Tra presente e pa ato Tra presente e pa ato Tra presente e pa ato

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Tra presente e pa ato Tra presente e pa ato Tra presente e pa ato
Il film Agnus Dei
è proiettato in occasione della
Giornata della Pace
Il film Il figlio di Saul
è proiettato in occasione della
Giornata della Memoria
Cine Teatro Edelweiss - 20842 Besana in Brianza - Piazza Cuzzi 1
Il film 7 minuti
è proiettato di giovedì
Proiezioni
Posto Unico
Ingresso 5 Euro
ore 20.45
Introduzione al film a cura
di Francesco Tremolada,
Critico Cinematografico e curatore di Cineforum
ore 21.00
Inizio proiezione
Si ricorda che i film pur non essendo vietati ai minori
sono riservati ad un pubblico adulto.
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Tra presente
e passato
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Cineforum d’inverno 2017
in collaborazione con
Città di Besana in Brianza
20 GENNAIO
Agnus Dei
Un film di Anne Fontaine
Con Lou de Laâge, Agata Buzek,
Agata Kulesza, Vincent Macaigne
FRA/POL 2016 - Durata 115 minuti circa
Polonia, 1945. Mathilde Beaulieu giovane
dottoressa che lavora per la Croce Rossa
francese curando i connazionali sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi,
incontra una suora polacca alla ricerca di un
medico, che non sia né polacco, né russo.
La religiosa chiede alla giovane di seguirla
nel suo convento dove scoprirà una situazione sconvolgente: alcune suore - violentate ripetutamente da soldati sovietici - in
stato di gravidanza, e incerte se accettare
l’inattesa maternità, lasciando la vocazione, o abbandonare figli che devono rimanere segreti, per evitare scandali. Mathilde,
all’inizio insofferente alle richieste di
segretezza e allo stesso luogo religioso
(«non possiamo mettere da parte Dio
durante le visite?», chiede a una suora),
pian piano si interessa alle loro sorti e cerca
di convincerle a uscire dal convento per
farsi seguire da medici. Ma loro vogliono
solo lei, e nessun altro. Per la ragazza,
lontanissima dalla loro vita (è di famiglia
atea), è uno choc: essere scelta e voluta le
farà cambiare prospettiva.
Saul Auslnader è un ebreo deportato nel
campo di concentramento di Auschwitz. Reclutato come Sonderkommando, ovvero
ebreo che si deve occupare di assistere gli
aguzzini nelle attività ordinarie del lager, e
perciò schiavo del mestiere più odioso, quello di assistere i soldati nazisti nella pulizia
delle camere a gas, nel trasporto dei cadaveri, in tutti quei lavori macabri che i
tedeschi non volevano svolgere. La sua
vicenda, tutta proiettata in un viaggio
contro ogni speranza del protagonista - il
tentativo di dare degna sepoltura a un
giovane che crede essere suo figlio - è
sintesi di quella di un intero popolo oltraggiato nella fede e nella propria storia
prima ancora che nella carne. Film durissimo, si rivela vincente sin dalle scelte di
regia (l’esordiente László Nemes ha vinto il
Grand Prix a Cannes 2015 e l’Oscar per il
miglior film straniero): l’inquadratura, infatti, stringe sempre sul protagonista tralasciando tutto il tragico che avviene in un
campo di sterminio. L’orrore si “sente”, si
intravede e intuisce, ma lo spettatore non
può rendersene completamente conto.
Il figlio di Saul
Un film di Làszlò Nemes
Con Géza Röhrig,
Levente Molnar, Urs Rechn,
UNGHERIA 2015 - Durata 105 minuti circa
27GENNAIO
2 FEBBRAIO
7 minuti
Un film di Michele Placido
Con Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi,
Fiorella Mannoia, Maria Nazionale
ITALIA 2016 - Durata 95 minuti circa
Una piccola ma gloriosa azienda tessile, in
un’Italia di provincia segnata dalla crisi.
Questa è la Varazzi, che però in crisi non è:
anzi, è una vera eccellenza italiana. Ma,
forse perché ormai in là con gli anni o forse
solo per “monetizzare”, i tre fratelli che
l’hanno condotta fin qui hanno deciso di
vendere la maggioranza della società a
una multinazionale. Il consiglio di fabbrica
formato da undici donne attende di visionare l’accordo che deve scoraggiare tagli ai
posti di lavoro e, fuori in strada, tutte le
altre operaie e impiegate aspettano in
ansia. Anche i familiari, le tv, i concittadini
sono tutti in attesa. L’unica formalità è, in
apparenza, una insignificante clausola: tagliare la pausa pranzo di sette minuti. Altri
sette minuti, dopo i tanti già tagliati negli
anni. Significa solo mangiare di corsa, in
pochi istanti.
Che problema c’è, dicono alcune compagne, tra cui le numerose straniere che
vengono da paesi poverissimi? Per il
lavoro, il pranzo lo si può anche saltare...
Ma in gioco, forse, c’è molto di più...
Inghilterra. Daniel è un falegname sulla
sessantina, onesto e grande lavoratore. Un
infarto lo obbliga ad astenersi dall’attività
lavorativa su ordine del medico, ma la
burocrazia gli nega l’assistenza sanitaria se
non ha un lavoro. Preso da questa trappola
burocratica di moduli online, curriculum da
consegnare e visite inutili all’agenzia del
lavoro, Daniel incappa accidentalmente nella vita di Katie, giovane disoccupata ed ex
senzatetto londinese con due figli, appena
trasferitasi a Newcastle in un alloggio
popolare. L’uomo si ritrova così ad instaurare un rapporto di amicizia molto forte con
la ragazza, aiutandola a sistemare la casa
e ad accudire i suoi due bambini. In essi,
Daniel rivede, forse, la famiglia che non ha
mai potuto avere, vista la scomparsa
prematura della compagna affetta da gravi
disturbi neuro-psichiatrici.
Ma la situazione è molto più difficile di
quanto sembri, e presto Katie, nonostante
l’aiuto e il sostegno morale a non mollare
di Daniel, decide di scendere a compromessi per mantenere i figli.
Io, Daniel Blake
Un film di Ken Loach
Con Dave Johns, Hayley Squires,
Dylan McKiernan, Briana Shann
GB-FR 2016 - Durata 100 minuti circa
10 FEBBRAIO
17 FEBBRAIO
Fai bei sogni
Un film di Marco Bellocchio
Con Valerio Mastrandea, Bérénice Bejo,
Guido Caprino, Nicolò Cabras
ITALIA 2016 - Durata 130 minuti circa
Il film si apre, nella Torino degli anni 60,
con una bella scena del piccolo Massimo
che a 9 anni balla allegro con la mamma in
casa. Poi però, una notte, lei lo saluta
furtivamente («fai bei sogni», gli sussurra)
e sparisce dalla sua vita. Gli dicono che è
morta per un infarto fulminante, ma non
gliela fanno vedere. Massimo soffre,
vorrebbe ribellarsi a una morte che vive
come un’ingiustizia (al funerale grida alla
bara: «Mamma, esci fuori, ti stanno
portando via!»). Il padre, già distante,
cerca di proteggerlo ma non riesce a
compensare l’improvviso vuoto affettivo.
Tutta la sua vita diventerà una elaborazione del lutto per la perdita di un rapporto
così fondamentale per lui, da adolescente
si fa domande, da ragazzo delude una
fidanzata, da adulto, ormai giornalista
affermato, rivede in una guerra e nelle sue
violenze la conferma della durezza
dell’esistenza.
Poi, un segreto esplode in ritardo...
Quello a cui assistiamo nel film è una vera
“detective story”: Jenny Davin, una giovane dottoressa, cerca di scoprire chi è la
ragazza in fuga che ha suonato al suo
studio dopo l’orario di chiusura, alla quale
lei non ha aperto, e che è stata ritrovata
morta sulla riva del fiume. Forte della
confidenza professionale che le accordano i
pazienti, cerca di scoprire il nome e
l’origine della ragazza di colore che si
prostituiva vicino al suo ambulatorio, e
della cui morte si sente responsabile. La
carriera, il rapporto con lo studente di
medicina che svolge uno stage presso di
lei, le stesse relazioni con i suoi pazienti
vengono scosse da questa indagine, vista
con sospetto anche dalla polizia, le cui
indagini vengono messe a repentaglio dal
dilettantismo della giovane e dai rischi che
corre. Ma Jenny è un personaggio che
sembra obbedire solo agli assoluti, senza
compromessi. Quando scopre che la ragazza è morta, cerca un’assoluzione al suo
comportamento, attraverso una ricerca che
potrebbe costarle anche la vita.
La ragazza
senza nome
Un film di L. e J.P. Dardenne
Con Adele Haenel, Jérémie Renier,
Olivier Gourmet, Fabrizio Rongione
BELGIO 2016 - Durata 113 minuti circa
24 FEBBRAIO