Mio nonno - Fabbri Editori
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Mio nonno - Fabbri Editori
3 Esperienze di vita – In famiglia Camillo Sbarbaro Mio nonno Con tocchi rapidi, immediati, Camillo Sbarbaro delinea uno splendido ritratto del nonno: ne emerge un personaggio singolare, stravagante, ricco di simpatia. 1. rubizzo: di aspetto ancora fresco, di colorito sano. 2. galante: complimen- toso con le donne. 3. ambirvi: sperare di ottenerlo. 4. angheria: sopruso, violenza. Mio nonno materno era un ometto ben piantato in terra, rubizzo1, sprizzante contentezza di vivere. Aveva preso in moglie una regina, ma la nidiata di figli che le aveva fatto fare non gli impedì di restare sino all’ultimo galante2. Analfabeta, s’arrabbiava se gli dicevano che la terra gira. Trovava che il più bel cognome del mondo era Riccobuono; e pur riconoscendo che, povero, non poteva ambirvi3, rimpiangeva non gli fosse toccato. La sua passione erano gli uccelli. Ricordo un merlo di scoglio che teneva in gabbia: nero, fierissimo, con il fuoco negli occhi dell’ira di sentirsi in cattura. Passando dal cimitero, affrettava il passo; e se scopriva piantati nell’orto i crisantemi, impaziente li sradicava. Si conservò arzillo sino alla fine. In vita sua non aveva avuto un raffreddore, non una medicina aveva varcato la sua bocca. Una sera, attaccando a controvoglia la scala che portava alla sua stanza, avvertì che saltava la cena. Si coricò col viso al muro e, dando le spalle al mondo, si spense, imbronciato con la vita che gli usava quell’angheria4. (da Poesia e Prosa, Mondadori, Milano, rid. e adatt.) 1 Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education