DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA O DISLESSIA
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DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA O DISLESSIA
DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA O DISLESSIA EVOLUTIVA La dislessia si manifesta quando un bambino con capacità intellettive nella norma, esposto ad un normale iter scolastico, in assenza di disturbi specifici di linguaggio, patologie neurologiche ed affettivo relazionali, non impara, o impara in modo incompleto o con grandi difficoltà, a leggere. Tale disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica, cioè da una disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e del loro significato. La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Il bambino dislessico riesce a leggere e scrivere solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro e non impara. È come se i bambini dislessici vedessero sempre le parole per la prima volta e pertanto fossero costretti a procedere tramite una lettura lettera per lettera, senza automatizzare il riconoscimento visivo. Questo causa un gran dispendio di energie attentive e porta il ragazzo a una lettura corretta per le prime righe del testo scritto e a commettere molti errori nel prosieguo, perché la sua attenzione si esaurisce o diventa più labile. I sintomi principali sono i seguenti: - omissioni di lettere o sillabe; - sostituzioni visive o fonologiche di lettere e numeri: d-b, a-e, p-q, u-n, p-b, f-v, 12-21; - inversione di lettere o sillabe: il-li, per-pre; - salto di parole o righe; - aggiunta di parole o parti di parole; - false partenze; - perdite di segno; - estrema lentezza con pause, esitazioni, balbettamenti - ricaduta variabile sulle prestazioni di comprensione. A volte, il soggetto dislessico non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni, lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. La dislessia evolutiva è una condizione persistente e cronica e porta con sé un elevato rischio di problemi comportamentali o emozionali secondari con un’alta frequenza di abbandono scolastico. Si presenta, spesso, in associazione ad altri disturbi (comorbilità), ed è per questo che i profili dei dislessici sono molto diversi tra loro. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura. La comorbilità può presentarsi anche con disturbi psicopatologici come disturbi da deficit di attenzione e iperattività, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore e altri. Anche quando non sono presenti altri disturbi, spesso, il ragazzo dislessico finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione e scarsa autostima. Appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola, e, consapevole delle proprie difficoltà di lettura, tende ad evitare le situazioni che richiedono una decodifica del testo scritto; atteggiamento che viene spesso attribuito a svogliatezza e a scarso impegno. I frequenti insuccessi a scuola (dove i saperi si veicolano in gran parte attraverso i libri di testo) sono psicologicamente devastanti: lo studente si percepisce inferiore ai compagni e inadeguato ad affrontare il mondo. Questa situazione lo porta a sentirsi colpevole, poco amato dagli altri, a volte compatito perché non ce la fa, o non è capace o non ha voglia di fare niente. Anche le aspettative negative nei suoi confronti minano la sua autostima e la sua visione del mondo e causano ansia da prestazione, atteggiamenti rinunciatari e perdita di fiducia in se stesso. Per aiutare lo studente dislessico, occorre una stretta collaborazione tra specialisti, che effettuano la diagnosi, genitori e insegnanti. In particolare devono essere messe in atto a scuola e a casa misure compensative e dispensative adeguate come: - l’utilizzo di strumenti informatici dotati di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale; - la sostituzione della lettura con altre fonti di informazione (ad esempio cassette video e audio, CD rom, giochi didattici da tavolo, figure, schemi e mappe cognitive); la dispensa dalla lettura a voce alta, dalla scrittura sotto dettatura, dalla lettura individuale delle consegne dei compiti scolastici, dall'uso del vocabolario, dallo studio mnemonico delle tabelline; la concessione di tempi più lunghi per le prove scritte, per lo studio e l'esecuzione dei compiti scolastici; l’ assegnazione di compiti a casa in misura ridotta; l’organizzazione di interrogazioni programmate. Da Associazione Italiana Dislessia, http://www.aiditalia.org