Il delitto di Höngg e la partecipazione dei giovani

Transcript

Il delitto di Höngg e la partecipazione dei giovani
CRONACA SVIZZERA
Il delitto di Höngg e la partecipazione dei giovani
Nella collina dell'Hönggerberg che sovrasta Zurigo si trova
uno dei quartieri più eleganti della città: il quartiere di
Höngg. La sera del 23 novembre scorso, alla periferia di questo quartiere, nei pressi del Politechnico federale di Zurigo,
ha avuto luogo uno dei più assurdi omicidi che si possa
immaginare.
di Luciano Alban, vice presidente ACLI Svizzera
La giovane Francesca Prete, di appena sedici anni,
di origine italiana, della provincia di Lecce, stava
seduta con un giovane amico portoghese in una
pensilina di una fermata del bus, stava rientrando
a casa per festeggiare il compleanno del padre.
Improvvisamente il rumore di uno sparo lacera
l'aria, la giovane Francesca si accascia sulle braccia del suo giovane coetaneo e muore così, senza
nessun motivo. La notizia, comunicata da una
radio locale ancor prima che la famiglia venisse
informata, si propaga rapidamente e da subito
provoca una fortissima emozione e dolore
soprattutto tra la giovane comunità italiana di
Zurigo.
Francesca era una bella ragazza, che dimostrava
un'età più adulta ed aveva, da poco, iniziato l'apprendistato come parrucchiera. Era molto conosciuta nell'ambiente giovanile della comunità in
quanto frequentava l'oratorio di Don Bosco della
Missione Cattolica italiana di Zurigo. In un primo
momento la stampa locale dà una breve informazione della morte di una giovane ad una fermata
del bus, molti hanno pensato che, data la bellezza
della giovane, avrebbe potuto trattarsi di un delitto passionale.
Già dalle prime informazioni della polizia locale
si capiva però che c'era qualcosa di strano in tutta
questa faccenda, la ragazza non poteva essere
stata uccisa con un colpo di pistola, troppo devastante era il segno del proiettile che l'aveva trapassata, si trattava sicuramente di una pallottola di
fucile. La tragica realtà é stata comunicata, dalla
procura zurighese, due giorni dopo: l'arma del
Un’immagine
dall’alto del
quartiere di
Höngg, alla periferia di Zurigo
6
il dialogo 1/08
delitto era stata un fucile d'assalto dell'esercito
svizzero. Un giovane 21enne che aveva appena
terminato la scuola reclute, appostato a circa 50
metri dalla panchina, aveva premuto il grilletto
dell'arma mettendo fine alla vita della ragazza,
"distruggendo" nello stesso tempo la propria.
L'assassino non conosceva la sua vittima, poteva
essere chiunque che in quel momento si trovasse
in quel posto, ha sparato senza alcun motivo,
forse solo per il piacere di farlo.
La tragedia di Höngg ha provocato un putiferio
in tutti i media nazionali svizzeri. Il dibattito politico é risultato subito acceso, in parlamento e
anche nel Consiglio federale, anche la presidente
della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha
preso posizione: quello che é successo é inaccettabile ha affermato ai microfoni della TV della
Svizzera tedesca.
È utile ricordare che proprio nell'ultima sessione
autunnale si era dato seguito a una mozione della
consigliera agli Stati Anita Fetz, che proponeva
che ai militari in congedo fossero si lasciati fucili
e pistole ma non le munizioni da tasca. Alcuni
ufficiali hanno però affermato che risulterebbe
abbastanza facile procurarsi delle munizioni. A
parte il fatto che alcuni militari avevano già avviato una forma di disobbedienza civile, rifiutandosi
di consegnare le loro munizioni ci si chiede: se
un'ordinanza non viene applicata per intero che
senso può avere?
Tuttavia si spera che questo caso possa contribuire fortemente ad accelerare il ripensamento di
diversi politici, anche di quelli cosiddetti "tradizionalisti". L'UDC parla di uno spiacevole "caso
unico" e che é l'uomo il solo responsabile - spiace constatare che fra questi vi é anche la
Consigliera di Stato zurighese Rita Fuhrer - é
invece un dato di fatto che, solo nel 2007, per ben
quattro volte si é usato un'arma militare per commettere un omicidio, senza contare le "altre"
poco meno di 300 persone che hanno deciso di
porre fine alla propria esistenza facendo capo a
una pistola o a un fucile militare.
Quali considerazioni si possono trarre da questo assurdo avvenimento?
Padre Sorge direbbe: " bisogna saper valutare i
segni dei tempi". Certamente si tratta di un caso
dovuto a diversi aspetti che hanno agito in concontinua nella pagina successiva