Progetto Ferrovia «Carnica» per il centenario della Grande Guerra

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Progetto Ferrovia «Carnica» per il centenario della Grande Guerra
Progetto Ferrovia «Carnica» per il centenario della Grande Guerra
La ferrovia «Carnica» Carnia-Tolmezzo-Villa Santina, fortemente voluta dalle popolazioni
carniche fin dall’ultimo decennio dell’Ottocento e realizzata e gestita dalla Società Veneta di Padova
(una tra le più grandi imprese private di costruzioni ferroviarie a cavallo dei due secoli), è stata
inaugurata nel 1910 per collegare la principale vallata carnica, ovvero il medio corso del Tagliamento,
sia alla ferrovia «Pontebbana» e quindi al capoluogo del Friuli e al resto della rete ferroviaria italiana, sia
alla Carinzia e alla capitale dell'Impero, Vienna, nonché a tutto il centro e nord Europa.
Come però fin da subito si ebbe modo di constatare, la ferrovia «Carnica» rispondeva
naturalmente anche a ben distinte ragioni militari e strategiche, essendo una tipica linea di appoggio a un
possibile ma molto probabile fronte di guerra, quello contro l'Austria. Da essa si sarebbero in seguito
dipartite due linee dirette verso il fronte a scartamento ridotto – la Tolmezzo-Paluzza-Moscardo (1917 †1931) e la Villa Santina-Comeglians (1919 - †1935) – più flessibili di quelle a scartamento ordinario e
di gran lunga meno costose e di più rapida costruzione, per quanto più lente, con il compito di prolungare
gli effetti positivi delle linee ferroviarie più importanti (trasporto di truppe, munizioni e vettovaglie) fino
a ridosso del fronte.
Da questo punto di vista, pur essendo stata concepita fin dall'origine come linea di sviluppo
economico e sociale per le popolazioni carniche, la Carnia-Tolmezzo-Villa Santina mutò radicalmente le
sue funzioni durante la Grande Guerra, ponendosi – oltre a quanto si è sopra precisato – come primo
tronco per un collegamento più vasto e ambizioso, quello verso Calalzo-Pieve di Cadore, attraverso un
tunnel di valico che avrebbe oltrepassato il passo della Mauria, e da qui, attraverso un percorso difficile
ma non impraticabile, lungo la valle del Boite, si sarebbe spinta fino alla Val Pusteria per valicare le Alpi,
secondo alcune ipotesi progettuali, attraverso l'alta Val Aurina.
Questo prolungamento che venne iniziato durante la Guerra tra Villa Santina e Ampezzo come
semplice ferrovia "Dacauville", ma nel dopoguerra ripreso con ben altre premesse come linea a
scartamento ordinario, avrebbe potuto completare una linea di difesa che, supportata dalle direttrici
Padova/Treviso-Montebelluna-Feltre-Belluno-Calalzo, poteva porsi come l'anello mancante di un
sistema difensivo strategico di enorme importanza che, se realizzato, avrebbe potuto sovvertire –
secondo alcuni osservatori del tempo – gli effetti del disastro di Caporetto.
Se non vi possono essere pertanto dubbi sulle funzioni strategico-militari della ferrovia
«Carnica» Carnia-Tolmezzo-Villa Santina, per quanto, per il mancato completamento di quell'anello
verso il Cadore, solo parzialmente espresse, oggi, a cent'anni dallo scoppio del primo conflitto mondiale,
ciò che rimane di essa, il tronco Carnia-Amaro-Tolmezzo di 9 km circa, utilizzabile pur con qualche
cautela, può ampiamente assurgere a quello di ferrovia turistico-museale, sia mediante il suo riutilizzo
come linea ferroviaria con rotabili storici atti però al trasporto di biciclette, sia in quanto linea afferente a
strutture museali-espositive dedicate alla Grande Guerra e, in generale, alla storia del trasporto pubblico
in Carnia.
Nell'area dell'ex polveriera, presso Tolmezzo, terminal della linea in oggetto, riutilizzando alcuni
fabbricati, si potranno allestire mostre didattiche permanenti sulla Grande Guerra in Carnia e sulle
condizioni socio-economiche di quegli anni, oltre a creare un vero e proprio museo del trasporto pubblico
in Carnia funzionale in particolare all'utenza che si servita del treno storico.
Per quanto riguarda l'uso di quest'ultimo, si ritiene di applicare la bozza di convenzione tra
l'Associazione “Vecchi binari F.V.G.” e il Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo (Cosint),
proprietario del tronco, tenendo conto della normativa in materia di concessioni. e di sicurezza
nell'esercizio ferroviario.
L'offerta turistica andrà completata con la creazione di “pacchetti” turistici comprensivi di
collegamenti nei giorni festivi e prefestivi a mezzo autobus tra il terminal e il centro storico di Tolmezzo
per la visita, tra l’altro, del Museo di arti e tradizioni popolari, o di importanti pievi quali quelle di Zuglio
o di Illegio, oltre a diverse e importanti emergenze storico-culturali da individuare di volta in volta.
Analoga attenzione andrà riservata al cicloturismo, con possibilità di utili collegamenti con la
ciclovia Alpe Adria a Carnia e facili coincidenze con il treno "Micotra" Udine-Villach.
Essenziale infine la partnership tra l'Associazione culturale “Vecchi binari F.V.G.” e le Ferrovie
Udine-Cividale srl, che potrà garantire la piena collaborazione e sinergia tra l'azione di volontariato degli
appassionati e la professionalità di una società di trasporto ferroviario unica nel settore esistente in
Regione.
Nota bibliografia
Inaugurandosi la Ferrovia Carnica Stazione per la Carnia-Tolmezzo-Villa Santina. Note ed impressioni.
Villa Santina, 8 Maggio 1910. Bergamo 1910. Un interessante contributo storico più recente è quello di C.
BORTOTTO, La ferrovia e il treno (ovvero le ferrovie perdute della Carnia), in In Guart. Anime e contrade della
Pieve di Gorto. 71n. Congres, a cura di M. MICHELUTTI, Udine 1994, pp. 379-396, ristampato digitalmente in
forma autonoma con sovracoperta dal titolo 8 maggio 1910 - 8 maggio 2010. 100 anni della Ferrovia Carnica
(Carnia-Tolmezzo-Villa Santina), a cura della Ferrovia Turistico Museale Carnia-Tolmezzo. Dello stesso autore
va poi ricordato uno studio propositivo sul ripristino, a fini industriali, della ferrovia Carnica, limitato alla tratta
Carnia-Tolmezzo, sostenuto dal Consorzio Industriale del Medio Tagliamento e finanziato dalla L.R. 3 giugno
1978, n. 49. Lo studio, presentato a fine 1977 e che, com’è noto, ha avuto un esito positivo e concreto, pur se
limitato a un decennio (5 giugno 1987, giorno dell’inaugurazione del raccordo - estate 1998, sospensione del
servizio), è stato pubblicato in C. BORTOTTO, Una ferrovia per la Carnia, in «Rassegna tecnica del Friuli Venezia
Giulia», 30 (1979), V-VI, pp. 45-49. Per quanto riguarda la fase finale della sua storia, ovvero l’utilizzo turistico
della linea stessa, si veda R. CHIANDUSSI, La ferrovia turistico museale Carnia-Tolmezzo, in Ferrovie e treni
storici nel Friuli Venezia Giulia. Opportunità di sviluppo turistico transfrontaliero, [a cura del] CENTRO STUDI
TURISTICI GIORGIO VALUSSI DI GORIZIA, Mariano del Friuli 2004, pp. 47-52. Per i progetti di collegamento
ferroviari con il Cadore, poi mai realizzati, si veda R. VECCHIET, Fervore ferroviario negli anni Venti tra Carnia e
Cadore. La Villa Santina-Dobbiaco e la Comeglians-Sappada: due filosofie progettuali, uno stesso destino, in
Dolomites, a cura di P.C. BEGOTTI e E. MAJONI, Udine 2009, pp. 295-326. Infine, per una storia delle due ferrovie
economiche della Carnia, si rimanda a G. NOGARINO, Tranvie del Degano e della Valle del Bût in
Carnia-Alto Friuli, Cortona 2001.