M5 Approfondimento 2
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M5 Approfondimento 2
MODULO 5 APPROFONDIMENTO I bisogni socioassistenziali dell’infanzia LA DISLESSIA Disturbi dell’apprendimento La dislessia (disturbi nella funzione e capacità di lettura) e l’alessìa (assenza della capacità di lettura e comprensione delle parole scritte) si collegano spesso con altre difficoltà apprenditive, come la disgrafia (disturbi nella capacità di scrivere), la disortografia (disturbi nella capacità di tradurre i suoni delle parole in simboli grafici, difficoltà nello spelling), la discalculia (difficoltà nel riconoscimento dei simboli numerici o nella lettura delle composizioni numeriche), e anche con un disturbo aspecifico nell’apprendimento (difficoltà generalizzate nelle funzioni apprenditive di base). Questi disturbi sono più frequenti di quanto non venga sovente diagnosticato e riconosciuto. Si calcola che nelle scuole italiane vi sia un 25% di bambini che ne soffrono, praticamente un bambino in media per ogni classe. L’insuccesso nella lettura non va ascritto a cattiva volontà o negligenza degli scolari, come non di rado erroneamente avviene, ma probabilmente a limiti nella struttura del cervello e nell’area del linguaggio e del collegamento tra i due emisferi cerebrali. Si tratta di fattori genetici le cui manifestazioni possono aggravarsi anche per condizionamenti ambientali e sociali. I bambini ne sono vittime e non vanno quindi considerati responsabili di scarso impegno nell’apprendimento. Vanno invece curati con interventi terapeutici specifici e con una didattica adatta alla loro condizione e mai penalizzati, quasi fossero colpevoli. Questo errato trattamento potrebbe causare un’insanabile frattura con la scuola, considerata come luogo di frustrazione, e va dunque evitato. Il ruolo della scuola La scuola deve attentamente valutare e distinguere i casi di bambini abulici o disattenti, irrequieti o poco dotati dai bambini affetti da dislessia. Occorrono analisi specifiche per individuare selettivamente il tipo di difficoltà nell’apprendimento (“learning disabilities”, disabilità nell’apprendimento), © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2012 Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative 1 modulo 5 I BISOGNI SOCIOASSISTENZIALI DELL’INFANZIA perché una diagnosi precisa consente un adeguato ed efficace intervento psicodidattico, con l’elaborazione di una precisa strategia metodologica di recupero. Si è calcolato che l’insieme delle difficoltà nell’apprendimento può giungere al 15-16% degli alunni, e quindi 3 o 4 per classe, di cui solo il 3-5% sarebbero dislessici (come detto, circa un alunno per classe). Si è anche notato che i dislessici sono più frequenti tra i maschi e che una notevole incidenza ha la condizione socioeconomica e culturale della famiglia. Questo dato, tuttavia, è contestato da alcuni studiosi. La dislessia La dislessia comporta inevitabilmente un ritardo nell’apprendimento e uno scarso rendimento scolastico, che il bambino, specialmente nei primi anni e a volte fino alla fine dell’obbligo scolastico, non riesce a compensare pienamente. Ma ciò non vuol dire che egli sia nella vita destinato a una condizione intellettiva e attiva inferiore, perché tra i dislessici vi sono anche geni o persone straordinarie, come Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Tom Cruise, John Lennon, Agatha Christie, Steven Spielberg ecc. Il dislessico può avere difficoltà nel riconoscimento delle singole lettere (lettura sottosillabica) o nel riconoscere le aggregazioni di lettere o l’intera parola (lettura sillabica) o riesce con fatica a leggere l’intera parola ma non riesce a connettere il senso dell’intera frase, perché troppo assorbito dall’identificazione delle lettere. Spesso il dislessico è anche disgrafico perché ha difficoltà a collegare i suoni delle parole con la loro trascrizione grafica e ciò causa anche una pessima grafia e spesso la confusione tra lettere simili, come la d e la b, la p e la q, o la decodifica incompleta delle lettere (puma, invece di piuma) o la difficoltà di muovere lo sguardo da sinistra a destra e dall’alto in basso ecc. Può verificarsi anche una inversione della scrittura, come quella speculare di Leonardo da Vinci. Guarire dalla dislessia La guarigione avviene lentamente, dovendo il cervello impossessarsi del riconoscimento delle lettere e delle loro combinazioni, condizione che si verifica in genere dopo gli otto anni. Ma nel frattempo nel bambino si sono consolidate le negative conseguenze dell’insuccesso scolastico, soprattutto se non vi è stato un precoce e opportuno trattamento didattico. Se questo invece si verifica, l’alunno potrà riuscire a leggere e scrivere normalmente, anche se gli resterà per tutta la vita la configurazione del cervello dislessico. 2 Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2012 LA DISLESSIA approfondimento La terapia deve recuperare il deficit funzionale, operando anche nello sviluppo e potenziamento delle funzioni normali complessive, per una strategia compensatoria. Perciò il trattamento deve tendere a un coinvolgimento globale, puntando a tutta la gamma delle operazioni mentali, che spesso risentono anche della deficienza dislessica che, abbiamo visto, può influenzare negativamente anche altre operazioni, come il calcolo, la scrittura, l’ortografia. Particolare attenzione merita la discalculia, che può consistere nel non riconoscere i singoli numeri o nell’incapacità di leggere correttamente la successioni delle cifre in un numero. Occorre stimolare il bambino con esperienze concrete, ma anche attraverso l’uso di materiale didattico specifico, come i blocchi logici (materiale specifico per stimolare la comprensione del calcolo matematico e dei simboli geometrici). È importante richiamare la necessità di una precisa e precoce diagnosi della dislessia e delle altre disfunzioni, per evitare di confonderle con ogni insuccesso scolastico, dovuto invece ad altre cause. Una volta riconosciuta specificamente la dislessia, è necessario ricorrere alle procedure didattiche opportune, garantite da figure specialistiche di professionisti. Il ruolo dell’OSS L’OSS ha il compito di prestare particolare attenzione ai bambini che hanno difficoltà apprenditive o nella lettura e scrittura o nel calcolo, e comprendere se vi è o meno una componente dislessica o collegata. In questo caso egli deve allertare le istituzioni e le figure specifiche dello psicologo e del didatta, o più in generale la famiglia, perché si proceda a una diagnosi precoce e precisa, che costituisca la base necessaria per un progetto psicodidattico di intervento mirato per il superamento delle difficoltà. L’OSS deve vigilare e agire affinché non vi sia mai una mortificazione del bambino e, soprattutto, affinché non sia mai incolpato e, peggio, punito per i suoi ritardi. Mettendosi in relazione con la sua famiglia, deve far sì che venga aiutato a vivere serenamente la sua infanzia, pur impegnandosi, anche con tecniche ludiche a lui gradite, nel superamento della sua difficoltà. © Ulrico Hoepli Editore S.p.A., 2012 Angela Grieco, Vitantonio Petrelli - Metodologie operative 3