Lo studente dislessico e la musica

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Lo studente dislessico e la musica
Istituto comprensivo N. Sauro Milano
Istituto sperimentale Rinascita Livi
Secondaria I grado a indirizzo musicale
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Incontro dibattito. LA MUSICA E LA DISLESSIA
Dalla Scuola di base al Conservatorio
Ricerche e sperimentazioni in atto alla luce della legislazione
Milano, 30 aprile 2014
Lo studente dislessico e la musica
Età 7-14 anni: Scuola primaria – Scuola media
Per i sintomi della dislessia si fa riferimento al testo “DSA musica” di Matilde Bufano, ed. Pearson.
Legge n. 170- 8.10.2010: Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.
In Inghilterra dal 1995 esiste una legge molto severa contro le discriminazioni p. 5.
La dislessia nel mondo: Giacomo Francesco Lombardi - Università Cà Foscari Venezia - Novembre 2012
− In Inghilterra da diversi anni i bambini sono testati per le DSA, per la vista e per l’udito.
− In Danimarca nel 1936 si parlava di “cecità alle parole” (wordblindhed).
I sintomi che portano il dislessico a vivere come in una BOLLA che lo separa dalla realtà, con la quale interagisce
a fatica.
1. Problemi visivi. p.7. Disturbi della binocularità. Conseguenze: a) gli oggetti si spostano; b) difficoltà con le
righe di ogni tipo. Il pentagramma “balla” o, leggendo lo spartito, il dislessico salta i pentagrammi. c) difficoltà
nella messa a fuoco nel passare dalla lavagna al quaderno, oppure dal direttore di coro/orchestra allo spartito; d)
difficoltà a riconoscere rime e ripetizioni nel testo scritto e disegni simili nello spartito; e) difficoltà a dividere in
sillabe e ad assemblare le parole e le frasi. BISOGNA aiutare il dislessico a ritrovare il segno. Colorare i
pentagrammi. Ingrandire i pentagrammi. Fogli colorati. EVITARE copiature alla e dalla lavagna. EVITARE la lettura
ad alta voce.
2. Problemi uditivi. p. 6, p. 42 Fastidio per i rumori. (A p. 26 di “Musica e dislessia” una cantante dislessica parla
del suo fastidio per i rumori).
3. Problemi spaziali. p. 7 inconsapevolezza della linea ideale che divide il corpo.
Confusione ds. sin. Toccare la mano, non limitarsi a indicarla. – alto (acuto) – basso (grave) – distanze – p. 7-8
difficoltà perfino con la via di casa.
4. Disprassia. Difficoltà di coordinazione fine e grosso motoria, presente dalle prime fasi di sviluppo e non
dipendente da deficit neurosensoriali e neuromotori; il deficit della coordinazione motoria non può essere
spiegato da una condizione di ritardo mentale.
5. Scarsa memoria a breve termine. Esercizi: molte ripetizioni p. 12.
6. Disorganizzazione e scarsa concentrazione p. 12.
7. Conseguenza: Lentezza in tutte le attività.
8. Punti di forza del dislessico. Fantasia, creatività, umanità. Intelligenza spesso superiore alla norma p. 10
9. COME L'INSEGNANTE DI MUSICA PUO' RICONOSCERE L’ALUNNO DISLESSICO p.4.
a. Difficoltà nel nominare le note.
b. Confusione nell’individuare i valori musicali (intero, quarto, ottavo) e nel ricordarne il nome. c. Modo di
impugnare la matita.
c. Difficoltà nel ritmo.
d. Difficoltà nell’esprimersi e a mettere insieme le mani sulla tastiera o a coordinare le mani su altri strumenti.
10. COME ACCOGLIERE IL DISLESSICO: Il compito dell’insegnante.
a. Tenere conto che attraversa anni difficili per l’accettazione del suo disturbo.
b. METTERE DA PARTE I PROPRI METODI.
c. Osservarlo per un certo periodo e DOPO mettersi a lavorare “insieme a lui” con un atteggiamento di
buonumore e fiducia nelle sue possibilità, in genere molto elevate. p. 5-6.
11. Il dislessico con diagnosi – il dislessico / la famiglia. Rabbia contro il genitore dislessico.
12. Il dislessico senza diagnosi – il dislessico / la famiglia a volte è restia a riconoscere il problema.
Influenza della dislessia sullo studio della musica.
CHE COSA FARE: insegnamento multisensoriale p. 14
Lo stimolo multisensoriale nella musica coinvolge diversi sensi e organi di senso.
RITMO E SUONO: vista, udito, tatto, propriocettori (organi di senso che permettono di riconoscere la posizione
del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista),
casse di risonanza.
1. difficoltà ad abbinare il nome alla nota (per il dislessico è
impossibile recitare il solfeggio, tanto meno il setticlavio);
2. difficoltà nel ricordare sia il valore, sia il nome
delle figure ritmiche (intero, quarto, ecc..);
3. difficoltà ritmiche p.15-19;
4. difficoltà iniziali nella lettura
dello spartito p. 23;
1. Iniziare con il confronto fra quarto e ottavo.
2. Aggiungere gradualmente altre figure.
1. Innanzi tutto interiorizzare il ritmo con esercizi che coinvolgano tutto il
corpo: per es. far fare la marcia anche da fermi nel proprio banco (se non
c’è spazio).
2. Poi passare gradualmente ad esercizi con le figure di valore.
3. Proporre esercizi con sillabazione ritmica.
1. Il primo approccio allo strumento deve avvenire per imitazione, cioè
l’insegnante suona e l’alunno ripete con lo strumento senza leggere la
musica!
2. Col tempo, forse molto tempo (anni) l'alunno imparerà il nome delle
note.
Come il dislessico legge la pagina di musica
Quando l’alunno, spesso spontaneamente, comincerà a leggere da solo la pagina di musica, non leggerà le
note, ma un disegno formato da palline che lui, una alla volta, in base alla posizione che occupano sul
pentagramma, abbina a un suono, a un dito, a un tasto, a una corda o a un foro dello strumento a fiato che
suona.
5. difficoltà a mettere insieme le mani sulla tastiera: studio a mani separate. Coordinare le mani con i pedali del
pianoforte: esercizi di indipendenza mani e mani piedi;
6. difficoltà nella lettura della alterazioni, delle legature di valore, delle stanghette di battuta, dei ritornelli;
7. difficoltà di intonazione: partire dalla nota che l’alunno
intona bene e gradualmente aggiungere le altre.
L’alunno canta la scala ascendente portando la mano
dall’altezza dello stomaco alla testa.
Il dislessico in classe.
La circolare sui BES.
Prof.ssa Matilde Bufano, Conservatorio G. Verdi di Milano.
Quando l’alunno comincia a cantare, con
gradualità DEVE dire lentamente il nome delle
note in chiave di violino.