27 giugno in questione ­ non potrà superare l' 1,90% dell'
importo ceduto (tasso che si riduce all' 1,60%, per gli importi eccedenti i 50.000 euro di ammontare
della cessione). Il decreto stabilisce anche come potranno avvenire eventuali operazioni di
finanziamento delle Pa, a fronte di "temporanee carenze di liquidità" delle amministrazioni debitrici, alla
scadenza dei termini convenuti per il pagamento (anche in tal caso, con la garanzia dello Stato).
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AMEDEO SACRESTANO
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Impresa in un giorno. Gestiti 200mila «dossier»
Agli sportelli Cdc il pieno di pratiche
Comuni e C a m e r e d i c o m m e r c i o i n
partnership per offrire una guida istituzionale
sicura alla semplificazione d' impresa. Al 31
m a g g i o s c o r s o l e pratiche p o r t a t e a
compimento negli sportelli dedicati (Suap,
Sportello unico per le attività produttive) hanno
raggiunto le 200mila unità, segnando una forte
crescita di trend (la metà delle pratiche è stata
registrata negli ultimi 9 mesi, per un servizio
partito solo nel gennaio del 2012).
Tra l' altro sono sempre di più i comuni italiani
che si affidano al circuito camerale per fornire
servizi all' impresa: più 57% negli ultimi otto
mesi. Al 23 giugno scorso, il numero di comuni
che volontariamente aderiscono al Suap delle
Camere di commercio ­ gestito attraverso la
piattaforma s t a n d a r d n a z i o n a l e
www.impresainungiorno.it ­ ammontava a
3.200, pari al 39,5% di tutti i comuni italiani,
306 in più rispetto al settembre 2013.
«Alle imprese ­ dice il presidente di
Unioncamere, Ferruccio Dardanello ­ deve
essere riconosciuto un diritto alla
semplificazione che le istituzioni hanno un vero
e proprio dovere di garantire, non ultimo come
antidoto alla corruzione e a tutela della
trasparenza e della legalità dell' azione amministrativa». Quella dello sportello unico per le attività
produttive «è la strada obbligata per cambiare pagina nei rapporti tra pubblica amministrazione e
imprese» secondo Dardanello.
Tra i comuni new entry dei protocolli per le imprese camerali figurano Venezia, Verona, Siracusa,
Pordenone, Varese, Brescia, Matera.
Con la procedura automatizzata, che costituisce l' 85% delle pratiche, il Suap camerale consente di
dare avvio all' attività d' impresa in un giorno. I vantaggi effettivi sono la gestione dell' intero ciclo della
pratica mediante le tecnologie della rete e l' avere standardizzate modulistica e procedure per la
maggior parte degli adempimenti. In alcuni casi ­ come in Veneto, Valle D' Aosta e Basilicata ­ questi
vantaggi raggiungono tutte le imprese grazie ad un accordo tra Regione, Anci e Camere di commercio.
Una best practice che potrebbe essere adottata anche in altre regioni e che consente alle imprese di
ciascun comune ­ per la procedura più semplice ­ di dialogare sostanzialmente con lo stesso Suap,
utilizzando solo la procedura online e sulla base dei medesimi adempimenti.
La riforma dello Sportello Unico per le Attività Produttive (articolo 38 del Dl 112/2008 e Dpr 160/2010)
ha mantenuto l' attribuzione al Comune della funzione di Sportello unico.
Al 16 giugno scorso i comuni accreditati presso il Mise e con Suap operativamente autonomi erano
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Il Sole 24 Ore
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4.802; i comuni che, in delega o convezione, operano con la locale Camera di commercio risultavano
3.200 (il 39,5% del totale), mentre 99 sono i comuni cosiddetti "silenti", ovvero quelli che non hanno
fornito informazioni circa la gestione del servizio.
N. T.
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Casse private. Il calendario degli adempimenti.
Professionisti, previdenza sempre più cara
Aumentano i contributi soggettivi e integrativi.
Luca De Stefani Chiara Zanon Contributi
soggettivi ed integrativi sempre più elevati per
i professionisti iscritti in ordini o in collegi con
propria Cassa di previdenza. È quanto
emerge dall' analisi delle dichiarazioni
previdenziali, che gli iscritti devono presentate
nei prossimi mesi, per dichiarare il contributo
soggettivo sui redditi 2013 e integrativo sul
relativo volume d' affari.
Riguardo al contributo integrativo (cioè quello
sul fatturato, che fino a qualche anno fa era in
media del 2%), sono soprattutto i clienti dei
professionisti a lamentarsi, in quanto l'
incremento (anche al 5%, come accadrà dal 1°
gennaio 2015 per i geometri e i periti
industriali) è tutto a loro carico, anche se va
detto che, solo per i lavori svolti alla Pubblica
amministrazione da periti industriali e biologi,
il nuovo integrativo del 4% è rimasto al 2 per
cento. I periti industriali e i geometri, con l'
aumento dell' integrativo dal 4% al 5% dal 1°
gennaio 2015, saranno i primi professionisti ad
adottare la misura massima prevista dall'
articolo 8, comma 3, decreto legislativo 10
febbraio 1996, n. 103. Per i geometri, però, l'
aumento non scatterà per i lavori prestati per
la Pubblica amministrazione.
Per il contributo soggettivo, cioè quello sul reddito le aliquote (che fino a qualche anno fa erano in media
al 10%) arriveranno in alcuni casi al 19%, come accadrà ai veterinari nel 2025 (18% per i periti
industriali nel 2019 o 15% per i biologi dal 2017). Percentuale che, rispetto al passato, riduce dal 17%
(27%­10%) al 10% (29%­19%) la differenza con la gestione separata dell' Inps, prevista per i
professionisti senza una specifica Cassa o un' altra forma di previdenza obbligatoria. Infatti, anche se l'
aliquota del 27% (al netto dell' ulteriore incremento dello 0,72%), applicabile ai titolari di partita Iva per il
2013 e per il 2014, passerà al 30% nel 2015, al 31% nel 2016, al 32% nel 2017 e al 33% dal 2018, va
considerato che questi lavoratori autonomi non sono soggetti al contributo integrativo e possono
contrattualmente addebitare in fattura il 4% del loro particolare "soggettivo", facendo così ridurre il loro
onere contributivo sul reddito professionale dal 33% (previsto dal 2018) al 29 per cento.
Nella tabella a lato sono state indicate, per tutte le Casse private, le aliquote contributive, i massimali
imponibili, le scadenze previste per il pagamento del saldo 2009 e per l' invio delle comunicazioni. Non
sono indicati gli assistenti sociali, i tecnologi alimentari, i consulenti in proprietà industriale, le ostetriche,
i tecnici di radiologia, le guide alpine, cioè tutti i professionisti, che non hanno ancora una propria Cassa
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Il Sole 24 Ore
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di previdenza privata, pur essendo iscritti ad un ordine o ad un collegio riconosciuto. Vediamo alcune
professoni in dettaglio.
Avvocati Per gli avvocati, dal 2013 il contributo soggettivo è passato dal 13% al 14%, aumento che ha
inglobato il contributo modulare obbligatorio.
Dottori e ragionieri Il contributo soggettivo minimo per i dottori commercialisti, pari all' 11% sui redditi
professionali netti prodotti negli anni 2011 e 2012, è stato portato al 12% per i redditi prodotti dal 2013.
Per i ragionieri, invece, le percentuali del contributo soggettivo, che per i redditi del 2012 erano, a scelta
dell' iscritto, tra l' 8% e il 15%, sono passate per il 2013 da un minimo del 10 ad un massimo del 20 per
cento. Dal 1° gennaio 2014, queste aliquote aumenteranno, ogni anno, di un punto, fino al
raggiungimento del 15%, per l' aliquota minima, e del 25%, per quella massima.
Dai redditi del 2013, poi, è stato aumentato il contributo soggettivo supplementare dello 0,25%,
passando dallo 0,50% allo 0,75 per cento.
Consulenti del lavoro Dal 1° gennaio 2013 il contributo integrativo dei consulenti del lavoro è stato
aumentato dal 2% al 4% del volume d' affari. Anche in assenza di fatturato, inoltre, è richiesto
comunque un contributo integrativo minimo di 300 euro, che va pagato entro il 16 settembre 2014.
Periti industriali Il contributo integrativo dei periti industriali è aumentato dal 1° luglio 2012 dal 2% al 4%
sul volume d' affari, mentre è rimasto del 2% solo per i lavori effettuati verso la Pubblica
amministrazione. Per i redditi del 2013, il contributo soggettivo dei periti industriali è stato aumentato
dall' 11% al 12% ed è previsto che salirà di un punto ogni anno, fino ad arrivare al 18% nel 2019. A detta
dell' istituto, quest' anno saranno previste sanzioni per chi invierà il modello in forma cartacea o via fax,
al posto della procedura telematica.
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LUCA DE STEFANI
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Italia Oggi
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Il premier: basta signor no. Ecofin, ok agli obiettivi italiani. Riformato il titolo V. Apertura Pd a
M5s.
Renzi: riforme in Italia e Europa
Errani, condannato, si dimette. Assolto Pier Silvio Berlusconi.
Apertura del Pd al Movimento 5 stelle,
approvazione del nuovo titolo V della
Costituzione.
Non proprio la giornata della svolta, ma di
certo una giornata significativa, quella di ieri,
sul fronte delle riforme. Avanti con le riforme,
dunque. Del resto, il premier Matteo Renzi ieri
e tornato a ribadirne l' importanza.
«Basta con i signori no, l' Italia vuole essere
leader e dettare linea e agenda delle riforme
per creare lavoro e speranza, non parlare di
limiti e vincoli». Così, il presidente del
consiglio, i n t e r v e n e n d o d a V e n e z i a ,
precisamente, dal forum Digital Venice, ha
ribadito che le riforme, in Italia e in Europa,
«sono addirittura vitali». Il richiamo all' Europa
è inevitabile visto che l' Italia detiene la
presidenza della Commissione Ue. «Il ruolo
dell' Ue non è quello di associazione di
limitazioni ma quello di essere uno spazio di
libertà», ha spiegato Renzi, aggiungendo:
«Dobbiamo rendere civile e più bella la
globalizzazione, se invece parliamo solo di
limiti, di vincoli e di dossier burocratici che
dividono i paesi perdiamo un' opportunità».
Renzi ha chiarito che «la nostra ambizione è
diventare leader dei cittadini. Se l' Italia
cambia può essere leader nei prossimi 20
anni. Il problema dell' Italia è l' Italia», ma «l' Italia ha una grande occasione: smetterla di piangersi
addosso e provare concretamente nei mille giorni che verranno a cambiare faccia, anzi interfaccia.
Faremo le riforme che abbiamo promesso a livello istituzionale».
I temi del rigore e della crescita sono stati affrontati anche dal ministro dell' Economia, Pier Carlo
Padoan. «In Europa c' è pieno accordo sul fatto che il modo per aumentare la crescita, qualcosa di cui
tutti hanno bisogno compresa la Germania, è attraverso le riforme strutturali», ha detto il ministro prima
di presiedere il primo Ecofin del semestre italiano. Più in generale, ha detto, il governo italiano è «sulla
stessa linea del governo tedesco», e c' è sintonia fra il premier Matteo Renzi e la cancelliera Angela
Merkel così come fra lo stesso Padoan e il collega Wolfgang Schaeuble. «Weidmann», ha aggiunto
Padoan, riferendosi al presidente della Bundesbank che la scorsa settimana aveva criticato le posizioni
italiane sulla flessibilità, «non fa parte del governo tedesco».
«Il Consiglio supporta gli obiettivi indicati dalla presidenza italiana di sostenere la crescita e l'
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occupazione, in uno sforzo comune di riforma» e ancora concorda nel «fare il miglior uso della
flessibilità che è già inclusa nel patto d i stabilità e crescita». Praticamente, in questa breve sintesi
contenuta nel documento finale dell' Ecofin di Bruxelles si trova il sostegno dei ministri dell' Economia
Ue agli obiettivi portati dal ministro Padoan.
Sulle riforme c' è da registrare il riavvicinamento tra Pd e Movimento 5 stelle sulla legge elettorale.
«Abbiamo finalmente ottenuto le risposte alle domande che avevamo posto.
Adesso manderemo una lettera, punto per punto. Poi faremo un incontro, la prossima settimana», ha
annunciato il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini. «Siamo disponibili a confrontarci dentro l' impianto che
abbiamo voluto dare alla legge elettorale, cioé una legge elettorale che determini chi vince e chi perde
alle elezioni, che garantisca la governabilità e che consente ai cittadini di scegliere», ha aggiunto.
Nelle cose da appuntare sulle riforme c' è l' approvazione in commissione Affari costituzionali del senato
di un emendamento dei relatori che riscrive l' articolo 117 della Costituzione, che definisce le
competenze legislative di Stato e Regioni. Rispetto al ddl del governo, l' emendamento conferma l'
abolizione delle materia di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Inoltre il ddl del governo
riportava in capo allo Stato una serie di materie, che anche l' emendamento conferma: ambiente, beni
culturali e turismo; norme generali sul governo del territorio e coordinamento della protezione civile;
produzione, trasporto e distribuzione dell' energia; infrastrutture strategiche e grandi reti. Tuttavia l'
emendamento dei relatori precisa che su queste materie le Regioni hanno competenza per gli aspetti
«di interesse regionale». In particolare sono portate in capo alle Regioni le competenze su
«programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali; promozione dello sviluppo economico
locale e organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e, salva l' autonomia delle istituzioni
scolastiche, in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto
allo studio, anche universitario; disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della
valorizzazione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici; valorizzazione e organizzazione regionale
del turismo; regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni
finanziarie tra gli Enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali e
locali di finanza pubblica».
Nessun cambiamento al calendario delle riforme dalla Conferenza dei capigruppo del Senato che si è
riunita ieri: l' aula è convocata per questa mattina alle 9.30 ma non è da escludere un' ulteriore battaglia
sui tempi. Le opposizioni chiedono infatti un periodo «congruo» per poter esaminare gli
emendamenti.Gia' ieri un gruppo trasversale, tra Pd, Sel ed ex M5S, ha annunciato una lettera per
chiedere che passi una settimana fra la conclusione dei lavori in commissione e l' esame dell'
assemblea per dare tempo a tutti i senatori di conoscere i temi delle riforme. Non è escluso che questa
mattina in aula si chiederà piu' tempo per la commissione, anche vista ieri l' assenza di Roberto
Calderoli, colpito da un malore, ed un rinvio a giovedi'. Non solo, con ogni probabilità, c' è chi osserva,
si andrà a martedì.
«Domani (oggi per chi legge, ndr) l' aula resta confermata.
Poi vediamo il lavoro della commissione», ha detto il ministro Maria Elena Boschi al termine della
conferenza dei capigruppo.
Vasco Errani si è dimesso da presidente della Regione Emilia­Romagna in seguito alla sentenza
emessa dalla Corte d' appello di Bologna che lo ha condannato per falso ideologico nel processo
«Terremerse». «È un momento di amarezza», ha scritto Errani in una nota, «ma per prima cosa non
parlo di me.
Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l' istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di
esempio a tanti che è questa Emilia­Romagna». Ha proseguito Errani: «Quanto subisco io
personalmente non diventi fango per l`istituzione.
Per questo ­ ha continuato ­ intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio
impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto
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specifico.
Piena innocenza». La segreteria del Pd ha invitato Errani a ritirare le dimissioni. La Corte d' Appello di
Bologna ha condannato Vasco Errani con l' accusa di falso ideologico nel processo che lo vede
coinvolto in quanto presidente della Regione Emilia­Romagna per un finanziamento di un milione di
euro concesso alla cooperativa agricola «Terremerse» gestita all' epoca dei fatti dal fratello Giovanni. Il
processo vedeva il presidente della Regione Emilia­Romagna imputato per falso ideologico in atti
pubblici. In primo grado, Errani era stato assolto con la formula «perché il fatto non sussiste».
I giudici della seconda sessione penale del Tribunale di Milano hanno in parte assolto e in parte
dichiarato la prescrizione nei confronti del vice presidente di Mediaset, Piersilvio Berlusconi, accusato di
frode fiscale nell' ambito del processo Mediatrade. La procura aveva chiesto la condanna a tre anni e
due mesi. Assolto anche Fedele Confalonieri.
Il processo è una costola di quello Mediaset che ha portato alla condanna definitiva di Silvio Berlusconi.
Il collegio giudicante ha stabilito il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste per l' accusa di
frode fiscale dal 2006 al 2009.
Gli imputati del processo erano accusati a vario titolo dei reati di frode fiscale e riciclaggio.
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EMILIO GIOVENTÙ
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Che ha fatto la legge sulla parità scolastica. Lo dice il sottosegretario alla PI, Toccafondi.
Fassina contro Luigi Berlinguer
Polemica sull' esenzione Imu a Tasi per le scuole private.
L' esenzione Imu e Tasi alle scuole private, per
la maggior parte cattoliche, stabilita da un
decreto del ministero del Tesoro ed emersa
nei giorni scorsi, ha fatto indignare Stefano
Fassina, uno dei più autorevoli esponenti della
minoranza del Pd, che ha parlato di "blitz
politico".
I sospetti sono caduti subito sul sottosegretario
all' Istruzione, Gabriele Toccafondi, Ncd,
storico paladino di quella battaglia, sia sul
versante scuole sia su quello del Terzo settore
in generale.
Domanda. Sottosegretario, parliamoci
chiaro, è lei l' autore della sortita?
Risposta. Anche se la cosa mi ha fatto piacere,
non posso intestarmi questo merito.
D. E perché?
R. Perché ha fatto tutto il ministero del Tesoro,
dopo aver sentito i vari dicasteri per le parti
che li riguardavano, dalla Salute al Lavoro.
Certo, siamo stati sentiti anche noi dell'
Istruzione. Anzi, mi stupisce che Fassina
parta, lancia in resta, solo contro le scuole
paritarie.
D. Perché lo fa, secondo lei?
R. Perché c' è una sinistra che continua a
intendere per pubblico solo ciò che è statale: queste scuole, promosse da associazioni, parrocchie,
cooperative di genitori, svolgono un servizio pubblico eccome. Il decreto del Tesoro ha semplicemente
risolto un problema non più rimandabile e sanato un' incomprensibile disparità di trattamento tra scuole
statali e paritarie.
Senza dimenticare che lo Stato dovrebbe spendere 6miliardi e 300 milioni di euro per accollarsi l'
istruzione erogata da quegli istituti se questi ultimi, piegati da questa tassazione, dovessero per
assurdo chiudere. Ma non è solo questione di soldi.
D. E cioè, di cosa?
R. Della libertà di educazione, che è uno dei pilastri su cui si fonda un Paese civile. Quando si
affrontano certi temi, da parte di tutti, ma in modo particolare da parte dei politici servirebbero più
realismo e meno demagogia ideologica. Oltretutto D. Oltretutto? R. La legge sulla parità scolastica, in
Italia, l' ha fatta un certo Luigi Berlinguer, che Fassina dovrebbe conoscere. Ecco, vada a lezione di
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riformismo dal professore.
D. Fassina, ma non solo lui, ché anche Sel o quel che resta è sul piede di guerra, hanno eccepito che il
limite di 7mila euro di rette annue per alunno, oltre il quale scatta il pagamento di Imu e Tasi, è troppo
alto. Così,dicono, si privilegiano i ricchi R. Guardi quel limite viene indicato da una circolare del Tesoro
emanata sotto il governo di Mario Monti, nel luglio del 2012, quando si doveva introdurre la
differenziazione fra attività commerciali e non commerciali del settore non profit e quindi anche delle
scuole, proprio ai fini della esenzione. Essendo 7mila euro il costo medio annuo allo Stato di uno
studente di ogni ordine e grado scolastico, fu stabilito che, oltre quella cifra, ci fosse profitto e quindi ci
si trovasse di fronte a un' attività commerciale. Ragionamento cristallino. E Fassina, che è un
economista, ne dovrebbe convenire.
D. Al non profit, inteso come mondo sociale, sull' Imu è andata peggio, un vero salasso.
R. Credo che ci sia un errore materiale nel testo, i vari coefficienti per calcolare l' Imu sulla parte
commerciali delle attività hanno un effetto moltiplicatore che è davvero singolare. Non era lo spirito di
quel tavolo col Tesoro e gli altri ministeri, e credo che ci sarà una correzione.
D. Più in generale, Toccafondi, che cosa c' è nella sua agenda di sottosegretario?
R. Una delle mie priorità è abbattere quel 30% di abbandoni negli istituti tecnici e professionali. Il che
significa aprire all' esterno quelle istituzioni e realizzare un' autentica alternanza fra scuola e lavoro.
D. Anche perché, se un giovane fallisce in un professionale, dove va a finire?
R. Esatto. Con la disoccupazione giovanile sopra il 40%, si va solo ad ingrossare il numero di quelli che
non lavorano, non studiano, né si formano.
D. I famosi Neet, di cui però anche lei si occupa, col fondo europeo Garanzia giovani.
R. Ce ne occupiamo trasferendo i fondi alle regioni, che raccolgono progetti di recupero, attraverso i
centri per l' impiego.
D. Centri che non hanno mai funzionato benissimo, come ricordava spesso il premier Matteo
Renzi. Lei avrebbe altre idee?
R. Vorrei che quei finanziamenti, 1,5 miliardi in tre anni, fossero utilizzati anche per la prevenzione del
fenomeno Neet. Nelle scuole professione e negli istituti tecnici avremmo bisogno di ammodernare i
laboratori e di pagare i tutor per fare l' alternanza scuola lavoro. In questo modo, ne sono convinto, quei
30 ragazzi su 100 che ogni anno lasciano, diminuirebbero. E così i Neet.
D. E invece?
R. Invece la Commissione europea vincola gli interventi a giovani disoccupati da almeno quattro mesi.
Speriamo di approfittare del Semestre italiano per chiedere un correttivo, ho già parlato della cosa al
ministro Giuliano Poletti.
D. Senta, queste esenzioni Imu sono comunque un bel risultato per voi "governisti" del Ncd, spesso
bersagliati dalle ironie dei vostri ex­colleghi di Forza Italia, all' insegna del "che ci state a fare là".
R. Infatti. Che cosa ci stiamo a fare lo si vede bene da vicende come queste, che gli elettori sapranno
giudicare.
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GOFFREDO PISTELLI
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Grillo ha catapultato a Strasburgo Monia Benini, ex braccio destro di Oliviero Diliberto.
Una Pcd' I forma gli eurogrillini
Ben 23 persone per gestire la comunicazione Ue degli M5s.
Ha intitolato il suo libro: Liberarsi dalla
dittatura europea. Scrutando tra le pagine più
edulcorate si legge: «La vetrina luccicante dell'
Europa resta quella degli ideali di amicizia,
bene comune, identità di destino. Ma il
negozio alle sue spalle, gestito da banchieri,
carrieristi politici, logge, mafie, è pieno di
merce tossica e avariata».
Beppe Grillo è stato colto da entusiasmo e ha
inviato l' autrice, Monia Benini, a Strasburgo,
per aiutare i suoi parlamentari nel loro lavoro.
Ora è tra i coordinatori dello staff, piuttosto
pesante, che i 5stelle hanno messo in piedi al
parlamento europeo, ovviamente a spese dei
contribuenti: ma non faceva schifo il
finanziamento pubblico della politica? Ben 23
persone sono state chiamate a gestire la
comunicazione i s t i t u z i o n a l e d e i 1 7
parlamentari grillini. Tutte pagate (in totale,
sembra, 104 mila euro al mese) da quell'
Europa «tossica e avariata».
La Benini, poi, è una politica di lungo corso,
anche se ha solo 40 anni: è stata segretaria
della federazione di Ferrara del Partito dei
comunisti italiani. Quando il suo partito s' è
afflosciato e i 5stelle hanno fatto boom s' è
separata da Oliviero Diliberto e ha sposato
(politicamente) Grillo. Per il Pdci era stata
consigliere comunale a Portomaggiore, membro del consiglio d ' amministrazione di Amsefc, società
pubblica che gestisce i servizi cimiteriali a Ferrara, collaboratrice parlamentare (in gergo: portaborse)
del senatore comunistaitaliano Fernando Rossi, insieme al quale fondò Officina Comunista. Col
disimpegno di Rossi, l' officina è diventata Movimento politico dei cittadini, poi Per il bene comune,
«movimento politico di liberazione ­ si legge nell' atto costitutivo­ per l' Italia e gli italiani, che subiscono
l' occupazione politico, economica, militare e culturale degli Stati Uniti d' America». Ovvero quel Padese
che ospita Beppe Grillo (e Gianroberto Casaleggio) nella propria ambasciata romana in occasione dei
party ufficiali. Inoltre c' è da aggiungere che forse gli italiani non anelano dal desiderio di essere salvati
dall' invasore americano perché Per il bene comune si presentò alle elezioni e ottenne lo 0,33%. Ma la
sua factotum non si demoralizzò e scrisse un altro libro, Sterminio segreto. La tesi che viene
sviluppata? I vaccini servono in realtà per controllare la crescita della popolazione in una sorta di
complotto che accomuna politici, lobby variegate, multinazionali farmaceutiche e pediatri.
«È iniziata una pianificazione, diversi decenni di anni fa, per arrivare a una riduzione di 3/4 della
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popolazione mondiale attuale­ scrive Monia Bonini.
­ Questo avviene con le sterilizzazioni forzate, le vaccinazioni e le inoculazioni su larga scala da parte di
associazioni come quella di Bill Gates che portano all' infertilità sia maschile che femminile. Negli Stati
Uniti esiste un documento scritto in diverse lingue in cui si annuncia la necessità di portare a 500 milioni
di persone la razza umana.
Inoltre esistono nanomateriali nascosti negli alimenti che noi mangiamo, come i corn flakes o le
noccioline ricoperte da uno strato di vetro».
Non solo. Anche i matrimoni gay, come i vaccini, favoriscono il decremento della popolazione e per
questo la campagna a loro favore è finanziata­ assicura la grillina­ da Goldman Sachs e JP Morgan
Chase, lobby finanziarie che vogliono controllare l' andamento demografico e indirizzarlo a favore del
loro business. «Sintetizzo all' osso­ scrive su Facebook­ per chi vuole ottenere una massiccia
diminuzione della popolazione, ovvero governi e banche potenti, anche le leggi sull' omosessualità
hanno un peso enorme».
Un' altra tesi cospirazionista che sta a cuore all' inviata di Grillo a Strasburgo è quella sulle scie
chimiche. «La gente ­afferma­ non si deve lamentare delle alluvioni, delle frane o di altri disastri naturali.
Si devono chiedere cosa succede sopra le loro teste. C' è una élite di persone e multinazionali che nel
nostro Paese ha avviato una sperimentazione di modifica climatica autorizzata e pagata dai nostri soldi.
Vogliono cambiare il clima inseminando le nuvole di metalli pesanti attraverso l' aerosol».
Ebbene, lei si è insediata in un ufficio del parlamento europeo. Dice: «Sì, sono stata assunta dal
parlamento europeo, rivesto un ruolo tecnico che è quello di coordinatrice dell' area stampa e del
knowledge base, ovvero la formazione di base». Tanti auguri a coloro che lei formerà. Non tutti i
parlamentari europei 5stelle l' hanno presa bene. Anche perché è diventata ultrasostenitrice dell'
alleanza con Nigel Farage, che risulta indigesta ai più, e su Facebook troneggia una sua foto insieme al
leader dell' Ukip, con l' annotazione: «Sta facendo una battaglia esemplare».
Un ex­5stelle che la conosce bene, il ferrarese Raffaele De Sandro Salvati, che fu candidato sindaco
5stelle a Cento (Ferrara) nel 2011 ed espulso da Grillo nel 2012, le ha indirizzato una lettera, finora
senza risposta, in cui chiede: «Com' è avvenuta la procedura di selezione che ha portato a preferire la
sua persona? Mediante pubblico concorso, valutazione di curricula, tramite nomina, altro? Gli iscritti
certificati al movimento 5Stelle sono stati informati dello status delle attività di selezione concludendo
con ratifica del suo incarico espressa dal voto degli stessi iscritti? Circola un documento (sino ad ora
mai smentito) dove si rileva che percepirà uno stipendio netto di 4.201,41 euro al mese. Pensa di
autoridurselo al fine di allinearsi agli stessi princìpi e modelli di equità applicati dai consiglieri regionali
del M5S (eletti democraticamente) che percepiscono circa 2500­2750 euro mensili?».
D' altra parte un altro stipendio d' oro (6 mila euro al mese) è quello di Claudio Messora, collaboratore
dal 2009 della Casaleggio & Associati, catapultato a responsabile della comunicazione 5stelle al Senato
e poi in Europa. La Benini lavorerà al suo fianco. Messora ha fatto palare di sé varie volte, l' ultima
quando mise in rete un twitter contro la presidente della Camera, Laura Boldrini: «Cara Laura, volevo
tranquillizzarti, se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, tu non corri nessun pericolo».
Il lupo perde il pelo ma non il vizio, ed è bipartisan.
Infatti, in precedenza, aveva pubblicato sul suo blog uno scritto intitolato «Una cosetta a tre, con la
Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo», con tanto di scena delle tre accanto a lui, disteso nudo sul
letto. Cose passate? Speriamo.
Adesso lui si deve occupare dei parlamentari europei 5stelle, insieme a Monia Benini e agli altri.
Del nutrito staff fanno parte anche Filippo Pittarello (altro collaboratore della Casaleggio & Associati),
Margherita Pacileo (già assistente 5stelle al Senato), Magda Andreola (ex­candidata alle elezioni
regionali in Lombardia), Emanuele Sanguineti (ex­assistente dell' ex­europarlamentare Susy De Martini,
Forza Italia), Cecilia Arvedi (ex­assistente di Gino Trematerra, ex­parlamentare europeo dell' Unione di
centro), Monia Albertini (ex­assistente dell' ex­europarlamentare Pino Arlacchi, Idv poi Pd). Benvenuti in
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Europa, pentastellati.
Twitter: @gponziano.
GIORGIO PONZIANO
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Entrano nel vivo alla camera le votazioni sull' Artbonus.
Ok al credito del 65% a favore della cultura
Credito d' imposta del 65% (nel 2014 e 2015)
e del 50% (nel 2016) per gli interventi di
«manutenzione, protezione e restauro» del
patrimonio artistico pubblico, nonché per il
sostegno e la realizzazione di nuove strutture,
il potenziamento delle fondazioni lirico­
sinfoniche e dei teatri senza scopo di lucro. E
Cassa depositi e prestiti, insieme a banche e
dicastero dei beni culturali, siederà ad un
tavolo ad hoc per individuare «misure utili a
garantire la sostenibilità del debito gravante
sulle fondazioni liriche ed il contenimento degli
oneri finanziari». Entra nel vivo la votazione, in
Aula a Montecitorio, del decreto 83/2014
(Disposizioni urgenti per la tutela del
patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e
il rilancio del turismo), nato con l' obiettivo di
dare ossigeno al settore dell' accoglienza dei
visitatori e della tutela artistica del nostro
paese, creando anche nuove opportunità
occupazionali, favorendo gli investimenti nella
digitalizzazione, ammodernando gli impianti
ed eliminando le barriere architettoniche; il
testo, il cui esame da parte dei deputati
proseguirà anche oggi, deve passare a
palazzo Madama ed essere convertito in legge
entro il 30 luglio, pena la decadenza.
Considerata la scarsità di risorse pubbliche,
pertanto, con l' articolo 1 del provvedimento si usa la leva delle agevolazioni fiscali per «premiare» i
privati che decideranno di riportare all' antico splendore siti ed aree di interesse storico e culturale; un
altro incentivo, poi, riguarda i vecchi cinema, giacché passa l' emendamento del Pd che estende il
credito d' imposta del 30% (per il biennio 2015­2016) sui costi per il restauro e l' adeguamento
strutturale e tecnologico delle sale a quelle esistenti almeno dal 1° gennaio 1980, e non più
esclusivamente a quelle dotate di non più di due schermi, come in precedenza stabilito. Via libera,
inoltre, al coinvolgimento dell' Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) nei procedimenti per
stabilire le modalità di attuazione degli interventi finanziati con le risorse del decreto «Destinazione
Italia» (legge 9/2014, pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel passaggio dal governo di Enrico Letta a quello
di Matteo Renzi) destinati alle amministrazioni, per valorizzare i beni in vista dell' Expo che si terrà a
Milano nel 2015.
© Riproduzione riservata.
SIMONA D' ALESSIO
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Centrale unica acquisti senza scappatoie
Sulla centralizzazione degli acquisti, niente da
fare per i comuni non capoluogo di provincia.
Infatti, in assenza di deroghe legislative, la
disposizione contenuta nel decreto legge
n.66/2014 che impone il ricorso ad una
centrale di committenza escludendo l'
affidamento diretto, deve intendersi tassativa e
di carattere speciale, quindi prevalente alle
disposizioni in materia contenute nel codice
dei contratti pubblici.
La querelle sull' obbligo di centralizzazione
degli acquisti prevista dall' articolo 9 del
decreto Irpef, pertanto, si completa con un
nuovo tassello che giunge dal parere n.
144 rilasciato pochi giorni fa dalla sezione
regionale di controllo della Corte dei conti
Piemonte.
Come si ricorderà la norma sopra richiamata
p r e v e d e c h e i comuni non capoluogo di
provincia procedono all' acquisizione di lavori,
beni e servizi nell' ambito delle unioni d e i
comuni, ove esistenti, ovvero costituendo un
apposito accordo consortile tra i comuni
medesimi e avvalendosi dei competenti uffici
anche delle province, residuando lo spazio per
negoziazioni dirette solo a mezzo degli
strumenti elettronici di acquisto gestiti dalla
Consip o da altro soggetto aggregatore di
riferimento. Che il quadro sia prossimo alla paralisi è anche dato dal fatto che la norma in questione ha
cancellato la deroga introdotta dalla legge di stabilità 2014 per gli acquisti inferiori a 40 mila euro
spiazzando, di fatto, la maggior parte dei comuni, tenuto conto che l' obbligo sino ad oggi ha riguardato
i comuni con meno di 5 mila abitanti.
È pur vero (si veda ItaliaOggi di ieri) che, per sbloccare l' impasse dopo l' allarme lanciato dal
presidente Anci, Piero Fassino, il legislatore si sta muovendo con una soluzione. Ovvero l' inserimento
di un emendamento ad hoc, al testo di conversione di un decreto legge attualmente in discussione in
parlamento (i boatos danno favorito il ddl di riforma della p.a.), che rinvii l' operatività della norma del
decreto Irpef in due scadenze. La prima, al 1° gennaio del prossimo anno, per quanto riguarda gli
acquisti di beni e servizi, la seconda al 30 giugno 2015 per l' acquisizione di lavori.
A chiudere il cerchio, come detto, il parere della Corte dei conti piemontese che, in risposta ad una
richiesta del comune di Torre Canavese (To), ha giustamente sottolineato il carattere tassativo della
disposizione richiamata, non potendo ammettere deroghe a favore dell' affidamento diretto, così come
previsto dall' articolo 125 del codice dei contratti pubblici.
Secondo la magistratura contabile piemontese, la ratio della nuova disciplina è quella di soddisfare le
esigenze di semplificazione dei centri di acquisto, inserendosi nel solco dell' indirizzo comunitario (il
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riferimento è alla direttiva Appalti 2014/24), che ha registrato nei mercati degli appalti pubblici della Ue,
«una forte tendenza all' aggregazione della domanda da parte dei committenti pubblici, al fine di
ottenere economie di scala». Quindi, ha rilevato la Corte, dal tenore letterale della disposizione si
conferma l' aggregazione obbligatoria per i comuni non capoluogo di provincia, per le procedure
contrattuali relative all' affidamento dei contratti di lavori, servizi e forniture.
Non ci sono pertanto margini che possano aprire ad alcuna deroga. I comuni interessati sono tenuti a
costituire la centrale di committenza nell' ambito delle unioni di comuni, ove esistenti, oppure si siedono
attorno ad un tavolo e sottoscrivono un accordo consortile avvalendosi dei propri uffici.
In conclusione, per rispondere al parere formulato dal primo cittadino di Torre Canavese, la Corte ha
rilevato che la nuova disposizione di finanza pubblica ex articolo 9 del dl n. 66/2014, assume nell'
ordinamento carattere di specialità e, quindi, di prevalenza rispetto alla norma generale ex art.
125 del codice dei contratti pubblici che, allo stato attuale, non è percorribile.
ANTONIO G. PALADINO
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dal 1° ottobre.
Milano lascia Equitalia
Dopo 14 anni di gestione affidata ad Equitalia,
il comune di Milano volta pagina e dal 1°
ottobre 2014 gestirà direttamente l' attività di
riscossione, volontaria e forzata, delle proprie
entrate.
Lo stabilisce la delibera, approvata ieri dal
consiglio comunale con 35 voti favorevoli, 1
astenuto e nessun contrario. La gestione
diretta del comune fa venir meno l' aggio
dovuto a Equitalia, ossia la percentuale sulle
somme riscosse, fissato dalla legge all' 8% a
titolo di remunerazione omnicomprensiva per il
lavoro svolto.
L a riscossione diretta da parte del comune
prevede invece solo l' addebito dei costi vivi
s o s t e n u t i d a l l ' ente (indicativamente un
massimo di 12 euro per atto). Anche le spese
di notifica sono destinate a ridursi grazie alle
notifiche tramite posta elettronica certificata.
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Pagamenti p.a., sconti Patto da comunicare entro il
21/7
Entro il prossimo 21 luglio, gli enti soggetti al Patto
dovranno comunicare al Mef l' importo dei pagamenti
che ritengono necessario escludere dai relativi vincoli
per estinguere i propri debiti in conto capitale certi
liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2013. Con la circolare
n. 22/2014, diffusa ieri, la Ragioneria generale dello
stato ha avviato un monitoraggio degli spazi finanziari, a
valere sul Patto di stabilità interno, di cui necessitano le
regioni e le province autonome, i comuni con più di
1.000 abitanti e le province per poter estinguere nel
2014 i debiti maturati alla fine dello scorso anno e
ancora in essere. L' operazione è finalizzata a
quantificare il fabbisogno complessivo per la definizione
di future disposizioni normative volte ad allentare i
vincoli del Patto. Si tratta, in pratica, del completamento
della seconda tranche di sblocco dei debiti pregressi
avviata con il dl 66/2014 e che finora ha potuto contare
solo su anticipazioni di liquidità, oltre che sulle misure di
smobilizzo attraverso le cessioni pro­soluto garantite
dallo Stato. Gli enti che hanno ancora fatture da pagare
sono tenuti a comunicarlo entro il termine perentorio del
21 luglio 2014 attraverso la piattaforma telematica per la
certificazione dei crediti. Attenzione, però: la
comunicazione deve essere coerente con i dati già trasmessi entro lo scorso 30 aprile 2014, per cui la
procedura di rifiuterà le richieste di importo superiore. Ovviamente saranno, invece, ammissibili le
richieste di importo inferiore, tenendo conto dei eventuali pagamenti sostenuti fra maggio e giugno. Per
adempiere, gli enti dovranno accedere all' apposita funzione che sarà disponibile sulla piattaforma dall'
11 luglio, seguendo le istruzioni operative pubblicate nella sezione guide, presente sulla home page del
sistema. Al momento non sono previste sanzioni, ma la circolare avverte che gli enti inadempienti
«potrebbero restare esclusi dai riparti di ulteriori spazi finanziari messi a disposizione nel corso del
2014 da futuri interventi normativi». A fini conoscitivi, inoltre, sempre entro il 21 luglio e sempre
attraverso la piattaforma, dovranno essere comunicati l' ammontare dei debiti (anche di parte corrente)
maturati al 31 dicembre 2013 che non rientrano tra quelli certi, liquidi ed esigibili, per i quali è stata
emessa regolare fattura di pagamento ma non sussistono ancora i presupposti alla liquidazione degli
stessi.
MATTEO BARBERO
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Italia Oggi
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Lo prevede il decreto sulle semplificazioni p.a. per le grandi opere.
Appalti supermonitorati
Conti dedicati e solo bonifici per le ditte.
Rafforzato il monitoraggio finanziario sulle
imprese che partecipano ai grandi appalti. Gli
aggiudicatari dovranno avere conti dedicati
per i pagamenti e utilizzare solo bonifici.
Previsto un prelievo dello 0,6 per mille sull'
importo del contratto, che andrà a finanziare il
sistema di monitoraggio. È quanto prevede l'
articolo 36 del dl 90/2014 (decreto p.a.
), all' esame della camera, che interviene sulla
disciplina del monitoraggio finanziario dei
grandi lavori infrastrutturali (opere della ex
legge Obiettivo), stabilendo che si seguano le
modalità e le procedure, anche informatiche,
individuate dalla delibera Cipe n. 145 del 2011
(che dovrà però essere aggiornata). La
disposizione stabilisce inoltre un obbligo per le
stazioni appaltanti di adeguamento degli atti
generali di propria competenza rispetto alle
modalità di monitoraggio indicate nella
delibera n . 4 5 d e l 2 0 1 1 e a i s u o i f u t u r i
aggiornamenti. Si prevede anche una
opportuna disciplina transitoria per i contratti
stipulati anteriormente alla data di entrata in
vigore del decreto legge (25 giugno 2014),
consentendo l' adeguamento delle modalità di
controllo dei flussi finanziari di cui alla delibera
45/2011 entro sei mesi.
Come accennato, con una nuova delibera del
Cipe saranno dettate le disposizioni di aggiornamento delle modalità di esercizio del sistema di
monitoraggio finanziario contenute nella delibera n. 45/2011, allo scopo di dare attuazione alla norma e
di recepire le indicazioni contenute nei decreti legislativi n. 228 e n. 229 del 2011 (sul monitoraggio ex
ante ed ex post delle opere) e nella delibera del Cipe n. 124 del 2011. Per l' implementazione del
sistema di monitoraggio finanziario viene autorizzata una spesa di 1.321.000 euro per l' anno 2014 alla
cui copertura si provvede con una quota del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di
tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell' usura. Agli oneri per la gestione ordinaria del sistema, che
vengono quantificati dal governo in 617.000 euro annui, si provvederà invece con le risorse derivanti da
una percentuale dell' importo dei contratti, nella misura dello 0,0006 per cento, che devono essere
versate dai soggetti aggiudicatari annualmente e fino alla messa in esercizio degli interventi medesimi,
a decorrere dall' anno 2014. Il monitoraggio dei flussi finanziari delle grandi opere è previsto dall'
articolo 161, comma 6­bis del codice dei contratti pubblici (con riguardo all' uso del sistema Siope­
Sistema Informatico delle operazioni e degli enti pubblici) e l' articolo 176, comma 3 dello stesso codice
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rinvia al Cipe per i dettagli attuativi e operativi. La delibera n. 45 del 2011, fra i diversi oneri, stabilisce l'
obbligo istituzionale di «conti correnti dedicati», da utilizzare per tutti gli incassi e i pagamenti relativi
alla realizzazione dell' opera, l' obbligo di pagamento solo tramite bonifici elettronici Sepa (Single euro
payments area) e l' obbligo, per i titolari dei suddetti conti dedicati, di richiedere alla propria banca di
fornire un servizio di «esito» dei singoli pagamenti e di comunicare gli estratti conto all' ente che cura il
monitoraggio. Nella medesima delibera si precisa, inoltre, che le attività svolte e i risultati ottenuti sono
stati utilizzati per l' elaborazione del «progetto Capaci» (Creating automated procedures against
criminal infiltration in public contracts), che è stato cofinanziato dall' Unione europea e che la
sperimentazione del monitoraggio finanziario prosegue in sede di attuazione del progetto Capaci, con l'
obiettivo di mettere a punto alcuni applicativi informatici, tra cui in particolare quelli concernenti un
sistema di warning automatico.
© Riproduzione riservata.
ANDREA MASCOLINI
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Pagina 32
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la proposta.
Autoriforma del sistema camerale
Una profonda razionalizzazione del sistema
camerale italiano che preveda accorpamenti di
camere di commercio e aziende speciali, l'
introduzione di costi standard (in grado da soli
di portare risparmi a regime pari a 300
milioni), la riduzione del numero dei
consiglieri. Questa in sintesi la proposta
avanzata dal presidente di Unioncamere,
Ferruccio Dardanello, in occasione dell'
audizione svoltasi davanti alla I commissione
affari costituzionali della camera sul «Decreto
p.a.». Dardanello ha ricordato tutti i compiti
assegnati dallo stato alle camere di
commercio nonché quanto previsto dalla legge
d i stabilità c h e i m p e g n a l e c a m e r e d i
commercio a finanziare i Confidi per almeno
70 milioni l' anno per il prossimo triennio. «Le
camere», ha spiegato ancora Dardanello,
«versano al bilancio dello stato circa 80 milioni
annui fra risparmi di spesa e imposte e che
sostengono direttamente le spese delle attività
sanzionatorie delegate dallo stato (circa 15
milioni di euro annui)». Il decreto 90/2014
prevede a partire dal 2015 che per ogni
regione rimanga operativa una sola camera di
commercio.
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
venezia.
Aziende tlc insieme in Europa
Per la prima volta le aziende di tlc si
presentano all' Ue con un documento comune,
pronte a creare un tavolo di discussione
europeo su un tema cruciale come quello delle
reti. Ad annunciarlo, parlando a Digital Venice,
di fronte anche al premier Matteo Renzi, l' a.d.
di Telecom Italia, Marco Patuano. «Quello di
oggi è un evento epocale: per la prima volta
nella storia, le telco europee si presentano con
una posizione unica all' Ue. Non è mai
successo prima, siamo tutti uniti nel fare», ha
detto.
Patuano ha sottolineato che Telecom è stata
un' azienda «collaborativa» e che lo sarà
anche in futuro. «Ora c' è un documento, di
una sola pagina, che rappresenta il pensiero di
m o l t i d e i player a q u e s t o t a v o l o » , h a
continuato, citando fra gli altri, la stessa
Telecom Italia, France télécom, Vodafone e
altri.
Nel documento, tra le altre cose, si chiede all'
Ue di supportare lo sviluppo della rete e di
creare una «cornice regolatoria che favorisca
gli investimenti, semplificata e amica del
digitale»; di sostenere e promuovere «la
riallocazione dello spettro verso le industrie
della telecomunicazione». Inoltre, il documento
chiede «di assicurare la cittadinanza digitale»,
con una digitalizzazione della p.a., superando colli di bottiglia dovuti a una mancanza di interoperabilità
o portabilità dei dati e di «stimolare la creazione di lavoro», con una policy che «incoraggi gli
investimenti degli operatori in Ict» e di supportare «politiche di welfare che promuovano il cambio
qualitativo delle abilità richieste dal mercato del lavoro».
«Nel mondo delle tlc europee servono regole uguali per tutti». Ha detto a sua volta l' a.d. di Vodafone,
Vittorio Colao, «un' Europa digitale è un' Europa dinamica, capace di tornare a crescere». Secondo il
top manager, «sono tre le condizioni necessarie per far sì che l' Europa ritrovi il ruolo di leader nelle tlc:
un contesto normativo che incentivi e non ostacoli lo sviluppo di nuove tecnologie e servizi evoluti;
regole comuni per operatori di tlc che vadano oltre l' attuale proposta in tema di net neutrality al vaglio
della Commissione; l' impegno dei governi a garantire la sicurezza dei cittadini nel rispetto della loro
privacy e attraverso una governance condivisa di internet».
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