1 mese in 10 immagini

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1 mese in 10 immagini
Aprile 2013
Ogni mese, con «1 mese in 10 immagini » SYZ Asset Management propone una carrellata sull’attività
economica mondiale. E poiché un’immagine vale più di mille parole, ogni mese presentiamo 10 grafici che
illustrano i fatti determinanti dell’attualità economica e finanziaria dell’ultimo mese, corredati da un breve
commento sulla loro interpretazione.
Pubblicazione curata dal team Global Macro & Fixed Income Strategies – SYZ Asset Management - Tel. +41 (0)58 799 10
00 - [email protected]
Autore: Adrien Pichoud
Il documento è basato su grafici elaborati con i dati raccolti durante il mese di marzo 2013.
Indice
1.
Euro/dollaro – Euro più debole a causa dei fondamentali
2.
Stati Uniti – Nel 2013 la crescita non sarà più forte, ma più sana
3.
Stati Unti – Don’t you know, they are fracking for a revolution
4.
Area euro – Continua la contrazione dei crediti
5.
Area euro – Disoccupazione record
6.
Francia – Quadro più serio di quel che sembra?
7.
Cina – Immobiliare di nuovo in fermento
8.
Giappone – Non perde più quote di mercato a favore dei vicini?
9.
Tassi – Torna l’interesse per i beni rifugio
10.
Materie prime – Attenzione ai metalli industriali
1. Euro/dollaro – Euro più debole a causa dei fondamentali
•
•
•
Negli ultimi mesi l’andamento del cambio
EUR/USD
è
stato
condizionato
dalle
fluttuazioni del sentiment sulla situazione
nella zona euro. Fra luglio e fine gennaio
l’euro
è
salito
da
1.20
a
1.37,
successivamente si è indebolito e ora oscilla
intorno a 1.28.
Il superamento dei timori di disgregazione
della zona euro grazie all’intervento della BCE
ha tenuto alto l’euro, ma l’incertezza politica
in Italia e la crisi cipriota hanno rovesciato il
trend. Negli ultimi mesi, il cambio EUR/USD è
diventato il barometro delle tensioni in
Europa.
In una prospettiva più lunga vale però la pena
(come peraltro è « logico ») tenere presente
che il cambio euro/dollaro dipende prima di
tutto dai fondamentali macro-economici delle
rispettive economie. L’andamento dei due
indicatori «di base» - produzione industriale e
disoccupazione – dà un’idea abbastanza
attendibile della tendenza del cambio. E, in
questo senso, la recessione in Europa da un
lato, e il rafforzamento della crescita USA
dall’altro suggeriscono che l’euro perderà
ancora parecchio terreno nei confronti del
dollaro.
CAMBIO EURO/USD E INDICI CONGIUNTURALI MACRO
USA/EUROPA A CONFRONTO
1.5
1.7
1.6
1
1.5
0.5
1.4
1.3
0
1.2
-0.5
1.1
1
-1
0.9
-1.5
1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012
0.8
EMU MAC RO RELATIVE TO US MAC RO
So urce: SYZ A M , D atastream
EUR/USD (RHS)
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della
redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o
indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.
Aprile 2013
2. Stati Uniti – Nel 2013 la crescita non sarà più forte, ma più sana
•
•
•
Dopo un secondo semestre 2012 segnato
dalle
incertezze
politiche
(elezioni
presidenziali) e fiscali (« Fiscal cliff »),
l’economia americana nel 2013 ha recuperato
la sua dinamica di crescita.
E’ vero che con la normalizzazione della
politica di bilancio (aumenti delle tasse e tagli
alla spesa pubblica) sarà difficile che
l’economia possa crescere molto più del 2%,
che è il tasso di crescita dal 2010. Ma rispetto
agli ultimi anni la crescita appare più sana
perché è fondata sulla domanda, a sua volta
sostenuta dall’aumento dell’occupazione e dei
prezzi dell’immobiliare (e non sui tagli dei
tassi e le agevolazioni fiscali).
Gli indici di attività rispecchiano questa
situazione. Il settore dei servizi è sostenuto
dalla crescita dei consumi delle famiglie e, dal
vuoto d’aria a fine 2012, anche il settore
manifatturiero si è mantenuto sopra quota 50.
INDICI ISM MANIFATTURIERO E DEI SERVIZI E VARIAZIONE
ANNUA DEL PIL
65
6
60
4
55
2
50
0
45
-2
40
-4
35
00
01
02
03
04
US I SM MANUF ACT URING
US I SM NO N MANUF ACT URI NG
US G DP YoY %(R. H. SCALE)
-6
05
06
07
08
09
10
11
12
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
3. Stati Uniti – Don’t you know, they are fracking for a revolution
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La svolta tecnologica che deriva dall’uso della
fratturazione idraulica nello sfruttamento del
gas e del petrolio negli USA ha radicalmente
trasformato le prospettive del settore: entro il
2020, gli Stati Uniti potrebbero diventare il
primo produttore mondiale di greggio e
raggiungere l’indipendenza energetica.
Alla fine dell’anno scorso la produzione di
petrolio ha superato 7 mio di barili/giorno, il
livello più alto degli
ultimi 20 anni.
Aggiungendo l’estrazione di gas, la produzione
di idrocarburi è la più alta dall’inizio degli anni
1980! Di conseguenza, dopo 20 anni di
continuo calo, l’occupazione nel settore ha
ripreso a crescere.
I vantaggi di questa rivoluzione tecnologica
sono molteplici: nuovi posti di lavoro ad alta
retribuzione, energia a minor costo, maggiore
competitività dell’industria, ma anche la
riduzione del deficit con l’estero che ha
penalizzato il dollaro. E sembra che non sia
finita qui!
STATI UNITI: PRODUZIONE/ESTRAZIONE DI PETROLIO E GAS E
NUMERO DI ADDETTI NEL SETTORE
280
135
130
260
125
240
120
220
115
200
110
105
180
100
160
95
140
90
120
85
80
100
80
82
84
86
88
90
92
94
96
98
00
02
04
06
08
US - O I L & G AS EXT RACT I O N INDEX
US - NUMBER O F EMPLO YED I N O IL & G AS EXT RACT I O N ('000)(R. H. SCALE)
10
12
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
4. Area euro – Continua la contrazione dei crediti
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La recessione nell’area euro deriva in buona
parte dal disindebitamento del settore
pubblico volto a risanare i bilanci degli Stati.
Ma la reazione del settore privato a questa
crisi alimenta e aggrava il suo stesso impatto.
Lo dimostra l’andamento dei prestiti: le
banche - impegnate nel deleveraging e
confrontate a una congiuntura delicata e, nel
sud dell’Europa, ad alti costi e a difficoltà di
accesso ai capitali – riducono la loro offerta.
Sul fronte della domanda, le famiglie devono
fare i conti con la disoccupazione alle stelle.
Sugli investimenti societari pesano le fosche
prospettive di attività. Così nell’area euro i
prestiti continuano a ridursi... E’ una
conseguenza, ma anche una condizione
aggravante per la già debole domanda finale.
VARIAZIONE ANNUA DEI CREDITI AL SETTORE PRIVATO E DELLE
SPESE DI CONSUMO DELLE FAMIGLIE
4
12
10
3
8
2
6
1
4
0
2
-1
0
-2
-2
99
00
01
02
03
04
05
06
07
08
EMU - PRI VAT E CREDI T YoY %
EMU - REAL HO USHO LD CO NSUMPT I O N YoY %(R. H.SCALE)
09
10
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Source: T homson Reut ers Dat ast ream
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della
redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o
indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.
Aprile 2013
5. Area euro – Disoccupazione record
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•
Dall’estate 2011 e dall’inizio dell’austerità, la
disoccupazione nell’area euro è salita in
maniera quasi continua fino a raggiungere il
12% in febbraio. Contemporaneamente, è la
conseguenza degli sforzi di risanamento dei
conti pubblici, e una delle cause della
recessione e della paralisi della domanda
interna.
In Spagna e in Grecia la disoccupazione
supera il 25%. In Italia si aggira intorno al
12% e in Francia sta raggiungendo l’11%.
La Germania si distacca dal marasma generale
con un’economia in ottima salute. La
disoccupazione è scesa ai livelli minimi dalla
riunificazione. L’Irlanda inizia a raccogliere i
frutti dell’apertura al resto del mondo e delle
misure radicali attuate dall’inizio della crisi: la
sua crescita è tornata positiva dal 2011 e la
disoccupazione si è stabilizzata sotto il 15%.
TASSO DI DISOCCUPAZIONE NELL’AREA EURO
30
25
20
15
10
5
0
00
01
G ERMANY
F RANCE
I T ALY
SPAI N
02
03
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05
06
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08
09
10
11
12
PO RT UG AL
I RELAND
G REECE
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
6. Francia – Quadro più serio di quel che sembra ?
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La seconda economia dell’area euro subisce a
sua volta i contraccolpi dell’austerità di
bilancio e dell’adeguamento dei conti pubblici.
Le conseguenze sono forse ancora oggi
sottovalutate.
Il governo francese ha riconosciuto che le
stime di crescita (0.8% nel 2013) dovranno
essere
corrette
al
ribasso.
Dopo
la
stagnazione del 2012, la Commissione
europea nel 2013 prevede per il PIL una
crescita simbolica dello 0.1%.
Ma il sostanziale e rapido peggioramento degli
indici di fiducia e di attività degli ultimi mesi fa
temere uno scenario ancora più fosco. Non è
esclusa l’ipotesi di un calo del PIL nel 2013.
Mentre l’economia tedesca dall’inizio dell’anno
ha ripreso a crescere, la Francia sembra a sua
volta affondare nella recessione che ha colpito
il sud dell’Unione monetaria.
FRANCIA – VARIAZIONE ANNUA DEL PIL E INDICI DI FIDUCIA E
DI ATTIVITÀ NELL’INDUSTRIA
7%
3
6%
2.5
5%
2
1.5
4%
1
3%
0.5
2%
0
1%
-0.5
0%
-1
-1%
-1.5
-2%
-2
-3%
-2.5
-4%
-3
-5%
1998
-3.5
2000
2002
2004
2006
2008
2010
FR A G D P YoY
FR A PMI Mfg - 3M MA V (S ta nda rdize d, R HS )
FR A C om posite INS EE index (S tanda rdized, R HS )
2012
So urc e: SYZ A M ,
D at as tream , M ark it
7. Cina – Immobiliare di nuovo in fermento
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Per i posti di lavoro creati e l’importanza che
riveste nel patrimonio delle famiglie, il settore
immobiliare è una componente cruciale della
crescita cinese. E’ anche uno dei settori più
sensibili ai cambiamenti di politica monetaria.
Infatti, l’allentamento delle condizioni di
credito alla fine del 2008 aveva provocato
un’impennata dei prezzi degli alloggi che
aveva reso necessario il giro di vite del 2010.
Di fronte al rischio di un brusco atterraggio
dell’economia,
le
autorità
hanno
successivamente
allentato
la
stretta
monetaria.
Da metà dell’anno scorso il mercato
immobiliare, come è logico, ha reagito al
cambiamento e i prezzi hanno ripreso a
crescere. Ma i rialzi non dovrebbe replicare la
traiettoria del 2010. L’allentamento monetario
è stato di proporzioni minori con l’obiettivo di
raggiungere una stabilizzazione della crescita
a ritmi sostenibili.
VARIAZIONE ANNUA DEI PREZZI DELL’IMMOBILIARE E INDICE
DELLA POLITICA MONETARIA CINESE
10
95
E a s ie r
m o ne ta r y
po lic y
8
105
6
115
4
125
2
T ighte r
m o ne ta r y
po lic y
135
0
-2
2006
145
155
2007
2008
2009
2010
2011
Me dian e x isting re sid. prope rty price s YoY
Mone tary policy stance (R HS , inv e rte d)
2012
2013
So urc e: D atas tream , SYZ A M
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della
redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o
indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.
Aprile 2013
8. Giappone – Non perde più quote di mercato a favore dei vicini?
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Negli ultimi venti anni le difficoltà economiche
del Giappone e la forte crescita delle altre
economie asiatiche hanno fatto perdere
all’industria giapponese molto terreno rispetto
ai concorrenti.
La Cina, e soprattutto la Corea del sud, sono
stati i principali beneficiari di questo fenomeno
strettamente
legato
all’andamento
del
cambio: mentre lo yen sempre più forte
penalizzava
l’industria
giapponese,
la
debolezza dello yuan e del won, mantenuta
dalle banche centrali con interventi mirati, ha
favorito la delocalizzazione delle unità
produttive verso queste economie.
Con la forte caduta dello yen degli ultimi mesi
e la prospettiva di una banca del Giappone
molto più reattiva, l’erosione delle quote di
mercato dell’industria giapponese a favore dei
vicini potrebbe essere sul punto di finire.
RAPPORTO FRA PRODUZIONE INDUSTRIALE IN GIAPPONE E IN
COREA DEL SUD E CAMBIO KRW/JPY
110
0.15
100
0.14
90
0.13
80
0.12
70
0.11
60
0.1
50
0.09
40
0.08
30
0.07
20
1994
0.06
1996
1998
2000
2002
2004
2006
2008
JA P IP relativ e to KO R IP (rebased at 100)
KRW / JPY
2010
2012
So urc e: SYZ A M , D atas tream
9. Tassi – Torna l’interesse per i beni rifugio
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L’ottimismo dei mercati nelle prime settimane
del 2013 ha alimentato la propensione al
rischio degli investitori. Le migliori prospettive
della crescita mondiale e l’allontanarsi dei
timori legati al Fiscal cliff US in gennaio hanno
provocato un netto rialzo dei tassi degli
emittenti «rifugio».
Ma con grande dispiacere dei sostenitori della
« grande rotazione» dall’obbligazionario verso
l’azionario, questo movimento è stato di breve
durata. Da metà febbraio la nuova ondata di
avversione per il rischio ha riportato i tassi del
decennale USA, tedesco e inglese verso i
livelli dell’inizio dell’anno.
Negli Stati Uniti e in GB, le misure di
quantitative easing delle banche centrali in
definitiva non saranno abbandonate. Nell’area
euro, la congiuntura fragile e la crisi di Cipro
hanno riacceso l’interesse per le obbligazioni
governative tedesche…
TASSO A 10 ANNI DAL 2012 – USA, GB E GERMANIA
2. 40
2. 20
2. 00
1. 80
1. 60
1. 40
1. 20
1. 00
J
F
M
A
US T REASURY 10Y RAT E
UK G I LT 10Y RAT E
M
J
J
A
S
O
G ERMAN BUND 10Y RAT E
N
D
J
F
M
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
10. Materie prime – Attenzione ai metalli industriali
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•
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Nell’ultimo decennio, nel quadro di forte
crescita mondiale guidata dalla Cina, i prezzi
delle materie prime hanno avuto una
spettacolare impennata.
Ma più che dalla crescita della domanda in
assoluto, l’aumento dei prezzi è stato
provocato soprattutto dall’arrivo sulla scena
mondiale di nuovi attori, e dallo squilibrio fra
domanda e offerta globale che ne è risultato.
L’attuale ripresa della crescita mondiale non
garantisce tuttavia il ritorno di una tendenza
rialzista sui prezzi. Infatti, nel frattempo è
cambiata
la
componente
« offerta »
dell’equazione! Le capacità produttive sono
considerevolmente
aumentate
(boom
minerario in Australia e in Sud America). E
come dimostra il recente andamento dei costi
del
trasporto
marittimo,
l’adeguamento
dell’offerta (in questo caso la costruzione di
diverse navi da cargo) può avere un forte
impatto (ribassista) sui prezzi, anche se la
domanda resta sostenuta….
INDICE « BALTIC DRY » DEI COSTI DEL TRASPORTO MARITTIMO E INDICE
GS DEI PREZZI DEI METALLI INDUSTRIALI
000'S
12
550
500
10
450
8
400
350
6
300
4
250
200
2
150
0
93 94 95 96
97 98 99 00 01 02 03 04
BALT I C DRY I NDEX
G S INDUST RI AL MET ALS PRI CE I NDEX(R. H.SCALE)
100
05
06
07
08
09
10
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12
Source: T homson Reut ers Dat ast ream
Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento,
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